ALYSSA

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  1. MementoMori
     
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    Capitolo I°:

    Era un fredda giornata di metà Gennaio;
    la notte precedente aveva nevicato e per terra era posato uno strato di neve, ma a Jacob non importava.

    Lui era seduto in macchina, con il riscaldamento al massimo ed il Lettore Cd che cantava a palla “Sunshine Of Your Love” dei Cream;
    guardava verso l’entrata dell’ospedale, in attesa.

    Il giovane sorrise, vedendo la sua ragazza uscire dal bianco edificio;
    Lei era giovane, sulla ventina d’anni, come lui.

    Aveva appena finito il suo turno di volontariato e camminava sorridendo;
    lei era una di quelle ragazze che vuole dare una mano alla gente, sempre pronte ad aiutare chiunque fosse in difficoltà.

    Jacob suonò una volta il clacson della macchina, per attirare la sua attenzione.

    La ragazza si voltò e, vedendolo, iniziò a camminare verso di lui;
    indossava una maglietta verde chiaro e una paio di jeans.

    Lei aprì la portiera, sorridendo.
    - Cosa ci fai qui? – chiese.

    Lui sorrise, felice di rivederla;
    oggi il suo capo gli aveva fatto una lavata di capo per qualche minuto di ritardo e sentiva davvero il bisogno di vederla.
    - Sono venuto a prenderti. – rispose.

    La ragazza salì in macchina, avvicinando le mani agli sbocchi da cui usciva l’aria calda.
    - E hai fatto bene… fuori si gela. – esclamò la ragazza sorridendo.

    Jacob girò la chiave dell’auto, mettendola in funzione, mentre la sua ragazza rimaneva in silenzio, ad ascoltare la musica.
    - I “Cream” ? – esclamò, girandosi a guardarlo.

    Lui sorrise, divertito.
    - Aspetta un momento… - esclamò, allungando la mano verso il lettore Cd.

    Premette un tasto un paio di volta, poi premette play e la musica di “Iris” dei “Goo Goo Dolls” si spanse nell’aria.

    La ragazza sorrise divertita, pensando a quella canzone.
    Era la canzone che stavano passando alla radio la prima volta che si sono incontrati, e quella che stavano ascoltando la prima volta che si sono baciati.

    - Ora va molto meglio. – disse lei, voltandosi a guardarlo sorridere.

    La ragazza si avvicinò al ragazzo baciandogli una guancia.
    Jacob si girò a guardarla, sorridendo, osservando il suo viso contornato dai capelli rossi lunghi fino alle spalle che davano ancora più risalto ai suoi occhi, azzurri come il cielo.

    Il ragazzo allungò la testa, baciandole il collo, mentre lei ridacchiava.

    Poi, il rumore di un clacson, improvviso.
    Jacob si voltò in tempo per vedere un’ombra andargli incontro, poi un boato, assordante.

    Il ragazzo si sentì spingere e l’ultima cosa che vide fu Alyssa che colpiva il finestrino della sua macchina con la testa, poi, il buio.
     
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  2. MementoMori
     
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    Capitolo 2:

    Il buio, nero, profondo.

    Poi dei suoni, no, non dei rumori, delle parole.
    - …si sta svegliando… - sembrava la voce di un vecchio.

    Jacob aprì lentamente gli occhi, venendo abbagliato dalla luce.
    Il ragazzo sbatté le palpebre, facendo abituare i suoi occhi.

    Vide sopra di lui un signore, avrà avuto sui sessanta anni, che lo guardava, felice ma non sorridente.
    - Come si sente? – chiese.

    Jacob cercò di alzarsi, ma il signore lo fermò.
    - No, no, resti sdraiato. – esclamò.

    Il ragazzo girò la testa, guardandosi intorno.
    - Dove sono? – domando.
    - E’ in ospedale… - rispose il signore.

    Jacob lo guardò, notando solo in quel momento il suo camice bianco.
    - Cos’è successo? –
    - Ha avuto un incidente. – rispose il Medico.

    Il ragazzo lo guardò, sbattendogli le palpebre.
    - Un incidente? – domandò, cercando di ricordare l’ultima cosa ch aveva visto.
    - E’ normale avere la mente un po’ annebbiata per i pazienti nelle sue condizioni. – rispose il signore.

    Jacob provò a muovere un braccio, accorgendosi solo in quel momento dei due flebo che gli perforavano la pelle.
    - Le mie condizioni…? – disse il ragazzo, voltandosi a guardare il Dottore.
    - Lei è appena uscito dal coma! – esclamò lui, sorridendogli.

    Il ragazzo sbatté le palpebre, confuso.
    - Coma? – lo interrogò.
    - Lei è rimasto in coma per tre settimane. – esclamò il signore.

    Jacob girò la testa a sinistra e a destra, confuso.
    - Com’è possibile…? – disse.
    - Non si deve preoccupare… - rispose il Medico.
    - Lei si sta rimettendo in fretta… già da domani potrà andarsene. – concluse.
    - Grazie... – esclamò Jacob.

    Il medico gli sorrise, poi si voltò facendo qualche passo.
    - Aspetti! – lo bloccò Jacob, mentre i pensieri degli ultimi momenti prima dell’incidente iniziavano a diventare lucidi.
    - Come sta Alyssa? – chiese.

    Il dottore smise di sorridere e fece qualche passo verso il paziente.
    - Temo di doverle dare una cattiva notizia. – rispose.







    Il vento soffiava freddo, nonostante fosse Febbraio.
    Jacob era immobile, in piedi, con gli occhi fissi sulla pietra di fronte a lui.

    Una pietra squadrata, chiara.
    Davanti ad essa un quadrato composto da piccoli sassi gialli delimitava lo spazio della tomba.

    Il ragazzo guardava la lapide, leggeva l’incisione in oro “Alyssa Hill”.
    Lo sguardo di Jacob si posò sulla foto, era una piccola foto, ovale, mostrava un’Alyssa sorridente.

    Il ragazzo si lasciò cadere sulle ginocchia, sentendo di non farcela.
    Il giovane sentì delle lacrime scendergli lungo il viso, le vide cadere e bagnare le pietre bianche.

    - Io… sono stato io… - sussurrò.
    - … perché?... Perché te?... – esclamò, mentre le lacrime continuavano a scendergli dagli occhi.

    Jacob abbassò la testa, fino ad appoggiarla per terra.
    - …è colpa mia… tutta colpa mia… - disse, singhiozzando.

    Il ragazzo si sentiva svuotato, come se non potesse più muoversi;
    rimase lì, immobile a piangere per diversi minuti, finché il suono di una sirena non lo informò che il cimitero doveva chiudere.
     
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  3. MementoMori
     
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    Capitolo 3:


    Jacob sentiva il rumore delle auto che correvano alle sue spalle.
    Davanti a lui il vuoto, un salto si circa 60 metri, prima di incontrare l’acqua gelida.

    Il ragazzo si voltò a guardare le auto che percorrevano il ponte, senza neanche notarlo, poi tornò a fissare l’acqua che scorreva sotto di lui.

    “Alyssa…” pensò: “So tornando da te.”

    Lentamente mollò la presa sui poggia mani che lo dividevano dalla strada, rimanendo in equilibrio sul sottile bordo del ponte.
    Poi, nonostante la morse che lo prendeva al cuore, spostò tutto il suo peso in avanti, lasciandosi cadere.

    Jacob chiuse gli occhi, sentendo il vento contro il suo corpo, mentre cadeva in picchiata verso l’acqua.
    - Alyssa. – sussurrò, aspettandosi di colpo l’urto con l’acqua.

    Invece Jacob non sentì nulla, anzi, si accorse di non sentire neanche il vento che lo colpiva.
    Combattendo contro se stesso il ragazzo aprì gli occhi.

    Quello che vide lo sorprese, facendogli sbattere le palpebre;
    era a pochi centimetri dell’acqua, solo che non scorreva.

    L’acqua era immobile, come se fosse un fermo-immagine.
    Jacob si accorse di essere anche lui immobile, bloccato in aria, incapace di muovere qualcosa che non fossero le palpebre.

    - C’è un altro modo… - una voce lo sorprese, sussurrandogli nell’orecchio destro.

    Una voce maschile, giovane, ma allo stesso tempo profonda.
    - Torna a casa… - disse la voce.

    Jacob non rispose, ma quello che vide dopo non lo dimenticò mai più.
    Lui cominciò a risalire, ripercorrendo il suo volo al contrario, come se qualcuno avesse riavvolto il nastro di una videocassetta.

    Una forza innaturale lo risollevò, finché lui non tornò con le mani attaccate al corrimano.

    Jacob scosse la testa, chiedendosi se fosse vero o se ora solamente frutto della sua immaginazione.
    Il giovane guardò l’acqua sotto di lui, mentre scorreva, normalmente, poi si voltò verso la strada dove le auto continuavano a correre, come se non fosse successo nulla.

    Insicuro, Jacob scavalcò il corrimano, ritrovandosi nella strada del ponte, poi, dopo essersi guardato intorno, incominciò a camminare.
     
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  4. Pikkola Marty 96
     
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    Bella !! ^^
     
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  5. MementoMori
     
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    Continuo questa FF, che a quanto pare non si è filato nessuno .-.


    Continuo Capitolo 3
    Jacob andò in cucina, arrabbiato.
    Si era aspettato che sarebbe bastato tornare a casa e tutti i suoi problemi sarebbero finiti;
    invece quando aprì la porta si trovò solamente nella sua casa, fredda e silenziosa.

    Si versò del caffè in una tazza, dopodiché rimase in piedi, guardando la cucina.
    Improvvisamente si bloccò, spalancando gli occhi.

    Rimase immobile ad osservare un vecchio specchio, appoggiato al muro della cucina.
    Sbatté le palpebre, notando il suo riflesso;
    non stava seguendo i suoi movimenti, ma rimaneva fermo, con le braccia incrociate e un sorrisetto beffardo in faccia.

    Jacob senza accorgersene allentò la presa sulla tazza, che cadde in terra frantumandosi, ma a lui non importò.
    Fece qualche passo verso lo specchio, con i nervi a fior di pelle e sentendo le mani sudate.

    Improvvisamente il riflesso si mosse, colpendo con forza la superficie dello specchio, che si scheggiò.
    Jacob sobbalzò, facendo un passo indietro appoggiò il piede sul caffè, scivolando e cadendo con la schiena contro il mobile della cucina.

    Sbatté le palpebre, mente dalla crepe dello specchio fuoriusciva un liquido scuro come il buio.
    Questi si riversò per terra, dove iniziò a gonfiarsi e a scuotersi, finché non assunse una forma simile a quella umana.

    Jacob sentì il cuore battergli all’impazzata, osservando la figura di fronte a lui, scura come una notte senza stelle.
    - Ciao. – disse l’essere.
    Il giovane rimase sorpreso da questo saluto.
    - …ciao… - rispose, alzandosi.

    I due rimasero immobili ad osservarsi, l’uomo teso, l’essere perfettamente calmo, come se non ci fosse nulla in grado si dargli fastidio.
    - Chi sei? – chiese infine Jacob.

    L’essere rimase in silenzio per qualche secondo, muovendo leggermente la testa.
    - Mi chiamano in molti modi… se vuoi te chiamami Maskini. – rispose.

    Il giovane ebbe l’impressione che stesse sorridendo, ma non poté dirlo per certo.
    - Non preoccuparti, non voglio farti del male… - esclamò.

    Jacob si sforzò di rendere il proprio respiro più regolare.
    - Che cosa vuoi? – lo interrogò, cercando di mostrarsi più sicuro di quanto fosse in realtà.
    - Ho pensato che potesse servirti il mio aiuto… - rispose l’essere.

    Il giovane sbatté le palpebre.
    - E cosa te lo fa pensare? – esclamò.
    - Mi è sembrato che rivolessi la tua ragazza. – disse, con voce tranquilla.

    Jacob spalancò gli occhi, sentendosi colpito in un punto vitale.
    - E te potresti riportarla indietro? –

    Il giovane quella volta fu sicuro che Maskini stesse sorridendo.
    - Sarei qui altrimenti? – chiese interrogativo.

    Jacob rimase fermo ad osservarlo, chiedendosi se stesse mentendo.
    - E che cosa vorresti in cambio? Sacrifici? Sangue di vergini? – rispose sarcastico.
    - Niente di tutto questo… - ribatté lui. - …mi basta la tua anima. –

    Il giovane sbatté gli occhi.
    - E chi mi dice che devo fidarmi di te? – lo interrogò.

    La creatura sorrise, divertita.
    -Infatti non dovresti… - rispose
    Jacob rimase in silenzio per qualche secondo.
    - Infatti non ti credo. – rispose, infine. – Te sei una specie di demone, giusto? –

    Maskini lo osservò, e per un secondo Jacob pensò di vedere dello stupore nel volto di quell’essere.
    - Si, a volte ci chiamate così… - rispose.
    - E penso che voi possiate usare solo le anime che sono nel vostro “regno”, giusto? – disse il giovane.

    L’essere lo guardò, muovendo leggermente la testa.
    - Detto in modo molto superficiale… si. –

    Il giovane si sentiva piuttosto sicuro, ora che aveva appurato che non era lì per fargli del male.
    - Per questo non credo che tu possa ridarmi Alyssa… sono sicuro che lei non sia finita all’inferno. –

    Maskini rimase in silenzio per qualche secondo, poi cominciò a ridere.
    - Cosa c’è da ridere?! – esclamò Jacob.
    - Te credi davvero che noi prendiamo solo i cattivi? – rispose l’essere.

    Il giovane sbatté e palpebre, preso alla sprovvista.
    - Un tempo era così… ma oramai noi e quelli dei piani alti siamo in guerra… adesso un’anima è di chi arriva primo. – spiegò.

    Jacob rimase in silenzio, bloccato.
    - Vabbè… pensavo solo che rivolessi Alyssa con te… - esclamò, voltandosi, e iniziando a camminare lentamente verso lo specchio.

    Il giovane rimane in silenzio, con lo sguardo basso.
    - Fermo! – esclamò, improvvisamente.

    L’essere si fermò e si voltò, sogghignando.
    - Ci sto. – disse solamente Jacob.

    Maskini fece un passo verso di lui, allungandogli la mano.
    - Allora abbiamo un accordo? –

    Jacob rimase qualche secondo a guardare la mano, poi la strinse;
    si sarebbe aspettato di senti male, o comunque che accadesse qualcosa di insolito, invece fu come stringere la mano ad una persona qualunque.

    L’essere lasciò la sua mano, dopodiché iniziò a camminare verso lo specchio.
    - Hey! – lo bloccò Jacob. – E Alyssa?! –

    Maskini sorrise, divertito.
    - E’ nella chiesa del parco… - rispose.

    Jacob guardò l’essere entrare nello specchio, proprio come i fantasmi attraversavano le pareti nel vecchi film horror.
    L’essere si fermò improvvisamente.
    - Ti devo avvertire però… - disse. - …Alyssa sarà un po’ cambiata dall’ultima volta che l’hai vista… -

    Il giovane sbatté le palpebre, dubbioso.
    - Cosa vuoi dire?! – lo interrogò.
    - Vai e osserva di persona. – rispose, ridendo e scomparendo nello specchio prima che Jacob potesse rispondergli.

    Il giovane vide le crepe nello specchio riunirsi, e in pochi secondi lo specchio fu come nuovo.
    Rimase immobile per qualche secondo, poi indosso il primo giubbotto che trovò e corse fuori di casa.
     
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  6. _Chocol@te_
     
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    Continua dai é bellaaa
     
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  7. LUKa's?
     
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    Bella, scommetto che Alyssa sarà normale con il corpo però strana di carattere, oppure vice versa carattere normale e corpo andato a male XD
     
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  8. MementoMori
     
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    CITAZIONE (LUKa's? @ 12/3/2011, 17:13) 
    Bella, scommetto che Alyssa sarà normale con il corpo però strana di carattere, oppure vice versa carattere normale e corpo andato a male XD

    Anche perchè una persona può cambiare solo nel carattere o nell'aspetto...

    "Se non è zuppa è Pan Bagnato" Cit. xD





    P.S non sono sicuro che sia venuta bene la descrizione di Alyssa in questo cap... ditemi come ve la siete immaginata.


    Capitolo 4:
    I lampioni erano molto vecchi, perciò la maggior parte di essi non funzionava.
    Jacob scese velocemente dalla macchina, chiudendo le portiere dietro di sé.

    Il parco un tempo era rigoglioso e sembrava proteggere la chiesa dalla città, creando un luogo fuori dal tempo e dal resto mondo;
    Purtroppo col tempo quell’angolo di paradiso era stato abbandonato, secondo il sindaco era inutile sprecare soldi per un semplice parco, e quando anche la chiesa fu sconsacrata la gente smise di andare in quel luogo.

    Il giovane si guardò intorno, assicurandosi che nessuno lo stesse guardando, dopodiché scavalcò il muretto che recintava il parco.
    Cominciò a camminare veloce, scostando i rami che gli intralciavano il passaggio e facendo attenzione ai rovi che si agganciavano ai suoi vestiti, come se volessero impedirgli di andare avanti.

    Jacob raggiunse un piccolo spiazzo e, alzando lo sguardo da terra, si trovò di fronte la vecchia chiesa.
    Fece qualche passo e raggiunse la piccola scalinata che permetteva di entrare, ma appena posò un piede sul primo gradino sentì un suono secco, come di vetro che si rompe.

    Abbassò lo sguardo, accorgendosi di aver calpestato e rotto una siringa.
    Il giovane sentì una stretta al cuore, sapendo che oramai solo i drogati erano interessati a quel luogo, dopodiché fece qualche passo, entrando attraverso la porta spalancata.

    Jacob osservò l’interno della chiesa;
    Le panche su cui in tempo le persone s’inginocchiavano a pregare erano oramai ricoperte dalla polvere.

    Il giovane posò lo sguardo su una vecchia statua della Vergine Maria e istintivamente fece il segno della croce, dopodiché rimase immobile qualche secondo, osservando le scritte con cui qualcuno aveva rovinato quell’opera.

    Alzò il viso, osservando le vetrate colorate, illuminate dalla luce della luna, troppo debole per proiettarsi all’interno dell’edificio.

    Jacob mosse la testa, guardandosi intorno, e fu allora che la vide.
    Posata sull’altare c’era una figura scura, dalla forma sferica, che gonfiava e si riduceva velocemente, come se annaspando.

    Il giovane deglutì a fatica, insicuro, dopodiché fece qualche passo verso l’essere.
    Era circa a due metri da lei, quando questa di mosse di scatto, aprendosi leggermente.

    Jacob, colto alla sprovvista, fece un passo indietro, prima di riconoscere il volto davanti a lui.
    Riconobbe i capelli rossi e i tratti del viso, ma il suo corpo era oramai cambiato;
    La sua testa era normale, ma dalle spalle fuoriuscivano delle piume scure che le ricoprivano anche la schiena e le braccia, o meglio, le ali.
    Le penne non coprivano la parte anteriore del torso nudo, ma coprivano del tutto le gambe, che si concludevano con gli artigli tipici di un rapace.

    Il giovane rimase immobile, aspettando una reazione da parte della ragazza, dopodiché fece un passo verso di lei, sentendo i nervi a fior di pelle.
    - Alyssa? – la chiamò.

    Lei mosse leggermente la testa, guardandolo negli occhi.
    - …ja…cob… - disse.

    Lui trasalì sentendo la sua voce, la voce che voleva sentire con tutto se stesso, così familiare ma nello stesso tempo così lontana e debole.

    Improvvisamente, rimanendo seduta sull’altare, spalancò le ali, cingendole ai lati del ragazzo.
    Lui rimase immobile, timoroso che lei potesse fargli del male.

    - Fre…do… - sussurrò.
    Jacob sbatté le palpebre, sorpreso, e con un passo occupò lo spazio tra di loro.
    Alyssa piegò le ali, chiudendo il ragazzo in uno spazio sicuro, dove esistevano solo loro due.

    Il giovane sentì una lacrima scendergli lungo la guancia, mentre guardava quel volto.
    - Perdonami… è stata tutta colpa mia… - sussurrò.

    Lei continuò a guardarlo negli occhi, senza che il suo volto cambiasse espressione;
    Improvvisamente Alyssa allungò il viso verso di lui e gli leccò una guancia.

    Jacob spalancò gli occhi, sorpreso dal tocco della lingua leggermente ruvida sul suo viso.
    - Ja…cob…. – disse lei.

    Il ragazzo sorrise, dopodiché allungò una mano verso il suo viso e, quando fu sicuro che lei non gli avrebbe fatto del male, si sporse in avanti, baciandola a lungo.

    Un bacio lungo e strano, in cui Jacob sentì il desiderio di calore della ragazza venir bloccato, come un animale selvatico tenuto a un guinzaglio troppo stretto.
     
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  9. LUKa's?
     
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    Sbaglio o è diventata una specie di arpia
     
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  10. MementoMori
     
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    CITAZIONE (LUKa's? @ 12/3/2011, 18:48) 
    Sbaglio o è diventata una specie di arpia

    You're right u.u
     
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  11. LUKa's?
     
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    Lo immaginavo, si capisce la descrizione, comunque come mai non stai continuando Blood's upendi?
     
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  12. MementoMori
     
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    CITAZIONE (LUKa's? @ 13/3/2011, 15:49) 
    comunque come mai non stai continuando Blood's upendi?

    per variare un pò... altrimenti sempre Leoni... che noia...
     
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11 replies since 31/8/2010, 20:27   131 views
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