Dolce diavolo

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  1. angela92
     
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    Genere: fantasy,romantico,drammatico
    Rating: verde,giallo e in qualche scena rosso
    Video fan fiction (per capire più o meno la storia): sotto spoiler
    Foto personaggi: sotto spoiler

    Denise

    kristin-kreuk



    Erik

    gaspard+2




    Video

    Video




    PROLOGO:




    Da sempre era un argomento per me misterioso e affascinante. Tante sono le ipotetiche prove sul loro passato. Tanti gli avvenimenti che li riguardano. Ma sono tutte storie infondate, o per lo meno è quello che mi obbligavo a pensare; fino a quando non ebbi la certezza della loro esistenza.
    «Cosa vuoi da me? Ti prego non farmi del male!», esclamai con il cuore che batteva all'impazzata.
    Non avevo la forza di alzare lo sguardo per vedere ciò che succedeva dinanzi a me. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi d'avanti ad uno di loro, ne tanto meno che fosse proprio lui.




    1° CAPITOLO



    Galisburg(Illinois)

    01:30

    “Un uomo è stato trovato morto in una fattoria, una scia di sangue lungo il corridoio della casa, tavolo rotto e oggetti in mille pezzi sparsi ovunque,graffi sul pavimento, finestre e porte distrutte. E’ tutto quello che c’è in questa casa scossa da questo terribile avvenimento, la cosa più strana è che il gregge è scomparso.”



    7:15 del mattino

    Il telegiornale ripeteva sempre la stessa notizia: uomo morto. Non era mai successo visto che questa è una cittadina tranquilla, chi se lo aspettava che in piena notte potesse accadere una cosa simile.
    Sono Denise, ho 17 anni e vivo con mia nonna, i miei sono morti qualche anno fa in un’incidente stradale.
    E' mattina e il sole oltrepassa la mia finestra, un raggio colpisce in pieno il mio viso costringendomi ad aprire piano gli occhi.
    E' il primo giorno di primavera,i fiori germogliano e gli uccellini mi lietano con il loro canto tanto che quasi mi sembra di essere in un cartone animato, in stile Biancaneve. Ero immersa nei miei pensieri quando sento dei passi lungo il corridoio che portava alla mia stanza. «Tesoro sveglia, altrimenti farai tardi!». La voce di mia nonna interruppe il mio sogno mattutino e mi sollevo mettendomi seduta sul morbido e caldo letto. «Si nonna, arrivo subito».
    Feci un lungo sospiro, era sempre faticoso alzarsi per andare a scuola, soprattutto con queste belle giornate che ti spingono più ad andare in centro con le amiche magari a fare shopping, piuttosto che andare a studiare e a sentire le solite lamentele dei professori. Mi alzai dal letto e mi diressi verso la cucina per fare colazione, mia nonna era seduta sul divano che guardava la tv. Mi aveva preparato un succo e i biscotti fatti da lei che io adoravo tanto.
    «Grazie nonna per la colazione», le dissi sorridendo. Lei annuì, sorrise ma aveva lo sguardo fisso sul televisore. La guardai in modo strano, spostando alternativamente lo sguardo da lei al monitor, poi andai a sedermi.
    Feci un sorso al succo e addentai un biscotto, quando nonna spense la tv e mi guardò con aria preoccupata. «Questa notte un uomo è stato trovato morto. Lo conoscevo. Era un uomo gentile ed era amico di tuo padre» Ascoltai le sue parole, poi all'ultima frase mi si fermò il cuore in gola. Deglutii controvoglia. «Ah capisco, hanno trovato qualcosa?», riuscii appena a mormorare. Mia nonna scosse il capo. «Non ancora ma stanno cercando degli indizi, hanno interrogato tutte le persone che lo conoscevano», disse lei con aria davvero triste. Annuii appena non sapendo che dire colta di sorpresa da quella notizia.
    Riuscii a finire la colazione poco dopo, e andai nella mia stanza. Aprii l'armadio e guardai le robe. Non sapevo mai cosa indossare. Alla fine optai per un paio di jeans e una magliettina leggera, poi andai in bagno per truccarmi, una leggera spennellata di cipria sul viso ed ero pronta. Come mio solito presi la borsa a tracolla che usavo portare a scuola, andai da nonna per lasciarle un bacio sulla guancia e uscii di casa.
    Il liceo che frequentavo distava solo dieci minuti da casa mia e, visto che prendere l'autobus significava essere al centro dell'attenzione per quei ragazzi stupidi che si credono mister mondo, decisi di andarci con la mia auto, una seicento rossa. Non potevo permettermi una macchina più lussuosa, visto che non avevo un lavoro.
    Entrai in macchina, azionai il motore, attaccai la cintura di sicurezza ed accesi la radio.
    Dopo qualche minuto di viaggio arrivai nel parcheggio del liceo, andai al posto assegnatomi dalla direttrice e parcheggiai la mia auto. Mentre scesi vidi in lontananza le mie amiche venirmi incontro, sorrisi e mi avvicinai a loro. Sono le mie più fedeli compagne di vita, le sorelle che non ho mai avuto.
    Evelyn era una ragazza dal corpo perfetto bionda con gli occhi azzurri, ma non la classica ragazza bella e senza cervello. Al suo fianco c’era Jessica, una ragazza dalla carnagione scura come i suoi capelli, dolce e sincera. Mi guardarono entrambe e mi dissero buongiorno all'unisono. «Hai sentito la notizia?», chiese Evelyn guardandomi negli occhi. «Si, lo conoscevo. Voi?», annuii pronunciando quelle parole. Evelyn scosse il capo con fare triste e scrollò le spalle. «Anche mia madre lo conosceva infatti andrà al funerale e penso che ci andrò anche io. Hai detto che lo conoscevi, magari andare al cimitero per dargli un ultimo saluto potrebbe renderlo felice», disse Jessica finendo la frase con un leggero ma spento sorriso.
    Pensai alle sue parole, e tutto sommato non aveva torto. Magari se ci fossi andata anche papà ne sarebbe stato felice, infondo era suo amico ed io sono sua figlia, devo portare rispetto. Guardai la ragazza bruna e annuii convinta. «Quando lo faranno?», le chiesi pensando che forse anche nonna sarebbe venuta. «Questo pomeriggio alle 16:00», mi rispose guardandosi poi attorno, mentre tutti i ragazzi iniziarono ad entrare nel liceo.
    Era iniziata la prima ora, e dovevamo entrare anche noi. «Ci sarò», dissi a Jessica, mentre iniziammo ad avviarci verso l'ingresso, per andare nelle aule.
    La prima ora era quella di italiano. Entrammo in aula, dove la Professoressa Chiantura era già pronta a prendere nota dei ragazzi assenti e di quelli in ritardo. Ci lanciò un’occhiataccia di quelle davvero tremende. Foscolo,i sonetti,i sepolcri. Che noia.
    Seconda e terza ora compito in classe di economia sui ratei e i risconti, cosa che non ero mai riuscita a capire del tutto.
    La giornata sembrava non passare mai, ma tra una risata e l’altra volò.
    Io e le ragazze andammo nel parcheggio e restammo un po’ a parlare del triste accaduto.Mi appoggiai appena alla mia auto. «Che ne pensate, chi l'avrà ucciso? Qualcuno a cui ha fatto un torto?», chiese Jessica. Ascoltai le loro parole senza rispondere, non sapevo cosa pensare a riguardo. «Può essere, però hanno trovato sul corpo lividi e segni intorno al collo», disse Evelyn. «Che genere di segni, soffocamento?», domandai quasi scioccata. Addirittura farlo morire in quel modo così brutale. Jessica mi guardò e scosse il capo. «Dicono sia stato un serpente, visti i buchi sul collo», mi disse scrollando le spalle.
    Restammo tutte zitte a pensare alla possibile scena. Come poteva un serpente uccidere un uomo? Doveva essere proprio enorme e velenosissimo. Una razza nuova? Non avevo davvero ipotesi a riguardo.
    Guardai le ragazze e le salutai, era ora di pranzo e nonna mi aspettava. Per di più dovevo dirle del funerale e mi dovevo preparare psicologicamente per andarci. Quindi entrai in auto, riaccesi la radio e mi avviai per tornare a casa, ancora piena di dubbi.

    Edited by angela92 - 22/3/2013, 16:55
     
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  2. MoonSight
     
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    Carino! ^^
    Sei brava ascrivere! XD
    E si capisce che è un astoria di vampiri, in stile Twilight, ma sembra meno noiosa e deprimente, almeno per adesso! ^^
     
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  3. angela92
     
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    Amo twilight, ma non è affatto simile. Vedrai man mano che pubblicherò i capitoli che questa storia e imprevedibile. Comunque grazie, mi fa piacere che ti piaccia :D
     
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  4. MoonSight
     
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    ^^ DI nientre!!
    vampiri e amori impossibili non èil mio genere, ma giudico per la qualità di scrittura e coinvolgimento della trama...
    Spero chemi sorprenderai nei migliori dei modi con lo svolgersi della storia! XD
     
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  5. angela92
     
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    Farò del mio meglio ^^
     
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  6. angela92
     
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    2° CAPITOLO






    16:00

    Dopo aver pranzato con nonna andai a prepararmi, scelsi abiti consoni per un funerale, ne troppo seri ne troppo vistosi, mi truccai in modo leggero ed uscii di casa. Il cimitero non era troppo lontano quindi io e nonna ci incamminammo a piedi e arrivammo lì dopo una ventina di minuti. Vi entrammo e notammo subito un gruppo di persone che parlavano in modo discreto tra loro, sicuramente erano amici dell’uomo. Ci avvicinammo a loro, e mentre mia nonna si allontanò per parlare con un’amica, io notai Jessica poco distante così le andai incontro. Mentre ci salutammo i familiari dell’uomo fecero cenno di proseguire, e li seguimmo fino al punto in cui dovevano seppellirlo.
    Io e Jessica ci allontanammo dal gruppo, osservando il tutto da un punto più lontano, non mi piacevano i funerali quindi decisi di starmene più in disparte. Guardi attentamente le persone riunite attorno la fossa e chiesi alla mia amica «Conosci tutta questa gente?», spostando poi lo sguardo su di lei. «Si, quasi tutti ma quella coppia –li indicò- non la conosco e ho saputo che sono nuovi. Sono nipoti dell’uomo, e hanno tre figli, uno dei quali è adottato», rispose tenendo gli occhi sui due signori. Non mi stupii di queste informazioni, lei era la prima a sapere le novità della nostra cittadina. Notai l’incredibile bellezza della coppia, e non mi sorpresi nel vederli così affiatati anche in certi momenti. Feci un lungo respiro e mi guardai attorno.
    Ero circondata da alberi secolari,fiori blu e gialli,cappelle e statue di santi. Osservando una statua mi accorsi della presenza di un ragazzo, ai piedi di un albero, che guardava attentamente il funerale. Era vestito in nero, riuscivo a vederlo,era alto ma il viso non riuscivo a metterlo a fuoco, ahimè perché ero miope. Mi voltai verso Jessica, toccandole il braccio per attirare l’attenzione su di me. «Conosci anche lui?», le chiesi girandomi poi verso il punto in cui guardavo poco fa. «Lui chi?», domandò lei. In effetti, lì dove c’era quel ragazzo ora non c’era nessuno. Sgranai appena gli occhi, sorpresa nel non vederlo, e rimasi senza parole scrollando le spalle e il capo.
    Mi girai verso la mia amica e insieme uscimmo dal cimitero. La gente ormai tornava a casa e mia nonna era andata via con una coppia di amici, quindi mi toccava rientrare da sola. Avevo la mente avvolta in un mucchio di dubbi, tra l’uccisione misteriosa dell’uomo e quel ragazzo scomparso in pochi secondi. Misi le mani nelle tasche del giubbino e notai che avevo con me gli auricolari. Per fortuna li portavo sempre con me, per momenti come questo. Sorrisi appena e li indossai, iniziando ad ascoltare un po’ di musica, giusto per avere più compagnia.
    Canticchiavo piccoli versi della canzone che stavo ascoltando, erano per lo più mugolii, quando qualcuno mi si avvina e mi spintona appena. Mi voltai pronta ad urlare se si fosse trattato di un malintenzionato, ma scoppiai in una leggera risata quando vidi che il maleducato era Robert, un mio vecchio amico. Frequentavamo insieme le scuole elementari, e dicono che da allora ha una cotta per me, anche se in realtà non mi ha mai dimostrato nulla a riguardo. «Che ci fai qui?», chiesi sorridendogli. Era cambiato, era cresciuto ed era diventato proprio un bel ragazzo. Mi sorrise di rimando e disse «Tornavo a casa, da una partita di calcio, e ti ho vista sola. Quindi ho pensato di infastidirti un pò», rise. Mi camminava di fianco, con le mani nelle tasche dei pantaloni mimetici. « Beh, ancora single?», chiese incuriosito. Annuii. «Certo, perché?», dissi sorpresa della sua domanda. Arrivammo vicino casa mia quando lui si fece serio. «Senti io volevo dirti», non riuscì a finire la frase quando un fruscio attorno a noi ci scosse. Sobbalzai leggermente spaventata e mi avvinghiai a lui, che mi sorrise. «E’ solo il vento fifona!», esclamò stringendomi. Poi sciolse la stretta. «Sarà meglio rientrare, si sta facendo tardi», mormorò infastidito per la frase non terminata. Mi salutò con i baci sulla guancia, facendomi capire che aveva voglia di rivedermi.
    Lo salutai anche io e mi diressi verso casa. Camminando sentii ancora quel fruscio, più vicino. Mi voltai, sperando di non scorgere quel serpente omicida tra le foglie. Non vedendo nulla camminai più velocemente, arrivai al portone e tirai fuori dal taschino le chiavi. Nel momento in cui stavo per inserirle nella fessura, dei passi alle mie spalle mi fecero rabbrividire. Mi pietrificai per qualche istante mentre il cuore mi batteva all’impazzata. Presa dall’adrenalina post paura, vidi scivolare le chiavi dalle mie mani tremolanti e cadere in terra, vicino ai miei piedi. Senza pensarci su due volte, mi chinai, aprii il portone e lo richiusi velocemente alle mie spalle. Appoggiai la schiena al muro e cercai di calmarmi, avevo il respiro affannato come se avessi corso per miglia e miglia, e cercai di riprendermi. Ero curiosa di guardare dalla vetrata scura chi mi stesse seguendo, così presi coraggio e mi allungai verso il portone.
    Rimasi sorpresa nel vedere un gatto nero, dal manto lucido e gli occhi di un verde smeraldo. Inarcai un sopraciglio e risi sarcasticamente, incredula di essermi spaventata per un micio che, tutto sommato, metteva un po’ paura. Voltai le spalle al portone ed entrai in casa, il silenzio che regnava mi fece capire che nonna era già andata a letto, così andai dritta verso la mia camera. Posai la borsa e le chiavi di casa sulla scrivania, alzai lo sguardo e notai che il gatto nero era lì, sul muro in pietra, fuori dalla mia finestra. Era seduto comodamente, con la coda attorno le zampe, e mi fissava.
    Va bene seguirmi, ma ora davvero mi faceva paura. Qui i gatti sono rari, e questo non era per niente tenero anzi. Avanzai verso la finestra, la spalancai e mossi il braccio verso di lui pronunciando un “Sciò, va via” del tutto tremolante e insicuro. L’animale non si mosse di un millimetro. Sbuffai e rientrai nella stanza, chiudendo la finestra alle mie spalle. Portai una mano sulla tenda e la chiusi, in modo da far capire al gatto di andar via, visto anche il tardo orario. Mi cambiai velocemente, indossando il pigiama, e mi infilai sotto le coperte. Rimasi sveglia per un po’ a pensare a quel gatto inopportuno e spione. Cosa voleva da me e come faceva a sapere che quella finestra dava sulla mia stanza? Mi aveva fatto spaventare però, oppure sarà che ero io presa dall’ omicidio. I miei pensieri sfociarono poi su quel ragazzo del cimitero, era stato troppo misterioso ed io volevo sapere il perché era rimasto lì lontano da tutti. Pensando a questo mi addormentai.
     
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  7. angela92
     
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    Non piace a nessuno?? D:
     
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  8. Somoya
     
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    ops... questa FanFiction mi era sfuggita..^^"

    allora, benchè io non sia un amante di Twilight e simili, sono comunque appassionato di misteri e quant'altro,
    questa storia è innanzitutto ben scritta, e si preannuncia anche interessante, visto che comincia con un omicidio,
    bè, io sono ansioso di leggere il seguito, sta a te continuare ^^
     
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  9. angela92
     
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    Aaaaaaaaaaaaa un nuovo lettore *-* che piacere!! Comunque guarda, può sembrare simile a twilight o altri ma credimi che non ha niente a che vedere :-) è solo che amo i misteri, il genere fantasy e anche quello che riguarda il soprannaturale..ecco perché ho creato questa ff. Comunque domani posto il seguito :-) mi fa piacere che ti piaccia!!
     
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  10. Somoya
     
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    CITAZIONE
    Aaaaaaaaaaaaa un nuovo lettore *-* che piacere!! Comunque guarda, può sembrare simile a twilight o altri ma credimi che non ha niente a che vedere :-) è solo che amo i misteri, il genere fantasy e anche quello che riguarda il soprannaturale..ecco perché ho creato questa ff. Comunque domani posto il seguito :-) mi fa piacere che ti piaccia!!

    molto bene :D
     
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  11. angela92
     
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    3° CAPITOLO







    9:30 del mattino


    Il tintinnio della pioggia batteva contro la mia finestra, era mattina ma il cielo era cupo e la voglia di alzarmi mancava. Aprii gli occhi sbadigliando e mi scoprii dalle coperte. Oggi è domenica, finalmente riposo, niente scuola ne compiti da fare. Mi sollevai a fatica dal letto e mi avvicinai alla finestra, scostai le tende e guardai fuori.
    Sono passati 3 giorni e sembra non voler proprio smettere, avrei fatto risplendere il sole così tanto da andare al mare per provare sulla pelle l'ebbrezza delle onde spumeggianti e dell'acqua ancora un pò gelida. Amavo l'estate, il sole, le serate tra amici, il mare, le giornate più lunghe e questo cielo mi metteva un'angoscia assurda e mi sentivo stanca già appena sveglia. Mi allontanai dalla finestra, felice che il gatto non era rimasto lì a "vegliare" su di me per tutta la notte. Lo stomaco iniziò a brontolare così mi diressi in cucina, guardai la tavola apparecchiata e sorrisi nel notare che la nonna aveva fatto per me le crepes alla nutella e una spremuta d’arancia. La vidi affacciarsi dal salotto e sorridere.
    «Buongiorno tesoro», mi disse. Le andai incontro e le baciai la guancia. «Buongiorno nonna, questa si che è colazione. Grazie», le dissi sorridendo. Lei scrollò le spalle rispondendo con un sorriso e poi disse «Tra poco devo andare dal nonno al cimitero, torno per pranzo ok?». Addentai la crepes mentre mi parlava, feci un sorso al succo e le risposi «Vengo con te, è da tanto che non passo dal nonno», la guardai mentre finii il succo. «Ok allora appena sei pronta andiamo», aggiunse ridendo per l'espressione buffa che mi si creava sul viso ogni volta che mordevo la crepes. Annuii e dopo aver finito la colazione andai a prepararmi.
    Dopo qualche minuto uscimmo di casa e ci incamminammo verso il cimitero. «Nonna, novità sull’ omicidio?», chiesi curiosa nella speranza che il tg locale ne avesse dato notizia. «No, ancora nulla cara perché hanno deciso di fermare le indagini», mi disse con lo sguardo dritto d'avanti a se. La guardai confusa a quella risposta. «Come mai proprio ora?», dissi quasi arrabbiata. Lei sospirò e scrollò le spalle, ed io ero sempre più convinta che qualcosa non quadrava riguardo questo caso.
    Arrivate al cimitero ci fermammo dal fioraio dove prendemmo due orchidee bianche. «Era il suo fiore preferito, un fiore semplice ed elegante proprio come lo era lui», disse nonna con gli occhi lucidi. L’aveva amato così tanto che il suo ricordo dopo 6 anni ancora le faceva male, e vederla in quello stato faceva male anche a me. Non aggiunsi altro alla sua frase così dolce e piena di dolore.
    Percorremmo il vialetto subito dopo l'entrata del cimitero, e proseguimmo a destra fino ad arrivare alla lapide di mio nonno. Mi guardai attorno e molte persone erano lì, che posavano i fiori con cura nel vaso. Tra tante lapidi piene di fiori ce n'è anche qualcuno senza, e questo mi rattristava. Come potevano dimenticarsi dei loro cari? Feci un lungo sospiro e posai lo sguardo sullo spazio dedicato a mio nonno, lo salutai lasciando un bacio sulla sua foto. Avevo conosciuto mio nonno tanto bene da poterlo descrivere come se stessi descrivendo me stessa, era un uomo sempre disponibile, affettuoso e generoso con tutti. Amava i bambini, il golf di cui andava pazzo, gli piaceva qualsiasi tipo di animale, persino i serpenti. Nella foto lui sorride ma non sa quanto soffriva mia nonna per la sua mancanza. La guardai, aveva gli occhi pieni di lacrime ma si tratteneva per non cedere d'avanti a me. Pensai che lasciarla sola l'avrebbe fatta star meglio, così poteva parlare con nonno come faceva sempre, anche quando era a casa.
    Mi allontanai, camminando su quello stesso vialetto, quando un leggero profumo maschile inebriò le mie narici. Amavo i profumi maschili tanto quanto i ragazzi che lo portano. Cercai con lo sguardo se c'era qualche ragazzo o uomo vicino a me, ma ero sola in quella stradina. Scrollai le spalle e il mio sguardo finì su una lapida sporca e senza fiori. Mi avvicinai e ne lessi il nome "Vincent Night, data di morte sconosciuta". Feci una smorfia nel leggere l'ultima frase, data di morte sconosciuta, ma era morto o no? Pensai che defunto o meno avrebbe accettato un fiore, così uscii dal cimitero per andare dal fioraio lì vicino.
    Presi un tulipano giallo, giallo perchè mi metteva allegria e forse rallegrava anche lui. Tornai a quella lapide, misi il fiore nel vaso e con uno straccio che usavamo io e nonna per spolverare nonno, lo ripulii. Feci del mio meglio, pensando che almeno per quei pochi minuti il signor Night era in compagnia. Sorrisi nel vedere la lapide pulita e sollevai per caso lo sguardo, quando notai in lontananza una sagoma. La stessa sagoma che vidi al funerale dell'amico di mia nonna. Questa volta era più vicina e riuscivo a percepire i suoi lineamenti. Era un ragazzo alto e magro, capelli scuri e carnagione abbastanza chiara. Il mio sguardo fu interrotto dall'avvicinamento di una coppia.
    «Buongiorno signorina», sentii una voce tranquilla e profonda e mi voltai. Era un uomo alto, dalla pelle chiara e i capelli castani. Mi osservava con quei suoi occhi azzurro cielo e sorrideva. Un sorriso capace di conquistare ogni donna. Poi senza dir nulla notai al suo fianco una donna, anche lei alta e dalla pelle chiara, con i capelli ricci e di un bel rosso fuoco. Mi sorrise e disse, mentre mi guardava con i suoi occhi verde cervone «Lo conoscevi anche tu?».
    Tornai in me, guardai velocemente la lapide e tornai a guardare quella donna. Scuotetti il capo in preda alla soggezione, e mossi le mani velocemente ed in modo impacciato. «No no, non lo conosco», dissi arrossendo. «Avevo notato il vaso vuoto e pensavo che un tocco di colore gli avrebbe fatto piacere», aggiunsi mentre guardai entrambi i signori. Sorrisero all'unisono e la donna allungò la sua mano verso di me «Sei stata dolcissima, ti ringrazio. Io sono Lara». Allungai la mia e gliela strinsi educatamente dicendo «Piacere mio, sono Denise». Mentre entrambe allentavamo la stretta, l'uomo mi guardò e disse «Io sono Tom, siamo nuovi in città. Lui era nostro nonno e sapevamo che nessuno era venuto a trovarlo perciò avevamo pensato di passare a salutarlo». Dicendo così si chinò verso la lapide e vi lasciò un girasole.
    Mentre osservavo la scena, mi sentii toccare la spalla. Mi voltai e vidi mia nonna. Lei li guardò e sorrise. «Avete conosciuto mia nipote, signori Night», disse loro mentre io restai meravigliata. Si conoscevano già ed io non sapevo nemmeno chi fossero? «Certo, è adorabile e molto gentile», disse Tom sorridendo a me e mia nonna. Sorrisi imbarazzata e scrollai appena le spalle. Mia nonna si guardava attorno come se stesse cercando qualcuno e Lara disse «Cerca nostro figlio? Sta arrivando, eccolo lì». Mi voltai appena e ancora quel profumo avanzò con una folata di vento che mi scompigliò appena i capelli. Un ragazzo con una felpa nera e un cappuccio sul capo venne verso di noi, il capo chino e le mani nelle tasche, si fermò a pochi centimetri da me e abbassò il cappuccio.
    Lo guardai stupita, era lui. Il ragazzo di 5 minuti fa e del funerale, quello che in pochi secondi riuscì a sparire. Lo osservai a fondo, da capo a piedi, mentre scostavo i capelli dal viso. Era alto, magro, carnagione olivastra, capelli sbarazzini scuri e occhi più chiari di quelli di suo padre Tom. Mi guardò e sorrise, un sorriso da far venire il capogiro. E quegli occhi così profondi...credevo di morire. Era davvero bello, certo nato da due perfette persone come i suoi genitori, pensai. «Mamma mia, che bello», dissi ad alta voce senza accorgermene. Il ragazzo mi guardò e rise seguito dai suoi genitori. Li guardai e abbassai il capo timidamente, volevo scomparire.
    Con lo sguardo basso vidi una mano allungarsi verso di me, sollevai il capo e lo vidi sorridermi dolcemente. «Piacere sono Erik», mi disse il bel giovane ed io allungai la mia mano per ricambiare la stretta mentre risposi «Io sono Denise». Tom e Lara ci guardarono e dissero «Allora ragazzi perché non fate un giro?». Guardai Erik pensando che un giro con lui voleva dire momenti di silenzio imbarazzante e speravo dicesse no ma lui subito rispose «Certo, se ti va». Mi guardava così intensamente, senza mai smettere di sorridere, che dirgli di no sarebbe stato come privare ad un bimbo di giocare con il suo peluche preferito. Quindi annuii senza dire nulla e insieme uscimmo dal cimitero.
    Inizialmente nessuno dei due parlò, come avevo immaginato. «Allora, Denise..», disse quasi sussurrando. Il mio nome detto da lui sembrava così bello. «..quanti anni hai?», aggiunse mentre si voltava verso di me per guardarmi negli occhi. Ricambiai il suo sguardo sorridendo e risposi «Io ne ho 17, tu?». Rise appena e disse «Io sono più grande». Accennai una leggera risata e mormorai «Dai non ne avrai mica 150?». Lo guardai ridendo appena e notai in lui un cambiamento nel suo viso, si fece più serio, non sorrideva più. Poi rise e disse «Può essere...No dai, scherzo. Io 19». Annuii e mi rilassai, non so perchè ma riusciva a mettermi a mio agio nonostante la sua bellezza. «Quindi che liceo frequenti?».
    Camminavamo l'uno di fianco all'altra. «Per ora nessuno, devo ancora scegliere. Sai dopo il trasferimento è dura», mi disse con un leggero tono abbattuto. «Certo ti capisco, però magari se ti piacciono le lingue potresti venire al mio, almeno hai già un’amica», sorrisi cercando di tranquillizzarlo. Restai incredula di quanto la mia timidezza si fosse trasformata in socievolezza. Lui chinò il capo e sorrise appena in imbarazzo poi mormorò «Mi farebbe piacere». Sorridemmo assieme poi ricordai il primo giorno che lo notai, al funerale dell’uomo e mi fermai per appoggiarmi ad un muretto. «Senti ma, che ci facevi così lontano da tutti al funerale del Signor Thompson?», chiesi tornando seria. Lui si fece più cupo e rispose «Non mi piacciono i funerali, e lui non meritava quella morte». «Lo conoscevi? Dicono sia morto per colpa di un lupo o un serpente», chiesi mentre lo guardavo dritto negli occhi. «Cosa? Non è assolutamente così Denise, non credere a quello che hanno detto o che diranno».
    Il suo tono si fece più alto, e il suo viso era arrabbiato. Non capivo quelle che diceva, a cosa non dovevo credere? «A cosa non dovrei cred…», la mia frase venne interrotta dall'arrivo di Tom e Lara che guardarono severamente Erik e poi salutarono me e mia nonna, che mi stava raggiungendo. Si allontanarono con la loro auto nera, li guardai cercando di capire cosa stessero dicendo, sembravano rimproverare Erik. Ma poi per cosa? Era stato gentile, fin troppo con me. Li vidi sparire in una via e, mentre tornavo a casa con mia nonna, avevo la testa avvolta in tremila pensieri. Erik sapeva qualcosa? Che mistero c'era dietro la morte di quell'uomo? Ma soprattutto a cosa non dovevo credere?
     
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  12. Somoya
     
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    ecco il ragazzuolo di 19.... diciamo 200 anni :D
    sembra simpatico, ma già si stava tradendo, c'è l'età ma non c'è l'accortezza XD
    la storia mi piace, e tu scrivi molto bene, continua presto ^^
     
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  13. angela92
     
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    Sono felice che ti piaccia la storia e grazie per il complimento.. Eh si, eccolo che appare.....e scompare xD in cuor suo vorrebbe parlare ma non può e capirete il perchè più in là... scriverò presto :)
     
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  14. Vitani the Lioness
     
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    CITAZIONE
    scriverò presto

    Davvero?
    Scherzo!

    Continua presto!
     
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  15. angela92
     
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    Sono occupata con il lavoro, vedrò di postare domani!!
     
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33 replies since 9/3/2013, 09:21   355 views
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