Amore illogico

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  1. URU THE QUEEN
     
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    4° capitolo revisionato della mia saga su kirk x spock.
    ribadisco k i capitoli non sono necessariamente collegati tra loro anche se per questo vi consiglio di leggervi "James Tiberius Kirk si sente estremamente solo" perchè ad un certo punto cito quest'episodio, ma nn è una citazione molto importante.

    Amore illogico

    Sarek è ovviamente il vulcaniano più rispettato e benvoluto di tutto Vulcano: esso ha infatti inserito la fredda logica nella vita vulcaniana e senza di lui ora il suo popolo sarebbe ancora un branco di barbari irrazionali e tormentati dall’esternazione delle emozioni.
    Al momento attuale, Sarek si trova in un alloggio alquanto comodo che era stato messo a sua totale disposizione dal Capitano Kirk in persona.
    È in visita sulla USS Einterprise per motivi puramente logici: gli sono giunte strane voci su suo figlio, il Primo Ufficiale Scientifico Spock, che, secondo le suddette voci, aveva trovato “l’amore” della sua vita nel suo Capitano e per farsi riportare a casa.
    Queste voci le aveva sentite mormorare sulla Terra e non gli erano piaciute affatto. E nemmeno alcuni disegni da parte di certa gente gli erano piaciuti.
    Uno di quei dannati disegni gli era stato mostrato da una Guardia Marina in prova poco prima che salisse sull’Einterprise: quella giovane donna aveva un blocco da disegni in mano, era domenica e nell’Accademia della Flotta Stellare era un giorno di vacanza. La biondina lo aveva guardato intensamente, era arrossita e aveva sghignazzato.
    <<che ha da ridere, signorina?>> aveva chiesto Sarek, incuriosito dall’illogicità della cosa.
    <<niente, signore. Stavo solo pensando a... a suo figlio...>> aveva risposto ella.
    Un’altra ragazza, la gemella della “pensatrice”, le si era avvicinata e aveva detto: <<ancora con quei disegni!!! Se qualcuno li vedesse...>>
    Sarek si era avvicinato e ciò che aveva visto lo aveva stravolto: con dei decisi tratti a matita la giovane aveva disegnato il Capitano James Tiberius Kirk tra le braccia di quello che indubbiamente era Spock, entrambi a torso nudo.
    Avvilito, si era bruscamente allontanato; suo figlio non stava assieme al proprio Capitano, era una cosa del tutto illogica, impossibile!
    Eppure... eppure molte – troppe – voci giravano al riguardo infastidendo le orecchie a punta dell’anziano vulcaniano come rumori alquanto molesti.
    Quindi ora è sull’Einterprise per verificare di persona mentre si fa riaccompagnare su Vulcano.

    Dopo la sua dose di meditazione – che, a differenza di ciò che si pensa, non elimina le emozioni dai vulcaniani, ma gliele fanno vivere a fondo per poi nasconderle e dominarle solo alla fine – Sarek è uscito dalla propria stanza e si dirigeverso la plancia.
    Arrivato lì guarda, attraverso lo schermo, lo spazio tranquillo e privo di pericoli per poi guardare con stupore il signor Sulu, sulla poltrona del Capitano, che bacia teneramente il signor Checov prima che esso torni alla propria postazione.
    Sono le 6.25 del mattino: suo figlio Spock e il Capitano avrebbero cominciato il loro turno tra cinque minuti precisi.
    “Andrò dinanzi alla stanza di mio figlio per augurargli una buona mattinata!” si dice il vecchio saggio.
    <<signor Sulu, potrei sapere dove trovare l’alloggio del Primo Ufficiale?>>
    <<ma certo, signor Sarek! Prenda il turbo ascensore e vada nella zona alloggi. La sua stanza è la prima a sinistra. Vuole che la accompagni?>>
    <<sarebbe illogico, dato che mi ha appena fornito le indicazioni necessarie per arrivarci da solo>> e detto questo il vulcaniano sale nel turbo ascensore.

    Sono le 6.30 del mattino e Sarek è dinanzi alla stanza indicatagli da Hikaru.
    <<sbrigati, arriveremo in ritardo!>>
    <<ma, amore... ho sonno!>>
    <<jim, che ti serva di lezione: non dovresti rimanere sveglio a leggere “Harry Potter” fino alle 2.54 del mattino!>>
    Sgomento, Sarek ascolta quelle due voci maschili che provengono dall’interno della stanza e si dice che, sì, il signor Sulu gli aveva fornito delle indicazioni errate.
    “Mai fidarsi totalmente della parola di creature tanto portate all’errore e alla menzogna!” pensa.
    Fa per allontanarsi per cercare la stanza del figlio quando la porta automatica della stanza da cui provenivano le voci di poco prima si apre con un leggero fruscio.
    Il vulcaniano si gira, deciso a chiedere informazioni, e quel che vede gli ricorda terribilmente il disegno che aveva disegnato la Guardia Marina dai capelli biondi nonostante la scena sia abbastanza diversa.
    Il Capitano James Tiberius Kirk, con la sua maglia gialla, i pantaloni e le scarpe nere, ha la schiena poggiata al muro e i suoi occhi ambrati sono velati dal sonno. Spock – cosa? Spock!?! – passa le proprie esili falangi tra i capelli biondi dell’uomo, risistemandoli. La sua tenuta azzurra è premuta contro quella gialla di Kirk, le loro dita sono in contatto nel tipico Bacio Vulcaniano e le loro labbra si muovono su quelle dell’altro.
    Quando il bacio terrestre finisce, il Capitano poggia il volto sul petto del giovane vulcaniano.
    <<ehm... Spock, temo che il tuo ospite ci abbia trovati...>>
    Alle parole di Jim, Spock si allontana da lui e osserva suo padre mentre il suo volto s’intinge di verde.
    <<p-padre, che piacere vederti...>>
    Sarek, ancora scosso, tenta di riacquistare il controllo di se ma i suoi occhi scuri come quelli del figlio tradiscono il panico che prova.
    <<spock, esigo delle immediate spiegazioni!>> dice poi con una malcelata nota di irritazione nella voce pacata.

    <<mai in tutta la vita ho mai assistito ad uno scenario così illogico e denigrante nei confronti di Vulcano!>> dice il vecchio camminando avanti e indietro per la stanza da dove, circa 4.05 minuti prima, erano usciti Spock e Jim.
    <<padre... >>
    <<zitto, Spock, fammi parlare. Già a causa di quest’umano avevi rifiutato la mano di T’Pring dopo averlo battuto ma credevo fosse solo per il fatto che era un tuo grande amico. Ma ora vi scopro impegnati in una relazione! È del tutto illogico!>>
    <<padre, Jim è, oltre che il mio Capitano, un amico, un fratello... il mio t’hy’la. La sua mente non è governata dalla logica come noi ma non m’importa, io lo amo...>>
    <<lo ami? Amare è illogico ma anche io amo tua madre! Però amare qualcuno del tuo stesso sesso e con cui non puoi procreare non lo accetterò mai! Credi forse che il tuo matrimonio con T’Pring fosse organizzato perché vi amaste? Non funziona così: ci si sposa per procreare e per portare avanti la propria razza! Certo, ci si può benvolere, amare, anche, ma ora commetti un grosso errore!!! Perché non sei rimasto con la signorina Uhura?>>
    <<non ci amavamo. Era illogico stare assieme.>>
    <<il tuo è un errore madornale!>>
    Spock abbassa il viso sotto lo sguardo irrequieto del padre. Esso non aveva né urlato né alzato le mani, data la pacatezza tipica dei Figli di Vulcano, ma le sue parole sono comunque dure da digerire.
    La parte più fredda e logica della sua mente gli mormora che Sarek, il grande Sarek, ha ragione ma poi dice anche che non gli importa.
    <<padre, amare Jim per me non è solo una scelta, fa parte di me. A parte questo, la mia vita è governata dalla logica più ferrea>>
    <<e quelle insensate effusioni di poco fa?>>
    Spock non risponde. Non sa cosa dire: quelle effusioni sporadiche che rivolge a Jim dopo quelle rare notti in cui fanno l’amore gli vengono del tutto naturali e spontanee. Gli sembrano logiche, anche se non lo sono, come gli sembra giusto quando Jim gli bacia le mani dopo il coito, come gli sembra giusto qualsiasi cosa riguardi il suo t’hy’la.
    Prova frustrazione, il Primo Ufficiale, e nonostante la rabbia esploda in lui nei confronti del padre – quel padre che ora guarda quasi con disprezzo Jim che si protegge schiacciandosi dietro la schiena di Spock – il suo volto rimane calmo e impassibile.
    Il Primo Ufficiale si tiene le mani dietro la schiena e tra esse stringe quelle del suo t’hy’la e sente appena cosa esso prova (è una cosa strana, come se le loro menti si collegassero al minimo contatto delle loro mani): frustrazione, senso di colpa, inadeguatezza, timore.
    <<gli umani non hanno mai accettato chi è differente da loro... cercano di cambiarli. E lui tenterà di cambiare anche te...>> mormora Sarek.
    <<ha ragione solo in parte, signor Sarek>> dice Jim mettendosi al fianco del suo t’hy’la senza però mollare la presa sulle sue mani. <<noi umani non sempre accettiamo chi è diverso, ma non tutti siamo così. Ammetto che una volta desiderai che Suo figlio fosse diverso, più umano... ma poi mi ricredetti subito. Spock è perfetto così com’è e non voglio che cambi per nessun motivo. Non voglio e non lo vorrò mai. Mi creda, non Le sto mentendo...>>
    Sarek sospira e il suo sguardo si addolcisce per poi tornare freddo e indifferente.
    <<padre>> dice Spock, <<noi dovremmo andare. Sono le 6. 45 e i mostri turni sono già cominciati da un pezzo>>
    <<va bene, Spock. Ma ripensa alle mie parole>>

    Il capitano Kirk, da oramai 5.2 minuti, se ne sta rigidamente seduto sulla propria poltrona nel centro della plancia della USS Einterprise.
    Guarda lo schermo davanti a se e attraverso quest’ultimo osserva lo spazio infinito e come faceva da bambino sogna come sarebbe bello toccare una stella con le dita.
    Il suo Primo Ufficiale Scientifico se ne sta altrettanto rigidamente seduto nella propria postazione continuando ad esaminare dei campioni di terra raccolti nel pianeta dei Romulani stranamente simile a quella presente su Vulcano. Esamina quei campioni per la terza volta di fila perché non ha il coraggio di guardare Jim dato che suo padre è presente e chiacchiera con il Primo Ufficiale Medico, ossia il dottor Leonard “Bones” McCoy.
    Normalmente, da circa sei mesi – da quella notte il cui James Tiberius Kirk si sentiva estremamente solo – aveva preso l’abitudine di sedersi sul bracciolo destro della poltrona del suo t’hy’la per chiacchierare. Quell’abitudine gli era venuta pressoché spontanea e si era piacevolmente ritrovato ad amarla.
    Ma ora non lo fa, nonostante brami illogicamente la mano di Jim che gli carezzi la schiena con il suo solito fare dolce e delicato. Non lo fa, non ha il coraggio di farlo.
    Vuole che suo padre lo perdoni per quelle sue illogiche ed errate scelte di vita e si dice che, se potesse, quegli errori li rifarebbe anche mille e una volta.
    “Ma è illogico temere mio padre... è una persona pacata e non farebbe del male a nessuno!” si dice.
    Allora, incurante, si alza e non solo si siede sul bracciolo della poltrona del Capitano, ma sotto lo sguardo di Sarek gli si siede pure in braccio.
    Mentre Jim lo stringe a se dolcemente sente il cuore battere allegro contro lo sterno e scoppiare di felicità.
    Sarebbe stato un viaggio lungo, quello verso Vulcano, ma finché il suo t’hy’la gli è accanto avrebbe potuto affrontare anche un esercito di klingoniani inferociti a mani nude...
    FINE
     
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  2. Vitani the Lioness
     
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    Bravissima!!
     
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  3. florabovo
     
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    wow molto brava
     
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2 replies since 31/7/2013, 16:04   74 views
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