La vita vista dagli occhi di un cane

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  1. chichi97
     
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    Questa é la storia che vi racconto del mio cane, ovviamente mi é stato difficile raccontarla attraverso i suoi occhi, siccome esattamente non sò come sia andata, un pò l'ho raccontata a mio parere e un pò sulla realtà, spero che questo racconto vi piaccia, spero in tanti commenti, lo ho fatto adesso in quattro e quattrotto, non posso notare gli errori siccome l'ho fatto subito ma spero comunque vi piaccia, vorrei che lo commentasse, mi piacerebbe sapere che ne pensate... siccome mi é stato difficile immedesimarmi nel mio cagnolone, ma spero che comunque vi piaccia...


    La vita vista dagli occhi di un cane


    Tutto cominciò così, no, no... fermi, le presentazioni, io sono Rapper, quello che vi racconterà la storia sono io, la mia storia, vista dai miei occhi, bene... ora penso possiamo cominciare, prendete pop-corn e sedetevi pure, ora comincia la storia...
    Tutto cominciò così, ero in Olanda, un posto magnifico, ancora non vedevo niente, ma stavo bevendo del buon latte... dalla mia mamma, era bellissimo, ero molto piccolo e già volevo andare alla scoperta del mondo, aveva gli occhi chiusi, ero piccolo, ma già sapevo che qualcosa di magnifico si celava dietro questo buio pesto, aspettai... Fino a quando arrivò il giorno del mio primo mese, avevo aperto gli occhi e già ero alla scoperta del nuovo mondo, strani cose erano intorno a me, mia mamma mi spiegava che cosa erano, e lo faceva ovviamente anche con i miei fratelli e sorelle, capii subito e andai subito a curiosare, era bellissimo, gli alberi facevano ancor di più bello il posto, il tutto cominciò con la pisciata mattutina, mi scappava forte e così trottai con la lingua a penzoloni per il caldo, era Gennaio, ma a mio parere faceva caldo...
    Annusai lentamente gli alberi fino a trovare un piccolo spazio d'erba vicino ad un albero, sorrisi nel mio modo e andai li, mi abbassai lentamente fino a liberarmi da quel grosso peso, mossi le zampe posteriori fino a graffiare il terreno e farlo andar via, sorrisi e trottai goffamente da mia mamma e mi misi vicino a lei che intanto mi leccava fino a che sentii una voce... << Ready for Snow, cuccioli, si mangia! >> Drizzai le orecchie e mi alzai goffamente fino ad arrivare dalla mia padroncina che ci aveva preparato svariate ciotole con dentro dei croccantini, buttai il muso nella ciotola e cominciai a mangiare goffamente ridacchiando dentro di me, slurp... slurp...
    Finito di mangiare andai dalla mia padroncina che mi prese in braccio accarezzandomi, una volta seduta le misi le zampe sul petto e cominciai a leccarle il viso dolcemente, slurp, slurp, mi sentivo così felice, era bello stare lì, fino a quando non compii 2 mesi, svariata gente venne a prendere cuccioli, compresi i miei fratelli e sorelle, io li guardai con la testa piegata di lato come per non capire, difatti... non capivo, era difficile, ma poi capii che li avevano adottati, lo capii siccome non tornavano più indietro e io intanto rimanevo sempre davanti al cancello anche mentre pioveva, ma loro non tornavano... pensavo si fossero dimenticati di me, ma come ho già detto, dopo un pò capii... mi allontanai tristemente dal cancello e mi buttai triste nella cuccia, che tristezza... ora... mi sentivo solo...
    Ma un giorno, accadde qualcosa di strano, una signora e un signore suonarono al cancello, drizzai le orecchie e mi alzai scodinzolando, la padrona aprì il cancello e sorrise, << siete venuti a prenderli... bene, venite a firmare il contratto e poi vi darò le loro schede... >> La padrona sorrise e si allontanò con dietro i due signori che guardavano un cucciolo dal manto marroncino, me e un dal manto cioccolato, io guardai interrogativo, quello marroncino era più grande di me, mentre quello cioccolato era più piccolo, io ero quello d'età di mezzo... Li guardai sempre con fare interrogativo fino a che i due non mi saltarono addosso per giocare, cominciammo a giocare divertiti fino a che la padrona ci fece smette e ci mise in un cesto, ci guardammo tutti e tre con un punto interrogativo e poi la padrona ci consegnò ai signori, tutti e tre capimmo, eravamo stati adottati, cominciai ad ululare e ad uggiolare, i nostro genitori ci raggiunsero e ci salutarono e così fece la nostra padrona, ci fece un cenno di saluto e poi i due "umani" ci misero in macchina, io guardai l'interno con fare curioso mentre gli altri due rimanevano dentro a dormire, io ridacchiai beffardo e saltai giù dalla cesta ma caddi, lanciai un uggiolio e a quanto pare mi avevano sentito che la signora mi prese in braccio, << Penso abbino fatto una buona scelta... >> Facemmo quello che si può chiamare "naso a naso" e io sorrisi poi la signora mi rimise in cesta ma io la mordicchiai involente e lei capì che volevo stare davanti... così sorrise e mi tenne in grembo coccolandomi alla testa fino a che non mi addormentai.
    I giorni passarono e la noia mi pervase, sbuffavo ogni giorno e cominciavo a distruggere la macchina con morsi ecc... Fino a quando non vidi qualcosa di bellissimo, a quanto pare eravamo arrivati a destinazione, una bellissima casa, specie fattoria si estendeva davanti a noi, due cavalli nitrivano gioiosi e uno stagno di pesci faceva il suo rumore, c'era pure un pollaio e ciò mi divertiva... ma qualcosa di più bello.... gatti, sorrisi beffardo tra me e me, e appena aprirono la porta della macchina prima che mi potessero prendere cominciai a correre goffamente verso un gatto, ma siccome più vecchio, veloce e agile di me soffiò e si mise a correre via e io rimasi lì allibito, i miei amici mi raggiunsero e sorrisero dicendomi in lingua canina: << Dai, seguici, ti facciamo vedere noi come si fa... >> I due che sembravano più esperti di me andarono da un gatto, il cucciolo color ciccolato gli saltò addosso ma il gatto saltò via e il cucciolo sbatté il naso al muro, io ridacchiai e in contemporanea lo consolai, poi il cucciolo marroncino alzò gli occhi al cielo e salì sulla tettoia, e una volta arrivato, in modo silenzioso scese lentamente e saltò addosso al gatto facendolo cadere: << ci vuole astuzia >> Cominciò a ridacchiare divertito mentre io e il cucciolo cioccolato lo guardavamo stupefatti, poi io feci una proprosta: << Ci facciamo un bagno? Il primo che vince... >> Dissi nella lingua canina toccandoli con la punta del mio naso umido, i due sorrisero e in coro dimmo via, ci mettemmo a correre divertiti fino ad arrivare all'orlo dello stagno e urlando insieme "banzai" ci buttammo divertiti, ma per i nostri gusti era troppo alta e fredda e una volta entrati comincia a muovere le zampe a vanvera, ma incapace di nuotare rimasi lì immobile, così fece pure il mio amico cioccolato, mentre il cucciolo marrone, siccome più grande di noi, ci prese per le colottole e ci trascinò a riva e insieme tossimmo... << Grazie... >> Dissi assieme al mio amico, mentre il cucciolo marroncino sorrise e si scorlò, così facemmo anche noi e poi trottammo dai nostri nuovi padroni sporcandoli di acqua divertiti.
    I tempi però passarono, passò 1 mesetto e un giorno presero solo me in macchina, non ne capivo il motivo, ma lasciai fare, mi portarono giù in un altro paesino li vicino, continuavo a guardare dalla finestra il magnifico paesaggio finché la macchina si fermò, scesi e salii sul sedile anteriore e scesi dalla porta aperta, vidi una casa davvero carina, con un bel giardino, i miei padroni mi presero in braccio e suonarono al citofono, dalla porta della casa uscirono un signore e una signora con i due figli, le due famiglie si scabiarono saluti e dopo una lunga chicchierata mi salutarono e mi lasciarono li, pensavo mi avessero abbandonato ma un oretta dopo capii che i miei veri padroni erano loro, mi divertivo con loro, sopratutto con i figli e col papà, mi divertivo a saltargli addosso e a mordere i rami del salice li vicino, ma la cosa più divertente era mordere i divani, yuppi, che divertimento...
    Il giorno calò in fretta ed arrivò la notta, non riuscivo ad addormentarmi, ancora mi mancava la mia mamma e la mia padrone e poi mi mancavano i miei amici e i miei padroni di prima... cominciai ad uggiolare ma qualcuno scese dalle scale vicino e mi raggiunse: era il papà dei ragazzi, mi si avvicinò e mi portò fuori dalla lavanderia e mi portò sul divano, insieme ci appostammo e lui si mise a dormire, io sorrisi e mi accoccolai vicino a lui leccandogli la faccia fino ad addormentarmi.
    Il giorno dopo appena sveglio trovai qualcosa di interessante, salii furbesamente le scale e trovai l'armadio aperto, il mio naso non tradiva, li si che c'era qualcosa d'interessante... curai che non ci fosse nessuno e poi a passo silenzioso entrai nella stanza e trovai un cassetto aperto dell'armadio, dentro c'erano mutande... cosa molto interessante... ne presi fuori un paio e poi scelsi quale preferivo, ne scelsi una rosa con dei fiori e vedendo che mi avevano visto corsi giù dalla scale divertito e cominciai a correre scappando da tutte le parti e una volta che pensavo fossi in salvo comincia a mangiarle fino a quando non mi beccarono e mi sgridarono, ci rimasi male, ma sapevo che avrei cotninuanto a farlo... già una strana risata furbesca era dentro me...
    Il tempo però passò, ormai ero diventato un adultone, ed in famiglia erano arrivati nuovi figli, due ragazzine, ormai cresciute anche loro, quella più grande sapeva già andare in bicicletta, mentre quella più piccola stava imparando ad andarci senza ruote, andavamo sempre nel giardino di fuori dove c'era la discesa, le metteva le gambe larghe e si lasciava scendere, la mamma filmava e io la rincorrevo, e ogni volta che saliva diceva: << madona, come lé duro... >> Io mi mettevo a ridere e le mordicchiavo le scarpe, capivo dentro di me che lei sarebbe stata quella che mi sarebbe stata più vicina, era nata per stare con gli animali, me lo sentivo, era un amante degli animali e ciò mi faceva felice...
    Ma quello che anche mi stava molto vicino era il papà, mi portava sempre a spasso, era con lui che mi divertivo a giocare, era bellissimo, ma sopratutto, il divertimento arrivò quando tornò l'inverno, la neve cominciò a scendere frenetica sul mio pelo, e mi imbiancava di grossi e goffi fiocchi, i mi spaparanzavo nella neve e ci cacciavo il muso e poi lo tiravo su facendola volare, era la cosa più divertente che mai, mi divertivo come un matto, un giorno poi siamo andati in montagna con i nonni e io mi spaparanzavo sulla neve cominciando a mangiarla divertendomi, intanto mamma e papà facevano foto, era un divertimento gratuito, quella si che si può chiamare famiglia...
    Presto però l'inverno finì ed arrivò la primavera e l'estate, un giorno i miei "ex" padroni portarono il macio, cucciolo ormai adulto color cioccolato, e Labi, cucciolo marroncino ormai adulto, era felice rincontrarli, ero contentissimo, sopratutto quando andavamo al lago, io scansafatiche mi buttavo sulla sabbia mentre i miei padroni lanciavano il legno, il macio si buttava a prenderlo e quando veniva io gli rubavo il legno e lo portavo ai padroni, faceva la stessa cosa con il Labi, era divertentissimo, il macio e il labi ridevano anche se un pò stupefatti mentre io ripetevo la frase che diceva una volta il mio amico Labi: << ci vuole astuzia >> Ridacchiavo e così facevano anche loro, Labi era il più vecchio, ormai... tra tutti, aveva già dieci anni anche se non sembrava per i miei gusti, ma in effetti si capiva per il maldischiena che provava, ma capii di più il tutto quando i due tornarono a casa e dei giorni dopo i padroni ci chiamarono dicendo che il labi era morto, delle lacrime sofferenti cominciarono a scorrere sul mio viso, che tristezza, era un nostro grande amico... mi venne a pensare il macio, chissà come stà lui... appiattii le orecchie e le zampe le incrociai tristemente e intanto la più piccola mi veniva incontro a si sedeva con me abbracciandomi anch'essa, triste... ma ciò, era la vita... era il mondo, la natura che lo aveva voluto, speravo di rivederlo... anzi, io sapevo che lo avrei rivisto, una volta lassù... feci un sorriso tra me e me e mi addormentai tra le braccia della piccola.

    Passarono gli anni, cominciavo ad invecchiare, il dolore alla schiena mi pervase e la fatica ad alzarmi mi perscuoteva, oltretutto ero un pò incicciottito, ma ciò non mi porgeva fastidio, di più lo erano i dolori, e ciò mi annoiava, non riuscivo più ad alzarmi, un giorno quando i miei padroni se n'erano andati a cena mi ero fatto male ad una zampa che mi si era gonfiata tutta, non mi hanno portato dal veterinario perché si poteva ben capire il mio stato, poi volevano tenermi ancora un pò e secondo me era giusto, ma se avrei avuto altri dolori glielo avrei fatto capire, avrei voluto passare più tempo con loro, lo so... magari per voi 13 anni sono tanti, ma quando ti affezzioni a qualcuno ti sembrano pochissimi, per me é questo che penso, 13 anni per sono pochissimi, avrei voluto star con loro di più, ma questi momenti di amore e gloria mi sono piaciuti, gli ultimi mesi assieme li abbiamo passati a casa, tra coccole e cibo a raffica, a volte scherzavamo e a volte piangevamo, ma arrivò il giorno, in cui tutti piansero, il giorno della mia morte, ero ormai vecchio, e il dolore mi stava uccidendo, guardai con occhi pieni d'amore i miei padroni e le bimbe, era arrivata la mia ora, e glielo stavo facendo capire, facemmo ancora un paio di foto, ma arrivò quel giorno, il mio padrone mi richiamò in macchina, mi alzai a fatica, barcollando, le bimbe mi salutarono, di più quella più piccola che quasi non voleva lasciarmi andare, ma poi mi lasciò e il padrone mi prese in braccio e mi trasportò in macchina, una volta partiti il viaggio sembrò durare un eternità, ma per me era quasi meglio, ma poi quella eternità finì, eravamo entrati dentro nello studio, il veterinario ci chiamò, ci fece entrare, io lo leccai e lui mi salutò eravamo vecchi amici, come si suol dire...
    Comunque, andando avanti, eccomi nello studio, mi fece salire sul tavolo e io ci salii con fatica, mi stesi come sapendo già cosa mi stava per accadere e lasciai fare tutto a loro, vidi i miei padroni piangere, mi abbracciarono per l'ultima volta e poi il veterinario mi inniettò tranquillamente la siringa, i miei occhi si spensero, il respiro rallentò e poi cessò, il cuore si era fermato, sentii come il mio corpo trasportarmi su fino a toccare terra, mi guardai intorno, riconobbi 2 persone... il nonno, morto qualche anno prima di me... e il Labi, sorrisi e cominciai a correre, mi sentivo più leggero, mi guardai intorno, non sentivo dolore, ero come tornato cucciolo, salutai il nonno e poi corsi incontro al Labi, cominciammo a giocare divertiti, e quel divertimento non finì mai, ormai la famiglia era di nuovo riunita in quella che si può dire una nuova casa...

    Ed é questo che vi ho raccontato, la mia storia, la storia vista attraverso i miei occhi, ve la ho raccontata dal cielo, ora devo andare, il Labi mi stà chiamando, ora andiamo a giocare, spero di rivedervi un altra volta, vi saluto... a presto, ah... e perfavore salutatemi le due bimbe e la mia famigliola, e non dimenticate il Macio, a presto ragazzi!



    FINE
     
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  2. chichi97
     
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    Up....
     
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  3. Saidia
     
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    Io l'avevo letta prima ma non l'avevo commentata.
    E' molto bella, davvero.
    Non è facile esprimere cosa sente qualcun'altro, sopratutto se non è qualcuno di... umano.
    Anche io avevo un cane che è morto ora... Era mio dall'età di 8 anni... =(
    Comunque ribadisco che è davvero bella e che si vede che è stata scritta con sentimento vero.
     
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  4. chichi97
     
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    Grazie Saidia, mi dispiace per il tuo cane, Rapper invece c'era prima che io nascessi, mi manca tanto, ma anche se é morto non smetto a pensarlo e penso che questo sia giusto, ora sono in un posto migliore Rapper e il tuo cane, io ho sempre creduto alla storia dell' "arcobaleno" dei cani, anche adesso, chissà... magari é tutto vero ...
     
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3 replies since 27/1/2010, 15:20   352 views
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