Shade of Moon

A new hope, a new life...

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  1. Xigbar~
     
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    Bello!! ^^ E io non sono una che di solito ama commentare la fanfic >.< Scrivi molto bene, e la tua protagonista sembra veramente un personaggio interessante ù.ù
    Ogni tanto ci sono alcuni errori di battitura, ma è un difetto facilmente risolvibile ^^
     
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  2. little lioness99
     
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    Davvero brava^^a parte errori di battitura e davvero pochi errori di punteggiatura e ripetizioni che ho notato scrivi molto bene.Usi davvero dei bei aggettivi!Continua così^^
    una domanda....perchè hai chiamato il primo testo "prologo" se poi è già in se l'inizio della storia?Sarebbe stato meglio chiamarlo 1° capitolo,ma non preoccuparti,non ha importanza^^"

    Edited by little lioness99 - 2/3/2013, 15:02
     
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    Re Leone

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    ok posso abbassare il fucile xD *abassa il fucile*

    è vero comunque! scrivi molto bene complimenti ^^ (io neanche ti nomino gli errori di battitura visto che io sono il primo che in grammatica ho 0 xD) poveracci :(
     
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  4. MoonSight
     
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    Ahahahah!! Grazie a tutti! ^^ Gli errori grammaticali sono i miei talloni d'achille, perchè scrivo veloce e mi impappino le parole... Vabbè, cercherò di migliorare, ma abbiate pazienza con me! X'D
     
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  5. MoonSight
     
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    Capitolo 2
    L'OMBRA DELLA LUNA


    Hasira tremò da capo a piedi. La notte era scura, nera e tenebrosa, la luna era grande nel cielo, ma non proiettava alcuna luce, sul terreno, alcun chiarore... ma con tutta probabilità era una sua impressione, era il suo cuore che comandava gli occhi, e se il cuore era nero, tutto attorno a lei lo era.
    Neppure il calore della vicinanza di sua madre poteva scaldarla, il ghiaccio ormai era troppo spesso, impenetrabile, invalicabile, che neanche il più caldo dei fuochi avrebbe saputo sciogliere, troppo freddo, troppo compatto, troppo rassegnato.
    La terra aveva perso consistenza, i lamenti disperati delle altre leonesse, che avevano visto partire i propri mariti alla battaglia, erano lontani, e Hasira era impassibile ai gemiti.
    La sua giovinezza inesperta, si stava tutt'a un tratto dissolvendo, lasciando le preoccupazioni della vita adulta, le ansie, nella consapevolezza, terribile eppure presente, che sarebbe bastato un capriccio del destino, e chiunque avrebbe potuto morire, all'improvviso, senza spiegazioni nè colpe, senza alcun senso, alcuna strada per tornare indietro, tornare e cambiare le cose, perchè Hasira sapeva, sapeva bene che d'ora in avanti le cose sarebbero cambiate drasticamente, nulla sarebbe stato più come prima, assolutamente nulla...
    lacrime inspiegabili presero a scorrergli sul viso, e Hasira se le levò bruscamente con il dorso della zampa, ma per quanto fosse seccata di quel gesto di debolezza, le lacrime non parvero voler fermarsi, scorrevano libere, calde, lungo il viso, bagnandole il pelo, bagnando la polvere.
    Sentì, mentre tornava in sè da quei pensieri tormentati, che la madre tremava come una foglia al vento, in uno di quei pochi giorni in cui pioveva, lì nella savana, ma stranamente non provò pena per lei, nè per sè stessa, nè per tutti coloro che le camminavano affianco, tristemente, le zampe che si ribellavano dal camminare.
    Ormai il suo cuore e era ghiaccio, era ira, era odio verso chi le aveva portato via tutto, e ancora rimorso, rimpianto per quello che avrebbe potuto fare, e che non aveva fatto.
    Ricordò che solo due notti prima il padre aveva voluto insegnarle a cacciare, ma lei aveva rinunciato, troppo stanca. Avrò tempo tra qualche giorno... si era detta, quella sera, ed ora eccola lì, a camminare; non sempre a qualcuno viene data una seconda possibilità, talvolta le regole della vita dettavano che c'era il prendere o lasciare, ma il brutto di quel gioco, è che le regole vengono spiegate ai partecipanti solo alla fine, quando è tardi, e non c'è più niente da fare, nessun modo di ritentare...
    Hasira strinse gli occhi illacrimati, e si morse il labbro, desiderando che il destino che aveva scelto per lei fosse una creatura in carne e ossa, in modo da poterlo azzannare e lacerare con gli artigli, spiegargli una volta per tutte che non poteva scegliere per lei, nessuno poteva farlo.
    E mentre quei pensieri scorrevano liberi nella sua mente, Hasira d'istinto si bloccò, il fiato sospeso.
    la madre subito non si accorse del suo arresto improvviso, e si volse verso di lei soltanto dopo averla oltrepassata di un paio di metri.
    H-hasira, che cosa fai... chiese, la voce stanca, affaticata, ancora smorzata dalle tante lacrime che aveva versato.
    Non cosa sto facendo io, ma cosa stiamo facendo noi disse lei, guardando la madre negli occhi. Li stiamo abbandonando, non sono ancora tornati, bisogna aspettarli... le iene non ci troveranno mai qui, quindi non dobbiamo proseguire oltre disse, la voce ferma dalla convinzione.
    Vara sorrise con amarezza, nel vano tentativo di rassicurare la figlia. Stai tranquilla, Hasira, ci raggiungeranno presto, è solo questione di tempo... disse, ma la voce la tradiva per prima.
    Hasira ringhiò, ceca dalla rabbia, dal furore, quel dolore compresso che le stava lacerando il cuore, che pulsava piano nel suo petto, stanco. Non mi mentire! Non ho bisogno delle tue compassioni, so benissimo cosa attende noi e anche loro, non sono scema... Ma ora basta, basta proseguire... sibilò, mostrando i canini, ma poi riacquistò la calma, e riassunse il suo sguardo determinato.
    Vara scosse piano la testa, mentre alcune leonesse si erano fermate a capire che stesse succedendo.
    Hasira, cerca di capire.. siamo stanche, non mi pare il caso di stare qui ad aspettare per nulla... Tuo padre avrebbe voluto che trovassimo un riparo...
    Hasira sentì, ancora una volta, montare il furore e il risentimento: Smettila! Perchè parli di lui in quel modo, come se fosse già.... le parole le morirono sulle labbra, mentre la voce le si incrinava.
    Vara la guardò fissa, tristemente, la rassegnazione scolpita negli occhi. Non si possono cambiare le cose.... vara era totalmente arresa, sola; la sua voce era un sussurro nella notte, lontano, che sfiorò l'orecchio di Hasira come una zampata in pieno viso.
    Gli occhi della madre ripresero a farsi lucidi.
    Hasira chiuse gli occhi, scuotendo la testa. Stai dicendo delle assurdità...
    Vara le si avvicinò, e fece gesto di abbracciarla a sè, ma Hasira si ritrasse bruscamente, inorridita, quasi con violenza, come se a stringerla fosse stato un estarneo. Stai lontano da me, traditrice!! urlò, fino a ferirsi la gola, che la costrinse ad abbassare il tono di voce. Non voglio la tua compassione, ho detto!! Tu hai abbandonato papà, ma io no, non lo farò rispose aggressiva.
    Hasira, smettila, ora farai come tutte le altre, riprenderai la marcia e pianterai questa sceneggiata!! questa volta vara aveva assunto un tono autoritario, severo.
    Hasira la guardò fissa, gli occhi stretti, come se fosse un nemico. Non avrei mai creduto di essere sola fino a questo punto... disse, e la voce era rotta, come se non le appartenesse. Hasira non era più una cucciola, certo era ancora giovane, ma sapeva scegliere da sè. E la sua scelta l'aveva presa.
    Roteò le zampe, e riprese a correre, velocemente, nel tentativo di seminare la carovana rassegnata, e mettere tra loro più distanza possibile. Corse con la forza che aveva, e le zampe non le dolevano come prima, erano leggere, e aggrappate a quella speranza lontana, silenziosa, offuscata, ma pur sempre presente, e pulsante come un secondo cuore, di una pallida luce calda.

    Arrivò là dove aveva vissuto, ed ebbe il coraggio di guardare, di scorgere quel che era stato, di sapere la verità, e avere la soddisfazione di contraddire la madre, rinfacciarle la sua rassegnazione, che non era tutto perduto, c'era ancora tanta speranza.
    E, così, senza tanti complimenti, Hasira guardò, il cuore impavido, lo sguardo sicuro.
    Ciò che le si parò davanti la scosse nel profondo,e la giovane leonessa emise un gemito strozzato dall'orrore della scena.
    Barcollò, e cadde, tremante, per terra, nella polvere intrisa di sangue, e desiderò di morire lì, anche lei...
    la luna osservò dall'alto, dal cielo, impassibile, silenziosa, unico testimone. Gelida, spietata, una lama d'argento letale.
    la sua luce si posò sui massi, e li fece brillare, fece brillare il sangue vermiglio sopra steso, e il silenzio ricalò totale, rotto soltanto dai singhiozzi riservati di Hasira, che la luna ascoltava senza reagire, impassibile, di pietra.

    Continua...

     
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    Wow.......questo capitolo mi ha fatto rimanere senza parole.......veramente......è descritto tutto benissimo.......le scene i sentimenti di hashira......è......è......PERFETTO!!! *_* complimenti veramente!! *_*
     
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  7. MoonSight
     
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    Ahaha!! Cosi mi lusinghi oltre misura!! XD ^^
    Comunque sono contenta che tisia piaciuto, spero di postare presto un seguito, ma sa che scrivo per periodi distanziati e imprecisati!! ^^
     
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    Re Leone

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    è assolutamente la verità!! xD
    a bhe tranquilla per i periodi io tanto ho tanta pazienza xD
    *comincia a preparare il fucile* (u.u)
     
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  9. MoonSight
     
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    Ahaha! Sto fucile prim o poi te lo levo, sei un pericolo pubblico!! XD
    Abbi pazienza davvero ma forse ne ho l occasione sabato, che sono sola casa... pace e tranquillità ^^
     
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    Re Leone

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    si si tranquilla ^^ come ho detto tutto il tempo che ti serve :D

    Ma ma....è il mio fucile! xDD
     
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  11. MoonSight
     
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    *sorride maliziosamente*.. Ciò non mi toglie nulla.. Te lo levo comunque!!!! X'D
     
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  12. kurama99
     
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    Belli questi capitoli, descritti benissimo XD
    P.s. scusa se non ci sono stata
     
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  13. MoonSight
     
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    Pazienza, meglio tardi che mai, vero o no? XD
    Comunque, i commenti sono sempre ben accetti fatti da chiunque, quindi si facciano avanti tutti! ^^
    Spero di mettere presto un seguito...
     
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  14. MoonSight
     
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    Capitolo 3
    LA FINE DI UNA VITA


    Hasira si rialzò, tremante, come se avesse paura di tornare in sè, e desiderò ancora ricadere nell'incoscenza, diemnticare la realtà, un'altra volta soltanto.
    Ma ormai gli occhi non piangevano più, le lacrime le aveva esaurite, la bocca era secca, il volto rigato e gli occhi gonfi.
    Il cuore, ilcuore era vuoto.
    Avanzò, la bocca serrata, il passo malfermo, ma si costrinse acamminare lì, nel bel mezzo della distruzione.
    hasira si accorse solo di sfuggita che fiamme vermiglie divoravano la zona, e unospesso manto di fumo nero si alzava sopra la sua testa, ma lei non ne sentiva l'odore, il suo naso coglieva solo l'indistinguibile sapore del sangue.
    Sentiva caldo ed il crepitio dellefiamme, che lambivano, come fauci voraci, le colline e gli alberi, cancellando ogni cosa, divorando anche i cadaveri di iene e leoni, dissolvendoli in cenere, portata via al vento.
    hasira camminò, quasi impassibile, nel mezzo del sentiero, il fuoco ai lati: Iene morte giacevano ai lati, il ghigno crudele ancorain viso, epoi le carcasse più randi ei leoni, macellati, uccis. la giovane ne riocnobbe alcuni, moltissimi, gli stessi che i giorni prima svegliava saltandogli addosso, e che si lamentavano dellasua agitazione,desiderando dormire ancora... e ora avrebbero dormito, per sempre...
    Hasira provò a piangere, ma ancora non salirono le lacrime.
    caminava, spostandolo sguardo ovunque, scandagliando la distruzione totale: sentiva gemiti storozzati dei feriti, iene eleoni, ma lei cercava una cosa soltanto, in quella confusione sorda, una cosa soltanto...
    Si fermò, guarando una figura nera sdraiata al suolo, che le fiamme sfioravano appena.
    Hasira, nel buio della notte, riconobbe subito la figura.
    No... no... Noooo!!!! pensò con disperazione, urlò, e finalmente arrivarono le lacrime, che presero a scorrerle sul volto, ormai irrefrenabili, lacrime che uscivano e toccavano il suolo, e scvavano, consumavano il tereno, cadevano e consumavano il cuore, solcandolo, una ad una.
    Hasira corse, urlando con voce strozzata, e invocando il nome, il nome di suo padre, ormai che fissava dal cielo.
    hasira lo raggiunse, attorno a lui cadaveri di iene, che aveva affrontato da solo, ghignavano, con silenziosa vittoria.
    Noooo!! gridò al cielo, disperata, la voce che le tagliva la gola, ma continuò ad urlare il suo dolore senza badarci.
    Perchè? perchè l'hai fatto!?! Tu.. tu divevi venire via con noi, dovevi venire anche tu... non meritavi di morire... non meritavo di vivere io, invece.... singhiozzò, cercando calore tra le zampe del padre, ma senza riceverne, ormai era freddo, morto...
    Perchè doveva essere successo? perchè, che senso aveva? Ma nulla aveva senso,ormai, assolutamente nulla.
    Hasirasi tirò su, il respiro affannoso, e la disperazione lasciò il posto all'ira, alla rabbia ceca, al bisogno di sfogo, di qualunque tipo, ma uno sfogo.
    Urlò ancora, indietreggiò alla ceca, stringendo gli occhi bagnati, scuotendo la testa, falciando la terra, ignoranò le fiamme che le lambivano i fianchi, graffiò la terra, pianse e urlò insieme.
    Hasira... vieni via da lì...
    Una voce risuonò ale sue spalle, triste, vuota. Riconobbe appena la voce di sua madre.
    ...no...
    Non guardare non guardare più...
    Hasira scosse ancora la testa, cercando di riacquistare la calma. Sono morti, sono morti tutti... mormorò, la voce spezzata.
    Vieni via...
    No, ho detto!! Non vengo via, non farò quello che mi dici tu!! è colpa tua, dovevamo tornare indietro prima, salvargli.. fare.. fare qualcosa, maledizione!!! urlò, saltando davanti alla madre, urlandogli in faccia la sua disperazione, gli occhi pazzi di rabbia, di esasperazione, cercando, nell'urlare, un modo di calmare quell'ira.
    Se fossimo tornate indietro, saremmo morte anche noi!! Il loro sacrificio sarebbe stato vano, noi siamo vive, lo capisci, vive!! Siamo vive e possiamo portare ancora una speranza!
    Speranza?! Ma quale speranza?! Sono morti! Non vedi, sono tutti morti!!! E io sono morta con loro... urlò, ma sempre più piano, fino a mormorare, strozzata dai singhiozzi. Poi non riuscì più a tenere lo sguardo in lacrime, si voltò e corse via.
    Lontano.
    Le zampe che volavano, e si chiese perchè avesse fatto tanta fatica a correre, quello stesso tramonto, per avvisare il branco dell'attacco a sorpresa delle iene, sepoi era finita in quel modo.
    Leiene erano state sconfitte, molte si erano ritirate, molte erano morte subito, le quelle ferite consumate dall'incendio.
    Le fiamme si rispecchiavano negli occhi bicolori di Hasira, rendenogli rosso fuoco.
    Quele destino avevano scelto perlei? Cosa poteva servire quella morte che le sraziava il cuore? Le iene erano sconfitte, ma ormai il lor territorio era raso al suolo dalle fiamme, macchiato da sangue indelebile.
    Lelacrime continuavano a scendere dalsuo viso, una maschera di dolore e disperazione, e Hasira cominciò a vedere lacrime scendere ovunque, come se angeli, sopradi lei, stessero piangendo insiem a a lei, il suo stesso dolore.
    La pioggia spense il fuoco che crepitava, lavò la polvere e portò via il sangue, restituì al paesaggio la calma, ma neppure la pioggia poteva porte via il dolore, la cenere, al distruzione, l'orrore di quello che era stato.
    hasira velocizzò il passo.
    Sarebbero mai tornati i momenti felici? Con chi gli avrebbe passati?
    Ricordò tutto, i giorni allegri, le corse con suo padre, le leccate dolci la mattina, le lezioni di caccia, i giochi con gli altri cuccioli...
    Cosa di tutto quello sarebbe tornato?
    Forse sarei dovuta morire anche io, lì con lor, forse è stato un errore salvarmi.. la spegazione dev'essere questa.. Chi avrebbe voluto altrimenti causarmi tutto questo dolore? Chi?!
    Non ha senso, maledizione, nessun senso!!!
    Hasira continuò a correre, incurante di tutto. Poi non resistette, e si accasciò al suolo, perdendo i sensi.
    La luna, che di lì a poco avrebbe lasciato il posto all'alba, la lasciò in silenzio.
    Sapeva che era la fine di una vita, e l'inizio di una nuova, ma non reagì.
    lasciò che Haisra perdesse i sensi, la lasciò ai suoi sogni, gli ultimi sogni che avrebbero potuto ricordarle la vita che aveva avuto.
    E, durante quei sogni di speme, tutto ciò che Hasira era stata, svanì con la notte.
     
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    wooow!!!! questa fan fic più la leggo più mi stupisce!!! povera hashira :( chissà se riuscirà a trovare di nuovo la felicità.......
     
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