Bene le tigri, male i leoni: il 2018 delle specie a rischio

Il bilancio della biodiversità, buone notizie anche per le tigri, male gli orsi polari

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    Re Leone

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    Un buon anno per il gorilla di montagna e per la tigre, pessimo per il leone africano e l'elefante di foresta. Il 2018 ha alternato buone e cattive notizie per le specie e gli habitat più a rischio, seppure in un generico contesto negativo visto che, tra il 1970 e il 2014, i vertebrati hanno registrato un declino del 60% (dati Living Planet Report, Wwf).

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    Una buona notizia per il gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei) la cui popolazione, per la prima volta dopo decenni, è riuscita finalmente a superare i 1.000 individui (10 anni fa erano 680 gli esemplari censiti).

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    Un segnale di speranza arriva anche per la tigre (Panthera tigris) la cui popolazione, grazie a continue politiche di conservazione, mostra per la prima volta nell’ultimo secolo un trend positivo passando dai 3.200 esemplari stimati nel 2010 ai 3.890 attuali e, in Nepal, si è quasi vicino al raddoppio della popolazione.
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    Per la popolazione del leone africano (Panthera leo), invece, continua un drammatico declino: in un secolo si è passati dai 200.000 individui ai 20.000 stimati oggi. Nella classifica delle specie più a rischio anche nel 2018 continua ad esserci l’elefante di foresta (Loxodonta cyclotis) che dal 2002 ad oggi ha subito un declino stimato della popolazione di circa il 70%.









    Per la tutela degli elefanti, nel 2018, una buona notizia è arrivata dall’entrata in vigore del bando al commercio di avorio domestico in Cina mentre Regno Unito e Paesi Bassi hanno già votato misure simili. Nell’anno che sta per terminare WWF YOUng ha raccolto 40.000 firme per chiedere una misura analoga anche in Italia.










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    L’orso polare (Thalassarctos maritimus) continua ad essere una delle specie più a rischio a causa dei cambiamenti climatici in atto che anche quest’anno hanno pesantemente intaccato il suo habitat. I modelli degli scienziati stimano che nei prossimi 35 anni rischiamo di perdere il 30% della popolazione di orso polare a causa dello scioglimento dei ghiacciai.









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    Proprio sul finire del 2018, invece, è arrivata una buona notizia per la balenottera comune (Balaenoptera physalus) che ha registrato un aumento della popolazione tale da spingere la IUCN a diminuire la categoria di minaccia a ‘vulnerabile’.














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    A livello internazionale sono arrivate buone notizie per le aree protette. Il Parco Nazionale Serranía de Chiribiquete in Colombia è diventato il più grande parco tropicale della foresta pluviale del pianeta. Il Wwf ha, inoltre, lavorato con organizzazioni Inuit nell’Artico orientale per garantire un'area di conservazione marina di 11 milioni di ettari: una sfida per salvare quell’area da chi vorrebbe sfruttarla per estrarre petrolio e gas














    fonte adnkronos , immagini WEB
     
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    Re Leone

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    purtroppo sul cellulare non si vede benissimo
     
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    Mamma mia queste notizie anche se parzialmente positive sono sempre brutte, ci fanno vedere quanto distruggiamo per egoismo a discapito delle altre specie, distruggiamo e uccidiamo anche, per stupidaggini. Speriamo di riuscire a salvarle tutte, non meritano questo.
     
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    Giovane Leone

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    Mi ritengo una cittadina del mondo, ha importanza?

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    Che tristezza leggere queste notizie... certo, il topic non è recentissimo, ma temo che le cose non siano certo migliorate nel frattempo...un po' per tutti i felini...
    Ecco qualche esempio...

    Purtroppo un'altra specie molto a rischio sono i ghepardi, che hanno una variabilità genetica particolarmente ridotta e dunque sono molto a rischio. E non solo, fino a non molto tempo fa molti sceicchi e benestanti di quelle terre si procuravano più o meno legalmente dei cuccioli di ghepardo da esibire al guinzaglio o sulle loro fuoriserie, sui vari social network come status symbol. I ghepardi infatti, a differenza degli altri felini, hanno un'indole meno aggressiva e sono relativamente addomesticabili... per loro disgrazia!

    Le tigri vengono allevate in vere e proprie 'fattorie' nate con questo preciso scopo in Cina, per ricavarne ossa e altri organi da destinare alla medicina tradizionale... anche perché la domanda è troppo alta rispetto all'esiguo numero di esemplari selvatici rimasti. Alcune sottospecie, come la Tigre di Sumatra, sono sull'orlo dell'estinzione.
    Non solo, le tanto ammirate 'tigri bianche' sono in realtà portatrici non solo della mutazione che rende il loro manto candido, ma anche spesso di tante altre tare genetiche (sono tutte strabiche) che ne rende spesso più breve la vita. E ovviamente, i cuccioli arancioni in sovrannumero vengono uccisi, così come tutti gli esemplari bianchi non esteticamente perfetti.
    E sempre parlando di 'maltrattamento genetico', si possono citare anche le 'ligri' e i 'tigoni', ossia rispettivamente il risultato dell'incrocio fra leoni e tigri (modificando il sesso dei genitori), ibridi sterili anch'essi affetti da problemi di salute allevati col solo scopo di essere mostrati in giardini zoologici e 'pseudosantuari'.

    Tornando ai leoni, spesso in Africa vengono anch'essi allevati in fattorie apposite: da piccoli usati per fare foto con i turisti, da grandi fatti uccidere da 'appassionati' di safari per essere poi esibiti come esotici trofei, una volta a casa dalla vacanza 'all'insegna della natura'.
     
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3 replies since 8/8/2019, 15:21   137 views
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