Il Tesoro dei Cieli

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  1. 'Ell
     
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    Oh Merlino è stupendossssssssso. *__*
    Era ora che arrivasse un bel baciozzo lo stavo giusto aspettando. v.v
    Che carino Klonoa, è geloso del fatto che lei si deve sposare quando torna sulla terra. <3
    Ma non la fai sposare vero... Vero? ò.ò
    E Julian... Ah Juliaaaan. <3 *Vede Yuna prendere una sedia e minacciarla* Ehm, ok sto zitta. xD
    Molto carino questo capitolo mi è piaciuto tantissimo ed è stata particolarmente toccante la scena della lapide ma ho amato quella del bacio. <3 v.v
    Ti prego posta presto il prossimo capitolo che sono curiosa. <3
     
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  2.  
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    Ho fatto un mini video sulla mia pazzia momentanea sulla storia. Poi stasera "si spera" che riesca a metterlo qui nel topic del forum^^

    Ahahah missà che aspettavate solo quel bacio. Poi vedremo che succederà nel settimo capitolo, che è collegato al sesto per varie cose.

    Grazie ancora a te, a Yuna e agli altri che mi sostenete per far continuare la storia^^
     
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  3. =Yuna88=
     
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    Juliaaaaaaan *ç*
    Scusa Michi io ti sostengo lo sai u.u *pensa a Julian*
    Ok basta xD
     
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    Ecco il mio piccolo sclero su questa storia. Per lei adorate Fan e i miei fan...

    Che lo Sclero (mini) Totale abbia iniziooo!!! XD


     
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  5.  
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    E siamo al settimo...

    _SETTIMO CAPITOLO_



    Quella sera il cielo era pieno di stelle fredde ma anche magnifiche. Si diceva che tutti quei punti argentati siano le anime di chi è scomparso e ha avuto il privilegio di salire in cielo per osservarci. Ma mio padre e quello di Klonoa erano tra quei punti? Io lo speravo tanto, speravo che mio padre fosse lassù. Rivedere la sua lapide quel giorno mi aveva ridato sensazioni e sentimenti, che forse avevo represso per molto tempo, in una parte di me stessa. Ma sapevo anche quel pianeta che accoglieva tutti i caduti del cielo, per lui era una colpa. Ripensai ai suoi silenzi o al suo sguardo oscuro, quando si parlava dei nostri padri...
    <<a cosa pensi?>>
    La voce di Julian mi ridestò dai miei pensieri e dall'incanto di quel cielo silenzioso; mi voltai e mi ritrovai le sue labbra adagiate sulle mie, e mi sentii avampare le guancie. Fortuna che la mia pelle leggermente scura, nascondeva un pò quello stato di imbarazzo e follia insieme. Poi lui si staccò e io sospirai...
    <<sto pensando a Robert>>
    Lui mi guardò come se avessi detto una bestemmia sorprendente, e fece un sorrisetto malandrino...
    <<oh là, che novità è questa? E' da molto che non dicevi quel nome>>
    Era vero. Erano due anni, che non chiamavo Klonoa con il suo vero nome. Di solito lo chiamavo Robert quando ero incazzata nera con lui, per un qualche motivo mio. Guardai Julian e lo presi per mano, poi mi alzai in piedi e m'incamminai con lui dietro per quella terra, dove regnava una gran pace; dove il tempo sembrava non passare mai. Alcune lapidi e croci, disegnavano sull'erba mossa lentamente dal vento fresco, delle ombre, che per chi non era abituato a quel posto, poteva farlo apparire un luogo che incuteva timore e tristezza; in me invece mi dava un senso di calma. Ci fermammo davanti ai resti di quello che chissà quanti secoli addietro, doveva essere un tempio...
    <<insomma...io penso che lui, in tutti questi anni si sia dato la colpa, in parte per l'incidente successo quindici anni fa>>
    Sentii la sua stretta nella mia mano...
    <<che intendi?>>
    <<vedi...Klonoa mi ha detto, quando stavamo insieme...che: quel giorno aveva distratto suo padre dal posto di guardia, perchè voleva fargli vedere un qualchecosa, ora non ricordo. E quindi suo padre, non aveva potuto capire dove si trovasse il dragone...>>
    Sentii Julian sospirare e imprecare...
    <<se pensa questo è un'idiota al cubo!>>
    Mi voltai. Avrei voluto ridere a quella sua battuta, ma lo guardai semplicemente in cagnesco e gli tirai un cazzotto alla spalla. ma lui rise al mio gesto...
    <<ehi non prendertela. Va bene che lui è il tuo ex, migliore amico barra fratello. Ma se, ancora si da una colpa del genere lo è. va bene, io lui andiamo d'accordo come cane e gatto, o che per mia sia un tipo strambo, oscuro, testardo e chi più ne ha, più ne metta...ma secondo me, è stata solo una coincidenza>>
    Gli passai un dito sul collo caldo e slanciato e lo guardai...
    <<anche per me...ma per lui...non credo...>>
    Mi sentii presa per un fianco e guardai Julian. Mi portò verso di lui e mi baciò. Facendomi passare ogni pensiero negativo, e facendomi tacere. Mi sentivo prendere da lui, fin nell'intimo. Mi sentivo ribollire di caldo e di una voglia mai descritta; ci staccammo di colpo e ci guardammo negli occhi. Era chiaro, io volevo lui, lui voleva me...

    Quella notte passò velocemente. Avevamo dormito sul ponte, dove ci eravamo baciati, avvolti da una coperta, che Bart mi aveva buttato addosso, quando Cora si era ormai addormentata. Mi svegliò il vento fresco dell'alba; aprii gli occhi e guardai il cielo: era di un tenue azzurro e vi era del rosa un pò sfumato. Le stelle erano scomparse e si poteva vedere il vento muovere l'erba intorno alla nave-veliero che era ancora sottoforma di sottomarino volante; alcune lapidi splendevano nei loro colori chiari e i resti dei templi e delle chiese, parevano cantare una canzone lenta ma silenziosa. Mi alzai piano, per non svegliare Cora, lasciandola avvolta nella mia giacca di pelle e la coperta. Andai alla mia cabina, dove avevo lasviato il mio snowboard ma non vi trovai Julian. Che fosse già in piedi da qualche parte? Non vi pensai su molto e corsi fuori. Mi voltai verso il punto in cui avevo lasciato Cora, dormiva ancora e sorrisi. Scesi dal ponte di attracco e corsi sulla distesa erbosa; poi mi fermai in un punto non molto lontano dalla nave e diedi un colpetto al pulsante sotto la tavola da snow che si accese subito. La lasciai andare e quella planò sulla terra e si fermò a qualche centimetro dall'erba. Respirai profondamente, l'aria mi entrò nei polmoni, facendomi rabbrividire e dandomi una cossa frizzante. Guardai la tavola e ci saltai sopra, posizionando i piedi nei lacci che si strinsero da soli ben saldi. Scrocchiai il collo e con il piede destro feci andare in su la punta della tavola e cominciai a salire pian piano. Mi guardavo in giro e tutto ciò che mi circondava cominciava, a diventare distante e piccolo. Poi mi ritrovai all'altezza del ponte di comando della nave e diedi un forte colpo alla tavola, che in pochissimi secondi mi buttò in alto con essa ad una velocità incredibile. Mi ritrovai a salire verso il cielo e "bucare" le poche nuvole leggere che lo circondavano. Ad un certo punto mi bloccai nel nulla; l'azzurro mi circondava il vento non si sentiva. Era davvero un pianeta strano, ma bello, anche se lugubre e in certi sensi macabro. Misi le braccia conserte al petto e guardai attraverso gli occhialoni da pilota il cielo. Il silenzio ne era il re incostrastato, era come se fosse tutto irreale, ma avevo come la sensazione che lui, fosse li con me. Come se mio padre fosse a qualche centimetro da me. Chiusi gli occhi e lo pensai: lo ricordavo alto, con i capelli rossastri-castani, il pizzetto e gli occhi castani. I suoi stivaloni simili ai miei e la sua giacca di pelle e il suo profumo. Poi come se la sua voce fosse dentro di me, sentii sussurrare il mio vero nome...
    <<papà...>>
    Chissà perchè, ma in quel sussurro era come se, avessi avuto la certezza che mio padre, si fosse guadagnato un posto nel cielo. Che fosse una delle tante stelle che ogni notte illuminava il mio cammino. Aprii gli occhi, e la luce mi prese un pò la vista. Era fastidiosa ma anche una stupenda sensazione. Aprii le braccia come se fossero state ali, e con la schiena mi buttai verso il basso, come se mi stessi sdraiando. Il motore rombò un pò, ma con uno scatto del piede sinistro, che si tolse dal suo laccio spensi il motore dandogli un colpetto ad un altro bottone più piccolo sulla punta della fine dello snowboard. Poi mi lascia cadere giù. Senza nulla, con il vento che fischiava e mi arrivava contro. Mi sentivo libero e urlaii...
    <<iuhhhhhhhhh uhhhhh!!!>>
    L'eco della mia voce si perse nel nulla su cui precipitavo. Poi guardai in basso, stavo per schiantarmi, sorrisi felice e scaltro, e con il piede destro pigiai un piccolo pedale da cui uscii un bastone lungo e uscirono due tele che formarono una vela. E con movimenti ritmici e ben misurati, la tavola smise di cadere veloce e prese a planare. Arrivai comunque rasoterra a velocità assurda e presi a volare, come se fossi stato in cielo. Non vi era nulla che poteva fermarmi, saltavo lapidi e croci qua e la, zig-zagavo tra le rovine facendo rombare un pò il motore. era una sensazione unica, mi sentivo libero. Ogni pensiero, ogni colpa parevano leggere in me, quei ricordi; quella notte, quelle urla che nei miei sogni rieccheggiavano da anni erano lontane da me. Sentivo solo la risata felice di mio padre, o il mio nome detto in modo da padre, fiero e felice...

    Mi svegliai, ma non sentii il corpo di Klonoa accanto al mio. Dov'era andato? Il vento mi scompigliò un pò i capelli e mi guardai attorno, era rimasta sul ponte di comando? Quindi avevo dormito li? Poi mi accorsi che avevo addosso qualcosa di pesante, e mi guardai: avevo addotto il giubbotto di lui e una coperta. Carezzai quell'indumento e sentii il profumo di Klonoa, era come di erba fresca e schiuma da barba. Feci una piccola risata e mi alzai. Ormai si era fatto giorno, e vidi che vi era movimento sul ponte e all'interno del sottomarino. Andai verso una porta aperta e vi buttai dentro la coperta; poi tornai verso il ponte, verso la prua e vidi a terra Julian e Siry che guardavano qualcosa. Scesi svelta...
    <<ehiii!!! Siry!!!>>
    Dissi correndo da lei, che si voltò e mi accennò un sorriso...
    <<buongiorno Siry; che succede?>>
    Le chiesi, dato che Julian contintuava a guardare in alto anche se aveva uno strano sorriso soddisfatto dipinto sul volto...
    <<sta arrivando>>
    Mi disse Siry con tono allegro e indicando il cielo. Alzai lo sguardo e scrutai l'azzurro acceso, con delle nuvole che sembravano ovatta e dopo qualche secondo vidi un puntino cadere giù velocissimo...
    <<ma che?>>
    Poi il puntino, divenne sempre più visibile: era una figura, ad ogni metro che guardagnava di picchiata realizzai che era Klonoa. Restai senza fiato, ma cosa stava facendo? Cadeva sempre di più, senza fermarsi, stava come per schiantarsi al suolo, il mio ciore urlava dentro di me "fermati" ma poi lui fece un gesto strano e dalla sua strana tavola uscì come una vela e tornò in posizione eretta e sfiorò la terra a qualche metro da noi...
    <<il solito esibizionista>>
    Sentii dire Julian e poi vederlo ridere...
    <<vai Klonoaaa!!!>>
    Siry guardava il suo amico scomaprire lungo la distesa di erba a velocità incredibile. ma che stava facendo? Non riuscivo a capirlo, ma la cosa mi attirava di più. Lui mi attirava a se. Poi ripensai al bacio della sera prima, era stato dolcissimo, ma anche improvviso. Il mio cuore cominciò a scalpitare, e guardai Siry, cercando di nascondere l'imbarazzo...
    <<secondo...secondo te...cosa prova?>>
    Le chiesi. le mi guardò e si mise le mani sui fianchi, per poi tornare a fissare il punto in cui Klonoa era sparito veloce...
    <<libertà assoluta>>
    Doveva essere una bellissima sensazione. Chissà cosa vedeva lui da lassù, cosa provava a volare così su una tavola ed essere sempre come sicuro. Poi lo vidi tornare verso di noi, ma a velocità moderata...
    <<bel giubbotto comunque>>
    Sentii il tono inteso di Julian colpirmi e mi voltai, e lo vidi prendere Siry per mano e fischiettare qualcosa facebdo finta di nulla e se ne tornarono verso la nave. Erano strani quei due quella mattina; anche Siry mi era apparsa come soddisfatta o appaggata da qualcosa. Poi mi voltai e Klonoa era davanti a me; in piedi sulla sua tavola. Ci guardammo e lui si tolse gli occhialoni e si piegò sulla tavola per raggiungere la mia altezza...
    <<ciao Klonoa>>
    Gli dissi semplicemente, scompigliandoli i capelli che già lo erano di per loro. Erano freschi e arruffati. Poi lui mi si avvicinò, ma prese la via del mio orecchio destro e sentii il suo respiro caldo sul mio collo e un brivido di piacere mi percorse la schiena e mi scappò un piccolo gemito...
    <<voglio dirti il mio vero nome...sono Robert>>
    Mi sussurrò piano. Robert? Quello era il suo vero nome? Chiusi gli occhi e capii che non dovevo fare domande. Mi avrebbe svelato il perchè lui. Ma quel nome mi fece sciogliere il cuore, e mi sentii libera. E sentii le sue labbra sulle mie, che unii quasi subito alle sue...

    <<capitano...>>
    Il Capitano Nemo si voltò verso chi lo aveva chiamato. Davanti alla porta vi era Elettra, sul suo volto vi era dipinto lo stupore, ma anche lo shock...
    <<cosa succede Elettra?>>
    Gli chiese scrutandola negli occhi verdi smeraldo. la donna si avvicinò a lui, con passo meno sicuro e un pò tremante...
    <<il segnale...il segnale è arrivato...è suo Giove>>
    La sua voce era tremante e insicura. Nemo si voltò verso una foto che era attaccata al muro: vi erano degli uomini su un ponte di una nave, e due bambini sulle spalle di due uomini inginocchiati davanti all'obbiettivo della macchina fotografica. Si avvicinò ad essa. La scrutò scuro...
    <<richiama tutti, è ora di partire>>
    <<ma Marlin, tu credi che i ragazzi...>>
    Il capitano Nemo si voltò verso il colonello Elettra e le si avvicinò, per poi posarle una mano su una spalla...
    <<temo sia arrivato il momento>>
    E si voltò a guardare di nuovo al foto appesa alla parete...

    Continua...
     
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  6. =Yuna88=
     
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    Julian Tesssssooooorooooo *ç*
    Ok ok nn posso altrimenti tradirei mio marito u.u XD
    Bellissimo Michi... adoro :) questo capitolo è pure più spettacolare degli altri... lo adoroooo *_*
     
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  7. 'Ell
     
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    Oh Merlino beato... o.o
    Quoto co Yuna, questo capitolo è anche più spettacolare degli altri. <3
    ''Libertà assurta'' ecco questo è il punto in cui mi si è sciolto il cuore. In fondo penso che tutti gli uomini cerchino proprio questo. Una libertà assurda. v.v
    Penso che tu sia molto brava ad esprimere i sentimenti dei tuoi personaggi, è una cosa molto positiva il fatto che riesci ad emozionare chi legge. E credimi che mi hai emozionata moltissimo con questo capitolo. Tra l'altro sono morta dal ridere quando hai scritto 'sembrava appagata per qualcosa', quasi morivo. xD
    Ps. Julian it's fantastic. v.v

    Ah che carino il video. <3

    Aspetto presto il prossimo capitolo che ormai sono ansiosa di sapere cosa succederà... o.o
     
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    Grazie a tutti!!! Pensavo che quando Klonoa si buttava giù a qualcuno, venisse un infarto XD...
    Anche se credo che a lungo andare, farà anche di peggio XD...

    Vedo che qui sono tutte fan di Julian eh! Volete aprire un fan club? XD

    Grazie a Yuna e a Ell delle recensioni. Mi fate sempre venire voglia di continuare a scrivere, e i vostri consigli mi aiutano molto.

    Quindi se ne avete ancra da darmi fatelo pure anche via msn, perchè x l'ottavo capitolo sto a corto di idee...
     
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    Ci siamo...preparatevi...

    _OTTAVO CAPITOLO_



    Il Capitano Nemo ci richiamò e ripartimmo, più presto del previsto. Qualcosa non andava, me lo sentivo. L'atmosfera nell'equipaggio si era fatta tesa, e quando cercavo di capire cosa stava succedendo me lo impedivano con gli sguardi. Poi Elettra chiamò sia me che Siry e ci ordinò di stare in mensa fino a nuovo ordine. E infatti appena capii che eravamo usciti dal Pianeta Azzurro, dato il fischio dell'allarme e il rumore dei congegni della nave che stava tornando alla sua originaria forma, eravamo stati chiusi nella sala dove si consumavano pranzi e cene con gli altri. Io e Siry eravamo seduti allo stesso tavolo, e sentivamo Mirella spigniattare nella cucina...
    <<ma perchè ci hanno ficcato qui?>>
    Mi chiese Siry con occhi insicuri e rigirandosi tra le mani la sua fida serratubi da due chili...
    <<non ne ho la più pallida idea>>
    Dissi mentre osservavo il soffitto sdraiato su una panca. In effetti anche io mi stavo chiedendo la stessa cosa. Restammo per non so quanto ad ascoltare Mirella, che cantava canzonaccie piene di parolacce e volgari; poi la donna ci raggiunse, portandosi con se un odore di unto e fumo. Si sedette sulla panca su cui ero sdraiato; fece un paio di boccate della sua sigaretta, non so quale numero era, ma di sicuro aveva superato già la soglia delle sei in poche ore...
    <<stasera si cena tardi>>
    Disse acida e aspirando il fumo, con un respiro lungo e profondo...
    <<chissà perchè, ma temo a chiederti cosa hai cucinato>>
    Disse Siry, per spezzare quel silenzio imbarazzante e ce serviva a poco; dato che cominciavo ad innervosirmi molto...
    <<e allora per la tua incolumità non chiedere cara>>
    Disse la donna con un sorriso malefico, per poi scoppire in una risata rauca. la guardai...
    <<che hai cucinato?>>
    Mirella smise di ridere e mi guardò in cagnesco...
    <<budella di tartaruga e cervella di granchio celeste>>
    Mio Dio, ma era una cosa vomitevole. ma perchè quella donna da quando eravamo partiti, aveva cominciato a fare piatti strani e per niente tranquillizzanti da assaggiare? Ma io e Siry ci ritrovammo a ridere. Mirella si alzò borbottando molto chiaramente, in quanti diversi modi ci avrebbe uccisi e cucinati e si rinchiuse nella sua cucina, imprecando e lanciando una padella, per motivi oscuri...
    <<ecco che...il tesoro c'è...basta che...guardi intorno a te>>
    Stavo canticchiando quella canzone che conoscevo da una vita. Era conosciuta tra i marinai, anche se era di tema ecologista, mentre continuavo ad osservare il soffitto della mensa: quel bianco mi stava rendendo quasi isterico, ma restai in silenzio...
    <<ho fatto l'amore con Julian>>
    Quelle parole mi tolsero come il respiro e nel tirarmi su caddi a terra imprecando e facendo un tonfo incredibile. Ma cosa diavolo? Cioè l'aveva fatto con...oh santissimo...
    <<tu cosa?>>
    Balzai in piedi di scatto e la guardai...
    <<non mi fare ripetere, che hai capito benissimo>>
    Mi sedetti sulla panca gemendo forte. Oh santo cielo, Siry che faceva una cosa femminile. Con me erano già stati tanti sei baci in sei mesi di relazione e con quel bell'imbusto aveva già...
    <<ci rinuncio>>
    <<non dirmi...che sei geloso eh!>>
    <<io? Ti pare? Ma appena avrò Julian tra le mani, vedrai...>>
    Siry balzò sul tavolo con un'agilità mai vista e mi minanciò con la su pinza a pappagallo, come fosse stata una spada...
    <<vacci piano. Perchè anche tu, ti sei consolato bene>>
    Eravamo faccia a faccia e ci stavamo per menare. Non sarebbe stata la prima volta che lo facevamo, ma venimmo interrotti da un rumore della nave...
    <<ma cosa sta succedendo?>>
    Era il tipico rumore, di quando la nave stava atterrando. Guardai l'orologio che avevo al polso destro; da quando eravamo stati chiusi in mensa erano passate almeno tre ore di viaggio...
    <<stiamo...atterrando>>
    Ma com'era possibile? Ma prima che potessimo dire altro, la porta della mensa si aprì e sulla soglia vi era Elettra...
    <<voi due, dovete venire con me>>
    Il suo volto era strano. Era freddo e distaccato, ma i suoi occhi erano come allarmati. Ci portò alle nostre cabine, ordinandoci di vestirci pesanti. Mentre mi vestii Julian era silenzioso e non mi guardava, si c'era qualcosa che non andava. Finito di indossare il giubbotto più pesante, Elettra ci richiamò e caminammo in silenzio, fino ad uscire sul ponte inferiore. Raggelai allo spettacolo che mi si parò davanti: eravamo su Giove. Era il pianeta più grande della galassia, dieci volte più della Terra stessa; era di un giallo chiaro e un marrone scuro ed era noto come la stella mancata, ma anche come il pianeta più freddo di tutti. Eravamo almeno 150° sotto lo zero, e infatti vi era sulla sua superfice della leggera neve. Scendemmo a terra, dove i miei stivali affondarono leggermente nella neve. Ad attenderci c'era il Capitano Nemo, era vestito di bianco dalla testa ai piedi, con i suoi paramenti e medaglie; ci guardò freddo e scostante e ci fece cenno di seguirlo. Elettra rimase vicino alla nave, e ci movemmo dietro al capitano; cosa stava accadendo? Il mio cuore cominciava a farsi pesante, avevo una brutta sensazione, avevo come voglia di andarmene, di fuggire da li in qualche modo e subito. Caminammo molto, anche ser era difficile muoversi tra la neve e il vento gelido che ci soffiava addosso pesante e che mozzava il fiato...
    <<statemi a sentire. Tempo fa, ho lanciato un certo tipo di segnale, per ritrovare una cosa. Ebbene quel segnale è arrivato ieri, dopo molto cercare e...credo sia arrivato il momento che voi... sappiate e vediate una cosa...>>
    Il suo tono era grave e come sofferto. In lontananza si vedeva un qualcosa di grosso e strano. Man mano che ci avvicinavamo, la cosa prendeva forma: era come lunga e di metallo. Poi ci fermammo a circa una ventina di metri da quella strana cosa: non era possibile...
    <<oh mio Dio...Robert!>>
    Sentii esclamare Siry. Il suo tono era tremolante, era come incredulo. Mi sentii quasi mancare, come era...come fosse...possibile tutto ciò? Mi girai verso il Capitano Nemo, lui fece un cenno di si; mi voltai verso quella cosa e presi a correre, anche se con la neve era impossibile farlo, ma niente poteva fermarmi in quel momento. Niente doveva impedirmi di vedere. Arrivaii alla capsula che era incastrata nella neve, e gli mancava la parte superiore, il muso. la conoscevo quella capsula, era quella di salvataggio della Master Bit; era quella su cui...
    <<no...nooo!!!>>
    Sentii urlare Siry di dolore e mi voltai, stava piangendo e mi guardò...
    <<loro...Robert...sono i nostri padri...è mio padre!!!>>
    L'ultima parola la gridò nel nulla, la voce strozzata, rotta dal pianto, i suoi occhi sul fondo della capsula. Guardai giù e il mio cuore si spaccò come in mille pezzi: all'interno di quel rottame vi erano due corpi. Indossavano uno: la tuta da meccanico, simile a quella di Siry e l'altro...aveva degli stivali, un paio di jeans come i miei e una maglietta e sul viso due occhialoni da pilota. Erano i resti di mio padre e del padre di Siry. Erano due cadaveri congelati, con addosso solo i vestiti e i loro scheletri. Altro non vi era. Mi sentivo male, ero come imprigionato, come se stessi soffocando. Le lacrime mi sgorgarono dagli occhi senza freni, la gola mi faceva un male cane. Volevo urlare, volevo...non sapevo più che volevo. Ma vidi un qualcosa che si muoveva per via del vento, erano verso il fondo della capsula, erano dei fogli. Il mio istinto mi fece coraggio e andai verso di essi, allungai la mano sfiorando appena i due corpi e presi quei fogli. Erano due, e con due scritture diverse. Poi tornai come alla realtà. Come se fossi stato nel silenzio più assoluto, dove non vi era niente e nessuno, dove non vi era ne caldo ne freddo, ma solo il nulla, il buio. Tornai alla realtà e sentii Siry urlare di dolore e piangere forte, mi guardai in giro e la vidi tra le braccia del Capitano Nemo che nascondeva il viso e buttava fuori il suo dolore. Balzai giù dal rottame, e il Capitano allungò un braccio invitandomi a lui, ma io guardai il cielo: era bianco, non vi era nulla. Il vento ullulava forte e spazzava via i sentimenti e la rabbia. Ma ebbi la forza di fare una cosa: urlaii...
    <<perchè...Dio perchè!!!>>
    Ebbi solo quelle parole da urlare, da piangere. Mi ritrovai a terra in ginocchio, che tenevo stretto in una mano quei fogli e piansi. Buttai fuori il mio dolore: mio padre era morto, lo sapevo da anni; da quando tornò l'unico pezzo della loro capsula con del sangue sopra. Il pezzo che mancava a quel rottame che giaceva nella neve accanto a noi; ma ora che li avevo visti entrambi, che l'avevo visto...ciò che rimaneva di chi mi aveva donato la vita, di chi mi aveva cresciuto da solo, con le sue forze e il suo carattere burbero e fiero; era una fitta al cuore. No; erano tante fitte al cuore, mille spilli nella neve. Lui non c'era più...
    Tornammo alla nave. Siry era sostenuta dal Capitano Nemo e io arrancavo dietro di loro, mi sentivo uno schifo, mi sentivo pesante e senza forze. Elettra ci stava aspettando e prese in consegna Siry che ancora urlava dal dolore, io mi incamminai lentamente verso la mia cabina. Ma prima di farlo, avevo dato i fogli al Capitano, che li aveva scrutati e uno me lo ridiede indietro. Appena fui nella mia cabina, mi chiusi la porta alle spalle e mi lasciai andare seduto sul pavimento. E la nave rombò il motore e ripartì...

    Quando tornai alla nave mi sentii mancare del tutto e caddi tra le braccia di Elettra senza più sentire nulla. Mi ritrovai a sognare: ero nel buio più completo, ma vidi la figura di mio padre sorridermi. Cercai di rincorrerla, ma quella si allontava sempre più e sparì nel nulla. Mi risvegliai e mi ritrovai nella mia cabina...
    <<ehi>>
    Era la voce di Julian. Era calda e calma, era seduto accanto a me sul letto della mia cabina, e di scatto mi sedetti e lo abbracciai...
    <<mio padre...mio padre...>>
    <<lo sò>>
    Mi sussurrò Julian triste. Lo guardai, e capii che sapeva già tutto...
    <<il Capitano Nemo ci ha avvertito alla partenza del pianeta Azzurro, ecco perchè vi ha fatto chiudere nella mensa. Per evitare che un vostro ripensamento>>
    Asciugai le lacrime e mi salii una grande rabbia verso il Capitano; come aveva potuto nasconderci tutto quello? Strinsi forte i pugni, ma Julian ci posò sopra le sue mani e lo guardai...
    <<credo sia meglio che tu legga questo...>>
    Mi disse con voce calma, stava cercando di calmarmi e mi diede in mano un foglio, che sembrava vecchio, stropicciato e rotto in alcune parti, lo guardai e riconobbi la scrittura di mio padre. Le mie mani tremarono e lo misi in grembo a Julian...
    <<leggi tu...>>
    Gli dissi con la voce strozzata dalle lacrime che mi stavano salendo di nuovo e il mio cuore ancora ferito, ebbe di nuovo come un sussulto di dolore. Lui mi guardò e prese il foglio...
    <<va bene... "Cara Siry, ti scrivo questa mie ultime parole. Purtroppo sto morendo lentamente, e credo di essere arrivato allo strenuo ora mai, ma voglio solo dirti che, ti ho sempre amata. Tu sei sempre stata la mia forza per andare avanti, dopo la morte di tua madre nel darti alla luce. Tu sei il mio fiore dai colori segreti, ma dal grande calore. Non fermarti mai, mia adorata, segui sempre il tuo istinto e i tuoi sogni. Io li ho seguiti, e mi hanno portato a te. Anche se purtroppo, non potrò vederti crescere. Vederti innamorata o diventare ogni cosa tu voglia. Non potrò vederti avere dei figli; ma sappi che se, mi sarò guadagnato il posto nel Cielo, io sarò la tua stella, che ti guiderà. Ma tu sei già la mia stella; sei nel mio cuore. Spero che un giorno queste parole arrivino a te. Chissà come sarai diventata figlia mia; per me tu sarai sempre stupenda. Ti amo mia piccola stella; ti amo mio fiore; ti amo figlia mia; ti amo Sarha. Il tuo papà">>
    Julian fini di leggere la lettera e si passò una mano sul volto, sugli occhi e lo sentii sospirare. Le mie lacrime cadevano sul lenzuolo del letto su cui ero seduta e lui mi strinse a se. Riuscivo solo a pensare ad una cosa: ti amo papà...

    Non so quanto tempo passò, non facevo altro che osservare il soffitto della mia cabina. Dalla finestrella ad oblò fuori, scorreva il cielo buio dell'universo che stavamo sorvolando chissà verso quale meta. Non m'importava più di quel tesoro che dovevamo trovare, non m'importava più di me. Lasciai andare una mano lungo un mio fianco e sentii della carta cadere a terra leggera. Mi voltai e vidi il foglio che mi era stato ridato indietro dal Capitano. Lo presi in mano e lo guardai, vi era la scrittura di mio padre. E lessi ad alta voce, verso me stesso...
    "Ciao Robert. Questa penso sia la mia lettera di addio, ormai le forze cominciano a mancarmi in questa capsula mortale. Ti starai chiedendo dove ho trovato la carta, l'avevo in tasca, sai una delle mie manie di prendere appunti...quando ti arriveranno queste parole, io non ci sarò più, ne nella tua vita, ne più su questo universo. Forse chi lo sà, diverrò una stella, se mai mi sarò guadagnato il poto nei Cieli. Ma forse ho troppi peccati e quindi chi lo sà. Voglio dirti tante cose, ma solo poche sono davvero importanti per me: tu sei stato e sarai sempre la mia più grande ragione di vita. Fin dal momento in cui sei venuto a questo strano mondo, fino al giorno in cui mi hai chiamato papà. Non ti vedrò crescere e diventare uomo, o contare le tue tante cicatrici da ammazza-draghi. O cosa mai sarai diventato; per me resterai sempre il mio unico vero tesoro. Un tesoro senza euguali. Non darti mai colpe per la mia scomparsa, ma vivi la tua vita, come ho fatto io fino alla mia morte. Ricorda Robert tu sei mio figlio, il migliore di tutti. Se sarò una stella cercami, perchè sarò la tua guida, anche se sarò un puntino minuscolo e senza importanza. Avrei voluto urlare una cosa a tutto l'universo, ma te lo scrivo qui: Ti voglio bene figlio mio. Ti voglio bene Robert. Firmato Cloud Hawkins"
    La lettera finì, ma sembrava che gli mancasse un pezzo di foglio. Ma non aveva importanza; stavo piangendo per quelle parole. Io ero il figlio del più grande ammazza-draghi di tutto l'universo...ero il figlio di Cloud Hawkins...

    Continua...
     
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  10. Yemet
     
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    Ma ogni volta che stò per finire di leggerlo aggiungi una pagina!
    Quando concludiamo questa maratona e riesco a finirlo faccio un commento, ti tocca aspettare U.u

    Ma di certo sarà positivo visto che fin dove ho letto mi è piaciuto... -^
     
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  11. 'Ell
     
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    Oddio mi sono quasi messa a piangere... q.q
    Poverini, cavolo. Dev'essere stato senza dubbio un brutto colpotrovare entrambi i genitori congelati in quella capsula... chissà cosa sarebbe successo se fossero riusciti a trovarli prima. Quello che mi domando io è, questa cosa adesso avrà ripercussioni nella storia? Cosa succederà adesso?
    Attendendo di sapere ti faccio i miei complimenti perché la storia procede bene, sei riuscita a far capire bene il dolore dei personaggi, mi stavo commuovendo anche io, figurati. Di solito non piango mai. xD
    Aspetto con ansia di sapere il prossimo capitolo, miraccomando spero sia bello e intenso come questo. o.o

    Ps. Yemet io sono ancora a capire come faccia a scrivere così veloce. o,o
    Io sono leeenta a scrivere i capitoli. v.v'
     
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  12.  
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    Il fatto è che questa storia, mi ribolliva dentroda un bel pò; e tutt'un tratto ha cominciato ad uscire.
    E così ogni cosa riesce ad ispirarmi, perchè sono sempre dietro a pensare a come finirla e mi saltano fuori idee e collegamenti.

    Adesso cercherò di farlo più interessante, perchè entrano in gioco anche altre cose. E ci sarà un bello scontro che spero, di riuscire a descriverlo bene.

    Io vi lascio il tempo per commentarlo^^
    Leggete pure con calma ora, perchè forse stasera nn scrivo per prendermi una pausa a pensare ed elaborare.

    Ringrazio tutti dei commenti^^ e se avete consigli da darmi fatevi sotto. Anche tu Yemet^^
     
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  13. =Yuna88=
     
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    Grande Michi... a volte faccio solo fatica a capire chi racconta la storia XD ma per il resto è perfetto. Adoro questo capitolo e hai reso tutto alla perfezione. Mi piace molto il rapporto che c'è tra Klonoa e Siry ed il fatto che i due abbiano vissuto vite analoghe è tostissimo... mi hai emozionata! Continua così!
     
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  14.  
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    Altro modo per dividere nella storia, chi racconta oltre a Klonoa, nn conosco. Ma se avete idea, suggeritemi^^
     
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  15. =Yuna88=
     
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    No intendevo che non capivo a volte chi raccontava la storia XD capivo solo dopo che era Siry o Klonoa XD non vedo l'ora di leggere il continuo :)
     
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83 replies since 17/12/2009, 23:49   980 views
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