Mashujaa wa zamani

prequel.. (o come si scrive..)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. bau1200 (Sarydor)
     
    .
    Avatar

    Re Leone

    Group
    Principe
    Posts
    5,283
    Location
    NARNIA

    Status
    Offline
    Presentazione


    Il grande leone grigio stava vegliando sulla compagna e sul cucciolo, quando lei si svegliò.
    La sua voce era flebile, debole, il suo sguardo andò subito sul piccolo discendente che dormiva in modo profondo.
    -Mi hai fatto disperare sai?-
    Disse abbozzando un sorriso prima al piccolo, poi al compagno che le si era avvicinato.
    Jormungr osservò dolcemente la sua compagna di vita, il bianco candido della sua livrea era come una calamita per lui, poi incontrò i suoi occhi verde smeraldo.
    -Credevo che non ce la avreste fatta.-
    -Per fortuna che con me c'erano Vervada e Sender, altrimenti non ce la avremmo fatta davvero, gli devo due volte la vita.-
    -Dobbiamo vorrai dire; voi siete la ma vita.-
    I due leoni si avvicinarono e si scambiarono un lungo abbraccio, poi guardarono teneramente il piccolo che lentamente si stava svegliando.
    Era passato un giorno intero dal difficile parto, nonostante questo Miremel non si era ancora ristabilita, invece il piccolo era già pieno di energie, aveva gli occhi verde smeraldo come i genitori e il manto marroncio chiaro, ma il suo comportamento era strano; sembrava intimorito.
    -Guardalo, che buffo che è.-
    -Si, buffo davvero, ma non capisco come mai il suo manto sia di quel colore.-
    -Non ricordi?- Miremel stava guardando il suo compagno sorridendo -Tutti i maschi nella mia famiglia sono di quella livrea, tranne mia madre e io, che siamo le uniche bianche, e lui la ha ereditata, tutto qui.-
    Il leone grigio sorrise, volgendo nuovamente lo sguardo verso il cucciolo, il quale sembrava essere molto riluttante al contatto col padre, ma anche l' imprinting con la madre era quasi totalmente assente.
    -Miremel, è strano, sembra che abbia paura, che non abbia fiducia in noi, che ne pensi?-
    -Hai ragione, non ho mai visto un comportamento del genere in nessun cucciolo.-
    -Dovremmo parlarne con Vervada e Sender, forse loro sapranno darci una spiegazione in proposito, che ne pensi?-
    -Credo che tu abbia ragione, andiamo a cercarle.-
    Miremel cercò di alzarsi, ma venne subito fermata dal compagno.
    -Dove credi di andare tu? Resta qui e riposa, le cercherò io e le porterò qui.-
    La leonessa bianca guardò il compagno con aria contrariata, quella soluzione la infastidiva, odiava essere trattata in quel modo, ma il compagno non voleva sentire ragioni.
    -Non sono una moribonda, vengo anche io.-
    -Non se ne parla, togliti immediatamente quest'idea dalla zucca! Sei ancora debole e devi riposare. Intanto guarda come si comporta il piccolo, io arriverò tra poco, ammesso e non concesso che riesca a trovarle; quelle due hanno la capacità di rendersi irreperibili per chissà quanto tempo, poi quando meno te lo aspetti, te le ritrovi davanti!-
    Detto questo, Jormungr si allontanò velocemente alla cerca delle guaritrici, mentre sul muso di Miremel comparve un sorriso divertito.
    La seccava ammettere che in fondo il compagno aveva ragione, in special modo quando parlava di lei, o aveva da ridire su qualche suo comportamento sbagliato, ma era sempre divertente il modo con il quale il suo compagno glielo faceva notare.
    Jormungr le trovò sul limitare della grotta mentre stavano tornando a far visita alla nuova famiglia.
    Soffiava una leggera brezza gelida, una cosa normale data l'altitudine del loro riparo, infatti non erano rare le nevicate anche in piena estate.
    -Oh, eccovi, vi stavo venendo a cercare.-
    Sender e Vervada si guardarono per un brevissimo istante, poi fissarono il leone grigio dallo sguardo pensieroso.
    -E' successo qualcosa? Il piccolo sta bene? Miremel?-
    -Si, si, stanno bene, solo che il piccolo è... Strano.-
    Le leonesse guardarono nuovamente Jormungr con aria interrogativa.
    -In che senso? Come sarebbe a dire "è strano"?-
    -Venite, seguitemi nella grotta, lo vedrete voi stesse.-
    Seguito dalle guaritrici, il leone grigio si incamminò verso grotta per raggiungere la compagna e il piccolo.
    Giunto sul limitare dell'ingresso, notò in lontananza il gruppo che era di ritorno dalla battuta di caccia e si stava unendo, da li a breve, con gli altri che invece avevano appena finito di controllare i confini del territorio; a giudicare dalle loro falcate tranquille, non dovevano esserci novità di particolare rilevanza, giudicò distrattamente il leone grigio.
    Il trio entrò nel corridoio della grotta, poi le sorelle guaritrici si fermarono, lasciando andare avanti Jormungr.
    Sender e Vervada rimasero a distanza senza farsi notare, osservando nascoste la scena.
    Il piccolo era riluttante ad avvicinarsi alla madre e scappò addirittura in un angolo appena comparve il padre, nonostante quest'ultimo si fosse avvicinato lentamente canticchiando sottovoce, in modo da poter essere visto da distante e ancor prima udito, senza quindi creare spaventi improvvisi.
    Nonostante tutto il piccolo sembrava lo stesso intimorito.
    Jormungr tornò indietro dalle leonesse, sempre muovendosi molto lentamente, continuando la sua dolce melodia.
    -Vedete? È stranissimo, sembra che abbia paura di noi.-
    Le leonesse si guardarono quasi imbarazzate dalla scena.
    -Mai ci è capitato di vedere una cosa simile, certo che voi siete alquanto singolari come famiglia!-
    Il tentativo di sdrammatizzare non andò a buon fine.
    -È probabile che riconosca Sender come madre, visto che il primissimo contatto lo ha avuto con lei; dovremmo fare una prova.- Disse Vervada.
    Jormungr non replicò e Sender uscì dal suo nascondiglio per stabilire un contatto col piccolo cucciolo.
    L'intesa che avevano le sorelle guaritrici era formidabile, riuscivano a capirsi al volo anche solo con uno sguardo; del resto era normale, pensò Jormungr, anni e anni di collaborazione stretta avevano creato questo magnifico risultato.
    Riuscivano a collaborare alla perfezione anche se stavano facendo contemporaneamente cose differenti, e il risultato era sempre perfetto, a meno che la gravità del caso non fosse stata irreparabile.
    Molto lentamente, Sender si avvicinò al piccolo, stabilendo un contatto olfattivo, ma anche in questo caso il cucciolo sembrava intimorito.
    La leonessa lentamente si allontanò.
    -Che strano cucciolo-
    Borbottò quest'ultima mentre prendeva posizione di fronte alla sorella e a Jormungr, voltandosi poi a guardare incuriosita il piccolo e la madre.
    -Credevo che si trattasse di un "imprinting sbagliato", ma non si tratta di questo.-
    -Non ti seguo Vervada, potresti essere più chiara? Cosa intendi per "imprinting sbagliato?"-
    La leonessa stava seguendo distrattamente con un artiglio una minuscola spaccatura della roccia, poi dopo un breve istante, sollevò leggermente il muso e riprese a parlare.
    -Sai come sono andate le cose, Sender stava cercando di far respirare autonomamente tuo figlio, quindi, il primissimo contatto lo ha avuto con lei; supponevo che potesse aver scambiato la madre tramite il primo contatto olfattivo, ma a quanto pare, così non è.-
    Il leone grigio la stava fissando attentamente.
    -Avevo anche pensato ad un'altra possibile causa; cioè che non riuscisse a riconoscere gli odori, è assai rara una cosa del genere, ma può succedere, però anche questa ipotesi, per fortuna, è da scartare.-
    -E allora? Cosa potrebbe essere?-
    -La spiegazione la hai davanti ai tuoi occhi, solo che non la vedi.-
    Jormungr stava cercando di ragionare, ma non riusciva a capire cosa potesse scatenare in un cucciolo indifeso quel comportamento.
    -E' diffidente, semplice no? Non si fida; tutto qui. Dovrete essere voi a far si che acquisisca fiducia.-
    Il leone era incredulo.
    -Quindi, nostro figlio, non si fiderebbe di noi?-
    Vervada lo stava fissando con espressione severa.
    -Sembra proprio di no, dovrete essere voi a far si che trovi la fiducia.-
    Detto questo, le sorelle leonesse si allontanarono senza far rumore.
    Jormungr intanto osservava il piccolo che se ne stava rannichiato in un angolo, mentre Miremel lo stava guardando dolcemente dal suo soffice giaciglio.
    La scena divertì il leone; vedere quella creaturina inerme e apparentemente spavantata, lo fece sorridere.
    "Perfetto, già è complicato essere genitore, io lo sono per la prima volta, e lo sono di un cucciolo che ha paura di me, e come se non bastasse, devo anche organizzare i turni di guardia e tutto il resto. Perfetto, semplicemente perfetto... Ma le cose semplici? A me mai, eh?" Pensò tra se Jormungr, prima di alzarsi.
    Lentamente e facendosi vedere dal cucciolo si avvicinò alla compagna.
    -Non si fida di noi, non si fida di nessuno a quanto pare.-
    Miremel guardò per un breve istante il compagno che le si era avvicinato; la voce calda e dolce di lui, non ebbe però l'effetto rilassante e distensivo sperato.
    -A quanto pare hai ragione.-
    La leonessa si alzò, e lentamente si avvicinò al piccolo.
    Rimasero a distanza per un po di tempo, poi, molto lentamente, Miremel si distese su un fianco, offrendo nutrimento al cucciolo che ancora se ne stava in un angolo della caverna.
    -Dovrà pur mangiare, ha bisogno di nutrimento, non può stare così per molto tempo ancora.-
    Miremel annuì leggermente al compagno, ma non si mosse da quella posizione.
    Passarono circa venti minuti, poi il cucciolo lentamente si alzò e si avvicinò alla madre, iniziando a nutrirsi col latte di lei.
    La tensione mentale che aveva la leonessa si dissolse immediatamente appena sentì che il piccolo aveva iniziato a nutrirsi.
    -Che cucciolo diffidente!-
    Disse sorridendo Jormungr, scuotendo leggermente il capo e a bassissima voce, in modo appena percettibile per farsi sentire dalle altre leonesse, ma poi si rese conto che le guaritrici erano andate via poco prima.
    -Diffidente, appunto.. ecco quale sarà il tuo nome, piccolo, ti chiamerai Tuhuma.-
    Jormungr annuì in silenzio, gli piaceva quel nome e racchiudeva l' "io" del cucciolo; ma soprattutto era contento che la compagna non avesse notato la pessima figura appena fatta.
    Passarono alcuni giorni prima che il piccolo iniziasse a prendere confidenza coi genitori, ora giocava allegramente sia col padre che con la madre; in oltre era affascinato dalla caverna, le screziature violacee della volta e del pavimento rapivano di continuo il suo interesse.
    Passava infatti ore ed ore della giornata a seguire con lo sguardo quella meraviglia naturale, ticchettando con i piccoli artigli ora su una parete, ora su uno strano disegno del pavimento.
    Dopo una settimana circa, i genitori lo presentarono al branco, cercando di non farlo spaventare; una cosa non semplice data la particolarità di quel giovanissimo leone.
    Durante quel lasso di tempo, il resto del branco accettò, seppur a malincuore, di dormire all' esterno della grotta, o in caso di maltempo, nel corridoio che portava all' ampia sala centrale.
    Tutti capivano che il compito dei nuovi genitori non era assolutamete facile, e che avrebbero avuto bisogno di tranquillità per poter conquistare la fiducia del piccolo.
    Fortunatamente, le condizioni metereologiche giocarono a loro favore, nonostante la temperatura rigida, non ci furono ne piogge, ne le temute nevicate improvvise.



    nuovo capitolo, dopo milioni di correzioni, tagli, aggiunte varie, e numerose testate contro lo spigolo di un muro....
    non è vero, ovviamente, ma fa bello a scriversi... XD


    Edited by bau1200 - 7/8/2015, 04:42
     
    .
177 replies since 21/3/2012, 12:51   2566 views
  Share  
.