Silent Hill:Legend

Protagonisti:

Silent
Revy
Tidus
Aragorn
Buzz
Alessa
Lafarga
Firael

“DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN”
La sveglia scattò immediatamente allo scoccare delle 8:00,interrompendo i suoi sogni.
Sogni,i cui ricordi svanirono immediatamente.
Con la poca forza che aveva alzò il braccio con l’intenzione di staccare quell’assillo continuo che le stava trapanando i timpani,continuando però a tenere la testa poggiata al cuscino ad occhi chiusi.
Mancò l’obiettivo una volta,due volte,tre volte,afferrando ogni volta solo l’aria.
La quarta volta,segnò la morte della sveglia che venne scagliata a terra.
Si sentì solo un roco “drin” per poi spegnersi per sempre.
Ma ormai il danno era stato fatto,il sonno era cessato,e nonostante avesse provato a riaddormentarsi tutto era ormai inutile.
Aprì un occhio,ma la luce troppo abbagliante la costrinse a socchiuderlo,anche se scorse con la coda dell’occhio il tempo oscurato fuori dalla finestra.
Mise tutta se stessa per poter riaprire entrambi gli occhi e infine alzarsi dal letto.
Guardò con disprezzo il tormento ormai morto e andato in un posto chiamato “Paradiso delle Sveglie”
<<era domenica razza di ferraglia,non ti avevo puntata,eppure sei suonata lo stesso>> disse a bassa voce spostando il rottame con il piede.
Si avviò alla finestra,notando che il tempo era davvero messo male.
Non solo il cielo era oscurato,ma una fitta nebbia ricopriva tutto,riuscì a scorgere solamente un paio di alberi e qualche pilone della luce.
Scoppiò a ridere,non badando che molto probabilmente,i suoi genitori stavano ancora dormendo.
<<nebbia fitta qui…in questo paesino dove batte sempre il sole,assurdo!>> disse continuando a ridere.
Ma le risate non durarono a lungo,quando scorse una sagoma nella nebbia.
Certo,era domenica,la gente non stava rintanata in casa nonostante la nebbia,poteva anche essere la sua vicina di casa,eppure sapeva che c’era qualcosa di strano,che quell’ombra era sospetta.
Si vestì indossando un paio di jeans,una felpina e scarpe da ginnastica.
Uscì dalla sua stanza camminando in punta di piedi per non svegliare nessuno,raggiungendo l’ingresso di casa sua.
Non appena mise un piede fuori notò una giacca verde,posata sul tappetino con su scritto “Home sweet Home”.
<<una giacca?Ma…cosa ci fa qui questa giacca?Di sicuro non è di mio fratello o di mio padre,l’avrei notata>> si chiese afferrando la giacca.
Decise di controllare le tasche,per trovare magari un portafogli con dei documenti di riconoscimento,ma al contrario non trovò nulla.
La indossò lei stessa,nonostante la felpa che aveva indossato,faceva davvero freddo.
Aveva paura di aver perso di vista la sagoma che in precedenza aveva scorto,e così era,si incamminò per la strada principale,notando che non c’era nessuno per le strade,ma perché?
Era presto,ok…era domenica,ok…ma un’anima viva non c’era,e questo la turbava ancora di più.
Improvvisamente ogni suo pensiero venne interrotto quando scorse nuovamente la sagoma che aveva visto dalla finestra di camera sua.
<<ehi!Ehi!>> chiamava avvicinandosi all’ombra che stranamente stava immobile.
Per un momento le parve che l’ombra si stesse spostando nuovamente,magari che stesse scappando da lei,ma capì che era la nebbia che giocava brutti scherzi.
Corse per due o tre minuti,sembrava che l’ombra fosse più vicina,eppure era parecchio lontana.
Finalmente intravide una ragazza,alta più o meno quanto lei e con i capelli legati
Si spostò i ciuffi che le erano arrivati davanti agli occhi durante la corsa.
Era perplessa,non l’aveva mai vista in vita sua,che ci faceva lì,sola e in mezzo alla nebbia.
La ragazza si voltò,vedendo che qualcuno le stava correndo contro.
<<ehi ehi!Non ho fatto nulla!>> disse mettendosi le mani davanti agli occhi come se volesse proteggersi dalla ragazza che le stava correndo di fronte.
Diminuì la velocità,si fermò respirando a pieni polmoni per prendere aria,ma non distogliendo lo sguardo dalla straniera.
<<chi sei?Cosa ci fai qui?Qual’è il tuo nome?Sai cosa sta succedendo?Come sei arrivata?Cosa…>>
<<ehi ehi calma,non ho la più pallida idea di come sono arrivata qui,né di cosa stia succedendo,ho notato che non c’è un’anima viva,niente di niente>> rispose la ragazza.
<<chi sei?>> domandò di nuovo ancora con il fiatone.
<<jacqueline>> rispose la ragazza protendendo la mano.
<<vichi>> si presentò la ragazza col fiatone,stringendo la mano a Jacqueline <<e sei arrivata qui per caso eh?>> richiese con diffidenza.
<<esattamente>> rispose la ragazza guardando con attenzione la giacca appena trovata da Vichi,che si accorse delle occhiate della ragazza.
<<l’ho appena trovata,non è mia>> le precisò con freddezza <<e vorrei tanto scoprire chi l’abbia messa davanti casa mia>>
<<beh non penso che sia lontano chiunque sia,se vuoi ti aiuto a cercarlo,non mi sento molto a mio agio qui>> la informò Jacqueline.
<<ma se nemmeno ti conosco,potresti essere stata tu stessa a lasciarla>>
<<cosa?>> chiese la ragazza titubante.
<<ti ho vista dalla finestra di casa mia,e appena ho messo piede fuori,ho trovato questa>> disse afferrando la giacca per il colletto.
<<ti do la mia parola,non ho fatto nulla>>
<<già così come sei spuntata dal nulla,e non sai come>> le ridisse Vichi.
<<ascoltami bene,io non ti conosco,tu non conosci me...se ti sto offrendo il mio aiuto di certo non è per ricevere qualcosa in cambio>>
Vichi riflettè sulla sincerità della ragazza,ma cosa aveva da perdere?Come aveva detto ‘io non ti conosco,tu non conosci me’…quindi ora che aveva fatto trenta,bastava fare trentuno.
<<andiamo a cercare Mister Giacca>> le disse vichi cominciando a camminare nella nebbia,seguita da Jacqueline

2 - Bosco

Nessuna delle due osò dire una parola all’altra,il silenzio incombeva tra di loro così come in ogni parte di quel paesino.
<<chi sei?>> continuò a pensare Vichi mentre camminava e si guardava intorno <<non mi convinci,sei l’unica persona che ho incontrato e da mezz’ora non ho visto nient’altro che nebbia>>
Si girò verso la ragazza che continuava a guardare qui e lì,e cercò di immaginare cosa stesse pensando.
I nervi salirono alle stelle,non avevano ancora trovato nessuno,il freddo arrivava alle ossa nonostante la giacca e la felpa,e la nebbia non faceva altro che aumentare questo nervosismo.
<<basta!>> sbottò d’un tratto Vichi <<non c’è nessuno,mi sono girata praticamente tutto il mio paese per cercare qualcuno che forse nemmeno esiste!>>
<<allora dimmi un po’,dato che questo paesino è tuo,in quel boschetto lì in fondo non hai controllato>> le fece notare Jacqueline.
La ragazza rimase perplessa,non aveva mai visto un boschetto da quella parte,e soprattutto erano già passate per di lì.
Eppure ora si ritrovavano di fronte ad un vero e proprio bosco,spuntato dal nulla.
<<beh io direi di tornarmene a casa,buona fortuna>> disse Vichi alla ragazza che stava guardando esterrefatta il boschetto.
Si girò per fare marcia indietro,quando venne bloccata da Jacqueline.
<<aspetta!>>
<<cosa!?!>>
Non rispose,in compenso indicò qualcosa nel boschetto.
<<non vedo niente>> la informò Vichi <<cosa stai vedendo>>
Jacqueline non rispose,e corse dritta nel punto da lei stessa indicato.
<<ehi ehi!>> la richiamò Vichi che nel frattempo aveva visto scappare la ragazza nella nebbia <<cielo!>> disse fra se.
La seguì e la trovò ferma davanti ad un albero.
<<ascolta!Non possiamo fare così,se vuoi davvero aiutarmi non correre così senza dirmi nulla,altrimenti ci impiego meno di niente a lasciarti sola>> le disse avvicinandosi e guardandola.
Notò che la ragazza aveva gli occhi sgranati,indicando la cima dell’albero che aveva di fronte.
Vichi alzò lo sguardo,e ciò che vide la fece dapprincipio urlare dal terrore per poi farle venire un conato di vomito nonostante non avesse fatto colazione.
Un uomo impiccato penzolava nel vuoto spinto solo dal vento.
<<dio!Ma cos’è!?!>> chiese la ragazza inginocchiata continuando a premere le mani nella pancia.
Jacqueline non rispose,si limitò a guardare ancora terrorizzata il corpo penzolante.
Stettero così per un po’…e l’odore della putrefazione del corpo non agevolò la situazione.
Vichi si rialzò,afferrò per il colletto Jacqueline cominciando a scuoterla.
<<cosa hai fatto al mio paese!?E’ iniziato tutto da te!>> la incolpò,ma Jacqueline continuò a rispondere che non sapeva nulla,che non doveva dare la colpa a lei se stavano succedendo queste cose.
Improvvisamente le risposte vennero bloccate da una botta in testa.
Inizialmente pensò che qualcuno l’avesse colpita e poi l’avrebbe impiccata come era successo con il tizio nell’albero,ma si dovette ricredere
Abbassò lo sguardo e capì cosa aveva urtato contro la sua testa.
Un frutto,una pera per essere precisi,era caduta da uno di quegli alberi.
Alzò lo sguardo,per vedere da dove fosse caduta,vedendo di nuovo il cadavere impiccato.
Si girò dall’altro lato continuando a guardare in alto,quando vide che un altro frutto veniva scagliato contro di lei.
<<merda!>> disse fra se spostandosi di due passi ed evitando di essere presa.
La pera si sfracellò al suolo esplodendo,come una bomba,liberando succo e polpa.
<<se mi avesse presa,sarei di sicuro a terra senza sensi>> pensò guardando il frutto spappolato.
<<non è caduta!>> interruppe i suoi pensieri Vichi <<e’ stata…>>
<<e’ stata lanciata,da qualcuno>> continuò la ragazza,alzando lo sguardo con la paura che un altro frutto potesse prenderla in pieno viso <<o da qualcosa>> sussurrò.