LK Corporation

Il Re Leone, come non l'avete mai visto

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  1. RickyLK
     
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    Questa è una scena tratta da un mio racconto intitolato "LK Corporation".
    Sicuramente ci saranno molte inconbenze, perchè questo non è l'inizio della storia.
    Vi dico solamente che il protagonista si chiama Owen Jacksonhyde.
    Cercate di immaginnare i personaggi che cito "umanizzati", ma con le loro naturali sembianze allo stesso tempo.
    Posto tutta la scena in una volta perchè successivamente non avrò mai il tempo (tutta colpa della scuola e delle miriadi di compiti che ci danno). Se così facendo, arrecherò disturbi a qualcuno, chiedo scusa in anticipo.

    BUON DIVERTIMENTO
    ______
    IL SOGNATORE LUCIDO.

    Simba mi condusse in una stanza con un letto nel centro di essa: un letto d’ospedale, con accanto Nala seduta che occupava le proprie mani su dei macchinari. Mi fecero distendere su quel letto.
    <<owen, adesso ascoltami: questa e la tua prima lezione sulla “concretizzazzione musicale”>>, mi spiegò Nala.
    <<e sarebbe?>>, chiesi io.
    <<vedi, la musica può definirsi come un’emozione trasformata in suono. Un’artista, ed esempio, rende pura una sua emozione componendo una melodia, e così la trasmette a chi l’ascolta.>>, mi illustrò.
    <<fin qui ci sono arrivato anchi’io>>, dissi.
    <<bene, tu invece, ora, dovrai eseguire l’operazione opposta, ciò che fà un ascoltatore.>>, disse Nala. <<ti faremo ascoltare una canzone e tu, attraverso l’immaginazione, dovrai renderla concreta.>>.
    <<come?>>, chiesi confuso.
    <<ti collegeremo un’elettrodo alla corteccia cereblare, qualunque cosa immaginerai apparira su questo schermo. Prima di tutto ti faremo addormentare con una piccola dose di anestetico: sognando le immagini si rendono più chiare dei pensieri momentanei. Non dovrai fare altro che ascoltare il brano e provare l’emozione che trasmette, al resto ci pensiamo noi>>.
    Mi collegarano l’elettrodo al cervello come illustrato, facendo passare il cavo dietro la nuca. Cominciarono anche a posizionarmi ventose per un elettrocardiogramma.
    <<perché anche al cuore? Non è riscchioso, vero?>>, chiesi spaventato.
    <<sta’ tranquillo>>, disse Simba. <<capirai tutto fra poco>>.
    Tutto era pronto e carico. Mi iniettarono l’anestetico e mi misero due cuffie sulle orecchie.
    <<buonanotte, Owen>>, mi disse Nala.
    Tutto diventò nero lentamente. Rimase tale per qualche secondo.
    Ero in piedi nel nulla più totale, nel profondo della mia psiche.
    Poi cominciai a sentire fruscii e voci indistinte. La musica ad un tratto partì.
    Dalle prime note riconobbi il brano: era “Miracle” dei Cascada. Quando ascoltavo quella canzone, da quando l’avevo sentita sin dalla prima volta, mi sovveniva sempre un’innato desiderio di evadere dalla realtà, di vivere in un mondo fantastico ed impossibile, di trovarmi in luoghi paradisiaci, e l’incoscio mi ci portò subito. Sulle prime note, cominciò ad apparire un’immensa prateria sotto i miei piedi, che andò a riepire lo scenario scuro assieme ad un cielo azzurro senza la minima presenza di una nube.
    Vennero alla creazione anche alberi, tipici dei boschi, da un parte; dall’altra, scorgevo in lontananza montagne e qualche paesino immaginario, classico di un panorama campagnolo. Apparvero dietro di me monti alti ed imponenti.
    Accanto ad i miei piedi la terra sparì di colpo davanti ai miei occhi, sprofondando. Mi venne istintivo chiedere gli occhi per un istante, senza una ragione. La valle che apparve davanti a me si era riempita d’acqua, diventando un’oceano, che delimitava i confini del mondo che immaginavo. L’altura che dava sul mare mi pare familiare, come se l’avvessi vista poco tempo fa. Pensai a lungo.
    Mi entrò in testa un pensiero improvviso, inaspetteto, inimmaginabile, strano. Capii che quella era l’altura su cui doveva trovarsi Trace Triader, uno dei protagonisti del libro che stavo scrivendo.
    <<se questa è l’altura di una scena del mio libro, >>, pensai; <<allora devo per forza essere a Byran-Otiel>>.
    In quel momento, desideravo più d’ogni altra cosa vedere il mondo che evavo creato, in tutte le sue forme e sfaccettature. Vederlo com’era creato nelle mio subconscio era mille volte meglio che descrivelo a parole. La musica che sentivo suonare senza un origine accresceva il mio desiderio, quando sentii i suoni elettronici d’intermezzo. Volevo volare… letteralmente, così avrei potuto vedere qualque cosa. L’inconscio acconsentì: sentii delle correnti ascenzionali uscirmi da palmi delle mani e dalle piante dei piedi. Levitavo in aria. Il testo della canzone non c’entrava quasi niente con quello che stavo facendo, ma il ritmo ed il carattere della canzone si.
    Volai molto alto, quasi che potevo toccare il sole. Immaginavo altro: case persone, montagne, fiumi. Tutto ciò che mi passava per la testa veniva creato al mio passaggio, a mio piacimento. Andai a volo radente con velocità supersoniche su tutto il creato.
    Mi sentivo Dio, onnipotente e senza limiti. Libero come il vento e senza alcuna preoccupazione, continuavo a creare. Cercai un pezzo di prateria vuoto per continuare a creare metropoli con il mio sguardo. Notai una cosa strana. C’era un punto in cui non si creava nulla, neache se lo fissavo intensamente. Allora scesi, ed esaminai il terreno attorno a me: vuoto, nient’altro che distese d’erba per miglia e miglia. Da sotto terra uscirono due fiammate che volteggiarono attorno a me. Mi accovacciai coprendo gli occhi con le braccia, per paura che mi colpissero. Rimasi così per qualche secondo, ma non sentii niente, neanche una bruciatura. Tolsi le braccia davanti ai miei occhi e mi ritrovai sull’apice della Rupe dei Re.
    Le fiammate continuavano a volteggiare sul terrenno bruciando l’erba. Queste, con l’erba nera bruciata, compenevano lettere che andavano a comporre parole. Scrissero: “Sei il Re della Rupe dei Re e delle Terre del Branco”, in settantasei lingue diverse. Dietro di me apparve una leonessa dagli occhi blu, umanizzata, vestita con gli abiti del branco.
    <<non è Nala>>, pensai esaminando il suo volto.
    Ma era bellissima.
    I suoi profondi occhi mi catturavano come un pesce nella rete. Non potevo distoglierle lo sguardo, ammaliato dalla sua disumana bellezza.
    <<che sei?>>, le chiesi.
    Non mi rispose, e cominciò ad avvicinarsi a passo deciso.
    Mi abbracciò molto forte e mi lambì la guancia sinistra con la sua morbida lingua. Mi specchiai nei suoi occhi dopo quel bacio. Vidi che il mio il mio corpo era radicalemente cambiato: trasformato simile a lei in un leone nero umanizzato.
    Mi veniva un folle desiderio di baciarla sulle labbra.
    E lo feci.
    Rimasi a baciarla intensamente per circa un minuto. Si rivelò l’emozione più intensa della mia vita.
    D’un tratto, lei ritirò le lebbra.
    <<te l’avevo detto che saresti tornato>>, mi disse con un filo di voce.
    Mi risvelgiai di colpo.
    <<ben tornato fra noi>>, disse Simba.
    <<cos’è successo?>>, chiesi io frastornato.
    <<hai appena sperimentato con la tua mente ciò che è la “concretizzazione musicale”, ovvero la creazione di un pensiero tramite la musica.>>, rispose Simba. <<per essere la tua prima volta, non è andata affatto male; c’è gente che non riesce a creare nulla.>>.
    <<com’è possibile tutto ciò?>>, chiesi curioso.
    <<quando alcuni dei nostri pensieri vagheggiano nella nostra mente senza che noi lo vogliamo, mentre dormiamo, si parla di sogni.>>, spiegò. <<per fare ciò che ha fatto trenta secondi fa, bisogna essere in grado di controllare ogni minimo pensiero durante il sonno, e pare che tu ci riesca più che bene. Quelle fiammate che hai visto sono una reazione della tua mente, create per spingerti a svegliarti, perché non vuole che tu possa controllarla al cento per cento, ma pare che tu ti sia concentrato abbastanza da respingerle e riflettere un desiderio.>>, disse. <<per ora, parleremo solo di sogni, quando sarai più esperto parleremo anche di desideri.>>.
    La testa mi girava in un modo indescrivibile, ma non era finita lì.
    <<adesso passeremo a cose serie>>, disse Simba. <<nala, fammi un collegamento comune doppio, per favore.>>., ordinò alla moglie.
    Si sedette su di una poltrona accanto al mio letto, si spogliò solo sulla parte superiore, rivelando un corpo disumanamente muscoloso, e Nala gli posiziono un altro elettrodo e lo collegò alla macchina su cui anchio ero collegato.
    <<addormentati di nuovo e fa tutto ciò che ti dice>>, mi ordinò Nala.

    Tutto di nuovo buio, ma stavolta con Simba accanto a me.
    <<cominciamo dalle basi>>>, disse.
    <<questo vuoto ed asettico paesaggio completamente nero è la cosiddetta “genesi primaria” di un sogno. In essa, tu sei letteralemente Dio, ed essendo tale puoi fare tutto ciò che vuoi.>>, mi spiegò.
    <<dal creare un’auto…>>, disse, ed apparì dal nulla una Maserati accanto a lui. << al far scorrere un fiume>>, e si aprì una spaccatura nel terreno con dell’acqua al suo interno.
    <<ma la cosa più maestosa ed importante è che puoi creare interi mondi>>.
    Alzo le mani in alto e dai suoi palmi fuoriuscì un liquido multi colore che, quando tocco terra, creò una strada asfaltata per poi salire in aria e crare imponenti palazzi. Dal terreno spuntarono sagome umane e animali ed anche auto che lentamente cominciavano a percorrerre le strade.
    <<ma comiciamo dal principio…>>, disse Simba, e d’un tratto tutto ciò che si era andato a crearsi sparì, nel nulla, e tutto tornò nero.
    <<hai mai sentito parlare di “sogni lucidi”?>>, mi chiese Simba. Risposi di no e cominciò ad espormi l’argomento:<<partiamo dalla definizione scientifica di sogno, che, tuttavia, non estiste>>, disse. <<il sogno è un fenomeno legato al sonno e in particolare alla fase REM del sonno, caratterizzato dalla percezioni di immagini e suoni apparentemente reali.>>.
    <<e che sarebbe questa “fase REM”?>>, chiesi io incuriosito.
    <<la fase REM del nostro sonno e quella fase in cui gli occhi, pur presentando le palpebre chiuse, continuano a muoversi, e quest’ultima è spesso accompagnata dai sogni>>, mi rispose.
    <<ora torniamo al discorso. I sogni sono fenomeni utili socialmente, fisicamente e psicologicamente; spesso rappresentano le nostre paure, le aspettative, i pensieri, le opinioni, insomma, tutto ciò che caratterizza il nostro “io interiore”>>, spiegò. <<e qui viene il bello; c’è una netta differenza fra “sogni” e “sogni lucidi”: i “sogni classici”, se così possiamo chiamarli, sono quei sogni in cui noi siamo soltanto spettatori addormentati delle spettacolo creato dal nostro cervello. Se ci “svegliamo” nel sogno, ciòe ci rendiamo conto di stare dormendo e di sognare, cosa che può sembrare strana, allora qui si inizia a parlare di sogno lucido.>>.
    Rimasi sconcertato da quello che disse.
    <<quindi, se mi rendo conto che sto sognando mentre sto sognando, posso fare tutto ciò che voglio? Anche l’impossibile>>, chiesi spaventato.
    <<si, esattamente>>, rispose Simba, lascinadomi sempre più sorpreso. <<ed è proprio grazie a questa capacità che esistiamo; Io, Scar, mio padre, Nala, Kovu, Kiara, tutti. Tutti grazie ai sogni.
    Ora ti dirò una cosa: la fantasia in realtà non ha forma; quella che hai visto poco fa l’abbiamo soltanto trasformata in polvere per renderla più maneggevole. Vedi, la fantasia plasma le cose ed i personaggi da essa creati, come me. Io e la mia famiglia, ad esempio, siamo plasmati dalla fantasia di Jonathan Roberts, lo sceneggiatore del nostro film.>>.
    <<ma se esistete e dipendete dai vostri creatori, allora quando egli muoiono morite anche voi.>>.
    <<su questo ti sbagli Owen>>.
    Mi porse la sua mano ed io l’afferrai.
    Cominciammo a volare e l’ambiente a noi circostante prese le sembianze dell’universo, con il pianeta terra sotto i nostri piedi.
    <<pensaci un attimo. Il nostro caro amico Topolino è stato creato da Walter Elias Disney, il quale è deceduto. Perché è ancora vivo?>>.
    Alzai le ciglia non sapendo la risposta.
    <<perché viene nutrito dalle menti di chi lo pensa, nutrito dalla fantasia stessa.>>, spiegò.
    <<tutto ciò che stai osservando adesso è solo la mia immaginazione, creato per farti capire ciò che voglio dirti.>>, disse Simba
    Assieme volammo sul finto pianeta davanti ad una finestra, nella quale vedevamo un bambino scarabbocchiare un foglio con dei pastelli.
    <<anche un solo bambino che disegna a casaccio immagini su di un foglio, la cui mente è piena zeppa di pensieri casuali e disordinati, produce ben 194 kili di fantasia al secondo. La fantasia…>>, a quel punto tornammo in orbita; << è una cosa che nessuno e in grado di vedere. Ora io te la mostrerò in forma di polvere per fartela vedere.>>.
    Dettò ciò, dal pianetà iniziarono a trasalire nello spazio quantità incolcolabili di polvere verde, uguale a quella che avevo visto poco fa.
    <<ogni singolo essere vivente sulla terra, che sia uomo o animale, produce, grazie alla sua immaginazione ,ed i suoi pensieri circa 1500 tonnellate di fantasia al giorno. Moltiplica questa quantità approssimata per i cinque miliardi di persone sulla Terra.
    E da qui comincia il suo viaggio: questa, anche non avendo forma, è 100 volte più leggera dell’aria, e perciò vola ben oltre l’atmosfera terrestre e succesivamente viene spinta dai venti solari ai confin dell’universo.>>, spiegò. <<noi personaggi del mondo delle Terre del branco abbiamo costruito le macchine per catturarla e distribuirla equamente ad ogni singolo personaggio esistente, non solo della Disney, ma di tutti i film, libri ed opere letterarie finora concepite.>>.
    <<e’ una cosa… fantastica: gli umani che nutrono altri mondi dei quali neanche sanno l’esistenza senza volerlo con i loro pensieri.>>.
    <<già.>>, replicò Simba. <<e’ qui parte il concetto di “creazione di mondi immaginari”. Crearne uno è più facile di quanto sembri, basta immaginarli. Da ciò deriva l’utilità del sogno lucido: un “creatore” utilizza proprio questo tipo di sogni per crearli e definirli in ogni suo singolo dettaglio. Tutte le proiezioni di oggetti e paesaggi che crea vengono trasformate in fantasia al risveglio una volta create nella mente del creatore, se esso lo vuole. Escono dalle sua mente sotto forma di fantasia, ed ogni singola molecola di quel mondo va a ricrearsi ai confini dell’universo, dove viviamo noi. Anche tu puoi creare un mondo in tutti i tuoi sogni, ma non qui, perché questo è il mio. Te lo insengerò alla prossima lezione: è ora di svegliarsi.>>.

    Mi alzai stremato.
    <<dio, quanto abbiamo dormito?!>>, chiesi mentre cercavo di riaprire gli occhi.
    <<un’ora>>, rispose Nala.
    <<un’ora! Ma nei sogni il tempo non scorreva diversamente dalla realtà>>, replicai.
    <<ah, già… Mi sono scordato di fartelo sapere. Hai mai visto “Inception” di Cristopher Nolan?>>.
    <<si, era anche molto bello, ma che c’entra?>>, chiesi confuso.
    << “Il tempo in un sogno,” come diceva Di Caprio, “non corrisponde al tempo reale”: ciò è falso. Se un individuo sogna per cinque minuti, trascorrono contemporaneamente cinque minuti nel mondo reale.>>, spiegò.
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    Se vi è piaciuta, cercherò di scrivere e postare altre scene.
     
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  2. simba90(ale)
     
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    è la prima volta che leggo un racconto che parla dei sogni ed è bellissimo :D
     
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  3. RickyLK
     
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    Grazie, mi aspettavo risposte del tipo <<che storia strana ed insensata>> o <<non c'ho capito niente>>.
     
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  4. »Sephirus
     
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    una fan fic davvero emraviglisoa,merita di essere letta =D
     
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  5. MementoMori
     
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    Questa Fan Fiction è bellissima, anche se io di solito non amo molto i racconti che riguardano sogni e cose simili...

    ^^
     
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  6. RickyLK
     
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    CITAZIONE (»Sephirus @ 31/1/2011, 21:42) 
    una fan fic davvero emraviglisoa,merita di essere letta =D

    Grazie Seph, ecco cosa mi aspettavo. :) :)
     
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5 replies since 14/1/2011, 22:36   194 views
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