Kovu's story... We are one

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  1. LionKing98
     
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    glitterfy2050017T805D32

    Questa è la mia prima fan fiction, e come premessa vi dico subito che è centrata su Kovu, come credo abbiate intuito dal titolo ^^
    Questo perchè Kovu è il mio personaggio preferito.
    Procediamo!! ^^
    Personaggi principali:
    -Kovu
    -Kiara

    Personaggi secondari:
    -Simba
    -Nala
    -Zira
    -Nuka
    -Vitani
    -Rafiki
    -Timon
    -Pumba

    Ah, dimenticavo di dirvi che questa ff ha due finali, uno canonico e uno alternativo.

    Vi riporto i capitoli, ora che la ff è finita, così non dovete girare per le pagine
    Capitolo 1:
    Capitolo 1

    -Sei il prescelto, Kovu. Tu ucciderai Simba, e prenderai il suo posto nelle Terre del Branco-
    Simba
    Simba
    Simba
    Uccidere Simba.
    Fin da quando era piccolo gli sono state inculcate in testa queste parole.
    Simba è il nemico, Simba va ucciso.
    Ma Kovu non ha ancora ben capito chi sia Simba.
    Sa che è qualcosa di male: è colpa di Simba se tutta la sua famiglia è esiliata nelle Terre di Nessuno, dove il cibo è così scarso….
    Kovu sa che è colpa di Simba se a pochi passi da lui ci sono le Terre del Branco, ma non ci può andare.
    Sa che Scar è morto per colpa sua, di Simba, e ora deve pagare.
    Kovu però non ha mai fatto parte di tutto questo.
    L’odio gliel’ ha insegnato Zira alla sua nascita.
    Fosse stato per lui, Simba avrebbe potuto vivere altri cent’anni.
    Che senso ha la vendetta? Se Simba muore, Scar non tornerà tra i vivi. Non tornerà mai.
    Che senso ha, tutto quest’odio?
    Se lo chiede a volte, il piccolo Kovu, ma poi il suo branco torna alla carica come un rinoceronte infuriato.
    “Tu ucciderai Simba, Kovu. E prenderai il suo posto”
    E Kovu non ha nient’altro in cui credere.
    I suoi giorni passano così, alla ricerca di cibo, a fare la lotta, a cercare acqua, ad allenarsi, ad odiare qualcuno che non ha mai visto.
    Ma poi, improvvisamente, a spezzare l’esistenza monotona di questo cucciolo compare qualcuno di inatteso.
    Kiara, una leoncina testarda e intraprendente, supera i confini delle Terre del Branco e finisce addosso a Kovu.
    Lui reagisce immediatamente, come gli è stato insegnato, e attacca guardingo, osservando l’avversaria.
    Lui non sa chi sia. Non sa che è la figlia di Simba, che è sua nemica.
    Vede solo una leoncina dal pelo dorato.
    È la prima volta che si sofferma a guardare il pelo di qualcuno.
    Il suo è marroncino scuro, e l’inizio di criniera spelacchiata che ha tra le orecchie è di colore nero.
    “Non è tanto diversa da me”pensa.
    “È un leone, esattamente come me”.
    Ed è questo che Zira non vede.
    Siamo uguali, siamo tutti uguali.
    Ma Kovu non ha il coraggio di contraddire sua madre.
    Il giorno del primo incontro con Kiara finì per coincidere con il giorno del primo incontro con Simba.
    Quest’ultimo è un leone maestoso col manto arancione come la savana al tramonto, una folta criniera rossiccia e un viso gentile.
    Kovu viene spinto da Zira tra le zampe di Simba, ma lui non lo punisce per aver superato i confini.
    Si limita a guardarlo con disprezzo. O forse con pietà.
    “Adesso tu e il tuo cucciolo andate via”dice a Zira, prendendo Kiara per la collottola.
    Ciao…gli sussurra Kiara.
    Ciao… risponde Kovu.
    Il leoncino saluta l’unica amica che abbia mai avuto.
    Tornando, Kovu riflette.
    Simba era arrabbiato e preoccupato per qualcosa.
    Era preoccupato per Kiara.
    Ma perché? Si chiede. Perché deve avere paura per lei? Non può venire a giocare qui, con me?
    Ma poi capisce.
    Ha paura di me, di noi. Avrei dovuto ucciderla. Ecco perché Simba ha avuto paura.
    Così Kovu apprende di essere un cattivo.
    “Ma che cosa ho fatto io, per essere un cattivo? Non ho fatto niente. Niente. Hanno scelto loro per me”
    “Perché sono un cattivo?”
    E a questa domanda, Kovu non trova una risposta.


    Capitolo 2:
    Capitolo II
    Dopo questo episodio isolato, gli anni passano, e Kovu di domande non se ne fa più.
    Ora è un leone adulto.
    È’ forte, e possente. È spietato, crudele.
    Un perfetto assassino: così vuole sua madre.
    È riuscito a nascondere dentro di sé, da qualche parte, l’amore che provava per la vita, e quella bontà tipica dei cuccioli verso ogni essere.
    “Posso uccidere Simba, ora”si dice, pieno di rancore.
    “Posso ucciderlo e rivendicare il trono delle Terre del Branco”
    Il piano può iniziare.
    Come previsto, Nuka e Vitani appiccano il fuoco nella savana e Kiara, che sta cacciando per la prima volta da sola, viene soffocata dal fumo e sviene.
    Kovu la salva, e affrontando il le fiamme la riporta a Simba.
    Non gli fa alcun effetto rivedere la giovane leonessa dopo tanto.
    Nel suo cuore non c’è spazio per nulla. È solo una nemica e nient’altro.
    -Giudicami per quello che sono. O devo continuare a essere punito per un crimine che non ho commesso?-chiede Kovu a Simba, recitando perfettamente la sua parte.
    Non ricorda che questa domanda precedentemente architettata è a stessa domanda che si era fatto lui stesso, da cucciolo.
    Ora però non c’è spazio per altro.
    Ma Simba non si fida.
    Ha paura per Kiara.
    La vede crescere, e ormai è grande.
    Sente che la vita di sua figlia non è più nelle sue mani, e la vede volare via, la vede andare lontano.
    Spera solo che la sua strada non porti a Kovu, eppure il suo inconscio già lo sa.
    Kiara e Kovu sono fatti per stare insieme.
    Ma questa è solo la strada che è stata tracciata per loro.
    Non è detto che debba essere portata a compimento.
    Tutto dipende da Kovu, perché Kiara in cuor suo ha già scelto.
    Ma Kovu non ha tempo per l’amore.
    Ha un regno da rivendicare, e l’amore lo renderebbe debole e nient’altro.
    Simba non ha intenzione di cambiare la legge di Mufasa, ma terrà Kovu sott’occhio.
    “Nasconde qualcosa. Non mi fiderò di lui”.
    Kiara dal canto suo è felice di aver ritrovato un vecchio amico, e lo guarda affascinata.
    Sente già di volergli bene.
    Kovu no, Kovu non pensa.
    Kovu riflette, ma come sempre il suo cuore è solo una macchina che pompa sangue nel suo corpo.
    Non si deve permettere di provare sentimenti.
    Kiara… è solo una pedina che muoverà abilmente per raggiungere il suo scopo.
    Tanto più riuscirà ad avvicinarsi a lei, tanto più riuscirà ad avvicinarsi a Simba.
    E allora…
    Quella notte Simba è tormentato dagli incubi.
    Il suo passato lo assale, e ritorna a quel pomeriggio nella gola, quando suo padre perse la vita.
    È tutto esattamente come allora, tranne il fatto che Simba ora è grande, è un re.
    Ma la paura e il senso di impotenza che provava da piccolo non sono cambiati.
    E Mufasa è ancora aggrappato a quella roccia.
    -Simba! Aiutami!-grida, perdendo un appiglio.
    -No! Padre! Ancora un ultimo sforzo!-urla Simba, tendendogli una zampa.
    Può salvare Mufasa. Deve salvare Mufasa. Non può ripetersi tutto come allora!
    Simba gli ha quasi afferrato la zampa quando compare Scar.
    -No!!-urla Simba.
    Scar, nascosto nell’ombra, l’ha afferrato e Simba perde l’equilibrio.
    Mufasa, stremato, cade nella gola e gli gnu gli sono subito addosso.
    Ma ora è Simba ad essere in pericolo.
    Rischia di cadere, e di morire.
    Come suo padre.
    Scar gli afferra le zampe, come fece anni addietro con Mufasa, ma uscendo dall’ombra Simba vede che non è Scar: è Kovu!
    E sull’occhio sinistro ha la stessa cicatrice di Scar, che risalta sul manto scuro.
    Con una risata crudele, Kovu lascia le zampe di Simba, che urlando cade nella gola.


    Capitolo 3:
    Capitolo III
    Kovu non riesce a chiudere occhio quella notte.
    Nonostante non voglia, alla vista di tutte quelle famiglie, di tutto quell’amore, il suo subconscio muove qualcosa dentro di lui.
    I ricordi della sua infanzia e della sua adolescenza popolano la sua nottata.
    Uno ad uno, è costretto a riviverli tutti, taglienti ed inesorabili come quando accaddero.
    -Kovu, Kovu! Tu non sarai mai il prescelto! Sei solo un micino spelacchiato!-
    -No, non è vero Nuka! È solo una bugia!-
    -Micino, micino, micino… hai paura!-
    -Lasciami stare…-
    Kovu è impotente, e Nuka è più grande di lui.
    Non può difendersi, è ancora troppo piccolo.
    Cerca di andarsene, ma Nuka lo blocca.
    -Micino, micino, micino!-
    -Mamma!! Mamma vieni!-urla Kovu a quel punto.
    Zira è l’unica che lo possa salvare in quel momento.
    E sua madre arriva, puntuale.
    Rifila una zampata a Nuka e porta via Kovu.
    Kovu rivive il senso di colpa verso suo fratello quella notte, e come molti anni prima vorrebbe non aver chiamato sua madre.
    Nuka non gli avrebbe parlato per giorni.
    Ma poi scaccia via quel ricordo. Non può permettersi di provare un sentimento come l’affetto.
    Ma i ricordi ritornano, inesorabili.
    Kovu è felice: gli è appena cresciuta la criniera.
    Si sente grande. È grande!
    È grande, e per la prima volta vuole fare quello che si sente di fare, senza per forza ubbidire a sua madre.
    Quella mattina è salito su un albero, e da lì è riuscito a vedere le Terre del Branco.
    C’erano dei giovani leoni e leonesse, come lui, che giocavano in prossimità di una pozza.
    “Forse posso andarci anche io. Voglio giocare e divertirmi!”
    Nel suo cuore subentra la speranza di rivedere Kiara, la sua prima amica.
    E anche l’unica, a dire il vero.
    Attento a non farsi vedere, supera la fossa dei coccodrilli e si addentra nell’erba verde.
    È così strano, per lui.
    Dove vive, le piante non crescono se non qualche alberello isolato, comunque secco, e, l’erba cresce ma poca, ed è sempre gialla e stopposa.
    Ma qui, dovunque si volta vede animali, esseri viventi, è la speranza di ritrovare Kiara aumenta.
    Ha quasi raggiunto il gruppo di giovani leoni quando viene afferrato per la criniera, e una zampata gli mozza il respiro.
    Quando si riprende, è di nuovo nelle Terre di Nessuno.
    Alza lo sguardo e vede sua madre, seduta di fronte a lui.
    È arrabbiata, per non dire furiosa, e Kovu cerca di farsi il più piccolo possibile.
    -Mamma io…non volevo-
    -Hai disobbedito, Kovu! Dovevi allenarti questa mattina, e invece sei andato nelle Terre del Branco!-urla lei.
    -Ma mamma…io voglio divertirmi-
    -DIVERTIRTI?! Tu non devi divertirti! Tu devi solo prepararti per uccidere Simba! La tua vita è dedicata a questa impresa, non al divertimento!-
    Da quel momento, Kovu sarà solo un’arma.
    Le parole di sua madre hanno distrutto la sua infanzia, la sua adolescenza.
    E il mondo e la vita perdono di significato.
    Kovu si riscuote da questi pensieri.
    Ha una missione da portare a termine, non c’è tempo per la malinconia.


    Capitolo 4:
    Capitolo IV


    All’alba del giorno dopo il sole è già alto e caldo, e splende sulla Rupe dei Re.
    Kovu vede Simba, solo, abbeverarsi ad una pozza.
    Ringhiando, allarga le zampe. Sente la terra sotto di lui, pronto ad attaccare.
    Una volta forse si sarebbe posto la domanda “è giusto uccidere un altro essere vivente?”
    Ma ora come ora, Kovu non ha bisogno di domande, perché tutte le sue domande non hanno mai avuto risposte.
    Rapido, veloce, assassino.
    Così è diventato dopo anni di addestramento.
    E ora è giunto il momento di farne uso.
    Sta per saltare quando Kiara gli si para davanti.
    -Buongiorno!-lo saluta, allegramente.
    Kovu è stupito.
    Dalle sue parti, la mattina si viene svegliati con un ruggito o con una zampata se si è in ritardo, e le poche volte che ha chiesto delle spiegazioni per quel risveglio brusco, la risposta è stata:
    “Questa è la guerra, Kovu”
    La vita di Kovu non è una vita, è una battaglia.
    Questo l’ha sempre saputo. Una battaglia per il dominio e la sopravvivenza.
    “Buongiorno” per lui è quasi una parola nuova.
    È ancora in posizione di attacco, le orecchie appiattite, la coda nervosa, le zampe pronte ad ubbidire immediatamente al proprio portatore e una smorfia sul viso.
    Nonostante tutto questo, Kiara non si è accorta di nulla.
    “Sarebbe una facile preda”pensa tra sé e sé-
    “Non avrò problemi ad ingannarla”.
    -Sono pronta per la prima lezione! Sorpreso eh?-dice lei, interrompendo il filo dei suoi pensieri.
    Nel frattempo, Simba è sparito.
    Kovu ruggisce in silenzio per la frustrazione.
    Un’opportunità sprecata!
    -Forza professore! Cominciamo!-continua Kiara, impaziente.
    Kovu finalmente le presta attenzione.
    “è vero, ieri sera le ho promesso di darle lezioni di caccia, per compensare la sua totale incapacità”pensa, arrabbiato con sé stesso, ma anche con una punta di orgoglio involontario.
    È un ottimo maestro, e lo sa.
    Il leone è quasi sul punto di dirle che non si può fare nulla, che non ha la minima intenzione di insegnarle a cacciare, quando un altro fastidioso ricordo affluisce dalla sua memoria.
    È pomeriggio. Un noioso pomeriggio di mezza estate.
    Kovu è annoiato, e non sa che fare.
    Il caldo è talmente asfissiante che è stato dispensato dagli allenamenti.
    Quasi avrebbe preferito farli. Per lo meno avrebbe avuto qualcosa da fare.
    Il giovane leoncino è sdraiato all’ombra di una roccia e muove nervosamente la coda, un po’ per il nervosismo e un po’ nel tentativo di farsi aria.
    Kovu ringrazia mentalmente di non avere ancora la criniera.
    Suo fratello Nuka, a cui è già cresciuta, sta letteralmente morendo dal caldo.
    Dopo una decina di minuti, il caldo ha la meglio, e Kovu si ritira nella grotta.
    Lì fa leggermente più fresco, e il leoncino si concede una tregua.
    Cercando disperatamente qualcosa con cui giocare, Kovu nota in una fessura sul muro, al di sopra della sua portata, una specie di ramo privo di foglie dall’aria particolarmente flessibile.
    Il desiderio di giocarci pervade completamente Kovu, che cerca di afferrarlo, saltando disperatamente.
    Dopo una serie di tentativi andati a male, si rassegna a chiedere aiuto a qualcuno più grande di lui.
    Sua madre è lì nelle vicinanze, perciò Kovu decide di andare da lei.
    -Mamma, mi prendi quel pezzo di ramo, che ci voglio giocare?!-chiede allegramente.
    Zira lo osserva dall’alto in basso, poi osserva il ramo e valuta la distanza che c’è tra esso e la terra.
    La leonessa ci può arrivare senza problemi.
    Kovu, che ha fatto il suo stesso ragionamento, si immagina già a giocare con quel ramo.
    Avrebbe potuto incastrarlo sotto ad un sasso, e giocare ad una specie di tiro alla fune.
    -No-risponde Zira.
    Kovu crede di non aver capito. La guarda supplichevole.
    -No, Kovu. E adesso togliti dai piedi-ripete sua madre, per il solo gusto di negargli qualcosa.
    Il leoncino, deluso e con la coda tra le gambe, torna a sdraiarsi all’ombra della stessa roccia.
    Kovu torna alla realtà.
    Non vuole bene a Kiara, per lei non prova nulla, ma non farebbe provare a nessuno la delusione che ha provato lui.
    Le sensazioni di abbandono e di solitudine che hanno seguito la delusione, non le augurerebbe a nessuno. Nemmeno al suo peggiore nemico.
    Memore di quanto è capitato a lui, Kovu, non potendo e non volendo fare altro, segue Kiara.
    Poco dopo il leone è sdraiato a terra, annoiato.
    -3, 2, 1…-sbuffa.
    In quel momento Kiara si scaglia contro di lui, ma Kovu si scansa e la leonessa cade a terra.
    -Mi sono fatta sentire?-ridacchia.
    -Solo un pochino, Kiara- risponde Kovu ironico.
    -Respiri troppo pesantemente-le spiega.
    -Rilassati. Devi sentire la terra sotto alle zampe per evitare che qualche sasso faccia rumore-
    Decide di fare una dimostrazione, e avvertendo la presenza di qualche animale su una collinetta lì vicino, si prepara per l’agguato.
    La preda però è Timon, che con Pumbaa è impegnato a scacciare degli uccelli, i quali stanno mangiando le loro larve preferite.
    -Ruggisci!-chiede Timon, sfruttando l’occasione.
    -Così!-mostra Kiara. Col suo ruggito alcuni degli uccelli si sollevano in aria.
    Kovu allora ruggisce possentemente e Kiara lo trascina nella corsa, facendo scappare gli uccelli.
    -Ma perché dobbiamo farlo? Che scopo ha questo addestramento?-chiede Kovu, correndo.
    -Addestramento? Questo è divertimento!-risponde Kiara, ridendo.
    -Divertimento?-
    Kovu non sa cosa sia il divertimento, ma quella giornata passata assieme a Kiara gli ha fatto scoprire un mondo che non aveva mai immaginato.
    Kovu scopre che può passare del tempo con gli altri leoni, che può divertirsi senza avere per forza un obbiettivo.
    Divertirsi così, divertirsi per gioco, divertirsi perché la vita è bella.


    Capitolo 5:
    Capitolo V

    -Non l’avevo mai fatto prima- dice Kovu a Kiara, quella sera.
    -Davvero?-chiede lei, sbalordita.
    I due giovani leoni stanno guardando il cielo, sdraiati in mezzo all’erba, e giocano a trovare delle figure fatte con le stelle.
    In quelle poche ore passate con lei, Kovu è cambiato completamente.
    Sta lentamente aprendo il suo cuore agli altri, a Kiara.
    Ma aprire il cuore fa male, dopo tanto tempo che non lo si fa più.
    Abituato a non fidarsi mai di nessuno, mettersi a nudo è difficile.
    Fidarsi è difficile.
    E provare dei sentimenti è una sensazione nuova e dolorosa, che lentamente sta plasmando il giovane leone, e lo sta cambiando.
    Kovu non sa più chi è, o forse non l’ha mai saputo davvero.
    Non sa dare un nome alle emozioni che lo scuotono, che lo percorrono, che lo fanno riflettere.
    Ha paura. Per la prima volta in vita sua, ha paura sul serio.
    Fin da cucciolo gli è stato spiegato che poteva morire o riuscire nell’impresa che gli era stata destinata, e la paura della morte non è mai stata un problema per lui.
    Ma è la paura della vita, del vivere ora a pervaderlo.
    E la sua paura è genuina, pura.
    Come si fa a vivere convivendo con una paura del genere?
    La paura di un istante: di non sapere che cosa succederà un istante dopo, o se anche lo si sapesse, di non poter fare nulla per poterlo cambiare.
    Ma da un lato, Kovu non vuole abbandonare, non vuole perdere quella paura.
    Dopo una vita che non è una vita, scoprire e provare una sensazione così sconvolgente e penetrante è un’esperienza che Kovu non può e non vuole abbandonare.
    In fondo, è anche bello vivere con la paura dell’istante dopo.
    Bisogna solo essere in grado di prendere quella paura e modificarla.
    Prendere la paura e renderla vita, renderla curiosità.
    Vivere da quel momento con la speranza, con la curiosità, con l’aspettativa dell’istante dopo.
    Kovu ci sta riuscendo, e ora la sua vita sta acquistando un significato, proprio mentre tutto il resto diventa un’incognita.
    Mentre il suo avvenire si offusca sempre più.
    -Io e mio padre un tempo lo facevamo spesso. Lui dice che tutti i grandi re del passato si trovano lassù-spiega Kiara, riportando Kovu alla realtà e facendolo risalire in superficie, al di sopra dell’oceano dei suoi pensieri.
    La frase della leonessa lo impensierisce, lo fa riflettere.
    I grandi re del passato.

    Chi è un grande re? Come si fa a sapere se si è un grande re?
    Vale la pena di scoprirlo poi? Vale la pena di scoprirlo una volta morti?
    Se mai Kovu dovesse diventare un grande re, vorrebbe saperlo subito, quando ancora potrebbe goderne.
    Ma è una fantasia assurda, dice a se stesso.
    Nonostante lui debba uccidere Simba, nonostante il suo obbiettivo sia diventare un re, un grande re, non ha mai pensato seriamente di esserlo.
    Non ha mai pensato a cosa sarebbe accaduto dopo Simba.
    Chi sarebbe rimasto?
    Kiara? No, l’avrebbe odiato.
    Sarebbe diventato re del suo branco di rinnegati, e nient’altro.
    Tutto questo non ha senso. Kovu non sarà un grande re.
    Scar non era un grande re?
    Come può lui definire, lui, Kovu- un reietto, un rinnegato-, come può definire la grandezza di un re?
    Kovu non è mai stato un re per poterlo dire.
    Forse questa grandezza è direttamente collegata all’amore per il potere.
    Ma neanche questo Kovu conosce. Lui non vuole il potere. Gli è stato imposto di amare il potere.
    È diverso.
    O, meglio ancora, questa grandezza è collegata alla volontà assurda di vivere, ma anche all’accettazione della morte, quando fosse venuta.
    “Sì, dev’essere così” si dice Kovu.
    “Come ha detto oggi, Kiara? Il cerchio della vita. Ecco, è semplice, la grandezza di un re si misura in base alla sua capacità di adattamento nel cerchio della vita, alla sua capacità di adattamento alle decisioni superiori, alle difficoltà che la vita gli impone. Questo è un grande re. Ma Scar non era questo. Non aveva questa capacità”
    -Credi che anche Scar sia lassù?- chiede Kovu, improvvisamente triste.
    -Non era mio padre…ma lui è ancora parte di me-
    “Nemmeno io potrò essere mai un grande re”pensa.
    Si è alzato ora, e da le spalle a Kiara.
    Lei si avvicina. Prova dei sentimenti per Kovu, e vorrebbe tanto aiutarlo a liberarsi dal dolore che si porta dietro.
    Per lei è tutto così semplice.
    Essere buoni, sempre e comunque.
    Non sa che cosa sta passando Kovu. Non sa che cosa voglia dire crescere con la certezza di essere sbagliato.
    -Mio padre dice che Scar aveva un lato oscuro, che non poteva in alcun modo evitare-
    -Forse anche io ho un lato oscuro allora-mormora Kovu.
    Kiara strofina il muso sul suo. Vorrebbe che Kovu fosse felice.
    Poco lontano, Nala sussurra a Simba una frase che si perde, fatalmente, nel vento.
    -Mio caro Simba, tu desideri percorrere il cammino che ti è stato destinato. Forse per Kovu non è lo stesso-
    Forse per Kovu non è lo stesso.
    Nala ha ragione: Kovu non sa più chi è, non sa più che fare.
    Sa però che non vuole più uccidere Simba.
    Non è più il suo nemico. Lui ama Kiara.
    Adesso l’ha capito.
    E non ha alcuna intenzione di lasciarla andare.
    Ma come può fare? Deve spiegarle tutto.
    -Kiara…Zira ha un piano. Ne facevo parte anche io, ma ora non voglio più. Perché io…ti amo-
    No, non può funzionare così.
    Kovu vorrebbe non aver mai fatto parte di nulla.
    Non vuole perdere Kiara, non vuole perdere la sua fiducia.
    Capisce che l’odio di Zira non ha alcuna ragione di essere.
    Non farà più parte di nulla, mai più.
    Non farà più condizionare la sua vita da nessuno.
    “La vita è la mia. Questa pelle è la mia. Questa criniera, queste zampe, questi occhi e questo cuore. Sono io. Carne e sogno. Gioia e dolore. Sono io”.
    Il leone socchiude leggermente gli occhi, per la prima volta davvero cosciente di tutto sé stesso.
    “Mi chiamo Kovu”.


    Capitolo 6:
    Capitolo VI


    È di nuovo mattina, e Simba vuole parlare con Kovu.
    I due camminano, e Simba mostra a Kovu i resti della follia di Scar.
    Kovu non ha mai sentito la sua storia raccontata così.
    Gli ha mosso qualcosa, dentro.
    E in lui è nata la speranza, la certezza, la determinazione.
    Farà di tutto per non essere come lui.
    -Era davvero un assassino?-chiede.
    -Il fuoco è assassino. Ma a volte dalle ceneri della generazione precedente può nascere qualcosa di nuovo-spiega Simba.
    Allora forse Kovu non è legato al destino di Scar!
    “Posso ancora cambiare, posso andare contro a tutto quello che mi è stato insegnato!”pensa.
    Lo dimostrerà a tutti quanto è cambiato e quanto cambierà, ma lo dimostrerà per prima a cosa a sé stesso, perché ancora quasi non ci può credere.
    È dura, è difficile cambiare, dopo una vita passata ad odiare.
    Ma ora Kovu ha un motivo per cambiare, per continuare lungo la strada che ha, consapevolmente sta volta, scelto.
    Il motivo è Kiara, e a Kovu basta.
    Gli basterà per sempre.
    Dal canto suo, Simba è sul punto di ricredersi.
    Kovu in fondo non sembra tanto diverso da lui.
    Sono entrambi immersi in queste riflessioni, quando dalla nebbia che li attornia si percepiscono dei suoni, dei rumori.
    Risate.
    Un branco di leoni accerchia Kovu e Simba.
    Entrambi riconoscono il volto del capobranco.
    È Zira.
    -No!-grida Kovu, sgomento.
    Simba non ha ancora capito che cosa sia successo, ma lui sì.
    In un istante ha capito tutto, e il terrore lo assale.
    -Ben fatto, Kovu. Esattamente come prevedeva il nostro piano!-dice Zira, mentre in realtà sa benissimo che Kovu ha tradito.
    -Tu!-urla Simba, sgomento.
    -Io non ho più niente a che fare con loro, te lo giuro!-si giustifica Kovu, quasi implorando il leone.
    Sa che tutto gli si sta ribaltando contro.
    Tutto e tutto assieme.
    Vorrebbe impedire la tragedia, ma non può.
    Simba viene attaccato da ogni parte. Kovu cerca di aiutarlo, di proteggerlo, ma non può fare nulla.
    Neanche buttarsi nella mischia, cercando di proteggere Simba con il proprio corpo, serve a qualcosa.
    Il Re è ferito, ma riesce a scappare.
    Arriva in una gola, inseguito dai Rinnegati.
    Kovu ha fatto il giro opposto, e chiama, urlando, Simba.
    Il leone lo vede, e vede anche una via di fuga.
    Si arrampica disperatamente sul mucchio di legni, con la forza di volontà e nient’altro.
    Volontà ferrea di vivere.
    Nel tentativo di ucciderlo però Nuka, il figlio maggiore di Zira e fratello di Kovu e Vitani, muore soffocato.
    Per Kovu è tutto un incubo.
    Mentre Simba viene soccorso da Timoon e Pumba, lui raggiunge la madre.
    Non vuole credere alla morte del fratello.
    Zira, disperata, gli tira una zampata sul muso.
    Non si era mai resa conto di voler davvero bene a Nuka, prima.
    Kovu ruggisce dal dolore, ritirando il muso.
    -Hai tradito Scar! Nuka è morto per causa tua! Hai ucciso tuo fratello!-grida Zira, ma poi si blocca.
    Sull’occhio sinistro di Kovu è comparsa una cicatrice come quella di Scar, esattamente come nel sogno di Simba, e per un attimo lei rimane sconcertata.
    Ma Kovu non è Scar.
    Non lo è mai stato e non lo sarà mai. Non vuole esserlo mai.
    Ma capisce che qualcosa si è rotto, che qualcosa è cambiato.
    Scappa via, torna da Simba, alla Rupe dei Re.
    Non sa neanche lui perché lo sta facendo, ma vuole disperatamente rivedere Kiara.
    Quando arriva al cospetto del Re, Kiara cerca di venirgli in contro, ma Simba la blocca.
    Gli altri animali, riuniti, sono sbalorditi.
    Leoni, ghepardi, giraffe, elefanti, babbuini, avvoltoi…tutti sono riuniti.
    E tutti guardano Kovu, sbalorditi.
    -Kovu!-
    -è Kovu!-
    -Come ha osato tornare?-
    Lui si sente immediatamente fuori posto, ma continua ad avanzare, a testa alta.
    Non vuole arrendersi alla verità.
    Incrocia di sfuggita lo sguardo di Kiara, i loro occhi si incontrano.
    E questo gli da la forza di continuare.
    -Perché sei tornato?!-chiede Simba, dall’alto della rupe.
    -Simba…io non avevo nulla a che fare con loro!-
    -Non ti vogliamo qui!-
    -Ti prego, chiedo il tuo perdono!-
    Quando arrivasti mi chiedesti di essere giudicato. Quel giorno è arrivato!-
    -ESILIO!-
    Kovu si sente crollare il mondo addosso.
    No, non può essere vero.
    Non può essere così.
    Non può finire in questo modo!
    Si guarda attorno, cercando una conferma del fatto che è tutta una bugia.
    Che è stata tutta una bugia, fin dall’inizio.
    Ma nulla di ciò che vede gli porta sollievo.
    Sente Kiara urlare, ed è un colpo al cuore.
    Ma deve andare.
    “Devo andare…devo andare via per lei” cerca di giustificarsi.
    “Forse solo così potremo costruisci un futuro”
    Ma la falsità di quelle parole lo colpisce come un macigno.
    Non ci sarà un lieto fine per lui, per loro.
    Kiara è disperata.
    Kovu non vuole andarsene, vuole stare con lei.
    Vorrebbe far capire a Simba che lui non centra nulla con quello che è successo.
    Ma non può.
    È costretto ad andarsene, con la morte nel cuore, e mentre gli animali intonano una canzone lui scappa via.
    Kovu corre, scappa. Scappa via dall’unica persona che l’abbia mai reso felice in tutta la vita.
    Si volta poi indietro, un’ultima volta, e a terra, in una pozza, vede il riflesso di Scar sovrapporsi al suo.
    Non c’è nulla da fare. È finita.
    -Nel rancore sei cresciuto, affronterai da solo il fato. Devi andare, vivi e vai, ma il nostro perdono tu non l’avrai mai-


    Capitolo 7 (finale canonico):
    Capitolo VII
    Buio.
    Dolore.
    Angoscia.
    Paura.
    È questa la morte?
    Kovu non lo sa.
    Dopo aver toccato quel breve brandello di vita, in quei giorni, tornare alla sua vita da reietto gli sembra impossibile.
    Meglio morire forse.
    Tanto che senso ha, vivere in questo modo?
    Senza amore. Senza Kiara.
    Senza nulla per cui valga la pena vivere.
    Kovu ora ha paura.
    Oramai è buio, e cerca di immaginare Kiara, sotto a quello stesso cielo.
    Chissà dov’è, che cosa fa.
    “E’ finita, Kovu. Non la rivedrai mai più” dice a sé stesso.
    Il suo cuore pesa come un macigno, e alcune parole vi sono rimaste impresse.
    “Tu non sei come noi.”
    Quasi fosse la metafora della sua vita.
    Non sarà mai un buono, né un cattivo. Non potrà mai essere nessuno, non potrà fare parte più di nulla.
    Kovu corre, continua a correre per non sentire quell’oppressione nel petto.
    Ma fa male, e il dolore è intenso, bruciante.
    Non si può dimenticare.
    “Devi piantarla di avere paura, Kovu. Devi vivere, e devi andare avanti. Anche se fa male, anche se ti sembra di morire. Devi vivere perché non devi credere che la tua vita non valga a nulla. Devi vivere, perché della tua vita ne farai qualcosa. Ora e subito”
    Ma non ci crede nemmeno lui.
    Per gli altri è così facile…
    O sono buoni, o sono cattivi.
    Non c’è una scelta.
    Ma lui…lui a metà, in mezzo a due fuochi.
    Cammina da tutta la vita sulla lama di un rasoio, e non sa quando cadrà.
    Ma per stare in piedi si graffia, si ferisce, e fa male.
    “Se tu avrai paura, no non capirai che l’amore è giusto e non ti lascia mai…”
    A Kovu quasi sembra di vedere Kiara, seduta su una collinetta.
    Il viso gli si sfigura in una smorfia di dolore.
    Dio, gli manca.
    Ma…un attimo!
    È lei! Non se n’è andata!
    È con lui!
    Kovu non riesce a crederci, le lacrime gli salgono agli occhi.
    “E’ perfetto il mondo dentro agli occhi tuoi…”
    Ora anche lei si è voltata, e l’ha visto.
    E anche gli occhi di lei sono pieni di lacrime.
    Kovu le corre in contro, strofina il muso contro al suo, annusa il suo profumo…e si sente a casa.
    Casa è dovunque sia lei, dovunque lui stia bene…dovunque siano insieme.
    “Con la gioia che c’è in te e in me agli altri noi diremo che l’amore troverà la via…non mi perderò. Con te mi sentirò a casa mia…”
    La lingua di Kiara sfiora la guancia di Kovu, e lui si perde nei suoi occhi.
    Giocano come due cuccioli che si sono ritrovati dopo tanto tempo.
    “Due note fanno un’armonia…che sboccia come un fiore, per noi due l’amore troverà la via…”
    Kovu la guarda, e nel suo sguardo c’è tutto l’amore possibile, tutta la gratitudine che è riuscito a raccogliere.
    Kiara ha capito che non è un assassino.
    Ha capito che è cambiato.
    O, forse, ha capito che è rimasto sé stesso.
    “Per noi troverà la via…”
    Ma Kovu, ora che ha ritrovato Kiara, vuole andarsene via, con lei.
    Non potrebbe mai essere accettato nelle Terre del Branco, e non vuole separarsi da Kiara.
    Ma lei ha ancora una famiglia, e c’è chi le vuole bene.
    -Dobbiamo tornare. Il nostro posto è nel nostro branco-dice a Kovu.
    Lui non capisce.
    Il nostro branco?
    Non c’è un loro branco. Kovu non appartiene a nessun branco, rinnegato da tutti.
    -Se scappiamo ora non potremo tornare mai più-
    Alle parole della sua compagna però si convince.
    Deve farlo per lei, e per loro.
    Non può chiederle di lasciare tutta la sua vita.
    Ma non lo fa solo per lei.
    “Lo faccio anche per me” pensa.
    Simba gli aveva dato fiducia, e lui non l’ha tradita in fondo, questa fiducia.
    Deve farglielo capire.
    E’ vero, gli ha mentito, ma non ha poi fatto nulla per tradirlo.
    Deve fargli vedere chi è.
    Kiara si stringe a lui, e assieme si specchiano in una pozza.
    Sono uno parte dell’altro.
    “Siamo un’unica realtà”


    Capitolo 8 (finale canonico):
    Capitolo VIII-finale canonico

    Kovu e Kiara corrono, assieme, guardandosi.
    Potrebbe non esserci nient’altro, ma c’è qualcosa di più importante da fare.
    Devono tornare a casa.
    Kiara deve tornare a casa, e Kovu non vuole lasciarla.
    E in fondo, vorrebbe che quella fosse anche casa sua.
    Ma quando arrivano alla Rupe dei Re, non c’è nessuno.
    Non un’anima viva, e il cielo comincia a scurirsi.
    Kovu è preoccupato.
    Un terribile sospetto gli si sta insinuando nella mente, e lui sta cercando in tutti i modi di non farvi caso, ma non è possibile.
    Kiara non sa che fare, si guarda attorno confusa.
    Kovu cerca di rassicurarla, strofina il muso contro il suo, facendo le fusa.
    -Io so dove sono andati-dice infine.
    -Zira li ha attaccati-
    I due riprendono a correre, col cuore che batte forte.
    Kovu ha paura di perdere di nuovo Kiara, ma Simba è il padre della sua compagna, e non può lasciarlo morire.
    Comincia a piovere, l’acqua inzuppa i due leoni, ma a loro non importa.
    Li vedono, ad un certo punto, i due branchi.
    Sono vicini alla gola dove è morto Mufasa, tempo prima.
    I due branchi si stanno scontrando, e non c’è pietà per nessuno.
    Ma la guerra deve finire.
    Non c’è più alcuna ragione per combatterla.
    Kiara l’ ha capito.
    Kovu l’ ha capito.
    Devono capirlo anche loro.
    I due leoni si mettono in mezzo, a separare Zira e Simba.
    -Papà, tutto questo deve finire!-dice Kiara a suo padre.
    -Stanne fuori, Kiara!-
    Zira grida a Kovu di andarsene, gli ringhia addosso.
    Ma lui è irremovibile.
    È finito il tempo in cui si faceva condizionare da lei.
    -Un re saggio una volta mi disse: siamo un’unica realtà. Allora non capii cosa volesse dire, ma ora ho capito- continuò Kiara, incurante della pioggia che cadeva fitta.
    Kovu è guardingo, tiene d’occhio sua madre, ma lei sembra troppo sbalordita per poter reagire.
    -Ma…loro…-
    -Loro? Noi! Guardali padre: sono come noi. Che differenze vedi?-
    A quelle parole, Simba si apre in un sorriso.
    Lentamente, smette di piovere e il sole torna a scaldare la savana e i cuori dei leoni.
    Solo Zira vuole ancora combattere.
    Anche Vitani e le altre leonesse del branco dei Rinnegati passano dalla parte di Simba.
    Ma Zira, nella sua follia, è pronta a combattere anche contro il suo stesso sangue.
    Contro la sua famiglia.
    Cerca di trascinare Kiara in un dirupo, e rischia di cadere lei stessa.
    -No! Kiara!-gridano Kovu e Simba, assieme.
    Kovu l’ ha appena ritrovata! Non può sopportare di perderla.
    La diga cede e sotto alle due leonesse il fiume torna a scorrere, ingigantito dalla pioggia caduta.
    Zira sta cadendo, Kiara cerca di aiutarla, e Kovu non può fare nulla.
    È inutile.
    Zira scompare, trascinata via dalla corrente.
    Kovu avverte una fitta al cuore.
    Era comunque sua madre, e le voleva bene.
    Ma è solo un attimo, e la felicità che gli porta il fatto di poter stare finalmente con Kiara lo pervade.
    -Kovu, ho sbagliato-dice Simba.
    Kovu annuisce sorridendo, cercando di non dare a vedere la sua commozione a quelle parole, e stringe Kiara a sé.
    Tornano tutti assieme alla Rupe dei Re, e a Simba sembra di udire la voce del padre.
    -Ben fatto, figliolo. Siamo un’unica realtà-
    Il vento muove la criniera del Re, passa sui suoi occhi socchiusi.
    Kovu non capisce, ma capirà presto.
    Ha tempo per imparare.
    Dall’alto della rupe Simba, Nala, Kovu e Kiara ruggiscono, e nel loro ruggito c’è tutta la loro vita.
    Kovu sorride.
    Ora è a casa.


    -Finale alternativo
    Capitolo 7:
    Capitolo VII-inizio finale alternativo
    Buio.
    Dolore.
    Angoscia.
    Paura.
    È questa la morte?
    Kovu non lo sa.
    Dopo aver toccato quel breve brandello di vita, in quei giorni, tornare alla sua vita da reietto gli sembra impossibile.
    Meglio morire forse.
    Tanto che senso ha, vivere in questo modo?
    Senza amore. Senza Kiara.
    Senza nulla per cui valga la pena vivere.
    Kovu ora ha paura.
    Oramai è buio, e cerca di immaginare Kiara, sotto a quello stesso cielo.
    Chissà dov’è, che cosa fa.
    “E’ finita, Kovu. Non la rivedrai mai più” dice a sé stesso.
    Il suo cuore pesa come un macigno, e alcune parole vi sono rimaste impresse.
    “Tu non sei come noi.”
    Quasi fosse la metafora della sua vita.
    Non sarà mai un buono, né un cattivo. Non potrà mai essere nessuno, non potrà fare parte più di nulla.
    Kovu corre, continua a correre per non sentire quell’oppressione nel petto.
    Ma fa male, e il dolore è intenso, bruciante.
    Non si può dimenticare.
    “Devi piantarla di avere paura, Kovu. Devi vivere, e devi andare avanti. Anche se fa male, anche se ti sembra di morire. Devi vivere perché non devi credere che la tua vita non valga a nulla. Devi vivere, perché della tua vita ne farai qualcosa. Ora e subito”
    Ma non ci crede nemmeno lui.
    Per gli altri è così facile…
    O sono buoni, o sono cattivi.
    Non c’è una scelta.
    Ma lui…lui a metà, in mezzo a due fuochi.
    Cammina da tutta la vita sulla lama di un rasoio, e non sa quando cadrà.
    Ma per stare in piedi si graffia, si ferisce, e fa male.
    “Se tu avrai paura, no non capirai che l’amore è giusto e non ti lascia mai…”
    A Kovu quasi sembra di vedere Kiara, seduta su una collinetta.
    Il viso gli si sfigura in una smorfia di dolore.
    Dio, gli manca.
    Ma…un attimo!
    È lei! Non se n’è andata!
    È con lui!
    Kovu non riesce a crederci, le lacrime gli salgono agli occhi.
    “E’ perfetto il mondo dentro agli occhi tuoi…”
    Ora anche lei si è voltata, e l’ha visto.
    E anche gli occhi di lei sono pieni di lacrime.
    Kovu le corre in contro, strofina il muso contro al suo, annusa il suo profumo…e si sente a casa.
    Casa è dovunque sia lei, dovunque lui stia bene…dovunque siano insieme.
    “Con la gioia che c’è in te e in me agli altri noi diremo che l’amore troverà la via…non mi perderò. Con te mi sentirò a casa mia…”
    La lingua di Kiara sfiora la guancia di Kovu, e lui si perde nei suoi occhi.
    Giocano come due cuccioli che si sono ritrovati dopo tanto tempo.
    “Due note fanno un’armonia…che sboccia come un fiore, per noi due l’amore troverà la via…”
    Kovu la guarda, e nel suo sguardo c’è tutto l’amore possibile, tutta la gratitudine che è riuscito a raccogliere.
    Kiara ha capito che non è un assassino.
    Ha capito che è cambiato.
    O, forse, ha capito che è rimasto sé stesso.
    “Per noi troverà la via…”
    Ma Kovu, ora che ha ritrovato Kiara, vuole andarsene via, con lei.
    Non potrebbe mai essere accettato nelle Terre del Branco, e non vuole separarsi da Kiara.
    Ma lei ha ancora una famiglia, e c’è chi le vuole bene.
    -Dobbiamo tornare. Il nostro posto è nel nostro branco-dice a Kovu.
    Lui non capisce.
    Il nostro branco?
    Non c’è un loro branco. Kovu non appartiene a nessun branco, rinnegato da tutti.
    -Se scappiamo ora non potremo tornare mai più-
    Kovu non può. Non può tornare.
    L'orgoglio brucia, e Simba non lo accetterebbe mai.
    -No, Kiara. Non posso tornare...loro non capirebbero-
    -Ma...Kovu...loro...-balbetta la leonessa.
    Non vuole perdere la sua famiglia, ma se vuole rimanere con Kovu, e' l'unica scelta possibile.
    Una lacrima scende sul muso di Kiara.
    Kovu la stringe a se'.
    Vorrebbe evitarle questo dolore, ma vuole di più che Kiara stia con lui.
    In fondo, Simba ha fatto il suo tempo.
    Kiara non dipende più da lui, e può decidere per se', cosa che non ha mai fatto prima.
    E, per una volta, e' certa di fare la scelta sbagliata.
    Ma e' anche certa di fare la scelta migliore di tutte.
    La leonessa osserva il profilo della Rupe dei Re, dei posti dove e' cresciuta, ma poi torna a guardare Kovu.
    -Andiamo- dice.
    E non si volta indietro.
    Sa che se lo facesse non riuscirebbe più ad andare via.


    Capitolo 8:
    Capitolo VIII-finale alternativo


    Alcuni mesi dopo

    Kovu si alza presto quella mattina.
    Ha una strana sensazione nel corpo.
    Esce lentamente dalla grotta, attento a non svegliare la compagna che ha bisogno di dormire.
    Tra non molto diventerà padre.
    È una sensazione incredibile per Kovu.
    Pochi mesi prima era un reietto, un rinnegato, e ora vive solo con la leonessa che ama.
    Solo loro due, in mezzo alla savana.
    -Non voglio creare un nuovo branco. Il mio è quello che ho lasciato-gli aveva detto Kiara.
    E lui rispetta la sua decisione.
    Si stiracchia alla tenue luce del mattino, lasciando che il vento gli scompigli la criniera.
    Col passare del tempo è diventata molto più folta, e Kovu ne è fiero, anche se nei giorni più caldi è costretto a stare all’ombra tutto il tempo.
    Il felino, dopo essersi ben svegliato, comincia a guardarsi attorno con occhi vigili.
    Ispeziona col lo sguardo ogni centimetro del suo territorio.
    Deve procurare qualcosa da mangiare a Kiara, e anche a sé stesso.
    Mentre con l’abilità e la rapidità di un esperto cacciatore, Kovu insegue un gruppo mattutino di antilopi, con la mente riflette.
    Sa che Simba li ha cercati a lungo, quando sono fuggiti.
    E li ha anche trovati.
    Non si era mai dato per vinta.
    È una qualità che Kovu gli ha sempre ammirato.
    Qualche settimana prima aveva ricevuto la visita di due leonesse, che informavano lui e Kiara del fatto che Simba pretendeva che la figlia tornasse.
    -è troppo tardi- aveva risposto Kiara.
    -Oramai non posso più-
    Le due leonesse non erano più tornate, ma Kiara era rimasta turbata per un po’ di giorni.
    Kovu sa per esperienza che è difficile lasciarsi il passato alle spalle, e spera che la compagna ci riesca prima o poi.
    Perché Kiara soffre, anche se non lo dà a vedere.
    Cerca di nasconderlo e di essere sempre felice, ma la verità è che le Terre del Branco le mancano.
    Le manca la Rupe dei Re, gli manca Simba, gli manca Nala, Timon e Pumbaa.
    Le manca tutta la sua famiglia.
    E Kovu in cuor suo sa che prima o poi dovranno tornare.
    Per i primi tempi era sereno, andava tutto bene.
    Ma ora il leone non è più tanto sicuro di aver fatto la scelta giusta.
    È stato giusto costringere Kiara ad andarsene?
    “Non l’ ho costretta” si dice.
    Eppure sa che in parte è così.
    Kiara non avrebbe sopportato di perderlo di nuovo, e lui in fondo lo sapeva.
    “Sono stato egoista, ho pensato solo a me”.
    Lo sa che è così.
    -A cosa pensi?-
    Kovu si volta, e Kiara è dietro di lui.
    Non l’aveva sentita arrivare.
    Il leone la stringe a sé, facendo le fusa.
    -Nulla… riflettevo. Come stai?-
    Kiara sorride stancamente.
    Manca poco ormai, lo sanno entrambi.
    Il ventre della leonessa è sempre più teso e gonfio.
    Kovu è ansioso e preoccupato. La cosa è percepibile, e Kiara lo capisce.
    -Non preoccuparti, saranno dei bellissimi leoncini-dice, intuendo i pensieri del compagno.
    -Non ho dubbi su questo, ma… è come se non fossi all’altezza, capisci?-
    Lei scuote la testa.
    -Sarai all’altezza di questo. Sei sempre stato forte-
    Sorride anche Kovu.
    Ricorda perfettamente le sensazioni che l’ hanno scosso quando ha conosciuto Kiara, e il suo passato è ancora vivo in lui.
    I ricordi sono vividi, pronti a colpirlo in qualunque momento.
    C’era stato un momento in cui si era sentito vulnerabile, e in cui aveva paura.
    Ma ora il bene e il male hanno trovato il loro posto dentro di lui, e hanno trovato il modo per convivere.
    -Kovu… cos’è?-chiede ad un tratto Kiara.
    Kovu segue lo sguardo della compagna, che è fisso su una sagoma in lontananza, la quale si sta lentamente avvicinando.
    Aguzza la vista, pronto a difendere Kiara anche a costo della propria vita.
    Sembra… un leone.


    Capitolo 9:
    Capitolo IX-ultimo capitolo finale alternativo-THE END


    Kovu si appiattisce a terra, le orecchie abbassate e i baffi vibranti, tenendo dietro di sé Kiara.
    Ma, man mano che il leone si avvicina, gli pare di riconoscerlo.
    Non è un leone. È una leonessa.
    -Vitani! Che ci fai qui?-ringhia.
    -Da molto non ci vediamo, fratello. Mi accogli così?-
    -Abbiamo scelto strade differenti, Vitani. Non molto tempo fa-
    La leonessa fa un cenno col capo verso Kiara, ma poi torna a rivolgere la sua attenzione a Kovu.
    -Tu te ne sei andato prima che tutto finisse. La nostra strada si è incrociata nuovamente-
    Kovu inizia ad innervosirsi.
    -Non parlare per enigmi. Cosa vuoi?-
    Il leone è scosso da sentimenti contrastanti.
    Da una parte c’è l’affetto che ha sempre provato per sua sorella, ma d’altro canto ha lasciato i Rinnegati.
    Vitani no.
    -E’ finita, Kovu. Siamo un solo branco ora-
    -Un solo branco?-si intromette Kiara.
    Vitani annuisce.
    -Fatemi raccontare-
    La leonessa si siede, godendosi l’attenzione totale verso di lei di quei due leoni, e comincia a parlare.
    -Poco dopo che ve ne siete andati, abbiamo attaccato Simba e le sue leonesse.
    Stavamo vincendo, e Simba era distrutto. Credo che fosse per te, Kiara.
    Ad un certo punto ha smesso di combattere, e ci siamo fermati anche noi. Eravamo sbalorditi.
    Ha cominciato a parlare. Ha detto frasi che ci hanno colpito il cuore. Davvero.
    Ci ha convinti tutti. Tranne Zira. E lei…è caduta nel fiume. Siamo un branco solo, ora-
    A Kiara brillano gli occhi.
    -Ha…ha capito allora. Cos’ha detto mio padre?-
    -“Siamo un’unica realtà”-
    Kiara china il capo, Kovu la stringe a sé.
    -Kovu…dovete tornare. Simba sta male- continuò Vitani.
    -Vi vuole vedere… tutti e due. E dovete sbrigarvi. Dovete fare presto-
    Kiara non riusciva a dire nulla, e Kovu prese in mano la situazione.
    -Sorella…lasciaci soli un momento-
    Vitani annuì, e si allontanò, esplorando il territorio.
    Appena la leonessa si voltò, Kovu afferrò le zampe di Kiara, e la guardò negli occhi.
    -Kovu…mio padre…dobbiamo tornare!-singhiozza la leonessa.
    -Torneremo Kiara. Oggi. Andrà…andrà tutto bene, te lo prometto-
    Kiara annuisce, anche se nessuno dei due ci crede.
    Qualche ora dopo, i tre leoni avvistano la Rupe dei Re.
    Avevano fatto in fretta, nonostante la situazione di Kiara.
    Gli animali, raccolti attorno alla rupe, al loro passaggio chinano il capo.
    In silenzio.
    Vitani si ferma con le altre leonesse.
    Kiara e Kovu avanzano nella grotta della rupe.
    All’imboccatura della grotta, al riparo da sguardi indiscreti, c’è Simba, sdraiato a terra e con gli occhi socchiusi.
    Nala è di fianco a lui.
    -Mamma…papà…-balbetta Kiara.
    Simba a quelle parole apre gli occhi.
    -Kiara…sei…tornata- sussurra, con le lacrime agli occhi.
    La leonessa si avvicina, e dopo un attimo di esitazione abbraccia suo padre e sua madre.
    Simba la tiene stretta se a lungo.
    -Credevo che… che non saresti tornata…-
    -Mi dispiace papà! Mi dispiace tanto…-
    -E…Kovu?-
    Kovu, sentendo pronunciare il suo nome, si avvicina.
    -Simba, io…-
    Simba lo zittisce, con le poche forze che gli rimangono.
    -Ho sbagliato, Kovu… hai badato a mia figlia…-
    -Io la amo-
    -Sei…come noi… sei pronto per… regnare-
    Kiara e Nala soffocano un singhiozzo.
    -Regnare? Io…no! Simba… ce la farai-
    -Devo andare… ho fatto il mio tempo…-
    Nessuno osa replicare.
    -Sono a casa ora-
    Kiara lo abbraccia di nuovo, lo stringe forte.
    -Papà, ti prego…non andartene! Papà…-
    Simba non risponde, sospira pesantemente.
    -Nala… ti ho sempre amata…ti amerò… per sempre…-
    Nala gli sussurra qualcosa nell’orecchio, parole troppo impercettibili per essere sentite dagli altri.
    In quel momento, il vento entra nella grotta e avvolge Simba.
    Il leone si fa scompigliare la criniera, alza il capo, socchiudendo gli occhi.
    Mufasa è qui.
    -Siamo un’unica realtà…- sussurra Simba, un’ultima volta.
    Poi tutto è silenzio, rotto solo dai singhiozzi delle leonesse.
    Ma Simba c’è.
    È con tutti loro, e lo sarà sempre.
    Li guarda dall’alto.
    È vento, è pioggia, è l’acqua, è il cielo azzurro e il sole caldo.
    “Lui vive in te… è nella mente, nella terra e in cielo, nell’acqua pura, nei tuoi perché…lui vive in te”
    Rafiki però, in quell’attimo di dolore, sorride.
    -Il re è vivo…-sussurra.
    -IL RE E’ VIVO!-urla.
    E Kovu sa.
    Lentamente muove un passo dopo l’altro.
    Respira profondamente, cerca di calmarsi.
    Guarda, dall’alto della rupe, le Terre del Branco.
    Guarda tutto questo, e poi in un gesto vecchio millenni, che però gli scorre nel sangue, ruggisce.
    E la vita è in lui.
    Il regno di un re è appena finito.
    Il regno di Kovu è cominciato.


    Fine


    Capitolo 1

    -Sei il prescelto, Kovu. Tu ucciderai Simba, e prenderai il suo posto nelle Terre del Branco-
    Simba
    Simba
    Simba
    Uccidere Simba.
    Fin da quando era piccolo gli sono state inculcate in testa queste parole.
    Simba è il nemico, Simba va ucciso.
    Ma Kovu non ha ancora ben capito chi sia Simba.
    Sa che è qualcosa di male: è colpa di Simba se tutta la sua famiglia è esiliata nelle Terre di Nessuno, dove il cibo è così scarso….
    Kovu sa che è colpa di Simba se a pochi passi da lui ci sono le Terre del Branco, ma non ci può andare.
    Sa che Scar è morto per colpa sua, di Simba, e ora deve pagare.
    Kovu però non ha mai fatto parte di tutto questo.
    L’odio gliel’ ha insegnato Zira alla sua nascita.
    Fosse stato per lui, Simba avrebbe potuto vivere altri cent’anni.
    Che senso ha la vendetta? Se Simba muore, Scar non tornerà tra i vivi. Non tornerà mai.
    Che senso ha, tutto quest’odio?
    Se lo chiede a volte, il piccolo Kovu, ma poi il suo branco torna alla carica come un rinoceronte infuriato.
    “Tu ucciderai Simba, Kovu. E prenderai il suo posto”
    E Kovu non ha nient’altro in cui credere.
    I suoi giorni passano così, alla ricerca di cibo, a fare la lotta, a cercare acqua, ad allenarsi, ad odiare qualcuno che non ha mai visto.
    Ma poi, improvvisamente, a spezzare l’esistenza monotona di questo cucciolo compare qualcuno di inatteso.
    Kiara, una leoncina testarda e intraprendente, supera i confini delle Terre del Branco e finisce addosso a Kovu.
    Lui reagisce immediatamente, come gli è stato insegnato, e attacca guardingo, osservando l’avversaria.
    Lui non sa chi sia. Non sa che è la figlia di Simba, che è sua nemica.
    Vede solo una leoncina dal pelo dorato.
    È la prima volta che si sofferma a guardare il pelo di qualcuno.
    Il suo è marroncino scuro, e l’inizio di criniera spelacchiata che ha tra le orecchie è di colore nero.
    “Non è tanto diversa da me”pensa.
    “È un leone, esattamente come me”.
    Ed è questo che Zira non vede.
    Siamo uguali, siamo tutti uguali.
    Ma Kovu non ha il coraggio di contraddire sua madre.
    Il giorno del primo incontro con Kiara finì per coincidere con il giorno del primo incontro con Simba.
    Quest’ultimo è un leone maestoso col manto arancione come la savana al tramonto, una folta criniera rossiccia e un viso gentile.
    Kovu viene spinto da Zira tra le zampe di Simba, ma lui non lo punisce per aver superato i confini.
    Si limita a guardarlo con disprezzo. O forse con pietà.
    “Adesso tu e il tuo cucciolo andate via”dice a Zira, prendendo Kiara per la collottola.
    Ciao…gli sussurra Kiara.
    Ciao… risponde Kovu.
    Il leoncino saluta l’unica amica che abbia mai avuto.
    Tornando, Kovu riflette.
    Simba era arrabbiato e preoccupato per qualcosa.
    Era preoccupato per Kiara.
    Ma perché? Si chiede. Perché deve avere paura per lei? Non può venire a giocare qui, con me?
    Ma poi capisce.
    Ha paura di me, di noi. Avrei dovuto ucciderla. Ecco perché Simba ha avuto paura.
    Così Kovu apprende di essere un cattivo.
    “Ma che cosa ho fatto io, per essere un cattivo? Non ho fatto niente. Niente. Hanno scelto loro per me”
    “Perché sono un cattivo?”
    E a questa domanda, Kovu non trova una risposta.

    To be continued.....fatemi sapere le vostre opinioni!

    Edited by LionKing98 - 18/2/2012, 13:02
     
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    *.* bello! mi piace, scrivi bene, e Kovu è il mio pg preferito!
    mi piace proprio perchè rimane buono nonostante venga cresciuto con l'odio

    continua ti prego!
     
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  3. LionKing98
     
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    Grazie...è anche il mio personaggio preferito!
    :Kovu Grande:
    La storia è già tutta pronta....aspetto solo qualche commento!
     
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  4. LionKing98
     
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    Qualcuno leggeee??
     
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    CITAZIONE (LionKing98 @ 3/2/2012, 18:43) 
    Qualcuno leggeee??

    ahahah calma, ci vuole un po di tempo perchè la gente si accorga di una nuova ff, cmq faccio girare la voce, perchè sei brava sul serio^^
     
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  6. »Saffy.Mary«
     
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    Mmmh, una specie di diario di kovu, uuuh, Bello!
    Penso che sarà molto, molto interessante ^^ Scrivi bene, ma dato che è la storia del TLK2, lo spunto è un po' banale. Quindi cerca di lavorare molto sul narrato, ma vedo che ci stai già pienamente riuscendo! :D
     
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  7. LionKing98
     
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    CITAZIONE (TTB-Kun @ 3/2/2012, 18:59) 
    CITAZIONE (LionKing98 @ 3/2/2012, 18:43) 
    Qualcuno leggeee??

    ahahah calma, ci vuole un po di tempo perchè la gente si accorga di una nuova ff, cmq faccio girare la voce, perchè sei brava sul serio^^

    Ahahah! Grazie mille!
    @Saffy.Mary grazie. SO che lo spunto, come dici tu, è un po' banale, ma per questo sto cercando di rendere intrigante il pensiero e la vita di Kovu, che non traspare nel film. Se dovessi solo riportare i dialoghi, basterebbe guardare il TLK2, ti pare? ;)
     
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  8. »Saffy.Mary«
     
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    Infatti, te l'ho detto, sei un ottima scrittrice. Speriamo che il seguito sia buono quanto l'inizio! ^^

    Continuaaa!
     
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  9. LionKing98
     
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    Capitolo II
    Dopo questo episodio isolato, gli anni passano, e Kovu di domande non se ne fa più.
    Ora è un leone adulto.
    È’ forte, e possente. È spietato, crudele.
    Un perfetto assassino: così vuole sua madre.
    È riuscito a nascondere dentro di sé, da qualche parte, l’amore che provava per la vita, e quella bontà tipica dei cuccioli verso ogni essere.
    “Posso uccidere Simba, ora”si dice, pieno di rancore.
    “Posso ucciderlo e rivendicare il trono delle Terre del Branco”
    Il piano può iniziare.
    Come previsto, Nuka e Vitani appiccano il fuoco nella savana e Kiara, che sta cacciando per la prima volta da sola, viene soffocata dal fumo e sviene.
    Kovu la salva, e affrontando il le fiamme la riporta a Simba.
    Non gli fa alcun effetto rivedere la giovane leonessa dopo tanto.
    Nel suo cuore non c’è spazio per nulla. È solo una nemica e nient’altro.
    -Giudicami per quello che sono. O devo continuare a essere punito per un crimine che non ho commesso?-chiede Kovu a Simba, recitando perfettamente la sua parte.
    Non ricorda che questa domanda precedentemente architettata è a stessa domanda che si era fatto lui stesso, da cucciolo.
    Ora però non c’è spazio per altro.
    Ma Simba non si fida.
    Ha paura per Kiara.
    La vede crescere, e ormai è grande.
    Sente che la vita di sua figlia non è più nelle sue mani, e la vede volare via, la vede andare lontano.
    Spera solo che la sua strada non porti a Kovu, eppure il suo inconscio già lo sa.
    Kiara e Kovu sono fatti per stare insieme.
    Ma questa è solo la strada che è stata tracciata per loro.
    Non è detto che debba essere portata a compimento.
    Tutto dipende da Kovu, perché Kiara in cuor suo ha già scelto.
    Ma Kovu non ha tempo per l’amore.
    Ha un regno da rivendicare, e l’amore lo renderebbe debole e nient’altro.
    Simba non ha intenzione di cambiare la legge di Mufasa, ma terrà Kovu sott’occhio.
    “Nasconde qualcosa. Non mi fiderò di lui”.
    Kiara dal canto suo è felice di aver ritrovato un vecchio amico, e lo guarda affascinata.
    Sente già di volergli bene.
    Kovu no, Kovu non pensa.
    Kovu riflette, ma come sempre il suo cuore è solo una macchina che pompa sangue nel suo corpo.
    Non si deve permettere di provare sentimenti.
    Kiara… è solo una pedina che muoverà abilmente per raggiungere il suo scopo.
    Tanto più riuscirà ad avvicinarsi a lei, tanto più riuscirà ad avvicinarsi a Simba.
    E allora…
    Quella notte Simba è tormentato dagli incubi.
    Il suo passato lo assale, e ritorna a quel pomeriggio nella gola, quando suo padre perse la vita.
    È tutto esattamente come allora, tranne il fatto che Simba ora è grande, è un re.
    Ma la paura e il senso di impotenza che provava da piccolo non sono cambiati.
    E Mufasa è ancora aggrappato a quella roccia.
    -Simba! Aiutami!-grida, perdendo un appiglio.
    -No! Padre! Ancora un ultimo sforzo!-urla Simba, tendendogli una zampa.
    Può salvare Mufasa. Deve salvare Mufasa. Non può ripetersi tutto come allora!
    Simba gli ha quasi afferrato la zampa quando compare Scar.
    -No!!-urla Simba.
    Scar, nascosto nell’ombra, l’ha afferrato e Simba perde l’equilibrio.
    Mufasa, stremato, cade nella gola e gli gnu gli sono subito addosso.
    Ma ora è Simba ad essere in pericolo.
    Rischia di cadere, e di morire.
    Come suo padre.
    Scar gli afferra le zampe, come fece anni addietro con Mufasa, ma uscendo dall’ombra Simba vede che non è Scar: è Kovu!
    E sull’occhio sinistro ha la stessa cicatrice di Scar, che risalta sul manto scuro.
    Con una risata crudele, Kovu lascia le zampe di Simba, che urlando cade nella gola.
     
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  10.  
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    se devo essere sincero mi sarei aspettato qualcosa sull'adolescenza di kovu, qualcosa per distanziarsi un po dal film, cmq continuo a trovare molto interessante quello che scrivi (forse solo per la mia ammirazione per kovu ma chissà XD)
    il sogno di simba è reso bene, ma se questa è la storia di kovu non capisco cosa centri....
    ah un imprecisione nel sogno di simba nn sono antilopi ma gnu.

    cmq mi piace e voglio il continuo subito XD
     
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  11. LionKing98
     
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    Grazie! Adesso modifico e metto gnu, mi sono distratta.....
    Non preoccuparti, l'adolescenza di Kovu c'è, solo che l'ho inserita più avanti. Poi capirai il perchè....se continuerai a leggere!! XD
    Il sogno di Simba è dovuto al suo risentimento verso Kovu e per il particolare della cicatrice sull'occhio, che se ricordi poi gli verrà fatta da Zira....vedrai vedrai! Devo solo sistemare alcuni dettagli!

    modificato!
     
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  12. URU THE QUEEN
     
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    beelo! m'ispira molto il punto di vista di kovu anke se, lo devo ammettere, i miei personaggi del cuore sono zira e scar!
     
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  13. Ari994
     
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    Bellaaaa :D Scrivi molto bene, e l'idea del punto di vista di Kovu è interessante!! Aspetto il seguitoo :D
     
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  14. LionKing98
     
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    Grazie mille ;)

    Capitolo III
    Kovu non riesce a chiudere occhio quella notte.
    Nonostante non voglia, alla vista di tutte quelle famiglie, di tutto quell’amore, il suo subconscio muove qualcosa dentro di lui.
    I ricordi della sua infanzia e della sua adolescenza popolano la sua nottata.
    Uno ad uno, è costretto a riviverli tutti, taglienti ed inesorabili come quando accaddero.
    -Kovu, Kovu! Tu non sarai mai il prescelto! Sei solo un micino spelacchiato!-
    -No, non è vero Nuka! È solo una bugia!-
    -Micino, micino, micino… hai paura!-
    -Lasciami stare…-
    Kovu è impotente, e Nuka è più grande di lui.
    Non può difendersi, è ancora troppo piccolo.
    Cerca di andarsene, ma Nuka lo blocca.
    -Micino, micino, micino!-
    -Mamma!! Mamma vieni!-urla Kovu a quel punto.
    Zira è l’unica che lo possa salvare in quel momento.
    E sua madre arriva, puntuale.
    Rifila una zampata a Nuka e porta via Kovu.

    Kovu rivive il senso di colpa verso suo fratello quella notte, e come molti anni prima vorrebbe non aver chiamato sua madre.
    Nuka non gli avrebbe parlato per giorni.
    Ma poi scaccia via quel ricordo. Non può permettersi di provare un sentimento come l’affetto.
    Ma i ricordi ritornano, inesorabili.
    Kovu è felice: gli è appena cresciuta la criniera.
    Si sente grande. È grande!
    È grande, e per la prima volta vuole fare quello che si sente di fare, senza per forza ubbidire a sua madre.
    Quella mattina è salito su un albero, e da lì è riuscito a vedere le Terre del Branco.
    C’erano dei giovani leoni e leonesse, come lui, che giocavano in prossimità di una pozza.
    “Forse posso andarci anche io. Voglio giocare e divertirmi!”
    Nel suo cuore subentra la speranza di rivedere Kiara, la sua prima amica.
    E anche l’unica, a dire il vero.
    Attento a non farsi vedere, supera la fossa dei coccodrilli e si addentra nell’erba verde.
    È così strano, per lui.
    Dove vive, le piante non crescono se non qualche alberello isolato, comunque secco, e, l’erba cresce ma poca, ed è sempre gialla e stopposa.
    Ma qui, dovunque si volta vede animali, esseri viventi, è la speranza di ritrovare Kiara aumenta.
    Ha quasi raggiunto il gruppo di giovani leoni quando viene afferrato per la criniera, e una zampata gli mozza il respiro.
    Quando si riprende, è di nuovo nelle Terre di Nessuno.
    Alza lo sguardo e vede sua madre, seduta di fronte a lui.
    È arrabbiata, per non dire furiosa, e Kovu cerca di farsi il più piccolo possibile.
    -Mamma io…non volevo-
    -Hai disobbedito, Kovu! Dovevi allenarti questa mattina, e invece sei andato nelle Terre del Branco!-urla lei.
    -Ma mamma…io voglio divertirmi-
    -DIVERTIRTI?! Tu non devi divertirti! Tu devi solo prepararti per uccidere Simba! La tua vita è dedicata a questa impresa, non al divertimento!-
    Da quel momento, Kovu sarà solo un’arma.
    Le parole di sua madre hanno distrutto la sua infanzia, la sua adolescenza.
    E il mondo e la vita perdono di significato.

    Kovu si riscuote da questi pensieri.
    Ha una missione da portare a termine, non c’è tempo per la malinconia.
     
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  15. .:Kaizari:.
     
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    bellissima ff^^ è molto appassionante, spero la continui presto =)
     
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132 replies since 3/2/2012, 17:35   1816 views
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