Quel calore che scalda il manto

Piccola One-Shot

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Nisadie
     
    .

    User deleted


    Salve a tutti!

    E' la prima volta che decido di postare una One-Shot, anche se mi è capitato spesso di scrivere piccole fanfictions lasciate a prendere polvere qui e là: l'ispirazione è venuta da Aeris, uno dei personaggi nati dalla mia bacata immaginazione per il GdR del forum! Qui potete trovare la sua scheda, per capire un pò meglio com'è fatta e scoprire il suo carattere ^^
    Questo piccolo racconto ruoterà attorno ad un evento che ha sconvolto la vita della leonessa, costretta ad abbandonare il mondo in cui è nata per salvarsi la vita; il punto di vista è ovviamente il suo, mi auguro di essere riuscita a trasmettere altrettanto decentemente le sue emozioni!

    Che dire dunque, spero vi piaccia!

    *ATTENZIONE* Sono presenti scene di combattimento in cui è presente del sangue: se siete sensibili vi sconsiglio la lettura di ciò che segue ^^'

    A tutti gli altri...

    Buona lettura!


    La notte, nel deserto, è gelida quanto la neve della montagna più alta.
    Il vento che mi sferza il muso, anche quello è gelido, fa male, perché porta via il calore dal mio manto, frustandolo con i suoi soffi impietosi, come se avesse qualcosa contro di me; vuole vendicarsi, vuole danneggiarmi, ferirmi fino a farmi cadere a terra, stremata.
    Anche tu sei come il vento in questo momento: non ti avevo mai paragonato al vento prima, anche perché, io e te, siamo sempre stati fuoco, un sole, due fiamme di un unico braciere, pronti a risplendere per scacciare il gelo della notte. Nostra madre lo diceva spesso, diceva che avremmo incenerito il mondo. Il suo era un modo di dire ma alla fine è successo davvero: tu ci hai bruciati tutti, hai arso vivo il branco, riducendolo in cenere a partire dal suo stesso cuore.
    Vederti coperto di sangue, dalla bocca deformata da quel ghigno odioso che non mi toglierò mai più dalla mente, al petto giovane, già coperto da una chiara criniera, mi ha spaccato in due: ero stupita, non sapevo cosa fare ma l'odio è arrivato subito dopo, nel momento stesso in cui ho abbassato gli occhi, vedendo quale sangue le tue sporche zampe stessero calpestando. Volevo ucciderti, non mi vergogno a dirlo, lo avrei fatto, se non fossi stato tanto vigliacco da circondarti da coloro a cui hai fatto il lavaggio del cervello. I nostri fratelli e sorelle di branco, gli amici di una vita, hai messo tutti contro, spezzando legami che andavano ben oltre la famiglia stessa.

    Non ti ho ucciso, ma lo avrei fatto, ci sono andata vicina. Provo piacere in questo momento nel ricordare la tua pelle lacerarsi sotto i miei artigli, aprirsi come morbida carne di preda, e l'odore ferroso del tuo sangue invadermi le narici. Ti sono saltata addosso, spingendoti via dal corpo di mia madre, si, mia madre, perché dopo quello che hai fatto non ti considero nemmeno più mio fratello, Alexios. Il tuo ghigno però è rimasto là, fisso sul tuo muso da bastardo, e i tuoi occhi mi fissavano, mi deridevano, con il loro grigio torbido e misterioso che Varya però amava tanto.
    Mi hai insultato, dicendomi quanto fossi stata fortunata a vivere sotto la protezione della matriarca per tutto quel tempo e che ora le regole stavano per essere cambiate, tu le stavi per cambiare.
    Alle tue spalle, Gonr cercava di avvicinarsi, invano, spinto indietro dai tuoi ottusi compagni, una volta anche miei, che ti proteggevano dagli altri, sconvolti, ma altrettanto adirati per quello che avevi fatto. Ci stavano però lasciando spazio, perché tutti sapevano cosa sarebbe successo di lì a poco. Era compito mio infatti, in quel preciso momento, proteggere i pochi rimasti, come legittimo successore di mia madre, come nuova matriarca del branco; mai mi sarei immaginata di diventarlo così giovane e di rimanerlo per così poco tempo.

    Stavolta mi sei balzato tu addosso, piegandomi col tuo peso: io ho mirato subito alla gola, cercando quella vena pulsante di vita, tentando ti farla subito finita ma a quanto pare ti sei allenato bene, ignoro chi sia stato ad insegnarti a combattere, non sembravi essere portato da giovane, e il mio morso è andato a vuoto, permettendo a te di lacerarmi un fianco rimasto scoperto. Il mio grido di dolore, di rabbia, odio, rimorso e orrore è stato come un segnale, un via che ha scatenato la vera e propria guerra, quella che non credo mi toglierò mai più dalla testa. Da quel momento in poi tutto è diventato confuso, ricordo vagamente i suoni, le immagini, le sensazioni: l'unica certezza, l'unica costante era l'odore del sangue, che sentivo addosso a me, a te, intorno, ovunque. Sapevo di essere riuscita a ferirti, anche in modo grave, perché i tuoi lamenti si sommavano ai miei ad ogni passo di quella danza mortale, ma nessuno dei due sembrava decidersi a cedere.

    Tutto è finito quando anche Gonr è caduto, ucciso da due dei suoi stessi allievi: gli apprendisti che superano il maestro, in tutti i sensi. Vengo tirata via proprio mentre sto per sferrarti un'altra temibile artigliata, non sapendo se sarebbe mai arrivata a segno, visti i miei occhi pesanti e la strana nebbia che danzava loro davanti.
    Una delle leonesse più anziane, Azale, la confidente più stretta di mia madre, nonché sua zia, inizia a trascinarmi, via da tutto e da tutti, dal sangue e dai tremori che sembrano provenire dalla terra, non rendendomi conto che sono le mie zampe a vacillare. Mi spinge, mi incita, mi urla di correre, mentre accanto a me scorgo gli altri miei fratelli e sorelle cercare di fuggire, reprimendo un grido di dolore ogniqualvolta il dolce tump di uno dei loro corpi mi dice che è stato afferrato e gettato a terra, da dove, probabilmente non si sarebbe più alzato. Vorrei voltarmi e riprendere a combattere ma Azale mi morde le zampe, la coda e i fianchi per farmi andare più veloce, sempre di più, finché l'aria di fuori mi gela completamente i polmoni ed il petto fa fatica ad andare su e giù. Le dune del deserto ci accolgono, ancora tiepide dei caldi raggi del sole, tramontato da poche ore, tramontato su mia madre, sul mio branco, su di me.
    Il calore che sento sul manto se ne sta andando, lentamente, perché si sa, la notte, nel deserto, è gelida quanto la neve della montagna più alta.

    Ci rivedremo presto, Alexios, e allora sarò io il vento.


    Qui finisce questo piccolo esperimento, spero vi sia piaciuto ^^ Ovviamente, commenti, pareri e consigli sono più che ben accetti! Grazie <3

     
    .
0 replies since 17/1/2019, 18:22   123 views
  Share  
.