Tiger's revenge

Storia ispirata al Libro della Giungla...

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  1. Naisha~GNHJ
     
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    Eccomi, scusatemi per la mia lunga assenza ma quest'anno va così... comunque adesso che ne ho l'opportunità vado avanti a scrivere ^^

    Capitolo 12

    Le due tigri camminavano tranquille nella giungla, una accanto all'altra; Daksha rivolgeva spesso gli occhi verso Shere Khan, per cercare di capire se avesse intenzione di dirle qualcosa.
    Il felino era però immerso nei suoi pensieri "Dobbiamo allontanarci il prima possibile... Bagheera tornerà da Baloo e allora verrà a sapere il mio piccolo crimine... Al che, quella pantera rivelerà la mia posizione e in molti verranno a darmi la caccia, uomini compresi" pensò la tigre; poi diede una sbirciata a Daksha, accorgendosi che lo stava fissando "In ogni caso, se anche dovessero trovarmi potrei usare lei come ostaggio, sempre che funzioni... Baloo, Bagheera e i lupi non l'attaccherebbero... ma gli uomini? Di certo non avrebbero pietà, per quanto possa essere docile è una tigre e ogni tigre secondo loro è una mangiatrice di uomini... tsk, per quanto mi riguarda fanno bene a pensarlo di me" -A che pensi?- la giovane tigre interruppe i suoi pensieri -A niente di importante... notavo comunque quanto fosse strano che tu non mi avessi interrotto con delle domande...- disse il felino striato socchiudendo gli occhi; Daksha inarcò un sopracciglio -Perchè tanto non mi risponderesti! Ma, visto che ci tieni e comunque sono stufa di stare zitta...- -Immaginavo...- Daksha ignorò il commento e proseguì -... volevo chiederti se ora che ho passato la prova mi consideri una vera tigre! Ah e poi mi racconteresti che cosa è successo a Bagheera quando eravate cuccioli?- Shere Khan sbuffò -E va bene... ovviamente non sei al mio livello ma ora ti considero più una tigre che un giocattolo degli umani...- la giovane tigre fece un piccolo salto di gioia -Sìììì, lo sapevo!! Ehi... io non sono mai stata un giocattolo degli umani!- disse la tigre con finta aria offesa; poi sorrise -Ma quindi... rispetto a ciò che dicevi oggi a Bagheera... anche tu e lui avete fatto la stessa cosa... da cuccioli?!- -Non proprio... non potevamo uccidere un babbuino... in compenso, ne ho messi in fuga un po' giocando d'astuzia... dunque, la prova che proposi a Bagheera era questa: addentrarsi di notte nell'albero cavo dei babbuini, rubare un osso e scappare. Inizialmente non voleva, ma poi gli ho dato del gattino fifone e ha accettato. Non tutti i babbuini dormivano la notte: e quando se li è trovati davanti, è rimasto paralizzato. Io intanto avevo già compiuto la mia missione ovviamente... e lo vidi in mezzo al crepaccio totalmente immobile mentre un gruppetto di babbuini si stava avvicinando a lui. Mi appostai su un'altura e sfruttando il fatto che la luna proiettasse un'ombra gigantesca di me, ruggii forte. La mia sagoma nera, la mia voce e i massi che feci rotolare giù dall'altura spaventarono a morte i babbuini. Così loro fuggirono terrorizzati e io potei rinfacciare a Bagheera la mia superiorità- concluse Shere Khan altezzoso -Oh... ma quindi l'hai aiutato!!- -Sì beh certo ho aiutato anche te quasi nello stesso modo se è per questo... ops- disse la tigre facendo finta di aver detto qualcosa che non avrebbe dovuto rivelare -Come... perchè "ops?" in che senso mi hai aiutato nello stesso modo scusa??- -Beh... hai presente quando sono crollati quei massi mentre fuggivi? Sono stato io... ah, e hai presente quando all'inizio i babbuini si sono distratti e tu hai avuto l'occasione di saltare nel tronco? Sempre io... li ho distratti con la carogna di un uccello. Ah e poi infine sono anche intervenuto a salvarti prima che precipitassi nel baratro...- disse Shere Khan sorridendo a Daksha con aria di superiorità; lei sgranò gli occhi -Ma... ma non è giusto!!! E io che pensavo di esserci riuscita da sola!!! Sei.. sei... aaaaah, lascia perdere... non dimentico il fatto che comunque se sono viva è grazie a te... a proposito, dicevo... io pensavo che detestassi Bagheera... perchè lo hai aiutato?- -Beh perchè eravamo... amici...- Shere Khan sputò l'ultima parola con disprezzo -Ma cosa ci vuoi fare, è così quando si è cuccioli- aggiunse il felino striato -Beh ma è così sempre, non solo quando si è cuccioli!!! Sarebbe proprio brutto vivere senza degli amici!!- esclamò la giovane tigre.
    Shere Khan la guardò scettico -Francamente, io non ne ho bisogno- -Ma dai non è vero!! Tutti ne hanno bisogno! Con chi ti diverti sennò? Con chi ti consoli quando sei triste o arrabbiato?- -Quando sono triste o arrabbiato è meglio che non ci sia nessuno nei paraggi o potrebbe rischiare la vita- rispose secco Shere Khan. Daksha roteò gli occhi -Accidenti se sei burbero...- poi la giovane tigre riflettè un attimo -Quindi... se dici che non hai bisogno di amici... perchè hai voluto che io venissi con te?-. La domanda spiazzò leggermente Share Khan, che non rispose subito -Per accontentarti- Daksha inarcò nuovamente il sopracciglio -Per accontentarmi? Ma che cavolo di risposta è? Daaaaai ammettilo che in realtà vuoi che io sia tua amica- disse mostrando tutti i denti in un ampio sorriso; la grande tigre alzò gli occhi al cielo -E va bene, diciamo che ti trovo... interessante... e magari visto che sei una tigre potresti sollevare un po' l'onore di questa giungla che è così caduta in basso- -Uhm... d'accordo... non mi convince troppo, ma ha senso...- disse dubbiosa.
    Le due tigri avevano passato così tanto tempo a parlare che non si erano accorte del passare della mattinata -Ehi, io comincio a sentire un leggero languorino... dove andiamo a cacciare?- chiese Daksha agitando la coda. -Non c'è un posto per cacciare, si mangia quello che si trova. E se non facessi tutto questo baccano, a quest'ora avremmo già trovato qualcosa- la stuzzicò Shere Khan - Ah-ah, che simpatico...ma di preciso, dove stiamo andando?- "il più lontano possibile dal villaggio degli uomini" pensò la tigre, ma rispose: -Non c'è un posto preciso dove andare, questa zona della giungla è tutta mia e per una tigre è fondamentale pattugliarla per evitare intrusioni- -Quindi difendi il territorio da altre tigri?- -No... come ti ho già detto, è molto che non ne vedo altre... mi riferisco ad altri tipi di intrusioni... quelle degli uomini...- Sul muso di Shere Khan si dipinse un sorriso crudele -E' sempre un piacere uccidere quei poveri stolti che si addentrano nella mia giungla... magari anche nella speranza di costruire un nuovo villaggio o per semplice esplorazione... non ha importanza, visto che qui non permetto loro di vivere...- Daksha deglutì leggermente spaventata dal tono della grossa tigre: certe volte faceva davvero paura.
    Poco dopo, le due tigri udirono degli schiamazzi in lontananza; si nascosero dietro a delle piante dalle foglie molto larghe e attesero.
    Sopra di loro, era di passaggio un branco di scimmie urlatrici che si dondolavano tra le liane, saltando da una all'altra -Beh... sei stata accontentata- bisbigliò Shere Khan. Daksha si leccò i baffi -Era ora! La battuta di caccia alla scimmia può avere inizio!!-
     
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    Evviva, sei tornata!
    Il capitolo è bellissimo come al solito, non posso fare a meno di pensare che Dashka e Shere Khan siano una bella coppia. è solo questione di tempo Imho XD
    Continua presto mi raccomando!!!
     
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  3. Naisha~GNHJ
     
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    Mi scuso come sempre per le mie lunghe assenze... comunque prima della fine delle vacanze di Pasqua penso di postare un altro capitolo... per ora vi lascio questo ^^

    Capitolo 13

    Erano passate due settimane dall’ultima volta che Bagheera aveva visto Daksha.
    Da quando poi era venuto a conoscenza di ciò che Shere Khan aveva fatto, i pensieri del felino nero erano spesso rivolti alla giovane tigre. Egli si sentiva terribilmente in colpa: sapeva com’era fatto Shere Khan, eppure gli aveva dato fiducia. “Lei ha fatto la sua scelta … ma io avrei dovuto farle cambiare idea, impedire in qualche modo che andasse con quel mostro … adesso, se non si è stufato di lei e non l’ha già uccisa, le starà corrompendo l’anima, facendo crescere in lei l’odio nei confronti degli uomini … Sono stato uno stupido” pensava la pantera, facendo ciondolare la coda dal ramo di un albero, lo sguardo triste e perso verso un punto indefinito.
    Dalla morte di Shanti, tutto il villaggio era in agitazione e tutti i giorni uomini armati uscivano dal cancello per battute di caccia alla tigre. Insieme a loro, c’era Mowgli. Baloo e i lupi si erano diretti verso la grotta lontana, oltre il luogo di caccia delle tigri, seguendo le indicazioni di Bagheera. Ora la pantera stava riposando su un ramo poco distante dalla radura dove Daksha aveva ucciso la sua prima preda, in attesa di notizie. Un lupo fece capolino da dietro un albero, ansante – Siamo arrivati fino alla grotta di cui ci hai parlato, Bagheera, ma non riusciamo a distinguere bene l’odore delle due tigri… non abbiamo idea di che direzione abbiano preso … - Bagheera annuì – Posso… posso chiederti una cosa? – domandò il lupo – Si, dimmi pure - - Secondo te c’è qualche possibilità di trovare Shere Khan? E una volta trovato… dici che riusciremmo ad ucciderlo? – la pantera sospirò – Non so cosa dirti… Lui sa come non farsi trovare… se decide di sparire per sempre, allora non lo troveremo mai più. Ma lui tornerà, perché ha ancora un conto in sospeso con Mowgli. Ormai credo che sia evidente: uno dei due morirà… So che voi siete spaventati, avete visto con che facilità ha ucciso i vostri compagni… ma voi siete molti, e siete uniti da profondi legami. Lui combatte da solo. Per quanto possa essere forte, non potrà sconfiggere un intero branco… - disse la pantera. Il lupo annuì, scodinzolando leggermente – Grazie Bagheera, le tue parole mi hanno dato un po’ di speranza- detto ciò, egli tornò a fiutare l’aria e si addentrò nella giungla.
    Nelle due settimane passate con Shere Khan, Daksha era migliorata tantissimo nella caccia e il rapporto tra le due tigri si era rafforzato. Anche se inizialmente il grande felino avrebbe voluto usare la giovane tigre per i suoi scopi, ora non pensava quasi più a Mowgli. La presenza di quella “micetta”, come si divertiva a chiamarla, lo faceva stare meglio, si sentiva più rilassato e libero da oscuri pensieri. Shere Khan però stava anche allenando Daksha, perché seppure lei non sopportasse l’idea di dover fare del male ad un uomo, doveva comunque essere in grado di affrontarne uno se ne avesse avuto l’occasione; l’addestramento inoltre l’avrebbe resa più forte e le avrebbe facilitato la vita nella giungla.
    Da parte sua Daksha era molto felice di stare con Shere Khan, nonostante ella concludesse ogni giorno sfinita: il grande felino era un maestro molto più severo di Bagheera. Shere Khan non la incitava neanche come faceva la pantera e non le faceva complimenti; così facendo ella non si sentiva completa e ogni giorno tentava di migliorare.
    Una notte, le due tigri giunsero nei pressi di un laghetto; sulle sponde di esso, c’era un enorme albero contorto che con le sue fronde sfiorava il pelo dell’acqua. Il tronco gigantesco era cavo e i due felini decisero che fosse un ottimo rifugio per la notte. Daksha si buttò per terra e si girò a pancia all’aria stiracchiandosi – E’ come se delle formiche fossero entrate sotto la mia pelle e avessero sforacchiato tutti i miei muscoli… che dolore… - disse la giovane tigre. – Quante storie, io ho faticato quanto te… è dura allenare una cucciola così cocciuta… - disse Shere Khan ridendo sotto i baffi – Sono così stanca che non ho neanche voglia di ribattere… e comunque tu sei abituato, io no – disse Daksha fingendosi indifferente – Ah! Vedi che però ribatti ugualmente? – la prese in giro Shere Khan; la giovane tigre si limitò a guardarlo con una finta espressione di sfida; poi scoppiò a ridere – E va bene hai vinto… ma solo perché stasera sono più stanca del solito – disse, concludendo la frase con uno sbadiglio. Shere Khan rimase in silenzio per qualche secondo “Beh… forse oggi abbiamo esagerato… si meriterebbe un po’ di riposo dopotutto…” – Facciamo così… domani puoi fare quello che ti pare: sappi che questo giorno libero che ti concedo è una cosa che non avverrà molto spesso… quindi usalo bene, fatti un giro, esplora la zona, caccia per conto tuo, fai quello che vuoi insomma: poi domani sera ci ritroviamo qua… sempre che sopravvivi – disse Shere Khan con un ghigno beffardo – Daksha si rigirò di scatto e si mise a pancia in giù agitando la coda – Certo che sopravviverò! Ormai sono forte e so cacciare da sola! E comunque… grazie – la giovane tigre rimase un attimo indecisa: voleva leccare una guancia al suo maestro per ringraziarlo. Le sembrò un’azione inopportuna e quindi non lo fece – Beh ehm… buona notte allora! – disse infine e si raggomitolò su se stessa. – Buona notte Daksha..- disse la grande tigre già con gli occhi chiusi.
     
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    *.* commissionerò una lemon a ciccio su daska e shere kahn, XD mi piacciono troppo *.*
    sono felice che sei torata, non vedo l'ora di leggere un altro capitolo!!! Mi piace troppo qesta storia anche se intravedo già che il lieto fine forse non ci sarà...
     
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  5. somoya
     
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    bellissima ff, mi piace shere khan come personaggio,
    comunque tu sei bravissima, ho letto le altre tue storie e mi sono piaciute moltissimo, aspetto il seguito


    Edited by somoya - 10/4/2012, 17:32
     
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  6. Naisha~GNHJ
     
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    Grazie mille!!! ^////^
    Per Kun, non voglio anticipare nulla...
    Ma potresti anche averci preso xD



    Capitolo 14

    -Buongiorno! – esclamò la giovane tigre stiracchiandosi e cercando con lo sguardo Shere Khan – Oh… è già uscito – aggiunse poi uscendo dal tronco cavo che l’aveva ospitata per la notte.
    Guardò per un poco il suo riflesso nello specchio d’acqua, osservando che il suo bel collare di cuoio fosse ancora in ottime condizioni, seppur con qualche graffietto in più. Lo smeraldo splendeva di una luce verde e intensa, accentuata dai raggi del sole rifratti dall’acqua. Daksha rimase ancora un po’ incantata ad osservare quella pietra che amava tanto; poi si gettò in acqua.
    “Mi ci voleva proprio una bella nuotata! Mi sento in forma! Cioè… un po’ indolenzita… ma in forma!” pensò la giovane tigre scrollandosi l’acqua di dosso “Bene, dunque… non ho molta fame… prima di cacciare farò un giretto!”
    Daksha esplorava per la prima volta quella parte della giungla, ma non notò qualcosa che fosse diverso da quanto avesse già visto. La tigre però adorava scivolare silenziosa tra le piante che con le loro fronde sfioravano la sua pelliccia, inspirare a pieni polmoni e distinguere gli odori, riconoscere le piante e osservare gli animali intenti nei loro affari. Ad un certo punto però, giunse al suo naso un odore che aveva un che di familiare. La tigre si guardò intorno con il muso sollevato per capire da che parte provenisse “Che cos’è? E’ un odore forte… mi ricorda qualcosa, sembra quasi che… abbia a che fare con il circo…” pensò la tigre, scegliendo la direzione da prendere. “Sì! E’ da questa parte!” Daksha affrettò il passo; ogni tanto le sembrava di perdere quell’odore e si ritrovava un po’ disorientata. Dopo molti minuti, finalmente la tigre intravide uno spiraglio luminoso tra l’intricata vegetazione, segno che più avanti c’era uno spazio aperto. Stava per mettersi a correre, ma poi rallentò il passo “Calma… potrebbe essere pericoloso… potrebbero esserci… degli uomini” pensò lei e deglutì nervosamente. Non era proprio il caso di incontrare un uomo, non ora che era senza Shere Khan. Ella non sapeva ancora bene come comportarsi. Si avvicinò alla radura e si nascose dietro ad un cespuglio; ora riusciva a vedere chiaramente: davanti ai suoi occhi si presentava un accampamento. Daksha poté distinguere una decina di piccole tende, probabilmente adatte ad ospitare una sola persona. Al centro dell’accampamento c’era un cumulo di legna bruciata circondata da alcuni massi bianchi e rotondi e intorno ad esso erano disposti vari tronchi coricati; cianfrusaglie di uomini erano sparpagliate qua e là. A sinistra però, spostato all’esterno del piccolo accampamento Daskha notò una grande sagoma nera che riconobbe all’istante – Randhir! – esclamò la giovane tigre correndo incontro al suo vecchio amico. Il cavallo, che stava brucando tranquillamente l’erba, alzò la testa e sgranò gli occhi – Non ci posso credere… Daksha!! Se non mi avessi chiamato, mi sarebbe venuto un colpo nel vedere una tigre pazza corrermi incontro!! Sono così contento di vederti, pensavamo che fossi morta! - - Anche io sono felicissima di vederti! E’ passato così tanto tempo! Ma ascolta quindi… c’è qui qualcun altro che conosco? - -Sì! C’è anche Talikha! Fortunatamente, quando il padrone ci ha venduti, un uomo ci ha comprati insieme… non avrei potuto sopportare di vivere lontano da lei… - - Fantastico!! Sono contenta per voi! Ma dove si trova adesso? – chiese la giovane tigre guardandosi intorno, alla ricerca del manto grigio puntellato della giumenta – E’ andata via con gli uomini… a proposito… non è troppo saggio che tu sia qui… loro sono armati e se ti vedessero non esiterebbero ad attaccarti! Potrebbero tornare da un momento all’altro! – disse nervosamente Randhir, agitando la lucente criniera nera; Daksha fece un sorrisino – Stai tranquillo, me ne accorgerei! Sentirei i loro passi e il loro odore… è grazie al mio fiuto che sono arrivata qui, eheh - - Beh complimenti Daksha, hai imparato in fretta ad adattarti in un posto selvaggio come questo! – la giovane tigre gonfiò il petto orgogliosa – Eh sì! Però se devo essere sincera, non credo che sarei sopravvissuta senza un piccolo aiuto… - disse e raccontò all’amico gli avvenimenti delle ultime settimane. Il cavallo ebbe un fremito a sentire il nome di Shere Khan – Hai… hai conosciuto quella tigre!? E sei ancora viva?? – Daksha lo guardò stranita – Ma com’è che tutti sanno chi è? Io non sapevo della sua esistenza prima di incontrarlo personalmente… beh comunque poco importa, inizialmente non era affatto socievole… anzi, oserei dire che fosse proprio spregevole! Mi ha trattata un po’ male… ma adesso è migliorato! Sono riuscita a guadagnarmi il suo rispetto! – disse la giovane tigre con lo sguardo fiero e proseguì la sua storia fino al suo incontro con Randhir.
    Lo stallone nero nitrì lievemente e le fece un sorrisino – Cara mia, leggendo nei tuoi occhi riesco a vedere qualcosa che è più di ammirazione per lui… non è che ti sei innamorata? – Daksha arrossì e fece scivolare il suo sguardo a terra – Beh ecco io… veramente sì… però lui mi sembra ancora piuttosto… come dire, lontano… è molto sulle sue… e poi vedi io non ho il coraggio di dichiararmi… ho paura che la prenderebbe male e mi allontanerebbe… meglio restare così, almeno sono con lui…- il cavallo dal manto nerissimo la guardò dolcemente – Vedrai che con il tempo le cose cambieranno. Mi sembra quasi che tu sia riuscita a placare l’anima più terribile e tormentata della giungla: se sei riuscita a fare questo, riuscirai anche a farlo innamorare di te- mentre Randhir parlava però, Daksha vide una cosa che prima non aveva notato: attorno al collo del cavallo c’era una fune collegata ad un tronco – Ehi ma… sei legato!! Ti libero subito- il cavallo scosse la testa – No, Daksha… non è saggio… dove andrei dopo? I cavalli non sono fatti per vivere nella giungla… - - Ma non è giusto! Dovresti… - - Lascia perdere, poi non potrei andarmene senza Talikha… - la giovane tigre abbassò lo sguardo, esitante – Va bene… se è questo che vuoi… Comunque tornerò a trovarti! E ti presenterò Shere Khan! – lo stallone nero agitò la coda nervosamente – Ehm, sì, non so quanto possa essere una buona idea ma… se ti fa piacere, fa piacere anche a me. Però sappi che se dovesse attaccarmi, non esiterò a dargli una calcio sul muso, chiaro? – disse con tono autoritario lo stallone, picchiando gli zoccoli a terra.
    Era un cavallo molto imponente e un suo calcio avrebbe frantumato facilmente il cranio di un uomo – Sempre se riuscissi a prenderlo, eheh! Non per niente è così conosciuto, ti pare? Beh comunque è meglio che me ne vada adesso… tornerò domani, se il maestro me lo concederà! Ahahah! – disse ironicamente Daksha – Ciao Randhir! Salutami Talikha! - - Ciao, a domani! – rispose il cavallo nero, vedendo la tigre scomparire nel folto della giungla.
     
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    ahahah, l'ha detto la ragazza ^^ anche se era ovvio, chissà se lo capirà anche shere khan, adoro sempre di più questa storia, non vedo l'ora che continui^^ aspetterò con ansia^^
     
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  8. Naisha~GNHJ
     
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    Ciao a tutti :) scusate la mia lunga assenza, ma il periodo maturità è stato terrificante... alla fine è andato tutto bene, però il giorno dopo sono subito scappata al mare xD poi sono un po' giù di morale perchè adesso sono tornata a casa mentre in genere passo tutta l'estate là... però visto che sono qui, meglio non perdere tempo e magari proseguire un po' la mia storia ^^

    Capitolo 15

    - Spero tu stia scherzando - disse Shere Khan in tono autoritario - andare a fare visita ad un cavallo e non ucciderlo? Non diciamo fesserie, oltretutto detesto quegli animali... fedeli compagni degli uomini e delle loro battute di caccia... Non sono odiosi quanto i cani ma ci siamo quasi -
    - Dai non dire così, Randhir è un mio vecchio amico! E poi deve vivere per forza con gli uomini... dice che nella giungla non saprebbe sopravvivere... - mormorò Daksha in tono afflitto. - Mi sembra logico, la giungla non è uno spazio aperto. Comunque sia... dimmi di più sull'accampamento... non mi va che ci siano degli uomini qui in giro...- -Hai intenzione di attaccarli?! - disse la giovane tigre sgranando gli occhi - Se non sono troppi sì - rispose seccamente Shere Khan - No!! Non conviene affatto! Ho visto una decina di tende e c'erano pure delle lance appoggiate in giro! Magari sono anche persone specializzate nella caccia alla tigre! - - Una decina? No allora lasciamo perdere... E comunque, in genere la caccia alla tigre si svolge in groppa agli elefanti... - Il grande felino rimase in silenzio per qualche secondo, turbato, come se stesse ricordando qualcosa di spiacevole; poi aggiunse - ma non escludo niente. E in ogni caso, non è un bene che siano qui... Tsk, vado via per qualche tempo e mi ritrovo bipedi a spasso per il mio territorio... probabilmente non sono della zona. E comunque, se si azzardassero ad uscire dall'accampamento in piccoli gruppi li ucciderò... così gli altri capirebbero che non sono i benvenuti... -. Daksha deglutì "ma come fa a parlare con così tanta naturalezza del fatto di uccidere delle persone... è... è glaciale!" poi disse - Beh... ma se vuoi davvero fare qualche piano per cacciarli, parlare con Randhir potrebbe essere conveniente! Potrebbe dirti le loro abitudini! Magari non escono sempre tutti insieme! - Shere Khan si fece pensieroso. "Ma che sto facendo?? Voglio davvero aiutarlo ad uccidere degli uomini solo per avere la possibilità di fargli incontrare un mio amico? Però... gli uomini sono nostri nemici... ed averli qui significa essere in pericolo... forse non sto facendo un'azione così terribile... dopotutto... o noi, o loro... uff, comincio proprio a pensare come lui" pensò Daksha, con il muso rivolto a terra.
    -Allora? Daaai fammi sto favore! Vieni con me a trovare Randhir e Talikha! Ti preeeego!- disse la giovane tigre all'improvviso, sbattendo ripetutamente le palpebre - E va bene, va bene ti accontenterò! Ma smettila di fare la ruffiana! Tsk, che micetta viziata... - borbottò la grossa tigre, appoggiando la testa alle zampe incrociate. - Siiiiiii! Che bello, grazie!!! - esclamò Daksha saltando addosso al suo maestro - Ehi ehi calmati!!! Possibile che ti esalti per così poco? - disse scorbutico Shere Khan, tenendola lontana con una sola zampa. -Uff, sei tu che invece non sei mai contento di niente! A me piace essere felice!- - Che scoperta, a tutti piace essere felici ma non è che questo sia sempre possibile - disse scettico il felino striato - Beh è vero, però è già un passo avanti essere felici per le piccole cose! - - A me sembra una cosa stupida. Il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi - - Addirittura per proverbi parli adesso? Beh in questo caso... vuol dire che sono sciocca, ma almeno sono felice! - -Ah beh su questo non avevo dubbi - disse sarcasticamente la grossa tigre; Daksha si finse indispettita - Mi stai dando della stupida dunque?? - - Certo, te lo sei anche detta da sola, accorgersene è già un bel passo avanti - sogghignò Shere Khan - Ahah, simpatico come sempre... beh e allora sai che ti dico? Che non mi importa! Sarò anche stupida ma almeno non sono una musona come te! - - Come se mi importasse qualcosa... E comunque, un aspetto autoritario incute timore e rispetto... una che ride sempre come puoi pretendere che venga presa sul serio? Sei una tigre o una scimmia? - - Ehi! Io sono una tigre! Ma una tigre felice! - - Non esistono tigri felici. Non se pensiamo al nostro triste destino e a che cosa ci ha portato l'uomo. - Il sorriso di Daksha si spense; il suo maestro non aveva tutti i torti. La vita di una tigre era già difficile di per sè, poi con la spietata caccia dell'uomo e l'invasione dei territori che andavano via via consumandosi... c'era poco da ridere in effetti.
    Shere Khan notò di averla turbata e la lasciò un po’ riflettere. Poi, quando stava per parlarle, ella si riprese di scatto –E’ vero! Ma non è giusto! Un modo per affrontare questa situazione dovrebbe proprio essere quello di essere felici con ciò che abbiamo! E non importa se è poco… anzi, è meglio così quando poi succede qualcosa di veramente bello, si può essere ancora più contenti!- questa volta fu Shere Khan a restare interdetto. Sapeva che dopotutto, anche nella sua ingenuità, Daksha non aveva tutti i torti. Ma per uno come lui, avere lo stesso atteggiamento che aveva lei nei confronti della vita era del tutto impossibile, completamente fuori luogo, soprattutto dopo ciò che aveva passato.
    La grande tigre chiuse gli occhi e sorrise; Daksha lo guardò spalancando i suoi grandi occhi interrogativamente –Uh? Che c’è da ridere adesso?- - Parlare con te è come parlare con una cucciola testarda - Daksha lo guardò male –Ehi ma come ti… - - Ma forse… è proprio questo che mi piace di te – concluse Shere Khan e dopodiché appoggiò nuovamente la testa alle zampe, facendo capire a Daksha che non avrebbe detto più niente a quel punto. La giovane tigre rimase paralizzata per qualche istante “Ha… ha detto… sul serio… ma quindi gli piaccio! Incredibile, mi ha fatto un complimento! Beh oddio… a modo suo, ma mi ha fatto un complimento in fondo… forse allora… Randhir ha ragione! Che bello!” pensò la giovane tigre e si sdraiò accoccolata accanto al suo maestro, con un tenero sorrisino dipinto sul muso; Shere Khan aprì leggermente un occhio. – Buona notte…- disse la giovane tigre a bassa voce – Buona notte anche a te… micetta…-

    Probabilmente la continuo subito domani perchè in realtà in questo capitolo volevo farci stare anche altre cose però vabbè meglio che la spezzo... spero che comunque vi sia piaciuto questo dialogo xD
     
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    Waaaaaa finalmente!!!! Ed è stupenda come al solito, mi stai facendo adorare shere kahn, non vedo l'ora di vedere il continuo, di andare avanti, di sapere come sta coppia si sviluppa, mi viene l'ispirazione per una lemon ancora un po XD
     
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  10. Naisha~GNHJ
     
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    Grazie mille!!! ;D sono contenta che ti sto facendo adorare Shere Khan, anche a me piace un sacco quindi se riesco a farlo apprezzare va molto bene xP

    Capitolo 16

    -E' da questa parte!- disse Daksha cercando di mantenere la voce bassa, con scarsi risultati visto che non riusciva a trattenere la sua agitazione. "Che bella sensazione, è la prima volta che sono io a guidarlo da qualche parte!" pensò la giovane tigre gongolante.
    Nonostante fosse solo mattina, il caldo era soffocante e la giungla era immersa in uno strano silenzio, come se anche gli uccelli avessero troppo caldo per canticchiare le loro melodie.
    Shere Khan era nervoso; di certo non perchè doveva incontrare degli amici di Daksha di cui non gli importava assolutamente nulla e nemmeno perchè sentiva sempre più distintamente l'odore dell'uomo. Era una sensazione che anche lui non sapeva spiegarsi "Forse è tutta questa calma... c'è qualcosa che non va... beh in realtà ho vissuto altre giornate del genere... però non avevo questa sensazione... devo stare in guardia..." pensò il grande felino, guardandosi intorno con sospetto.
    -Eccoci arrivati!- esclamò Daksha sbucando nello spiazzo aperto del piccolo accampamento; stavolta notò che Randhir non era legato al tronco del mattino precedente, ma ad uno dei tronchi centrali posti intorno al focolare. Il cavallo nero era di schiena e stava bevendo dell'acqua posta in un secchio; accanto a lui questa volta c'era anche Talikha, la giumenta dal manto grigio-argenteo. Le due tigri si avvicinarono facendo attenzione a non calpestare gli oggetti sparpagliati in giro per l'accampamento; -Talikha! Da quanto tempo!!!- esclamò Daksha che con un balzo si era piazzata di fronte alla vecchia amica. La giumenta trattenne a stento un nitrito di spavento -Daksha!!! Dovete andarvene subito!!!- disse sottovoce -Sì Daksha mi dispiace ma non potete restare qui stamattina! Gli uomini non sono usciti! Alcuni sono qui nei dintorni mentre altri sono ancora nelle loro tende a dormire!- aggiunse Randhir. Solo allora Shere Khan notò che il focolare infatti, era ancora leggermente acceso; un'ombra intanto, apparve al suo fianco.
    La tigre sgranò gli occhi e balzò di lato evitando una lancia che si conficcò nel terreno, proprio dove pochi secondi prima si trovava lui. L'ombra era quella di un uomo alto, con una folta barba nera e un turbante color porpora in testa. Per un attimo, la tigre incrociò il suo sguardo; gli occhi dell'uomo, neri e profondi, erano impassibili, decisi e crudeli. A differenza degli altri uomini che nel frattempo erano usciti dalle loro tende gridando come ossessi e si erano precipitati a prendere le loro lance, dei quali comunque Shere Khan era in grado di percepire il terrore, quell'uomo era di una calma glaciale. Il felino striato era sicuro di averlo già visto da qualche parte, perchè quello era uno sguardo che non si dimentica... proprio come il suo.
    "Ora non c'è tempo di pensare" Shere Khan si riscosse - Via di qui!!! - ruggì a Daksha, che aveva gli occhi spalancati dal terrore - Scappate! Io li terrò impegnati per un po'!- il cavallo nero si impennò agitando le zampe anteriori, mentre un uomo cercava di montarlo per lanciarsi all'inseguimento delle tigri. Randhir lo sbalzò via con un calcio e cominciò a saltare e a scalciare per provocare scompiglio.
    Senza volerlo però, calciò anche un tizzone ardente, il quale finì su una tenda dell'accampamento. Essa prese subito fuoco e non passò molto prima che si bruciassero anche le tende vicine e l'erba secca. Il fuoco purtroppo, era stato più veloce delle tigri.
    Daksha correva in mezzo alle tende, evitando agilmente le fiamme, mentre oggetti incandescenti cadevano dietro di lei; si accorse però di non essere seguita dal suo maestro. -Shere Khan!!!- gridò disperatamente; eglì era in mezzo alle tende incendiate, con gli occhi spalancati, voltandosi continuamente da una parte e dall'altra e ruggendo di rabbia e di paura. Fu allora che Daksha ricordò: il fuoco era la sua più grande paura. Lei non ci aveva neanche pensato, abituata com'era a saltare in mezzo a cerchi infuocati, lei che fin da piccola era stata addestrata a non temere quel temibile sterminatore. Se non avesse vissuto al circo, ora anche lei sarebbe stata nella stessa situazione del suo maestro. Lui l'aveva aiutata e le aveva anche salvato la vita; ora, per una volta, era Daksha ad avere una marcia in più rispetto alla grande tigre.
    Senza pensarci due volte, la giovane tigre si voltò e con agili balzi schivò nuovamente le fiamme, provocandosi anche qualche scottatura che però ignorò. Tra lei e il suo maestro ora, c'era un muro di fiamme -Devi saltarle, Shere Khan!!! SALTA!!!- gridò ella, facendosi notare attraverso le fiamme. Il grande felino smise di agitarsi e la guardò; Daksha rimase totalmente sconvolta: non aveva mai visto il suo maestro con quello sguardo. Era una vera e propria fobia ciò che Shere Khan provava nei confronti del fuoco e nei suoi occhi si leggeva un terrore indescrivibile. Egli scosse la testa -No...NO!!!- Daksha si riprese dalla visione di quegli occhi tanto terrorizzati -Avanti, se non salti morirai!!!- ma il grande felino non riusciva a fare un passo, aveva gli artigli saldamente piantati nel terreno.
    Poi a Daksha venne un'idea: si allontanò di qualche passo per prendere la rincorsa e saltò oltre le fiamme. -Hai visto?? Non mi è successo niente! Avanti... non vorrai farti battere da una...micetta- disse la giovane, bisbigliando l'ultima parola nell'orecchio della grande tigre. A quella provocazione, Shere Khan si riscosse immediatamente e assunse un'espressione severa -Non sia mai- disse con la voce roca. -Ben detto! Allora avanti, prendi la rincorsa e salta!! Se passi velocemente, le fiamme non ti fanno niente!!!- disse la giovane spingendo il maestro con la testa. Shere Khan annuì e prese posizione. Inspirò profondamente e iniziò la corsa. Ma quando si trovò nuovamente di fronte al muro di fiamme, si bloccò -E' inutile... Non ci riesco!!! Maledizione!!!!- gridò il felino, dando una violenta zampata ad un secchio che si trovava lì per terra, scaraventandolo via. -Tutta questa rabbia metticela nelle zampe posteriori e SALTA!!! Avanti... salto io con te- disse la giovane tigre, strofinando la testa contro il collo di Shere Khan. Le due tigri allora tornarono indietro; purtroppo non c'era più tanto spazio per la rincorsa poichè il fuoco era avanzato ancora di più in tutte le direzioni. -Allora... facciamo così. Fai finta che di là ci sia una preda. I balzi che fai per prendere le prede sono fantastici, io non arriverei mai a fare dei balzi così grandi. Eppure riesco a saltare il fuoco; quindi se ci riesco io... puoi benissimo farlo anche tu. Non vorrai mica farti soffiare una succulenta preda da una micetta che non riesce neanche a fare dei balzi così lontani- disse Daksha con un sorriso. Shere Khan la guardò negli occhi; poi annuì. -Ok... ci sono...- -Perfetto! Tre... due... uno... via!!!!- le due tigri scattarono veloci come fulmini e già dopo due passi furono di fronte al muro di fuoco. Shere Khan chiuse gli occhi e con un ruggito riuscì a compiere il salto. Quando Daksha atterrò, il grande felino poggiò le zampe a terra qualche metro più avanti di lei -Complimenti!! E ora via!!!- le due tigri ripresero la loro folle corse per raggiungere la giungla; ma mentre se ne stava andando, Shere Khan notò ancora quell'uomo dagli occhi terribili che lo fissava oltre il muro di fuoco con un pugnale sguainato. Aveva perso il turbante purpureo e fu allora che la grande tigre potè notare un dettaglio che gli fece fermare il cuore: la testa pelata dell'uomo era solcata da una profonda e contorta cicatrice; la cicatrice del morso di una tigre... e non una tigre qualunque. Anche l'immagine di quel pugnale dalle gemme incastonate era prepotentemente riaffiorata nella sua memoria. Shere Khan tramutò il suo sguardo di sorpresa in uno sguardo di disprezzo e odio "sapevo che ti avrei incontrato di nuovo... e so anche... che succederà ancora" pensò la tigre, lasciandosi definitivamente alle spalle l'accampamento in fiamme.
     
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    Wooooooow bellissimo!
    L'ultima parte è una citazione relativa al film, vero?
    Purtroppo non ho mai visto "Il libro della giungla" e non so di cosa si parli :(

    Vedrò di informarmi ^^
    Alla prossima, sperando che sia il prima possibile xD
     
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  12. Naisha~GNHJ
     
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    Nono non è relativa al film, me la sono inventata ;) chiarirò poi chi è quell'uomo, fa parte di un brutto evento del passato di Shere Khan... comunque probabilmente continuerò domani ;D
    Comunque grazie! :)
     
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    Ops, mia gaffe xD
    Non potevo saperlo xD

    Che bello, domani! Non vedo l'ora :D
    In ogni caso, figuarati, non c'è di che ^^
     
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    Re Leone

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    Bello ora shere kahn dovrà devvero riconoscere il valore della tigre ^^ magari è la volta buona che glielo da XD
     
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  15. Naisha~GNHJ
     
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    Ahahahahaha Kun, delicato come sempre xP

    Capitolo 17

    Dopo una lunga ed estenuante corsa, le due tigri raggiunsero l'albero cavo in cui avevano passato la notte precedente. Daksha cadde a terra, sfinita. Shere Khan si sdraiò accanto a lei e le sollevò leggermente la testa, appoggiandola sulla sue zampe "Sei proprio una cucciola coraggiosa" pensò la grande tigre, osservando il dolce musetto della sua allieva; poi si addormentò anch'egli.
    Per la grande tigre però, non fu un sonno tranquillo, bensì popolato di incubi e ricordi lontani. Al risveglio infatti, circa un giorno dopo, Shere Khan non si sentiva affatto riposato. Egli si scostò delicatamente da Daksha, facendo attenzione a non svegliarla e si recò alla pozza d'acqua su cui pendevano le grandi fronde dell'albero cavo. L'incendio fortunatamente doveva essersi fermato non molto al di là dell'accampamento degli uomini; l'umidità e la rigogliosità della fitta giungla avevano probabilmente circoscritto le fiamme in quella zona limitata.
    La grande tigre bevve avidamente, risanando così la gola riarsa. Poco dopo venne raggiunto da Daksha, la quale si fiondò immediatamente a bere. Quando ella ebbe finito Shere Khan le chiese, mantenendo la sua solita espressione seria: -Come ti senti? E' tutto a posto?- la giovane tigre annuì con forza -Sì... più o meno... ho un po' di dolori qua e là... e poi ho un aspetto tremendo...mi sono un po' bruciata la pelliccia...- rispose Daksha, specchiandosi nell'acqua -Sei bella lo stesso- disse Shere Khan, tornando a bere alla pozza d'acqua. Daksha rimase impietrita. "Ops... lo stavo solo pensando, mi è sfuggito..." pensò Shere Khan, continuando a bere con indifferenza. - G-grazie...- bisbigliò la giovane tigre timidamente. Shere Khan allora smise di bere e la guardò serio -No. Sono io che devo ringraziarti. Per quanto io detesti ammettere di essere stato aiutato... Se non ci fossi stata tu, probabilmente a quest'ora sarei morto. Inoltre mi dispiace, ti ho messo in difficoltà facendoti attraversare nuovamente il fuoco anche se tu potevi benissimo già metterti in salvo. E' una cosa che io non avrei mai fatto per nessuno... ti devo la vita- la giovane tigre sentì il cuore riempirsi di felicità e orgoglio; sorrise serena -Almeno ho saldato il mio debito! E poi sono contenta di averti fatto vincere almeno un po' questa tua fobia...- Shere Khan la guardò interrogativo -Come sapevi che avevo il terrore del fuoco? E soprattutto... perchè tu invece sembravi non avere neanche un briciolo di paura?- - Beh per la prima domanda... me l'avevano detto Bagheera e Baloo... per la seconda invece... è perchè al circo sono stata addestrata a saltare dentro cerchi infuocati. E comunque non è vero che non avessi paura... ero terrorizzata. Anche quando saltavo al circo... ogni volta che eseguivo l'esercizio avevo paura, ma sapevo che lo dovevo fare e alla fine ci ho fatto l'abitudine- disse la giovane tigre. -Capisco... quei due devono sempre raccontare i fatti degli altri... beh in ogni caso questa volta non è stato un male. E anche il tuo addestramento con...gli uomini... è servito a qualcosa, per quanto l'idea mi dia fastidio... hai dimostrato molto coraggio- replicò il grande felino, con un cenno della testa; Daksha si sentì avvampare e continuò il suo discorso - Beh comunque ieri... per quanto mi riguarda il fuoco è stato vantaggioso. Perchè ha disperso tutti gli uomini... di loro ho avuto una grande paura... quando quell'uomo ti ha scagliato contro la lancia... io ero paralizzata dal terrore. Non l'avrei neanche sentita arrivare e mi sono resa conto che se fosse successa una cosa del genere il giorno prima, quando ero da sola, gli uomini mi avrebbero ucciso. E poi lui... aveva un aspetto terribile... ma non mi ha degnata di uno sguardo... lui... sembrava che non avesse paura... tutti gli uomini che ho visto, anche stando al circo, quando mi vedevano comunque un minimo di brivido dovevano provarlo... quell'uomo invece aveva qualcosa di diverso... non lo credi anche tu?- chiese Daksha cercando lo sguardo del maestro, che aveva un'espressione serissima e pensierosa.
    Dopo qualche secondo infatti Shere Khan chiuse gli occhi e sospirò -Sì... sei stata brava a notarlo... quell'uomo infatti... è un cacciatore di tigri.- Daksha sgranò i suoi occhi bicolori; non sapeva che cosa dire, cominciava solo ora a rendersi conto dell'enorme rischio che aveva passato; capì che un uomo del genere poteva essere anche in grado di scuoiarla viva -E sappi che non è un cacciatore qualsiasi... lavora per un uomo, conosciuto come "Il Sultano" per le sue enormi ricchezze, famoso per le sue collezioni di pelli e animali impagliati... Dicono che sia... il migliore nel suo "lavoro"- aggiunse Shere Khan con disprezzo e sputò per terra. -Ma... tu come fai a sapere tutte queste cose? Ha cercato di prendere anche te?- chiese la giovane tigre incuriosita. Lo sguardo del grande felino si fece triste - Va bene, te lo racconterò...- disse, sdraiandosi e assumendo la sua tipica posa con le zampe anteriori incrociate. -Sì... egli cercò di prendere me... ma per arrivare a mia madre... la grande tigre bianca.- lo sguardo di Daksha si fece sognante "Mi sta raccontando il suo passato... probabilmente non è mai successo a nessun altro... devo esserne onorata! Forse... ho davvero conquistato la sua fiducia adesso... e la sua mamma... era una tigre bianca... che bella..." -Tentarono di prenderci durante una battuta di caccia con l'elefante... prima mandarono i loro cani a stanarci, per spingerci in un luogo più aperto, dove appunto ci aspettavano in sella ai pachidermi... c'era anche il Sultano in persona... non poteva lasciarsi sfuggire una tale rarità... ma riuscimmo a fuggire. Lui però... l'uomo con il turbante porpora... lui cacciava per conto suo. Non utilizzava cavalli o elefanti... sapeva muoversi a suo agio nella giungla e seguire le tracce, con o senza l'aiuto dei suoi cani. E fu lui... a trovare il luogo in cui mia madre mi aveva nascosto. Quando lo vidi comparire sulla soglia della mia piccola grotta... rizzai il pelo e cominciai a ruggire, dato che ero già abbastanza in grado di farlo. Lui allungava le sue mani verso di me e io tentavo di morderlo e graffiarlo... però riusciva a schivarmi e mi agguantò con una stretta d'acciaio. Riuscii a ferirlo e mi lasciò cadere a terra... mi accorsi che però non mi ero liberato grazie alle mie capacità... ma perchè egli si era accorto che mia madre stava per balzargli addosso. Non fu però abbastanza veloce ed ella lo aggredì subito alla testa, con l'intenzione di ucciderlo all'istante. Lo gettò a terra e gli morse il cranio... non riuscì a finirlo perchè egli ignorando paura e dolore estrasse velocemente una pistola dalla cintola e sparò. Mia madre cadde di lato con un ruggito di dolore... ricordo ancora i suoi occhi azzurri spalancati verso di me...occhi che mi dicevano di fuggire... io ero paralizzato e mi sentivo così impotente... ma riuscii ad eseguire l'ultimo desiderio di mia madre... l'ultima cosa che vidi prima di fuggire comunque... fu quell'uomo con la ferita alla testa grondante di sangue che conficcava il suo prezioso pugnale nella carne di mia madre e il candido manto che si tingeva sempre più di rosso... poi, lui con quel suo sguardo glaciale che si voltò a guardarmi. Io, nonostante le lacrime, lo guardai con una collera e un odio che probabilmente non dimenticò mai neanche lui. Da un cucciolo probabilmente non si aspettava altro che paura e confusione... non uno sguardo del genere. Ma io ero già predisposto ad un odio viscerale nei confronti degli uomini e con quell'episodio esplose definitivamente. Sapevo che un giorno lo avrei reincontrato... ma per anni non lo vidi più... tanto che me ne dimenticai. In ogni caso, divenni il terrore di tutta la giungla e degli uomini che osavano avventurarsi in essa... ma questo lo saprai già immagino.-
    Daksha era allibita; immaginava che il suo maestro non dovesse aver passato dei bei momenti, ma non immaginava così terribili. -Mi dispiace...veramente... deve essere stato terribile per un cucciolo vivere da solo nella giungla...- disse con le lacrime agli occhi, commossa dalla storia di Shere Khan. -Non poi così tanto... la tristezza per aver perso mia madre passò subito. Piangere sarebbe stato inutile. L'unica cosa che mi serviva in quel momento era sopravvivere e diventare sempre più forte... infatti divenni subito uno spietato cacciatore... e poi con gli uomini... beh, non fallivo mai... e presto cominciai a prendermi gioco di loro... ma fu questo il mio errore... la ragione per cui Mowgli, quel maledetto cucciolo d'uomo, riuscì a sfuggirmi furono proprio l'eccessiva spavalderia e superficialità... ma non succederà più...- aggiunse Shere Khan, con un tono di voce che fece venire a Daksha la pelle d'oca. Poi il grande felino tornò serio -Beh... comunque adesso siamo deboli e dobbiamo andarcene al più presto da qui. In questo momento non voglio avere niente a che fare con quell'uomo... anche perchè so che potrebbe usarti per catturarmi... qui tu sei in pericolo.- Daksha ebbe un tuffo al cuore; lui, il terribile Shere Khan... voleva proteggerla... e con lui, la giovane tigre sapeva che sarebbe stata sempre al sicuro. -Riposiamo ancora un attimo.. poi andiamo via subito- disse la grande tigre, tornando dentro l'albero cavo. Daksha rimase immobile per qualche secondo. Poi si riscosse e si sdraiò accanto al maestro -Grazie... grazie davvero... per avermi raccontato il tuo passato... e per ciò che fai- sussurrò Daksha con gli occhi bassi e prendendo coraggio, leccò una guancia a Shere Khan. Poi chiuse gli occhi e si accoccolò con la testa sul collo della grande tigre. Shere Khan rimase un po' sorpeso da quel gesto. Poi sorrise -Sogni d'oro, micetta...-
     
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209 replies since 29/12/2011, 23:42   4083 views
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