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Arch0n.
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Fan Fiction di Arch0n
Il Risveglio di Zali
Il Sole stava tramontando. Il cielo che sovrastava le Terre di Nessuno era nuovamente rosso come all’alba di quel giorno. Erano passati solo pochi giorni, nove per la precisione, da quando Zira aveva attaccato con il suo branco di esiliati il Regno. Lo stesso branco che si era convertito per l’unico scopo di poter vivere finalmente in pace nel Regno delle Terre del Branco; avevano scelto di cogliere quell’occasione per non dover ricorrere più alla violenza e raggiungere comunque la realizzazione dei propri desideri di pace.
Ma Zira non era stata d’accordo: per lei valeva molto di più la conquista con la forza del Regno, specie dopo quello che era successo al suo amato Scar, un fatto imperdonabile. Inoltre non voleva essere sottomessa ma bramava di rimanere un capo, e non una subordinata. La conquista del trono e la vendetta di Scar avevano per lui unicamente precedenza su tutto il resto. E questo gli aveva impedito di avere sia l’una che l’altra cosa.
Dopo la scomparsa di Zira e la conversione del branco degli esiliati, il Branco e gli abitanti del Regno credevano ormai che ogni minima minaccia esterna fosse scomparsa.
…Non potevano certo immaginare che ci fosse qualcun altro. L’ultimo.
Le Terre di Nessuno erano quasi del tutto deserte; solo qualche raro animale passava di rado da quelle aride steppe. Il Kilimangiaro si innalzava al di sopra di tutto l’orizzonte, tingendosi di rosso. Le frastagliate ed erose formazioni rocciose in mezzo a quella terra sorgevano solitarie in quella calda atmosfera che annunciava la fine del giorno. L’atmosfera era immobile.
Il Sole era ora quasi del tutto immerso nell’orizzonte. Presto il crepuscolo sarebbe arrivato. Già Venere e le prime stelle erano spuntate. Ma quel che più era curioso, era ciò che stava succedendo in fondo a una delle erose rocce.
Nell’ombra, abbandonato al buio da tutto e tutti, vi era,sdraiato su un lato, un leone. In quell’oscurità non si distingueva il suo corpo immobile, ma era magro, e sporco di polvere. Stava dormendo. Almeno così sembrava.
In quel momento voci empie, che chiamavano e pronunciavano parole indefinite echeggiarono, quasi come vento che entra in una profonda gola, in quella grotta dove giaceva il leone.
“Svegliati fratello mio” disse una voce “Torna alla vita e vendicami”.
“Zio! Abbiamo bisogno di te adesso” disse un’altra.
“Vendicaci. Torna alla vita! Ora!” tuonò un’altra ancora.
E proprio allora, nel preciso istante in cui il Sole scomparve del tutto dietro le colline occidentali e l’oscurità riempi il cielo e la terra, il leone aprì improvvisamente gli occhi, spalancandoli!
Erano luminosi nel buio della grotta, la sola cosa che si poteva scorgere; ma quegli occhi erano di una luce non brillante, ma cadaverica, che non illuminava nulla. Il buio era diventato totale in tutta la cavità rocciosa, ormai.
Fu allora che il leone riuscì con lentezza ad alzarsi sulle zampe deboli, respirando affannosamente, come se avesse corso a lungo. Aveva lo sguardo stralunato, come se non capisse perché fino a quel momento stesse dormendo. Rammentò le ultime immagini che gli occhi gli avevano mostrato. Sentì il sangue rapprendersi. Si era addormentato in quell’istante….
Poi avanzò di qualche passo, con leggera fatica, verso il centro della caverna: riuscì a scorgere nel buco in alto le stelle che ormai empievano il cielo; poche quelle che poteva vedere in quel foro naturale in cima alla volta della grotta, ma brillanti, incantevoli. Sapeva anche che era a loro che doveva il suo potere e, lo percepì dopo poco, il suo risveglio.
Sentì di nuovo le voci echeggiare attorno a sé. Eppure lo sapeva, venivano proprio dalle stelle che stava guardando. Parlavano di vendetta, di fatti terribili, di morte.
Mentre ascoltava quelle parole con interesse crescente, sentiva anche che la fatica e la crisi che aveva in sé stavano svanendo: più quelle parole si ammucchiavano e il tempo fuggiva dal momento del suo risveglio, più in lui le forze chissà perché crescevano.
Infine quando le voci tacquero con un ultima nota profonda che rimbombò in quel buio, il leone mosse la sua bocca dopo due anni di immobilità infinita.
“Lo farò” disse. Poi ripeté con decisione maggiore: “Lo farò per voi! E anche per te……...” fece una pausa e poi tuonò:
“SCAR!!”
Rabbia, vendetta e gioia si fondevano sulla sua faccia nel preciso momento in cui il leone pronunciò il nome del fratello di Mufasa. Un’ unica espressione indistinguibile ma perfettamente intuibile e terribile a vedersi.
Ora, sapeva che per agire avrebbe prima di tutto mettere qualcosa nello stomaco. Infatti, dopo quell’impeto iniziarono di nuovo a cedergli le zampe. Non mangiava né beveva da almeno sei giorni. Nessuno si era più curato più di lui, poiché nessuno tranne lui stesso era rimasto in quelle terre.
Sapeva di avere solo una possibilità: si ricordava che quando ancora era sveglio vi era una piccola pozza d’acqua, una delle poche che si trovavano in quel luogo, e che erano di vitale importanza per gli esiliati delle Terre di Nessuno. Non avendo forza di cacciare, ripose in un attimo tutte le sue speranze in quell’acqua…se c’era ancora era salvo. Ma non osava pensare a cosa sarebbe successo se si fosse prosciugata. Per lui sarebbe stata la manifestazione della morte che veniva a prenderlo.
Non erano solo le sue zampe a sorreggerlo mentre si avviava lentamente e con sforzo verso l’uscita della grotta; c’erano la sua voglia di vendetta e i suoi familiari a reggerlo. Altrimenti non sarebbe arrivato alla pozza.
Solo mezzo minuto. L’apertura gli apparve improvvisamente quando sollevò lo sguardo che teneva basso per lo sforzo. La notte gli si rivelò in tutta la sua bellezza.
Le stelle gli sorridevano.
Ma non ebbe il tempo di ammirarle. Sapeva che poteva avere tutto il tempo per farlo…dopo però. La sua sopravvivenza ora era ciò che più contava.
Superò una roccia aguzza poco oltre l’uscita e fu completamente all’aperto. Si fermò un attimo per riprendere un po’ di energia e poi ricominciò ad andare verso il luogo dove qualche secondo dopo scorse una cavità larga e di forma ellittica.
Era fortunato. In mezzo ad esso vi era un bel po’ di acqua. Non moltissima, ma gli sarebbe bastata. Incredibilmente, andando al di là delle sue forze incrementò il passo alla vista dell’acqua, fino a lasciarsi cadere su di essa. Ovviamente era bassissima, poteva appena immergervi la guancia. Ma sentendo l’acqua sotto di sé il leone si sentì rinascere. Riuscì a sollevare il muso e tenendo gli occhi socchiusi, cominciò a bere. All’inizio beveva velocemente, poi dopo poco, quando si sentì di nuovo in forze, rallentò il ritmo. Poi cessò di bere e sollevò un poco la testa. Aprì gli occhi, rivolti verso la superficie dell’acqua e….
“OH…NO!!”
Quella faccia, quella che stava guardando, era orribile. I suoi occhi avevano le iridi di un rosso pungente, come sempre li aveva avuti. La sua lunga criniera nera era completamente in disordine. Ma infatti non era questo a spaventarlo.
Il suo orecchio destro era dimezzato e una cicatrice gli passava per tutta la guancia destra, partendo da sotto l’orecchio ferito e arrivando quasi fino al suo naso nero. Quelle ferite, intuì subito, le subì proprio nell’attimo in cui….
“NO!! Non è possibile!!......Ma cosa....è successo?!”
Finora sono arrivato qui...man mano che proseguirò pubblicherò i vari pezzi in questa discussione. See you space lions...
Edited by Squiddi (Sophie) - 7/3/2006, 21:44. -
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Cavoli Arch0n ma sei un vero scrittore!!! Lo dico sul serio!!! Sono rimasta a bocca apoerta! Complimenti! Non vedo l'ora di pubblicarla (Nel sito) e sopratutto di leggere i seguenti pezzi. Questa storia mi intriga!
Mi raccomando... continuala!
BRAVISSIMO!. -
Arch0n.
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Grazie per i complimentoni!!! 
:lol
Il merito maggiore però va più alla mia "cultura" cinematografica, fumettistica, letteraria e videoludica...eh eh eh eh eh eh!!
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Infatti tutto questo rende la tua Fic STUPENDA! . -
Arch0n.
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Thank you!
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Non vedo lora di leggere la continuazione. . -
Arch0n.
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Coming (spero) very soon....
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Appena puoi continuala che sono troppo curiosa. . -
Arch0n.
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Ecco un'altro pezzo! Enjoy it!
Non riusciva a crederci. Mosse la testa a destra e a sinistra, senza ragione, a volte alzando, a volte abbassando lo sguardo: aveva paura che qualcuno lo vedesse in quello stato. Infine prese coscienza: non c’era nessuno. Era solo.
Ma non era abbandonato. Gli altri lo guardavano da lassù. Ma di loro non aveva paura. Se ne rese conto in un secondo: loro dovevano averlo già visto chissà per quanto tempo in quello stato, durante il suo sonno.
Angosciato, si girò e si lasciò cadere supino accanto alla pozza d’acqua. Tossì, tenendo gli occhi socchiusi. Poi li aprì lentamente e…
Un oceano infinito di stelle gli si apriva davanti, dopo tanto tempo. Erano bellissime. Nessun male poteva toccarle.
Socchiuse gli occhi una seconda volta, per un attimo, o forse per un minuto….ma quando li riaprì non c’erano solo le stelle in cielo.
Il vento si raccolse in alto e il leone vide con stupore formarsi davanti alle stelle quelli che sembravano tre grandi formazioni di nuvole e di tenebre; non emettevano luce, anzi coprivano interamente quella delle stelle e del crepuscolo ormai morente. L’aria era pesante di oscurità.
Curiosamente le nuvole non solo diventavano sempre più grandi, ma avevano una forma precisa: erano tre leoni.
Uno di essi, a sinistra aveva la forma di una leonessa dall’aria flessuosa ed esile: aveva un orecchio bucato all’estremità e una curiosa chiazza scura sulla testa, a forma di fessura felina, come quella di un occhio di un gatto. I suoi occhi rossi aveva una luce malvagia e scrutatrice.
Quello a destra aveva invece un’aria giovane, un pelo scuro, aveva i baffi in disordine e l’esile criniera nera era completamente in disordine. Aveva gli stessi occhi rossi della leonessa, ma avevano un’aria decisamente più isterica.
Infine, quello al centro aveva il mento lungo e appuntito e anche lo stesso pelo scuro del giovane leone sulla destra, però aveva una lunga criniera nera liscia, all’indietro, simile a quella del leone che lo stava fissando dalla pozza d’acqua, ma più ordinata e lunga; una cicatrice gli attraversava uno dei due possenti e sottili occhi, i quali emettevano quelle che sembravano fiamme verdastre. Era completamente diverso da suo fratello Mufasa…
“SCAR!!!”
La nuvola a forma di leone al centro sembrava sorridere benignamente, adesso.
“Sorella! Nuka!”
In questi giorni la continuerò ancora! Fino ad allora....See you, space lions!
Edited by Squiddi (Sophie) - 7/3/2006, 21:45. -
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Congratulazioni... sei davvero un fenomeno! Non ho mai letto una fic scritta così bene. Davvero stupenda! Ne verà fuori un capolavoro. Che ideona!!! semmai potrei mettere un contatore di visite per la pagina delle fic così vedremo quante visite riceverai (e sicuramente saranno tante!).
Una cosa... ho modificato il colore del testo della fic. Il colore è COLOR=2C0F00 così non si confonde con i commenti. Ora invito gli altri a leggere la tua stupenda fic. Che sono tutti nel forum di SpongeBob che tu potresti farci una visitina. Io pensavo di farti moderatore, temporaneamente, in una sezione del forum di Spongy così prendi dimestichezza per questo forum che sono sempre + convinta di promuoverti mod.
Continua così che vai fortissimo!. -
valoo.
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azzo che pezzo di fic!!!!!!!!!!!!!!!!!! cavolo continuala,viene lunghissima questa storia,molto molto bella!!!! . -
Arch0n.
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Bè ci pensero Squiddi 
...cmq buonissima l'idea di evidenziare la Fic col colore bordeaux, si adegua anche alla Fiction, in fondo....Grazie sia a te che a te, Valoo, per i complimenti!! Poi la continuo!! Tranquilli che il Cerchio della Vita continua...!
A proposito, se non l'avete notato...il leone malridotto è il fratello di Zira....
Piccola info!
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sbaiano.
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...The Best....
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bellissima qst fic!!!..è scritta stupendamente!!! . -
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Ne verà fuori un vero CAPOLAVORO! Anche voi dovete scrivere della Fic così belle! .
Archon's Fan FictionQui pubblicherò a puntate la mia FF! Read it, Forum's people! |
