Lóðurr e la Dea Dimenticata

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  1. URU THE QUEEN
     
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    Non sai di preciso come – o cosa – stia succedendo… sai solo che, dopo secoli ad essere ricordato come Dio del Male ed amato nel folclore dei vichinghi, dopo secoli senza essere nominato, sei tornato nelle menti delle persone.
    No, non sei mai morto. Gli Dei non muoiono, vengono solo dimenticati. Tutto qui.
    Sei amato. Molto, anche più di Thor e Odino.
    Sei potente, tu. Sei colui che contribuì, assieme ai cretini sopracitati, a creare il Tutto. Sei il Dio delle Malefatte. Il Sommo Bugiardo e il dominatore del Fuoco. Semini l’Odio e la Discordia. Possiedi il potere del Seiðr – una magia antica, che causa in te un comportamento effemminato, che ti permette di portare malattia e morte. Sei colui che causerà il Ragnaròk, ponendo così la fine al Tutto che hai contribuito a crare. Sei il Male che serve per effettuare il Bene.
    Sei Lóðurr, meglio conosciuto come Loki.
    Non sai come mai ora, nel XXI secolo, su quel Regno devastato dai suoi stessi occupanti che è Midgard, tu sia nuovamente così conosciuto e amato.
    Indaghi. Percorri le strade d’asfalto osservando delle carrozze senza cavalli che si chiamano “macchine”, provando disgusto per le vesti odierne, così scialbe e poco dignitose – non che i midgardiani ce l’abbiano, una dignità-, provando ribrezzo per certe terminologie alquanto poco eleganti, intuisci.
    Indagando scopri che degli scribi narrano di te e dell’intera Asgard su libretti illustrati. “Fumetti”, si chiamano. Scopri che questi scribi narrarono che tu fosti figlio adottivo di Odino, divenuto cattivo a causa delle tue origini di Jotun scoperte malamente e per l’invidia nei confronti di tuo fratello Thor.
    Cosa? Tu e Thor fratelli? Tu e Odino padre e figlio? Nossignore! E poi… Thor ha i capelli rossi come il fuoco e gli occhi verdi come i prati nella foresta dell’Eldo… ma, sì, in confronto a te è un buffone, su questo te e gli scribi appartenenti a quella che credi essere il clan Marvel.
    Scopri che della gente interpretò queste vostre versioni fumettistiche in opere teatrali chiamate “film” e che mille e più donne dicono di amarti. Bugiarde. Loro di te non sanno nulla. E non amano te, amano un attore che ti interpreta.
    Strani, i midgardiani odierni. Strani e odiosi: dove sono i balli in tuo onore? Le feste? I falò? Le canzoni? Dove?
    E poi la vedi.


    continua....



    allora... come vi sembra? a presto col secondo capitolo!
     
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  2. URU THE QUEEN
     
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    Lei ti ha visto. Di sfuggita, ma l’ha fatto.
    Scansi i midgardiani, gli spintoni chiedendoti come mai un Dio sia costretto a faticare per passare. La vedi correre in un vicolo buio, la insegui. Il vicolo è desertico, puzza di feci e urina, vedi degli scarafaggi – o meglio, li senti -, rabbrividisci di disgusto.
    C’è silenzio. E buio.
    Il giovane Dio non ha più di 1300 anni, è ancora giovane, sembra un midgardiano 15enne.
    La fiaccola che illumina le sue stanze in quella notte viene colpita da una folata di vento, la fiamma tremola, si spegne. Buio, buio ovunque.
    Per quanto stupido sia, Loki ha paura del buio, dei demoni che nasconde.
    Trattiene le lacrime, gli occhi grigi arrossati dal pianto imminente; raccoglie tutto il coraggio che ha in se, getta via le coperte e la morbida pelle d’orso ed esce dai propri alloggi.
    Il pavimento marmoreo dei corridoi della Città degli Æsir è freddo, sembra di camminare su Niflheirm. Ed è buio. Tanto… troppo buio.
    Col cuore in bocca il Dio dai lunghi e neri capelli si ferma dinanzi alla sua destinazione: una porta. La apre, timidamente, sfrega i piedi l’uno contro l’altro a causa del freddo, guarda la ragazza che dorme nel proprio letto. Vedendo la sua corporatura mascolina gli sembra quasi Lady Sif e ripensa a quella volta che le tagliò la chioma bionda facendogliene crescere una nera come la pece. Ma ci sono nette differenze tra Lady Sif e quella ragazza che ora spia: a lei non avrebbe mai mentito, a lei non avrebbe mai fatto del male. A lei aveva consegnato il cuore.
    Si avvicina al letto abnorme, Loki, e lo fa in punta dei piedi, quasi come se si trovasse al cospetto di un mostro temibile e brutale. In effetti, lei, se viene svegliata, può divenire pericolosa.
    Ma è buio, lui ha paura e il gioco vale la candela.
    Le sfiora il viso con un dito e lo ammira: è così raro che lei stia senza quella maschera nera di pelle che le lascia liberi i corti capelli castani con un ciuffo fucsia e che lascia vedere i suoi occhi cerulei privi di iridi e pupille.
    Lei contrae il viso in una smorfia contrariata; è acciambellata su se stessa, si divincola, si sdraia sulla schiena, sembra una gatta.
    Senza manco parlare apre gli occhi, scosta le coperte, prende per mano l’amico e lo avvolge in un abbraccio.
    <<devo dedurre che posso dormire con te>> chiede il giovane per poi vederla annuire.

    Non sai perché ricordi tutto ciò. Sai solo che lei ti ha abbandonato. Di nuovo.
    Ti senti smarrito, stupido, ingannato. Te, che fai smarrire la strada agli altri, che l’intelligenza è cucita a doppio filo nel tuo essere divino, che sei l’Ingannatore.
    Ti sei sentito così anche quando, oltre un secolo fa, lei ti abbandonò.
    Avevate solo 12.500 anni, Odino aveva deciso di prometterla in sposa con Baldr. Lui ne era felice, all’annuncio si era sbronzato e… e ricodi…
    Sente un urlo atroce, Loki. Tanto atroce quanto riconoscibile – perché la sua voce la riconoscerà sempre. Svogliatamente posa il libro sul ripiano della Biblioteca del Tutto e si dirige verso le stanze di lei.
    Probabilmente Thor le aveva toccato le sue armi. Lei odia chi tocca le sue armi. È in un rapporto fraterno, con quell’idiota, ma Loki spera di vederla mentre lo sbrana.
    <<no!!! Ti p-prego…>>
    Allarmato, l’Ingannatore ode la voce della sua unica amica pericolosamente incrinata, la ode spezzarsi in un pianto disperato. Strano: lei non piange mai, lei è forte. Lei è l’unica che, come Loki, pensa che solo i deboli piangono.
    Corre a perdifiato lungo gli infiniti corridoi dei Asgard, corre fino ad avere il fiatone su per una lunga rampa di scale dorate, apre la porta finemente intarsiata e sgrana gli occhi.
    Lei è lì, sul proprio letto, colma di lividi, il naso fratturato. E Baldr le ha legato i polsi, le ha strappato l’armatura di dosso, la violenta. La ragazza non urla più, ha lo sguardo spento, vuoto, vitreo.
    Loki è immobile, scioccato; nessuno sembra essersi accorto di lui. Poi la rabbia esplode in lui, urla blasfemie contro Odino, contro Baldr, contro Asgard, spinge via quel bastardo che ha ferito la sua amica. È vestito, quello, ha solo i pantaloni calati, se li sistema. Mentre l’Ingannatore si strappa di dosso il mantello di seta nera copre la ragazza, Baldr ha tutto il tempo di rifilargli un pugno al costato. Furibondo, prende quel verme per la gola, lo inchioda al muro, sfodera la propria spada. Sta per infilzargli il cuore quando Odino lo ferma.
    Il Padre di Tutto gli parla, gli dice che il deicidio è un peccato orribile, che tanto la giovane ragazza era la sua futura moglie, che tanto lui non può farci nulla, che va bene così.
    Ma per Loki no, non va affatto bene.
    Si vendicherà. Ma non ora. Ora ritorna dall’amica, è l’unico a consolarla, l’unico a cui lei ora si aggrappa, piangendo disperata. Nemmeno Thor la consola. Già, l’onorevole Thor si limita a guardarla dispiaciuto e di sfuggita, a voltarle le spalle perché quel che suo fratello Baldr ha fatto rientra nel lecito, secondo la legge di Asgard – la Città d’Oro, che ora sembra così peccaminosa e sporca e malata.
    Loki si promette di vendicare l’onore dell’amica ma prima di prendersi cura di lei.

    Avevi mantenuto la tua promessa, facendo uccidere Baldr dal suo cieco fratello con l’inganno. Poi ti eri dolcemente curato della tua unica amica.
    Si era isolata dal resto del mondo, lei, rimaneva rinchiusa nelle proprie stanze mentre la sua mente andava alla deriva, analizzando ed esplorando dei cadaveri. Le portavi il cibo e, vedendone molto abbandonato sul pavimento a marcire, ti assicuravi che mangiasse. Le portavi dei libri e li leggevate assieme. Eri l’unico ad occuparti di lei, poiché Thor era troppo impegnato a letto con Lady Sif.
    Le avevi dato il tuo cuore, poi, una notte, era scappata, lasciandoti solo. Evidentemente avevi più bisogno te di lei che il contrario.
    Avevi pensato a lei mentre, per secoli, un serpente vomitava su di te – legato nudo ad una roccia - dell’acido come punizione per aver vendicato il suo onore.
    “Staremo sempre assieme” ti promise lei. Eppure…
    <<ti prego… non abbandonarmi nel buio ancora una volta… ti prego…>> dici. Speri che lei sia lì, che torni da te. Che torni a proteggerti e a stare da sola insieme a te.



    continua...
     
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1 replies since 5/12/2013, 23:12   27 views
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