Se fossi stata presente nel Re Leone

Questa è la mia prima Fan Fiction, perciò vi chiedo di non essere troppo scrupolosi, grazie  (Vi prego anche di perdonarmi se un tipo di storia come questa esiste già, ma vi assicuro che non mi azza

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    Mi sa che sta notte non dormiró dall'ansia,apparte gli scherzi sei davvero brava a scrivere
     
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  2. Sarabi the best
     
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    Noo è gia finito ?? La mia curiosità non può resistere ! Sei bravissima e sono anche contenta che uru e ahadi abbiano fatto pace ora nascono mufasa e scar ! (O solo mufasa per ora ?)
     
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    grazie a tutti! sono felicissima che vi piaccia questa fanfiction, ma sapete che se non lascio un po'di suspence alla fine poi non mi diverto ;) (Sì, lo so, sono cattiva a lasciarvi sulle spine >:) )
     
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    Leone

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    continuala ! pleaseee... comunque spettacolare.
     
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    Ciao, scusate ma oggi non ho molto tempo e probabilmente non riuscirò a scrivere il resto della fanfiction (è gia tanto se riesco ad avvertirvi con questo messaggio)
     
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  6. Sarabi the best
     
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    Oh peccato😳. Aspetto fai con calma tranquilla
     
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    Bravo Cacciatore

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    Stai tranquilla,sinceramente stai andando molto veloce con la fan fiction quindi prenditi tutto il tempo che vuoi
     
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  8. Sarabi the best
     
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    Speriamo che la Continui domani 😃
     
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    buona sera a tutti! eccomi tornata un un nuovo capitolo (un po' più lungo degli altri).
    buona lettura!

    Appena li vidi arrivare mi precipitai fuori e gli avvisai:
    “Presto, anche le altre stanno per partorire e non sembrano stare bene, probabilmente ci saranno delle complicazioni!”
    Lo so, non sono stata molto delicata nel dirglielo, ma meglio essere realisti…
    Jua e Kubwa erano felicissimi; Infatti non era solo Uru la leonessa in dolce attesa, ma erano due:
    Kalamu e Maua, dato che Mohatu aveva deciso, molto tempo prima, che anche le altre leonesse potessero avere figli da altri leoni.
    Ma la felicità dei due svanì in fretta, sapendo delle complicazioni.
    I tre leoni erano nervosissimi, ma il più teso di tutti era Ahadi; Rafiki aveva scoperto che Uru non era incinta di un solo cucciolo ma di due, ciò causava vari problemi e non avendolo saputo prima, la scimmia non era riuscita a prepararsi adeguatamente, perciò non si sapeva se uno dei due rischiasse di morire o no.
    “Ahadi, rilassati sono sicura che andrà tutto bene.”
    Gli dissi per tranquillizzarlo.
    “No, non mi aspettavo fossero due! E se uno di loro non sopravvivesse? Io non potrei sopportarlo!”
    Non avevo mai visto Ahadi così impaurito, aveva bisogno di calmarsi un po’.
    “No Ahadi, non pensare queste cose! Hai bisogno di sfogarti un po’, perché non venite tutti con me alla pozza dell’acqua.”
    “Noi… vogliamo restare qui.”
    “Tanto non vi faranno mai entrare.”
    “Lo sappiamo, ma… non vogliamo lasciare le nostre compagne.”
    “Loro adesso sono lì dentro e voi non potete entrare, fidatevi di me, avete bisogno di togliervi un po’ di stress di dosso.”
    Kubwa tentò di avvicinarsi alla grotta, ma due leonesse ringhiarono minacciose.
    “Va bene, ma poi torniamo subito indietro!”
    Io e gli altri andammo alla pozza, avevano ancora lo sguardo triste e pensieroso; dovevo farli tranquillizzare.
    “Bene, eccoci qui. Guardate che bello il riflesso del crepuscolo sull’acqua!”
    Continuavano a guardare il vuoto.
    “Che diamine faccio? Devo intrattenerli, ma senza fare cavolate, è un momento teso e delicato.”
    Pensai.
    “Allora… voi andate a caccia?”
    Domanda del cavolo… ci vanno le leonesse, dovevo pensarci prima.
    “Veramente noi no, però spesso ci divertiamo anche noi a cacciare.”
    Rispose malinconico Jua.
    Ok, era palese che bisognasse cambiare argomento, e anche in fretta, però sapevo che loro adoravano nuotare, l’acqua li tranquillizzava, anche io mi sentivo meglio a contatto con essa; e lentamente entrai nell’acqua, gelida a quell’ora, e infine mi tuffai.
    Loro mi guardarono all’inizio perplessi poi sorrisero lievemente, e pian piano si avviarono anche loro verso la pozza.
    “Fatemi spazio, ora vi faccio vedere come si tuffa un vero leone!”
    Esclamò spavaldo Kubwa; Jua sbuffò e fece un sorrisetto, aggiungendo:
    “Si, si… vediamo cosa riesce a fare questo stupido leoncino!”
    Kubwa gli sbuffò sulla faccia e si avviò in modo elegante verso un’alta roccia, dalla quale si buttò di sotto con estrema leggerezza, finendo con un sonoro “SPLASH” nell’acqua.
    “Bene, ora vediamo se riesci a battere questo!”
    Lo provocò il leone dal manto marrone.
    "Sarà facilissimo"
    Con due balzi, il leone marroncino arrivò in cima al masso e si buttò di testa.
    Alla fine si aggiunse anche Ahadi alla gara di tuffi, buttandosi a bomba e provocando un’onda abbastanza grossa.
    Finito il bagno di mezzanotte ci stendemmo sul prato a guardare le stelle, finalmente ero riuscita a distrarli; ma io stavo tremando di freddo. Ahadi lo notò subito e mi strinse a se, aveva un pelo particolarmente morbido e caldo.
    Jua e Kubwa si addormentarono mentre io e Ahadi continuammo a guardare il cielo stellato.
    In una notte particolarmente fredda…
    Due che un tempo non potevano tollerarsi…
    Ora sono sdraiati ad ammirare l’immensità dell’universo, quei flebili luccichii più lontani e quelle potenti luci più vicine: le stelle.
    Un corpo celeste che brilla di luce propria, nient’altro che una sfera di energia, ma bellissima, estremamente bellissima.
    I pensieri si immergono in quella lucina, in quel silenzio, in quel mondo distante anni luce da noi, ma che ci appare comunque molto vicino.
    Una stella nasce da una nube di polvere e idrogeno, nulla di più. Eppure può significare vita, può significare luce, può significare speranza, può significare calore, non solo il calore che sentiamo sulla pelle, ma quel calore che può diffonderti una persona a te cara.
    Ahadi non era nulla per me, non era altro che un leone che poteva benissimo andarsene in ogni momento.
    Io stavo bene anche senza di lui e senza il suo branco, vivevo comunque senza sapere che esistessero.
    Adesso invece non riuscirei a separarmi da lui, da Uru, da Jua, Kubwa o chiunque altro del branco, perché adesso il branco è la mia famiglia, noi ci proteggiamo e ci accettiamo per quello che siamo.
    Niente di più niente di meno… ma comunque una bellissima famiglia, bellissima come quella nube di polvere e idrogeno, che ogni notte splende, come la speranza nei cuori di chi ha veramente voglia di vivere, di avventura, di amore.
     
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    Questo è stato il capitolo migliore secondo me!è stato davvero stupendo
     
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    grazie Simba01 ;) ma ti ricordo che siamo appena all'inizio della storia, quindi potresti rimanere ancora più stupito nei capitoli successivi!
     
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    Speriamo!
     
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  13. Serenapennisi23
     
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    È davvero un capitolo stupendo!😄😄😄
     
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  14. Sarabi the best
     
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    In una parola : perfetto !!! È il più bello speriamo che nascano presto mufasa e scar!!!Non è che li cresceRai tu per caso ?
     
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    Buona sera a tutti! ecco il settimo capitolo ;)

    CAPITOLO VII
    Era ormai notte fonda e dopo aver vissuto le meraviglie dell’infinito, io e Ahadi ci addormentammo beatamente, ma il mio ultimo pensiero fu:
    “Io sono sicura che quei cuccioli nasceranno sani, io sono sicura che andrà tutto bene.”
    E mi addormentai nella morbida criniera nera del leone, ma fummo svegliati pochissimo tempo dopo da Kubwa:
    “Ragazzi!!! I cuccioli stanno nascendo!!!”
    Infatti Kubwa se n’era andato via mentre Jua dormiva e io e Ahadi osservavamo il cielo, disse che un istinto gli diceva di tornare alla Rupe e così fece.
    Immediatamente dopo questa notizia, ci alzammo tutti e cominciammo a correre, ciò che vedemmo (o meglio ciò che vidi, dato che essendo una femmina potevo entrare nella grotta) fu spettacolare:
    Maua stava dando alla luce il suo piccolo, o meglio la sua piccola; una leoncina dal manto chiaro come la madre e gli occhi blu come il padre, Jua.
    Dopo averla pulita la piccola si spostò verso le mammelle per succhiare il latte materno e fecero entrare Jua che rimase strabiliato da quel batuffolino di pelo così chiaro e piccolo.
    “Come la chiamiamo?”
    Chiese dolcemente Maua a Jua.
    “Che ne dici di Furaha?”
    Rispose lui.
    “No, non mi piace… aspetta ne ho una perfetto, Sarafina!”
    “Wow, mi piace molto!”
    Intanto anche Kalamu stava partorendo; la cucciola ebbe delle complicazioni ad uscire, ma alla fine tutto si risolse per il meglio.
    “Kubwa…”
    Sussurò piano la leonessa non appena nacque sua figlia.
    Il leone entrò di corsa e vide sua figlia: i suoi stessi occhi, rossi accesi e lo stesso manto della madre, marroncino.
    “Io… vorrei chiamarla Sarabi.”
    Disse Kubwa dopo averla osservata un po’.
    A Kalamu piacque molto quel nome, così decisero di chiamarla così e il leone diede una leccatina alla guancia della compagna.
    "Ottimo lavoro, cara."
    Ma alla fine, anche la moglie del Re partorì; uscì un leoncino con il manto dorato come il padre e circa venti minuti dopo, un leoncino rossiccio come la madre.
    Fecero entrare Ahadi che sorrise orgogliosamente alla vista dei due cuccioli: guardò a lungo il cucciolo “più vecchio” di venti minuti e poi esclamò:
    “Mufasa, voglio chiamarlo Mufasa.”
    Uru annuì contenta:
    “Io invece voglio chiamare lui Taka.”
    Aggiunse indicando il leoncino rossiccio.
    Mufasa aveva degli occhietti rossi, mentre Taka verdi intenso, come il padre.
    Non dormii per il resto della notte, non sapevo come l’avrebbero presa i cuccioli, essendo l’unica umana.
    “E se il medaglione non funzionasse con loro?”
    Già, il medaglione; ci diedi un occhiata e stava benone:
    Insomma, niente graffi, niente crepe, il cordino era resistente…
    Sapevo che sarebbe durato a lungo e avevo fatto molti nodi uno sopra all’altro e infine “sciolti” tra loro con una fiamma; non poteva slegarsi in alcun modo!
    In ogni caso ero felice per quei nuovi cuccioli, mi sarei divertita a raccontare loro storie, a badarli e a giocare con loro mentre le madri erano a caccia.
    Passò un mese e i cuccioli ormai avevano imparato a camminare da circa una settimana.
    Erano iperattivi e saltellavano qua e là nella grotta, era impossibile tenerli fermi.
    “Taka!!!”
    Esclamò Sarafina, saltando addosso all’amico.
    “Ahi Sarafina! Spostati.”
    “Ehehe! Sono più forte io!”
    “Non è vero!”
    Rispose il leoncino scuro.
    “Sì invece!”
    Ribatté Sarafina.
    “No.”
    “Sì.”
    “No!”
    “Sì!”
    “Avanti cuccioli, non litigate, che ne dite di una storia?”
    I cuccioli adoravano le storie ed erano le uniche cose a tenerli buoni, per fortuna, oltre a raccontare le mie avventure e quelle dei loro genitori, ero molto brava ad inventarle:
    “Questa storia me l’ha raccontata molto tempo fa Ahadi.”
    Una storia vera, questa volta.
    “Ahadi stava tranquillamente passeggiando quando ad un tratto, vide due rognose iene che distruggevano senza pietà e per puro divertimento delle tane di roditori, che stavano scappando via impauriti.
    Ahadi, che era schifato per quel gesto di bullismo, assalì le due iene e gli diede certi graffi che non scorderanno mai; ma poco dopo arrivò l’intero branco e Ahadi fu circondato.”
    I cuccioli erano impazienti di sentire il resto, tutti con gli occhi e la bocca spalancati.
    “E Ahadi le sconfisse tutte, quelle vigliacche! All’inizio le iene avevano la meglio, ferendo il grosso leone: lo graffiarono e lo morsero; Ahadi, dopo essersi preso dei morsi profondi, riuscì a liberarsi e diede indietro a tutte ferite altrettanto gravi. Vi assicuro che quelle iene non si sono più fatte vive da allora!”
    Mufasa e Taka si misero composti e cominciarono un po’ a vantarsi di avere un padre così forte e coraggioso.
    “Veramente, anche Kubwa e Jua hanno avuto un’esperienza valorosa: era notte fonda e senza luna, perciò era buissimo; i due leoni stavano facendo la guardia nelle Terre del Branco, ma ad un certo punto arrivarono due grossi leoni, entrambi dal manto marrone scuro e la criniera nera e uno con gli occhi gialli mentre l’altro con gli occhi marroni-rossicci, molto probabilmente fratelli.
    I due grossi leoni scuri venivano da un alto branco e avevano intenzione di conquistare questo insieme a tutte le leonesse; Kubwa e Jua si lanciarono un occhiata sorridendo e si misero a ridere a crepapelle.
    “Pensate veramente che sarà così semplice?” chiese piangendo dal ridere Jua.
    “Ahahaah!!! Ma allora siete proprio due scemi, dovrete sconfiggerci prima di conquistare queste Terre!!!” continuò Kubwa.
    I due leoni scuri si guardarono e digrignarono i denti, sicuramente si erano eccessivamente offesi e avevano intenzione di conquistare le Terre del Branco a tutti i costi.
    Kubwa attaccò per primo, infliggendo una grave ferita a uno dei due; Jua fece lo stesso con l’altro.
    Jua combatteva con forza e astuzia, anche Kubwa. A un certo punto, i due leoni scuri si concentrarono solo su Jua, più piccolo di loro, e quasi lo ammazzarono, ma Kubwa strinse forte le mascelle attorno alla coda di uno dei due, egli cacciò un grido di dolore lasciando libero Jua, mentre Kubwa lo trascinava per almeno tre metri indietro, poi con una zampata lo fece svenire.
    Il fratello, accortosi del pericolo, si fiondò su di lui, lo caricò sulle spalle e fuggì verso le sue terre, evidentemente era troppo codardo per combattere da solo”
    “Wow!”
    Esclamarono in coro Sarabi e Sarafina, contente di avere anche loro degli “eroi” come padre.
    A un certo punto ci girammo verso l’uscita, sentendo un respiro pesante, Maua stava ansimando e con il poco fiato che aveva disse:
    “Presto… Kalamu è in pericolo...”
     
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236 replies since 2/12/2016, 14:17   2570 views
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