Silent Hill:The Trip

Un viaggio senza ritorno

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  1. °Xander°
     
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    Prefazione
    Il vostro Aaron non scrive solo le banali e idiote parodie che avete letto.
    Questo racconto l'ho scritto un anno e mezzo fa...l'avevo lasciato nel dimenticatoio e soprattutto l'avevo lasciato incompleto,ma con l'apertura di questa nuova sezione ho deciso di riprenderlo in mano e magari continuarlo o finirlo.
    Non preoccupatevi anche se non avete mai giocato al gioco non ho messo dentro nessun riferimento al gioco...nulla.
    Quindi leggetelo come un racconto a sè stante dimenticandovi che Silent Hill è anche un gioco.
    Ragazzi,buona lettura.

    Capitolo 1



    Era appena cominciata l’estate.
    Era il 26 Giugno 2004 e non aveva mai fatto un caldo infernale come quell’estate.
    Le strade erano piene di bambini che giocavano, di auto, passava ogni cinque minuti il tram che attraversava da un lato all’altro la città.
    Cindy Carter aveva appena finito il liceo e adesso si stava godendo le sue vacanze, anche se c’era qualcosa che la turbava, non sapeva di preciso cosa, ma qualcosa la turbava.
    Perché?
    Perché era così preoccupata che qualcosa da un momento all’altro sarebbe accaduto a lei o a qualcuno cui teneva molto?
    Era così turbata che decise di non pensarci più e di godersi le proprie vacanze in pace.
    Erano passati non più di due ore ed ecco che Cindy cominciò nuovamente a preoccuparsi; prese quindi la decisione di chiamare una sua amica, per avere conforto forse, o magari per sapere se anche a lei fosse successa una cosa simile o se le stesse succedendo adesso.
    Si recò nella sala degli ospiti, poiché era quella più vicina al balcone dove si trovava, e prese il telefono.
    Compose il numero e aspettò un po’ di tempo prima che qualcuno rispondesse.
    <<Pronto?>>
    <<Signora, salve, sono Cindy Carter, c’è per caso…….>> fu interrotta da qualcosa che le fece gelare il sangue e che né ora e né mai si sarebbe aspettata di sentire.
    <<Ah ciao!Questa è la segreteria telefonica di casa Artens, se vuoi lascia un messaggio dopo il segnale acustico>>
    BEEP
    Cindy non fu in grado di parlare ad una scatoletta meccanica e di conseguenza chiuse il telefono; inizialmente cominciò a ridere al pensiero di come potesse essere stata così sciocca da essere stata ingannata da una semplice segreteria telefonica, ma poi ripensò a come la scatoletta parlante l’avesse bloccata mentre parlava e le vennero i brividi.
    Perché?
    Non aveva mica sentito qualcosa di innaturale da farla spaventare così tanto,ma era così presa di sconforto che sembrava l'avesse sentito.
    Forse perché da quando era diventata un’adolescente, nessuno aveva mai più osato fregarla,e se comunque qualcuno ci avesse provato lei non ci sarebbe mai cascata…ma adesso era stata fregata, era stata fregata non da un essere umano, ma addirittura da una macchina.
    Erano le 9:32 e i suoi genitori erano usciti la mattina presto come al solito per lavoro.
    Di solito quando andava a scuola veniva svegliata quasi sempre da sua madre o da suo padre, ma a volte doveva puntare la sveglia la sera prima perché sapeva che l’indomani i suoi genitori non l’avrebbero potuta svegliare.
    Ma finalmente dopo i dieci mesi di scuola era libera di alzarsi quando voleva.
    Andò in cucina e aprì il frigo prendendo dal suo interno una lattina di Pepsi e la bevve con così tanta voglia in una giornata d’inferno come quella che le sembrò di essere salita in paradiso,ma quando la lattina di Pepsi finì gli angeli la buttarono nuovamente sulla Terra.
    Buttò la lattina nel cestino della spazzatura.
    Abitava una gran bella casa anche se si trovava in periferia di Los Angeles.
    Una bella villetta con tanto di scantinato e soffitto;il primo piano era dedicato per la maggior parte alle camere di uso casalingo:una spaziosa cucina,la sala degli ospiti,la lavanderia,il bagno, e naturalmente l’ingresso di casa Carter era più bello che mai,ogni singola volta che qualcuno entrava da quella porta non poteva che ammirare il bellissimo lampadario di cristallo;il secondo piano invece era riservato alle camere da letto,allo sgabuzzino,al bagno…una camera da letto era vuota,era quella di suo fratello Maximilian che tutti chiamavano Max,ma da un paio di anni si era già sposato e aveva lasciato quella casa per andare a vivere con la sua amata.
    La stanza di Cindy era ben curata,tutto al proprio posto,come il resto della casa,la carta da parati che rivestiva la stanza era di un azzurro cielo che dava un senso di maestosa beatitudine a chiunque la guardasse,ma Cindy era ormai abituata a guardarla e non le faceva più questo effetto;vi era un mobiletto con tre cassettoni dove Cindy teneva tutti i suoi capi d’abbigliamento,sopra di esso erano incorniciate varie fotografie,tutte incorniciate in cornici che lei stessa aveva creato quando era ancora bambina.
    La prima aveva la forma di una nuvoletta con su scritto queste tre parole <<La mia famiglia>> anche quando era piccola la calligrafia era una delle migliori,ma adesso era davvero ottima;la cornice racchiudeva una foto della sua famiglia di quando aveva 16 anni e soprattutto quando Max viveva ancora a casa…aveva già fatto tantissimi leva e metti di varie foto di famiglia,ma alla fine decise di lasciare questa…l’unica foto in cui compariva suo fratello.
    La seconda cornice era un collage di mille colori e questa volta la scritta <<I miei amici>> faceva chiaramente capire che la cornice racchiudeva una foto di Cindy insieme ai suoi tre migliori amici.
    Andò nuovamente fuori in balcone a prendere il libro che stava leggendo prima di chiamare alla famiglia Artens e venire fregata dalla segreteria telefonica,lo portò nella sua stanza e notò che adesso era più turbata di prima.
    <<Devo passare delle vacanze decenti…non posso continuare a vivere così…vorrei passarle in un luogo di assoluta pace,un luogo turistico,magari alle Hawaii o in Jamaica,ma spenderei moltissimi soldi per il viaggio>> pensava ma poi le venne in mente una sua amica,una dei tre ragazzi che erano insieme a lei nella foto che era nella sua stanza e decise di chiamarla.
    <<Sperando che non venga nuovamente presa per i fondelli da un’altra segreteria telefonica>> le scappò una piccola risata al pensiero.
    Si avvicinò al mobiletto della sua camera e prese il cordless.
    Digitò il numero.
    <<Pronto>>
    <<Buongiorno signora,sono Cindy Carter,c’è percaso Ylenia in casa?>>
    <<Ciao Cindy,si Ylenia è in casa un attimo che te la passo>>
    <<Ok,grazie>>
    Cindy sentì la cornetta del telefono di casa McFly posarsi su qualcosa e udì i passi della signora allontanarsi per poi sentire nuovamente che ritornavano e prendere nuovamente la cornetta
    <<Cindy>>
    <<Ylenia!Ciao!Come va?Stai passando bene le vacanze?>>
    <<Si,a parte il caldo infernale e Pixi che sbava in tutta la casa tutto bene>>
    <<Che dolce quel cane!E’ un pastore tedesco vero?>>
    <<Si>>
    <<Mi ricordo quando era ancora cuccioletto e mi hai chiesto quando dovevi portarlo a fare i bisognini>>
    Cindy sentì Ylenia ridere così forte che dovette allontanare il cordless dall’orecchio
    <<Si,si,mi ricordo e tu mi hai risposto ‘Se non prima ti fa una cacata nel tappeto non c’è bisogno di portarlo fuori’>>rise di nuovo poi aggiunse <<Beh…che c’è?Come mai questa tua telefonata?>>
    <<Non posso neanche chiamare alla mia migliore amica ora?>> disse con tono sarcastico <<Si…emn…beh sai sono un po’ stressata in questi ultimi giorni,non ce la faccio a restare qui in città…mi sento oppressa,non so che fare,la noia arriva alle stelle,avevo pensato di poter fare una bella vacanza io,tu,Martin e Monica>>
    <<Sai che ho avuto la stessa identica idea?La scuola ci ha giocato dei brutti scherzi,è ora del pieno relax non trovi?>>
    <<Certo Yle che domande>>
    <<Era una domanda retorica Cindy> riprese a ridere <<…comunque l’altro giorno stavo leggendo una rivista e dicevano che esiste un posto nella contea di Toluca si tratta di una cittadina chiamata Silent Hill,dicono che è un posto meraviglioso,si trova nei pressi di Paleville>>
    <<Silent Hill?Mi sembra di averlo sentito nominare>>
    <<Dai una vacanza collettiva a Silent Hill!Non è male come idea che ne pensi?>>
    <<Non so devo prima chiedere ai miei se posso andare…e non sarà una cosa facile che mi dicano di si e inoltre devo chiedere loro se posso prendere la macchina…e questo non sarà difficile,sarà impossibile,però sai come si dice:la speranza è l’ultima a morire>>
    <<Giusto,fammi sapere allora>>
    <<D’accordo,ciao Ylenia>>
    <<Ciao Cindy>>
    Chiuse il telefono e aspettò con ansia l’arrivo dei genitori.
    Ingannò il tempo in tutti i modi possibili e immaginabili, aveva cucinato,era uscita a fare la spesa, aveva anche dormito un po’ ma alla fine arrivò il momento che stava aspettando:l’arrivo dei suoi genitori.
    Era sulle spine,ma quando vide entrare dalla porta di ingresso sua madre non lo fu più,si era rilassata come se si fosse dimenticata di quello che doveva chiederle,ma non era sua madre il problema,anzi le avrebbe concesso volentieri di partire;il problema era suo padre,teneva a sua figlia e non voleva che si allontanasse di casa se non per andare a studiare dai suoi amici,al centro commerciale o comunque doveva rispettare il “perimetro” che suo padre le aveva segnato e le aveva severamente vietato di oltrepassarlo.
     
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    Bravo Cacciatore

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    complimenti Aaron !!!!!! è davvero bellissima !!!!!!! Sono curiosa di leggere il seguito ^__^
     
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    E' davvero bellissima Xander!E' molto fluida!Non vedo l'ora di leggere il continuo..la storia sembra essere interessante! :woot:
     
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