Una vita difficile

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  1. ~ Angy ~
     
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    DISATER STORY

    Era successo tutto un anno e mezzo fa.
    Era un caldo pomeriggio d'estate ed io ero davanti al comune con i bambini che seguivo alla proposta estiva: li stavo aiutando a fare un lavoretto manuale. Erano bravi bambini e la giornata era bella. Valentina mi venne incontro e mi disse che mi avrebbe dato volentieri il cambio perchè era appena arrivata dal negozio e non era stanca. Mi guardai intorno e lo vidi. Eccolo lì il mio ragazzo...il più meraviglioso del mondo. Dolce e sensibile e simpatico. Eravamo insieme da un anno e litigavamo poche volte. Era seduto sulla sua moto nera e parlava con i suoi amici.
    -Grazie Vale, io vado da..-
    -Sì lo so da chi vai- Valentina sorrise -corri da lui! Ne trovi pochi così-.
    Mi alzai e mi avvicinai a Giacomo con un gran sorriso sulle labbra. Quando si voltò e mi vide, scese dalla moto e mi corse incontro, alzandomi da terra e baciandomi dolcemente come solo lui sapeva fare. Salì di nuovo in moto e io mi misi dietro a lui ridendo dei suoi amici che ci prendevano sempre in giro e che volevano da sempre fare un giro sulla sua moto modificata.
    -Amore ho caldo...dopo facciamo un giro?- gli chiesi speranzosa.
    -Certo piccola...ma adesso la metto all'ombra-
    Scendemmo dalla moto e iniziammo a parlare tranquillamente.
    Si avvicinò una moto bianca e si fermò nella strada lì vicino, a due passi da dove sostavamo noi. Il ragazzo sulla sella estrasse dalla tasca qualcosa, mirò e premette il grilletto.
    -Noo!! Angy!- l'urlo selvaggio di Giacomo mi fece girare, ma troppo tardi.
    Il mio ragazzo si era slanciato in avanti per proteggermi, e la pallottola lo aveva preso allo stomaco.
    Fu come se tutti gli attimi passati insime a Giacomo mi passassero davanti agli occhi, accecandomi con tutta la loro felicità. Ero stata troppo felice perchè fosse reale. Questa volta fu il mio turno di gridare.
    -Giacomooo!! Nooo!- mi gettai sul suo corpo e piansi disperatamente mentre gli altri correvano verso la moto bianca e chiamavano un ambulanza.
    Mi gettai sul corpo riverso di Giacomo, piangendo tutte le mie lacrime e sfiorandogli il volto con le mani.

    Edited by ~ Angy ~ - 17/12/2009, 17:11
     
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  2. Verweist&Weich
     
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    BELLAAAAAAAA
    Dio mio che sfortuna, povero Giacomo... Bella, Bella, Bella.
    Stupenda. Continua presto XD
     
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  3. ~ Angy ~
     
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    Piangevo tanto, troppo e non riuscivo a fermarmi.
    -Giacomo...Giacomo...mi senti? Ti prego non mollare Giacomo! Fallo per me, per tua sorella...GIACOMO! Devi farcela, non chiudere gli occhi, ti prego! Io sono qui...- dissi sfiorandogli il viso e bagnandolo delle lacrime che mi scendevano dagli occhi.
    -Angy...lo sai che ti amo...ti prego io...-
    -Shhh non dire nulla amore, nulla...gli altri hanno chiamato l'ambulanza, arriverà subito, stai tranquillo...-
    -No...io..io me lo sento...non ce la farò, ascoltami o ti pentirai di non...- tossì e si strinse le mani sullo stomaco, gemendo -avermi fatto dire nulla.- Prese cautamente fiato e mi guardò negli occhi -Rifatti una vita. Non vivere nel mio ricordo, non ti disperare per la mia fine, non farlo, perchè io voglio che tu viva nel mio ricordo...ciao amore ci vedremo, te lo prometto...- mi guardava negli occhi e piangeva anche lui come me. Ma lui se ne sarebbe andato. No, non se ne doveva andare. la mia mente urlava il suo nome ed io mi misi ad urlare nella realtà, stringendo il corpo di Giacomo. In lontanaza sentimmo il suono della sirena che si avvicinava.
    -Amore sta arrivando...ti salverai...ti amo...- non mi ero neppure accorta del campanello di persone che mi stavano intorno finchè non iniziarono a sollevare Giacomo da terra e lo depositarono nella barella dell'ambulanza, che nel frattempo era arrivata.
    Ero sporca del suo sangue e quando cercarono di staccarmi da Giacomo, mi voltai e morsi tutte le mani che mi stavano a tiro, facendo di modo che nessuno si interponesse tra me e lui.
    La maglia bianca e lilla era ora sporca di rosso cremisi, che me la faceva aderire al corpo e mi faceva sentire un'assassina.
    L'ambulanza era piccola e quando chiusero le porte, l'aria si fece pesante. tenevo la mano di Giacomo che tremava e gemeva, piangendo.
    Quando il mezzo partì fu come se stessi morendo anch'io.

    -Angy? Ci sei?- L'amica di mia zia che lavorava come infermiera nell'ospedale mi scuoteva dolcemente la spalla, guardandomi preoccupata. Avevo gli occhi appannati e ci vedevo veramente poco. Sentivo che il sangue sulla mia maglia si era asciugato, diventando di un colore brunito. Non alzai quasi gli occhi, perchè solo aprendoli rividi la scena di Giacomo che si tuffava per proteggermi.
    Chiuso gli occhi di colpo, mentre una lacrima mi scorreva giù per la guancia, laciando una scia umida e rovente, che arrivava fino al mio cuore e lo faceva gridare di vendetta e dolore.
    -Angy apri gli occhi- La voce decisa di Fernanda mi fece alzare la testa. La guardai cieca per un po', mi costrinsi a metterla a fuoco e la vidi preoccupata ma sorridente.
    -Fer...come...?- le chiesi balbettando e tremando..faceva un fredo terribile nonostante fosse Luglio. Guardai il termometro: 36° e mezzo. Non c'era affatto freddo.
    Lei scosse la testa e mi spinse nelle mani una piccola tazza con dentro qualcosa di caldo. Mi specchiai nel liquido e storsi il naso, vedendo che la matita ed il kajal erano andati a quel paese, come diceva sempre Giacomo, e che i miei capelli erano scarmigliati. Mi venne un coniato di vomito e voltai la faccia dall'altra parte.
    Fernanda sospirò e mi voltò la testa, fissandomi negli occhi.
    -Bevi pantera. Devi bere questa roba. Sai quanto tempo è che stai qui?- mi chiese.
    Scossi la testa, ricordando a malapena che ore erano quando...
    -Sono le 17 e mezza! E' da mezzogiorno che stai qui e non hai toccato cibo. Devo farti una flebo?- mi toccò leggermente il braccio troppo magro e sospirò. -Devi guarire.-
    Sgranai gli occhi e la fissai torva. -Non mangio, non bevo. Non ho fame. Giacomo dov'è?-
    -Rianimazione. Crediamo che ce la farà, ma il proiettile ha danneggiato molto e...abbiamo fatto il possibile.-
    Mi alzai e buttai a terra la tazza, furente. Il massimo non bastava.
    -No! Non avete fatto il massimo! Giacomo non ce la farà, non è vero? Non mentitemi! Non a me!- Stringevo i pungni e piangevo di rabbia. Lanciai un urlo soffocato e la guardai.
    La tazza era caduta a terra ed ora il liquido si stava spargendo a terra.
    Fernanda si alzò e mi fronteggiò, con un'espressione di eterna pazienza dipinta sul volto.
    -So cosa provi e..-
    -Nessuno sa cosa provo! nessuno! Ed ora sono sola al mondo! Sono sola! SOLA! Chi si alzerà alle tre di notte per venire a trovarmi? Chi farà 500 km all'anno per vedermi d'estate? Chi? Solo Giacomo lo faceva! E ora..- non trovando il coraggio di andare a vanti a parlare, mi diressi verso l'uscita e sparii giù per la scalinata.

    Quando arrivai a casa erano le sette di sera, ed io avevo ancora addosso la maglietta sporca di sangue. Ricordavo appena cos'era successo.
    Una volta finita la scalinata, rividi i segni neri che la moto di Giacomo avevano lasciato sul muro uno dei primi giorni che la usavo io. Caddi in ginocchio, tenendo una mano sopra a quelle strisce nere sull'intonaco bianco sporco e piansi, aggrappandomi ai ricordi della vita passata con Giacomo.
    Sentii a malapena mio fratello che apriva la porta, per poi venirmi incontro ed inginocchiarsi accanto a me.
    Mi prese prese per la vita e mi alzò, mentre io singhiozzavo ancora, disperata. Quando mi poggiò sul sofà in salotto, sentii che papà a mamma mi venivano incontro, ma poi Gioele li allontana e mi porta in camera mia, dove chiude la porta a chiave.
    Mi abbracciò e mi sussurrò all'orecchio che dovevo stare buona e tranquilla. Ricordo che le sue parole suonavano senza senso per me in quel momento.
    Si staccò da me e mi tolse la maglietta, gettandola in un angolo. Andò verso il cassetto e ne prese un'altra, pulita.
    -Non...lavare...- balbettai tra le lacrime.
    -No striga, no striga...tranquilla...so che ci tieni.- Striga. Strega in dialetto veneto. Sorrisi appena nel sentire quell'appellativo.
    Mi stesi a letto e chiusi gli occhi, mentre Gioele usciva dalla stanza cautamente, per poi parlare con papà e mamma.
    Mi misi il cuscinetto rosa shocking sulle orecchie e piansi, inzuppandolo tutto per poi buttarlo fuori dal mio letto.
    La stanchezza ebbe la meglio ed io sprofondai nel mondo dei sogni, sentendo per ultima cosa, Gioele che alzava la cornetta del telefono che aveva appena squillato. Di sicuro era successo qualcosa.

    Ricordo appena cosa successe subito dopo.
    Gioele mi svegliò poco dopo, guardandomi serio e concentrato.
    Presi il cuscino a forma di cuore lilla e me lo strinsi al petto.
    -Angy...Ha chiamato la mamma di Giacomo dall'ospedale.-

    Edited by ~Tantala; - 8/2/2010, 20:52
     
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  4. Verweist&Weich
     
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    Brava.. brava,brava,brava.
    Continua Angy ^^
     
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  5. ~ Angy ~
     
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  6. Verweist&Weich
     
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    che è successo??? voglio sapere tuttoooo XD se ti va passe anche dalla mia ^^
     
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  7. Pikkola Marty 96
     
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    Bellaaaaa XDXD ma sei del Veneto ?? Io sono di Padova. Comunque a quando il continuo ?? E' troppo bella !!
     
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6 replies since 17/12/2009, 15:23   124 views
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