Brittany Maynard

storia di un suicidio assistito

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Re Leone

    Group
    Principe
    Posts
    5,283
    Location
    NARNIA

    Status
    Offline

    Il suicidio assistito di Brittany
    e il dibattito sull’eutanasia negli Usa


    NEW YORK La statistica dice che Brittany Maynard è il malato terminale numero 1.174 che ha ottenuto l’autorizzazione al suicidio assistito in Oregon (dove questa pratica è legale da 17 anni) e il 753° a ingerire davvero le pillole killer. Ora che questa ragazza californiana di 29 anni ha posto fine alla sua vita, dopo un rinvio in extremis («non sono pronta, non sto ancora troppo male: voglio sorridere per qualche altro giorno») e un ulteriore, drammatico ripensamento, probabilmente per il timore di perdere conoscenza e, quindi, di non poter più decidere autonomamente del suo destino, il movimento per la vita spera che la gente dimentichi in fretta. Dopo aver accusato i «media» di essersi prestati a una campagna per l’eutanasia alimentata da «Compassion & Choices» (compassione e scelte, ndr ), proprio sfruttando l’emozione sorta attorno al caso di questa bella ragazza stroncata nel fiore degli anni, adesso questo fronte conta sull’oblio della statistica.

    Chi sostiene, invece, il diritto dei malati terminali alla «morte con dignità» è convinto che il caso Brittany sarà uno spartiacque in America: ha già costretto un Paese da sempre recalcitrante su questi temi a guardare in faccia sofferenze e problemi dei malati terminali nella loro lunga agonia. Più consapevolezza ma, forse, anche conseguenze più concrete: si immagina la caduta di una barriera etica nell’elettorato sulla scia di quello che sta avvenendo negli Usa per matrimoni gay e marijuana. Fin qui il suicidio assistito è stato approvato solo in tre Stati, mentre in altri non è passato nei parlamenti o nei referendum, a volte per poco. Ma adesso altri Stati come il New Jersey e il Connecticut pensano di ripresentare questi disegni di legge, mentre i sondaggi indicano che il caso Brittany ha sensibilizzato alla questione del diritto a decidere della propria sorte anche chi ha meno di 35 anni: giovani che fin qui hanno ignorato il dramma dei malati terminali considerandolo un problema dei vecchi.

    di Massimo Gaggi,
    fonte il Corriere della Sera
     
    .
0 replies since 7/11/2014, 03:32   44 views
  Share  
.