Tu non sei sola

primissima FF su Sarabi, sulla sua storia e sul suo passato

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  1. Giulia dans le noir
     
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    CITAZIONE (Sarabi_ingonyama @ 29/11/2014, 15:36) 
    nella mia storia, Sarabi, Usiku e co. hanno circa un anno, per cui sono già quasi adulte (diciamo in periodo adolescenziale). sei mesi prima (cioè all'età di sei mesi) i leoni di solito non cacciano perchè sono troppo piccoli, ma le lucertole o i topolini non sono bersagli poi così difficili,no?
    Anche ad un anno è insolito che una leonessa vada a caccia per gli stessi motivi di prima, ma per Sarabi, che oltre ad essere allenata già da piccola e portata di natura per la caccia, non è una così grande impresa :)

    Grazie per la spiegazione! In realtà rileggendo avevo notato che non erano proprio adulte, ma adolescenti, e che quindi lo scarto di sei mesi aveva senso.

    Al prossimo aggiornamento!
     
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  2. Sarabi_ingonyama
     
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    CAPITOLO 4 VECCHIE CONOSCENZE
    L'abbraccio fra Usiku e Sarabi durò ben poco, ma fu carico di emozioni come nessun abbraccio era mai stato. Sarabi stringeva a sé la sorella fortissimo, quasi a compensare tutti gli anni, i mesi, i giorni e le ore in cui si era sentita odiata e disprezzata.
    Le lacrime calde della leonessa dorata bagnavano le spalle della sorella maggiore, che ricambiava l'abbraccio con altrettanta generosità.
    [Devo averle fatto prendere un bel po' di paura] pensò Sarabi [quando mi sono girata di scatto, saltandole addosso. Chissà cosa avrà pensato] un dolce sorriso si fece strada sul volto della leonessa.
    -Non ti farei mai del male- disse ad alta voce, rivolgendosi alla sorella.
    -Ah no? E io che pensavo...- Usiku le lanciò un'occhiata divertita, che venne subito ricambiata.
    -Forza, torniamo a casa- disse infine Sarabi -si sta facendo tardi...zia Habari sarà preoccupata-
    -Hai ragione...-
    Entrambe le leonesse si voltarono per prendere la via di casa, ma Sarabi si fermò per un attimo:
    -Senti Usiku...-
    -sì?-
    -Volevo solo dirti...grazie- disse quest'ultima parola con un sussurro.
    Un po' si vergognava a dire davvero una cosa del genere,ma in fondo...era sua sorella. E lei non meritava di essere trattata male. Neanche gli altri in verità.
    Sarabi avrebbe voluto chiedere perdono al branco riguardo il suo comportamento verso di loro; avrebbe cominciato a socializzare con le altre leonesse, a ridere e a scherzare come aveva visto fare a Usiku nel corso dei mesi, a farsi addirittura...degli amici?
    Usiku si voltò verso di lei e le sorrise dolcemente, quasi fosse lei a dover chiedere grazie.
    Ma di colpo la leonessa scura si bloccò.
    -Usiku, ma che cosa...- chiese interdetta Sarabi.
    Le sue parole furono troncate a metà dall'arrivo di un odore improvviso che credevano entrambe di aver dimenticato in un passato ritenuto da tutti remoto.
    [No...non può essere] pensarono quasi all'unisono.
    Ogni loro dubbio o incertezza furono sciolti dalla sagoma che uscì dal cespuglio lì accanto: un leone adulto al massimo della potenza si imponeva con tutta la sua statura davanti alla coppia di leonesse, che non vedevano altro che il compagno d'infanzia.
    La pelliccia color nocciola sembrava più scura per via della luce del vespro, ma era ugualmente inconfondibile, così come il colore egli occhi dorati, che apparivano ancora più brillanti. Uno strano luccichio inquietante si nascondeva dietro il suo sguardo falsamente benevolo, ma nessuno lo vide.
    Per loro era lo stesso di sempre.
    Per loro, era solo Hasidi.

    -Buongiorno rag...ehi!! Che fai?!-
    Il saluto di Hasidi fu interrotto bruscamente da una palla di pelo nera che lo travolse come una furia, comiciando a parlare così velocemente che gli altri due due leoni si chiesero dove trovava i tempo di respirare.
    -Hasidiiiii!!! Cosa ci fai qui? Dov'è Zira? Perchè sei tornato? Oh, non importa il perchè, importa solo che tu sia qui! Non sai neppuer quanto sono felice di rivederti, credevamo ti fossi fatto una famiglia, una vita, un branco! Ma guarda un po' come sei cresciuto!....-
    Usiku assalì il leone con così tante domande da fargli venire il voltastomaco.
    Il leone ebbe l'istinto di graffiarle il muso con gli artigli, ma avrebbe solo peggiorato la situazione.
    Fece buon viso a cattivo gioco:
    -Ciao Usiku! Come sei diventata grande! E sei anche meravigliosa! Allora i miei ricordi non mentono...- il leone le fece l'occhiolino.
    Il risultato fu la spettacolare visione di un leone nero a chiazze rosse.
    Sarabi dovette fare appello a tutta la sua dignità per non scoppiare a ridere come una iena: riuscì a reprimere il suo attacco di allegria e si limitò ad una risatina sotto i baffi.
    -Ciao anche a te Sarabi...- disse il leone, fingendosi offeso.
    La leonessa rispose sorridendo -Bentornato!-

    1 ora dopo
    -Dobbiamo affrettarci! Ormai è buio!-eclamò sorpresa Usiku.
    Era proprio vero: le ombre erano scese velocemente e avevano avvolto tutta la pianura, segnalando l'inizio della notte.
    -Come faremo ora?...non troveremo la via di casa con questo buio!- riprese spaventata.
    -Tranquilla, Usiku!- la interruppe Hasidi -Io conosco un posticino proprio carino dove potremmo trascorrere la notte lì. Vi andrebbe?-
    -Oh sì, certo! Molto volentieri!- esclamò entusiasta la principessa delle Terre dell'Ovest, saltellando qua e là come un leprotto -Se vuoi mostrarci la strada...-lo invitò con la zampa.
    Hasidi prese un sentiero che portava all'interno di una fitta macchia di vegetazione rigogliosa, Sarabi lo guardò allontanarsi e mischiarsi col buio della notte; poi si avvicinò alla sorella.
    -Usiku..Usiku, dove sei??- chiese sussurrando la leonessa.
    -Eccomi! Non mi vedi per caso?-
    -Certo che ti vedo! Mica sono cieca...-
    Sarabi si girò e prese uno spavento vedendo solo gli occhi della sorella fluttare nella notte, mentre il resto del corpo si mimetizzava perfettamente con il nero che la circondava.
    [Ammetto, fa un po' paura questa cosa...] disse fra sé e sé.
    -Tu credi che ci sia da fidarci di lui? Di Hasidi, dico...- continuò.
    -Ma cosa dici, Sarabi?- le rispose quasi offesa Usiku -certo che possiamo fidarci! In fondo non ci ha mai fatto del male!
    [C'è sempre una prima volta] pensò tristemente Sarabi.
    -Sai, Zira è Hasidi hanno litigato, poco tempo fa..- fece una pausa – Lei lo ha lasciato...-
    -Quando te lo ha detto?-
    -Prima, mentre chiaccheravamo- rispose quest'ultima.
    -Ma...ma si rende conto di quantecose ha fatto lui per farla felice?! E poi Zira lo lascia così?- Sarabi era molto arrabbiata e anche un po' disorientata, ma per quanto si sforzasse, non riusciva a capirne il perchè -Soprattutto quando lui ha cercato di...di...-
    -Lo so, Sarabi, ma ora è cambiato, stanne certa! In fondo, anche lui merita una seconda possibilità, no?- Usiku fece l'occhiolino allla leonessa color sabbia.
    -Ehm...cosa intendi per "anche" lui?- un sorrisetto furbo invase il volto di Sarabi.
    -Nulla, nulla...- disse Usiku con finta malizia.
    -Ehi, voi laggiù! Mi raggiungete?- il ruggito lontano di Hasidi richiamò l'attenzione delle due cacciatrici.
    -Arriviamo!-
    Come una sola leonessa, le due sorelle scattarono all'unisono verso l'amico.
    Ora che era vicino a lui, Sarabi poteva vedere perfettamente il corpo di Hasidi: atletico, muscoloso e...gonfio?
    -Perchè hai delle punture di calabrone?- gli domandò perplessa, notando i rigonfiamenti sulla spalla dell'amico.
    -Oh, questi?- rispose lui indicando le punture -non sono niente...me le sono fatte arrivando qui.-
    -Mi dispiace...sei fortunato ad averne prese solo una o due; più di cinque punture e cadevi a terra morto stecchito- puntualizzò ironicamente Sarabi.
    [Allora dovrò sbrigarmi a sparire, sennò ci rimango secco anch'io...] riflettè Hasidi.
    Vedendo che non rispondeva alla provocazione, la leonessa gli diede un colpetto sul muso.
    -Ehi! Ma che fai?-
    -Niente. Vedevo se eri sveglio.- rispose maliziosamente lei.

    -Eccoci, siamo arrivati!- esclamò dopo mezz'ora di cammino il leone.
    -Finalmente! E per fortuna che era vicino...- sussurrò Usiku alla sorella, che rispose con una risatina soffocata.
    -Ecco, voi potete dormire qui.- disse Hasidi, indicando le radici di un alberello, la cui sagoma si perdeva nell'oscurità.- io riposerò più distante. Sai, non sono ancora abituato a dormire senza...- sospirò. Si fece i complimenti da solo per la sua ottima interpretazione da povero leone dal cuore spezzato e con un po' di sforzo riuscì anche a farsi venire le lacrime agli occhi.
    -Oh, non piangere...andrà tutto bene, vedrai!- lo consolò Usiku.
    Sarabi, nel suo cuore, continuava a dubitare del leone e della sua improvvisa apparizione, ma se Usiku si fidava di lui, perché non doveva cominciare a farlo anche lei? In fondo, doveva cominciare da qualcuno...
    -Buonanotte Usiku- la voce di Hasidi era più dolce del solito -buonanotte Sarabi.
    Poi si girò e se andò verso un altro albero poco distante.
    -Buonanotte!- rispose la leonessa nera arrossendo, sperando di non essere vista dalla sorella.
    -Buonanotte...-
    Sarabi si sdraiò ai piedi dell'esile pianta mentre Usiku si addormentò poco più in là.
    -Mamma, papà, vegliate su di me e su di Usiku- ripeté come ogni sera -fate che le terre del nostro branco siano sempre ricche di prede e fate che le Terre dell'Ovest tornino allo splendore di un tempo. Buonanotte.- Le stelle non diedero segno di vita.
    Sarabi si girò dall'altra parte un po' scocciata e cominciò sentirsi davvero, davvero stanca.
    Prima di chiudere gli occhi, vide un calabrone posarsi sul suo naso. Scacciato con un goffo movimento della zampa, l'insetto se ne andò infastidito e la leonessa poté finalmente dormire, sotto lo sguardo attento di Erevu ed Elanna, che da lassù guardavano tristi le due figlie riposare, sapendo cosa sarebbe successo poco dopo...


    NB: prima che tutti mi mandiate post su post per sapere la storia di Hasidi e Zira, sappiate che dovrete aspettare fino al capitolo 7 per capire cos'è successo fra i due.
     
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    Hmmm, vediamo un po'
    Conoscendo lo stile di Zira, daranno fuoco alla vegetazione tentando di bruciarle vive, oppure useranno i calabroni (ma lo ritengo improbabile, o ancora meglio, vedremo uno spargimento di sangue vecchio stile.
     
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    Hasidi... quel tipo mi piace sempre meno.
     
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    Hmmm, io aspetto a giudicare, dipende da che tipo di antagonista sarà:
    Dato il suo nome si può già capire che non è quel tipo di "cattivo" che tenta di ucciderti usando "mosse" dirette ma più probabimente sfruttando un qualche sorta di piano, il classico "cattivo" subdolo, ora non mi resta che determinare il suo modo d'agire, di solito apprezzo i cattivi machiavellici, con un modo di pensare accurato e preciso e che si lascia addietro ben pochi errori; Anche quelli che agiscono con una sorta di follia lucida non mi dispiacciono, essa non solo li rende più interessanti ma rende anche più difficile prevedere come agiranno nei loro piani; Anche se in effetti la mente dietro al piano potrebbe essere Zira e Hasidi solo il braccio con cui agire, o entrambi.
    Vedremo che mentalità ha Hasidi solo col tempo...
     
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  6. Sarabi_ingonyama
     
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    Hsidi non è uno che si sporca le mani per nulla...(eheeheh)
    X Martirios: nessuno dei tre casi...ma in uno ci sei andato abbastanza vicino
     
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  7. Sarabi_ingonyama
     
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    CAPITOLO 5 VIVERE L'INCUBO

    -No! Lasciatemi in pace! Non vi ho fatto niente!-
    -Vi, prego, smettetela! Perchè mi prendete in giro? Basta!-
    La piccola Sarabi piangeva in silenzio rannicchiata su sé stessa. Le lacrime le bagnavano tutta la pelliccia dorata, che ormai ne era intrisa; gli occhi purpurei lucidi e gonfi dal troppo piangere mandavano sguardi supplichevoli a tutti i cuccioli che formavano un piccolo cerchio attorno a lei .
    Ogni leone sghignazzava freneticamente e indicava Sarabi con gesti sprezzanti, carichi di odio e cattiveria allo stato più puro.
    -Piangi per mammina e paparino, piccola? Oh, poverina... neppure loro la volevano!-
    -è così bruttina! Guardate Usiku: che splendore!-
    -Sei proprio una fifona!-
    -Ahahaha!-
    Ad ogni malefico e acidissimo commento il volume delle risate aumentava a dismisura, così come quello degli insulti, che alla fine diventarono insopportabili per qualsiasi creatura.
    Chiusa nel suo angolino, Sarabi si tappava le orecchie con le zampe facendo finta di non sentire, provando a non sentire.
    Poi due occhi ambrati identici ai suoi cominciarono a fissarla, seguiti da un'altro paio color del mare in tempesta.
    -Mamma?- chiese con una vocina tremante.
    La figura della madre la guardò con occhi pieni di vergogna e disprezzo, accompagnandoli ad un cenno arreso della testa, piegandola verso il basso e distogliendo lo sguardo atterrito dalla figlia.
    Una voce potente parlò accanto alla leonessa scura.
    -Sarabi...-
    -P...papà?- rispose la piccola singhiozzando, non riuscendo a trattenere le lacrime che le solcavano il viso.
    -Perché piangi? I leoni non piangono. Mai. Se piangi, allora non sei degna di essere considerata tale.- rispose il padre sovrastando la piccola con la sua statura. La sua voce era un miscuglio di delusione e amarezza.
    Erevu si girò e accennò con la testa ad una bellissima leonessa nera, con gli occhi uguali ai suoi, di venire verso di loro.
    La figura snella e agile balzò giù dalla roccia in cui si stava riposando e arrivò di corsa dal padre, che l'accolse con un affettuoso abbraccio.
    -Vedi? Tua sorella Usiku non piange mai! Lei – e detto questo indicò sua figlia maggiore- è davvero degna di essere la mia erede.- fece una pausa.
    -Di essere una regina!-
    Poi Erevu diede le spalle alla piccola e fece per allontanarsi.
    -Papà! Papàà! Non lasciarmi da sola! Torna da me!- lo supplicò Sarabi, non riuscendo a far smettere alle lacrime di rigarle inequivocabilmente il musetto. I singhiozzi erano inarrestabili, ora.
    Il leone, sentendo le grida della figlia, si girò scocciato per un'attimo verso di lei.
    -Ho fatto bene a scegliere lei. Tu non sei neanche la metà di quello che tua sorella è.-
    Detto questo, Erevu, Elanna e Usiku corsero via e in un attimo scomparvero, lasciando Sarabi da sola a piangere tutto il suo dolore nel suo angolino di caverna.
    Il cuore della leoncina era spezzato in così tante parti che le stelle nel cielo sembravano poche in confronto. Voleva spiegazioni, voleva chiarimenti, voleva avere la sua famiglia lì accanto per consolarla. Ma loro non c'erano. Loro se ne erano andati, lasciandola da sola a farsi delle domande a cui nessuno avrebbe dato risposta.
    -Papàà!!!-

    Usiku fu svegliata di soprassalto da alcuni rumori spaventosi. I suoi occhi azzurri si mossero istintivamente verso Sarabi pieni di paura. Con uno scatto balzò in piedi e si avvicinò alla sorella, che dormendo faceva oscillare pericolosamente l'alberello sotto cui giaceva.
    La leonessa dorata stava bene, ma si agitava violentemente nel sonno, accompagnando i suoi movimenti a parole biascicate senza un'apparente logica.
    Ma quello che preoccupava di più Usiku non era tanto ciò che diceva, ma il tono con cui lo esprimeva.
    Sembrava che stesse vivendo l'inferno in quel mondo che lei non poteva raggiungere: i lamenti traboccanti di dolore e angoscia, gli spasmi provocati dal pianto facevano venire degli improvvisi brividi lungo la schiena della leonessa.
    Ogni tanto, Usiku riusciva ad intercettare qualche parola sommessa.
    -Lasciatemi...basta...- sussurrò nel sogno Sarabi.
    [Dev'essere uno dei suoi soliti incubi] pensò affitta la sorella maggiore [ Ne fa davvero molti. Forse troppi...].
    Poi tornò nel suo piccolo angolino e si lasciò andare di nuovo.

    Qualche ora dopo, Usiku si svegliò nuovamente. Questa volta, a svegliarla, non furono i rumori dell'albero che scricchiolava. Erano le urla spaventate di Sarabi, che gridava come una bambina in preda ad un attacco di dolore.
    Usiku non capiva: perchè Sarabi stava tanto male? Con il cuore in gola, si diresse a tutta velocità verso di lei, trovandola sdraiata sotto lo stesso albero, che vacillava pericolosamente spinto dai movimenti convulsi della sorella.
    Sarabi era ancora addormentata, ma il sogno sembrava essersi fatto più violento; ora la leonessa più giovane era bagnata di sudore da cima a fondo e si rotolava per terra come in preda al delirio. Le lacrime che le scendevano dal volto erano più simili a goccie di limone che ad altro, da quanto le solcavano il viso.
    Nel sonno, continuava ad agitarsi e ad urlare:
    -Papaà! Mamma!... Usiku! Tornate indietro!...non lasciatemi da sola!-
    Usiku si accostò alla sorella, che ora tremava. Nel tentativo di abbracciarla accostò la sua fronte a quella di Sarabi e la trovò pericolosamente calda.
    Riconobbe immediatamente la malattia: nel loro branco veniva chiamata "homa ya kifo", ossia "febbre della morte". Pochi erano i leoni che soffrivano di quella rara malattia, ma ancora meno erano quelli che ne uscivano incolumi. Anzi, che ne uscivano e basta,
    Da piccola, Usiku aveva visto spesso lo sciamano del branco tentare di curare i compagni che inspiegabilmente cadevano nelle grinfie di quella micidiale febbre e, sinceramente, ne aveva molta paura.
    [Forse è meglio che vada a procurarmi un paio di foglie medicamentose, come quelle che usa Tumbili!] Per i malati, la scimmia usava un miscuglio di particolari piante che avrebbero dovuto abbassare la temperatura corporea.
    Non sempre l'impacco dava i suoi effetti.
    La leonessa scura si avviò all'interno della foresta ancora più buia di lei, ma la consapevolezza che la notte era quasi giunta al termine aiutava molto a combattere la paura.
    Presa una manciata di quelle foglie, Usiku si avviò verso lo spiazzo che usavano come giaciglio.
    Ciò che vide al suo ritorno la paralizzò all'istante: un grosso nido di calabroni oscillava pericolosamente sopra la testa di Sarabi, che, muovendosi violentemente, faceva ondeggiare ancora di più il mortale alveare. Le zampate tirava all'esile tronco non accennavano a diminuire, così come l'oscillare del nido e il ronzio dei calabroni infuriati, che avevano già punto la sorella più e più volte.
    Usiku sapeva benissimo che anche il più forte fra i leoni avrebbe potuto fare nulla contro una decina di punture di quelli orribili insetti; sarebbe caduto in poco meno di un giorno, se la fortuna lo avesse assistito.
    -Sarabi, smettila!- urlò disperata Usiku, ma Sarabi non riusciva a sentirla.
    -Sarabi! Lo stai facendo cadere! Basta!- la leonessa nera era terrorizzata e ogni fibra del suo corpo tremava in preda al panico.
    In tutta risposta, la sorella si agitò ancora nel sonno, dando un colpo secco al tronco dell'alberello.
    Un sonoro scricchiolio di rami precedette la caduta dell'alveare sul corpo esanime di Sarabi.
    Il nido di calabroni cadde a terra con uno schianto, sprigionando una tempesta di insetti infuriati che volarono da tutte le parti come schegge di vetro alla caduta di un bicchiere, distruggendo ogni cosa che sbarrava loro la strada. Fosse essa tronco, pianta o...leone.
    La nube nera si avvinghiò su Sarabi, mordendola e pungendola con furia tremenda.

    Lo so, non è un granché, ma nel prossimo capitolo arriva la parte più bella (cioè quella sanguinossssa!!)

    Edited by Sarabi_ingonyama - 7/12/2014, 13:54
     
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    Dannazione smettila di farmi sciogliere!
    *uccide dei cuccioli*
    Ok ora sono tornato ai livelli di malvagità standard che mantengo di solito.
     
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    Martirios! Ma come puoi???

    E povera Sarabi, soffre di febbre... questo, non bene.
     
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    Andiamo Gaoh pensavo sapessi che
    faccio dei sacrifici agli dei XD
     
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  11. Sarabi_ingonyama
     
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    Magari Sarabi soffrisse solo di febbre, Gaoh...penso che uno sciame di calabroni non sia proprio il regalo della mia vita.
     
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  12. Sarabi_ingonyama
     
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    Sigh...quanti commenti...
    Amen, io posto questo nuovo capitolo e spero che vi piaccia :'(


    CAPITOLO 6 DALLE FIAMME ALLA CENERE

    Sarabi si svegliò con un'improvviso dolore che si spargeva in tutto il corpo. Non riusciva a a capire cosa accadeva attorno a lei: le zampe erano incredibilmente pesanti, la vista debole, i sensi annebbiati e la testa le girava violentemente, facendole venire improvvisi attacchi di nausea.
    L'unica cosa che riusciva a realizzare era il dolore e il soffocante ronzio di sottofondo che le sfondava le orecchie. Aghi appuntiti perforavano il mantello ormai madido di sudore, creando ancora più caos nella mente di Sarabi.
    Spaventata, cercò di alzare una zampa per scappare a quell'inferno, ma ricadde miseramente a terra con un tonfo, incapace di rialzarsi.
    [ma... cosa mi...succede...?] cercò di pensare, ma l'unica risposta alla sua domanda fu ancora più male.
    Puntini neri sciamavano attorno a lei, oscurando quel poco che riusciva a vedere.
    La sua mente stava per cedere e per ricadere nell'oblio dal quale non si sarebbe più risvegliata, quando un'urlo familiare giunse alla sua portata.
    Anche se la lucidità della leonessa era scarsa, quelle grida le riportarono in circolo almeno un po' di buon senso.
    -Usiku...- cercò di articolare Sarabi, ma le parole uscivano a difficoltà dalla sua bocca -Usiku!- questa volta il ruggito ebbe più successo e Sarabi si sentì decisamente meglio. Approfittando di quell'improvvisa scarica di adrenalina, la leonessa si alzò a fatica e uscì dalla massa nera che continuava a pungerla.
    [ Devono avermi punto sette, otto volte...]. In verità, sapeva di averne ricevute ben di più, ma era troppo intenta a cercare la sorella per farci caso.
    Appena fuori dallo sciame, Usiku lottava con gli insetti, tentando di cacciarli via inutilmente.
    Le zampate che la leonessa tirava all'aria venivano schivate senza fatica dai calabroni, che l'avevano punta numerose volte.
    Sarabi continuava a vacillare sulle zampe e restare in piedi era sempre più faticoso. Ormai tenere l'equilibrio era quasi impossibile.
    Gemette ancora, piombò in un abisso nero e profondo, senza via d'uscita.

    Le punture dei calabroni le facevano molto male, ma non si fermò di certo. Con le zampe tirava sferzate all'aria sperando di cacciare quelle insopportabili bestie.
    A circa venti metri da lei, Sarabi si era accasciata al suolo priva di sensi e ora toccava a lei salvare la sorella da quell'inferno. Afferrò la leonessa dorata per la collottola e la trascinò fuori dal delirio di puntini neri che sciamavano attorno a loro.
    La situazione era grave: doveva chiamare subito qualcuno.
    Sarabi non si svegliava, non riprendeva conoscenza.
    Ma non poteva essere morta, era troppo giovane per morire. Troppo in salute, troppo forte.
    Usiku faceva appello a tutto il suo autocontrollo per non cadere in preda al panico più totale: a Sarabi questo non sarebbe certo servito, per cui cercò di calmarsi e si guardò attorno impaurita.
    L'occhio le cadde ancora sulla sorella, ancora immobile fra le sue zampe scure. Non ne era sicura, ma il suo cuore pareva essersi fermato e la cosa più straziante per lei fu sapere che non poteva farci niente.
    Era impossibile, non poteva abbandonarla!
    Usiku piangeva a dirotto e le lacrime che avevano aspettato troppo tempo per cadere erano finalmente libere di scendere.
    Un rumore distrasse per un momento la leonessa, che abbracciava il corpo di Sarabi più stretto possibile.
    -Ma guarda guarda chi si rivede...-
    Hasidi passeggiava tranquillamente verso Usiku, che aveva frenato il pianto davanti a lui.
    -Hasidi! Meno male che sei qui! Aiutami, presto! Sarabi sta male e dobbiamo portarla via da qui: poco lontano c'è il nostro branco, sono sicura che...perché ridi?-
    Infatti il leone aveva cominciato a ridere sommessamente e la sua espressione era carica di soddisfazione maligna.
    -Ma come, non capisci? Povera Usiku, piccola ed ingenua come sempre...-
    Usiku non riusciva a capire:
    -Ma cosa dici, Hasidi? Perché ti comporti in questo modo? Così Sarabi morirà di certo!-
    Hasidi sorrise:
    -E secondo te qual'era il mio obbiettivo?-
    -Hasidi...-Usiku si sentì morire le parole sulle labbra.
    -Quel posticino appartato l'ho scoperto dopo molte ricerche. È difficile trovare un nido di calabroni, sai? Ma è stato ancora più difficile convincere Sarabi a fidarsi di me. Come siete stupide...
    Queste- e indicò le punture sulla spalla -non me le sono fatte mica per piacere! Certo, tagliare gran parte dell'alveare per farlo cadere poi addosso a voi non è stato difficile, ma quelle bestie sono più feroci di quanto credessi...così mi hanno punto.
    Ma ne è, valsa la pena. Un paio di punture...in cambio di un regno!-
    Usiku era sbalordita. Le sembrava tutto un enorme scherzo. Enorme e orribile.
    Hasidi si avvicinò alla leonessa lentamente. Quella calma, quell'innaturale silenzio erano terrificanti.
    -Ti è andata bene, Usiku. O forse no...- riprese lui. Il leone cominciò a girarle attorno in una spirale sempre più stretta, rimanendo sempre in posizione d'attacco -Sei riuscita a scappare dalle grinfie dei calabroni. Strano, sei sempre stata quella più debole del gruppo, la "nullità"...- Hasidi tirò fuori gli artigli tanto velocemente da lasciare dei solchi nel terreno, poi li guardò a lungo, senza smettere di parlare. Usiku cominciò ad ansimare, sentì il cuore batterle impazzito nel petto e alla vista dei lunghi pugnali acuminati nelle zampe di Hasidi non riuscì a fare a meno di tremare .
    -Ve lo avevo promesso, ricordi? Avevo giurato sulla mia stessa vita di vendicarmi per tutto ciò che tu e quella cretina di tua sorella mi avete fatto, quando siete andate a fare le spiette dal vostro adorato paparino...-
    La leonessa sbattè con forza le zampe sul terreno: un po' per il disorientamento enorme che provava e un po' per cercare di reprimere quella rabbia primitiva e cieca che voleva abbattere su Hasidi come il lampo che colpisce la terra, scatenando il temporale.
    -Ti ricordo che se sei stato esiliato...il merito è solo tuo!- ringhiò Usiku al leone.
    -Ah, è così, vero? E di chi è la colpa, se non di chi non può difendersi?-
    La lenta spirale di morte non si arrestava.
    Ora le grandi zanne di Hasidi erano a meno di un metro dal muso della cacciatrice e il loro implicito messaggio di morte era chiaro come il sole.
    -Bene, riferisci questo alla tua sporca e sudicia famigliola, quando la rincontrerai di nuovo all'inferno:
    mi prenderò il tuo trono, il tuo branco, le tue terre, la tua casa! Ti toglierò tutto ciò che su questa bella terra ti è caro, lascerò che le tue leonesse muoiano di fame e di stenti, fino a che anche l'ultimo leone della stirpe dell'Ovest sarà morto, chiedendosi chi è il colpevole di questa follia! E sarà allora, quando lui sarà lì, morente, sporco di fango e del suo stesso mefitico sangue, che io gli dirò la verità che a tutti nasconderò per anni: IO HO UCCISO USIKU E SARABI!-
    Una potentissima zampata scagliò Usiku ad alcuni metri di distanza, solcandole la guancia destra con tre profondi tagli, il muso imbrattato di una sostanza cremisi, bollente e appiccicosa. La leonessa riusciva a sentire il sapore del sangue scenderle caldo lungo la gola. Represse a fatica i conati di vomito.
    Non ci fu il tempo di alzarsi per lei, che subito avvertì le zanne di Hasidi sprofondarle nel collo e penetrare nei muscoli tesi mentre gli artigli si infilzavano nella sua schiena, lasciando solchi profondi solchi su tutto il dorso.
    Usiku urlò di dolore e cercò di alzarsi, ma Hasidi le balzò sopra e con le unghie cominciò a scavare nella carne del suo petto, assaporando con gusto ogni gemito che la femmina lanciava disperata sotto di sè.
    Colpo dopo colpo, Hasidi si faceva sempre più strada fra le sue carni, avvicinandosi pericolosamente alle ossa e agli organi vitali di Usiku.
    Approfittando dell'impetuosità del nemico, Usiku riuscì a squarciare il ventre del leone, che con ruggito folle si allontanò dalla sua preda, furibondo.
    Purtroppo, la tregua non durò a lungo. Quasi immediatamente, Hasidi si lanciò di nuovo sull'avversaria, che sbattè violentemente la testa sul duro tronco di un albero solitario. Il colpo fu così forte da tramortirla per qualche secondo, ma questo bastò per farle perdere l'equilibrio e cadere a terra. Il leone si avventò su di lei con una furia travolgente, colpendola e graffiandola ripetutamente sul muso e sul collo, già pieni di piaghe.
    Con un potente manrovescio, Hasidi scartò di lato la femmina e la immobilizzò a terra.
    Dalle zanne colava sangue caldo come lava che ricadeva sul petto squarciato di Usiku, la stessa sostanza imbrattava anche gli artigli e assieme alla polvere e alla sabbia formavano una miscela scura e maleodorante.
    -T-tu...tu non...s-sei un...a-a-assassino...-la zampa di Hasidi piantata nella gola le impediva di respirare.
    Hasidi si allargò in un ghigno malefico, reso rosso dal sangue di Usiku che gli sporcava tutto il muso.
    -Non vuoi ancora cedere, Usiku?- il leone alzò in aria una zampa, estrasse un lungo artiglio dall'aria micidiale e cominciò a farlo scorrere lentamente lungo la gola della sua vittima.
    -Va, bene. Allora ci penso io...-



    Malefico, no?
     
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    Oooooh, è quel genere di cattivo,
    si, abbastanza malefico, forse un po' pomposo nei discorsi ma vabbeh XD
    comunque bello il pezzo, descrizioni ottime, ci sono solo due cose che modificherei
    CITAZIONE
    cacciare quelle insopportabili bestie.

    Al posto di bestie (che suona male per degli insetti)
    che ne dici di esseri o creature?

    CITAZIONE
    spirale di morte

    questa parte non mi convince, mi suona anti-sonante, infondo non è che la sta uccidendo girandogli intorno, forse suonerebbe meglio "la minacciosa spirale"
     
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    Re Saggio

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    Mi permetto di citare Lee Jordan:

    TU CANAGLIA IMBROGLIONE!! TU SUDICIO IMPOSTORE BAST...!!

    Purtroppo non c'è altro.

    Ma sul serio, Hasidi, l'avevo detto che non mi piaceva per niente: Sarabi è inerme, Usiku è nello schifo fino al collo, anzi alla gola.

    E mo?
     
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    Gaoh, io a questo punto causarei un massacro
    (Perché la vita ha più gusto con un po' di morte XD)
    Ma credo che abbia altri piani quindi vediamo come prosegue
     
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211 replies since 23/11/2014, 18:47   4412 views
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