Se fossi stata presente nel Re Leone

Questa è la mia prima Fan Fiction, perciò vi chiedo di non essere troppo scrupolosi, grazie  (Vi prego anche di perdonarmi se un tipo di storia come questa esiste già, ma vi assicuro che non mi azza

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    CAPITOLO I


    Pochi mesi fa, feci un viaggio in Kenya con la mia famiglia.
    Loro rimasero vittime di un incidente, mentre io mi salvai e fui adottata da una tribù africana.
    Mi trattavano sempre come una figlia e io stavo bene con loro, a parte qualche incubo.
    Mganga era la mia madre adottiva e mi insegnava sempre tanto sulle magie, sugli spiriti e sulle maledizioni.
    Lei era una Sciamana.
    All’età di dieci anni mi regalò uno splendido ciondolo che custodii gelosamente; sopra c’era raffigurato un leone.
    Una notte il villaggio fu attaccato da altri indigeni che bruciarono tutto, ma io riuscii a fuggire, provai anche a salvare qualcuno, ma fu tutto inutile e mi inoltrai nella savana.
    “Mganga mi ha sempre insegnato a seguire i fiumi nel caso mi perdessi… Forza e coraggio Bea! Forse troverai un altro villaggio e ti riadatterai!”
    Pensai, cercando di tirarmi un po’ su.
    “E quello cos’è?”
    Mi chiesi vedendo un’enorme montagna rocciosa.
    “Sembra una caverna, magari ci abitano degli umani dentro!”
    Esclamai.
    E mi incamminai felicemente verso la montagna.
    Mi sentivo osservata, ogni tanto sentivo dei fruscii o notavo con la coda dell’occhio due sfere verdi.
    Appena mi giravo per controllare cosa fossero, esse scomparivano.
    “Meglio affrettarsi.”
    Pensai.
    Più mi avvicinavo alla montagna, più quegli occhi si avvicinavano e la sensazione di angoscia si fece sempre più opprimente.
    A quel punto mi girai e gridai:
    “Basta, basta, basta! chiunque sia, sappia che so come combattere!”
    Gridai al nulla, infatti nelle mani tenevo un bastone che avevo appuntito con un coltello preso dalla capanna di Mganga prima di andarmene, ovviamente non scappai a mani nude:
    in una sacca costruita da me con pelli di antilope, ci avevo messo acqua, cibo, qualche arma e dei vestiti.
    Ma nonostante le mie minacce, la sensazione di essere seguita non aveva intenzione di andarsene.
    A quel punto mi arrabbiai sul serio, mi girai e lo vidi.
    Un leone dorato dalla criniera nera e gli occhi vedi, un felino potente, splendido, enorme e forte.
    “D...diamine…”
    Balbettai.
    Il grosso leone mi guardò e mostrò zanne e artigli.
    È lì che cominciai a correre, sapevo che non avrei dovuto farlo, sapevo che se mi fossi messa a correre mi avrebbe seguito e io non ascoltai il cervello ma l’adrenalina che correva su e giù per le gambe.
    Mi gettai a terra e il leone con una balzo mu fu sopra.
    Io lo guardavo.
    Lui mi guardava.
    Con quei penetranti occhi verdi, poteva scrutarmi l’anima.
    “Non… mi… u… uccidere… ti prego…”
    Il leone mutò espressione, da arrabbiato divenne confuso, quasi stupito.
    “Tu puoi parlare con noi leoni?”
    Mi chiese.
    Forse ero impazzita o il leone mi aveva già sbranata e io ero in una specie di sogno.
    “Io veramente... non sapevo di poterlo fare.”
    Bisbigliai.
    “Dev’essere questo medaglione che mi ha regalato Mganga.”
    pensai
    Il leone si scansò, mi prese per la maglietta e mi aiutò ad alzarmi.
    “Io sono Ahadi, Re delle Terre del Branco, tu chi sei?”
    “Io mi… chiamo Beatrice…”
    “Bene Beatrice, benvenuta nelle mie terre, ma ti conviene levarti di mezzo, io non ho intenzione di ospitare nessuno.”
    “Sì mi scusi Re, io ero solo di passaggio.”
    Dissi facendo un piccolo inchino.
    “Ahadi, che succede? E questa chi è?”
    Chiese una bellissima leonessa dal manto rossiccio.
    “Uru, ciao tesoro! Non preoccuparti questa… cosa… è solo di passaggio.”
    Rispose sorridendo lui e guardando il ventre gonfio della compagna.
    “Aspetta Uru, ti avevo vietato di uscire dalla Rupe! Non manca molto al parto!”
    La rimproverò il leone dorato.
    “Uff… Ahadi non sono più una stolta cucciolina! So badare a me stessa.”
    Rispose con uno sbuffo lei.
    “Ehm… forse io sono d’intralcio… meglio che vada… auguri Uru.”
    Dissi dolcemente prima di incamminarmi verso una meta sconosciuta.
    “No aspetta!”
    Gridò la leonessa.
    “Tu mi piaci, come ti chiami?”
    “Beatrice.”
    Risposi timidamente io.
    “Piacere tesoro, mi sembri affamata, vuoi fermarti un po’ qui con noi?”
    In effetti il cibo nel mio zaino aveva iniziato a scarseggiare e la fame si faceva sentire.
    “Bhe ecco io… non vorrei creare disturbo.”
    “Ma figurati piccola, serviti pure, le altre hanno già cacciato una zebra!”
    Uru e Ahadi si allontanarono verso il branco e io dietro di loro.
    “Ma perché l’hai detto? Pensi davvero che potremmo fidarci di un umana?”
    Bisbigliò il leone alla compagna.
    “Andiamo Ahadi, non vedi com’è ridotta? Sembra che non mangi da settimana, starà con noi finché non avrà ripreso completamente le forze!”
    Ahadi sapeva che era meglio dare retta alla compagna, aveva un carattere forte e in quelle condizioni… era meglio non farla innervosire troppo.
    “Grazie, prometto che non causerò troppi disturbi davvero, me ne andrò il prima possibile.”
    Dissi io speranzosa.
    “Va bene piccola, tu sei… un umana?”
    Chiese Uru.
    “Ehm... sì. Ma non fraintendetemi, io non sono una cacciatrice o un bracconiere, davvero.”
    Risposi.
    “Visto Ahadi? Possiamo fidarci.”
    “Sarà… ma stanotte non dormirai con noi nella grotta della Rupe, chiaro?”
    Mi gridò contro.
    “Chiaro…”
    Risposi io in tono da sottomissione.

    Spero vi sia piaciuta questa prima parte :)

    scusate se un pezzo della descrizione non è venuta, ve la ricopio qui:
    Questa è la mia prima Fan Fiction, perciò vi chiedo di non essere troppo scrupolosi, grazie
    (Vi prego anche di perdonarmi se un tipo di storia come questa esiste già, ma vi assicuro che non mi azzarderei mai a copiare)
    L’altro giorno pensavo:
    “Se io fossi stata presente nella storia, cosa sarebbe potuto succedere di diverso?”
    Allora mi decisi:
    Avrei scritto un’altra versione dei fatti, come se io ci fossi sempre stata e qui comincia la mia storia in prima persona...

    Edited by Tama Bea - 14/3/2017, 16:02
     
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  2. Sarabi the best
     
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    Bella mi piace è molto carina
     
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    Leone

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    Davvero originale, la punteggiatura è un pó scoordinata ma la storia è bellissima, continuala al piú presto ! 😉
     
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    Bravo Cacciatore

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    Bella,mi piace molto
     
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  5. Sepensiserenamente23
     
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    Bellissima... Continua la!è molto originale !
     
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    Ciao a tutti, oggi pubblico la seconda parte, buona lettura ;) cercherò di postare un capitolo al giorno... se il tempo me lo permette.

    CAPITOLO II

    Fu una notte freddissima.
    “Perché cavolo di giorno si cuoce e di notte si congela? Dannazione.”
    Pensai.
    “Quel maledetto leone non mi fa dormire dentro la grotta, cos’ha paura che faccia un attentato? Sì dai! li accoltello tutti nel sonno! Ma vatti…”
    Non fraintendetemi, ero nervosa per il freddo che non mi lasciava dormire.
    “Basta, vado a fare una passeggiata.”
    Mi alzai e mi incamminai verso una pozza.
    “Devo fare attenzione, questo posto dev’essere pieno di iene di notte... ho una certa sete, in effetti è da questa mattina che non bevo nulla.
    Finito di dissetarmi mi ricordai che nello zaino avevo delle pelli di gazzella e le usai come coperta.
    “Ma quanto sono sbadata? Almeno stanotte non soffrirò più il freddo.”
    Mi sveglia poco prima dell’alba e decisi di salire in cima alla Rupe per vedere il sole sorgere.
    Mai visto un panorama così bello:
    Una lieve lucina si stava lentamente innalzando nel cielo, il nero della notte diventava blu scuro poi sempre più chiaro, lasciando spazio a meravigliose strisce rosa e arancioni; Appena il sole sorse un po’ di più, il cielo si fece più chiaro, le stelle ormai erano quasi scomparse del tutto e nell’aria c’era una fresca brezza mattutina, accompagnata dal cielo che si tingeva di arancione e passava dal violetto all’azzurro.
    Dalla cima vidi uscire il Re e poco dopo Uru, così scesi.
    Ahadi sembrava spaventato del fatto che non mi trovassi nel mio giaciglio, probabilmente pensava mi fossi alzata presto ad affilare le mie armi per scuoiarli tutti o cose del genere… mentre Uru ci era rimasta male, aveva stimolato un certo rapporto con me, nulla di che sia chiaro, ma mi aveva comunque visto come una figura da aiutare ed essendo una neo mamma si sentiva in dovere di proteggermi.
    “Ehila!”
    Esclamai.
    Ahadi mi guardava come dire:
    “Che stupida ragazzina, se non fossi così buono l’avrei già ammazzata.”
    Mentre Uru si era tranquillizzata e mi corse incontro esultando.
    “Eccoti! Bella la vista da lassù?”
    “Splendida.”
    “Qualcuno ti ha forse detto che potevi salire?”
    Ringhiò Ahadi.
    “Ahadi! Avanti, ha solo visto le Terre del Branco!”
    “Già, le mie Terre del Branco.”
    “Basta Ahadi, sei sempre così scontroso! Non ha fatto niente di male in fondo!”
    Adoravo Uru, era l’unica che mi capiva.
    “Uru, non metterti in mezzo, sai cosa possono fare gli uomini a noi leoni? Ci spellano e ci usano per coprirsi di notte, tra l’altro presto nascerà il cucciolo e non ho intenzione che ci sia anche lei in mezzo, chiaro!?”
    Sclerò lui.
    “Sei insopportabile a volte, io vado a cacciare e Bea verrà con me, la faccenda è chiusa.”
    E lei se ne andò, mentre Ahadi non aveva il coraggio di ribattere per impedire alla compagna di uscire.
    “Ti ucciderò appena ne avrò l’occasione!”
    Mi ruggì contro puntandomi gli affilati artigli verso la gola, non appena la leonessa voltò le spalle.
    “Vieni Bea?”
    Mi incitò Uru.
    “Subito… mi scusi Re, io vado con Uru…”
    Lui ringhiò con occhi da assassino e io presi (di nascosto, ovviamente, sennò Ahadi mi avrebbe sbranata) il mio coltello e la lancia e seguii la leonessa.
    Durante il tragitto Uru si scusò.
    “Mi dispiace, sai Ahadi non si fida molto degli altri, specialmente se umani.”
    “Non preoccuparti, ma nella tua situazione non faresti meglio a restare ferma e riposarti?”
    “Ahaha! Vuoi scherzare? Siamo solo al secondo mese e Ahadi mi ha confinata nella grotta per troppo tempo, ho bisogno di sgranchirmi le zampe, piuttosto tu stai attenta a come cacciare!”
    Uru aveva puntato a uno splendido branco di antilopi e sottovoce mi disse:
    “Secondo te quale sarebbe la migliore da attaccare?”
    “Mmm… per me quella laggiù, la vedi? Quella isolata.”
    “Ottima idea, brava.”
    Mi sorrise.
    E con passo felpato si avviò lentamente verso l’antilope, ignara del pericolo; io mi sedetti e guardai la scena molto interessata.
    Uru fece un balzo, corse un po’ ed agguantò la preda, tornando trionfante da me.
    “Hai visto? Non è difficile, si tratta soprattutto di silenzio, velocità e tempismo.”
    Disse.
    Io non la stavo ascoltando e Uru se ne accorse subito, ma io non potevo ascoltarla, ero troppo presa dal rinoceronte infuriato che ci stava per caricare.
     
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    scusate se nel primo capitolo c'è una parolaccia ma faceva più effetto, se mi ricordo nei prossimi capitoli aggiungerò gli asterischi! :)
     
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  8. Sarabi the best
     
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    Bello mi piace è molto originale
     
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    Ahadi datti una calmata!comunque è molto bella
     
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    Ahadi è veramente cattivo! Spero che col tempo accetti la ragazzina!
     
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  11. Sarabi the best
     
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    dovrebbe bere un po' di camomilla 😂😂
     
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    Gli farebbe bene
     
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  13. Sarabi the best
     
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    Sicuramente !
     
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    Finalmente è perfetto. Complimenti bellissimo ! ☺☺☺
     
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    Allora, dato che oggi è domenica (quindi ho potuto dormire fino alle 12:00 :) ) e sono buona, vi pubblico il terzo capitolo e magari, più tardi, anche il quarto! buona lettura e buona domenica ;)

    CAPITOLO III
    “URU, ATTENTA!!!”
    La leonessa si girò di scatto e fece un balzo per schivare il bestione, io la seguii a ruota.
    “Ma che cavolo!? Perché quel rinoceronte ce l’ha con noi?”
    Chiesi spaventata alla leonessa.
    “Gulp, probabilmente siamo nel suo territorio… Corri!”
    Uru era svantaggiata per via del sua grosso ventre e non riusciva a correre per lunghe distanze.
    “AAAH!”
    La leonessa era caduta e il rinoceronte aveva intenzione di darle il colpo di grazia, schiacciandola con le sue grosse zampe.
    Mi passarono per la mente quei pochi giorni passati con lei:
    mi ha sempre protetta e difesa da Ahadi, mi ha aiutata, ha cacciato per me, e oggi, nonostante le sue condizioni, è uscita per insegnarmi a cacciare.
    Afferrai la mia lancia e gliela conficcai nella schiena prima che potesse calpestare Uru.
    Il bestione quaisi non se ne accorse, la sua corazza era impenetrabile. Il tentativo di ucciderlo con la lancia, scatenò solo tutta la sua rabbia cominciò a caricare me, ma io non mi mossi.
    Schivai al pelo quel cornuto e usai il coltello come artiglio per aggrapparmi a lui, ero sul suo dorso e si dimenava continuamente, ogni secondo diventava sempre più irritabile.
    “Cavolo, stai fermo!!!”
    E gli conficcai il coltello nella giugulare, prima che potesse scaraventarmi via con un ultimo colpo.
    Il sangue zampillava via dalla giugulare, irrigando l'erba secca e si accasciò per terra a morire.
    Ripresi il coltello ancora insanguinato e cacciai un grido trionfante, poi corsi dalla leonessa, che stava bene a parte la zampa un po’ ferita e sanguinante, ma l’intensa paura la fece svenire.
    Ma c’era un altro problema:
    Ahadi era accorso subito dopo aver sentito l’urlo della compagna e quando vide lei a terra con la zampa ferita e io con lancia e coltello insanguinati non ci vide più dalla rabbia e mi cacciò uno sguardo da assassino pazzo.

    Se i miei capitoli finiscono sempre così è perchè vi devo lasciare un po' di suspence.
     
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