Mashujaa wa zamani

prequel.. (o come si scrive..)

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  1. bau1200 (Sarydor)
     
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    dunque, eccomi di nuovo qui alle prese con una nuova storia; molti hanno letto Kujamini https://lionking.forumcommunity.net/?t=48789845, e mi sono state chieste spiegazioni in merito, e mi sono detto :"ma che boing! non ho più voglia di ripetere sempre le stesse cose!"
    come ovviare a questo problema?
    beh... scriviamo cosa è successo prima,no? =)
    premetto subito che questo mio nuovo lavoro non procederà spedito come il precedente, e sinceramente, non mi entusiasma gran che..
    però ci si prova, no?
    dunque, il titolo è già un indizio, una linea guida sulla storia, ossia "mashujaa wa zamani" significa in swahili "gli eroi del passato", ed è la storia di quello che successe in quelle lande prima di Eridor, Sarydor,Uranus eccetera eccetera..
    ok.. vi sto tediando con i miei monologhi.. =)
    buona lettura della storia, e come al solito.... vi prego... abbiate pietà!!!!
    ho fatto le scuole alte... ma nel senso che ero sempre all'ultimo piano!!! e senza ascensore!!!! XD


    Un parto difficile


    Sbrigatevi presto! Miremel sta avendo le doglie!-
    Allarmato da quell'improvvisa notizia, un leone grigio dalla folta criniera marrone abbandonò il gruppo che stava perlustrando il territorio per correre in direzione del rifugio dove si trovava la sua compagna.
    I grandi occhi verdi erano preoccupati mentre con grandi falcate il possente leone stava percorrendo uno stretto sentiero che portava verso le alte e grandi montagne innevate.
    Ogni volta che le zampe impattavano col terreno si sollevavano leggere nuvolette di polvere dal suolo arido di quel sentiero e i muscoli degli arti vibravano assorbendo gli impatti col terreno.
    Anche se era estate, le nevi perenni della cima più alta regalavano uno spettacolo maestoso, scintillando ai raggi solari che le colpivano, irradiando una moltitudine di colori.
    La muscolatura possente del leone grigio risaltava ad ogni movimento, i polmoni lavoravano incessantemente come enormi mantici, mentre il cuore batteva veloce ma regolare.
    Era abituato a percorrere enormi distanze in piena corsa.
    "Mi devo sbrigare! Miremel ha bisogno di me!"
    Pensò il grande leone grigio mentre ormai si trovava a metà percorso dell' enorme montagna.
    Intravide il resto del suo branco che lo stava seguendo; avevano appena iniziato la lunga risalita del sentiero che costeggiava trasversamente il fianco montagnoso.
    Dopo circa due ore di corsa sfrenata, arrivò in un ampio spiazzo pianeggiante in netto contrasto con le ripide pareti, la dura roccia risultava erosa dalle intemperie che spesso flagellavano quella zona.
    -Come sta Miremel? Dov'è? Fatemi entrare!-
    Il leone grigio cercava di vedere all'interno di una grotta posta proprio di fronte a lui, attraverso un buio corridoio; si muoveva nervosamente, cercando di aggirare altre due leonesse che gli impedivano il passaggio.
    -Calmati Jormungr! Adesso creeresti soltanto intralcio! Ci sono già Vervada e Sender con Miremel! Non c'e bisogno nessun altro lì dentro!-
    Uno straziante urlo di dolore provenne improvvisamente dall'interno del riparo, Jormungr scattò improvvisamente in avanti ma venne afferrato per gli arti posteriori e cadde di schianto a terra.
    L'aria uscì dai possenti polmoni del leone facendogli emettere un rantolo sordo, cercava di entrare ma venne trascinato indietro dalle leonesse, i suoi artigli sfoderati stridettero sulla dura roccia.
    -Lasciatemi!-
    In quel momento uscì dalla grotta una leonessa dal pelo fulvo, con una stella bianca sulla fronte, gli occhi azzurrissimi scintillavano ai potenti ed intensi raggi solari.
    -Jormungr! Smettila! Non sei di nessun aiuto alla tua compagna in questo modo!-
    Quegli occhi severi che lo stavano squadrando, calmarono immediatamente il possente leone.
    -Sender! Come sta Miremel?-
    -Le cose si sono complicate, ma sta tranquillo! Non serve che tu la faccia agitare ancora di più!-
    Il leone grigio si sedette in un angolo dello spiazzo, mentre il resto del suo gruppo lo aveva raggiunto; ansimavano tutti pesantemente.
    Urla di dolore provenivano dall'interno della grotta mentre Sender continuava ad entrare ed uscire velocemente dal riparo nella montagna.
    La brezza frizzante che spirava incessantemente, offriva refrigerio al gruppo di sentinelle accaldate, il rientro veloce verso il loro rifugio li aveva stancati oltre modo.
    Col passare del tempo le urla diminuirono di intensità.
    Il branco fuori era in attesa di notizie, mormorava sottovoce sulla difficile gravidanza della leonessa e di come si sarebbe conclusa.
    Jormungr si era estraneato da tutto, pensava solamente alla sua compagna, al suo piccolo che si rifiutava di nascere.
    Dalla grotta uscì una seconda leonessa dalla stessa livrea della precedente, stessi tratti somatici, solo gli occhi erano diversi, uno splendido color nocciola brillava ai raggi solari.
    La sua espressione non riusciva a nascondere la sua tensione.
    -Jormungr, ti devo parlare. In privato.-
    Lentamente il leone grigio si alzò e si incamminò fianco a fianco con la leonessa verso un piccolo pianoro sottostante all'ingresso della grotta.
    Il suo sguardo era basso, fissava il terreno, i suoi pensieri erano tutti indirizzati verso la sua compagna, tanto che non si accorse neanche che la leonessa si era fermata.
    Lentamente si voltò e ritornò indietro, si sedette di fronte a lei, senza guardarla.
    -Vervada, dimmi la verità.
    Ti conosco da molti anni ormai, e questo tuo tono di voce non porta mai buone notizie.
    Ti prego soltanto di non illudermi, non mi dare false speranze.
    Voglio sapere esattamente le cose come stanno.-
    La leonessa guardò a lungo il leone prima di parlare.
    -Sarò sincera, Jormungr, come tu lo sei sempre stato con me-
    Il leone sospirò.
    -Purtroppo la situazione è drammatica, il piccolo non riesce a nascere, nonostante tutta l'esperienza che abbiamo io e Sender, non credo che riusciremo a salvarlo.
    E purtroppo non credo che riusciremo a salvare neppure Miremel, sta perdendo troppo sangue.
    Mi dispiace Jormungr.. -
    Lo sguardo del leone si perse nel nulla mentre Vervada lo stringeva in un abbraccio di conforto.
    Si sentiva impotente, avrebbe voluto fare qualsiasi cosa per salvare la sua compagna di vita, ma non poteva fare nulla, ne era consapevole, poteva solo sperare in un miracolo, Vervada era stata chiara, neppure la loro esperienza avrebbe potuto, forse, salvare Miremel, la sua dolce leonessa, e il piccolo che avrebbe dovuto nascere.
    Stava ripercorrendo mentalmente tutta la sua vita, da quando la conobbe, appena adolescente, in riva ad un ruscello, al momento in cui dichiarò il suo amore, il suo primo amore, ripercorse mentalmente quei periodi, ripensò a quando iniziarono i problemi con la gravidanza; si sentiva in colpa, il muso ormai era totalmente inzuppato dalle lacrime e stava, senza rendersene conto, abbracciando la leonessa guaritrice.
    Se solo fosse stato più attento.
    Se non si fosse distratto.
    Se avesse notato quello scorpione nascosto.
    Se Miremel non fosse stata punta.
    Se ...
    Improvvisamente un fortissimo urlo di dolore risvegliò il leone facendolo sobbalzare, seguito da un potente ruggito
    -Vervada corri! Ho bisogno di te! Ci siamo!-
    La leonessa si voltò di scatto e accorse in aiuto entrando a capofitto nella grotta.
    Il grande leone voleva seguirla ma venne di nuovo bloccato sul limitare della grotta dalle altre leonesse.
    Si sedette in attesa, la disperazione lo stringeva in una morsa ferrea, mentre il branco si strigeva attorno a lui per portargli conforto.
    Tutti conoscevano Vervada e Sender, le sorelle guaritrici, la loro esperienza era nota a tutti, ma sapevano anche che non amavano illudere chi avevano di fronte, erano schiette, crudeli a volte a detta di molti nel dire le cose, ma cercavano fino alla fine di aiutare i bisognosi, perfino quando le speranze risultavano essere inesistenti.
    Passarono alcune ore, poi Vervada uscì silenziosa dalla grotta.
    Aveva un'espressione severa sul muso, e sembrava molto affaticata.
    -Vieni con me, Jormungr.-
    Il leone si alzò e si avvicinò alla leonessa fulva, continuava a fissare il terreno finchè non si ritrovò di fronte a lei, i loro occhi si incontrarono per un breve periodo.
    -Quello che siamo riuscite a fare oggi, Jormungr, non ha precedenti.
    Seguimi.-
    Lentamente il leone grigio seguì la leonessa che lo stava precedendo e si addentrarono nella grotta.
    Percorsero un corridoio largo all' incirca due metri che portava ad un'ampia sala circolare di circa trenta metri di diametro, il soffitto a cupola scavato nella roccia faceva cadere di tanto in tanto alcune gocce d'acqua che ticchettavano sul pavimento.
    Di fronte a loro, su un giaciglio di paglia, giaceva una leonessa bianco candido, priva di sensi, una luce tenue irradiata da uno strano masso illuminava la cupola della grotta.
    Jormungr le si avvicinò lentamente e si sedette di fronte a lei.
    Una lacrima scivolò dal muso del leone grigio e cadde sul muso della leonessa incosciente.
    L'odore dolciastro del sangue permeava l'aria all'interno della grotta.
    -Oggi quello che è stato fatto qui, non ha precedenti.
    Il cucciolo è nato col cordone ombelicale attorcigliato attorno al collo e gli impediva di respirare; il cuore di Miremel si è fermato.
    Mentre io cercavo di rianimare la tua compagna, Sender cercava di far respirare autonomamente il nascituro.-
    La leonessa dagli occhi di ghiaccio si avvicinò ai due leoni, e con voce dolce si rivolse al leone grigio
    -Jormungr, ti presento tuo figlio.-
    Indicò un punto vicino alla leonessa distesa, dapprima sembrava che non ci fosse nulla, poi il leone notò un leggero movimento.
    Un cucciolo muoveva in modo appena percettibile una zampa, aveva il manto color marrone chiaro mentre la parte frontale del muso e la parte inferiore del corpo invece erano bianche.
    Jormungr guardava il piccolo incredulo.
    -Adesso andiamo, devono riposare entrambi, non ti preoccupare, ci penseremo noi.-
    Lentamente, il leone lasciò la compagna, ma a metà del corridoio che portava verso l'esterno, si voltò e tornò indietro riavvicinandosi di nuovo alla sua compagna.
    La felicità di vedere Miremel salva, lo fece esplodere in un pianto soffocato di autentica gioia, poi la baciò dolcemente.
    Sedette ancora qualche minuto innanzi a lei, mantre Vervada e Sender lo guardavano; nessuna delle due aveva il coraggio di farlo uscire.
    Entrambe capivano quello che in quel momento stava provando Jormungr.
    Lentamente poi il leone grigio si alzò e tornò fuori con gli altri, era incredulo, non si rendeva conto di quello che aveva visto.
    La felicità regnava sul suo muso quando raggiunse il limitare della caverna, in quel momento l' attenzione degli altri componenti del branco era concentrata su di lui.
    Lentamente comparve un sorriso sul suo muso mentre una lacrima solitaria cadeva sulla pietra erosa dalle intemperie.
    Con la voce rotta dal pianto si rivolse agli altri.
    -Sono diventato padre!-
    Un ruggito di gioia esplose dalle gole del branco e poi tutti gli si avvicinarono per fare le congratulazioni e chiedere informazioni sullo stato di salute della madre e del piccolo cucciolo.


    Edited by bau1200 - 7/8/2015, 04:41
     
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