Le Droghe Leggere

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    The Blu Lion

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    Definizione del termine di "droghe leggere"

    Si tratta di un termine impreciso attribuito alle droghe che dovrebbero indurre minore tossicodipendenza o tossicomania delle cosiddette "droghe pesanti" quali l’eroina. Tossicodipendenza è qui definita, da un punto di vista medico-clinico, come l’uso compulsivo di sostanze dovuto alla necessità di evitare i disturbi psicofisici dell’astinenza ed associato ad una serie di alterazioni patologiche derivanti dall’esposizione cronica ad alte dosi delle sostanze stesse e dei loro contaminanti. Sulla base di questa definizione i farmaci e le sostanze psicoattive si dispongono secondo un continuum di efficacia per quanto riguarda la loro capacità di influenzare il comportamento di assunzione. Sebbene teoricamente arbitraria, la suddivisione in "droghe pesanti" e "leggere" nell’ambito di tale continuum trova unanime consenso perché non è evidentemente possibile considerare alla stessa stregua eroina, caffeina, nicotina e marijuana. Va inoltre tenuto presente che il posizionamento delle singole sostanze di abuso in tale continuum non è dettato solo da valutazioni farmaco-tossicologiche ma è fortemente condizionato da fattori di ordine culturale. Infatti l’uso di sostanze fortemente tossicomanigene come l’alcool e la nicotina è permesso mentre i derivati delle Cannabis conservano la definizione di droga.

    Nel caso specifico della Proposta di Legge di liberalizzazione delle "droghe leggere", il termine è riservato alla Cannabis e ai suoi derivati e pertanto questo documento esaminerà e riassumerà esclusivamente gli effetti farmacologici e tossicologici di queste sostanze.

    La Cannabis sativa (l’aggettivo indica va riservato solo alla varietà coltivata in India) è una pianta coltivata da millenni per ottenere fibre tessili e per le sostanze psicoattive che contiene, è originaria dell’Asia Centrale ed è oggi largamente diffusa nei paesi caldi e temperati.

    Alle caratteristiche botaniche della pianta, la natura delle sostanze chimiche in essa contenute e alle loro proprietà farmacologiche e tossicologiche è stata dedicata una estesa letteratura alla quale rinviamo e della quale qui citiamo solo alcune rassegne (Nahas, 1973; Andreoli et al., 1974; Paton, 1975; Jones, 1983; Hollister, 1986; Martin, 1995).

    La Cannabis è consumata sotto forma di Marijuana preparata con le infiorescenze e foglie seccate, hashish che consiste nella resina seccata secreta dalla pianta e olio di Cannabis estratto dalla resina mediante solventi organici. Il principale principio attivo contenuto nella Cannabis e nelle sue preparazioni è il delta-9-tetraidrocannabinolo (9-THC) isolato nel 1965 e presente in misura molto diversa nelle preparazioni ottenute dalla Cannabis. Esso è rapidamente inattivato dall’esposizione all’ossigeno, alla luce, l’umidità e le temperature elevate. Inoltre nella Cannabis sono presenti almeno altre 400 sostanze attive di cui circa 60 correlate al D9-THC con il quale interagiscono potenziandone o attenuandone gli effetti. Pertanto qualsiasi regolamentazione dell’uso della Cannabis e dei suoi derivati dovrebbe tenere conto delle grandi differenze nella quantità e qualità dei cannabinoidi attivi che sono contenuti nelle diverse preparazioni di Cannabis e che dipendono dalla varietà della pianta, dal luogo di coltivazione, dal tempo di raccolta, dalle modalità di conservazione. Se alla variabilità nel contenuto in sostanze attive si aggiunge quella dei numerosi prodotti di pirolisi, generati quando l’erba o i suoi prodotti sono fumati, si possono comprendere le grandi disparità di effetto osservate fra i fumatori.

    Tolleranza e dipendenza fisica

    Tutti gli autori sono concordi nell’affermare che tolleranza (1) e dipendenza fisica alla Cannabis si sviluppano nei consumatori cronici di alte dosi (vedi Cox et al., 1983; Mendelsohn, 1987). La dose di D9-THC sufficiente a indurre dipendenza è di 3.2 mg/Kg al giorno per 3 settimane consecutive. Si tenga presente che il fumare 30 g di marijuana di buona qualità causa l’ingestione di circa 15 mg di D9-THC (Bühringer et al., 1994). Si osserva una tolleranza agli effetti cardiovascolari, psicomotori e sui processi cognitivi. Quantità maggiori devono essere assunte per ottenere gli effetti psicoattivi desiderati e la sospensione della assunzione è seguita da una sindrome da astinenza di moderata intensità, caratterizzata da disturbi del sonno, irritabilità, perdita dell’appetito e dimagrimento, ansia, sudorazione e disturbi gastrici. Possono comparire brividi, febbre e tremori. La sintomatologia scompare in meno di una settimana. Tuttavia con l’uso cronico di piccole dosi la tolleranza è limitata alle funzioni psicomotorie, richiede un modesto aumento di dose e sintomi da astinenza sono osservati solo occasionalmente (Bühringer et al., 1994).

    La dipendenza psichica compare nei fumatori regolari e frequenti e si manifesta in un desiderio (craving) persistente per gli effetti psichici della Cannabis che acquista un ruolo centrale nella vita tanto che la sua mancanza causa ansia e talvolta senso di panico.

    In conclusione è dimostrato che la Cannabis è una sostanza che induce tossicomania anche se la sua frequenza è limitata e la sindrome da astinenza è di modesta gravità. Ciò è dovuto al fatto che scarsa tolleranza si sviluppa se le dosi sono piccole e non frequenti e l’esposizione al farmaco è di breve durata. Tolleranza si sviluppa chiaramente quando gli individui sono esposti ad alte dosi per un prolungato periodo di tempo (Abood e Martin, 1992).

    La dimostrazione che nel cervello sia umano che degli animali da esperimento sono presenti recettori specifici per il D9-THC (Watson e Girdlestone, 1995) fornisce una base neurobiologica non solo alle azioni della Cannabis ma spiega la possibilità di insorgenza di tossicomania in quanto è presumibile che l’uso cronico della Cannabis induca quelle modificazioni adattative recettoriali, osservate nel caso degli oppioidi, della nicotina, delle benzodiazepine e di altre sostanze, che sono responsabili del processo di tolleranza e dipendenza.

    Effetti sul Sistema Nervoso Centrale

    Effetti sul comportamento indotti da consumo saltuario e moderato


    Fumare una piccola e moderata dose di Cannabis (circa 5 mg di D9-THC) può produrre un senso soggettivo di benessere, con rilassamento, sonnolenza, lievi alterazioni della percezione, alterazione del senso del tempo e della distanza, deficit della memoria recente, alterata coordinazione motoria, particolarmente nel caso di complesse risposte psicomotorie. L’effetto inizia immediatamente e dura due o tre ore dopo una singola sigaretta, è più lungo e di maggior durata dopo assunzione orale. Tuttavia non è raro che singole assunzioni possano indurre ansia, panico, stati paranoidi e reazioni disforiche (2) caratterizzate da disorientamento, immobilità similcatatonica, condizioni di ansia e sedazione. Questi sintomi negativi sono causati da alte dosi, insorgono più facilmente in consumatori inesperti, più anziani e posti in un contesto ambientale non favorevole.

    Per la maggior parte dei consumatori di Cannabis le conseguenze di una saltuaria assunzione non sono più gravi, da un punto di vista comportamentale e psicologico, di quelle indotte da un’abbondante bevuta di vino o birra, a meno che la persona intossicata non cerchi di guidare una macchina o debba eseguire dei compiti impegnativi dal punto di vista intellettuale o psicomotorio.

    Effetti psichiatrici dovuti a assunzione cronica

    Nei consumatori abituali di Cannabis è abbastanza comune l’instaurarsi della così detta sindrome amotivazionale, caratterizzata da apatia, indifferenza affettiva, mancanza di interesse per il futuro, per i rapporti sociali e per il lavoro. Questa sindrome tende a migliorare dopo alcune settimane di interruzione dell’assunzione di Cannabis.

    Una psicosi acuta indotta dall’uso frequente, giornaliero di Cannabis è stata ripetutamente descritta attraverso gli anni e in molti paesi, soprattutto nel Medio Oriente e Sud Est Asiatico dove l’uso di alte dosi di Cannabis è più frequente. La sua durata va da pochi giorni a 4 o 5 settimane ed è caratterizzata da confusione mentale, perdita della memoria, delirio, comportamento regressivo. Pazienti con una storia clinica di schizofrenia sembrano sviluppare psicosi acute anche dopo un uso molto limitato di Cannabis.

    Effetti sul sistema cardiovascolare e respiratorio

    Uno dei più costanti effetti indotti dall’assunzione di Cannabis è la tachicardia, spesso accompagnata da ipotensione posturale. L’assunzione cronica porta ad un aumento del volume plasmatico il cui meccanismo è ancora oscuro. L’aumento del lavoro cardiaco rappresenta un rischio in pazienti con una patologia cardiovascolare ma l’incidenza del rischio è difficile da valutare in quanto i consumatori di Cannabis sono prevalentemente giovani. L’opinione corrente è che l’importanza degli effetti cardiovascolari della Cannabis non sia maggiore di quella della nicotina assunta con il fumo di tabacco ma mancano informazioni allo stato attuale sulle conseguenze cardiovascolari del suo uso prolungato.

    I disturbi respiratori indotti dal fumare cronicamente Cannabis sono simili a quelli del fumo da tabacco. Il fumo prodotto dalla Cannabis contiene un elevato numero di sostanze, prodotte per pirolisi, molte delle quali, ad esempio gli idrocarburi, sono le stesse presenti nel fumo da tabacco e sono considerate responsabili della bronchite cronica, disturbi ostruttivi delle vie respiratorie e neoplasie polmonari. Rinite e tosse cronica sono sintomi comuni nei fumatori abituali di Cannabis. Va inoltre tenuto presente che il benzopirene è presente in misura più abbondante nel fumo da Cannabis che in quello del tabacco e il modo di fumare la Cannabis fa depositare una quantità di catrame nei polmoni superiore a quella depositata dal fumo di tabacco.

    Tossicità cellulare, carcinogeneticità ed effetti sul sistema immunitario

    Cannabis e cannabinoidi hanno effetti mutageni e carcinogenetici dimostrati con i comuni test in vitro. Il significato clinico di questi effetti non è stato definito e nell’uomo non sono stati dimostrati effetti mutageni o anormalità citogenetiche attribuibili sicuramente alla Cannabis. Tuttavia se simili effetti in vitro fossero ottenuti con una molecola di potenziale interesse terapeutico, le autorità sanitarie avrebbero giustificate riserve nel permettere l’uso della sostanza in terapia e richiederebbero una accurata valutazione del rapporto rischio/beneficio. È stato ripetutamente dimostrato che i cannabinoidi hanno un lieve e transitorio effetto immunosoppressivo a carico dell’immunità cellulo-mediata dimostrabile anche nell’uomo (Gupta et al., 1974; Vachon, 1976). Il termine lieve è usato in confronto all’effetto dei farmaci immunosoppressivi noti quali il metotrexato o la ciclosporina ma non diminuisce la sua importanza soprattutto in individui predisposti e le cui condizioni di vita e comportamenti sociali li espongono al contagio da HIV.

    Gli effetti riassunti in questo paragrafo offrono una possibile spiegazione biologica alla notizia recentemente riportata sui giornali di informazione che la Cannabis possa essere una delle cause dell’aumentata incidenza dei tumori tra i trentenni e quarantenni (Corriere della Sera, 24 maggio 1995).

    Teratogenicità e difetti congeniti

    La Cannabis ha effetti teratogeni (3) ad alte dosi in alcune specie animali ma non vi sono dimostrazioni di chiari effetti teratogeni nell’uomo. Tuttavia, come descritto per altri farmaci psicoattivi, sono state descritte alterazioni comportamentali nei bambini nati da madri che hanno usato Cannabis durante la gravidanza.

    Conclusioni

    Questa rassegna dei principali effetti farmacologici e tossicologici della Cannabis non vuole essere esauriente e tralascia effetti endocrini, sulla riproduzione e intestinali. Essa ha lo scopo di elencare e descrivere brevemente quelle azioni della Cannabis nell’uomo che rendono complesso e difficile, da un punto di vista medico, il problema della liberalizzazione della Cannabis. Infatti, se da un lato non vi è dubbio che il rischio di tossicomania della Cannabis è ridotto, certamente non superiore a quello dell’alcool e della nicotina, una larga diffusione dell’uso della Cannabis allargherebbe le dimensioni di quella patologia cardiovascolare e respiratoria che già rappresenta un problema sanitario con il fumo del tabacco e che le autorità sanitarie cercano di ridurre limitandone l’uso.

    È prevedibile che la diffusione della Cannabis porti alle seguenti conseguenze:

    1) Aumento del numero di incidenti stradali durante l’intossicazione acuta;

    2) Aumento di casi di psicosi in soggetti normali ma soprattutto in pazienti mentali;

    3) Aumento di patologie a carico dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio nei fumatori cronici;

    4) Aumento dei casi di sindrome amotivazionale nei giovani con conseguenze personali, familiari e sociali;

    5) Aumento del rischio di patologie infettive, tumorali, di alterazione delle funzioni riproduttive e di disturbi nello sviluppo postnatale.

    La possibilità che la Cannabis causi questi problemi medici non può essere disconosciuta, come abbiamo documentato, e il loro costo va attentamente valutato dal legislatore che intenda liberalizzare l’uso della Cannabis e confrontato con i benefici ottenuti dal togliere il commercio della Cannabis alla malavita organizzata e attenuare le conseguenze per l’ordine pubblico e giudiziarie dell’attuale sistema. D’altra parte queste ultime, soprattutto per i più giovani, potrebbero essere attenuate con una riduzione delle pene e parziale decriminalizzazione del consumo di Cannabis. Il sostenere che la maggior parte dei problemi medici che abbiamo elencato sono simili a quelli dell’alcool, che è legale, non è una giustificazione perché, senza arrivare ad un proibizionismo impensabile nella nostra cultura, anche l’uso dell’alcool andrebbe meglio regolamentato. Ugualmente il sostenere che i problemi medici elencati già esistono nella società perché la Cannabis è già usata da molti, soprattutto giovani, significa non tenere conto che, per quanto esteso, l’uso della Cannabis nel mondo occidentale ha sempre incontrato le remore della sua illegalità. È difficile prevedere quale estensione assumerebbe nel caso di una liberalizzazione e quale prevalenza avrebbero sia i fenomeni di intossicazione acuta che gli effetti cronici.

    Pertanto, valutando le informazioni farmacologiche, tossicologiche e mediche oggi disponibili, il parere della SIF sulla liberalizzazione dell’uso della Cannabis è negativo.

    Giancarlo Pepeu
    Ordinario di Farmacologia, Università di Firenze,
    Presidente della
    Società Italiana di Farmacologia
    Firenze, 3 Giugno 1995


    * Documento trascritto da SIF Notizie. Periodico della Società Italiana di Farmacologia, anno X, numero 1, settembre 1995, pp. 25-27, dove è comparso con il titolo Il punto di vista della Società Italiana di Farmacologia (SIF) sulla proposta di liberalizzazione delle "Droghe leggere" (Proposta di legge d’iniziativa del Deputato Corleone, presentata il 20 luglio 1994).

    (1) Tolleranza: capacità di tollerare quanto in sé è o può essere pericoloso o dannoso (ndr).

    (2) Disforico: relativo ad alterazione nettamente patologica dell’umore sia nel senso di una depressione che di una eccitazione (ndr).

    (3) Teratogenicità: capacità di produrre mostruosità o malformazioni embrionali (ndr).


    Fonte: www.acquaviva2000.com/POLITICA/
     
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  2. Stankie
     
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    Quella che le droghe leggere fanno meno male è una cavolata assurda. Hanno effetti negativi sull'organismo comunque.
     
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  3. Yemet
     
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    Si, hanno effetti negativi.
    E pure il caffè, ma quello è tollerato.
    Io sono per la liberalizzazione totale delle droghe. Chi si vuole drogare la fa' che sia lecito o no.
    E la cosa principale è che il "proibizionismo" porta SOLDI ALLA MAFIA.
    La mafia vive di droga solo grazie all' illegalità della vendita. Se fosse sotto monopolio di stato come le sigarette si taglierebbe una delle principali fonti di reddito e , tramite tasse, aumenterebbe gli intriti delle casse statali.
    Che poi sia moralmente incorretto è un altro discorso.
    A mio avviso non si farebbe un uso maggiore di droga se fosse legale, perchè uno dei motivi per i quali si inizia è appunto l'ebrezza di fare qualcosa di pribito, se fosse tutto regolamentato sarebbe come il consumo di alcool.
    E, a mio avviso, una riduzione del consumo di droghe pesanti.

    Per quanto riguarda il leggero/pesante la distinzione la vedo.
    Avete mai provato a fumare una canna? Bhè io si e non è nulla di chè, due birre e gli effetti sono simili. Eppure una birra la prendo al supermercato se maggiorenne, 50 grammi di maria li prendo anche se minorenne dando più del 50% al traffico illegale.
     
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  4. MementoMori
     
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    CITAZIONE (Yemet @ 7/3/2010, 22:18)
    E pure il caffè, ma quello è tollerato.

    non ho capitoc che centra...

    CITAZIONE
    A mio avviso non si farebbe un uso maggiore di droga se fosse legale, perchè uno dei motivi per i quali si inizia è appunto l'ebrezza di fare qualcosa di pribito, se fosse tutto regolamentato sarebbe come il consumo di alcool.

    però resterebbe comunque l'idea che è una cosa da "duri" e i bimbetti continuerebbero a drogarsi per sembrare grandi...

    come le sigarette...



    Ma non ho caiito ebne il ragionamento "La mafia fà soldi con l'illegalità, allora rendiamola legale"...

    non sarebbe più intellgiente e giusto cercare di colpire direttamente la mafia?

    Edited by MementoMori - 18/7/2010, 13:57
     
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  5. Yemet
     
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    CITAZIONE
    non ho capitoc che centra...

    Era riferito alla risposta di Stankie. Dovevo fare il quote, il senso era:

    CITAZIONE
    CITAZIONE
    Hanno effetti negativi sull'organismo comunque.

    E pure il caffè, ma quello è tollerato.

    Per capirci: La caffeina è un alcaloide psicoattivo con effetti sulle sinapsi che aumenta la produzione di adrenalina. L'uso prolungato genera tolleranza e interromperne l'assunzione porta effetti collaterali.
    L' antidoping ne stabilisce un valore limite nel sangue.
    In altre parole può essere classificata come droga leggera.

    CITAZIONE
    però resterebbe comunque l'idea che è una cosa da "duri" e i bimbetti continuerebbero a drogarsi per sembrare grandi...

    come le sigarette...

    Può essere, ma secondo questo ragionamento nei Paesi Bassi ci dovrebbe essere un consumo maggiore di droghe leggere dato che è legalizzato. E invece i dati che dicono?
    Che in ITALIA circa il 48% dei giovani fa' uso di droghe e che la soglia minima alla quale si inizia è di 12 anni, la più bassa d'europa.
    E anche se resta l'idea che sia una cosa da "duri"legalizzandola non la elimini, ma neanche proibendola.

    CITAZIONE
    Ma non ho cpaito ebne ilr agionamento "La mafia fà soldi con l'illegalità, allroa rendiamola legale"...

    non sarebbe più intellgiente e giusto cercare di colpire direttamente la mafia?

    Questo è il punto principale.
    Sarebbe più giusto cercare di colpire "direttamente" la mafia, ma bisogna prendere coscenza che è una realtà forte e spesso chi dovrebbe "debellarla" non ha interesse nel farlo. Attaccare la mafia alla radice sono belle parole di cui si riempie la bocca molte persone, ma non significa nulla. Bisogna pensare a soluzioni, anche non perfette, per indebolirne gli affari.
    Proporre un tipo di azione contro la mafia non pregiudica anche altri tipi di azioni.
    E, ripeto, la droga fornisce gran parte dei profitti alla mafia, legalizzandola glieli si toglie.
    Chi si vuole drogare lo fa' comunque, tanto vale che sia regolamentato come nelle sale da oppio indiane.
    Se si pensa alle droghe "leggere" alias cannabis, nei locali per fumarlo di Amsterdam ci vanno anche signore di alta società che accompagnano col fumo il tè, niente "drogati" come ce li si immagina.
    Non vedo perchè tanta avversione.

    In fondo vedo il non legalizzarla come il chiudere gli occhi davanti a qualcosa che non piace e dire ipocritamente che il proibizionismo è utile.
     
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  6. Franz
     
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    CITAZIONE (Yemet @ 7/3/2010, 22:18)
    50 grammi di maria li prendo anche se minorenne

    vai Yem XD fagli capire come funziona il mondo, scusate ma mi è venuta una fame assurda B-\ devo mangiare qualcosa

    no scherzo, XD (Yem di sicuro ha capito la mia battuta u.u)

    CITAZIONE
    Ma non ho cpaito ebne ilr agionamento "La mafia fà soldi con l'illegalità, allroa rendiamola legale"...

    non sarebbe più intellgiente e giusto cercare di colpire direttamente la mafia?

    beh vediamo di vedere bene come funziona sta cosa... dei miei amici hanno pensato di andare in olanda a far scorte, e nascondendo da qualche parte il bottino (nel motore dell'auto, in una busta dentro la batteria dell'auto o che) appena arrivati in italia sarebbero andati da alcuni loro amici spippacchioni a vendere regolarmente, con i prezzi che girano in centro città (40 euro 5 pallette di ganja) e sono fatte così:
    SPOILER (click to view)
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    e io ho detto che ci sarebbero stati un casino di inconvenienti, per esempio se altri ragazzi con la loro "idea" venissero a sapere che gli fregano il "lavoro" magari li avrebbero cercati per picchiarli, e quei furbi dei miei amici hanno pensato: "che vengano! li aspettiamo con le spranghe di ferro!" ma questo non sarebbe nientaltro che CREARE la mafia, quindi finchè ci sarà l'illegalità dell'erba, ci sarà la mafia.

    un'altra cosa, immaginate di essere un piedipiatti, e scoprite che un gruppo di gente pratica attività malavitose, nel che vai a controllarli li prendi alla sprovvista, e siete gli unici con la pistola, a questo punto uno di questi ti dice di calmarti e ti offre 5 000 euro in contanti, e tu pensi: cavolo sono tanti soldi, io prendo non molti soldi al mese, 5 000 euro farebbero comodo per pagare le bollette di casa, il cibo ai figli, alla moglie, siamo anche in crisi di questi tempi...
    poi se arresto questi criminali e rifiuto la corruzione cosa ci guadagno? mi aumentano lo stipendio? non penso, mi dicono "ottimo lavoro... ORA MUOVI IL CU*O E TORNA SULLA VOLANTE A CONTROLLARE LE STRADE!"

    voi che fareste? arrestereste i criminali o accettereste i soldi e chi si è visto s'è visto?

    Edited by Franz - 18/7/2010, 23:13
     
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    Re Leone

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    le mele marce ci sono anche nell'arma come da tutte le parti, ma ti posso assicurare che tutti gli amici che ho, polizia, carabinieri,finanza e anche esercito, rischiano il culo tutti i gg e i 5000 euro, non gli interessano assolutamente...
    cmq tornando it, sarei anche di pensiero positivo, per quello che riguarda le leggere.. io ero un consumatore,un po particolare.. del resto, è come l'alcool... se esageri... beh... sappiamo tutti come va a finire.. io fumavo pco alla fine... mi piaceva sentire il gusto... infatti la scorta mi durava un secolo.. ma non è da vanto.. adoravo fumare mentre mi gustavo un libro, magari sotto un albero al fresco, e se vogliamo dirla tutta, anche con un buon rum d'accompagnamento... XD
    però poi, ho pensato.. ma è già tanto stupido fumare sigarette... mi ci manca anche il resto... poi, se ti beccano, minimo ti salta la patente... e io ci lavoro.. quindi...
    cosa penso di quelle pesanti invece??
    beh, in qualità di soccorritore del 118, tutte le volte che vado a raccatttare un "puntaspilli", avrei voglia di prendere un paletto di ferro.... non so se mi spiego...
     
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