Il demonio, l’avvoltoio e la cicatrice

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  1. Kisasi8
     
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    Ok, questa sarà il prequel della mia precedente FF, avviso già che sarà abbastanza lunghina visto che verranno analizzate le vite di tre leoni vissuti in periodi storici diversi tra loro. Spero di finire il primo capitolo al più presto.
     
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  2. ~ Kopa ~
     
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    Se sono lunghi non ci sono problemi. Io li adoro belli lunghi
     
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  3. Platinum Relic
     
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    Per Scar posso provare a immaginare come è diventato cattivo ma Kiburi e Kifo mi mettono una curiosità assurda
     
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  4. Kisasi8
     
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    Cercherò di dare a ciascuno delle motivazioni PIÙ O MENO giustificabili per quello che fanno e non fanno. Comunque con Kifo si assisterà all’inversione dei ruoli: leone cattivo contro iena buona.
     
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  5. Kisasi8
     
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    Abbastanza 😅
     
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  6. Kisasi8
     
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    Prologo

    Usuri, la regina delle Terre della Notte, guardò triste il proprio figlio. Kifo era nato negli ultimi giorni della stagione delle piogge e sebbene inizialmente fosse stato un cucciolo ben nutrito e in forze, in poco tempo Usuri si era resa conto di quanto ci fosse qualcosa che non andasse in lui. Non si nutriva, sembrava essere sempre sul punto di morire e la regina era arrivata a temere che potesse chiudere gli occhi, addormentandosi, senza poi però più riaprirli.
    “Non permetterò che muoia...non anche lui...”.
    Usuri aveva già perso un figlio in passato, a causa di una stagione di siccità per le Terre della Notte. Il piccolo non era riuscito a sopravvivere neanche due mesi, lasciando Usuri nella disperazione più totale.
    -Quanto vorrei che Akili fosse qui...-aveva confidato a Sly, la sua migliore amica, una iena leader del clan del regno.
    -Lo sai che è impegnato...-le aveva ripetuto lei in tono di rimprovero-Se vogliamo che gli altri leoni non invadono le Terre della Notte, è necessario che la sua alleanza con i regni vicini non vada a spezzarsi.
    -Vero-ammise Usuri con tristezza. Era una bellissima leonessa, dal manto color rosso fuoco, i lineamenti curvi e delicati, occhi azzurri e innocenti, ma se mai Sly fosse stata costretta a descriverla in una parola, l’avrebbe sicuramente definita come gentile. Non era una leonessa come le altre, che rimanevano sempre tra di loro, snobbando gli altri animali e guardandoli dall’alto in basso. Usuri era buona, disponibile, sempre aperta al dialogo e pronta ad ascoltare a tutti.
    -Non è giusto che sia proprio tu a soffrire in questo modo...-le aveva detto poco dopo che aveva perso il suo primo figlio-Ci sono animali che meriterebbero la tortura, ma che non vengono mai puniti.
    -Ora sei ingiusta. Nessuno meriterebbe simili trattamenti, per quanto io sia costretta ad ammettere che ci sono delle creature davvero spregevoli.
    -Tu sei troppo buona-le aveva risposto con un ringhio-Sai meglio di me che quando i leoni più giovani uccidono il leader vecchio, non solo fanno cose terribili alle leonesse, ma uccidono anche i cuccioli.
    -Lo so...questo è davvero un mondo terribile. Ma mettendoci allo stesso piano di questi mostri, come possiamo fare la differenza?
    -E quindi cosa vorresti fare? Non punirli? Lasciarli fare tutto quello che vogliono?
    -Certo che no...ma le loro punizioni dovrebbero essere meno brutali di quelle che proponi tu.
    Il discorso era andato avanti per ore, senza giungere a una vera e propria conclusione, lasciando le due amiche ognuna radicata nella stessa posizione iniziale.
    Quella notte però il discorso riemerse. Kifo non faceva altro che miagolare e piangere, cercando con i suoi piccoli occhi rossi la propria madre, la quale lo guardava continuamente disperata.
    -E se uno di quei leoni uccidesse prima che Akili e poi Kifo? Cosa faresti a quelli?-chiese Sly, cercando di farla passare dalla sua parte-Non mi dire che riserveresti anche a quelli un trattamento non brutale...
    -Non lo so...-rispose Usuri, continuando a guardare Kifo-...credo che lascerei decidere la loro sorte a qualcun altro, in modo che le mie emozioni non possano prendere il sopravvento.
    -Che noiosa...-sbuffò Sly-Senti, che cosa hai intenzione di fare con Kifo?
    -Cosa intendi?
    -Sai, nel caso...lui...dovesse morire...-rispose la iena, con voce debole e abbassando lo sguardo.
    -Non morirà, questo lo so per certo...-rispose Usuri con sicurezza-Devo solo trovare un modo...
    -Più facile a dirsi che a farsi...
    Su questo Sly aveva ragione. Usuri aveva cercato di in tutti i modi di far guarire il figlio, tenendo lontano da ogni potenziale pericolo e rimanendo con lui nella grotta reale per giorni, ma senza risultati. Certo, un’altra soluzione c’era, ma non le piaceva.
    Un babbuino femmina, Utani, era arrivata nelle Terre della Notte pochi giorni prima della nascita di Kifo, ottenendo il benvenuto di tutti. Ma ben presto la natura sadica e crudele di questa si era palesata: Utani si divertiva a spaventare i cuccioli che vedeva, ad avvelenare e sporcare le varie pozze e a rubare le varie cibarie che le capitavano a tiro. Ma tanto grande era la sua fama di creatura perfida, tanto lo era quella che aveva come guaritrice. Se qualche animale restava ferito, predatore o preda che fosse, si dirigeva subito da lei, la quale, dopo aver ricevuto un compenso ritenuto sempre da lei sufficiente, le medicava e lo guariva entro poche ore.
    Kifo ricominciò a piangere, ma Usuri non riuscì neppure per errore a fargli mangiare qualcosa.
    -Di questo passo-disse esasperata-morirà di fame...
    -Forse dovresti andare veramente da Utani- disse Sly- Male che vada, la dovrai solo strapazzare un pò per obbligarla ad aiutarti...
    -Già...forse...ma quella scimmia non mi piace...
    -Utani non piace a nessuno. Ma per tuo figlio non potresti fare un’eccezione?
    -Immagino di sì. Però...potresti accompagnarmi?
    -Cosa c'è, hai paura?-ridacchiò Sly.
    -A dirla tutta sì...-rispose Utani sincera, guardando la pioggia cadere dal cielo-Utani starà di sicuro dormendo...
    -Allora andiamo a svegliarla...

    Trovarono invece Utani sveglia e anche ben lucida.
    -Ch grande onore...-grugnì-La regina in persona...e anche il principino...e la feccia...-disse, lanciando un’occhiata di puro disgusto a Sly- Come posso esservi utile?
    -Mio figlio...-rispose Usuri, cercando di mantenere il suo solito tono gentile. Utani era l’unica che fosse davvero in grado di farla impazzire veramente.
    -Tuo figlio?-domandò incuriosita la scimmia-Cos’ha che non va?
    -È debole...-le spiegò-Non mangia, sembra come se avesse deciso di morire...
    -Bè, sono cose che possono capitare...-ridacchiò Utani-In questi casi la cosa migliore da fare è eliminare il piccolo, almeno ti levi il pensiero te stessa...
    -Bada a come parli!-ringhiò Sly, procedendo feroce verso di lei-Usuri è pur sempre la regina...
    -E il tuo alito puzza- Utani non sembrava minimamente intimorita-Stammi lontano, iena...
    -Utani!-ringhiò a sua volta Usuri-Esigo il tuo aiuto. Con le tue conoscenze come guaritrice salvare Kifo dovrebbe essere uno scherzo...
    -Certo...ma io non lavoro senza un compenso...
    -Neanche per la regina?-la sfidò Sly.
    -Soprattutto per la regina...esigo qualcosa in cambio...
    -Non ricevere un sacco di morsi, va bene?
    -Spiritosa. No, voglio avere accesso a tutti i cadaveri che desidero, una volta che gli animali di questi saranno morti...
    -E cosa te ne faresti?
    -Affari miei, iena. Cosa ne vuoi sapere tu della conoscenza e della magia?
    Usuri ci pensò un poco. Certo, era una richiesta strana e insolita, anche per Utani e sapeva anche che molti avrebbero potuto protestare sapendo che i loro cadaveri sarebbero potuti essere usati per i suoi esperimenti. Però si disse, i loro corpi sarebbero rimasti comunque morti, mentre il loro spirito sarebbe esistito per sempre.
    -Accetto-dichiarò con voce spezzata.
    -Eccellente!-gioì Utani, strofinandosi le zampe dalla contentezza-Allora possiamo risolvere subito la questione di tuo figlio. Gradirei rimanere sola con lui.
    -Cosa?-sbraitò Sly- Lasciare lui da solo con te? Stai...
    -Va bene...-acconsentì Usuri-Basta che tu faccia in fretta. E se dovesse venirmi il minimo sospetto...
    -Non ti preoccupare. Entro pochi minuti tuo figlio sarà come nuovo...
    Sly e Usuri uscirono così dalla profonda grotta di Utani, il luogo che lei amava definire come il suo laboratorio.
    -Bene...-disse questa, guardando il cucciolo che la fissava incuriosito, emettendo solo qualche miagolio-Diamo iniziò alla creazione del demonio.
    Prese una manciata di foglie appoggiate su una roccia lì vicino, strappò alcuni peli dal manto grigio del cucciolo e infine iniziò a recitare un’antica preghiera, più vecchia delle Terre della Notte stessa.
    In pochi secondi, la grotta fu come circondata da migliaia di occhi, tutti provenienti dall’oscurità come se non avessero un corpo e tutti puntati su Utani.
    -Amici-iniziò questa-Sono lieta di comunicarvi che ho trovato un nuovo signore delle tenebre, un nuovo contenitore...
    -Un nuovo contenitore?-chiese una voce simile a un sussurrò di un serpente-Sei sicura che sia adatto?
    -Assolutamente. Egli si farà carico di tutta la vostra malvagità e la vostra crudeltà, diventando col tempo un vero e proprio mostro, una creatura incapace di amare, impossibilitata a provare il minimo rimorso.
    -Utani, qual è il tuo piano riguardo questo cucciolo?
    -Semplice. Kifo non verrà mai accettato per la sua natura, arriverà al punto che persino i suoi genitori lo temeranno. Egli si vedrà il suo titolo, il futuro re di questo regno, portato via e non potrà mai accettarlo. La sua rabbia non farà che crescere al punto che arriverà infine a uccidere tutto il suo branco e a sacrificarlo per diventare un’ombra.
    -Intendi quindi rivelargli del rituale?
    -A suo tempo gli svelerò tutto. Per il momento lascerò che cresca e che il suo cuore diventi sempre più freddo come il ghiaccio.
    -Oh, Utani...quale creatura maligna sei tu...
    La scimmia scoppiò a ridere.
    -Grazie. Detto da voi significa che è proprio vero.
    -Sei sicura che non ci saranno conseguenze?
    -Assolutamente. Veglierò sempre affinché il piano non venga ostacolato in alcun modo. E non vi dovete preoccupare, lui non sarà l'unico della sua stirpe a unirsi a voi. Una volta che un leone diventa un’ombra, la sua sua strada deve andare a incrociarsi con quella di qualcun altro, portando questo a seguirne le ombre.
    -Finalmente potremo saziarci con le anime dannate di questo regno. E passato così tanto tempo dall’ultima volta-disse una voce in tono triste.
    -Esattamente-Un sorriso malvagio andò a dipingersi sul viso di Utani-E adesso riversate quanta più crudeltà e odio potete nel cuore di questo cucciolo.
    Migliaia di risate andarono a unirsi a quella di Utani, risate che soltanto lei e Kifo potevano sentire in quel momento, risate che in futuro avrebbero rimpianto quella notte di tanto tempo prima.

    Prologo un pò corto, ma che spero sia apprezzabile 😊
     
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  7. Kisasi8
     
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    Allora Utani non è un’antenata di Canine, semplicemente è un’altra stregona come lui che è al servizio delle ombre (solo che lei è molto più fedele di Canine).
    Sì, Akili è il padre di Kifo.
     
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  8. Mara_
     
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    Non ho letto la parte prima ma visto quanto è bella questa corro subito! Sei davvero brava. Povero cucciolo, non avrà mai una scelta nella vita se non essere cattivo :(
     
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  9. Kisasi8
     
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    Vedremo se alla fine proverete ancora dispiacere per lui. Comunque sono un maschio 😉.
     
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  10. Kisasi8
     
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    Mi scuso se in questi giorni non ho ha ancora messo il capitolo, ho avuto una marea di contrattempi. Cercherò di sbrigarmi
     
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  11. Kisasi8
     
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    Capitolo 1

    Due leoni osservavano le Terre della Notte con sguardo avido, da sopra una piccola rupe appena al di fuori dai confini. Il più vecchio aveva una corporatura massiccia, una folta criniera grigia che gli dava un’aria di distratta eleganza e un manto scuro.
    -Dunque queste sono le Terre della Notte...-commentò-Sei sicuro che il re non ci sia?
    -Assolutamente!-confermò l’altro, un giovane leone dalla criniera spelacchiata e dallo sguardo cattivo-Adesso siamo noi i padroni di questa terra! Vedrai, padre, come ci divertiremo!
    -E le leonesse? Sono pericolose?
    -Ah! Di loro non dobbiamo preoccuparci, vedrai, non oseranno rivoltarsi contro di noi!
    Ma il leone anziano non parve condividere l’entusiasmo del figlio.
    -Mai sottovalutare il nemico. Ascolta, voglio che tu faccia un giro di perlustrazione e che studi con attenzione il territorio e i suoi abitanti.
    -Ti ho detto che non dobbiamo preoccuparci!-sbottò il figlio annoiato-Perché non mi dai mai ascolto?
    Ma a quel punto il leone più anziano gli tirò una zampata, scagliandolo a terra, e gli si mise sopra per impedirgli di rialzarsi.
    -Stammi bene a sentire, figliolo...-continuò a dire con tono di voce calmo e misurato-Il giorno che finalmente riuscirai a battermi, potrai prendere tu le decisioni. Ma per il momento sono io quello che comanda e farai come ti ho detto, sono stato chiaro?
    -Chiarissimo!-disse il figlio guardandolo con terrore. A volte, pensò suo padre, occorreva usare le cattive maniere per addestrare i figli indisciplinati.
    -Allora vai e indaga. E non farti notare, chiaro?

    Kifo era un cucciolo strano, pensò Zira osservandolo da lontano. Passava tutto il tempo da solo, pensando a chissà cosa e quando si degnava di raggiungere lei o anche gli altri cuccioli, si limitava a stare zitto e a osservare. Ma c'era qualcosa nel suo sguardo che Zira aveva visto, qualcosa di indecifrabile, un segreto. Non ricordava di averlo mai visto sorridere, né piangere. Sembrava essere completamente privo di emozioni. Gli altri cuccioli avevano provato a invitarlo a giocare con loro, ma lui aveva risposto che per nulla al mondo si sarebbe unito a una massa di perdenti. A quel punto uno dei cuccioli da tutti ritenuto forte e con buone doti da leader lo aveva sfidato, sicuro che lo avrebbe battuto. Ma Kifo non si era lasciato intimorire e aveva accettato con scarso entusiasmo. Lo scontro non era durato neanche dieci secondi, Kifo aveva atterrato subito il suo avversario, spingendolo a terra e immergendogli la testa in una piccola pozza di fango lì vicino. Il cucciolo aveva iniziato ad agitarsi, ma non era stato in grado di liberarsi dalla presa di Kifo e aveva continuato a scalciare, ma le sue grida d’aiuto erano rimaste inascoltate, nessuno dei cuccioli aveva avuto il coraggio di agire o anche semplicemente di muoversi. Alla fine quando tutti erano sicuri che il suo destino fosse segnato, Kifo gli si era tolto da sopra, permettendogli di salvarsi.
    -L’unico motivo per cui sei ancora vivo è perché io sono il futuro re e finché non lo sarò diventato non è saggio macchiarsi già di crimini terribili. Per cui per questa volta ti lascerò andare, ma non osare mai più sfidarmi altrimenti-Zira ricordava bene come i suoi occhi rossi fossero brillati in quel momento-Le Terre della Notte si bagneranno del tuo schifoso sangue.
    I cuccioli non avevano osato andare a riferire il tutto alla madre, non sapevano cosa Kifo avrebbe potuto fargli per vendetta.
    Zira era rimasta impressionata da Kifo, fino a quel momento le sue giornate erano rimaste sempre uguali, noiose e fatte soltanto di quei sorrisi e tutto quel cerchio della vita. Certo, sapeva bene che Kifo era stato cattivo, ma di sicuro era molto più interessante di tutto il resto.
    -Ehi, tu!-le disse lui all’improvviso, voltandosi verso di lei-Che cosa stai facendo?
    -Niente!-mentì lei-Stavo solo passeggiando...
    Kifo le si avvicinò con sguardo sospetto. I suoi occhi rossi andarono a scontrarsi con quelli verdi di lei, cercando di capire se stesse dicendo la verità.
    -Allora passeggia da un’altra parte! Mi stai infastidendo!
    -Ehi!-ribatté lei-Guarda che le Terre della Notte non sono tue! Io posso passeggiare dove voglio!
    -Io sono il futuro re! Questo significa che posso fare quello che voglio!
    -Un re dovrebbe proteggere quelli che non possono difendersi e dovrebbe essere il più saggio di tutti. Tu invece ti comporti come un tiranno!
    Per un secondo Zira ebbe paura che Kifo potesse cercare di ucciderla, ma invece si limitò a sbuffare.
    -Vattene via!-ripeté-E forse dimenticherò quello che mi hai appena detto!
    Zira non sapeva come potesse essere così ottuso, ma decise che arrivata a quel punto non poteva mollare.
    -Tuo padre si vergognerebbe di te!-In altre circostanze quelle parole Zira si sarebbe vergognata di dirle a chiunque, ma Kifo era davvero troppo.
    Questo si limitò a grugnire. Kifo non aveva ancora mai incontrato suo padre e in molti, sua madre compresa, credevano che potesse essere l'unico a fargli cambiare atteggiamento. Ma Zira era sicura che non non sarebbe stato così: era una sensazione che non riusciva a spiegarsi, ma non poteva ignorarla.
    -Io almeno ho un padre ed è un re!-ribatté lui con disgusto-Il tuo invece era soltanto un leone vagabondo che non valeva niente!
    -Non osare dire nulla su mio padre...
    -Era feccia esattamente come lo sei tu! Dovresti inchinarti a me e rispettarmi anche solo perché ti rivolgo la parola...
    -Un re non dovrebbe...
    -Non dirmi cosa un re dovrebbe o non dovrebbe fare, tu non sei di sangue reale, io invece sì. Questo mi rende migliore di te!
    Per la prima volta Zira lo vide sorridere: era un ghigno malvagio, beffardo, a tratti quasi grottesco. Le si avvicinò lentamente ed estrasse un artiglio appuntito dalla zampa e la guardò dritta negli occhi.
    -La prossima volta che ti vedo...-Andò a conficcarle l’artiglio sulla guancia, facendo uscire qualche goccia di sangue-Sii più rispettosa, altrimenti ti ucciderò e me ne fregherò di tutte quelle questioni sul rispetto reciproco, è chiaro?
    Zira era come paralizzata, non riusciva più a muoversi. Kifo le faceva paura, non perché l’avesse ferita, ma per il suo sguardo: era pazzo, crudele, folle, incapace di provare empatia per chiunque lo circondasse. Se lui non fosse cambiato e fosse diventato re...
    Una risata la riportò alla realtà. Da dei cespugli alle loro spalle era apparsa la testa di un leone spelacchiato.
    -Bene! Bene! Oggi è la mia giornata fortunata!-affermò con entusiasmo-Adoro sentire le grida disperate dei cuccioli!
    -Stai lontano!-disse Zira-Queste sono le Terre della Notte, non hai diritto...
    -Diritto?-Il leone scoppiò in una risata diabolica-A me non interessa nulla dei vostri diritti! Quello che io e mio padre vogliamo sono queste terre!
    -Queste terre sono mie!-ringhiò Kifo- Mie e soltanto mie!
    -Kifo...-Zira lo guardò contrariata-Così peggiori la situazione!
    -Ah! Ah!-Il leone procedette verso di loro con una luce diabolica nei suoi occhi-Mi divertirò un mondo con voi due!
    Zira non riusciva più a muoversi, lo sguardo pieno di terrore puntati sulla zampa del nemico che si alzava sempre di più.
    Ma il colpo non andò su di lei, ma Kifo. Il cucciolo venne scaraventato lontano, a qualche metro di distanza, mentre il leone osservava soddisfatto la scena.
    -Mio padre mi aveva detto di non farmi vedere da nessuno! Per cui...-Afferrò Zira per la coda e con l’altra zampa le puntò l’artiglio sotto la gola-Addio, carina!
    -Ehi, tu!-ruggì una voce.
    Una ventina di occhi spuntarono attorno al leone, tutti piccoli e maliziosi, ma pieni di rabbia.
    -Ma che cosa...-chiese il leone confuso-Chi siete?
    Sly, la leader iena, uscì seguita dalle altre sue simili, guardò Kifo a terra e poi il leone.
    -Quello è il figlio della mia amica Usuri ed è anche il futuro re!-commentò rabbiosa-Spero che tu ti renda conto che non te la caverai facilmente!
    -Ehi, un momento!-disse il leone, spaventato dalle iene che si avvicinavano sempre di più-Lasciatemi spiegare, non capite, io non volevo...
    -Certo che volevi!-ringhiò Sly-Il nostro re si trova fuori dal regno per questioni di politica estera...e intanto dei piccoli scarafaggi come te me ne occupo io!
    Le iene erano sempre più vicine. Zira si sentiva confusa: da un lato era contenta che le iene fossero lì per proteggerla e che quel leone stesse per morire. Dall’altro era spaventata esattamente come lo era lui: lo sguardo di lui era perso, quasi come quello di un cucciolo messo in punizione dai genitori, completamente sottomesso.
    -Con la feccia come voi...-ringhiò sempre Sly-Non bisogna avere pietà!
    -Vi prego...non uccidetemi...
    -Avresti ucciso questi due cuccioli senza la minima esitazione! Non ti darò un’altra possibilità!
    -NO!
    Kifo si era ripreso. Lungo il suo piccolo viso grigio, una profonda ferita gli scendeva lungo l’occhio sinistro, ma lui non sembrava curarsene. I suoi occhi erano puntati solo su il leone.
    -Lasciatelo andare...-disse con un sussulto-È un ordine...
    -Mio signore...-Sly non tolse gli occhi di dosso dal leone-Questo individuo è pericoloso...non possiamo lasciarlo andare...
    -OBBEDISCI! Parlerò io con mia madre, ma tu fa come ti ordino!
    Il brutto della monarchia, come avrebbe pensato in seguito Zira, era che il punto di vista dei sovrani era superiore rispetto a quella dei sudditi. Certo, i re e le regine dovevano ricevere un addestramento speciale per riuscire a diventare dei buoni sovrani, ma il loro potere poteva venire esercitato anche prima. Proprio come stava facendo Kifo.
    “Solo il re o la regina dovrebbero poter decidere cosa fare...non il futuro re...”. Ma questo però fu bene attenta a non dirlo davanti a lui.
    Alla fine Sly lasciò andare il giovane leone che a quel punto iniziò a recuperare un pò di forza ed entusiasmo.
    -Grazie...vostra maestà...-disse tremando-Non me lo dimenticherò...se mai avessi bisogno di qualunque cosa... ripeto, qualunque cosa...non esitare a chiedere...
    In quel momento la iena notò che lo sguardo di Kifo era cambiato. C’era come l’ombra di un sorriso in esso, come se non avesse aspettato altro che sentire quelle parole.
    “Sarà solo una mia impressione” si disse. Un cucciolo non poteva essere già così giovane freddo e calcolatore come un adulto.
    Subito il giovane leone se ne andò, non voltandosi più indietro.
    -Mio signore...-disse Sly-Sei ferito a un occhio...è il caso di portarti da Utani oppure...
    -No...portami da mia madre-Fu la sua secca risposta-Per oggi può anche bastare!
    -Aspetta!-Zira gli si avvicinò confusa-Perché lo hai risparmiato?
    Gli occhi rossi di Kifo si strinsero ancora una volta.
    -Pura magnanimità! Questa è l’unica spiegazione!
    Il tono e il suo sguardo non avrebbero potuto essere più falsi, ma ancora una volta Zira questo non lo disse.






    Allora, la cucciola, per chi non avesse letto la precedente FF, è la stessa Zira che viene nominata più volta da vari personaggi e che viene riconosciuta come una gran guerriera.
    Un’ altra cosa che ho voluto mettere è stata il potere che Kifo ha già sin da piccolo, cosa che invece Simba non aveva (vedasi la scena in cui vuole licenziare Zazu), per rendere già un’idea di che razza di personaggio sia. Un pò breve anche questo come capitolo, scusate.
     
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  12. Kisasi8
     
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    Ciao. Grazie per la comprensione riguardo i capitoli corti.
    Comunque quei due leoni sono semplicemente due vagabondi (i loro nomi verranno rivelati nei prossimi capitoli).
    Mentre le Terre della Notte...Bè il nome non ha un significato preciso, ma vi posso garantire che non sono la prima volta che appaiono 😉 (capitolo 32 della prima FF)
     
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  13. ~ Kopa ~
     
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    sono curioso di sapere chi sono quei leoni e perchè vogliono il regno di Usuri e Akili. ancora non riesco a credere che quella scimmiaccia abbia fatto entrare tanti demoni nel corpo di un cucciolo. al momento anche se kifo è cattivo provo pietà per lui. Kisasi8 ma se kifo non avesse avuto tutti quei demoni dentro di sè, sarebbe stato un cucciolo buono come gli altri? o kifo è anche un poco di suo carattere cattivo? più in là sapremo qualcosa anche su suo fratello morto?
     
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  14. Kisasi8
     
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    Capitolo 2

    Non poteva dire la verità, questo era un dato di fatto. Kifo aveva riflettuto per tutto il resto della giornata e anche buona parte della notte, ed era giunto alla conclusione che semplicemente, se non voleva apparire come un pazzo e perdere la posizione di prestigio come futuro re, non poteva rivelare che aveva deciso di risparmiare quel giovane leone, quel disgustoso e viscido vagabondo, perché glielo avevano detto le voci.
    Le voci si erano già manifestate in passato, ma erano state solo dei sussurri, a volte anche meno di questo, a cui Kifo non aveva mai realmente badato. Invece questa volta era stato diverso, come un urlo o un ammonimento da parte di un genitore preoccupato. Di norma Kifo si era proposto di non seguire mai le regole o gli ordini di nessuno, ma del resto quella voce gli era arrivata da dentro la sua testa e quindi doveva essere per forza la sua coscienza. Eppure c’era qualcosa che non gli tornava: se davvero quella era la sua coscienza perché gli era sembrato che ci fossero più voci dentro la sua testa e che alcune di esse fossero femminili? Per un momento gli era sembrato addirittura che fossero delle voci con opinioni in contrasto tra loro, quasi come se fossero un gruppo in pieno dibattito.
    Eppure aveva ordinato di liberare quel leone, senza sapere neppure lui perché. Ma ciò che contava era il perseguimento del suo scopo, tutto il resto non contava, non contava nulla e così sarebbe rimasto per sempre. Col passare dei minuti gli si era andata pure a formulare un’idea in testa, un’idea piccola e forse anche insignificante, su come avrebbe potuto sfruttare quel leone e forse anche il padre di questo. Ma ovviamente era un’idea stupida e priva di logica, basata semplicemente su un timore, un timore nato dalla discussione con Zira.
    Lei aveva detto che suo padre si sarebbe vergognato di lui e che molto probabilmente sarebbe stato odiato dai suoi sudditi. In quel momento però Zira aveva commesso un grave errore: aveva fatto scoppiare il seme della paranoia di Kifo. A lui non importava che suo padre o sua madre lo amassero, quello che voleva era il trono e poter fare del regno tutto ciò che voleva. Ma se qualcuno si fosse lamentato...
    “Uccidilo”.
    Ma a quel punto le lamentele non avrebbero fatto altro che crescere fino a che persino le stesse leonesse non avrebbero organizzato una rivolta contro di lui, magari capeggiate dalla stessa Zira. E allora cosa avrebbe fatto?
    La cosa migliore da fare era trovare qualcuno, qualcuno che esattamente come lui fosse spietato, ma che fosse anche stupido e quindi manipolabile da Kifo. Un servo abile e fedele, senza una volontà propria. E quale miglior servo se non dei leoni affamati e disposti a tutto pur di sopravvivere e che perdi più uno di loro aveva un debito con lui. Certo, avrebbe potuto anche non mantenerlo, ma in tal caso Kifo avrebbe sguinzagliato qualche iena dicendo a queste di aver cambiato idea e che era meglio uccidere questi due leoni perché due potenziali minacce.
    La sua cicatrice gli prudeva, ma per lui era una fonte di vanto. Avere delle cicatrici era simbolo di forza e di spirito combattivo.
    “Dovrò provvedere anche alle iene” pensò con freddezza. Erano pericolose, troppo fedeli a sua madre e quindi a quel suo tanto rispettato padre, quando per Kifo ciò che contava era la fedeltà riposta in lui. Sly, la leader era il problema più grosso. Oltretutto aveva avuto pure una figlia, Jicho, una stupida mocciosa che non faceva altro che gironzolare liberamente dove voleva, ma che gli altri cuccioli di leone sembravano aver preso in simpatia, prima fra tutti Zira, sempre lei. Le iene non sceglievano la loro leader perché era figlia della precedente matriarca, ma per la sua forza e intelligenza. Ma essendo figlia di Sly, Jicho avrebbe avuto la migliore istruzione e quindi maggiori possibilità di venire scelta. E di avere un’altra Sly tra i piedi, una iena troppo impulsiva e che addirittura pretendeva essere alla pari di un leone, era una cosa decisamente da evitare. Però se madre e figlia fossero morte insieme in un misterioso incidente...e se avesse dovuto vincere Raya, la rivale di Sly, molto più cattiva e servile rispetto a lei, forse...
    Un brivido di piacere lo attraversò. Era sicuro che chiunque, se avesse potuto accedere alla sua mente, sarebbe rimasto scioccato sia per quello che ci avrebbe potuto trovare sia costatato che tali pensieri provenivano da un cucciolo. Ma ciò non era vero, ormai lui non era più un cucciolo, forse non lo era neanche mai stato, ma ciò che contava era guardare alla realtà: per lui contava solo se stesso e il potere, il resto era solo una massa di oggetti che poteva usare a proprio piacimento e gettare una volta diventati inutili. Non si era mai posto il motivo del perché questa sua spietatezza è crudeltà, semplicemente lo riteneva un comportamento naturale. Eppure...
    -Vostra grazia...
    Sly gli era apparsa da dietro senza che lui se ne accorgesse. Altra cosa che lui detestava, le sorprese.
    -Vostro padre è appena tornato...e vuole vedervi!
    Suo padre era tornato? Forse era il caso di incontrarlo, almeno avrebbe capito che tipo fosse e se fosse il caso di preoccuparsi davvero per il suo prestigio.
    Seguì Sly in silenzio, con gli occhi sempre fermi e puntati sulla iena, quasi come potesse incenerirla con lo sguardo.
    “Magari potessi. Quanto vorrei essere una tempesta che si scatena sulla terra e che distrugge tutto quello che trova sul suo cammino” pensò con malinconia. Invece no, era un semplice leone, un leone reale ma pur sempre un leone capace di sanguinare e morire. Se solo ci fosse stato un modo per diventare immortale.
    Alla fine arrivarono a destinazione, una grossa folla di animali si era radunata lì davanti, tutti eccitati di rivedere il re.
    Le leonesse erano davanti a tutti con i rispettivi cuccioli vicini. Zira era l’unica che non avesse né padre né madre con sè. Suo padre era stato un vagabondo, ma di sua madre non si sapeva nulla.
    “Probabilmente sempre feccia come il padre. Del resto una come Zira non potrebbe avere dei genitori prestigiosi o importanti come me...”
    E alla fine lo vide. Suo padre era un leone dal fisico snello, eppure riusciva comunque a incutere timore. La sua criniera era elegante, color rosso sangue, uno sguardo dolce e splendente (a parere di Kifo disgustoso), un manto grigio e curato caratterizzato da una striscia che gli scendeva lungo la schiena.
    -Figlio mio...-disse con un sussurro.
    Allungando la zampa, portò Kifo vicino a sé e lo strinse forte. Subito gli animali iniziarono a urlare e emettere versi eccitati (non tanto in onore di Kifo quanto per Akili). Gli unici che non si unirono ai festeggiamenti furono due: Zira che non si sentiva più tranquilla con Kifo nei paraggi e proprio Usuri a cui non era sfuggito lo sguardo deluso e crudele che il suo cucciolo, il suo amato cucciolo, aveva spedito al padre il quale però non ci aveva fatto caso.
    “O figlio mio, che cosa devo fare con te? A volte sembri davvero...così freddo e spietato...”.

    Utani osservava la scena da distanza, la notte dietro di lei stava calando, ma le nuvole coprivano il cielo e così avrebbero fatto anche con le stelle. Meglio, pensò, a lei le stelle non piacevano. Molto meglio l'oscurità.
    “Cresci bene Kifo...e diventa ogni giorno più spietato”.
    Utani chiuse gli occhi, immaginandosi quello che sarebbe accaduto da lì a pochi anni. Kifo era un mostro, ma doveva ancora maturare. Doveva ancora capire come poter sfruttare la sua personalità al meglio ed avere la giusta spinta per la realizzazione dei suoi propositi.
    -Utani...
    Le ombre erano ritornate, rabbiose e affamate, con uno sguardo decisamente contrariato.
    -Miei signori...-disse Utani con un profondo inchino-Qual buon vento vi porta?
    -Vento di sventura! Abbiamo dovuto provvedere noi stessi affinché Kifo risparmiasse quel leone...
    -Già, mi rincresce che abbiate dovuto provvedere voi a un così sgradito incarico, ma era necessario affinché il piano procedesse...
    -Perché hai voluto risparmiare quel pezzente?-chiese con un ringhio un’ombra dalla corporatura piccola e che rispetto a quelle degli altri appariva del tutto insignificante.
    -Quel leone-rispose con pazienza Utani-è sicuramente un essere meschino e la cui esistenza è fonte di fastidio. Tuttavia sia lui che suo padre possiedono un distorto senso dell’onore che potrebbe rivolgersi a Kifo come gratitudine. Quindi se mai lui avesse bisogno di qualcuno che faccia il lavoro sporco...
    -E tu come fai a sapere tutte queste cose su quei due leoni?
    L’ombra di un sorriso apparve sulla faccia lunga di Utani.
    -Bè, se è vostro desiderio sapere la verità, miei signori, vi accontenterò. Sappiate che prima di unirmi a voi, quindi non troppo tempo fa, e diventare una vostra fedele servitrice, ero la sacerdotessa di un piccolo regno non troppo lontano da qui. Il re e la regina mi detestavano e io detestavo loro ma per il mio talento come guaritrice mi permettevano di rimanere. Poi un giorno arrivarono quei due leoni e desiderosi di prendere possesso del regno, ingaggiarono uno scontro con il re. Quest’ultimo però riuscì a vincere e a prendere come prigioniero proprio quel giovane leone che somiglia a un ratto, minacciando di ucciderlo. Allora il padre si arrese e disse che se avesse lasciato andare il figlio non sarebbero più tornati. Il mio re era forte di fisico ma debole di cuore e così liberò il giovane leone. Tutti gli dissero che il suo era stato un gesto stupido e che presto quei due sarebbero tornati e avrebbero distrutto il regno. Ma con gran sorpresa di tutti non fu così. I due leoni non tornarono più nel regno e il re era convinto che la situazione fosse ormai sotto controllo. Ma ovviamente così non era. Quando fu convocato per andare a discutere con i sovrani degli altri regni, uscì senza alcuna scorta dal proprio territorio e una volta superato il confine, fu aggredito sempre da quei due leoni. Lo avevano aspettato per tutto quel tempo fuori dal territorio senza mai entrare nel regno proprio per mantenere fede al loro giuramento.
    -Capisco...-disse un’ombra-Quindi pensi che sfruttando questi due, Kifo potrebbe...
    -Esattamente!-affermò Utani decisa-Ve lo assicuro, miei signori, non abbiate paura. Solo molto pazienza. Perché quando tutto sarà andato come ho pianificato, allora voi tutti potrete banchettare con le anime delle Terre della Notte.

    Akili e Usuri stavano passeggiando tranquillamente, avendo voluto approfittare di un momento libero per poter stare insieme dopo tanto tempo. Akili la osservava con sguardo tenero, ammirandola.
    -Mi sei mancata così tanto...
    -Anche tu mi sei mancato...-le rispose lei con un sorriso timido-Non hai idea di quanto io sia felice che tu sia qui.
    -Hai avuto difficoltà durante la mia assenza?
    -Assolutamente no. Credo di aver fatti un buon lavoro e questo lo devo anche a Sly. Insieme a lei sono riuscita a mantenere l’ordine e la pace nel regno.
    L’espressione di Usuri però era pensierosa, troppo concentrata su qualcosa di cui Akili ignorava l’esistenza.
    -Amore...-disse-C'è qualcosa che non va?
    -È solo una cosa piccola ma...credo che Kifo abbia qualcosa che non va...
    -In che senso?
    -Vedi, lui non socializza con gli altri...ora io non mi preoccuperei se fosse solo per questo, dopotutto ci sono alcuni cuccioli che preferiscono restare soli a volte o che fanno più fatica a socializzare rispetto ad altri...ma Kifo è diverso...
    -Diverso come?
    -Ecco lui...-Usuri trasse un profondo respiro. Per quanto si detestasse per quello che stava per dire, per dubitare di suo figlio, del suo amato cucciolo, sentiva che era necessario dirlo-È come se li odiasse...come se non desiderasse che spariscano o che muoiano...
    -Non stai esagerando?
    -No...vorrei che fosse così, ma non lo è. Anche ogni volta che gli parlo, lui sembra assente, i suoi occhi sono freddi e taglienti, come se odiasse anche me...
    -La colpa è mia...-Akili le lanciò uno sguardo premuroso, cosa che riuscì a farla risollevare un pò-È stato troppo tempo senza un padre...domani inizierò a passare del tempo con lui, sono sicuro che migliorerà...
    -Sono sicura che andrà così-rispose lei, sperando con tutto il cuore che avesse ragione.
    Quella notte Usuri fece un sogno strano. Si trovava sola, in mezzo a una pianura desolata nel cuore della notte, e senza alcun punto di riferimento per potersi orientare. A un certo punto delle risate l’avevano fatta girare, delle risate profonde, fredde, colme solo di malvagità allo stato più puro. Migliaia di occhi l’avevano guardata con derisione, occhi pieni di una luce sinistra e vuota allo stesso tempo, e davanti a questi occhi c’era un leone dalla corporatura robusta, il colore del manto e della criniera indecifrabile, con solo gli occhi rossi che si distinguevano dal resto della sua sagoma scura.
    -Kifo...
    In quel momento altro occhi andarono a mettersi al fianco di quelli di Kifo, altri due occhi rossi, leggermente più stretti di quelli di Kifo, e forse più maliziosi, due occhi verdi splendenti, malvagi e ipnotici, e infine un ultimo occhio, uno verde identico agli altri due precedenti, ma dall’aria molto più stanca e rabbuiata.
    -Questo è il destino che attende la Savana-disse una voce fioca, leggera, simile a un sussurro che proveniva al fianco di Usuri. Questa guardò in basso e vide un piccolo cucciolo che si nascondeva dietro le sue zampe, spaventato dalla visione di quei sette occhi. Possibile che fosse lui, il cucciolo che aveva avuto come primogenito, Mlinzi?
    -Ascolta, quale che sia il prezzo da pagare, tu devi fermare i primi due occhi rossi, devi fermare il demonio, altrimenti la sua stirpe proseguirà fino a che non si genererà l’occhio verde...e allora scoppierà una guerra che coinvolgerà tutta la Savana e le cui sorti potranno essere fatali per tutti...
    -Che cosa vuoi?-chiese Usuri-Gli occhi rossi sono quelli di Kifo, vero?
    Ma le immagini iniziarono a dissolversi e nel giro di un secondi Usuri era sveglia, nella sua grotta con Kifo che le dormiva di fianco.
    “Va tutto bene” pensò “È stato solo un sogno. Un brutto sogno...”.
     
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  15. Kisasi8
     
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    No, no 😅😅😅 Kiburi non è discendente di Kifo ma è comunque determinante per la nascita di Kisasi ( è il bisnonno) mentre Kifo è imparentato con Scar e quindi con Kisasi 😉😉😉
     
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61 replies since 6/4/2019, 17:46   2837 views
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