Ryan & Kelsi story

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  1. =Yuna88=
     
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    Titolo: The last chance
    Rating: Giallo
    Genere: romantico
    Tipo: raccolta
    Personaggi: Ryan Evans, Kelsi Nielsen, Sharpay Evans, Jason Cross

    La fanfiction l'ho pubblicata su un sito dove è coperta da copyright. Quindi vietato copiare, vietato prelevare o usare senza il permesso dell'autrice.

    PREPARATIVI

    Ryan Evans non era mai stato molto amico dei Wildcats, tutto ciò dovuto alla pessima reputazione che sua sorella aveva a scuola: la “regina di ghiaccio”. Il suo unico posto nella scuola era il drama Club di cui sua sorella era presidentessa. Ma dopo l'estate passata al Lava Spring, tutto era cambiato, ed i Wildcats l'avevano inserito volentieri nel gruppo. Nessuno credeva che il "cagnolino di Sharpay" in realtà fosse un ragazzo talentuoso e simpatico.
    Quel giorno era importante per lui e per la scuola, era il ballo di fine anno. Quell’anno la tematica era: L’Ultimo Valzer. Aveva già preso i biglietti e aveva già trovato una dama. Ryan sorrise al solo pensiero, non sapeva come ma aveva trovato il coraggio di chiedere a Kelsi di andare al ballo con lui. Era emozionato, dall’ultima estate aveva cominciato a guardare la pianista con occhi diversi. Tornati a scuola potè notare in lei un cambiamento percettibilissimo. I capelli erano lunghi e si stendevano in teneri boccoli castani, aveva comprato un nuova montatura per gli occhiali, e aveva cambiato leggermente il suo abbigliamento.
    Forse era da quando aveva un rapporto fisso con Jason che era cambiata. O almeno al Lava Springs quei due sembravano molto affiatati. In quei giorni aveva anche scoperto i Wildcats, aveva notato che non erano solo giocatori di basket senza cervello, concentrati solo sulle partite da giocare durante il campionato. Ma erano anche buoni amici, generosi e chiassosi. Cominciarono a piacergli.
    Insieme avevano preparato la canzone che poi Troy e Gabriella avevano cantato al Talent Show. Guardò ancora la coppa vinta quella sera, il primo premio ricevuto. Ricevuto poi da sua sorella Sharpay.
    - Ryan!-
    Un urlò squarciò i suoi pensieri. Proveniva dalla camera accanto, ed era della sua amata gemellina. Ryan sorrise ancora, ma questa volta era un sorriso amaro. Non ne poteva quasi più della sorella. Si avviò piano verso la sua stanza e aprì la porta. Sua sorella era rivolta verso lo specchio con indosso un vestito dorato.
    - Che dici mi sta bene?-
    Ryan sbattè la mano sul volto.
    - Sharpay manca mezza giornata e un quarto al ballo di stasera, non capisco perché ti prepari ora!-
    Sharpay teneva in mano altre grucce con altrettanti vestiti. Non sapeva cosa mettere per il ballo così aveva comprato più di un vestito.
    - Io ci metto tempo e tu lo sai, devo essere perfetta.-
    L’umore di Sharpay era migliorato da quando Gabriella era andata a Stanford, mentre tutti gli altri erano depressi e giù di morale, soprattutto Troy.
    Con pazienza infinita prese le grucce e le appese una ad una sull’espositore di vestiti che sua sorella aveva nell’immensa camera, passò un dito sul mento per soppesare i vestiti uno ad uno fino a quando il suo occhio cadde sul vestito a suo parere giusto.
    - Metti questo…-
    Ryan prese la gruccia con appeso un vestito color avorio, e glielo porse con un sorriso. Sharpay fece una smorfia e poi se lo posò sul corpo per vedere come le stava.
    - Ok metterò questo.-
    Poi fece cenno a Ryan di andare via e lui obbedì.
    Il suo vestito era pronto ed appeso dentro il suo armadio, era di colore avana chiaro, sotto la giacca portava un gilet del medesimo colore con sotto una camicia bianca, ed una cravatta lucida nera. Ovviamente non poteva mancare il cappello, in questo caso una semplice bombetta nera. Prese il cellulare, Kelsei non si era fatta sentire quel giorno, lui era sicuro di volerla andare a prendere, ma lei era ancora d’accordo? Ricordava il suo stupore quando gli aveva chiesto di andare al ballo con lui, precisi mante mentre stava cantando con lei “Just wann be with you”.
    Compose il numero ed attese. Uno squillo, secondo squillo, terzo squillo.
    “Sicuramente è in giro e non mi risponderà.”
    - Pronto?-
    Ryan fece quasi cadere il cellulare per l’agitazione.
    - Pronto? Pronto? Kelsi mi senti?-
    Kelsi ridacchiò.
    - Ryan ti sento forte e chiaro, ma perché urli?-
    Ryan fece un respiro profondo e si calmò. Stava facendo la figura del cretino.
    - Scusami… ehm… io volevo sapere se… se eri ancora d’accordo per venire al ballo con me…-
    Kelsi si trattenne dal ridere, in effetti lei quel giorno non gli aveva dato una risposta precisa, ma sapeva cosa voleva.
    - Sì certo… ora scusami ma devo proprio scappare! A più tardi!-
    Ryan non fece in tempo a dire altro che si ritrovò ad ascoltare il “tu tu tu” del telefono.
    “Oh Kelsi… questa è la mia occasione!”
    Aveva sempre visto Kelsi come la compositrice del Drama club e nulla più, non l’aveva mai guardata con altri occhi, ma da quando aveva imparato a conoscere meglio i Wildats, era come se si fossero aperti gli occhi. Aveva cominciato a vedere cose che prima con Sharpay non era in grado di vedere. Avrebbe voluto saltare di gioia e urlare, se non fosse che Sharpay nella stanza accanto avrebbe sentito tutto. Lei sarebbe andata con Zeke, finalmente aveva ceduto alle sue timide avances.
    Non mancava altro che confermare per la limousine e andare a prendere dal fioraio il mazzo di fiori ed il bracciale per la sua dama. Sì quella sarebbe stata una serata perfetta.

    *****



    Kelsi richiuse la chiamata con Ryan. Era in giro con sua madre ed erano in cerca di qualche accessorio da abbinare al suo vestito color tortora. Era un vestito con il corpetto aderente e senza spalle, e la gonna era simile a quella delle ballerine che si trovano dentro il carillon, e le ricadeva un po’ gonfia fino a metà coscia. Non aveva mai portato abiti del genere, ma il ballo era un’occasione importante e non poteva di sicuro andarci vestita con la solita maglietta e i pantaloncini corti. Sua madre era felice, finalmente qualche ragazzo era riuscita a convincerla ad uscire.
    Kelsi non poteva credere che Ryan Evans le avesse chiesto una cosa del genere. A lei poi! Kelsie Nielsen, la piccola compositrice, che nessuno aveva mai notato a parte Jason Cross. Già Jason. Al solo pensiero Kelsi provò una leggera rabbia.
    - Stupido…-
    Disse tra sé e sé stringendo i pugni. Lui era il primo ragazzo con cui era uscita, erano sempre stati bene insieme, non pretendevano nulla se non la reciproca compagnia. Erano entrambi troppo timidi per fare altro se non parlare ridere e scherzare. Jason non era audace come lo era stato Ryan chiedendole di andare al ballo con lui.
    “Non lo capisco…”
    Kelsi non aveva avuto sue notizie, si vedevano a scuola normalmente ma non avevano più avuto modo di parlare con calma. Lei non lo aveva invitato al ballo, aspettava un invito da lui. Invece niente.
    Bip Bip.
    Kelsi prese il cellulare dopo che il famigliare bip dei messaggi attirò la sua attenzione. Lesse il messaggio con calma, poi una piccola lacrima scorse lungo la sua guancia. Lo spense e lo rimise in tasca. Si asciugò la lacrima e continuò la sua passeggiata con la madre, in attesa di poter tornare a casa e poter sfogare la sua rabbia.

     
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  2. GT Master™ | Simba™
     
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    Wow.
    Mi piace come è descritta la storia, mentre si legge non si fatica ad immaginarsi la situazione. Sembra di essere in parte al/alla protagonista della scena e vivere insieme a lui/lei quello che viene descritto.

    Bella complimenti ^^
     
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  3. Zanna 97
     
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    Bellissima! complimenti! Mi piace molto come scrivi^^
     
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  4. Kopa91
     
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    Storia davvero molto bella,complimenti Yuna =)

    Quoto con GT,è una storia molto coinvolgente:sembra veramente di starci dentro^^ comunque cerca di allungare un po'la descrizione,ma per il resto tutto ok^^

    Brava,Bella =)
     
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  5. =Yuna88=
     
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    In effetti quello era il primo capitolo e l ho fatto corto per il semplice motivo che era una specie di prologo. L'ultimo capitolo che ho scritto è un pò più lungo, perciò spero che vi piacerà di più :)

    Qualcosa di nuovo

    - Ryan!-
    Ennesimo urlo che squarciò la calma ed il silenzio che regnano solitamente in casa Evans. Il padre e la madre dei due gemelli Evans non erano spesso a casa, entrambi erano impegnati in qualcosa. Da una riunione di lavoro, ad una seduta al centro di bellezza più “In” della città. Ogni stanza della casa era gigante, i corridoi anche lo erano, e la sala era immensa. Ed era lì che si trovava Ryan, seduto sullo sgabello di pelle nera, di fronte al suo pianoforte a coda. Ricordava che era un regalo fatto dai suoi genitori e da sua sorella quando era ancora piccolo. Aveva cominciato a prendere lezioni di piano, e si riduceva a suonare su una tastiera quando era a casa. Fu il primo gesto di affetto della sorella, che insistette tanto nel comprarne uno al gemello per il suo compleanno. Ryan accarezzò il pianoforte, era posto su una pedana in un angolo della stanza, mentre al centro vi erano poltrone e divani di lusso, posizionati sopra uno dei tanti tappeti persiani che i suoi genitori avevano comprato per “riempire la stanza”.
    Ryan sbuffò a quel pensiero.
    “Ma come fanno a riempire una stanza che potrebbe essere benissimo grande come una sala da ballo???”
    - RYAN!-
    Ryan sussultò, ed i suoi occhi azzurri corsero su per le scale fino al piano di sopra, simile ad un soppalco, dove vi erano le camere. Il suo sguardo si posò sul balconcino che si affacciava nella sala, dove sua sorella solitamente si affacciava con fare teatrale quando vi erano ospiti in casa, in quel momento invece, il suo viso non era sorridente e vanitoso, ma esprimeva rabbia e irritazione, il tutto celato da una maschera di bellezza dal color verde oliva.
    - Mi hai chiamato sorellina?-
    Ryan si aspettava una sfuriata da lei, ma chissà per quale motivo, Sharpay si limitò a borbottare che quando veniva chiamato, doveva correre da lei.
    - Ma cos’hai oggi?!-
    La voce di Sharpay era quasi esasperata. Inutile dire che era in tensione per l’arrivo di Zeke, che sarebbe passato a prendere la ragazza con la limousine, insieme a Chad e Taylor. Ryan spostò il suo sguardo verso le porte scorrevoli che conducevano verso la cucina, aveva sbagliato ad indugiare al pianoforte, era meglio se si rifugiava in cucina, luogo detestato dalla sorella, ed amato dal gemello, poiché lì trovava la giusta concentrazione e calma per fare ciò che voleva.
    - Tra poco arriverà Zeke! Ho bisogno di te e dei tuoi giudizi! Devo essere perfetta…-
    Sharpay sottolineò le ultime parole con enfasi guardando attentamente la reazione del fratello. Erano giorni che Ryan non era molto presente, e la sua attenzione era catturata da qualcos’altro. Possibile che la piccola Beethoven aveva mandato in tilt suo fratello? Da quando Ryan aveva detto a Sharpay che portava Kelsei al ballo, non era più lo stesso. Che si fosse innamorato?
    Ryan dal canto suo salì le scale contro voglia fino ad arrivare al pianerottolo, le mani in tasca e un espressione di sufficienza sul suo viso.
    - Bene cosa vuoi da me?-
    Sharpay lo condusse in camera sua, dopo essersi tolta la maschera, cacciò dall’armadio il suo vestito e lo sbattè davanti il viso del gemello.
    - Guarda il mio abito, non si intona con le scarpe!-
    Mentre Sharpay finiva la pulizia del viso, Ryan si distrasse osservando la camera della sorella. Era un paradiso rosa. Pareti rosa, scaffali rosa, letto rosa, coperte rosa, e televisore rosa. Ogni oggetto in quella stanza era rosa o bianco, paillettato, pieno di brillantini e fronzoli di ogni genere. Ammetteva che la sua stanza era davvero molto bella, non disdegnava il rosa, forse per questo motivo, e per il suo modo di vestire, spesso veniva additato come effeminato, o direttamente gay.
    - Ma che hai oggi? Perché non mi ascolti?-
    Ryan scosse la testa e guardò il viso della sorella imbronciato. Era sempre abituata a vedere Ryan preso dai suoi problemi, e soprattutto incentrato sempre e solo su di lei e sui suoi bisogni.
    - Scusa Pay ma sono pensieroso. Dicevi?-
    La sorella si sedette sul letto e battè una mano al posto accanto a lei, se suo fratello stava male lei doveva sapere perché. Non sopportava vederlo così giù.
    - Che succede Ry?-
    Erano rare le volte in cui Sharpay era dolce e protettiva con il gemello, aveva sempre trattato lui come il suo lacchè, che faceva tutto ciò che necessitava per farla stare bene.
    - Non saprei… forse sono solo preoccupato, per la prima volta in vita mia porto una ragazza al ballo, e non una ragazza qualsiasi, ma Kelsi.-
    Sharpay non potè non notare l’espressione sognante di suo fratello metnre lo diceva. Ma lasciò correre e non disse niente, voleva capire se la sua reazione era dovuta a qualche motivo in particolare, e se quel motivo era per il fatto che lui si era preso una bella cotta per la compositrice.
    - Non so neanche io cosa mi prende.-
    In realtà Ryan lo sapeva, qualcosa di Kelsi gli aveva preso anima e corpo, voleva stare con lei, agognava l’arrivo del giorno per poter andare a scuola e chiudersi con lei anche solo per un’ora, per preparare le canzoni del musical. Ma ora che il musical era quasi pronto, si sarebbero lasciati, ed ognuno per la propria strada. Erano in ballo delle borse di studio per la Julliard. E quindi uno di loro sarebbe andato a New York, e non si sarebbero visti più. Quell’idea lo intristì più di quanto non lo era in quel momento, Le pareti rosa di quella stanza stavano prendendo colori grigi, ogni colore stava per sparire dalla sua vista, il solo pensiero di una vita senza Kelsi lo stava facendo annegare.
    - Vado a prepararmi anche io…-
    Ryan diede un colpetto gentile sulla gamba della sorella, che non solo rimase senza una risposta, ma rimase senza un consiglio per l’abbigliamento di quella sera.

    *******************

    Tutto era pronto, il vestito gli accessori, la borsetta. La parrucchiera era giunta persino a casa sua per acconciarle i capelli. Kelsi Nielsen sarebbe andata al ballo della scuola, ma non con un ragazzo comunque, ma con Ryan Evans. Incredibile come le cose potessero cambiare. Erano diventati piano piano amici, intimi amici, e Kelsi sapeva che di lui si poteva fidare. Dopo il messaggio ricevuto quella mattina, il suo cuore si era appesantito, aveva solo voglia di urlare e di disdire il suo appuntamento con Ryan.
    “Perché Jason deve essere così stupido!”
    Mentre la parrucchiera le acconciava i capelli e la truccava, Kelsi ripassò a mente tutto ciò che era accaduto dalla ricezione di quel messaggio fino a quel momento.
    La rabbia e la delusione risuonavano ancora nella sua mente e nel suo cuore.
    Jason sarebbe andato al ballo, ma con una ragazza del primo anno, che aveva trovato il coraggio di chiedergli se l’accompagnava. La rabbia poi aumentò quando ripassò a mente la motivazione per cui andava con questa ragazza: visto che lei non gli aveva detto nulla, e lui voleva andare al ballo, aveva accettato l’invito della ragazza per non andare solo.
    “Idiota!”
    Strinse tra le mani la spazzola, e se avesse potuto l’avrebbe scagliata contro lo specchio mandandolo in frantumi. Fu salvata dalla sua parrucchiera, che posato il phon, prese la spazzola dalle sue mani per poterla pettinare. Kelsi tirò un respiro, e puntò gli occhi nello specchio. Il suo sguardo si spostò per la stanza per quello che riusciva a vedere tramite il riflesso dello specchio: il suo letto da una piazza e mezza, i suoi peluche, e la sua tastiera, ancora posata sul letto, con gli spartiti su di essa. La sua piccola scrivania all’angolo della stanza, con il suo portatile ancora acceso, e l’armadio ad un lato della stanza. In quel momento era seduta di fronte ad una cassettiera con sopra uno specchio di dimensioni abbastanza grandi, comodo per la parrucchiera.
    Kelsi lanciò uno sguardo alla sua immagine, e lo sguardo le venne restituito dalla figura riflessa, con il medesimo interesse. Jason molte volte aveva detto lei che i suoi occhi lo facevano sognare, e spesso rimaneva incantato a guardarli, senza mai stancarsi. Kelsi trovava buffo questo suo modo di fare, ma era dolcissimo come un bambino.
    - Ecco cara ho terminato.-
    Kelsi sbattè le palbebre ed alzò il suo sguardo oltre i suoi occhi, e potè ammirare il lavoro della parrucchiera. I suoi capelli castani, solitamente abboccolati, erano raccolti in un particolare chignon che si estendeva dietro la sua testa, mettendo in mostra si suoi boccoli, ed un ciuffo venne lasciato libero, in modo che cadesse lateralmente sul viso.
    - Io… sono senza parole…-
    Kelsi non aveva mai fatto nulla ai suoi capelli, se non stringerli in code e comodi chignon, ma mai avrebbe pensato di acconciarli in quel modo. La parrucchiera sorrise felice e avvicinò il suo viso a quello di Kelsi, che in un moto di affetto improvviso la strinse in un piccolo abbraccio. Era perfetta, era bellissima.
    “Chissà cosa dirà Ryan quando mi vedrà…”
    Il suo pensiero la fece arrossire, solo allora si era accorta del leggero trucco applicato dalla parrucchiera prima che venisse pettinata. Un leggero fondotinta attenuava il suo rossore, e sulle palpebre poteva notare una toccata leggera di ombretto di un colore dorato molto chiaro. Sua madre entrò nella stanza con suo padre, ed entrambi lanciarono un gridolino di gioia. Kelsi si voltò e fece un piroetta come una ballerina, e la gonna si gonfiò un poco accompagnandola in quel gesto quasi teatrale. Non amava ballare, anzi non sapeva proprio ballare, l’unica cosa che le riusciva era la piroetta, che faceva da quando era piccola, dopo aver visto un programma sulla danza.
    - Tesoro mio sei stupenda!- disse sua madre, felice di vedere almeno un sorriso solcare il volto della figlia. Quel pomeriggio non poteva dimenticare ancora le lacrime, la voglia che aveva di chiamare il suo accompagnatore per disdire l’appuntamento. Aveva fatto bene ad insistere, aveva fatto bene a dirle di andare lo stesso e di divertirsi.
    - Mamma così mi fai arrossire!-
    Kelsi lanciò uno sguardo al padre che era in preda ad un leggero tremolìo, e si accorse che alcune lacrime sgorgarono dai suoi occhi, occhi dello stesso colore dei suoi.
    - Oh papà..-
    Kelsi corse ad abbracciarlo e lui la strinse, come se la stessero portando via. In effetti non sapeva nulla di questo Ryan, e non capiva perché andasse al ballo con lui invece che con quel Jason. Lo squillo di un campanello li fece saltare tutti insieme, e Kelsi spinse sua madre e suo padre fuori dalla stanza per finire di prepararsi. Si fiondò alla finestra della sua camera che dava sulla strada, e vide una limousine nera, lunghissima e l’autista che teneva ancora la porta aperta.
    - Kelsi…-
    Sua madre era tornata in camera da lei, e la guardava con gli occhi lucidi ed un macchinetta per fotografie, in mano.
    - Ryan è qui…-
    Kelsi prese respiro ed uscì dalla camera. Lanciò uno sguardo alla porta socchiusa della camera dei suoi genitori, poi percorse tutto il corridoio fino a lei. Non sapeva perché ma in quel momento tutto le pareva diverso, anche quel corridoio che percorreva ogni mattina per andare in bagno, anche quelle scale e l’ingresso, dove un timido Ryan attendeva sotto lo sguardo incuriosito dei genitori. Kelsi indugiò sulle scale, e dopo un timido sorriso di Ryan cominciò a scendere piano, come se temesse di cadere.
    - Kelsi… sei… stupenda…-
    Ryan balbettò quasi quelle parole, mai si era reso conto di quanto potesse essere bella, non ancora si capacitava di quanto potesse essere fortunato ad averla come dama per il ballo.
    Kelsi dal canto suo era emozionata, Ryan era bellissimo nel suo completo, e non potè fare a meno di notare la bombetta. Quasi le scappava da ridere, anche lei portò la bombetta in un’occasione speciale, erano le audizioni per il musical dell’anno scorso. Quante cose erano cambiate da allora.
    I suoi genitori erano pronti con la macchinetta digitale, e scattarono foto all’impazzata, da quando Ryan baciò la mano di Kelsi, a quando le mise al braccio il bracciale intrecciato di fiori che usualmente si usava donare alla dama per il ballo.
    - Mamma basta con le foto!-
    Kelsi era diventata bordeaux, e non vedeva l’ora di entrare in macchina ed andare al ballo.
    “Tutto pur di togliermi da questa situazione imbarazzante…”
    Il padre di Kelsi si schiarì la voce e guardò severamente Ryan.
    - Mi raccomando a Kelsi, voglio che rientri entro un certo orario.-
    Non fece in tempo a finire la frase che sua moglie gli diede una gomitata dritta nello sterno, che gli tolse il fiato.
    - Divertitevi e non pensate all’orario. Ma dopo il ballo si torna a casa!-
    Tenne a sottolineare la frase, Ryan sembrava un ragazzo a posto ma le apparenze potevano ingannare. Kelsi annuì e tirò Ryan per un braccio trascinandolo fuori mentre lui balbettava saluti e convenevoli imbarazzatissimo. I genitori di Kelsi attesero sulla porta che i due entrassero in limousine, e li guardarono andare via.
    - Ma perché mi hai dato quella botta?-
    Il signor Nielsen non capiva il motivo di quel gesto, e guardava interrogativo la moglie, mentre teneva le braccia conserte.
    - Kelsi ha avuto la sua prima delusione in amore, e vorrei che stasera si divertisse. Non voleva neanche andare al ballo.-
    Il signor Nielsen sgranò gli occhi, non poteva minimamente immaginare una cosa del genere, indugiò ancora sulla porta mentre la limousine svoltava l’angolo. Lei la sua piccolina aveva sofferto per un ragazzo. Non era più una bambina.
     
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4 replies since 25/9/2009, 20:51   229 views
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