GIAPPONE - DISNEY PACE TRA SUPERPOTENZE

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StePanda

Posted on 24/3/2009, 20:03

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GIAPPONE - DISNEY PACE TRA SUPERPOTENZE

Repubblica — 24 luglio 1996 pagina 35 sezione: SPETTACOLI E TV

ROMA - La Disney ha siglato ieri un accordo con gli studi giapponesi d' animazione Tokuma Shoten Publishing e Daiei: il risultato di questo trattato tra superpotenze cartoonistiche prevede che la Disney acquisisca tutti i diritti video dei precedenti film di Hayao Miyazaki, regista dello studio Ghibli (affiliato alla Tokuma) e autore di lungometraggi come "Laputa, Castle in the Sky" o "Il mio vicino Totoro". Per quanto riguarda la distribuzione della nuova serie di Miyazaki "Principessa Mononoke", pronta a partire dal luglio 1997, la Disney sarà il distributore in diversi paesi oltre agli Stati Uniti, tra cui Italia, Francia e Brasile, mentre la Tokuma ha tenuto per sé i diritti di quattordici mercati asiatici, compreso il
Giappone. "I film di Miyazaki rappresentano la pellicola di qualità, concepita per le famiglie, che la Disney si sforza da sempre di produrre", ha dichiarato Joe Roth, attuale presidente dei Walt Disney Studios, sotterrando definitivamente l' ascia di guerra dopo le polemiche che si erano scatenate tra Disney e cartoonist giapponesi all' epoca dell' uscita del "Re Leone". Nel 1994 infatti, gli animatori del Sol Levante accusarono l' Impero del Topo di plagio. Sostenevano che Simba fosse biecamente copiato da Kimba, il leone bianco creato da Osamu Tezuka nel 1950 (ispirandosi peraltro al Bambi disneyano) e approdato al lungometraggio in "Jungle Taitei" del 1966. Dopo tante polemiche e ripicche, in cui il colonialismo culturale disneyano era stato messo sotto accusa da diversi intellettuali e autori giapponesi, l' accordo segna un vero e proprio armistizio, tra oriente e occidente, anche se in realtà non fa che mettere su carta alcune precise scelte economiche avviate fin dall' arrivo di Michael Eisner nel 1984 alla direzione della Disney. Prima che Eisner, insieme a Frank Wells e Jeffrey Katzenberg, giungesse alla guida della compagnia infatti, questa era sull' orlo del fallimento e dello smembramento e uno dei punti chiave nel piano di rilancio, concepito da Eisner nella riunione tenuta nella sua casa di Beverly Hills la domenica del 7 ottobre 1984, riguardava proprio l' approccio Disney alla produzione televisiva. Riproporre vecchi cartoons sembrava a Eisner un' idea riduttiva: la spesa era minima, ma l' unico introito sarebbe stato quello pubblicitario e Eisner non intendeva fare nulla che potesse essere "venduto una volta sola". Creare nuovi personaggi, grazie alle potenzialità delle sinergie tra diversi settori della multinazionale, avrebbe permesso di rastrellare soldi dalla pubblicità, ma anche creare pupazzi, libri, giochi, attrazioni nei parchi, insomma una miniera d' oro. Il problema irrisolto era quello della qualità dell' animazione: la Disney aveva un nome da difendere e l' animazione televisiva è lontana dagli standard di "Biancaneve". Si risolse in un ibrido, creando i Wuzzles, cui sarebbero seguite numerose altre serie, che tra i 25.000 disegni per 22 minuti richiesti dalla tecnica classica e la miseria dei 12.000 dell' animazione televisiva, ne utilizzavano una cifra oscillante tra 18 e 20.000. Il risparmio veniva garantito dal fatto che i personaggi, delineati in California, fossero spediti in Giappone, dove gli animatori locali grazie al cambio, che faceva valere un dollaro 250 yen, garantivano una forza lavoro decisamente economica. Da allora molte cose sono cambiate e l' accordo di ieri, che sarebbe stato anomalo qualche anno fa, non è che il coronamento della manovra di omogeneizzazione dei gusti cartoonistici degli spettatori televisivi prima e cinematografici poi. - di OSCAR COSULICH