Il Re Leone - come tutto ebbe inizio

by Miranh

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  1. Simba (Cucciolo)
     
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    questo capitolo è stato propio divertente XD, tranne per la parte con il veleno li ho temuto il peggio, mi ha ricordato la scena con simba nella mia ff, anche a me questo capitolo mi ha fatto venire molta vogla di scrivere mi metto subito al lavoro, ma aspetto sempre con ansia il sequito kun ^^ :)
     
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    CITAZIONE (lion_blackandwhite @ 1/7/2012, 18:25) 
    E' contrastante emotivamente questo capitolo.
    Prima risate per la scenetta dei cuccioli con Zozo xD
    Poi la paura improvvisa per quello che capita a Uru..
    Tenerezza quando Ahadi si offre per aiutare Rafiki, tenendo calma la sua piccola amica..
    E poi di nuovo risate con la gag di Uru xD oddio non me l'aspettavo proprio che ruttasse ahahahahahahahahahahahahah

    Ora lasciami in pace che grazie alla lettura dell'ultimo capitolo del secondo libro di questa ff mi è tornata l'ispirazione!!!

    PORCA VACCA!!

    quel capitolo è stupendo XD mi ha spinto a pubblicarla qui questa ff XD
     
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    Bravo Cacciatore

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    quel capitolo è troppo spettacolare :O
     
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    quel capitolo è praticamente sul filo del lime XD

    Capitolo 8. “ Il passato svelato ”


    Le cacciatrici tornarono alla Rupe con una preda catturata e chiamarono i loro cuccioli per il pasto.
    La regina entrò nella nella grotta con Zozo e, vedendo Rafiki con gli altri, chiese spiegazioni su quanto accaduto; il re ed il mandrillo le spiegarono tutto e lei, preoccupata, prese la figlia fra le zampe scaldandola col proprio calore. Ahadi rimase a guardarle, nostalgico, in quanto gli era tornata sua madre tra i pensieri e fu preso da una strana malinconia, che cercò di non manifestare.
    Intanto Mohatu e Rafiki uscirono fuori a parlare:
    << La piccola è fuori pericolo >> disse il mandrillo << Ma avrà bisogno di riposare... Fatela stare nella grotta con Ahadi, per qualche giorno >>
    << Con Ahadi? >> chiese il re, cercando di capire;
    << Sì... >> rispose Rafiki; Mohatu, ricordò ciò che la propria moglie gli aveva detto quel pomeriggio e provò ad entrare nel discorso:
    << Senti...Mia moglie pensa che ci sia qualcosa che ti turba e anch'io lo penso...Me ne vorresti parlare, se questo può aiutarti? >>
    Rafiki fu colto da un brivido di stupore, sorpreso dall'accortezza dei sovrani: << In effetti, potrebbe aiutarmi...anzi, aiutarci >>
    << Hm? >>
    Il mandrillo sospirò: << Quel giovane leone si trova in una situazione moralmente critica...molto critica >>
    << Per quale ragione? >>
    << Perse sua madre troppo presto: aveva presso a poco cinque mesi quando ciò accadde, un anno e mezzo fa>>
    << Santo cielo...! Povero ragazzo! Come accadde?? >>
    << Fu uccisa da un leone, qui nelle Terre del Branco: voleva togliere di mezzo il cucciolo, per poi...abusare di lei...Ma la leonessa intervenne per difendere il piccolo e sfuriò una violenta lotta, dalla quale lei non uscì vincitrice... >>;
    Mohatu rabbrividì a quelle parole: non poteva credere che, proprio qui nel suo regno, fosse accaduta una cosa del genere:
    << Ma come..?! Come è potuto accadere..?! Perché non me ne hai mai parlato, Rafiki?? >>
    << In seguito, io trovai e ospitai per un po' di tempo quel cucciolo... Stava molto male ed era assai denutrito: sarebbe morto se non fossi intervenuto.... Mi raccontò la sua sventura; io gli consigliai di venire qui alla Rupe, come sua madre gli disse prima di morire e più volte ho tentato di accompagnarlo da voi, ma senza successo. Reagiva violentemente e mi fece promettere di non dirvi nulla... >>
    << Ma perché? >>
    << Perché il suo fu un pregiudizio sbagliato nei tuoi confronti... >>
    << Che vuoi dire? Spiegati >>
    << Mi disse esattamente queste parole: “ Non andrò mai da chi permette che nel proprio regno succedano cose del genere! ” >>.
    A Mohatu si gelò il cuore, colpito da quel pregiudizio, e si sentì davvero responsabile di quel delitto: << E poi? Cosa accadde?? >> chiese, soffocando un ringhio;
    << Sparì mentre dormivo, dopo alcuni giorni trascorsi insieme, senza lasciare tracce. Quel giovane è cresciuto nell'odio e nella sofferenza, alimentato solo dal desiderio di vendetta nei confronti dell'assassino di sua madre. Un'infanzia violentemente rovinata, in poche parole... >>.
    Il re sprigionò la sua ira: << Dannazione! Come ho potuto permettere una cosa simile??! Ecco il perché della sua crisi di questo pomeriggio... >>
    << Calmati, Mohatu! Non è stata colpa tua! Non puoi pretendere di avere il pieno controllo delle cose! >>
    << Ma allora cosa..?! Cosa posso fare per lui?? >>
    << Per il momento dovrete dargli tutto il vostro bene, amico mio... Bisogna cercare di donargli una vita migliore, distaccata da quella che ha scelto... Ma non vi conviene mettere bocca sulla sua dolorosa esperienza, fino a quando non sarà lui stesso a raccontarvela...E allora potrà aprire gli occhi sulla giusta via. Questa è la mia preghiera. Mi fido di voi >>
    << Tenteremo tutto il possibile >>
    << Bene. Ora hai capito il motivo della mia richiesta, vero? Tua figlia è una delle creature più dolci e belle a questo mondo: sarà una buona cura per lui >>
    << Grazie, Rafiki...Grazie di cuore >>
    I due amici si abbracciarono per poi salutarsi. Il mandrillo si avviò per tornare a casa, mentre il leone risalì le rocce e rientrò nella grotta:
    << Allora? >> chiese la regina << Cos'ha detto? Ci hai parlato? >>
    << Sì >>
    << Dunque? >>
    << Nostra figlia è fuori pericolo >>
    << Sia lodato il cielo... >> si sollevò Aura;
    << E dopo ti devo parlare >> disse il re;
    << Di che si tratta? >>
    << Dopo. Ora andiamo a mangiare >>
    << Va bene >> ed andarono a prendere la carne per i due convalescenti.

    Dopo il pasto notturno il branco andò a riunirsi nella cavità della grotta sottostante. Il re e la regina rimasero ancora un po' di tempo nella piccola grotta sovrastante, con i due giovani, fino a quando Uru si addormentò e il re dovette assicurarsi dell'incolumità del branco:
    << Andiamo, Aura >> disse << E' ora >>
    << Sì >> rispose lei prendendo Uru per la collottola;
    << No. Uru rimarrà qui >> affermò Mohatu; Aura lo guardò interrogativamente, mentre Ahadi trasalì: << Cosa?! >> esclamò;
    << Rimarrà qui con te. E' un disturbo? >> chiese il re;
    << Eh? No, no...! >>
    << Qui circola più aria, in quanto siete solo in due: nella grotta del branco invece ce ne è di meno e Uru potrebbe risentirne, visto il suo stato. Capisci, vero? >>
    << S-sì certo >>
    << Allora sarà così, per questa settimana. Ti va bene? >>
    << Come desiderate... >> sospirò.
    << Bene. Buona notte >> e uscì.
    Aura posò Uru a terra, la leccò e salutò il giovane: << Scusaci tanto, Ahadi... Buona notte >>
    << Buona notte...maestà >>.
    I due sovrani si allontanarono: << Che succede, Mohatu? >> chiese Aura;
    << Ascoltami per favore: è molto importante >> rispose lui.

    Ahadi volse lo sguardo verso Uru, controllando che stesse dormendo, e si sdraiò vicino alla parete rocciosa, girandosi dall'altra parte: “ Bene ” pensò
    “ La mocciosa dorme: così potrò starmene in pace per un po' ” e chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi, finché non sentì un piccolo corpo strofinarsi contro la sua schiena: “ Ecco, lo sapevo... ” e si alzò:
    << Ehi, mocciosa! Mi pare di averti già detto che non approvo queste smancerie >>
    << Ma, Ahadi... >> si mortificò lei << Perché? Prima sei stato così gentile con me... >>
    << Ma prima eri in difficoltà: avevi bisogno di aiuto >>
    << E allora? >>
    << E allora è così. Ti tengo qua solo perché lo vuole tuo padre, per qualche strana ragione... Ma non pensare che la cosa mi dia piacere >>
    << Se la cosa ti dà dispiacere...allora perché prima mi hai fatto stare accanto a te?? >> cercava di restare calma, ma la ferita era ancora molto dolente e la testa le pesava;
    << Perché....Te l'ho detto! Avevi bisogno d'aiuto >>
    << Ma visto che ti dispiace....potevi fare a meno di aiutarmi >>
    << .... >>
    << Perché?...Perché sei così scorbutico?? >>
    << Scorbutico? Io?? >>
    << Sì! Sembra quasi che tu non voglia che gli altri si affezionino a te... O peggio: che tu non voglia affezionarti a nessuno >>
    << Ma come... >>
    << Probabilmente in passato ti è accaduto qualcosa di spiacevole... E forse oggi ne stai pagando le conseguenze... Ma tieni a mente che non sei solo! Ci siamo noi e continueremo ad aiutarti finché ne avrai bisogno... E di sicuro verrà il giorno in cui ripagherò il mio debito con te. Tu e mio padre siete i miei eroi...Quindi farò di tutto per farvi sorridere! Costi quel che costi! >>
    << Ma io non...non voglio il vostro aiuto! >>
    << Non m'importa! Chiaro?? >> gli occhi di Uru si fecero lucidi e le scese una lacrima.
    Ahadi non riusciva a dire nulla, non sapeva in che modo risponderle: il discorso della leoncina lo aveva colto in pieno. Lei gli ricordava sua madre. Era più di un anno che nessuno si curava di lui: nessun altro branco lo aveva mai accettato finora e la sua infanzia era stata rovinata dalla morte e dal risentimento. Gli era mancato in ogni momento l'affetto di cui aveva bisogno. Ma ecco che ora qualcuno si è fatto avanti per lui e che con propria volontà sta riaccendendo in lui una flebile speranza: per una volta finalmente si sentiva più forte e più deciso a rinnegare la solitudine. Sentiva il desiderio di colmare il vuoto, che portava da sempre dentro di sé.
    << Io vado... >> disse Uru;
    << Cosa?? >> chiese perplesso il giovane << E dove?? >>;
    << Torno nella grotta del branco, se questo può farti sentire meglio... >>
    si alzò in fretta ed iniziò a correre verso l'uscita ma la zampa le impedì di proseguire oltre: sentì nuovamente la ferita allargarsi e una fitta terribile si impossessò del suo arto anteriore e la fece accasciare al suolo agonizzante.
    << Uru! >> esclamò lui preoccupato e si precipitò su di lei: tremava e aveva le guance rigate dalle lacrime:
    << Stupida! Perché ti sei sforzata?! Lo sai che ti devi riposare! >>
    << Mi hai chiamata per nome finalmente... >> ansimò lei; il leone sospirò.
    Un fulmine ruppe il silenzio della savana e lasciò spazio a numerose e fitte gocce di pioggia. In pochi secondi i due si ritrovarono completamente zuppi.
    << Che temporale... >> osservò Ahadi e trascinò Uru all'interno.
    << Che fai? Credevo non ti piacesse la mia compagnia >>
    << Credevi. Ora vieni qui o prenderai freddo >> disse concedendole di venirgli vicino;
    << Ma sono bagnata... >>
    << Anch'io lo sono >> la prese tra le zampe e si sdraiò, scaldandola al petto. Uru non riusciva ancora a crederci: la stava abbracciando!
    Ricambiò l'affetto e si strinse a lui.
    Una piccola sensazione di serenità si diffuse nel cuore del leone, come quando si trovava con sua madre, ma fu pervaso da una contrastante insicurezza: era davvero questo ciò che voleva? Ciò di cui aveva bisogno? O forse avrebbe dovuto continuare a raggiungere i propri scopi? Seguire il risentimento? Lasciare il branco del re una volta guarito? Forse affezionarsi di nuovo a qualcuno lo avrebbe fatto nuovamente soffrire? Cosa doveva fare?
    << Stai piangendo...? Ahadi?? >>
    Il leone si accorse delle proprie lacrime: << No, non è niente... Sono solo le gocce di pioggia, che mi hanno bagnato... >>
    << Ma stai tremando... Tutto bene? >>
    Ahadi la strinse di più cercando di non farle vedere che piangeva:
    << Ahadi...?? >>
    << Scusa. Ti sto facendo male? >>
    << No, no. Sei sicuro che sia tutto apposto? Hai bisogno di qualcosa? >>
    << Non mi serve nulla... Dormi ora >>
    << D..D'accordo... >>
    E la notte trascorse così: l'unico rumore che si sentiva era il potente scrosciare della pioggia.

    Si fece mattina e i raggi del sole si riflettevano nelle gocce di rugiada, che risplendevano sopra ogni foglia di pianta ed un incantevole arcobaleno colorò il cielo.
    Cominciarono a sentirsi i primi sbadigli del branco e dalla grotta uscì il sovrano seguito dalla regina, per andare a vedere come stavano i due convalescenti. Mohatu aveva raccontato tutto ad Aura ed erano entrambi in pensiero per il giovane Ahadi.
    La prima ad affacciarsi fu lei ed un bel sorriso comparve sul suo volto:
    << Mohatu! Guarda >> sussurrò a bassa voce per non svegliare i due; il re si affacciò e si stupì contento: << Rafiki aveva ragione, a quanto pare... >>
    Ahadi fece un respiro profondo, strizzando gli occhi, e si svegliò; sentì la piccola Uru sul suo petto, la quale stava ancora dormendo e si voltò verso l'uscita: vide due ombre, sfumate dalla luce: << Buongiorno >> disse Mohatu; in seguito Ahadi realizzò: << M-maestà..! >> e si alzò di scatto facendo rotolare a terra involontariamente la piccola Uru, la quale si svegliò: << Ehi...Che succede...? >> chiese ancora assonnata; poi, quando vide i sui genitori, il sonno le passò improvvisamente: << Mamma! Papà! >> gioì; la madre le si avvicinò: << Come va la zampa, tesoro? >>
    << Fa ancora male, però va meglio >>
    << Ne sono contenta. Hai avuto ottima cura di lei stanotte, Ahadi...Ti ringrazio >>
    << Ehm... Si figuri >>
    Mohatu si unì alla conversazione: << Ve la sentite di andare a bere alla pozza? >>
    << Oh sì, si! Andiamo >> rispose Uru felice;
    << Aspetta, però >> le disse il padre << Salimi in groppa. Non devi sforzare la zampa >> e si chinò verso di lei;
    << Evvai! >> esclamò Uru e salì sulle spalle di Mohatu << Vieni Ahadi! Andiamo >> e uscirono tutti.
    Incrociarono anche le altre leonesse: << Noi andiamo a caccia >> disse la regina << Ci vediamo dopo >>
    << Va bene. A dopo >> rispose il re.
    Ahadi allungò lo sguardo tra loro, in cerca di Rina. Quando i suoi occhi si incrociarono con quelli celestini di lei, una scintilla di piacere gli fece aumentare i battiti. Lei gli sorrise e si allontanò col branco di leonesse.
    << Ti piace, eh? >> gli sussurrò Uru;
    << Pensa un po' per te tu >> le rispose imbarazzato; la leoncina rise.

    Una volta giunti alla pozza dell'acqua, erano stati preceduti dalle leonesse più anziane, che erano rimaste a controllare gli altri cuccioli: << Uru! >> esclamarono contenti e le corsero incontro:
    << Accidenti, ci hai fatto preoccupare tanto ieri, sai? >> disse Hydo;
    << Ci eravamo davvero spaventati, quando avevi cominciato ad urlare a quel modo. Ma ora va tutto bene, vero? >> chiese Helya;
    << Sì, sì, grazie. Scusatemi per avervi fatto preoccupare >> rispose Uru, sorridendo mesta; Ahadi la osservava, cercando di capire da dove potessero provenire tutta quella bontà e quell'altruismo che caratterizzavano fortemente il cuore di quella leoncina, ma non riusciva a comprenderlo.
    Mohatu si chinò a terra per far scendere Uru dalle sue spalle: << Su vai un po' con i tuoi amici, ma non correre e cerca di camminare piano >>
    << Sì, papà >> e scese con cautela, andando incontro al gruppo di leoncini.
    Ahadi scosse la testa e si rivolse al re: << Quei leoncini...non sanno neanche cos'ha dovuto passare Uru per loro, ed hanno la faccia tosta di venire a lamentarsi con lei perché gli ha fatti preoccupare... E lei continua a scusarsi... Proprio non capisco >>
    << Sono piccoli, Ahadi. Ancora hanno da imparare >> rispose il re;
    << Sì, ma...vostra figlia, ancorché piccola, si dimostra piuttosto matura, rispetto agli altri...Sopratutto rispetto a quello strano leoncino dagli occhi grigi... >>
    << Ti riferisci a Khendo? Oh, lui sembra essere un tipo abbastanza responsabile...Anche se lo dimostra raramente, certo...Io e mia moglie pensiamo che un giorno potrebbe diventare un buon compagno per Uru... >>
    << Cosa?? Uru e quello lì? Li avete promessi l'uno all'altra? >>
    << No...Le nostre sono solo ipotesi. E' ancora presto per dare conclusioni affrettate. Certo, Khendo si rivela molto spesso geloso di Uru... Ma non sappiamo se si dimostrerà all'altezza delle responsabilità che spettano ad un compagno e ad un sovrano... >>
    << Perdoni la mia curiosità...Ma è tradizionale da voi auspicare
    matrimoni? >>
    << Ebbene, sì. Anche io e mia moglie siamo stati promessi sin da quando eravamo cuccioli... Ma per noi non fu un problema: ci innamorammo prima ancora di saperlo... Ed è questo che vorrei per mia figlia: un matrimonio felice. Perciò non voglio prometterla a nessuno che lei non ami. Però certo... tutto dipenderà dallo scorrere degli avvenimenti >>
    << Che volete dire? >>
    << Io non ci sarò per sempre...E neanche Aura. Quindi voglio essere sicuro che lei non rimarrà sola >>
    << Oh, per me potete stare tranquilli... Per quel che vedo io, vostra figlia sembra essere una tipa coscienziosa >>
    << Sono contento che lo pensi. A proposito...Come ti senti? >>
    << Meglio... Le ferite cominciano pian piano a rimarginarsi >>
    << Bene. Ora devo andare. Potresti tenere d'occhio Uru e gli altri con le altre leonesse, per favore? Se te la senti >>
    << Non c'è problema >>
    << Grazie >> e si allontanò; Uru lo vide: << Papà! Dove vai? >>
    << Devo andare, figliola, per il rapporto >>
    << Ah, già...Torna presto! >> lo salutò;
    << Senz'altro, piccina! A più tardi >>.
    L'espressione della piccola si fece triste:
    << Cos'hai Uru? >> chiese Athena;
    << Niente...Tutto bene >>
    << Sicura? Guarda che non me la dai a bere... >>
    << E' perché vedo sempre di rado mio padre... E' molto impegnato, vero...
    Ma non riesco quasi mai a stare con lui a lungo...E come se non bastasse ora sto così con la zampa...Non potrò passeggiare con lui per un po'... >>
    << Su, non demoralizzarti... Potrai sempre saltargli in groppa. E poi anche non non vediamo sempre i nostri padri >>
    << Questo è vero... Però voi avete sempre la possibilità di giocare e stare con loro per intere giornate... >>
    << Dai, non fare la musona. Non va bene per una futura regina >> intervenne Khendo;
    Uru tirò su il naso: << Hai ragione...perdonatemi >>
    Ahadi ascoltò l'intera conversazione. Intanto le anziane leonesse lo stavano scrutando da capo a zampe: << Ma che bel giovine... >> commentarono. Il leone se ne accorse e si imbarazzò.

    << Ma perché quel tipo non se ne torna alla grotta? >> si lamentò Khendo;
    << Perché, scusa? Anche lui ha il diritto di prendere un po' d'aria, no? >> rispose Uru;
    << Sì, però... >>
    << Non ti va a genio, vero? >>
    << No >>
    << Va bene, allontaniamoci un po' >> disse lei, alzandosi piano; gli altri la seguirono. Khendo guardò un'ultima volta il leone e si unì agli altri.
    “ Per me quel cucciolo è senza speranze... ” pensò Ahadi.
     
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  5. Simba (Cucciolo)
     
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    capitolo bellissimo come sempre ^^ sinceramente khendo comincia un pò a preoccuparmi non vorrei che gli succedesse qualcosa, non vedo l'ora di leggere in sequito ^^ :)
     
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    Capitolo 9. “ Tormenti ”



    << Ehi, senti...Hai dormito con lui stanotte, vero?? >> chiese Helya eccitata;
    << Sì >> rispose Uru sorridendo;
    << Caspita. Sai che le altre giovani leonesse ti invidiano? >> disse Athena;
    << Che cosa...? Ma perché?? >>
    << Bé...Non puoi negare che lui sia carino, giusto? >>
    << Sì...In effetti è molto affascinante... >>
    << Ecco: ha riscosso un enorme successo tra le leonesse; perciò invidiano il fatto che tu gli sia stata accanto >>
    << Ma daaai...! >> rise Uru incredula << Non posso crederci... >>
    << Guarda che è vero >> disse Khendo imbronciato;
    << Wow... >>
    << E com'è andata? Dai non tenerci sulle spine >> insistette Hydo;
    << E' stato bellissimo >> rispose Uru contenta;
    << Bellissimo?? >> si emozionò Helya;
    << Sì. Perché oltre a chiamarmi per nome, per la prima volta...Mi ha abbracciata e scaldata! Ci eravamo bagnati con la pioggia, e così... >>
    << Uao! >>
    Khendo rabbrividì: << Che cosa?? >>
    << Hai capito benissimo, Khendo... >> disse Athena;
    << Vi siete abbracciati?! >>
    << Già. Non è incredibile?? >> gioì Uru;
    << Orribile direi... >>
    << Che?? >>
    << Insomma... Hai solo quattro mesi e già ti abbracci con gli sconosciuti?? >>
    << Non è uno sconosciuto! Mi ha salvato la vita >>
    << Certo... E secondo me un giorno tu e lui diverrete re e regina >>
    << Co....Eh???... >> si domandò Uru perplessa << T-tu...credi davvero...??AHAHAHEHEH... >> si gettò a terra per le risate; Khendo arrossì imbarazzato: << URU!! >>
    << AHAH...Eheh... >> si calmò << Scusami Khendo... Non potevo farci niente...Hai un gran bel senso dell'umorismo tu >>
    << Non era umorismo, Uru >>
    << Cosa...? Dunque tu lo pensi davvero...? Eh...?? No, no ,no! >>
    << Lo penso eccome! >>
    Gli altri assistevano alla conversazione in silenzio, convinti che ne avrebbero ascoltate delle belle;
    << Ma Khendo...Cioè....Non so se tu te ne sia accorto...Ma ci hai visti? Lui è un adulto, e io sono piccola per lui... >>
    << Non è ancora un adulto! E' un'adolescente! >>
    << Vabbé... A prescindere dall'età, anche le nostre, ecco... dimensioni non si equivalgono affatto... >>
    << Tanto crescerai >>
    << Khendo...Ciò che pensi è assolutamente impossibile... >>
    << Non è impossibile! >>
    << Invece sì! E poi a lui piace un'altra >>
    << Un'altra, dici? >>;
    Uru annuì;
    << Pensala pure come vuoi...Per quanto mi riguarda lui ti ha salvata solo per entrare nelle grazie di tuo padre! E un giorno si guadagnerà il posto da re! >>
    “ Ahi!..Ha esagerato stavolta ” pensarono gli altri;
    << Khendo... >> Uru sentì una fitta al cuore...<< Che ti prende...? Perché fai così?? >>
    Lui votò la testa da un'altra parte.
    << Khendo! Chiedile subito scusa! >> intervenne Athena;
    << Perchè dovrei?? E' lui l'usurpatore...Non io >>
    << Smettila! >> pianse Uru << Lui non è come pensi! E' un leone per bene! Quando mi ha salvata non sapeva che io fossi la Futura Regina! >> e corse via;
    << No, Uru! Aspetta! >> gridarono gli altri;
    << I miei complimenti, Khendo...Ci sai proprio fare con i più piccoli >> gli disse Athena arrabbiata, ed andò ad inseguire Uru;
    << Si può sapere che t'è preso?? >> gli chiese Hydo, ma Khendo rimase impassibile.

    Uru correva senza badare al dolore; le lacrime le annebbiavano la vista e si gettò sull'erba a piangere. Athena le giunse vicino: << Uru... >> le appoggiò una zampa sulla spalla;
    << Perché fa così?? >> singhiozzò << Sorrideva e scherzava sempre...Ma ora...Cosa gli è successo?? >>
    << Ehm...Vedi, Uru...il fatto è che lui, a quanto pare, ti vuole molto bene...e quindi ha visto in quel leone una sorta di rivale, ecco >>
    << Rivale?? Ma perché?? Perché non possiamo andare tutti d'accordo?? >>
    << Non so risponderti... >>
    << Credimi! Ahadi non è cattivo... Probabilmente il suo è un passato oscuro... Ma ha un cuore grande >>
    << Ti credo...Ma tu hai veramente idea di chi lui possa essere in realtà? >>
    << Eh? >>
    << In fondo stiamo parlando di uno straniero...Ti sei mai chiesta cosa facesse? Da dove venisse? Che cosa lo abbia spinto qui? >>
    << No...Però mi ha aiutata, e questo basta. So che una volta guarito potrebbe andar via... Ma io gli voglio comunque bene >>
    << Sono felice per te. Ma...Per quanto riguarda Khendo? >>
    Uru sospirò: << Va bene... Darò a Khendo un'altra possibilità >>
    << Brava! Questo è lo spirito giusto. Anche se per me non se lo merita... >>
    << Tutti meritano l'affetto, Athena >>
    << Se lo dici tu, ci credo. Su, andiamo >> l'aiutò ad alzarsi e tornarono dal resto del gruppo.
    Khendo era rimasto sotto l'ombra di un alberello insieme a Hydo e Helya: aveva gli occhi fissi al suolo e la sua espressione manifestava un misto tra broncio e dispiacere. I due fratelli invece non sapevano né che dire né che fare, vista la situazione.
    Poi Uru, una volta arrivata, si avvicinò a Khendo, il quale alzò lo sguardo verso di lei: << Khendo... >> disse << Tu sei mio amico ed io ti voglio bene...Ma se me ne vuoi davvero anche tu, ti prego, non dimostrarlo in questo modo... Sorridi e scherza come fai sempre; non sopporto di vederti così imbronciato e scontroso: so che tu in realtà non sei così. Continuiamo ad andare d'accordo, tutti quanti >> si rivolse anche agli altri.
    << Mi dispiace... >> si scusò Khendo, abbassando di nuovo lo sguardo;
    << Non fa niente. E' tutto passato ormai >> continuò Uru; il dolore alla zampa le aumentò improvvisamente << Scusatemi tutti ma.. non mi sento molto bene. Ci vediamo più tardi >> e cominciò a zoppicare, tornando verso la pozza;
    << A più tardi, Uru... >> la salutarono. Athena era molto arrabbiata con Khendo: << Accidenti, Khendo! Stai esagerando... Non vedi che Uru sta male?? Vuoi aumentarle il dolore?? Non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere da te... >>
    << Ma piantala... >> le rispose lui bruscamente, e si allontanò;
    << Athena, è meglio se lo lasci perdere >> disse Helya << Questo non è il momento adatto per le ramanzine... >>
    << Ma la sua gelosia sta aumentando vertiginosamente... Non so cos'altro potrebbe succedere a quei due... >>
    << Meglio lasciar scorrere le cose e non mettersi a discuterne >> disse Hydo;
    << Forse avete ragione... >>

    Ahadi si stava dissetando alla pozza, quando sentì qualcuno aggrapparsi alla sua zampa: << Mocciosa...? Che hai fatto? >>
    << Niente... >> rispose triste;
    << Sicura? Ti senti male? >>
    << No... Sono solo stanca >>
    << Stanca, dici? Vuoi che ti riporti alla grotta? >>
    << No, non preoccuparti >>
    << Come vuoi... >> e la sentì avvinghiarsi di più: << Ma che...? Ehi...? >>
    Le sollevò il mento e vide che i suoi occhi rossi erano lucidissimi e minacciavano un pianto: << Si può sapere che ti è successo? Allora? >>
    << Un giorno te ne andrai...vero? >> gli chiese; una lacrima le scese lungo la guancia e bagnò la zampa di Ahadi; il leone si ritrasse dolcemente per non farle male, ma i suoi occhi emanavano lampi tremendi, che intimorirono la piccola Uru, la quale distolse lo sguardo:
    << Ho fatto una domanda stupida. Scusami. E' ovvio che te ne andrai... Hai già una tua vita ed altre cose a cui pensare... >> disse;
    Ahadi si inquietò:
    << Ti prego di non mettere più bocca su questo argomento >> le disse freddamente;
    << Perché? >>
    << Perché sì! Sei ancora una mocciosa e non puoi capire! >>
    << Ma cosa?? Che cosa?? >>
    << Niente...Assolutamente niente! >> si alzò in fretta e si allontanò;
    << Ahadi...?! Dove vai?? >> Uru rimase perplessa e sconsolata.
    L'irascibile comportamento improvviso del leone l'aveva angustiata:
    “ Ma perché?? Che gli è preso?? Non era mia intenzione offenderlo... Non capisco... ” pensò.
    Lo aveva visto girare dietro alla Rupe e voleva seguirlo, ma non era sicura se quella fosse la cosa giusta da fare. Rimase al suo posto per un po', ad indugiare, poi decise di risalire sulla Rupe: “ Forse è meglio non seguirlo... Probabilmente in questo momento non vuole vedermi ” e si avviò verso le enormi rocce.
    Ahadi era andato a sedersi sotto un albero, dietro alla rupe, preso da pensieri agitati: “ Madre... Come posso dirle che il mio unico scopo nella vita, fino adesso, è stato quello di... uccidere..? ”; poi fu preso da una strana e forte impressione... una sorta di rimorso nei riguardi della leoncina: gli tornarono in mente i suoi occhi rossi, che nonostante stessero minacciando un pianto, erano di una misteriosa bellezza, che colpiva in profondità: si rese conto di aver sbagliato atteggiamento con lei. Si rialzò e cominciò a camminare in direzione dei massi.
    Intanto l'ignara Uru tentava faticosamente di risalire le rocce, ma la zampa non era nelle condizioni appropriate e le doleva continuamente: “ Credo proprio di star facendo una pazzia...” pensò; tuttavia continuò ad arrampicarsi.
    Ma ad un certo punto la zampa le cedette e si ritrovò a cadere all'indietro con una serie di rotoli e non riusciva a fermarsi. Chiuse gli occhi e lanciò un piccolo grido di spavento, finché non andò a sbattere contro qualcosa:
    << Ahi...Ma che..?? >> ed apri gli occhi: << Ahadi!? >> si sorprese;
    << Possibile che ogni volta che ci vediamo mi vieni sempre a sbattere addosso?! E poi, non dovevi sforzare la zampa >> disse lui;
    << Oh, accidenti, scusa! Io... Pensavo fossi arrabbiato con me... >>;
    Ahadi scosse la testa: << Non hai bisogni di scusarti... Torniamo alla grotta? >>
    << Eh?? Ah, sì, sì! D'accordo >>; la fece salire in groppa e si avviarono a risalire le rocce.
    Uru proprio non capiva: un attimo prima era arrabbiato e un attimo dopo si dimostrava gentile...Però ne era molto contenta e voleva godere il più possibile di quel momento:
    << Ce la fai? >> chiese;
    << Se ce la faccio?! Dubiti di me?? >> scherzò lui;
    << ...Sì! >>
    << Bene! Allora scendi >>
    << No, no, no! Non dubito! Non dubito! >> E si misero a ridere.
    Per lei fu un'esperienza bella e nuova, ridere assieme a lui: era abituata a vederlo sempre serio. Inoltre gli occhi smeraldi del giovane leone si erano fatti più belli e luminosi ed avevano aumentato la misteriosa attrazione che Uru provava verso di lui: << Così mi piaci >> gli disse;
    << Cosa? >>
    << E' bello vederti sorridere, Ahadi... Dopo tante sofferenze, dev'essere proprio una bella sensazione vero? >>
    << ....... >> “ Ma coma fa ad affermare certe cose con così tanta facilità?? Io non ci riuscirei... ” pensò lui;
    << Ahadi? >>
    << Eh?? >>
    << Stai sbagliando strada: dobbiamo salire dall'altra parte >>
    << Oh, scusa...Mi ero un attimo perso >>
    << Stavi pensando a Rina, eh? >> rise maliziosa;
    << Cosa ..? No >>
    << Ammettilo... >>
    << Non stavo pensando a lei... E poi a te cosa importa? >>
    << Ah, no, nulla... >> sorrise.
    Una volta arrivati su la fece scendere; ma la caduta di prima le aveva aumentato il dolore e fece una smorfia:
    << Ahi...Non ne posso più... >>
    << Colpa tua >> le disse lui << Sei stata un'imprudente >>
    << Lo so, accidenti >>
    << Vieni qui: fammi dare un'occhiata >> e le prese la zampetta.
    Per un attimo il cuore di Uru accelerò: era stata presa da una strana sensazione, che mai in vita sua aveva provato, ma si calmò subito.
    Ahadi le spostò lentamente le fasciature, ma ciò le diede un'altra piccola scossa di dolore e mugugnò:
    << Scusami >> disse lui;
    << N-no, niente... >>
    << Perdi sangue. La ferita ti si è tutta sporcata ed hai rischiato di farci entrare dentro altri piccoli sassi... >>
    << Sono una stupida, lo so... >>
    << Ora stai ferma che te la disinfetto >>
    << Sì... Eh?? Che?... >> rimase sconcertata.
    Ahadi si chinò su di lei e delicatamente con la sua calda lingua ripulì e disinfettò la ferita.
    Il cuore aumentò nuovamente i battiti, e si sentì le guance in fiamme: “ Ma che mi succede..? ” pensò “ Mi sento così agitata... Però è una bella sensazione... ”.
    Ahadi finì la medicazione: le risistemò le fasciature e le diede un colpetto sulla testolina: << Ora cerca di non rifarti male, per piacere >>
    << Ah?..Oh, sì! Tranquillo >> sorrise timidamente.
    Poi un flebile e piacevole odore di carne fresca si diffuse nell'aria: << La mamma è tornata dalla caccia! >> gioì Uru ed uscì fuori velocemente;
    << Ehi, mocciosa! Ma che ti ho appena detto??! >> la rimproverò Ahadi, ma Uru si era già allontanata, per andare incontro alle leonesse.
    Allora lui si alzò in fretta, per andare a controllare che la leoncina non avesse fatto un secondo capitombolo.
    Tirò un sospiro di sollievo, non appena la vide insieme alla madre, tutta contenta, che addentava la preda; così, liberato da quel pensiero, tornò nella grotta e si sdraiò: “ Che mocciosa assurda... ”.
    Poi si accorse di un'ombra entrata dentro e si voltò; una piacevole scossa s'impossessò del suo cuore:
    << Rina? >>
    << Ciao, Ahadi >> lo salutò;
    << Che..? >>
    << Mi sono presa l'incarico di venirti a portare anche oggi un pezzo di carne >> spiegò;
    << Ah, grazie...Ma non dovevi disturbarti >>
    << Nessun disturbo... Per me è un piacere >> gli sorrise;
    Ahadi arrossì, incapace di rispondere: era così carina...
    << Sai, ti trovo molto meglio rispetto a ieri >> osservò lei;
    << Davvero? Sì, in effetti il dolore sta passando, così come le ferite... >>
    << Sono contenta. Così potremo finalmente fare delle uscite insieme >>
    << Eh?? Uscire...insieme?? >> rimase perplesso;
    Rina annuì: << Sì. Non trovi che sia una splendida idea? >>
    Ahadi non riusciva ancora a crederci: “ D-dev'essere un sogno...Sì, non c'è dubbio... ” pensò;
    << Allora? Che ne dici? >> domandò lei;
    << Che è una buona trovata...Sì... >>
    << Perfetto! Sarò molto felice di farti conoscere questo posto, visto che sei nuovo. Buon appetito >> e se ne andò;
    Ahadi sospirò compiaciuto e si chinò a mangiare la carne.
     
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  7.  
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    Voglio commentare gli ultimi capitoli uffa xD
    bello come al solito, chissà quando ahadi si deciderà a vuotare il sacco... :)
     
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  8. Simba (Cucciolo)
     
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    khendo mi sta preoccupando, anche se non ha tutti i torti sul fatto di uru e ahadi e certo che uru quando vuole sà essere propio testarda XD voglio il sequito subito! ^^ :)
     
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  9.  
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    Capitolo 10. “ Nuovo inizio ”




    Dopo il pasto il branco si riunì dietro la Rupe a riposare. Le madri ripulivano i propri cuccioli, mentre le giovani leonesse ridevano e parlavano fra loro.
    Uru, che partecipava alla pulizia del corpo con gli altri amici, cominciò a sentirsi preoccupata per suo padre: infatti non si era più fatto vedere per tutta la mattina ed oltre:
    << Mamma, dov'è papà? E' parecchio che è via... >>
    << Oggi ha dovuto allontanarsi di più >>
    << Perché? >>
    << Perché siamo alle porte della stagione secca: molte mandrie si spostano ed altre litigano fra loro per il cibo e l'acqua; non è semplice persuaderle a smettere >>
    << Però stiamo parlando di papà: lui ce la farà sicuramente, ed un giorno anch'io riuscirò ad essere come lui: viaggerò per aiutare gli altri >>
    << Brava la mia piccola >> .
    Dopo il bagno le madri degli altri cuccioli si riunirono per andar via dalla Rupe con i figli.
    Uru andò da loro:
    << Ehi, Athena, dove state andando? >>
    << Oggi i nostri padri sono tornati alle Terre del Branco >>
    << Ah, capisco. Quindi andate da loro >>
    << Già >>
    << Peccato che non posso muovermi, con questa zampa...Sarei venuta volentieri a salutarli anch'io >>
    << Non preoccuparti: ci saranno altre occasioni >> la rassicurò l'amica;
    << Porteremo loro i tuoi saluti >> disse la madre di Athena;
    << Oh, grazie, Sita. Ci vediamo tra qualche settimana >>
    << Ciao, Uru >> la salutarono gli altri;
    << Ciao a tutti >> li ricambiò e tornò ad accucciarsi accanto a sua madre.
    Era felice per i suoi amici, ma allo stesso tempo si sentiva triste: come avrebbe voluto andare con loro! Ma sopratutto avrebbe voluto suo padre accanto a sé.
    << Oh, suvvia, Uru... >> la consolò la madre << Vedrai, potrai tornare presto a giocare fuori. E poi non dimenticarti di Ahadi >>
    << Hai ragione! Potrò tenergli compagnia per tutto il giorno! >> si rallegrò;
    << Ecco, brava. Vai un po' da lui >>
    << Vuoi venire anche tu? Ti prego >>
    << Scusami, cara... Ma sono molto stanca a causa della caccia. Verrò più tardi >>
    << Grazie, mamma >> la abbracciò e si allontanò;
    << Fai attenzione alla zampa, però >>
    << Certo! >> corse via, piano.
    Il giovane era uscito dalla grotta e si era sdraiato su un ripiano roccioso, a guardare il paesaggio, che lo circondava. Pensava e ripensava continuamente al discorso intrattenuto con la giovane Rina e lo eccitava il fatto che, un giorno, sarebbe andato con lei ad esplorare quei luoghi.
    Era così preso da quel pensiero che non si accorse dell'arrivo di Uru. La piccola si accorse del leggero sorriso sul volto del leone:
    << Ahadi? >> lo chiamò, ma lui non si voltò;
    << Ehi? >> riprovò, ma senza risultato; allora si stufò e gli balzò addosso:
    << AAH!...EHI! >> si spaventò lui; poi si accorse della piccola Uru, sulla sua schiena;
    << Salve...Hai avuto paura? >> rise lei;
    << Razza di...Certo che no! >>
    << Sì, sì...certo. Hai l'aria molto serena, sai? >>
    << Trovi? >>
    << Sì. E' per Rina vero?? Che carino che sei! Ho indovinato? >>
    << Uff....Che sei venuta a fare? >> chiese sdraiandosi da un lato; Uru scese dal suo ventre e cominciò a giocare con la coda del leone;
    << A stare con te >> rispose;
    << E i tuoi amici? Non vai a giocare con loro? >>
    << Loro non ci sono >>
    << Ah... E perché? >>
    << Sono andati dai loro padri. Ogni volta che vengono qui, noi andiamo da loro per un giorno. Oggi però non ho potuto andarci... >>
    << Mi spiace >>
    << Non è grave...Potrò andare una volta guarita >>
    << E tuo padre, invece? Dov'è? >>
    << E' andato lontano. Mamma dice che ci metterà un po' di tempo a tornare, a causa delle discordie fra le mandrie: stiamo vicini alla stagione secca. Perciò... >>
    << Capisco >>
    << Comunque sia, ho deciso che da grande lo aiuterò nelle sue missioni. Andrò anch'io ad aiutare il regno >>
    << Però...Sei molto intraprendente tu, sai? >>
    << Eh eh...Grazie. Però sono contenta che i miei amici possano stare con i loro padri, dopo tempo... Sai, sono dei bravi leoni... e anche molto maestosi: come il mio papà >> sorrise << Certo, però... Il padre di Khendo, Zhymu, è fin troppo maestoso... E' un tipo molto particolare: mi incute sempre un po' di timore. Lui e Khendo hanno gli stessi occhi grigi e parlano sempre da soli, ed ogni tanto lo vedo che si volta a guardare me e mia madre in modo strano... Però ci ho fatto l'abitudine >>
    << Vi guarda in modo strano? >> chiese Ahadi, cercando di capire;
    << Già. Non so il perché... Comunque non c'è nulla di cui preoccuparsi >>
    << Mh... >>
    << Tu, invece? >>
    << Cosa? >>
    << Che tipo è tuo padre? E tua madre? >>
    Ahadi indugiò per qualche istante, poi rispose: << Non o mai avuto occasione di conoscere bene mio padre...Se ne andò che non avevo ancora un mese >>
    << Oh...Mi dispiace... >> si rattristò Uru;
    << A mia madre invece volevo molto bene... Era buona e intraprendente, come te... >>
    << Eh...? >> arrossì lei;
    << Ed era davvero bellissima....La creatura più importante, per me... >>
    << E poi? >>
    << E poi...Morì, molto tempo fa. Prima ancora della tua nascita.... >>
    << Oh, no... >>
    << E...Ed è da allora... Sono rimasto solo...sempre solo....Per tutta la mia vita, non ho fatto altro che...che... >>
    << Ahadi?? >> si preoccupò la leoncina; il giovane si voltò bruscamente con il muso nascosto tra le zampe:
    << Ahadi... >> gli si avvicinò: stava singhiozzando: << Non...Non guardarmi... >> le disse.
    Uru si fermò, non sapendo cosa fare né cosa dire per consolarlo: capiva che stava soffrendo, terribilmente soffrendo... La morte della madre probabilmente gli aveva lasciato un trauma inspiegabile. Però la piccola non voleva restare così con le mani in mano: doveva assolutamente fare qualcosa per confortarlo...
    Il suo corpo si mosse prima ancora del suo pensiero: si avvicinò ancora di più a lui e gli accarezzò dolcemente la criniera: << Scommetto che hai preso da tua madre quegli occhi meravigliosi e lucenti... >> gli disse in tono confortante, con una dolcezza straordinaria, che solo in pochi sarebbero in grado di manifestare; il giovane si voltò subito a guardarla, inspiegabilmente colpito, preso e confortato dalle sue parole:
    << Non sei solo... Io ti sono vicina, Ahadi... E sempre lo sarò, ogni volta che ne avrai bisogno...E anche tua madre lo è e lo sarà sempre >>; gli occhi del giovane brillarono di un'incredibile luce che si rispecchiava in quelli di Uru.
    La piccola gli sorrise affettuosamente: << Probabilmente hai bisogno di restare un po' da solo... Tornerò più tardi >> si allontanò da lui e fece per andarsene, quando il giovane le mise improvvisamente davanti una zampa, impedendole di andare oltre e la strinse a sé, con affetto.
    Uru rimase meravigliata e si strinse anch'essa a lui.
    << Grazie >> le disse il leone.

    Trascorsero molti minuti senza mai separarsi, finché la piccola decise di andare a divertirsi insieme con lui: << Che ci facciamo ancora qua?? Andiamo un po' in giro, dai! C'è un tempo bellissimo! >> esclamò, felice;
    << Come la signorina desidera >> rispose Ahadi, sorridendo.
    Fu una bella giornata per entrambi: trascorsero tutto il tempo a giocare insieme, a ridere e a rincorrersi (piano, naturalmente).
    Finalmente la tranquillità cominciò a farsi strada nel cuore di Ahadi, il quale non aveva più provato quella felicità da più di un anno.
    La compagnia di Uru, per lui, divenne un piccolo tesoro, da custodire gelosamente. Sarà, forse, la sua innocenza? Il suo tenero sorriso? Il suo animo puro? Di una cosa però era del tutto certo: questa amicizia avrebbe segnato un nuovo inizio per lui e mai avrebbe rinunciato ad essa.
    Giunse poi il tramonto. Tutte le Terre del Branco si tinsero d'arancio rosato, creando un'immensa e serena atmosfera rilassante e pacifica.
    Ahadi ed Uru risalirono sulla Rupe, per ammirare lo spettacolo creato dal crepuscolo. Lei lo invitò ad andare all'apice della grande pietra, dove un re può manifestare sempre la propria autorità, la quale rappresenta la maestosità del regno: inoltre la vista da lassù era speciale.
    Ahadi accettò ed andarono insieme fino all'orlo della roccia:
    << Pazzesco... >> commentò lui;
    << Ti piace? >> gli chiese Uru;

    << Molto....E' una bella sensazione stare quassù... Provo come qualcosa di misterioso e coinvolgente allo stesso tempo >>
    << Già. Anch'io provo lo stesso. Chissà se anche papà si sente cosi quando si affaccia da qui... >> e si sporse di più, facendo accarezzare il piccolo volto dalla dolce e calda brezza, che si era alzata. Anche Ahadi si sollevò di più, facendo sfiorare la propria criniera col vento. Solo qualcuno con grande prontezza ed audacia avrebbe potuto mantenere magnifico quel posto con perseveranza. Il giovane si rese conto di aver sbagliato a pregiudicare negativamente Mohatu: infatti non è semplice andare avanti con un enorme carico di responsabilità da portarsi dietro:
    << Tuo padre è di certo un gran re... >>
    << Davvero lo pensi?? >> domandò Uru, contenta;
    << Certo. Non tutti sono in grado di far prosperare un mondo così grande e bello >>
    << Sì, è vero... Spero tanto che un giorno anch'io riuscirò a mantenere tale impegno. Anche se non sono sicura di farcela... >>
    << E perché? >>
    << Bé... Mio padre e mia madre sono dei grandi leoni, forti e coraggiosi... Mentre io... >>
    << Tu cosa? > >
    << Non faccio altro che cacciarmi nei guai ultimamente... E, se non fosse stato per voi, a quest'ora sarei di certo morta. Se continuerò ad essere così debole, se non saprò come affrontare le situazioni critiche e se non troverò nessuno con cui condividere la mia vita ed il mio trono... Come potrò portare avanti il regno..?? >> abbassò il capo e le orecchie, sconfortata.
    Ahadi s'intenerì e le accarezzò dolcemente la testolina con il muso:
    << Su... Non martoriarti con questi pensieri... Lo scoraggiamento è il peggior nemico per un sovrano. Ti preoccupi troppo per ciò che avverrà: sei ancora giovane e ne hai di tempo per imparare a governare. So che sarai una grande regina, lo sento >>
    << Dici sul serio? >>
    << Certamente. E devi assolutamente toglierti dalla testa l'idea di essere debole: perché non lo sei affatto! Se non fosse stato per te, i tuoi amici non ce l'avrebbero mai fatta contro quelle iene. E fai sparire quell'espressione triste dal tuo bel faccino: sei molto più carina quando sorridi >>
    La tristezza di Uru svanì in un istante e sul suo volto si accese un bellissimo sorriso, che lasciò Ahadi, per un momento, senza parole.
    La piccola abbracciò l'amico affettuosamente, in segno di ringraziamento, per il conforto dato e rimasero sulla grande roccia, ad ammirare gli ultimi raggi del tramonto.
    Nella cavità più interna, vi era la regina Aura, la quale si era fermata più indietro ad osservare con tenerezza la figlia ed il giovane forestiero. Decise di non interrompere quello che stava avvenendo e rimase ferma.
    Al di là della Rupe, sopra la cima di un grande albero, vi era il saggio mandrillo Rafiki, che, seduto su un ramo ed appoggiato al proprio bastone, sorrideva alla vista di Ahadi ed Uru, così vicini l'uno all'altra, sopra la punta della Rupe.
    Anche il re Mohatu, che si era fermato sotto l'albero, sul quale vi si trovava Rafiki, guardava i due giovani da lontano, contento di vederli insieme.
    Tutti quanti rimasero ad ammirare quel bellissimo tramonto, il quale rimase per sempre impresso nel loro cuore, in quanto avrebbe segnato la fine di un tragico periodo e l'inizio di uno nuovo e migliore
     
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  10. Simba (Cucciolo)
     
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    o finalmente ahadi sta sorridendo era ora XD però adesso mi sorge un dubbio sul padre di khendo, non vorrei che fosse chi penso...spero di no, be per scoprirlo dovrò attendere il prossimo capitolo ^^ :)
     
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    Secondo me il padre di khendo e lo stesso che ha ucciso neera :)
    E prevedo casini. gran casini...
     
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    Capitolo 11. “ Lezioni di caccia ”




    Era trascorso un mese da quell'indimenticabile tramonto.
    Il rapporto tra Ahadi e la famiglia della Rupe era diventato molto più profondo rispetto a prima, sopratutto con la piccola Uru. Non passava giorno senza che questi giocassero e si mettessero insieme a guardare il crepuscolo, la sera. Inoltre prese parte nel branco e trascorreva le notti nella caverna insieme agli altri.
    Mohatu divenne per il giovane leone un buon maestro, ma sopratutto aveva trovato in lui la figura paterna, che non aveva mai avuto in tutta la sua fanciullezza. Passeggiavano insieme per molti pomeriggi, parlando sempre a lungo e ogni tanto la mattina Mohatu lo portava con sé a controllare le Terre.
    Anche il suo sentimento per Rina crebbe: parlavano spesso insieme e lui inoltre si sentiva impaziente per quanto riguardava la loro uscita insieme. Ormai era terminata quasi del tutto la sua convalescenza e presto avrebbe potuto trascorrere con lei molto più tempo: il che lo eccitava parecchio, ma non lo faceva notare.
    Uru si accorse del sentimento che cresceva tra i due e se ne restava sempre nascosta ad un angolo ad osservarli e a ridere in silenzio, facendo il tifo per lui.
    Le ferite di Ahadi si rimarginarono e la peluria teneva bene nascoste le cicatrici rimaste. Con le premure dei sovrani e della piccola Uru e con l'abbondanza di cibo, riprese consistenza ed era tornato nel pieno delle sue forze. Poteva finalmente correre per i prati a gran velocità.

    Così arrivò finalmente il giorno in cui Ahadi avrebbe appreso a pieno come cacciare. Era una calda mattina, nel periodo della stagione secca: Mohatu era appena tornato dal suo rapporto mattutino e si fermò ad aspettare Ahadi, sotto la Rupe. Era molto contento per il giovane leone, in quanto era cominciato per lui una nuova vita felice e cercava di fare il possibile per lui: aveva avuto un'orribile infanzia e come se non bastasse aveva rischiato la vita per Uru. Accoglierlo nel branco era il minimo che potesse fare per ricambiarlo. Quest'oggi gli avrebbe insegnato accuratamente a cacciare: non sapendo se un giorno il ragazzo sarebbe andato via o meno, sarebbe almeno stato in grado di procurarsi il cibo da solo, nella savana.
    Ad un certo punto si sentì il battito d'ali di Zozo:
    << Sire, stanno arrivando >>
    << Sì, grazie, Zozo. Ma....Perché hai parlato al plurale? >>
    << Bé, anche vostra figlia voleva venire vedervi... Non si preoccupi: ci sarà anche la regina, vostra moglie, con lei. Sarà una bella gita di famiglia, vedrete >>
    << Bene...Come sta Ahadi? >>
    << Oh, sta benissimo, signore: sembra molto contento di venire con voi ad imparare >> e mentre la conversazione continuava, Mohatu lo vide scendere dai massi della rupe, accompagnato da Aura e da Uru.
    La piccola corse ad abbracciare suo padre: << Buon giorno, papà! Posso venire anch'io, con mamma, vero? >> chiese emozionata; Mohatu ed Aura si scambiarono un tenero sguardo e si voltarono a guardare la figlia:
    << Ma certo. Sarà molto istruttivo per te >> le rispose;
    << Urrà! >> saltò di gioia << Vieni, Ahadi! Andiamo! >> esclamò tirando il giovane leone per la zampa: << Un momento!Un momento... Calmati. Vai avanti, io ti seguo a ruota. Che pazzerella che sei oggi... >> sorrise;
    << Eh, eh...Hai ragione, scusa. E' che non vedo l'ora di vederti in azione... >>
    << Bé, abbiamo tutta la giornata, quindi... >>
    << Vero! Allora io vado avanti >> e corse via felice;
    << Piano, Uru! Piano... Non sei ancora guarita del tutto alla zampa >> esclamò la madre;
    << Vero! Scusa, mamma! >> e rallentò. Mohatu sorrise: << Certo che oggi è proprio euforica... >>
    << Già, e temo che continuerà così per tutto il giorno. Le vado dietro io >>
    disse Aura.
    Le due leonesse andarono avanti, mentre Mohatu ed Ahadi rimasero indietro a camminare insieme: << Allora? Sei pronto? >> chiese il re;
    << Eccome! Anche se....temo di non riuscirci... >>
    << Non si nasce imparati, Ahadi: per questo faremo pratica. Sei già abbastanza forte così come sei...Vedrai che andrà bene >>.
    Ahadi sorrise: era bello sentir parlare Mohatu con quel tono rassicurante.
    << Buona caccia >> augurò Zozo e volò via, a controllare i confini;
    << Grazie, Zozo! >> rispose Ahadi;
    << Su, andiamo >> disse Mohatu.
    Camminarono a lungo, verso le pianure, finché videro un branco di impala, che brucavano l'erba. Aura ed Uru rimasero su un altura, mentre i due leoni scendevano, nascosti dall'erba alta, andando verso il branco. Uru si arrampicò sul robusto ramo di un albero, per vedere meglio; Aura stava sotto, a controllarla.
    << Oggi cominceremo con una preda abbastanza facile da catturare. Ma non credere che la caccia sia una cosa piacevole >>
    << Perché? >>
    << Te ne accorgerai... Ora segui le mie istruzioni >>
    << Va bene, ti ascolto >>
    << Rimani col ventre a terra, e fai attenzione a non urtare qualche sasso: bisogna restare in assoluto silenzio >>
    << D'accordo >> e cominciò ad avanzare nell'erba, intenzionato a fare un agguato affrettato;
    << Fermati! Aspetta >> disse Mohatu, prendendolo per la coda;
    << Ma non stavo facendo rumore >>
    << Lo so. Ma sei troppo precipitoso. Devi essere più prudente: gli impala potrebbero accorgersi di te a causa della velocità, con cui ti avvicini a loro >>
    << Ah >>
    << E devi essere più rilassato: fai dei respiri profondi e silenziosi, mi raccomando >>
    << Va bene, ho capito >>
    << E pensa bene a come sferrare l'agguato >>
    << Certamente >> e cominciò ad allontanarsi, lentamente.
    Mohatu rimase ai piedi dell'altura, ad osservare la scena: “ Vediamo un po' come se la cava... ” pensò.
    Uru teneva lo sguardo fisso sulla pianura, cercando di vedere Ahadi: << Ma dov'è finito? Non riesco a vederlo... >>
    << Perché l'erba lo nasconde, Uru >>
    << ...Ah! Eccolo, lo vedo! >> esclamò. Aura si chinò in avanti per osservare anche lei la scena: << No, non così...Deve abbassarsi di più...Altrimenti lo vedranno >> disse.
    << Abbassati, Ahadi! Abbassati! >> gridò Uru;
    << SSSH...! Fai silenzio o ti sentiranno >> disse Aura;
    << OOPS >> e si tappò la bocca con una zampa.
    << Forza, ragazzo....Forza... >> sussurrò Mohatu.
    Ahadi continuava ad avanzare; il cuore gli batteva forte e l'ansia cominciò a fargli tremare le membra. Questa agitazione non gli giovò affatto: infatti calpestò per sbaglio un rametto, spezzandolo: << Oh no... >> disse. Gli impala si accorsero di lui e cominciarono a scappare. Ahadi grugnì e iniziò ad inseguirli: << Forza, Ahadi!! Dai! >> urlarono Aura ed Uru; Mohatu invece scosse la testa: << Non ce la farà. Se la preda scappa prima dell'agguato è difficile raggiungerla... >>
    E aveva ragione: infatti Ahadi, nonostante gli sforzi, non riuscì a restar loro alle calcagna. Ed infine, ormai esausto, si fermò, lasciandoli scappare.
    Gli altri lo raggiunsero: << Tutto bene? >> chiese Aura;
    << Dannazione! Non ce l'ho fatta.... Si sono accorte di me troppo presto >>
    ansimò.
    << Devi essere più sicuro di ciò che fai >> disse Mohatu << L'agitazione non va bene nella caccia. Comunque non preoccuparti: non si riesce mai al primo tentativo >> lo rassicurò << Su, andiamo a cercare un'altra mandria >> e si avviarono verso il nord.
    Il giovane camminava col capo abbassato, deluso dall'esito del primo agguato. Uru si accorse del suo malumore e gli camminò affianco cercando di tirarlo su di morale:
    << Ehi... Dai non fare quella faccia... Ci vuole semplicemente pratica, tutto qua. Se sei capace di affrontare tante iene da solo, puoi benissimo cacciare senza difficoltà. La tua è una perseveranza senza pari e ti ammiro molto per questo >> gli disse. Ahadi sorrise, dandole con la zampa una carezza sulla testa: << Grazie, Uru >>.
    Infine giunsero ad un'altra pianura, dove vi era un branco di gazzelle. Le leonesse rimasero a distanza, mentre Mohatu si allontanò con Ahadi di nuovo: << Ricorda: mantieni sempre la calma. Sento che questa volta andrai bene: sfrutta al meglio le tue capacità >> e gli diede una piccola pacca sulla spalla:
    << Va' ora. Io rimango qui. Sii prudente >>
    << Senz'altro >> e come prima si allontanò, stavolta mantenendosi più basso che poté e fece attenzione a non urtare sassi o rametti; stavolta si sentiva più sicuro di sé: gli tornò in mente la figura di sua madre, quando cacciava, ricordandone la prontezza e l'agilità. Le gazzelle non si accorsero di lui e, una volta raggiunta una buona vicinanza, scattò in avanti, dando inizio all'inseguimento. Le gazzelle furono colte di sorpresa e questo era un vantaggio per lui: infatti la distanza tra loro diminuiva sempre di più.
    << Sei grande, Ahadi! Forza! >> gridò Uru.
    Il giovane individuò la preda più adatta e, cercando di evitare di far finire negli occhi la terra e i sassi che quest'ultima alzava, la sorprese da un lato e le balzò addosso atterrandola: << Ce l'ha fatta! >> esclamò la leoncina.
    La gazzella continuava a dimenarsi, ma Ahadi la teneva stretta a terra e pian piano le cercò il collo: ne sentì il sangue scorrere sulle zanne e sulla lingua e continuò a morderla finché questa smise di lottare. Appena non la sentì più muoversi, il giovane leone mollò la presa, facendola accasciare al suolo esanime e si leccò le zanne insanguinate. Mohatu aveva ragione: non era stata affatto una bella sensazione assaporarne il sangue mentre la sentiva spasimare.
    << Bravo! Ce l'hai fatta! >> si complimentò con lui Aura; Uru gli saltellò attorno: << Visto? Te lo dicevo io! La prima ti è solo servita da lezione. Sei stato grande! >>
    Mohatu gli sorrise: << Complimenti. Però immagino che ora tu conosca il motivo per ciò che ti ho detto prima... >>
    << Sì, l'ho capito. E avevi ragione, mio re >>

    Divorarono la gazzella e se ne andarono verso l'ombra sotto agli alberi, a riposare.
    Ahadi ed Uru erano gli unici a non sentirsi stanchi e si distanziarono per non disturbare i sovrani. Rimasero molto tempo a giocare insieme felici; Mohatu ed Aura passarono invece il loro tempo ad osservarli:
    << E' un bravo ragazzo... >> disse lei << Sembra che finalmente stia apprezzando questa vita. Dopo quel che ha passato... >>
    << Già... >> rispose il re << Rafiki diceva bene: Uru lo rende felice e per lui è un'ottima compagnia >>
    << E hai notato che anche Uru viene resa felice dalla presenza di Ahadi? >> disse Aura << Guardali...Emanano un grande sentimento sereno >>
    << Sì >>
    << Mi ricordano tanto noi due nel fiore degli anni... >> sorrise la regina, appoggiando la testa sul collo di Mohatu. Lui ricambiò abbracciandola:
    << Giocavamo come pazzi e le serate si fecero più intense una volta cresciuti... >> le disse;
    << Ah, ah...Ma dai.... >> rispose lei arrossendo: << Sai, caro...io spero che l'affetto tra loro prevarrà sempre e che aumenterà... >>
    Intanto Ahadi, stancandosi, si era sdraiato, mentre Uru continuava a rosicchiargli un orecchio: << Allora domani uscirai con Rina, vero?? >>
    << Uff...Sì, sì... >>
    << Che bello! Sono felice per te...Però... >>
    << Però cosa? >>
    << Domani non ci sarai per tutto il giorno... ed i miei amici non sono ancora tornati... >>
    Ahadi sospirò e le leccò una guancia: << Tranquilla, tornerò per la sera, a guardare il tramonto con te, come sempre >>
    << Davvero?? >>
    << Sì >>
    << Ma... Non devi disturbarti per me... >>
    << Perché dovrebbe essere un disturbo? >>
    << Beh... Sei libero di restare con lei la sera....Non devi stare per forza con me >>
    << Ma io non mi sento costretto a stare con te, anzi: per me è un piacere >>
    << Grazie, Ahadi >>
    Uru sorrise e sfregò la testa sulla sua criniera, con affetto
     
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  13. Simba (Cucciolo)
     
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    ahadi è stato molto bravo nella caccia e mi piace vederlo felice, chissa che accadrà più avanti?^^ :)
     
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    Re Leone

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    adoro il fatto che sta ff è anche piena di allusioni XD
     
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    Bravo Cacciatore

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    Verissimo, soprattutto nel libro II xD
     
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