Natale nell'Iowa

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  1. URU THE QUEEN
     
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    so k è natalizia ma cm ho detto in precedenza sto riscrivendo in ordine questa specie di "saga" (anche se i racconti non sono strettamente legati tra di loro) scritta da me anni fa sulla coppia kirk x spock e la sto riscrivendo e postando in ordine.
    buona lettura.

    Natale nell'Iowa
    Il vulcaniano di apre gli occhi.
    Sono le 6.30 di una domenica mattina, è in vacanza – cosa illogica, dato che i vulcaniani non si stancano quasi mai – e il suo t’hy’la ha voluto scendere dalla USS Einterprise per passare le suddette vacanze nella sua vecchia casa nel bel mezzo dell’Iowa.
    Il figlio di Sarek se ne sta al caldo sotto le coperte di lana ricamate decenni addietro da mamma Kirk in persona e si dice che lo fa perché non è logico alzarsi se non c’è nulla di urgente da fare. Ma la verità è che rimane lì con addosso un pigiama terrestre per sentire ancora la più che piacevole sensazione del proprio t’hy’la che se ne sta accoccolato contra la sua schiena, cingendogli il fianco e con i piedi tra le sue gambe in cerca di calore.
    Lentamente, Spock si gira verso il compagno, stando attento a non svegliarlo.
    Osserva i suoi capelli biondi, i suoi tratti dolci, le labbra incurvate in un sorrisino uguale a quello di un bimbo che sta facendo un bel sogno.
    Esatto, gente, il Capitano James Tiberius Kirk è bellissimo e mentre dorme sembra che invii al suo Primo Ufficiale Scientifico dai corti capelli neri con frangetta e gli occhi del medesimo colore un silenzioso invito ad essere minuziosamente osservato. Un invito che Spock accetta ad ogni risveglio, fissandolo per diversi minuti tutte le mattine nonostante l’illogicità della cosa.
    Jim mugugna nel sonno, si stiracchia e avvolge l’amante in un caloroso abbraccio poggiando una gota calda sul suo petto diafano. Il vulcaniano, leggermente inverdito in volto, tenta di scivolare via da quella illogica effusione: vorrebbe andare in cucina, analizzare la macchinetta del caffè – di quelle vecchie, di quelle chiamate “moka” – e, dato che aveva già visto Jim farlo, preparare a quest’ultimo un bel caffè.
    Dopo due minuti buoni, Spock constata che la fuga è fallita – e anche che quell’effusione gli piace un sacco! – e, rassegnato, poggia il mento sulla testa del suo t’hy’la.
    <<niente caffè, allora...>> sussurra appena.
    Jim gli si stringe ancora di più addosso, per un attimo i loro bacini strusciano l’uno contro l’altro e Spock ha come la sensazione che il Capitano sia in realtà sveglio e che si stia divertendo a stuzzicarlo come al suo solito.
    <<mettici anche del miele, nel caffè, come faceva la mia mamma...>> bofonchia il biondo.
    Sospetto confermato: il vulcaniano è stato vittima di un altro piccolo scherzetto da parte del terrestre.
    Mentre Jim si stiracchia e lo guarda sornione con lo sguardo ambrato, Spock si alza dal letto e decide di rimanere in pigiama.

    <<non capisco cosa c’è di strano, tesoro!>> sbiascica Jim con la tazza di caffè tra le mani.
    Se ne sta tutto rannicchiato in una poltrona imbottita di cotone con la seta rossa tutta sgualcita dall’usura davanti al caminetto acceso.
    È anche lui in pigiama, un pigiama rosso e caldo, con ai piedi dei grossi calzini neri.
    È ancora buio, nell’Iowa, ed è solo il fuoco che sfrigola nel camino ad illuminare il salotto piccolo e arredato da un divano, due poltroncine – una delle quali occupata da lui – ,un tavolino di legno che aveva avuto la visita dei tarli e un’enorme scaffale ricolmo di vecchi libri dalle pagine ingiallite e le copertine rovinate dal tempo.
    <<più che strano>> dice Spock, <<è illogico. Insomma, perché dire ai bimbi che un grosso anziano barbuto e vestito di rosso, che si fa trasportare da delle renne volanti, viene ogni notte del 24 Dicembre a portare loro dei doni?>>
    <<perché ai bambini piace Babbo Natale e perché è una bella cosa in cui credere! Tutto qui.>>
    <<affascinante>>
    Il Primo Ufficiale Scientifico si allontana dallo scaffale con 7 libri tra le mani.
    <<È questa la saga che ti leggeva tua madre da piccolo, Jim?>>
    <<sì. Il protagonista è un giovane mago di nome Harry Potter>>
    <<lo avevo intuito>>
    Dopo aver letto il primo capitolo del primo libro Spock lo richiude.
    <<affascinante. Lo leggerò con più calma>> disse Spock nonostante non gli sembrasse una lettura molto consona ad uno come lui dedito alla logica.
    Jim gli strappa il volume dalle mani e gli si accovaccia accanto lasciando la tazza del caffè abbandonata sul tavolino.
    <<mi aiuti a fare l’Albero di Natale?>> bisbiglia all’orecchio del vulcaniano.
    <<sarebbe illogico, per me, non rispettare le tue tradizioni come fai tu con le mie!>> ribatte Spock.
    Un sorriso incurva le labbra carnose del Capitano illuminandogli il volto. È un sorriso di quelli sinceri, dolci, che fanno battere forte il verde cuore di Spock e che lo hanno fatto innamorare.
    Entusiasta, Jim si siede a cavalcioni sul suo t’hy’la e gli incrociò le mani dietro la nuca, ridendo la sua risata cristallina.

    Il sole è allo zenit e fuori c’è una tempesta di neve.
    “Toc toc toc!”
    James, oramai vestito di tutto punto con una felpa rossa e con i pantaloni e le scarpe nere, va ad aprire la porta.
    Fa entrare Montgomery Scott, Pavel Andreivich Checov col migliore amico Hikaru Sulu, Leonard “Bones” McCoy e infine Nyota Uhura.
    Scotty porge all’amico una bottiglia di scotch invecchiato addobbato con un fiocco dorato e balbetta un “Buon Natale, Capitano!”. Nyota, dalla pelle scura, gli getta le braccia al collo e gli schiocca un casto bacio sulla guancia. Bones, Pavel e Hikaru gli stringono la mano affettuosamente.
    Jim è felice: è nella sua amata casa nell’Iowa con l’amore della sua vita e i suoi più cari amici e li fa accomodare nel salotto.
    <<salve a tutti, amici>> li saluta Spock senza interrompere il proprio lavoro.
    <<posso dare una mano?>> chiede Pavel. <<sa, Spock, è da quando sono bambino che non addobbo un Albero di Natale!>>
    Il vulcaniano annuisce e il russo inizia ad appendere con grande allegria delle palline colorate, degli angioletti e altri svariati addobbi.
    Quando manca poco alla fine, Spock lascia l’Assistente Tecnico di Scotty a finire il lavoro e raggiunge gli altri, sedendosi accanto a Jim.
    <<allora, Spock... come stai?>> chiede Nyota.
    È la prima volta che gli rivolge la parola spontaneamente dopo la loro rottura.
    <<bene, Nyota. E tu? Come va con il tuo t’hy’la?>>
    Un’ombra di tristezza vela gli occhi scuri della ragazza.
    <<derek>> dice, <<mi tradiva con una mia amica. L’ho mollato l’altro giorno. Era un bastardo>>
    La voce s’incrina e Bones, gentile come sempre, le porge un bicchiere di scotch. Lei accetta e sorseggia la bevanda alcolica.
    Quando Pavel li raggiunge la serata si rallegra e iniziano a parlare amabilmente del più e del meno.

    <<lo sospettavo!>> mormora Jim.
    Spock sospira e osserva la casa vuota. Sono le 23.40 e i loro ospiti se ne erano andati da poco, ognuno con un regalo da parte loro sotto al braccio.
    Ripensa a un’ora prima quando, sorprendendo piacevolmente tutti, Hikaru aveva baciato con passione Pavel e annunciato che stavano assieme.
    <<allora il tuo sospetto era fondato. In effetti sono sempre insieme e si guardano negli occhi molto spesso, si sfiorano. Tipico dell’infatuazione!>> dice Spock.
    Sono nel salotto, il Capitano accoccolato sul petto del Primo Ufficiale Scientifico che lo guarda con uno sguardo sornione.
    “Sembra un gatto!” pensa il foglio di Sarek. È illogico, come pensiero, ma vero.
    <<sembri un gatto, Jim. Lo sai?>>
    Il biondo, allora, sorride.
    <<e a te piacciono i gatti, vero Spock?>>
    <<sì, sono creature affascinanti>>
    <<miao...anche tu sei affascinante!>>
    Il terrestre china il capo e poggia le labbra su quelle del “folletto troppo cresciuto”.
    <<ti è mai capitato di assaggiare lo scotch invecchiato?>> chiede Jim.
    <<no e non intendo farlo!>>
    Il biondo, che dall’inizio della serata aveva svuotato a metà un bicchierino di alcolico – cosa molto strana, dato che era un ottimo bevitore – ne bevette un sorso piccolo piccolo e baciò il suo t’hy’la.
    <<allora?>> chiese.
    <<buon sapore>> disse Spock, <<ma lo scotch invecchiato, invece, non mi piace>>
    Jim sorride ancora; poi rivolge la sua attenzione all’enorme e probabilmente costoso regalo che i loro amici avevano portato ai due.
    <<lo aprirai domattina!>> lo rimprovera amorevolmente Spock intuendo il corso dei suoi pensieri.
    <<ma...>>
    <<ma niente, Jim. Se io rispetto le tue tradizioni, lo farai anche tu. Anche se il una parte del mio regalo potrei dartela ora!>>
    Al biondo si illumina lo sguardo ambrato. Una sorpresa? Da Spock?
    <<rilassati!>> dice il vulcaniano per poi poggiare le dita di una mano sulla gota e sopra l’occhio del suo t’hy’la.
    Jim si rilassa completamente, incrociando le braccia sul petto di Spock e poggiando su di esse il mento. Chiude gli occhi e sospira.
    La Fusione Mentale ha inizio e Spock riversa in Jim una marea di emozioni e ricordi.
    Il Capitano si vede attraverso gli occhi del Primo Ufficiale.
    Sente Nyota che gli dice che si è appena messa assieme ad un certo Derek: Spock e lui devono ancora mettersi assieme.
    Sente il cuore di Spock battere veloce contro il petto mentre esso lo osserva, seduto sulla poltrona del comandante. E sente amore.
    Si vede gemere sotto Spock, sempre attraverso gli occhi di quest’ultimo; la passione brucia in lui con la soddisfazione e la gioia di avere con se la persona amate.
    Si vede addormentato, mentre Spock lo divora con lo sguardo; si vede mentre sgrida il vulcaniano perché si era quasi fatto ammazzare da un klingoniano per salvarlo e prova frustrazione; si vede mentre si baciano, mentre giocano a scacchi, mentre ride.
    E prova tutto l’amore e il rispetto che il figlio di Sarek prova per lui.
    <<È un regalo bellissimo...>> sospira Jim alla fine.
    <<mai quanto te, Jim>>
    Il Capitano è commosso e si stringe ancora di più a Spock.
    <<buon Natale, t’hy’la..>> mormora.
    <<buon Natale, Jim.>>
    E si baciano...

    FINE

    Okay... volevo qualcosa di un po’ cattivello e triste ma ho sfornato ‘sta roba sdolcinata... ma mi difendo dicendo che è colpa loro, sono troppo teneri!!!
    Spirk... Spirk everywhere!
     
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  2. florabovo
     
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    bello
     
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  3. URU THE QUEEN
     
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    grassie! sn felice che ti piaccia!
     
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2 replies since 31/7/2013, 01:37   54 views
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