Regulus

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    Ciao a tutti, mettendo su FB un'immagine di Harry Potter taggando alcuni membri del PDF-F mi sono ricordata di avere scritto anni fà, una fan fiction su Harry Potter. Si potrebbe definirla banale, ma questa è incentrata sul personaggio di Regulus Black, fratello minore di Sirius Black. Naturalmente i fatti sono inventati per la maggior parte.

    Così ho pensato di metterla qui sul forum per farvela leggere; è stata scritta addirittura nel 2008, quattro anni fà. Quindi in alcuni punti penso di essere cambiata, caso mai quando l'ho scritta ero sotto ubriacatura molesta...quindi...

    Buona lettura


    _Primo Capitolo_



    Regulus Arcturus Black. Questo è il mio nome, a dire il vero, era il mio nome quandoero in vita.
    Essere un Black per la mia famiglia significava tanto, “Toujour Pur” era il motto di casa; la razza pura dei maghi il potere intero, la grandezza e la perfezione. Mia madre ripeteva sempre queste parole e io stupido le ascoltavo con enfasi, pendevo dalle parole di mio padre “Noi Black non dobbiamotemere niente! Siamo i migliori, nelle materie, nel lavoro e nella posizione sociale. Questo è importante, ricordatelo sempre Regulus”. Quante parole sprecate, e quanto ero sprecatoio.
    Ma ero anch’io di quella convinzione, battevo in faccia ad ogni nato babbano e mezzo-sangue quanto fosse importante la mia purezza; non a caso ero sempre solo senza un amico. No ne avevo, ma si potevano considerare amici tipi in cui il passare il tempo era schifare metà della scuola e parlare di ricchezze. Ma una cosa mi affascinava…lui…il più potente di tutti! Lui per me era unico, forte e brillante. Voldemort. Così brutale, così sicuro del suo immenso potere; i miei genitori si riempivano la bocca nel pronunciarlo nel parlarne.

    Già la mia famiglia. Due genitori debiti alla purezza della razza e al titolo che portavano. Mia madre aveva fatto ergere anche un arazzo grande quanto una stanza in cui era disegnato l’Albero Genealogico di noi. Ognuno aveva il suo viso con il suo nome sotto, quelli sposati con maghi puri di sangue erano legati ad un filo doppio d’oro, i rinnegati venivanotutti bruciati, e al loro posto un buco. Io e mio fratello maggiore eravamo gli ultimi Black, mia madre aveva un sogno: quello dei suoi figli sposati con figlie di persone importanti a cui avrebbe relegato un compito; quello di dare alla luce altri Black. E io stupido ci credevo ci speravo. Volevo, bramavo una strega pura come mia madre o come le mie cugine.

    Io sono Regulus, fratello minore di Sirius. Odiavo mio fratello. A scuola era un mito, non per la sua intelligenza o buona condotta di voti, no, lui era un mito per i tiri mancini che faceva a chi gli stava antipatico a pelle, insieme ai suoi amici. Lui e quel James Potter. Erano i sogni proibiti di mille ragazze, un esempio da seguire dai ragazzi. Avevano tutto: bellezza, furbizia, simpatia, erano giocatori di Quidditch. James era riuscito pure ad accalappiarsi la più bella di Hogwarts, Lily Evans.
    E poi con loro c’era quello strano ragazzo, sempre attaccato ai libri, con l’aria stanca, Remus Lupin. Non lo sopportavo, troppo calmo, troppo pacato. Ma poi c’era quell’inetto di Peter Minus, che li seguiva come un cagnolino. Ah quest’ultimo mi faceva solo pena e ribrezzo.
    Ma da un lato invidiavo mio fratello Sirius, lui voleva essere libero, faceva tutto quello che gli passava per la testa, anche quello di non ascoltare nostra madre o di fargli il verso per far ridere i suoi ridicoli amici. Lui era un Grifondoro. Tutti dicevano che quella era la casa migliore, ma per i nostri genitori fu un duro colpo da digerire. Noi eravamo Serpeverde da generazioni. Ma dall’altro lato odiavo mio fratello. Doveva essere diverso in tutto, non capivadi essere un Black? Di sapere cosa significava esserlo? No, lui era solo uno stolto. Non avrei mai voluto un fratello. Non avrei mai voluto Sirius.

    Io invece? Io ero un Black. O cercavo di esserlo per quelli che chiamavo madre e padre. Ero entrato in Serpeverde, ero portato per lo studio ed ero entrato a far parte dal secondo anno nella squadra di Quidditch della mia casa. Ero cercatore, il migliore come dicevano i miei compagni di squadra. Amici? Ne avevo pochi, ma non li consideravo tali, stavano con me per passare il tempo e io lo stesso. Ma io bramavo altro. Non avere un G.U.F.O o un M.A.G.O. no, il mio sogno era entrare a far parte di Lui. L’unico che forse mi avrebbe accettato come suo seguace, che mi avrebbe valorizzato. Insegnato la vera magia, quella da usare su quei sporchi mezzi-sangue su quegli inutili nati babbani che erano la feccia della nostra gente.

    E infattiun giorno accadde. Ero insieme ad uno dei miei amici, Parkison. Era l’unico che infondo mi importava della sua esistenza, era abile nella magia. Ero con lui e suo padre ci portò ad una“loro” riunione. E Lui era li. Seduto su una semplice sedia, ma era come se fosse su un trono. Il suo viso bianco isuoi occhi rossi sangue. Quanto lo ammiravo, ero attratto dalla sua voce simile a quella di un serpente ma che per me era profonda e forte. Ci guardò ad un tratto e mi fece cenno di avvicinarmi, io eseguii l’ordine. Mi guardò, mi osservò mi spogliò coi suoi occhi taglienti…

    - Dimmi ragazzo, qual è il tuo nome?-
    - Regulus Arcturus Black, Signore!-
    - Oh, un Black. Titolo molto puro a mio parere. Quanti anni hai?-
    - Sedici-
    - E dimmi, ti piacerebbe far parte dei Mangiamorte?-
    - Lei vorrebbe? Potrei?-
    - Se, sei un Black sarai all’altezza del tuo titolo. Dimostrami cosa sai fare…Andros, porta qui il prigioniero, penso che sia arrivato il suo momento-

    Un mangiamorte molto più basso di me sparì al suo ordine. E dopo pochi minuti apparì con un uomo anziano. Tremava dalla testa in giù, si guardava ovunque ansante, spaventato a morte, mentre tutti lo deridevano. Poi Voldemort mi fece un cenno…

    - Guardalo Regulus! Questo mio prigioniero è un nato babbano, lavora al Ministero sai? Ma ha fatto un po’ troppe mosse sbagliate. Ha passato delle informazioni su di me e su diciamo, dei compiti portati a termine…-

    L’anziano a quelle parole guardò Voldemort e urlò…

    - TU SEI UN ASSASSINO! GLI HAI UCCISI TU QUEGLI AUROR! VIGLIACCO!-
    - Ahahaahah, ma sentitelo! Quanto siamo coraggiosi Carter! Un uomo degno di fiducia per il Ministro. Bene, ora assaporerai quello che si sono meritati quegli Auror che mi cercavano e pensavano addirittura di sconfiggermi. Regulus…-
    - Si Signore?-
    - Figliolo, poni fine alle sofferenze di questo omuncolo. Forza sai quello che devi fare…dammi prova che puoi diventare un mio seguace!-

    Tutti schernirono l’anziano che mi guardava con espressione impaurita ma speranzosa…Voldemort mi guardava sorridendo tranquillo, quasi affettuoso nel suo modo…Si! Io ero un Black e volevo essere qualcuno, essere un suo servo. Avrei fatto felice la mia famiglia e dimostrato a mio fratello quanto valevo. Guardai quell’uomo, estrassi la mia bacchetta dalla tasca e la puntai contro di lui…

    - AVADA KEDAVRA!-


    Una luce verde uscì dalla punta della bacchetta e lo colpì in pieno petto. Si accasciò morto con gli occhi aperti. L’avevo fatto. Avevo adempiuto ad un ordine di chi ammiravo di più al mondo. Ma allora perché mi sentivo male dentro?Perché sentivo paura e rimorso. Ma questi miei sentimenti vennero cancellati dalla risata di Voldemort…

    - Ahahahaahahahaah!!! Niente male ragazzo!Aahahahah bella mossa, mi piaci. Mi piace la tua freddezza nel compiere un uccisione. Ho deciso! Farai parte del mio regno. Sei un Mangiamorte ora!-

    Mi sentivo orgoglioso. Ero suo. Solo suo. Uno di loro mi prese a forza il braccio destro e puntò la sua bacchetta sulla pelle. Dalla punta uscì una cosa nera, che entrò nella mia pelle. Sentii come un taglio, poi uno strappo e guardai il punto dolorante. C’era un marchio: un teschio con un serpente che usciva dalla sua bocca…

    - Quello ragazzo, è il Marchio Nero. Il tuo marchio di appartenenza a me! Ogni volta che io voglio qualcosa, il marchio pulserà e in cielo ci sarà il segnale. Lo capirai da te!-

    Da quella sera, la mia vita era cambiata. I miei genitori alla notizia erano orgogliosi. Ma mio fratello, mi prese a cazzotti e mi urlò “Sono schifato da te! Sei un essere che per me non esiste più!”. Sinceramente la cosa non mi faceva ne caldo ne freddo. Ora ero qualcuno.

    Lasciai la scuola a sedici anni. Eseguivo ogni ordine che Voldemort mi impartiva, erano solo piccole cose, come: catturare chi voleva, far saltare case cose del genere. Ma io mi sentivo importante per lui.
    Ma poi di li a poco tempo sarebbe successo qualcosa, che mi avrebbe cambiato di colpo.
    Mi avrebbe scombussolato, rivoltato internamente.
    Avrei incontrato LEI.

    Fine 1° Capitolo
     
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  2. niki ven
     
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    Brava Rune, immaginavo tu fossi brava, ora ne ho avuto la conferma, aspetto il seguito ^^
     
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    Calcola che è una mia fan fiction di quelle vecchie, forse nel tempo sono un pò migliorata, ma nn sono sicurissima. Solo che ce un problema...il secondo capitolo...ah-ehm continene una certa descrizione...e quindi nn sò come fare per pubblicarla^^''
     
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    Ed ecco il secondo capitolo di questa mia vecchia fan fiction. Attenzione però, ho messo sotto spoiler una certa parte della storia, perchè nn adatta a tutti i lettori. Quindi se avete meno di sedici anni, nn leggete quel pezzo.

    Io vi ho avvertito, nn voglio poi lamentele di alcun tipo. Quindi...

    Buona lettura ^^

    _Secondo Capitolo_



    Ormai erano mesi che facevo parte dei Mangiamorte. Eseguivo ogni ordine o desiderio che il mio Signore voleva. Ma ero sempre accompagnato da qualcuno. A volte con Malfoy, altre con Parkinson. E infatti quella sera ero con lui.
    Avevamo avuto una serata libera; nessuna riunione, nessun lavoro da portare a termine. Avevamo deciso di andare a Hogsmeade il villaggio abitato da maghi. Faceva freddo, la neve era caduta in abbondanza in quei giorni e quella sera andammo al pub i Tre Manici di scopa. Entrammo e ci sedemmo infondo al locale verso il camino accesso. Madama Rosmerta arrivò pochi minuti dopo chiedendoci cosa volevamo, io ordinai una burrobirra e il mio amico un wisky incendiario…

    - Guardali Regulus. Tutti questi maghi stupidi, non sanno che un giorno il nostro Signore li comanderà tutti!-
    - Ahahah già! Vedrai come tremeranno al suo potere!-


    Era vero, lui li avrebbe governati tutti, seminando terrore e finalmente eliminando la feccia della magia: i mezzo sangue e i nati babbani. Quanto ero stolto a pensare questo; ma ci sarebbe stato qualcuno a farmi cambiare idea. E l’avrei incontrata in pochi secondi.
    Mentre bevevo la mia bibita, mi guardavo in giro. Vedevo maghi parlare tra di loro, ridere, giocare a scacchi magici. Poi il mio sguardo cadde su di una ragazza; era seduta ad un tavolino con altre tre ragazze. Aveva lunghi capelli castani scuri che le scendevano sulle spalle, il suo viso era allegro dagli occhi verde scuro che emanavano un che di misterioso, il suo corpo magro sembrava incantato seduto a quella sedia e le sue gambe ben in linea piegate leggermente in fuori. Era stupenda. Mi sentii avvampare di calore, il cuore cominciò a battere forte quasi fuori di se. Vedevo solo lei, c’era solo lei nel locale. Poi una voce mi arrivò ad un orecchio…

    - Ehi Regulus! Regulus sveglia, ma che fai sogni?-
    - Eh? Come…cosa?-
    - Ti sei incantato? Cosa stai guardando?-
    - Chi è quella ragazza seduta vicino al bancone?-
    - Come? Ah quella? E’ Julie McCarty. E’ una sporca mezzosangue!-


    L’ultima frase mi fece come cadere un peso sul cuore. Era una di loro. Non come me, non è pura. Continuo a guardarla, anche se penso cose odiose su quelli della sua razza, non riesco a non sentirmi sua preda. Il mio cuore scansa il peso e batte sempre più forte. No, non può essere, calmati Regulus, non puoi esserti innamorato di una…mezzosangue. Sono stato colpito. E’ quel famoso colpo di fulmine che ti cattura vigliacco al punto debole, ti stravolge i sentimenti e mescola lo stomaco. Devo sapere di più su di lei. Il mio sguardo è calamitato a lei, e dopo non so quanto sento un colpetto al braccio…

    - Senti Regulus io ora me ne vado, qui mi sto annoiando e tu sei una palla al piede. Vado a trovare la mia ragazza, chissà che non ci scappi una sveltina di quelle. Ahahah ciao!-
    -Si…ciao!-


    Resto seduto al mio posto, mentre il mio amico se ne va dal locale. Lui aveva sempre qualcosa da fare, soprattutto con la sua nuova conquista, che a quanto pare era bravissima a letto. Bevo sempre la mia burrobirra che ormai è fredda. Poi distolgo lo sguardo dalla ragazza, voglio aspettare quando uscirà dal locale. Voglio vedere dove abita.
    Ahahah ero proprio ammattito quella sera, forse quella burrobirra aveva qualcosa di strano dentro. Avrei fatto qualsiasi cosa, anche pedinarla. Ormai era nella mia mente, nel mio cuore. Gli erano bastati pochi minuti per rapirmi. Farmi impazzire, anche se non ci conoscevamo.
    Dopo un paio di ore lei e le sue amiche si alzarono, pagarono e uscirono dal locale. Io misi sul tavolo i soldi per pagare la bibita e uscii fuori. Ero arrivato in tempo, perché lai salutò le sue amiche e si avviò verso una via un po’ buia. Mi misi addosso il mantello pesante nero e la seguii cercando di non farmi notare. Prese una via stretta, costeggiata da molte file di casette tutte uguali dal tetto spiovente da cui erano appesi ghiaccioli di neve. Ero talmente impegnato a seguirla che non feci caso ad un sasso a terra nascosto da un velo di neve inciampai e imprecai senza pensarci. Lei si girò puntandomi la bacchetta contro…

    - Avevo la sensazione di essere seguita! Cosa vuoi?-

    Alzo lo sguardo e a pochi centimetri dal mio naso la sua bacchetta era illuminata pronta a scagliare un qualsiasi incantesimo…

    - Calma, calma. E’ vero ti sto seguendo da un bel po’!-
    - Ah si? E cosa vuoi?... Ma tu, tu sei entrato con quel Parkinson. Sei un suo amico?-
    - Si è mio amico dai tempi della scuola. Problemi al riguardo?-
    - Si molti. E’ un bastardo puro sangue. So che è uno dei suoi scagnozzi…-
    - Scagnozzi? Noi siamo Mangiamorte!-
    - Noi? Quindi anche tu sei un cagnolino di quel maledetto?-
    - Vacci piano con le parole carina!-


    Ma a quelle parole dalla sua bacchetta scaturì una luce viola buttandomi a qualche metro più in la. Accidenti che botta, la neve mi si era attaccata al mantello, e quando mi alzai vidi che il mio corpo aveva lasciato un bel solco. Quando rivolsi il mio sguardo verso la ragazza, lei era scappata. Chissà dove. Restai per diversi minuti impalato in mezzo alla via. Ma appena la neve riprese a cadere me ne andai. Forse non l’avrei mai più rivista.
    Mi sentivo svuotato, ero così vicino a lei. Avevo udito la sua voce, era così calda e decisa. I suoi occhi mi scrutavano da dentro dandomi brividi freddi ma piacevoli. Cosa avrai visto dentro di me? Avrei voluto tanto bloccarla ad un muro e baciarla, sentire come erano le sue labbra. Non mi importava se era diversa dalla razza pura.
    Erano passati giorni da quando avevo incontrato quella ragazza. Ogni notte la sognavo, molti dei quali erano non per niente casti. Era nuda nel mio letto e facevamo l’amore in ogni posizione, in ogni angolo. Ma erano solo sogni. Poi quando la neve si stava sciogliendo piano, piano fui mandato a Hogsmeade per incontrare il proprietario di Magie Sinister per dirgli di fare un oggetto che serviva al Signore Oscuro una specie di quaderno dalla copertina nera. Mentre stavo per tornare alla Testa di Porco in cui avevo noleggiato una stanza per dormire la notte, andai a sbattere contro qualcuno…

    - Ma porca zozza, e guarda dove cavolo cammini!-
    - Idiota guarda tu!-


    Mi alzai di scatto è la sua voce. E infatti sono andato a sbatterci contro…

    - Tu!-

    Lei mi guarda e afferra la sua bacchetta, ma stavolta sono più svelto io e le punto la mia a pochi centimetri dalle sue labbra…

    - Buona! Non sono così cattivo come pensi sai?-
    - Tu brutto Mangia…-
    - Ah-ah io non lo direi. Potresti scatenare un putiferio…-
    - Infatti dovrei, dammi una buona ragione per non farlo-
    - Perché ho una richiesta da farti!-
    - Sarebbe?-
    - Vuoi fare un giro con me?-


    La ragazza mi squadra da capo a piedi; avrà capito male quello che volevo intendere?...

    - Sembri innocuo. Ma se ti azzardi a fare qualcosa ti uccido con le mie stesse mani!-

    Non potevo crederci, aveva accettato. Pensavo mi dicesse no e urlasse che ero un Mangiamorte davanti a tutti, scatenando un putiferio e io sarei di sicuro stato linciato. Le sorrisi tranquillamente, e mi girai…

    - Seguimi-
    - Non sono un cane!-
    - Ok, vuole seguirmi signorina?-
    - Bella prova. Non sei convincente così smielato!-


    Cominciai a camminare e lei mi seguì. Per molti minuti non ci parlammo per nulla. Attraversavamo strade e vie nel silenzio più assoluto, ma sentivo che aveva gli occhi puntati contro di me, voleva captare in anticipo ogni mia mossa stupida e difendersi al momento giusto. Poi arrivammo alla staccionata che costeggiava di parecchi metri la Stamberga Strillante. Era un posto fuori dal villaggio, nessuno ci passava mai. Bè si sa, quella casa anche se lontana incuteva comunque timore. Si diceva abitata da spiriti maligni. Che stupidi questi maghi. Mi appoggia con la schiena alla staccionata, lei invece dopo avermi scrutato bene si sedette sopra senza alcuno sforzo. Ci guardammo, per poi distoglierlo subito. Attimi di silenzio imbarazzato, ma fu lei a prendere la parola…

    - Come ti chiami?-
    - Regulus Arcturus Black-
    - Un Black? Ne conosco uno…si chiama Sirius-
    - E’ mio fratello!-


    Lei mi guardò, ma non era per nulla sorpresa o curiosa…

    - Non vi somigliate per nulla-
    - Per fortuna! Lui è solo un gradasso…-
    - Che dici? Per me è simpatico!-
    - Oh ti prego, non dirmi che anche tu sei una di quelle che col solo sguardo ha conquistato!-
    - Per niente! Non mi interessa. Ha poco che mi ispiri in un ragazzo-


    Incredibile era la prima che sentivo dire una cosa del genere. Di solito mio fratello conquistava come niente tutte le ragazze della scuola; con un sorriso o semplicemente con no sguardo. Aveva la scia ogni volta che percorreva i corridoi. Mi faceva incazzare la cosa. Poi tornammo a parlare…

    - Quindi frequenti Hogwarts e dimmi in che casa sei?-
    - Sono una Grifondoro e tu?-
    - Io ho abbandonato la scuola…sono un Mangiamorte, ormai sono al servizio del Signore Oscuro-


    Non fece espressioni rabbiose alle mie parole. Ma conciammo a chiacchierare, venni a sapere che era figlia di un medico babbano e di una strega. Che era nata in Inghilterra e quando era in periodo scolastico per le vacanze andava a soggiornare da una sua zia. Era al quinto anno di scuola e voleva fare l’Auror. E io le parlai di me, e mi ascoltava interessata. Ascoltava quello che pensavo, cosa facevo per il mio Signore. Poi il freddo si fece più intenso e cominciava a fare buio. E ci congedammo con la promessa di rivederci presto.
    Quell’incontro mi aveva cambiato. Adesso lei era sempre dentro me. Nei miei pensieri. Ero sempre distratto. Non avevo mai provato una sensazione simile. Ogni volta che pensavo a lei stavo bene,ero felice.
    Ormai andavo ad Hogsmeade di continuo,sperando di rincontrarla al più presto,di poterla rivedere. Rivedere il suo viso,il suo sorriso,sentire la sua voce.
    A quanto pare ero diverso,perché molti dei miei “amici” mi dicevano:”Ehi Regulus!! Ma che hai?? Sembri strano!”. Io mi limitavo a rispondere:”Ma no niente…è solo un po’di stress!”. Anche il mio Signore sembrava aver notato qualcosa,ma non lo dava molto a vedere.
    Ovviamente i miei genitori non dovevano sapere niente di tutto questo, non dovevano sapere che frequentavo una “sporca Mezzosangue” come l’avrebbero definita loro.
    Un giorno ero a casa. Il mio Signore non mi aveva dato compiti e avevo la giornata libera. Me ne stavo chiuso nella mia stanza,ovviamente a pensare a lei,quando qualcosa sbattè contro la finestra. Mi girai,pronto a difendermi,la bacchetta pronta. Vidi un gufo che beccava alla finestra senza fermarsi. Non poteva essere un messaggio del mio Signore era ovvio,avrebbe usato il Marchio per chiamarmi.
    Andai alla finestra,la aprii e presi il messaggio dalle zampe del gufo. La scartai e notai una calligrafia dolce e ordinata. Iniziai a leggerla.

    Regulus,
    spero di non disturbare e di non intralciare i tuoi “impegni”. Purtroppo non abbiamo avuto modo di rivederci dopo quella volta alla Stamberga Strillante. Forse il tuo capo non ti lascia più venire ad Hosgmeade o forse pensi che sono solo una Mezzosangue senza speranze. Comunque stiano le cose, visto che non ci siamo visti in queste ultime settimane volevo chiederti se ti andava di venire a trovarmi a casa di mia zia, dato che ci sono le vacanze di Pasqua .Spero tanto che accetterai l’invito e ti sarei grata se me lo facessi sapere al più presto.
    Un abbraccio.
    Julie


    Rilessi quella lettera quattro volte,poi presi un foglio di pergamena e scrissi una risposta veloce.

    Julie,
    sarei lieto di venire a trovarti. Partirò oggi stesso.
    Un abbraccio.
    Regulus


    Non vedevo l’ora di raggiungerla. L’avrei fatta mia anche con un semplice bacio. Era troppo tempo che non la vedevo, mi mancava troppo.
    Fortunatamente mi avevano insegnato a smaterializzarmi e così feci. La solita sensazione di testa che gira e una presa forte all’ombelico, poi vidi la strada dove ero diretto e mi fermai. Era la stretta via di quella sera in cui avevamo parlato per la prima volta, e quasi non mi mise k.o. con un solo incantesimo. L’attraversai per un bel tratto lungo, la neve era sparita lasciando posto alla primavera, molte case avevano un albero in fiore e per strada i petali si mescolavano di mille colori, i loro profumi erano nell’aria tutto era calmo e il vento, che mi scompigliava i capelli era caldo. Arrivai ad una casetta a due piani il numero era il 21. Era tutto buio tranne una finestra, da cui si vedeva una luce di lampada accesa, era al secondo piano e aveva un piccolo terrazzino. Entrai saltando il piccolo cancello oscurato dal buio, mi avvicinai all’albero che costeggiava il terrazzino e mi arrampicai…
    Stavo facendo una cosa che mesi prima non avrei mai pensato di fare. Io che ero per la razza pura, mi ero innamorato perso di una mezzo-sangue e lo nascondevo a tutti, il Signore Oscuro compreso.
    Arrivai al ramo che mi avvicinava al terrazzino, e saltai. Atterrai senza problemi, aspettai però qualche attimo, non vidi nessuno avvicinarsi alla finestra. Bussai al vetro, e se per caso usciva sua zia? Sarei stato fregato alla grande e avrei messo nei guai Julie. Ma fortunatamente mi aprì lei. Quando mi vide rimase sorpresa…

    - Ehi, accidenti non pensavo arrivassi così in fretta-
    - Sai com’è sono un tipo che mantiene le sue promesse!-


    Mi fece entrare con un gran sorriso. La sua era una cameretta piccola, con la carta da parati beige, appesa alle pareti dei poster di squadre di Quiddich dove i giocatori entravano e uscivano minuscoli. Poi vidi una foto sulla sua scrivania ordinata, era accanto a dei libri di scuola messi in fila sopra l’altro, lo presi in mano e guardai il volto di una donna che sorrideva e mi salutava…

    - E’ mia madre!-
    - Le somigli molto…-
    - Già, la vedo solo d’estate, mi manca molto-
    - E tuo padre?-
    - Non ama molto la magia in casa, quindi se mi vede meno, meglio sta!-
    - Cosa vuoi aspettarti da un babbano?-


    Mi prese per mano e mi fece sedere sul suo letto, per poi sedersi accanto a me e prendermi una mano tra le sue…

    - Mi sei mancato Regulus-
    - Anche tu!-
    - Ah si? Pensavo che ad uno come te non importasse una mezzo-sangue come me…-
    - Ma che dici? Mi importa di te…-
    - Si, si fai pure lo spiritoso!-


    Si morse il labbro inferiore e fece una piccola risata. Diventai rosso, ma voltai lo sguardo su un poster. Non poteva vedermi in quello stato; un mangiamorte non si comporta così da stupido. Ma il mio cuore ormai mi comandava e la mia mente era lucida su quello che volevo dirle…

    - Julie io…io sono innamorato di te!-

    Si girò di colpo guardandomi negli occhi, poi mise una mano su una mia guancia e mi disse…

    - Dimmelo ancora-
    - Sono innamorato di te…io TI AMO JULIE!-


    Lo dissi alzando un po’ la voce, ero imbarazzato da morire. Continuava a guardarmi, ma i suoi occhi erano come illuminati da una luce profonda, felice. Ci avvicinammo sempre di più, presi coraggio e poggiai le mie labbra sulle sue per poi baciarla. All’inizio era castissimo, senza lingua, ma poi mi abbracciò e io giocai con la sua lingua. Eravamo presi da un sentimento forte; uniti in quel bacio, che a poco a poco si faceva sempre meno casto.
    Lei si sdraiò tirandomi a se e la baciai con foga, e una voglia di renderla mia; di entrare nel suo corpo nel suo intimo. Ci staccammo piano e lei mi guardò rossa in viso e eccitata…

    -Regulus…ti voglio…ora…qui-
    - Julie…-


    La baciai sul collo, mentre lei mi toglieva la camicia nera sbottonandola lentamente; le morsi un lobo di un orecchio mentre la buttava a terra, poi lei prese a baciarmi con la lingua; nel mentre io le tolsi la maglietta e la lanciavo lontano. Le mordevo le labbra e le mie mani le sfilavano i pantaloni. Mi guardava rossa e ansimava piano il mio nome, le tolsi il reggiseno e presi a stuzzicarle un capezzolo con le labbra; lei si diede da fare a slacciarmi la cintura e aprirmi i pantaloni. Volevo farla godere attimo per attimo, le leccai lentamente un seno mentre l’altro lo presi in una mia mano e con un dito le carezzavo il capezzolo, fino a farlo diventare turgido. Mi mise una mano nei pantaloni slacciati e poi la insinuò nei boxer. Ci guardammo negli occhi e lei cominciò ad accarezzarmi il membro eccitato, inarcai la schiena e ansimai il suo nome, lei con la mano faceva su e giù senza fermarsi, era una tortura bellissima, era in slip, era dolcissima…

    - Ora ti faccio impazzire…-

    Scese lungo il mio corpo leccandomi qua e la facendo dei cerchi. Poi arrivò ai pantaloni che tolse e anche i boxer volarono sul pavimento, e prese il mio membro ormai duro tra le labbra e lo succhiò dolcemente. Era troppo per me, ansimavo forte e le carezzavo le spalle e la schiena, lei continuava a muovere la lingua in modo serpentino. Stavo per cedere…

    - Julie…Julie…-

    Lei capì e tornò su da me, mi guardò negli occhi, mi voleva subito. Ma io volevo farla impazzire ancora un po’, farla desiderare ancora. Scesi io stavolta mordendola dolcemente sulla pancia e sul ventre. La bacia sul pube e intrufolai la lingua nel suo sesso: era bagnato e caldo. Lei sussultò di colpo; ma io mossi la lingua in quel mondo, la esploravo attimo dopo attimo, le carezzai con la lingua il clitoride. Mi accarezzava i capelli e ripeteva il mio nome, la sua voce era rotta dal piacere. Mi fece tornare su graffiandomi sulle spalle. I nostri occhi si incontrarono di nuovo e ci baciammo dolcemente, i nostri umori si unirono. E piano, piano la penetrai. Si staccò ansimando. Io la strinsi al mio corpo e cominciai a spingere tra le sue gambe. I nostri ansimi andavano insieme, i nostri respiri erano veloci e uno sentiva il cuore dell’altra…

    - Regulus…oddio…di più…-

    Spingevo più forte ogni volta che me lo chiedeva, la cavalcai non so per quanto. Lei urlava di piacere e io la accontentavo ad ogni spinta. L’apice del piacere lo raggiungemmo insieme, in un unico forte orgasmo. Mi sdraiai accanto a lei; avevo un gran caldo e mi sentivo l’uomo più felice del mondo. Lei si strinse a me ancora ansimante e sudata. La presi tra le mie braccia e la baciai sul viso che scottava…


    - Ti amo Julie-
    - Ti amo Regulus-


    Ci addormentammo abbracciati col vento che entrava dalla finestra aperta. La luna illuminava i nostri corpi, che si erano uniti quella notte.
    Non potevo sapere che quella notte avrebbe cambiato le nostre vite. Le avrebbe sconvolte e io non sapevo, quello che mi stava per accadere. Quella notte però era sta fantastica; anche perché era la notte in cui diciassette anni fa venivo alla luce. E che diciassette anni dopo avrei fatto l’amore con la ragazza che avevo conosciuto ad un pub e l’amavo sopra ogni cosa.

    Fine 2° Capitolo
     
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  5. LionKing98
     
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    Bello questo capitolo,(tutto il capitolo) molto passionale! Comunque, è tutto scritto bene, ma credo anche io che tu sia migliorata...halloween town mi sembra scritta meglio;) comunque mi piace molto, e io sono sempre stata patita di harry potter^^
     
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    Davvero ti piace? Mi fa molto piacere, grazie. Vabbè questa è vecchiotta, quindi nn avevo ancora tantissima esperienza, soprattutto in certi dettagli.

    Chissà allora come troverai il terzo e ultimo capitolo, sono curiosa^^
     
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  7.  
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    Finalmente riesco a leggerla^^ ti dico subito che anche se a pelle l'argomento nn mi interessava col tuo modo di scrivere sei riuscita comunque a prendermi (stessa cosa che è accaduta con le altre ff)
    Il primo capitolo è bello, ma se lo rileggi vedrai che ci sono molti errori ortografici, e magari qualche segno di punteggiatura in più avrebbe fatto bene.
    Il secondo capitolo invece a livelo di forma mi sembra andare bene
    Mi sembra strano che quei due, e sopratutto lei accetti così volentieri uno che fino a 2 secondi prima la considerava una sporca mezzosangue.
    Non ho capito bene alla fine del capitolo cosa intendi, qui per la precisione
    CITAZIONE
    Quella notte però era sta fantastica; anche perché era la notte in cui diciassette anni fa venivo alla luce. E che diciassette anni dopo avrei fatto l’amore con la ragazza che avevo conosciuto ad un pub e l’amavo sopra ogni cosa.

    non ho capito chi parla, è sempre regulus?, Non capisco, e forse c'è un po di caino col tempo del verbo direi a naso.
    Riguardo la lemon XD
    Io non ne ho mai scritta una, però posso provare a interpretare i consigli che mi ha dato maestro ciccio XD
    Inanzitutto, quella che descrivi mi sembra molto la scena di un film porno XD, forse avresti dovuto concentrarti di più sulle sensazioni e meno sulla descrizione dell' atto in se.
    Sempre Ciccio mi ha detto che è più fine non nominare le parti anatomiche, lasciando che siano le sensazioni dei personaggi a parlare.


    Cmq visto che l'hai scritta ormai ben 4 anni fa penso che certe cose magari le riesci a notare anche tu ormai^^ aspetto il continuo^^
     
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    Ehhh vabbè, calcola che è una ff vecchia, quindi con il mio vecchio stile. L'ho lasciata un pò così, ma ho dato un'occhiata prima di pubblicarla e qualcosa ho sistemato.

    Nn credo che adesso certe cosacce le scriverei tanto facilmente. Vabbè è stato un esperimento.

    Il punto che hai citato per primo, si è sempre Regulus che parla, ma è un pensiero. Nn è parlato.

    Grazie ancora dei suggerimenti. Vedrò di migliorare nei punti citati ^^
     
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  9. LionKing98
     
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    certo che mi è piaciuta davvero^^ anche se senza dubbio il mio è un giudizio un po' di parte per quanto riguarda il soggetto..essendo io praticamente cresciuta con harry potter..una cosa che non avevo detto prima è che è interessante leggere di regulus, visto che su di lui non mi ero mai concentrata prima. Ho scritto una oneshot su sirius, uno dei miei preferiti, ma il punto di vista del fratello è interessante^^ aspetto il seguito^^
     
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    _Terzo Capitolo_



    Già quella notte cambiò la nostra vita. Dopo quella notte però erano tre mesi che non ci sentivamo, ero sempre in missione per Voldemort e lei lo sapeva, non voleva che mi cacciassi nei guai con una qualche sua lettera. Ma dopo notti insonne passate a fare ricerche su persone per poi o ucciderle o estirparle i ricordi, ricordi preziosi; tornai a casa mia. Mia madre ogni giorno che passava era sempre più incattivita, urlava per i locali vuoti contro mio fratello Sirius, che era scappato di casa.
    Beato te Sirius, tu non eri legato a nulla, eri libero di fare ciò che vuoi, hai sempre avuto la faccia tosta di rispondere ai nostri genitori. Eri un eroe a scuola, per via degli scherzi, delle avventure che avevi con i tuoi amici. Sempre voi quattro, sempre amici qualsiasi cosa accadeva. E io, da solo ad osservarvi ai tempi da studente.
    Passavo le notti a pensare a queste cose, fissavo il soffitto buio, ascoltavo il silenzio, o i passettini di Kreacher che facevano avanti e indietro per la stanza. Ma una notte, in cui il temporale era piuttosto violento, il vento ululava forte, come se volesse fare paura: sentii picchiettare al vetro, mi alzai dal letto e vidi fuori dalla finestra un gufo nero dagli occhi color del ghiaccio. Quel gufo era di Juli, chissà che voleva. Aprii la finestra e lui planò dentro bagnando il pavimento, fino a che non si appollaiò sulla scrivania, mi tese la zampa dove vi era una pergamena legata. La presi e la srotolai, era la sua scrittura, ma sembrava frettolosa, la lessi…

    “Caro Regulus,
    ormai è tanto che non ci sentiamo e vediamo,
    sei sempre nel mio cuore e nei miei pensieri. Ma ho una cosa da dirti, ma vorrei,
    farlo di persona. E’ molto importante per me; a dire il vero per noi.
    Spero che questa lettera ti arrivi, ovunque tu sia, il mio gufo è stato allenato per trovarti.
    Quando puoi, vieni a casa di mia zia.
    Ti amo. Tua Juli”


    Rilessi quella lettera varie volte, cosa voleva dirmi di così importante? Cosa era importante per noi? Non potevo sapere che quella lettera, era l’inizio di tutto, che mi avrebbe travolto come una valanga. Non guardai che ora era, decisi di farlo: mi smaterializzai a Hogsmed. Attraversai la via delle case uguali tra loro, fino ad arrivare a quel numero tanto amato da me. Naturalmente la sua stanza era al buio, era notte fonda dopotutto. Mi arrampicai all’albero fuori dal suo terrazzo, ci saltai dentro e bussai alla sua finestra. Dopo un po’ vidi, una piccola luce fioca di una bacchetta volteggiare per aria, fino a che la finestra si aprii e lei mi apparve in tutto il suo splendore. Non importava se era in una camicia da notte a fiori azzurri o se aveva i capelli scompigliati, per me era stupenda; non le lasciai il tempo di dirmi una parola che l’abbracciai forte…

    - Mi sei mancata troppo! Amore mio…-
    - Regulus! Sei sempre il solito…-
    - La tua lettera mi è arrivata a casa, ero li e sono venuto subito.-


    Lei si staccò dolcemente, mi prese per mano e mi guidò fino al suo letto, dove mi fece sedere di botto e restò in piedi davanti a me…

    - Sono incinta!-

    Due semplici parole, per sconvolgermi completamente. Per farmi come investire forte da qualcosa d’invisibile. Il mio cuore mancò un battito, che si fece sentire per tutto il corpo. La guardai, lei si mise una mano sul ventre. Ciò che portava dentro di se, era mio; sarebbe cresciuto, sarebbe diventato un bambino, avrebbe avuto una metà di me e lei. Chiusi gli occhi. Qualcosa di mio, che avevo creato con l’amore. Quel sentimento per il mio Signore, inutile, da distruggere. Avevo creato una vita con la persona che amavo e di cui ero pazzo. Qualcosa che sapeva di noi due, qualcuno che avrebbe amato solo noi due. Lei mi guardò preoccupata.
    Amore hai paura che ti abbandonavo? Che non volessi quella creatura che portavi in grembo? Amore grazie di esistere. Mi hai dato la gioia più grande.
    L’abbraccia forte, lei si mise a piangere…

    - Amore ti amo. E ti amo ancora di più!-
    - Regulus…ti amo!-


    Fu difficile lasciarci quella notte. Ma tornai a casa felice, camminavo come sulle nuvole. Mi sentivo uno stupido, uno smidollato contento, mi sentivo un essere umano. Ridevo dentro di me e sorridevo, cosa che facevo raramente, perché ritenevo da deboli e da codardi. Tornai a casa, ma c’era ad attendermi la mia sentenza. Un bruttissimo racconto dell’elfo di casa. Kreacher stava male, Lui gli aveva fatto del male per un medaglione.
    Nella mia testa balenò qualcosa di folle. Non potevo sapere inconsciamente che sarebbe stato il mio ultimo gesto che avrei compiuto. Mi misi a piangere in silenzio, in quella cucina enorme, spenta e buia. Pensavo a Julie al bambino che portava in grembo, poi mi venne in mente lui. Forse poteva aiutarmi, si lui era l’unico su cui potevo contare. Era già successo quello che in quella pergamena Voldemort mi ordinava. Sapevo dove trovarlo.
    Sei l’unico che puoi aiutarmi, che puoi aiutare loro. Si perché tu sei più forte di me, tu dei quello più giusto.
    Due giorni dopo la pergamena del mio Padrone, andai in un posto. Camminai lungo la strada innevata, attraverso una via grande, in cui vi erano case modeste e belle anche se tristi per l’inverno. Mi trovavo a Godric’s Hollow, sapevo che la persona che cercavo era di sicuro li.Ma non sarebbe stata sola, perché ci sarebbero stati anche loro. Ma lui era l’unico, a cui potevo rivolgermi. Camminai fino a trovarmi a quel numero civico. Le finestre erano illuminate e delle ombre si muovevano dietro le tende. Attraversai il piccolo giardino e suonai. Una voce di donna si fece largo, la porta si aprii e si affacciò Lily Evans…

    - Ma tu sei…oh mio Dio…sei Regulus!-
    - Lily, c’è Sirius?-
    - Lily chi è?-


    Arrivò un uomo, alto, magro dai capelli neri scompigliati e un paio di occhiali tondi. Era James Potter. Mi squadrò un attimo, poi sorrise…

    - Se cerchi Sirius è qui!-

    Mi fecero entrare. Naturalmente l’atmosfera di quella casa mi si fece subito avanti: era calda, tranquilla e viva. Sirius arrivò e mi guardò male. James e Lily ci lasciarono soli…

    - Cosa ci fai qui tu?-
    - Sirius, ho bisogno di te!-
    - Vattene subito, non sei di certo il benvenuto qui.-
    - Sirius ascoltami!-
    - Ma come? Il piccolo eroe di casa mi supplica di dargli retta?-
    - E’ importante testa di rapa!-
    - Non scaldarti tanto, sai? Posso incenerirti da un momento o l’altro!-
    - Sirius, io sto per diventare padre!-


    A quelle parole Sirius si bloccò di colpo. Non l’avevo mai visto così sorpreso di me. Alzò gli occhi al cielo, ma sorrise, stava per dire qualcosa ma parlai io…

    - Sirius, il mio bambino nascerà in primavera; ma io di sicuro non ci sarò per vederlo, per crescerlo. Io forse non vivrò abbastanza per vederlo nascere. Lui mi ha fatto una cosa, non posso dirti cosa. Ma di sicuro mi punirà per quello che compirò. Ascoltami la madre è un’amica di Lily, si chiama Julie, lei di sicuro sa chi è. Aiutatela vi prego, tenetela lontana da Lui, tieni lontano mio figlio da Lui. Non farlo diventare come me, io non voglio. Ma ti prego salvali-
    - Regulus ma cosa…-
    - Mi spiace Sirius ma è la verità-


    Diedi a mio fratello l’indirizzo di Julie e una foto di lei e me, che ci eravamo scattati pochi giorni dopo che uscivamo insieme. Lei era così bella anche nel giaccone, mentre io cercavo di fuggire dallo scatto, ma aveva catturato anche me e la mia fuga. Sirius mi guardò come spaventato e io uscii di fretta da quella casa. E mi smaterealizai prima che lui mi raggiungesse.
    Erano passati giorni, cercavo di non farmi trovare da nessuno, non sapevo se Juliemi stesse cercando via gufo. Non volevo che si mettesse in pericolo. Poi una notte, presi la decisione. Dovevo farlo, forse avrebbe dato un futuro migliore a mio figlio. O forse non avrebbe portato a nulla, ma Lui doveva pagare per ciò che aveva fatto a quel piccolo Elfo che mi era sempre stato fedele, come un amico.
    Tornai a casa, e cercai Kreacher nel suo armadio, gli dissi di portarmi in quella grotta. Avevo un piano, anche se apparivo poco lucido di fisico e di mente, ma ci avevo pensato molto, non dormivo, non mangiavo. L’elfo era terrorizzato, perché sapeva che avrebbe sofferto ancora, quel dolore atroce dentro di lui. Arrivammo alla grotta e mi portò fino all’isola al suo interno dove vi era un bacile pieno di liquido, era una pozione. Presi dalla mia tasca un medaglione, era identico a quello che vi era nel fondo del bacile vuoto, poi presi quello originale e gli diedi a Kreacher. Un lungo silenzio dopo quel gesto, poi guardai quella piccola creatura che nella sua ignoranza aveva fatto tanto per me, gli ordinai di andarsene senza di me. Di tornare a casa e di non dire niente a mia madre, a nessuno. Gli ordinai di distruggere il medaglione originale, perché aveva creato solo guai e dolore; sussurrai il nome di Juliee bevvi tutta la pozione. Vidi Kreacher scambiare i medaglioni, e subito dopo una forza invisibile mi trascinò nel mare nero. Non riuscivo a dibattermi, perché il dolore della pozione era troppo forte dentro di me, e sparì nel nulla. Non sentii più nulla. Mi spensi lentamente.
    Dopo un po’di tempo, mi ritrovai ad essere un fantasma, anzi uno spirito che la gente non vede. Non riuscivo a capire il perché. Ma qualcosa mi spingeva altrove, un pianto. Il pianto di un bambino, lo cercai tanto fino a trovarlo. Conoscevo quella via, quella strada: era Godic’s Hollow. Il pianto si faceva sempre più forte e vicino in me, arrivai di fronte ad una casa uguale alle altre. Mi precipitai dentro, attraversando le pareti solide. Il pianto era forte, entrai in una camera: era dalle pareti azzurrine, vi erano due poltrone, un armadio e al centro una culla. Mi avvicinai e vidi un bambino. Come accortosi della mia presenza, smise di piangere e io mi ritrovai come per magia di nuovo con un corpo. Mi vedevo dentro lo specchio, guardai il bambino, aveva degli occhi bellissimi, li avevo già visti. Erano di Juli, lo presi tra le braccia, aveva i miei capelli e il mio naso, quello era…

    - Tuo figlio Efram Regulus Black-


    Quella voce. Mi girai e vidi un uomo alto vestito di blu con un cappello a punta dello stesso colore, una lunga barba bianca e due occhiali a mezza luna sul naso: era Silente. Si avvicinò a me e mi sorrise…

    - So cosa hai fatto, sono orgoglioso di te Regulus. Ma hai lasciato una bellissima ragazza che ti amava con in grembo questo stupendo bambino. Non pensare male ragazzo, il tuo è stato un gesto nobile e umano, so cosa hai provato...-
    - Preside, Juli come…come sta?-

    - Sta bene, sta bene. Lei lo sa il perché sei morto, tranquillo non lo dirà a nessuno. Come puoi vedere ha un tetto sulla testa ed è circondata da un grande affetto. Tuo fratello Sirius l’aiuta sempre e anche James e Lily. Gli hai lasciati in buone mani…-

    Sorrisi; cullai il mio bambino, sentendo il suo dolce profumo. Lui con le manine cercava di prendermi il naso. Poi Silente prese Efram tra le braccia…

    - Ora devi andare figliolo.-

    Una forza misteriosa mi prese come l’anima e mi ritrovai trasparente, non feci in tempo a dire a mio figlio che lo amavo che scomparvi verso una luce bianca. La mia vita era finita, ma sapevo che avevo un bambino splendido, che avrebbe amato la mia Julie, che l’avrebbe protetta come io avrei voluto fare. Avevo lasciato una traccia del mio passaggio.

    _FINE_

     
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    Grande, una bellissima conclusione, quando julie ha dato la notizia a reguls anche io ci sono rimasto così °____°
    l'unica nota che ti faccio è quando regulus rientra a casa e trova kreacher, se uno non ricorda esattamente quello che è successo nel libro è difficile da capire al volo, forse li poteva essere spiegato un po meglio.
    In ogni caso ripeto che anche se è una ff di 4 anni fa è scritta benissimo e mi è piaciuta tantissimo^^ Brava!
     
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    Calcola che per questo capitolo, nn sò cosa mi sono bevuta o fumata. Rileggendo ogni tanto, mi pare di essere andata veloce come un treno. Bhò dovevo avere in corpo, sostanze molto pesanti. Vabbè, chissà che combinavo quattro anni fa ^^''

    Grazie mille dei complimenti *inchino da combattente* ^^
     
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  13. LionKing98
     
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    mi piace molto la fine. Hai saputo dare un senso alla vita di regulus! Unica cosa..ci sono un po' di errori grammaticali ma nulla di che, e forse in alcuni punti sei stata troppo rapida. Bella ff, brava!
     
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    Ohi grazie mille. Ho voluto lasciarla così com'era. Nn ho guardato molto la punteggiatura, la prossima volta starò molto più attenta.

    Grazie mille dei complimenti e dei consigli^^
     
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13 replies since 14/4/2012, 01:22   253 views
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