La Carta Matta

monocapitolo su Joker

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. URU THE QUEEN
     
    .

    User deleted


    La Carta Matta

    Arkham City è un manicomio, di proprietà del Dottor Jerry Arkham, nel bel mezzo di Gotham City.
    Questo manicomio rinchiude e tenta di curare le menti più disturbate e pericolose di Gotham.
    In una delle tante celle d’isolamento vi è il detenuto 4479.
    È un detenuto arrivato da poco, soffre di stati di depressione maniacale, manie di grandezza e un disordine da personalità antisociale.
    Secondo il Dottor Arkham è non curabile.
    E quello che secondo voi è solo uno dei tanti pazienti, solo un numero, sono io.
    Forse non mi amerete, ma che me ne importa?
    La camicia di forza mi blocca e me ne sto qui seduto nella mia cella su uno scomodissimo sgabello.
    Sento un rumore che mi risveglia da un leggero torpore ed entrano due guardie del manicomio.
    Li guardo tenebroso e poi, vedendo i loro stupidi volti scoppio a ridere.
    <<ahahahaha! UHUH AHAHAHA!!!>>
    Uno dei due sobbalza.
    È un novellino.
    L’altro, invece, al quale ho ammazzato alcuni amichetti, mi si avvicina e mi molla un ceffone talmente forte che mi fa cadere a terra.
    Ma io continuo a ridere.
    <<ahaha IHI UHUHU! AHAHAHAH!!!!>>
    <<smettila! SMETTILA!!!!!>> mi grida l’uomo.
    Si chiama Steve, ma io lo chiamo Ciambella, dato che ne mangia a bizzeffe!
    <<ahah! AHAHAHAH! Era un ceffone quello! AHAHA! Ah!>>
    Mi faccio serio mentre vedo che il novellino, che, secondo la sua targa sulla divisa, si chiama Mark, che dalla porta fa entrare una canna dell’acqua.
    <<che volete fare?>> chiedo sospettoso.
    Ciambella prende la canna e l’aziona.
    Da essa esce un getto d’acqua molto potente e Ciambella me lo spruzza in faccia.
    <<e’ ora di levarsi il trucco, clown!!!>>
    Dopo un po’ spegne l’acqua e io mi rifugio in un angolo della cella, bagnato e infreddolito.
    Ciambella mi porge uno specchietto e vedo che li ha levato il trucco e così il mio volto non è più come lo voglio: i miei capelli verdi non riescono a coprire le cicatrici che mi procurò mio padre ai lati della bocca.
    Le guardie, sghignazzando, escono dalla mia cella, incuranti.
    Mostriciattoli bastardi!

    <<perché sei così serio?>> dice la voce di mio padre.
    Sento le guance squarciarsi.
    È un dolore atroce, un dolore che mi fa impazzire, che nessun bimbo dovrebbe mai provare.
    <<perché sei cosi serio? Mettiamo un sorrisino su questo faccino!>>

    Mi sveglio dal sogno urlando e mi accorgo di non essere solo: c’è una ragazza con me che asciuga il pavimento.
    Fingo di essermi riaddormentato mentre lei mi asciuga il viso e i capelli con un’asciugamani.
    <<ehi, lo so che sei sveglio!>>
    Apro gli occhi.
    Lei è proprio carina, ha un viso dolce, ha gli occhiali, gli occhi marroni ed è bionda.
    La riconosco: è la dottoressa che mi “curerà” per rendermi ciò che la società vuole che io sia.
    Ma essere se stessi, secondo me, non è mai sbagliato.
    La conosco da quando sono ad Arkham: i dottori devono stabilire un legame con i pazienti prima di curarli.
    Mi piace come persona, ha un corpo così bello da far venire voglia di sventrarlo, degli occhi meravigliosi che sarebbe bello usarli come orecchini, sui polsi si vedono le sue delicate vene che sarebbero collane stupende, mani dolci da usare come bicchieri...
    Per chi non lo sapesse le ho appena fatto dei complimenti...
    Però non glieli dico ad alta voce: una volta gliene ho detto uno e si è incavolata...
    In perché non lo so; è una tipa strana.
    <<ciao Harley!>> le dico, muovendo di scatto la testa per levarmi i capelli da davanti agli occhi.
    Lei mi guarda per un momento le cicatrici, lo fa per un attimo, ma lo fa.
    Dio... mi sento così nudo senza il trucco...
    <<chiamami dottoressa Quinzel, perfavore!>> mi dice.
    <<ok, doc. ai suoi ordini... c’è qualcosa che posso fare per lei?>>
    Le guardo il corpo e poi gli occhi e mi passo la lingua sulle labbra.
    Ignora la mia domanda, mi fa alzare e mi porta in un’altra stanza...

    La dottoressa mi fa sedere dietro un tavolo e mi leva la camicia di forza: un’altra seduta terapeutica...
    E io che speravo di essere in una camera da letto...
    Con disappunto noto che c’è ance Ciambella.
    <<e’ sicura di volermi togliere la camicia di forza? Sa... dopotutto sono il paziente 4479!>> le dico, tra il sospettoso e il divertito.
    <<prima seduta col paziente 4479...>> dice lei e blah blah blah... chissenefrega!
    La Quinzel appunta tutto su un block notes e mi chiede:
    <<allora, hai dei risentimenti per ciò che hai fatto? Sensi di colpa per tutta la gente che hai ucciso?>>
    <<sensi di colpa...>> dico in tono pensoso, << ... sensi di colpa... dovrei avere dei sensi di colpa per essermi divertito?>>
    <<quindi tu uccidi...>>
    <<...per divertimento? Dai, doc, ammetti che siamo carini quando ci completiamo le frasi!>>
    <<ascolta... rispondi alla mia domanda! Sto cercando di curarti!>>
    Mi faccio serio.
    <<si, uccido perché mi diverto.>>
    Poi mi rivolgo a Ciambella e dico: <<uccidere i tuoi amichetti è stato molto divertente>>
    Faccio per mettermi seduto sul tavolo e Ciambella mi tira ber i capelli e mi rimette sulla sedia.
    <<sta giù MOSTRO!>> dice il grassone.
    Lo fisso stizzito mentre se ne torna in disparte e dico: <<guarda che era un complimento!>>
    Mi fissa in cagnesco e io gli faccio la linguaccia.
    La dottoressa Quinzel emette un “Ahem!” abbastanza seccato e mi volto verso di lei.
    <<allora... dimmi chi sei>> mi dice.
    <<ma tu mi conosci già! Ma se è per i tuoi studi te lo ripeterò, ma molto meglio!Mi servirà un mazzo di carte!>>
    Lei me ne fa dare uno da Ciambella e io tengo solo i re, le regine, gli assi e tre carta a casaccio.
    Le mostro un 4 di fiori, un 2 di quadri e un 7 di picche.
    <<non sono un uomo qualsiasi, che si fa mettere i piedi in testa dagli altri!>> e getto le carte.
    Le mostro gli assi: <<non sono un ricco>>, strappo le carte.
    Metto in piedi, piegandoli, le regine e i re:<<non sono un potente>>
    Poi estraggo l’ultima carta e gliela mostro.
    <<vedi...>> le dico <<io sono la Carta Matta, sono una persona che la società non può definire, sono un anarchico, forse hai ragione nel dire che sono un po’ folle, tutti mi detestano, ma sono unico mentre loro sono comuni. C’è una carta matta per ogni mazzo. Solo una! Io sono il Joker, ma vorrei che ci fossero due Carte Matte nel mazzo di Gotham!>>
    <<e... e chi sarebbe la seconda Carta Matta?>> chede la Quinzel.
    La guardo negli occhi, serio, e le dico: <<vorrei che fossi tu!>>
     
    .
  2. URU THE QUEEN
     
    .

    User deleted


    non piace a nessuno?
     
    .
  3. Xigbar~
     
    .

    User deleted


    A me piace ^^ Scrivi davvero bene, in generale non conosco granchè il personaggio (quindi per la caratterizzazione mi affido a quello che hai scritto), però apprezzo molto il tuo stile di scrittura, è perfetto (: (:
     
    .
  4. URU THE QUEEN
     
    .

    User deleted


    Grazie!!! Sono
    lieta k ti piaccia!!!
     
    .
3 replies since 20/4/2013, 23:06   101 views
  Share  
.