Whataya want from me

Da più di mezz'ora era lì,immobile,davanti la porta del suo generale.Aveva paura,aveva timore di pronunciare soltanto la parola "permesso".Nessuno aveva mai osato bussare alla porta della camera del Generale Armstrong,sopratutto se lei era raccolta dentro di essa.Erano rare le occasioni in cui vi si poteva bussare per esempio le emergenze ma non in quella in cui si trovava Anthony Miles,l'Ishvalan salvato dallo sterminio proprio da quella donna dagli occhi glaciali di cui aveva timore.Il cuore di quest'ultimo sembrava come impazzito ma si fece coraggio e bussò tuttavia,non ricevette nessuna risposta.Che stesse dormendo?L'Ishavalan posò una mano sulla maniglia ed aprii di poco,e cercando di non far rumore,la porta che,ahimè,scricchiolò rumorosamente.
Ti ho per caso autorizzato ad entrare?
Una voce fredda rimbombò nella stanza vuota,Miles ebbe come un tuffo al cuore e si maledisse per aver azzardato quella mossa.
Signora,lei non rispondeva e..
E quindi ciò ti autorizzava ad entrare,giusto?
Mi scusi.
Scuse accettare.Entra.
Senza farselo ripetere due volte,cosa che non era per nulla saggia,aprii definitivamente la porta ed entrò dentro la camera per poi richiuderla alle sue spalle.Li vide Olivier,in camicia da notte,con la schiena appoggiata contro il muro e le gambe al petto mentre osservava dalla sua finestra la candida neve che scendeva lentamente e si posava sul terreno.
Che cosa vuoi?
Chiese,con tono freddo senza distogliere lo sguardo dalla finestra,Miles deglutì.
Volevo soltanto assicurarmi del suo stato di salute,signora.Oggi,durante il giro di ronda,la vedevo stanca e stressata..
Come se non lo fossi tutti i giorni.
L'uomo stava per rispondere quando qualcosa attirò la sua attenzione:notò che Olivier aveva una cferita che partiva dal collo e terminava sulla spalla destra ma,la cosa che lo colpì di più,fu il fatto che era ancora fresca e priva di ogni medicazione.Tipico del generale.Odiava essere medicata e le sue ferite le prendeva sempre alla leggera,anche se erano gravi.
Signora cosa...?
Un incidente
Miles sospirò e si passo una mano sul viso,perchè si ostinava a mentirgli?Lo faceva per non farlo preoccupare,era ovvio.Ma a lui,lui che la conosceva meglio di chiunque altro e che sapeva che cosa aveva passato beh....non poteva mentirgli.
Cosa le è realmente successo?
Perchè ti interessa così tanto,Miles?
Sono soltanto preoccupato per il mio Generale
Già,era proprio così era preoccupato per lei,per la donna per cui aveva perso la testa.Ma ciò non poteva dirglielo.Che cosa avrebbe pensato di lui?Che era un debole,era ovvio.Per lei l'amore era un sentimento inutile,sopratutto nel contensto in cui si trovavano.Come potevano dei militari provare amore o persino compassione per altri?Se fosse stato così,adesso,questa fortezza di nome Briggs sarebbe crollata già da tempo e l'esercito di Drachma avrebbe già conquistato Amestris,il loro paese.Ma ciò non sarebbe mai accaduto con un comandante come Olivier Mira Armstrong,donna dal carattere duro e spietato ma con un gran senso della giustizia che ha addestrato gli uomini più forti e leali di questo paese.Tutti temevano quella donna dai capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo più limpido eppure tutti la rispettavano e si fidavano ciecamente di lei.Sapevano che lei non li avrebbe mai abbandonati.
Ho avuto un piccolo scontro.
Con chi?
Basta domande.
Sentenziò,visibilmente irritata da quelle innumerevoli domande.Ma l'Ishvalan non si trattenne e la prese per il colletto avvicinando il suo viso a quello della donna per poi guardarla intensamente nei suoi occhi blu e freddi come il ghiaccio.
Sono stufo delle tue bugie o delle tue risposte così vaghe.Dimmelo,Olivier!
Esclamò,deciso e con convinzione negli occhi fin quando non si rese conto di ciò che aveva fatto.L'aveva chiamata per nome e aveva osato rivolgersi con quel tono ad un suo superiore.Mai e poi mai lui e nessun altro soldato si erano permessi di chiamare il Generale Armstrong con il suo nome o si erano permessi di alzare la voce con lei.Nonostante ciò mantenne le mani strette sul suo colletto preparandosi al peggio.Ma lei scoppiò in una fragorosa risata.
Complimenti Miles,ne hai di coraggio.
Disse,divertita ma improvvisamente,come se nulla fosse,cambi nuovamente espressione riprendendo quella precedente: accigliata e fredda.
Lasciami e subito.
Lentamente il Maggiore lasciò la presa e si mise seduto a bordo letto portando una mano sulla fronte.Ora lo avrebbe ucciso,se lo sentiva.Sapeva di aver fatto una gran cavolata ma cercò comunque di scusarsi.
Mi scusi signora,mi sono lasciato andare.
Non fa niente...per questa volta
Miles era sorpreso,era veramente sorpreso che le avesse risposto in questo modo ma cercò di non darlo a vedere.Olivier sospirò e si mise a sedere accanto a lui per poi accavallare le gambe e posare il suo sguardo sul pavimento come se non volesse guardarlo nei suoi occhi,che d'altra parte erano coperti dagli occhiali.
Una "lite" con un uomo di CentralCity.
Spiegò,massaggiandosi il braccio.Miles a quelle parole spalancò gli occhi e strinse forte i pugni e i denti,maledicendosi e imprecando contro sè stesso.Non era riuscito a proteggere la donna che amava e aveva fatto in modo che qualcun'altro le facesse del male.Guardò ancora una volta la cicatrice per poi spostare lo sguardo sul suo volto.Come era bella,probabilmente una donne più belle che avesse mai visto in tutta la sua vita.Sorridendo,passò una mano fra i capelli biondi e setosi di Olivier per poi abbracciarla,stringendola forte a sè.La donna spalancò gli occhi,era davvero stupita e perplessa riguardo quella sua azione così improvvisa e per nulla inaspettata.Tuttavia,con grande stupore dell'Ishvalan, si abbandonò a quell'abbraccio e cinse con le braccia la vita dell'uomo per pi affondare la testa nel suo petto.
Mi dispiace...scusami,sono un emerito imbecille.
E' tutto ok.

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