E' morto Giorgio Falletti, scrittore, cantante e attore: un autentico campione di versatilità

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  1. niki ven
     
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    TORINO - Ha combattuto la sua battaglia contro il tumore con coraggio e dignità, finché il suo grande cuore di uomo, di artista originale e scrittore prolifico ha ceduto. È morto Giorgio Faletti, 63 anni. Da pochi mesi aveva scoperto di essere malato, e da qualche settimana era rientrato da Los Angeles, dove aveva trascorso un periodo di cure in un centro specializzato contro i tumori. Poi il nuovo ricovero a Torino, all'ospedale Molinette. Sul suo profilo Facebook, proprio ieri aveva scritto: "A volte immaginare la verità è molto peggio che sapere una brutta verità. La certezza può essere dolore. L'incertezza è pura agonia".

    Faletti era nato ad Asti il 25 novembre del 1950. Con lui scompare una figura unica, irripetibile, amabilmente eccentrica di versatilità artistica. Perché Faletti è stato cabarettista, attore, cantante, scrittore, compositore di musiche, paroliere, sceneggiatore, persino pittore. La favola della sua popolarità nasce però dall'ironia grottesca: quella delle gag surreali scolpite nella memoria televisiva del Drive In, nel bel mezzo degli anni Ottanta, quando interpreta Vito Catozzo e altre maschere paradossali dell'Italietta.

    LA FOTOSTORIA
    Una laurea, un palcoscenico. Uomo di spettacolo, di cultura e di buona sensibilità - Faletti era laureato in Legge - esordisce come cabarettista nel locale cult della comicità senza rete, faccia a faccia con il pubblico: il Derby di Milano. Sono gli anni Settanta, quelli formidabili per il cabaret e in particolare per quel palcoscenico milanese, dove in quelle stagioni si avvicendano giovani anticonformisti dell'intrattenimento come Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Paolo Rossi, Francesco Salvi. In televisione si fa notare come spalla di lusso di Raffaella Carrà ai tempi di Pronto Raffaella. Ma è il 1985 l'anno topico, il prologo della sua popolarità (che non verrà mai meno, malgrado le mille trasformazioni artistiche) quando Faletti interpreta uno dei personaggi centrali del Drive In di Antonio Ricci, fucina di talenti e spettacolo innovativo, decisamente fuori dagli schemi dell'epoca.

    Il suo personaggio monstre è Vito Catozzo, la guardia giurata più incredibile del Belpaese, al quale succederanno altri buffi personaggi come Carlino, Suor Daliso, il testimone di Bagnacavallo. Fianco a fianco di Zuzzurro e Gaspare recita in Emilio dove crea un'altroa delle sue maschere grottesche, Franco Tamburini, stilista di Abbiategrasso.

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    La televisione gli è congeniale. Faletti irrompe nel Fantastico nel 1990 con Pippo Baudo, Marisa Laurito e Jovanotti, poi a Stasera mi butto... e tre! con Toto Cutugno. Ma il piccolo schermo non è tutto e Faletti si intrufola intanto intelligentemente, con fervore, anche sullo scenario della musica. Esordisce nel 1988 con un mini-album intitolato Colletti bianchi, colonna sonora di una serie tv dallo stesso titolo nella quale è fra i protagonisti. Nel 1991 pubblica un disco intero, Lupo mannaggia e si fa forte della sua prima hit, Ulula, uno dei tormentoni estivi del 1991, accompagnato da un video altrettanto felice (che ora impazza su youtube). Nello stesso anno compie la sua prima piccola, grande impresa di autore per Mina che canta la sua Traditore, includendola in un album particolarmente fortunato, Caterpillar. Il mondo della canzone lo avvince e Faletti si butta nella mischia con passione e pure un pizzico di incoscienza. Tant'è, nel 1992 prende parte per la prima volta al carrozzone del Festival di Sanremo presentandosi spavaldo in coppia con Orietta Berti, nientemeno. La canzone si intitola Rumba di Tango e finirà in un suo album dal titolo eloquentemente autobiografico, Condannato a ridere.

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    Signor tenente, una svolta epocale. Nel 1994 torna in pista al Festival di Sanremo e questa volta lascia un segno decisamente più forte. Indelebile. Canta Signor tenente e addirittura sfiora la vittoria: si piazza secondo per una manciata di voti dietro Aleandro Baldi nell'edizione di un Festival che passa alla storia della canzone scoprendo pure il talento di Andrea Bocelli e Giorgia.

    I giornalisti accreditati lo acclamano assegnandogli il Premio della critica per quel brano, ispirato alle stragi di Capàci e di via D'Amelio, che poi l'autore inserisce nell'album Come un cartone animato che gli procaccierà il primo disco di platino per le vendite.

    I SUOI DIPINTI
    Forte della popolarità acquisita e soprattutto del riconoscimento della sua personalità, ben più ricca e sfaccettata del puro e semplice bagaglio comico, Faletti torna nel 1995 sul palco di Sanremo per cantare L'assurdo mestiere, ancora sorprendendo pubblico e critica con quella che si rivela un'autentica preghiera rivolta al Padreterno, consegnando al publbico una vena introspettiva e malinconica fino a quel punto della sua carriera sconosciuta.

    E per non farsi mancare niente, prende parte al Festival anche in veste di autore: sua è infatti Giovane vecchio cuore interpretata dalla rediviva Gigliola Cinquetti. L'assurdo mestiere diventa anche un album che regala all'artista l'ennesimo, importante riconoscimento. Conquista infatti il Premio Rino Gaetano riservato alla componente letteraria delle canzoni. Ormai Faletti occupa un posto al sole nel mondo della musica leggera. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano, lui non si nega: scrive brani per Fiordaliso e poi l'intero album Il dito e la luna del "menestrello" Angelo Branduardi. E nel 2000 dà alle stampe un nuovo album, Nonsense, il suo sesto. Quello che si rivelerà anche l'ultimo della sua carriera canzonettistica.

    I BESTSELLER, THRILLER E...
    C'è il thriller che lo aspetta. Faletti è inquieto e scalpita per cambiare una volta ancora, e ancor più clamorosamente, la sua identità di artista. Non dimentica le sue origini di cabarettista estroso, tanto da esordire con un libro, Porco mondo che ciò sotto i piedi (Baldini e Castoldi), dove rievoca le gesta (in)gloriose di Vito Catozzo, proprio lui, il personaggio del Drive in, e intanto si immerge nella dimensione teatrale diTourdeforce con la quale, mescolando l'umorismo e la caratterizzazione della sua vena cantautorale, gira l'Italia. Ma è nel 2002 che Giorgio Faletti compie il primo miracolo letterario pubblicando Io uccido, un thriller sorprendente per ispirazione e classicità che arriva a vendere un mare di libri, oltre quattro milioni di copie! Iniziato trionfalmente, l'anno si chiude con una dramma: Faletti viene colpito da un ictus, che supera fortunatamente senza conseguenze, e che dovrebbe suggerirgli di rallentare la corsa. Ma Faletti è un treno, anche quando vive i tempi dello scrittore. Così nel 2004 manda nelle librerie un secondo romanzo, Niente di vero tranne gli occhi, che bissa il successo del primo e ancora sbalordisce i critici. Nel 2005, poi, si fa testimonial per una campagna per la tutela del diritto d'autore e nel novembre dello stesso anno riceve dal Presidente della Repubblica il Premio De Sica per la Letteratura.

    Una ne fa, cento ne pensa. Così nel 2006 Faletti cambia ancora identità e si propone come attore, non più comico però, interpretando Antonio Martinelli, il professore apparentemente acido e spietato di Notte prima degli esami che si rivela invece un cuore d'oro stringendo un solido patto di solidarietà con la sua "vittima" Nicolas Vaporidis. La brillante interpretazione gli vale la nomination al David di Donatello come migliore attore non protagonista (riapparirà poi nell'incipit di Notte prima degli esami - Oggi del 2007, in riferimento al primo capitolo).

    Ma è ancora la scrittura a fornirgli il più pregiato carburante espressivo: i suoi libri sono tradotti in 25 lingue e pubblicati con successo crescente, oltre che nel Vecchio Continente, anche in America Latina, in Cina, in Giappone, in Russia e dal 2007 pure negli Stati Uniti e nei paesi di lingua anglosassone. Il nuovo boom di vendite gli deriva da Fuori da un evidente destino (Baldini Castoldi Dalai), un romanzo ambientato in Arizona e centrato sugli indiani Navajos. Pensi: lo scrittore è felice, l'uomo di spettacolo appagato. Invece non è così: tant'è, nel 2007 Giorgio Faletti è di nuovo a Sanremo, stavolta come autore di una canzone in gara al Festival, The Show Must Go On, offerta a Milva, che poi ritroviamo nell'album In territorio nemico, che Faletti scrive per intero (parole e musiche) per la Rossa. Sul grande schermo si fa rivedere in Cemento armato, nel ruolo del cinico Primario, boss della mala, che perseguita il malcapitato Diego (ancora Nicolas Vaporidis, la vittima predestinata).

    Nel 2008 arriva la sua prima raccolta di racconti, Pochi inutili nascondigli (Baldini Castoldi Dalai), finalista del Premio letterario Piero Chiara l'anno successivo, mentre esce il suo quarto romanzo, Io sono Dio (Baldini Castoldi Dalai). Inarrestabile come autore anche sul versante delle parole appoggiate sul pentagramma, Faletti offre al controverso Marco Masini Gli anni che non hai, cui risparmia però le forche caudine di Sanremo. In quello stesso 2009 Faletti ottiene una parte in Baarìa di Giuseppe Tornatore e poi ne Il sorteggio di Giacomo Campiotti, che gli affida il ruolo di un eccentrico sindacalista. E poi ancora libri: Appunti di un venditore di donne, il primo romanzo che ambienta in Italia (Milano) e infine Tre atti e due tempi, immerso nel mondo del calcio.

    Martedì le esequie, nella sua Asti. I funerali di Giorgio Faletti saranno celebrati martedì 8 luglio, alle 15, presso la Collegiata di San Secondo ad Asti, la sua città natale. Città che, intanto, si stringe idealmente con un abbraccio affettuoso attorno alla moglie Roberta e ai parenti attraverso la lettera aperta resa nota dal sindaco Fabrizio Brignolo.
     
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