THE LION KING VS THE JUNGLE EMPEROR

Per la prima volta Kimba e Simba si incontreranno. Saranno amici o nemici? E chi sarà il vero Re?

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    Un film ha molti nemici: la concorrenza, il pubblico, la critica. Il Re leone non ha questi nemici. E' amato sia dal pubblico che dalla critica e non c'è film in grado di fargli concorrenza. Un altro nemico tuttavia lo ha sempre minacciato. E' l'anime/serie "Kimba il leone bianco". Da quando il Re leone è uscito Kimba è stato un suo acerrimo nemico, perchè lo ha accusato di plagio e ha cercato di rovinargli l'immagine. Sebbene non ci siano state conseguenze a livello legale, i fan hanno discusso sulle possibili connessioni da sempre. Ma questo dibattito, che ancora oggi continua, non ha risposto a una domanda: Chi è il vero Re degli animali? :Simba Grande: o :Kimba4: . Per rispondere vi scrivo una storia di amicizia e di amore per la patria. Una storia dove i più grandi leoni di tutti i tempi si confronterrano. Sarà guerra all'ultimo sangue o sarà amicizia profonda? E gli umani, che avranno un ruolo importante in questa storia come agiranno? Inizia la storia:

    THE LION KING VS THE JUNGLE EMPEROR
    La nostra storia inizia nelle savane del Serengeti, dove un grande e forte leone dalla folta e maestosa criniera si svegliò da un lungo sonno. Era lui. Il re leone. Il re della foresta. Il signore delle terre del branco. Era Simba, il figlio del grande Mufasa, colui che aveva
    seguito le orme del padre e regnava sugli animali. Si svegliò e la prima cosa che vide fu sua moglie Nala. Era ancora addormentata.
    Strofinò la sua testa sul suo muso scambiandosi effusione e poi uscì fuori. Aveva bisogno di fare due passi.
    N:Dove stai andando Simba?
    Una voce lo chiamò. Era Nala. Era sveglia.
    S:A fare due passi tesoro. Mi sento un po’assonnato.
    Si avviò alla pozza d’acqua. Quanti ricordi li vennero in mente.
    Lì lui e Nala avevano giocato sempre da piccoli. Si divertivano un mondo. Soprattutto quando c’era Zazu da tiranneggiare. Ora era
    diverso. Si avvicinò alla pozza e bevve un po’ d’acqua.
    R:Guarda un po’ cosa ti ha portato la circostanza. Come và sire?
    Simba riconobbe la voce. Era quello svitato di Rafiki.
    R:Asabennana. Cocco e banana. Meglio di un bovino. UHHHH.
    S:Avanti la vuoi smettere. Sveglierai qualcuno.
    Rafiki scese dall’albero e lo raggiunse. I due amici da sempre
    si abbracciarono
    R:Come và Simba?
    S:Benissimo. E tu?
    R:Giornate un po’ monotone sai. Tutto il tempo ad ascoltare gli altri che mi chiedono le solite cose.
    S:Abbiamo delle responsabilità Rafiki. Io sono il re e farò anche l’impossibile per i miei sudditi, anche per il più umile. Ma avrò bisogno del tuo aiuto.
    R:E lo avrai mio sire. Ogni qual volta potrai fare a meno delle tue zampe io te ne darò quattro. Così come aiuterò ogni animale che ne ha bisogno. E adesso se vuoi scusarmi.
    Rafiki se ne andò su per il suo albero. Simba continuò la sua strada senza neanche sapere perché andasse avanti. Non incontrò molti animali. A quell’ ora dormivano quasi tutti. Sentì un fruscio.
    Proveniva da un albero. Simba si accuatò come se stesse per balzare su una preda. Con un rapido balzo li fu addosso.
    Ma chi trovò. Timon.
    T:Non mi mangiare. Io sono un povero vecchio. E ho famiglia.
    Sì ho dei nipotini. E ho una nidiata di fratellini. Mia madre è malata. Mio padre è….
    S:Rilassati Timon. Sono io Simba.
    Timon aprì gli occhi e lo vide tirò un sospiro di sollievo.
    T:Non farlo mai più. Ti diverti un mondo a farmi venire un infarto
    S:Ho creduto che tu fossi un non so cosa.
    T:Bah è da quando vivevamo nell’oasi che fai così.
    S:Ma smettila. Dov’è Pumbaa?
    T:Oh io e lui eravamo un po’ stanchi di dormire così ci
    siamo alzati per andare a mangiare.
    S:Mangiare?
    T:Sì sai quando vai al ristorante e dici “cameriere voglio questo voglio quest’altro”ebbene questo è il miglior ristorante della savana. Ma siccome mai una volta che ci sia un posto libero.
    Simba si accorse che un mucchio di pangolini si era precipitato nella prateria e stava mangiando la cena di Timon e Pumbaa.
    T:Via via andate via schifose bestiacce. Togliete le tende sciò.
    Ma un pangolino lo colpì sulla testa.
    T:AHI AHI. Accidenti a te brutto mangia-larve a sbafo.
    Pumbaa arrivò in corsa gridando.
    P:AEAEAEAEAEAEAEAEAEAEAEAE.
    Ma correndo andò a sbattere contro un tronco.
    P:Ohi Timon. Una mano.
    T:Tieni dura Pumbaa arrivo.
    Ma anche lui inciampò e rotolò dentro il tronco.
    Simba osservava divertito. Ma decise di fare qualcosa.
    S:Su coraggio vi aiuto io.
    Tirò fuori i due amici.
    P:Grazie Simba.
    T:Avremo potuto farcela da soli.
    S:Seh come no.
    Timon e Pumbaa ricominciarono.
    T:Andate via. Sciò.
    P:AEAEAEAEAEAEAEAEAEAEAEAE.
    Simba osservò divertito dalla scena comica.
    N:Simba ma che fai?
    Si voltò. Era Nala. Si era svegliata.
    S:Nala, che ci fai qui?
    N:Non sei l’unico leone notturno qui.
    I due si abbracciarono e poi si incamminarono verso la rupe dei re.
    Timon e Pumbaa li chiamarono.
    T:Ma che fai ci pianti in asso? Aiuto.
    Ma ormai i pensieri di Simba erano tutti rivolti alla sua compagna.
    T:Questa è una catastrofe Pumbaa. Una catastrofe ti dico.
    P:Che cosa? Il fatto che siamo rimasti senza cena?
    T:No. Cioè sì anche quello ma Simba che ci lascia soli
    per andare chissà dove.
    P:Oh ti riferisci al fatto che due anime gemelle camminano insieme nella notte stellata?
    T:Hai letto qualche libro di romanticismo ultimamente?
    D’improvviso si udì un boato potentissimo che fece scappare via i pangolini. Timon esultò.
    T:Fantastico. Ora mangiamo.
    Timon iniziò a sbafarsi le larve. Ma si fermò quando vide che Pumbaa non aveva iniziato a cenare.
    T:Che c’è Pumbaa. Le larve sono troppo salate?
    P:No è solo che…non credi che qualsiasi cosa che ha spaventato quei pangolini, potrebbe avere intenzione di mangiarsi una facocero e un suricato per cena?
    T:Ma và là. A quest’ora i predatori dormono.
    Ma il boato si udì di nuovo. Pumbaa si intimorì.
    P:Cosa era quello?
    T:Non ti devi preoccupare era solo il vento.
    P:E quello dopo?
    T:Quello cosa?
    Si udì un rombo. Timon urlò
    T:Mamma.
    Si buttò in acqua.
    P:Eh Timon perché ti sei tuffato.
    T:Oh niente avevo voglia di fare un bagno.
    Quando però si udì di nuovo il rumore balzò in groppa a Pumbaa.
    Il facocero si mise in posizione di combattimento alzando le zanne
    Timon alzò la coda dell’amico e la inarcò a mo di fucile.
    T:Che nessuno si muova questo coso è carico.
    Non mi costringete a usarlo.
    Ma non si udirono ulteriori rumori.
    P:E’ finita.
    T:Eh Eh Eh. Quando si parla di arma letale.
    P:Che vuoi dire?
    T:Che sicuramente si trattava di un’animale coi denti aguzzi e le unghie affilate che voleva macellarci. Ma ha capito che con il grande Timon, il più figo della savana non c’è partita.
    Un rumore ancora più forte si udì.
    T:MAMMA. AIUTO.
    S:Che fine ha fatto il super-Timon?
    Era Simba.
    T:Non farlo mai più.
    Simba rise.
    N:Ti diverti tanto?
    S:A volte penso che non siamo cresciuti affatto.
    N:Anch’io. Ma a volte è meglio così.
    I due si strofinarono i musi e Nala leccò il muso del compagno.
    Poi andarono a dormire.
    Ma sulla loro pace incombeva un’oscura minaccia che li fissava con occhi di fuoco dal folto dell’erba. Un nuovo pericolo che minacciava di dividere il Re dalla sua terra, dai suoi amici, dalla sua compagna. Un nemico oscuro che aspettava solo il momento in cui avrebbe sconfitto il grande Re Leone, lui, Re Simba.

    Cosa ve ne pare? Devo continuare? Nel prossimo capitolo si parlerà di Kimba. Commentate.
     
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  2. lion king 4 ever
     
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    Pubblico il secondo capitolo con la speranza che inizierete a leggere la mia fanfiction (sembra che nessuno si sia accorto che l'ho scritta). Per favore, molti commenti. Questo capitolo è dedicato a Kimba.

    Ora passiamo dalle Terre del Branco nel Serengeti, alla fitta e folta giungla del Congo, dove vive il più forte leone bianco. Il grande e temerario Kimba figlio di Panja. L’obiettivo di questo ultimo era da sempre mettere fine alla follia degli uomini e dare sicurezza e pace a tutti gli animali. In buona parte aveva ottenuto il suo scopo
    ma venne crudelmente assassinato prima che potesse terminare il suo sogno. Ma il suo spirito e gli ideali di Panja non erano andati perduti. Suo figlio Kimba aveva già preso il suo posto e si impegnava per battere gli uomini e liberare ogni animale. Kimba viveva in una comunità animale da lui fondata dove ogni creatura si aiutava a vicenda. Nessuno divorava nessuno e gli animali erano liberi dal terrore di morire o finire in gabbia per colpa degli uomini. Kimba si svegliò e la prima cosa che vide fu sua moglie Lia. Poi si incamminò nella stanza accanto dove dormivano Rune e Lukio, i suoi figli. Lukio dormiva beatamente ma Rune era sparito. Kimba si spaventò ma si calmò quando sentì la voce di Rune. Il piccolo birbante stava giocando con Kiki, una giovane leoncina. Rune e Kiki si rincorrevano e facevano la lotta. Kimba si ricordò di quando aveva l’età di Rune e giocava allo stesso modo con Lia. Dopo un po’ Kiki tornò alla sua tana, ma salutò Rune leccandogli il muso. Rune arrossì. Appena voltò vide il padre. Li andò contro e lo abbracciò. Kimba ricambiò contento.
    K:Non dovresti dormire figliolo?
    R:E tu che mi dici papa?
    K:Mi hai fregato. Ma io non ho la tua età. E sono un re. Posso e devo stare in guardia.
    R:Non è giusto.
    K:Quando sarai re e beccherai il tuo cucciolo ancora sveglio di notte ricorda di usare la stessa scusa.
    R:Grazie.
    K:Ora torniamo a dormire.
    Rune a malincuore ascoltò e ubbidì. Kimba si avviò in giro.
    Nella giungla vivevano molti animali, tutti amici di Kimba il grande re della giungla. C’era Tommy l’antilope, un vecchio amico e compagno di avventure di Kimba. C’era Coco un eterno chiacchierone ma simpatico ma compagno di Kimba. C’era Manthi, il saggio consigliere tra i più anziani della giungla. Tutti allora erano a dormire. All’improvviso, sentì una voce che lo chiamava. Era Coco. Volava verso di lui a una velocità fulminea.
    C:Kimba, Kimba.
    K:Che c’è?
    C:C’è l’uomo nella giungla.
    K:Cosa?
    Kimba balzò fulmineo correndo verso la prateria. Li vide una macchina che correva a una velocità pazzesca. Inseguiva alcuni asini, fino a qualche giorno fa domestici liberati poi da Kimba.
    Uno degli uomini lanciava proiettili da un fucile. Kimba era certo di aver fatto fuggire tutti gli uomini dalla giungla ormai. E invece erano ancora lì. Immediatamente Kimba si lanciò contro la macchina. Evitò ogni attacco. Si muoveva veloce che sembrava che il suo corpo fosse tutto uno con il vento. Si lanciò in una grande gara di velocità e alla fine il motore, esaurito il carburante, abbandonò gli uomini prima che le forze avessero abbandonato Kimba. Subito gli uomini che c’erano dentro fuggirono. Gli asini ringraziarono Kimba. George il leopardo, un buon amico del re, andò incontro a Kimba per chiederli come stava. Kimba rispose molto bene ma era leggermente abbattuto di morale. Credeva di avercela fatta. Kimba tornò nella sua tana nel tempio e meditò.
    Rune incontrò il padre. Aveva una voglia matta di giocare e corse sul padre e mordicchiandogli l’orecchio. Kimba sembrò tornare allegro. Li piaceva da morire giocare con il figliolo. Kimba si lasciò mordicchiare senza brontolare troppo. Poi afferrò Rune e lo lanciò in aria delicatamente come una foca con il pallone.
    R:Volo. Volo.
    Kimba sorrise. Intanto Lia, che non aveva più visto Rune chiese a Lukio. Lukio giocherellava con Tommy e Coco.
    L:Lukio hai visto tuo fratello?
    L:E’ andato da papà.
    Lia andò a vedere e Lukio la seguì. Videro Kimba e Rune che giocavano allegramente.
    L:Vengo anch’io.
    Lukio si buttò sulla schiena di Kimba e cominciò ad imitare il fratello che si era aggrappato alla criniera. Kimba soffriva un pochino ma non gli dispiaceva. Lia sorrise.
    L:Basta ragazzi. Lasciate in pace vostro padre.
    R e L:Sì mamma.
    Si staccarono dal loro papà e andarono a giocare nell’altra stanza.
    K:Grazie tesoro. Mi stavano uccidendo.
    L:Perché stavi morendo dal divertimento caro.
    Kimba si alzò e strofinò il suo muso con quello di Lia.
    Poi sentì una voce che lo chiamava. Era Manthi il mandrillo.
    M:I cacciatori sono tornati Kimba e con loro c’è anche Hammeg il bracconiere che aveva ucciso Panja.
    Kimba si infuriò. Corse subito per controllare con i suoi occhi.
    I cacciatori erano tornati. Erano lì per vendicarsi. In poco tempo catturarono tutti gli animali e li imprigionarono nelle gabbie. Kimba non attese un secondo e corse all’impazzata per raggiungere i suoi amici. Il suo arrivo seminò il panico tra gli uomini. Il suo ruggito faceva tremare la terra e i suoi artigli fendevano l’aria. Kimba cacciò gli uomini e poi lo vide.
    Era lui. Hammeg. L’assassino di suo padre.
    Kimba per la prima volta parlò di fronte agli uomini.
    K:Hai osato tornare nella giungla, non ne uscirai vivo Hammeg.
    Hammeg pensò di essere impazzito. Un leone parlante.
    H:Che diavolo vuoi da noi re della foresta?
    Nel pronunciare le ultime parole assunse un tono sarcastico.
    Kimba rispose con parole piene di odio e di disprezzo.
    K:Ti ricordi di Panja, il leone che hai ucciso a sangue freddo?
    Hammeg annuì.
    H:E a te che ti importa?
    K:Moltissimo. Era mio padre. E adesso la pagherai.
    Hammeg capì. Quello che aveva davanti era il figlio del mitico Panja, il leone che per poco non lo aveva ucciso anni fa.
    Il leggendario re della giungla, il leone più coraggioso del Congo.
    Sapeva dell’esistenza del cucciolo di Panja, poiché era nato mentre lui e i suoi uomini portavano Elisa, la moglie di Panja, allo zoo. Gli dissero che il leoncino era riuscito a scappare in qualche modo. Ma a lui non era molto importato, perché un cucciolo di appena una settimana, tutto solo in mezzo all’oceano
    non sarebbe mai sopravvissuto. Per di più si trattava di un leone,
    animale che odiava il nuoto. Ma Kimba era valoroso ed era riuscito a raggiungere l’Africa. E ora aveva l’occasione di vendicare il padre. Hammeg si mise a correre terrorizzato. Kimba
    avrebbe voluto inseguirlo e sbranarlo più di ogni altra cosa, ma si ricordò dei suoi amici imprigionati nelle gabbie e pensò che la sua priorita era liberarli. Kimba spezzò le catene che chiudevano le gabbie e subito aprì le porte liberando i suoi amici. Manthi gli si avvicinò per ringraziarlo e complimentarsi con lui.
    M:Ottimo lavoro e grazie Kimba. Senza di te saremmo perduti.
    K:Grazie Manthi, ma purtroppo temo che Hammeg tornerà.
    M:Lo temo anch’io. In passato fallì più volte nell’impresa di uccidere tuo padre, beh almeno fino a quel tragico giorno, ma
    nonostante gli insuccessi e i fallimenti ha sempre ritentato.
    K:Allora non mi lascia altra scelta.
    Kimba pensò che l’unico sistema per farla finita era uccidere Hammeg. Non aveva mai ucciso un uomo, per quanto gli odiasse,
    e non aveva mai pensato di doverlo fare. Sapeva che dal momento in cui un animale aveva ucciso anche un solo uomo, l’intero pianeta lo avrebbe perseguitato, senza fermarsi fino alla morte di quell’animale. Per questo Kimba aveva evitato di uccidere gli uomini, anche in situazioni estreme. E lui odiava la violenza, non gli piaceva uccidere e non provava nessun piacere nel vedere i nemici che soffrivano, ciò lo disgustava. D’altro canto, sapeva che Hammeg non si sarebbe arreso fino alla morte di Kimba. Concluse perciò che, per il bene della giungla, doveva essere eliminato subito.

    Edited by lion king 4 ever - 27/12/2007, 17:40
     
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  3. Laia92
     
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    questa fic mi interessa davvero! Era ora che ne scrivessero una su Kimba e Simba! Continuala appena puoi!
    Ah, una correzione: Kimba quando è scappato dal battello nn aveva una settimana, ma 2 mesi ^^
     
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  4. lion king 4 ever
     
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    Grazie per la correzione Laia ed ecco la terza parte:

    Quella notte perciò Kimba reclutò gli animali più forti e più valorosi per attaccare l’accampamento di Hammeg. A lui si unirono Pagura il capo degli elefanti, George il leopardo, Alberto l’ippopotamo e Zamba il leone azzurro. Prima di partire si consultò con la moglie Lia. Lia era visibilmente molto preoccupata.
    L:Non dovresti farlo Kimba.
    K:Ho paura anch'io Lia. Ma devo farlo.
    L:Kimba non voglio perderti. Non sopravviverei senza di te. E se dovesse succederti qualcosa non resisterei allo strazio della perdita.
    Lia cominciò a piangere. Kimba per rassicurarla la strinse a sè dolcemente. Kimba le leccò la guancia e lei si calmò. Kimba le sussurò.
    K:Non mi perderai mai. Sei troppo importante per me amore. Perdonami se ti faccio soffrire così, ma compio queste azioni perchè ho a cuore la nostra terra. E i nostri amici.
    Lia sorrise e smise di piangere.
    L:Hai ragione. Va mio dolcissimo sposo.
    Kimba scese dal tempio con un balzo e raggiunse i suoi amici. Rune aveva visto tutto e scelse di seguire il padre. Ma Kimba lo udì.
    K:Rune torna indietro.
    R:Ma papà...
    K:Questa è una missione troppo pericolosa, non è fatta per un giovane principe neanche quando si tratta di un leone valoroso come te figliolo.
    R:Ma voglio aiutarti.
    K:Allora resta vicino alla mamma e a tua sorella. E' il miglior aiuto che possa ricevere.
    R:Va bene.
    Rune tornò tra le braccia di Lia. Kimba prima di partire si recò da Manthi.
    K:Manthi, se mi accadrà qualcosa promettimi che veglierai sulla mia famiglia.
    M:Te lo giuro sul mio onore di animale. Buona fortuna amico mio.
    Kimba raggiunse gli altri. Furtivamente i cinque raggiunsero l’accampamento di Hammeg. Lo spietato cacciatore giaceva svenuto intorno al fuoco, dopo una notte passata a ubriacarsi. Kimba spiccò un balzo e li si avventò, come una tigre su un cervo, e i suoi compagni lo seguirono correndo. Ma quando le zampe di Kimba toccarono il suolo, lui precipitò in una profonda buca, che nessuno di loro era riuscito a notare. Pagura corse a soccorrere il suo re, ma all’improvviso da un albero cadde una rete che imprigionò l’elefante. George tentò di aiutarli ma d’improvviso, una freccia li cadde a pochi centimetri dalla zampa. E poi ne cadde un'altra. E un’altra. Ne caddero molte. George indietreggiò sempre di più finchè senza accorgersene finì intrappolato in una gabbia. Zampa cercò di liberare l’amico e compagno ma finì anche lui in una rete che cadde all’improvviso.
    K:Presto Alberto va via.
    A:Ma non vi posso lasciare qui.
    K:Non pensare a me. Voglio che almeno tu ti salvi. Vai.
    Per quanto odiasse l’idea di abbandonare i suoi amici, Alberto se ne andò a chiedere aiuto. Gli ordini del re non si discutono mai. A quel punto Hammeg si alzò in piedi, rivelando che non era affatto ubriaco e assonnato. Era tutta una finta, una trappola per catturare Kimba. Ed aveva funzionato. I complici di Hammeg, uscirono dalla giungla e rinchiusero i quattro animali in gabbie e le caricarono sul furgone. Uno di loro si avvicinò a Hammeg.
    Uomo misterioso:Che ci facciamo con loro?
    H:Non li uccideremo. Il re e la regina d’Inghilterra sono rimasti affascinati da queste bestie. Sua maestà mi ha ordinato di portarli a Londra, dove le useranno come animali da combattimento.
    Uomo misterioso:Ottimo. Occupatene tu. Una nave parte per il porto di Londra giusto tra due giorni. Approfittane per arraffare qualche altro potenziale cliente per l’arena dei giochi circensi inglesi.
    H:E perché dovrei occuparmene io Clayton?
    (Eh sì il complice di Hammeg è Clayton il cattivo di Tarzan. Non ci badate troppo l'ho inserito perchè mi sembra che Hammeg e Clayton siano simili).
    C:Primo perché lo dico io. E secondo, perché ho ricevuto l’ordine di catturare un leone nel Serengeti.
    H:Di chi si tratta?
    C:I nativi Masai lo chiamano Simba, è il re della savana e sovrano degli animali del luogo. E adesso avrò la meglio sul Re.
    H:Hai già preso le misure?
    C:Sì, uno dei miei uomini sorveglia la zona da giorni.
    H:Ma come lo fermerai? Ho sentito che è molto forte.
    C:Userò una tattica subdola ma palese. Non ti anticipo altro.
    Kimba aveva ascoltato meravigliato. Un altro leone regnava sull’Africa. E per di più si fregiava del titolo di Re degli animali. Aveva anche capito che intendevano portarli in cattività. Quella notte i quattro animali vennero portati su una nave e lì furono lasciati.

    Bè che ve ne pare? Vi piace?
     
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  5. GT Master™ | Simba™
     
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    Una bella storia spero che la continuerai ^_^
     
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  6. lion king 4 ever
     
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    Puoi starne certo GT Master.
     
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  7. Laia92
     
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    wow!!! La cosa si fa avventurosa! Domani sera deve esserci un altro capitolo. E guai se nn c'è! Hehe. Scherzavo!
    Spero tanto che alla fine Kimba e Simba diventino amici.
     
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  8. lion king 4 ever
     
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    Eccovi il quarto capitolo. Vi ringrazio per la stima Laia e GT Master. Non vi anticipo come andrà a finire con Simba e Kimba, ma vi assicuro che si incontreranno nel prossimo capitolo. Questo capitolo ha come protagonista Simba, e sono certo che compiacerà i fan della coppia Simba/Nala e i fan di Mufasa.

    Ora torniamo alle Terre del Branco dove Timon e Pumbaa stavano facendo colazione. Negli ultimi giorni il rumore era sparito e i due erano tornati tranquilli. Quel giorno Simba era in giro quando si sedette in fronte a una sorgente dove vide il suo riflesso. Quando si specchiava, Simba ricordava sempre quel giorno, il giorno in cui suo padre gli era apparso e lo aveva spronato a tornare nella Valle dei Re. Calò un po’ giù di morale.
    Ma l’umore salì alle stelle quando si alzò in piedi e vide l’immagine del padre che lo fissava con occhi fieri dal cielo.
    Simba pensò che ora di muoversi un po’. Cominciò a correre all’impazzata con un’aria felice. Inseguiva le mandrie dall’alto.
    Loro lo acclamavano. Erano felici del loro grande Re Simba.
    Simba ruggì in segno di comando e immediatamente dopo con un balzo superò a grandi linee il branco. Il sole splendeva su di lui.
    Poi si fermò. Vide Mufasa che correva sulle nuvole per seguirlo.
    M:Vai veloce Simba.
    S:E non hai ancora visto nulla.
    Simba e Mufasa si misero a correre e Mufasa si avvicinò di più al figlio per incitarlo. Simba stava gareggiando con il vento.
    Alla fine quando arrivarono entrambi sopra una collinetta si fermò
    Poi all’improvviso udì una voce che lo mise in allarme.
    N:Simba
    Era Nala.
    S:Sì Nala che c’è?
    N:Sembravi così pensieroso che ho pensato di darti una scrollatina
    Detto questo Nala saltò addosso a Simba facendoli il solletico cercando di farlo un po’ ridere. Non smisero entrambi di dimenarsi e ridere fino a quando non erano ricoperti di sabbia. In quel momento Rafiki sbucò giù da un albero per rilassarsi un po’ sulla spiaggietta li vicino. Ma quando vide Simba e Nala che ridevano così di gusto giocando sulla sabbia come se fossero due cuccioli, decise di nascondersi dietro all’albero sorridendo felice per loro.
    S:Nala ma che ti è preso?
    N:Oggi mi sento carica.
    S:Okay vuoi la guerra? E guerra sia.
    Li saltò addosso, naturalmente senza farli male, e rotolarono.
    Nala finì sopra a Simba.
    N:Ti ho atterrato.
    S:Questo lo vedremo.
    Rotolarono di nuovo. Ma non cambiò nulla.
    N:Ti ho atterrato di nuovo.
    S:Accidenti. Sono proprio sfortunato.
    N:Dì pure che sono più abile di te.
    S:Adesso non esagerare.
    I due si strofinarono i musi e lui le leccò la guancia.
    N:Ti amo Simba.
    S:E io amo te Nala.
    In quel momento si udì uno sparo in lontananza.
    Simba e Nala alzarono la testa spaventati.
    Rafiki salì sull’albero per osservare meglio.
    R:Oh no.
    Fu allora che Zazu volò da Simba per avvisarlo.
    S:Che succede?
    Z:C’è l’uomo nella savana.
    S:Cosa? Non si erano mai spinti nelle Terre del Branco.
    Z:Adesso sono arrivati con i fucili. Gli animali sono in pericolo.
    S:Radunagli tutti portali alla Rupe dei Re. Io tratterò gli uomini.
    N:Simba non puoi farcela da solo.
    S:Non ho scelta. Fate come ho detto.
    Simba si precipitò a salvare gli animali in pericolo correndo forte e costantemente come una saetta nel cielo. Nala se ne andò.
    N:Buona fortuna amore mio.
    Zazu e Nala riuscirono a radunare la maggior parte degli animali al sicuro. Ma alcuni erano rimasti intrappolati. Per fortuna Simba fece in tempo a salvarli. In quel momento si trovò davanti i cacciatori. Uno di loro li sparò, ma Simba evitò l’attacco e li balzò
    addosso con una velocità che sfuggì agli occhi di tutti. Spezzò la
    canna del fucile e atterrò il cacciatore che stramazzò a terra. Poi ripetè l’attacco con gli altri uomini che fuggirono terrorizzati. Lanciò un ruggito di trionfo. Clayton uscì allo scoperto.
    C:E’ ora di finirla con te.
    Li sparò un dardo, solo soporifero perché doveva arrivare a Londra vivo e vegeto, ma Simba lo evitò e colpì Clayton facendolo cadere indietro.
    C:Pietà non sbranarmi pietà.
    Simba lo lasciò andare. Uccidere non era nel suo stile.
    Fece ritorno alla Rupe dei Re e Nala li corse incontro abbracciandolo felice.
    N:Ho avuto paura per te.
    S:Non preoccuparti. Sono un leone forte. Non mi succederà niente
    N:Avresti potuto non tornare mai più.
    S:Sono un re. Devo fare questo tutti i giorni.
    Nala si staccò dall’abbraccio. Simba aveva capito che qualcosa la turbava. Le si avvicinò.
    S:Che cos’hai?
    N:È solo che…dovrò passare ogni giorno con il pensiero che non potresti tornare da me? Che potresti lasciarmi sola?
    S:Nala tu non sarai mai sola. Ovunque io vada ti sarò sempre vicino. Non importa quanto siamo lontani ma quanto siamo vicini.
    Nala lo abbracciò felice. Simba ricambiò l’abbraccio. Amava molto lei, così come amava la sua terra. Niente poteva dividerli.
    Clayton e i suoi uomini tornarono all'accampamento. Uno dei suoi uomini aveva già cominciato a fare le valigie.
    Uomo misterioso:E’ finita. Andiamocene da qui.
    C:Silenzio. Non ci muoveremo senza quel leone.
    Uomo misterioso:E come lo prendiamo?
    C:Vedrai. Perciò preparati. Ho un incarico per te.
    Clayton fece bruciare alcune erbe in una radura dove Nala stava passegiando. Il suo piano era attirare Simba per catturarlo. E così purtroppo fu. Quel giorno Simba stava esplorando il territorio quando udì quello che li sembrava il richiamo di Nala.
    S:E’ Nala. E’ in pericolo.
    Nala era rimasta bloccata nel cerchio di fiamme e si dibatteva impotente cercando una via d'uscita. Subito Simba corse ad aiutarla. Si gettò a capofitto e con un balzo superò il muro infuocato. Simba raggiunse Nala, che intanto era svenuta per mancanza di aria pura. Se la caricò sulle spalle. Scalò una roccia e riuscì a posarvi Nala. Ma poi scivolò e cadde a terra. Poi d'un tratto il fuoco si spense. A quel punto Simba avvertì uno strano dolore alla zampa. Si voltò e vide che aveva attaccato uno strano proiettile. Era un dardo soporifero.
    Ne arrivarono altri. Venne colpito da molti. Finché non svenne. A quel punto Clayton e gli altri uscirono esultando.
    C:Ce l’abbiamo fatta. Caricatelo sul carro.
    Uomo misterioso:E sua moglie?
    C:Lasciamola qui. Ormai non credo che sopravviverà.
    Simba fu sollevato da una ventina di uomini e montato su un carro dopo essere stato rinchiuso in una gabbia. Timon e Pumbaa che avevano visto tutto corsero ad avvisare gli altri. Raggiunsero la Rupe dei Re.
    Nala nel frattempo era rinvenuta ma non sapeva cosa era successo poichè gli altri avevano portato Simba lontano.
    N:Dov’è Simba?
    T:E’ stato catturato dai cacciatori.
    N:COSA?
    Nala, Rafiki, Timon, Pumbaa e le leonesse si precipitarono per salvarlo. Simba intanto si svegliò e vide che era rinchiuso in una gabbia. Si dibattè cercando di uscire ma non vi era modo di andarsene. Vide che gli altri stavano arrivando.
    S:No! Tornate indietro!
    N:Simba non ti posso lasciare.
    S:Nala scappa voglio che almeno tu ti salvi.
    Nala esitò ma alla fine Simba ripetè le parole in modo molto più autoritario e tornò indietro versando lacrime.
    Simba fu portato su una nave che lo avrebbe portato a Londra
    per usarlo nei giochi circensi contro altre belve. Intanto Kimba, Pagura, George e Zamba erano già arrivati al porto di Londra.
     
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  9. Laia92
     
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    Ma ke cariiiiini simba e la sua mogliettina!
    Ma qui nn commenta nessuno??
     
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  10. lion king 4 ever
     
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    Ecco il capitolo numero 5. Volevo pubblicarlo ieri sera ma non mi andava il computer (chissà perchè). Godetevelo.

    Intanto Kimba, Pagura, George e Zamba erano già arrivati al porto di Londra.
    Hammeg li fece sfilare per simboleggiare la sua vittoria.
    H:Portateli a palazzo. Davanti alla regina.
    Degli uomini eseguirono i comandi di Hammeg. A quel punto anche la nave che trasportava Simba raggiunse Londra. Con Simba, Clayton portava numerose bestie provenienti sia dall’Asia che dall’Africa. Simba osservò gli animali imprigionati. La pantera Baghera, l’orso Baloo, la tigre Shere Khan e l’elefante Hathi, pardon colonnello Hathi. Furono tutti portati davanti alla regina Elizabeth che li osservò.
    H:Maestà imperiale, come promesso vi ho portato il grande leone bianco Kimba. E con i miei omaggi vi porto numerose belve dall’Africa Nera.
    E:L’Inghilterra ti è grata per il tuo coraggio e la tua innata abilità Hammeg. Voi cosa mi portate Clayton?
    C:Come voi avete ordinato mia sovrana eccelsa, vi ho portato il leone più forte dell’Africa. Il re della savana Simba gioiello del Serengeti. Poi ho per voi le migliori merci animali dell’India. Oltre a un piccolo contingente di omaggi dagli uomini del Congo.
    E:Di che si tratta?
    Clayton fece avanzare le gabbie dove erano imprigionati due animali: il leopardo Sabor e il gorilla Kerchak. Elizabeth annuì.
    E:Che questi animali siano portati nei sotterranei. Da domani inizieranno a battersi con gli altri animali di cui io sono padrona.
    Kimba ruggì e si alzò in piedi. Nessuno poteva rivolgersi così a lui. Simba allora lanciò un ruggito che scosse il palazzo e atterrò Hammeg.
    E:Bene vedo che i leoni vogliono cominciare subito.
    Furono portati nei sotterranei. Kimba si dibatte cercando di uscire.
    Simba si rivolse a lui.
    S:E’ inutile. Non possiamo uscire di qui con la forza.
    K:Non lascerò che degli uomini mi sconfiggano.
    S:Neanche io voglio arrendermi. Ma se vogliamo uscire di qui non ci basterà la forza.
    K:Ti sbagli. Sfonderò questa gabbia e uscirò.
    S:Anche se fosse cosa farai una volta fuori?
    K:Spezzerò il collo a ogni umano, finché non mi riporteranno indietro.
    S:Morirai o verrai catturato appena ti vedono fuori di qui.
    No se vogliamo uscire di qui dobbiamo agire con cautela e moderazione, non certo come vuoi fare tu.
    K:Fa come vuoi, re della savana.
    Così dicendo si distese. Simba rivolse uno sguardo al cielo. Pensò alla sua terra. Alla sua patria. Ai suoi amici. A Nala.
    S:Chissà che sta facendo in questo momento.
    Nala non si era ancora ripresa dell’addio di Simba. Rafiki le si avvicinò per consolarla.
    R:Fatti coraggio Nala. Sono sicuro che sta bene.
    N:E’ colpa mia. E’ finito in quella trappola perché voleva salvarmi.
    R:Non è colpa tua. Il mio cuore mi dice che Simba tornerà.
    Intanto Kimba era assorto in pensieri neri. Infondo Simba aveva ragione. Mai come in quel momento bisognava essere razionali. Pensò alla sua famiglia. A Lia a Rune a Lukio. Li venivano le lacrime agli occhi, che però trattene. La sua famiglia lo aspettava nella sua terra. E intanto Lia cercava di tenere accesa la speranza dei suoi piccoli.
    Lukio:Papà tornerà?
    L:Sì. Vedrete che ce la farà.
    Ma non sapeva neanche lei che cosa credere. Kimba si rivolse a Simba.
    K:Perdonami per il mio comportamento.
    S:Non preoccuparti. Capisco e comprendo il tuo stato d'animo.
    K:Ne sono contento. Ma come ce ne andremo?
    S:Intanto non smettiamo di credere. Ce la faremo.
    K:Sono contento che la pensi come me.
    S:Grazie. Come ti chiami?
    K:Mi chiamo Kimba.
    S:Il mio nome è Simba.
    K:Allora buona fortuna Simba.
    S:Grazie. Se domani dovremo combattere e dovrai fare a meno della tua zampa, allora avrai la mia.
    K:E tu mi avrai al tuo fianco.
    Kimba li allungò la zampa.
    K:Amici?
    Simba sorrise.
    S:Amici.
    Si strinsero la zampa e si addormentarono.
     
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  11. Laia92
     
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    che bello! Ora sono amici!^^
    però secondo me Kimba non avrebbe mai combattuto contro gli uomini: lui è contrario alla violenza!
    un comportamento simile lo avrebbe potuto avere Panja... non certo Kimba.
     
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  12. lion king 4 ever
     
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    Sì ma questo è un caso a perte perchè parliamo dell'uomo che ha ucciso suo padre e imprigionato sua madre. Inoltre se leggi il secondo capitolo vedi che Kimba non avrebbe mai voluto pensare di uccidere gli uomini, ma è costretto per il bene di tutti. Inoltre, avrà pur preso qualcosa dal padre.
     
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  13. Laia92
     
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    ah si si, hai ragione.
     
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  14. lion king 4 ever
     
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    Nel Serengeti, Timon e Pumbaa si agitavano.
    T:Per la miseria. Dobbiamo fare qualcosa.
    P:Cosa facciamo? Cosa facciamo? Cosa facciamo?
    T:C’è solo una cosa da fare. Prendere in mano le redini della situazione.
    P:Sarebbe a dire?
    T:Dobbiamo salvare Simba.
    P:Ma come facciamo?
    T:Ci imbarchiamo in quella che gli umani chiamano nave e andiamo dove è Simba.
    P:Buona idea.
    Timon e Pumbaa non erano i soli che si agitavano. Nel Congo, tutti gli animali si chiedevano che fine avessero fatto Kimba e i suoi amici. Solo Rune, il temerario figlio di Kimba, capisce per istinto che gli uomini sono responsabili. Quella notte parlò con Lukio.
    R:Sono sicuro che papà è stato rapito dagli uomini. Voglio andare a salvarlo.
    L:Allora verrò con te. Ma come raggiungeremo la terra degli uomini?
    R:Una volta ci sono arrivato basta andare su quelle che gli uomini chiamano navi.
    Allora mentre Lia dormiva, Rune e Lukio si incamminarono. Rune decise di salutare Kiki.
    K:Dove andrai Rune?
    R:Dove gli uomini hanno portato il mio papà.
    K:Ma è pericoloso.
    R:Devo farlo. Per il mio papà.
    Allora lei li augurò buona fortuna. A modo suo:li leccò la guancia.
    Rune arrossì di colpo. A quel punto, Rune e Lukio si avviarono verso la zona degli uomini.
    Timon e Pumbaa raggiunsero la città più vicina e li decisero sul da farsi. Bisognava arrivare alla città senza farsi vedere. Ma come?
    P:Ora cosa facciamo Timon?
    T:Semplice. Arma segreta.
    Appena passò un uomo vicino a loro, Timon e Pumbaa lo misero K.O..
    Timon e Pumbaa si misero uno sopra l’altro e si nascosero nei vestiti della persona svenuta. Timon faceva la faccia. Si avviarono e passarono in biglietteria. Timon si avvicinò.
    T:Ciao bella. Credo che di avere un posto per me.
    D:Nome e cognome.
    Pumbaa parlò sottovoce a Timon.
    P:Timon ti vuoi sbrigare sto asfissiando qua sotto.
    T:Timon Pumbaa è il mio nome.
    D:Che strano nome. Vada pure.
    Timon e Pumbaa si nascosero sulla stiva della nave. Lì si erano nascosti anche Rune e Lukio e appena Timon e Pumbaa li videro urlarono di terrore.
    T:AHHHHHHHH!!!!!!
    P:AHHHHHHHH!!!!!!
    R:Calmi non vi faremo niente.
    T:Volete dire che ci mangerete senza cuocerci in salmì o peggio?
    L:No. Non vi mangeremo affatto.
    P:Sul serio? Oh sapeste come sono contento. Io mi chiamo Pumbaa.
    T:Il mio nome è Timon.
    R:Piacere mio. Io sono Rune e lei è mia sorella Lukio. Siamo diretti alla città degli uomini per una missione di salvataggio.
    P:Anche noi.
    Timon li diede una botta sulla testa.
    T:Zitto è una missione segreta.
    R:Perchè non venite cion noi?
    T:Ma che dite? ehi perchè non andiamo tutti insieme?
    L:Mi sembra una buona idea.
    T:Sì lo so sono un genio.
    R:Ehi genio l'idea è mia.
    T:Oh certo. Ma adesso dormiamo.
    E i quattro si addormentarono.
    Quel giorno gli animali vennero bruscamente svegliati da migliaia di voci urlanti. Non si riusciva proprio a stare tranquilli dove erano tenuti. Ovunque era desolato, buio e grigio. Le pareti spesse e appuntite. Le porte sigillate. Le gabbie erano nere eppure grigie. L’ululato dei cani, che avrebbero fatto parte dei giochi circensi, echeggiava così forte da coprire il rumore dei cavalli che trainavano la carrozza reale giunta per assistere al crudele spettacolo. Hammeg e Clayton erano già lì.
    C:Benvenuta maestà.
    H:Buongiorno vostra altezza.
    E:Buongiorno e benvenuti a voi miei vassali. Spero che sia tutto pronto.
    C:Lo è mia signora.
    H:Aspettano solo voi.
    E:Questo già lo sapevo Hammeg. Adesso venite con me.
    Si avviarono sul tetto dell’arena verso il palco d’onore. L’arena era enorme. Un grosso cerchio semisferico completamente fatto di sabbia ma chiuso ai lati da enormi muri alti diversi metri che non lasciavano alle belve possibilità di fuga. Il grande cancello da cui entravano e uscivano gli uomini incaricati di sovrintendere i lavori era ben chiuso e si apriva solo dall’esterno. Per di più in cima ai muri erano posti arcieri che avrebbero ucciso le belve nel caso che esse avessero scavalcato le mura dell’arena. Ai lati dell’arena erano poste le gabbie dove gli animali selvaggi avrebbero fatto il loro ingresso. Al segnale della regina i giochi cominciarono.
    Decine di animali uscirono e fecero l’ingresso nell’arena. Ce ne era di ogni tipo. Orsi, tori, elefanti, rinoceronti, leopardi, tigri e leoni. In fondo alla fila c’erano proprio Kimba e Simba che erano ancora confusi come gli altri animali che per la prima volta finivano nell’arena. Iniziarono gli scontri. A ognuno veniva assegnato un avversario. Gli animali erano costantemente sorvegliati da appositi uomini, armati di fruste e pistole, che avevano il compito di assicurarsi che l’animale attaccasse solo il suo avversario. Non vi erano gabbie che dividevano gli animali.
    Kimba fu messo contro un grosso gorilla.
    I due si fronteggiarono.
    G:Sembri affamato.
    K:Non ho intenzione di farti del male amico.
    G:Allora peggio per te.
    Kimba si avventò sul gorilla sferrando un colpo al corpo. Il gorilla fu abile nell’usare gli arti per trattenere il leone bianco, ma fu un grande sforzo che lo fece indietreggiare di parecchio. Kimba non si perse d’animo e colpì nuovamente puntando alla gola. Il gorilla allora lo afferrò con le sue mani fortissime e lo sbattè a terra. Kimba era a terra ma non era ancora sconfitto del tutto. Quando il gorilla lo stava per colpire e schiacciare con le mani si scansò e lo atterrò. Ovviamente, non lo uccise. Kimba si rifiutava di uccidere qualcuno. Lasciò il gorilla libero di tornare indietro. Ora era il turno di Simba. Il Re Leone
    venne messo contro Pagura, un enorme elefante. La situazione non era delle migliori per il Re delle Terre del Branco. Aveva contro uno dei più forti animali che si trovavano laggiù. L’elefante cominciò a barrire. Il suo verso fece tremare la terra. Era davvero imponente. Simba, tuttavia, non aveva intenzione di ucciderlo. Non ambiva alla vittoria, voleva solo sopravvivere ma non al costo di uccidere un animale innocente. Si mise in posizione di combattimento e ruggì. Pagura li si avventò tentando di infilzarlo con le zanne, ma Simba lo evitò. Con gli artigli si attaccò alla proboscide e con una corsa li arrivò sopra la testa dove si dimenò cercando di far barcollare l’ostico pachiderma. Pagura però lo fece cadere e fu solo grazie alla sua prontezza di riflessi che Simba non finì schiacciato dalle sue enormi zampe. Schivato l’attaccò venne però colpito dalla sua proboscide e sbatte contro il muro. Simba però si rialzò a tempo di record e riuscì ad afferrare un orecchio di Pagura che barcollò verso il palco d’onore dove vi erano la Regina Elizabeth, Snakely e Clayton. Sbatte con forza così grande che i tre caddero dallo spalto. Pagura crollò a terra, dolorante ma non ferito e in condizioni ottimali. Elizabeth, furiosa, fu costretta a dichiarare vincitore Simba. A quel punto Simba atterrò il suo domatore e con un balzo si arrampicò sul muro come per fuggire.
    Ma all’improvviso udì una stretta al collo. Cadde dal palco e vide che aveva una catena al collo. Gliela aveva lanciata Clayton.
    C:Credevi di filartela non è vero leone?
    Simba gli si avventò contro ma gli fu lanciata un'altra catena. Simba non si perse d’animo e tirò così forte da buttare giù l’uomo che tirava la catena. Altri tuttavia lo aiutarono e quando uno cadeva veniva rimpiazzato all’istante. Kimba si avventò contro gli uomini e in un attimo Simba fu liberato dalle catene. Kimba e Simba stavano per fuggire ma alla fine furono presi in trappola da una rete. Furono ricondotti nei sotterranei. Non si era ancora riusciti a domarli. Elizabeth ordinò a Hammeg e Clayton ti prendere seri provvedimenti. Quella notte Pagura parlò a Simba.
    P:Perché lo hai fatto?
    S:Cosa?
    P:Non mi hai ucciso.
    S:E perché avrei dovuto farlo? Non ho interesse a fare del male a nessuno se non sono costretto e preferisco evitare di uccidere quando posso.
    Intervenne Kimba.
    K:Ti ringrazio per avere risparmiato la vita al mio amico.
    S:Non devi ringraziarmi. Mio padre mi ha insegnato a non usare la violenza.
    K:Anche il mio. Deve essre orgoglioso di te.
    S:Purtroppo è morto quando ero solo un cucciolo.
    K:Mi dispiace.
    S:Grazie. Ma vedi lui non è morto. Lui vive in me. È nel mio cuore. Nella mia mente.
    K:E questo ti è sufficiente?
    S:Vorrei averlo ancora accanto a me come era quando ero piccolo. Ma Rafiki, un mio caro amico, mi ha insegnato che nessuno è morto se qualcuno lo ama ancora.
    K:Anche mio padre è morto Simba. Io non l’ho mai conosciuto.
    S:Ma non serve. Lui sarà ancora con te Kimba. Tu devi solo ricordarlo. E lui sarà con te.
    K:Ti ringrazio per il sostegno amico.
    Kimba e Simba si addormentarono. Intanto Clayton e Hammeg stavano pensando a come esaudire la richiesta della regina.
    E:Dovete riuscire a domare quei leoni. Oggi stavano per fuggire.
    C:Non c’è alcun motivo per temerli. Sono solo animali, non pensano, non ragionano. E certo non sanno che dovrebbero prendere una nave per tornare in Africa.
    Hammeg intervenne.
    H:Non sono stupidi come credi.
    Lui aveva udito Kimba parlare, anche se era certo che era stato per ubriachezza. Non era comunque tranquillo.
    C:C’è una soluzione per tutto. Vieni Hammeg. Abbiamo del lavoro da fare.

    Che cosa avrà in mente Clayton? Riusciranno Timon, Pumbaa, Rune e Lukio a raggiungere Londra e salvare Kimba e Simba? Lo scoprirete nel prossimo capitolo.
     
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  15. Laia92
     
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    Mi piace, mi piace! Continuala al + presto.
    Però sai come avrei fatto io? Avrei mandato a salvare gli animali insieme a Timon e Pumba non i figli di Kimba ma Tommy e Coco. Tutti e 4 insieme chissà cosa avrebbero combinato! XD
     
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49 replies since 20/11/2007, 19:28   1397 views
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