Re Leone
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Dietro “The Dragon Prince” (qui in Italia tradotto come “Il principe dei draghi”) ci sono i creatori di “Avatar: The Last Airbender”, e la cosa non potrebbe essere più evidente. Fin dai primi episodi, quando veniamo introdotti alla storia, c’è la stessa divisione tematica per elementi, la stessa contrapposizione tra quelli che hanno deciso di convivere con il potere e le sue tante manifestazioni, e quelli che invece hanno provato a piegarlo alla loro volontà, per succedere e sopraffare gli altri; e c’è la stessa catalogazione per capitoli degli episodi.
È una serie animata girata in 3D ma volutamente rallentata (ci sono meno frame di quanti, in teoria, ce ne dovrebbero essere) per dare un effetto quasi 2D. Alla regia c’è un italiano, Giancarlo Volpe. È un fantasy, quindi ambientata in un mondo con tante razze e tante classi. La trama è semplice e si concentra sul viaggio di un gruppo di ragazzi, due umani e un’elfa, che vogliono riportare alla regina dei draghi il suo uovo per evitare l’ennesimo (e forse ultimo) scontro tra i loro popoli.
Ovviamente i protagonisti dovranno affrontare molte avventure, e il fatto che appartengano a due razze diverse non farà altro che causare loro ancora più problemi. Perché in “The Dragon Prince” uomini ed elfi sono in guerra, e lo sono da tantissimi anni. Tanto che, dopo una delle battaglie più feroci, venne deciso di dividere il mondo in due parti: le terre degli esseri umani, e quelle di tutte le altre razze.
In “The Dragon Prince”, insomma, uno dei temi principali è la diversità: come si convive con gli altri, trovando punti in comune e zone grigie su cui costruire rapporti; e come, soprattutto, accettare quello che non ci somiglia – fisicamente, culturalmente e ideologicamente. È una serie rivolta a un pubblico più giovane, ma non per questo andrebbe sottovalutata. Ha un buon ritmo, una storia con i suoi colpi di scena e tanti personaggi più o meno caratterizzati.
La stessa magia non è invincibile. Ha le sue regole e le sue controindicazioni. È lenta, difficile da usare e a tratti anche macchinosa. Si divide per elementi, e ha anche i suoi aspetti negativi (c’è la magia nera, proprio come in un vecchio racconto fantasy).
Altro tema di “The Dragon Prince”, poi, è il rispetto della natura. Una cosa piuttosto ricorrente in tutta la tradizione animata, non solo quella occidentale (basti citare, per esempio, Hayao Miyazaki e i vari lavori dello Studio Ghibli), che spazia dalla televisione al cinema.
Fonte: LaStampa.it
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