Tu non sei sola

primissima FF su Sarabi, sulla sua storia e sul suo passato

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    Bravo Cacciatore

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    Si ho già inteso...
    Ma non spoilero
     
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  2. Sarabi_ingonyama
     
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    *occhiata complice* ehehe...


    come sapete parto per quattro/cinque giorni e prima di partire volevo postare ancora un capitolo, ma prima...
    Aggiornamento significato nomi!!! <3
    DAIMA (leonessa) "sempre"
    DENI (sorella adottiva di Hasidi) "debito"
    AIBU (figlio di Habari) "vergogna"
    NZURI (leonessa) "bello"
    MBAYA (figlia di Deni) "male, cattivo"
    THANDO (figlio di Nzuri) "amore"
    JASIRI (leone) "coraggioso"
    KIUME (leone) "maschio"
    NYEUSI (leonessa) "nero"
    TOMBI (sorella di Kiume) "femmina"
    NI (figlio di Hasidi) "io sono"
    CHAKA (figlia di Daima) "via"
    HEWA (madre adottiva di Hasidi) "aria"
    SIFA (fratello adottivo di Hasidi) "traditore, esiliato"

    Edited by Sarabi_ingonyama - 26/12/2014, 19:57
     
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  3. Sarabi_ingonyama
     
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    Scusate il doppio post, ma era da un po' che non scrivevo un nuovo capitolo e volevo farlo prima dell'anno prossimo :3

    CAPITOLO 12 NUOVO MONDO

    Una nuova mattina alla Rupe dei Re: Sarabi osservava con attenzione tutta la routine quotidiana del Branco standosene distesa su di una roccia scaldata dal sole, sonnecchiando.
    Nonostante fossero passati più di due mesi dal suo arrivo nelle Terre del Branco, non si era ancora del tutto ripresa dalla malattia e le ferite bruciavano ancora molto. Ma la cosa più dolorosa era rimanere lì ferma a far nulla: Sarabi odiava essere un peso e cercava di aiutare il più possibile chi aveva bisogno di una zampa, ma nonostante questo il suo spirito guerriero le diceva di non farsi comandare da nessuno. Si sentiva un po' fuori luogo, ma lei era così, e se a loro non piaceva il suo carattere...se ne sarebbe fatta una ragione, ma non avrebbe mai cambiato idea.
    Sebbene vivesse e collaborasse con il resto del Branco, non era ancora così in confidenza con la sua nuova vita per accettare di essere sottomessa a qualcuno. Per fortuna, nè il Re né la Regina le avevano dato ordini da svolgere o avevano cercato di imporre la propria autorità su di lei, e di questo Sarabi era loro molto grata.
    Quando Re Ahadi ruggì dall'alto della Rupe, tutte le leonesse accorsero verso di lui, Sarabi seguì (a fatica, per via del dolore alle zampe) il loro esempio non perchè si sentisse in dovere di farlo, bensì per non essere scortese con i sovrani, e si avvicinò alla grande roccia.
    Tutto il Branco era riunito attorno alla coppia reale e ai due Principi.
    -Buongiorno, Sarabi.- la salutò la Regina.
    -Buongiorno, vostra maestà.- rispose lei con un inchino.
    -Hai dormito bene, stanotte?-
    In verità aveva dormito malissimo per via delle punture infette e del vento che aveva soffiato quella notte, per cui era tutta indolenzita, ma preferì non essere scortese.
    -Oh, sì, molto bene...-
    -Se vuoi, puoi dormire insieme a noi nella tana del Branco d'ora in poi. Sai, qui di notte spesso soffiano venti anche molto freddi e non vorrei che ti prendessi un accidente.- disse Uru sorridendo.
    Sarabi rimase molto colpita dalle quelle parole affettuose. Da tempo ormai non veniva trattata con gentilezza da qualcuno...
    -Mi farebbe davvero, davvero molto piacere, mia Regina. Grazie!-
    -Figurati! Ah, dimenticavo: dammi del "tu", mi fai sentire vecchia dandomi del "voi"...- rispose Uru, scoppiando in una risata compiaciuta. Poi si allontanò.
    Sarabi fu presto raggiunta dai due Principi, entrambi camminavano a testa alta verso di lei. Lanciavano occhiate ammalianti alle leonesse che li circondavano, che a loro volta commentavano ammirate il loro aspetto sottovoce.
    Mufasa e Taka erano tutti belli impettiti e il loro atteggiamento spavaldo attirava lo sguardo di molte femmine.
    Sarabi non riuscì a trattenere le risate quando, inciampando su un sasso, Mufasa si ribaltò e finì per terra ruzzolando, travolgendo anche Taka che camminava davanti a lui.
    Rotolarono giù per il piccolo sentiero che conduceva ai piedi della Rupe, finendo così perfettamente sotto le zampe di Sarabi:
    -Un portamento principesco, non c'è che dire...-
    Tutte le leonesse cominciarono a ridere fino a farsi venire le lacrime agli occhi:
    -Beh, che avete da guardare?! Non dovete andare a caccia??- Esclamò Taka scocciato.
    Così le leonesse si avviarono verso la savana selvaggia per cominciare la battuta; anche da lontano si potevano sentire i ridolini divertiti delle cacciatrici.
    Per un momento, Sarabi desiderò poter essere in grado di cacciare di nuovo. Le mancava quella libertà delle pianure sconfinate, quel brivido lungo la schiena quando tendeva un agguato ad una preda, l'orgoglio di aver abbattuto una gazzella con le sue sole forze...
    Per un attimo si lasciò andare e sognò ad occhi aperti, quando una dura realtà la scosse: non avrebbe mai cacciato per conto proprio, non finchè fosse rimasta nel branco. Il momento della caccia era quello in cui si poteva sfogare e finalmente correre un attimo via dalla vita quotidiana, ma al Branco non serviva una leonessa solitaria: serviva una cacciatrice che facesse lavoro di squadra. E lei non era quel tipo di leonessa.
    I pensieri di Sarabi tornarono ai due principi distesi ai suoi piedi, che bisticciavano come bambini per decidere di chi fosse la colpa di quella brutta gaffe.
    Con un leggero colpetto di tosse, la leonessa attirò l'attenzione dei due litiganti.
    -Oh, ehm, ciao, Sarabi! Ti senti meglio?- chiese Mufasa alla leonessa.
    -Io sto bene, ma non mi sembra che tuo fratello la pensi come me...-
    Il leone, infatti, era sdraiato sul corpo di Taka, che continuava a dimenarsi nel tentativo di disarcionare il fratello.
    -Ops! Scusa, Taka...stai bene?-
    -Sto sicuramente meglio così che con il tuo dolce peso sulla schiena...- ironizzò lui.
    Sarabi rise divertita per la prima volta dopo mesi.
    -Allora, cosa avete in mente di fare oggi?- chiese la leonessa.
    -Nostro padre ci ha promesso che avremmo fatto il pattugliamento mattutino assieme a lui, oggi- le rispose Mufasa -per cui non credo che potremmo passare molto tempo insieme, purtroppo...-
    -Peccato, mi sarebbe piaciuto vedere almeno un po' delle Terre del Branco, ma mi sa che dovrò rimandare il tour ad un altro momento...-
    -Tranquilla- intervenne Taka -conosco qualcuno che potrà accompagnarti dove vorrai, promesso!-
    Detto questo, il leone bronzeo si avviò in fretta verso la Rupe dei Re, seguito a ruota da Mufasa e dalla figlia di Erevu, che correva dietro ai Principi con un' andatura tutt'altro che veloce, maledicendo tutti i nidi di calabroni che si potessero trovare nella savana ed oltre.
    Finalmente giunsero in prossimità della roccia, che pareva scagliarsi in alto verso il cielo color zaffiro.
    Sarabi era stremata dalla fatica e, anche se avesse cercato di non darlo a vedere, Mufasa se ne accorse. Sapeva che non le sarebbe piaciuto, ma aveva bisogno di aiuto, così si avvicinò a lei e, senza tante cerimonie, se la caricò in spalle.
    Sarabi fu colta alla sprovvista quando, all'improvviso, sentì il corpo di Mufasa sollevarsi sotto di lei e trascinarla in alto.
    -Ehi!Che fai?-
    -Ti sto aiutando, no?- rispose il leone.
    -Ma di cosa stai parlando? Guarda che io non ho bisogno di niente e di nessuno!-
    A quel punto Taka si fermò e tornò indietro, fiancheggiando il fratello.
    -Come, no...si vede da lontano un miglio che non riusciresti a fare un passo di più...- aggiunse il principe scuro.
    -Ho detto di mettermi giù! Subito! É così che si tratta una...- Sarabi si zittì di colpo, sperando di non aver fatto un passo falso -...una giovane leonessa?- cercò di rimediare.
    Dagli sguardi sospettosi dei leoni dedusse di non essere stata molto convincente, ma per fortuna dei due approfondì l'argomento.
    -Se questo serve a salvarle una zampa, allora sì!- disse infine Mufasa.
    Sarabi tentò di scendere dimenandosi dalla schiena di Mufasa, ma Taka corse in aiuto del fratello e la costrinse a rimanere ferma dov'era, suscitando non pochi sbuffi di disapprovazione della leonessa.
    Arrivati appena sotto la Rupe, la figlia di Erevu scese dalla groppa del principe e si avviò da sola verso la grotta del branco, seguita da Taka e Mufasa.
    -C'è qualcuno?- chiese. La sua voce rimbombò per tutta la caverna, ma nessuna risposta.
    -Le leonesse sono tutte a caccia, a quest'ora.- esclamò una voce alle sue spalle -probabilmente non te lo hanno detto...-
    Una leonessa dal pelo beige e gli occhi color castagna si avvicinò a lei. Non aveva l'aria cattiva, anzi, sembrava molto ben disposta.
    -Tu devi essere la leonessa salvata dai due principi due mesi fa. Sarabi, vero?-
    La sua calma lasciava dedurre che fosse qualche mese più della principessa delle Terre dell'Ovest.
    -Esattamente.- rispose secca lei.
    Non voleva avere molti rapporti con le altre leonesse almeno finchè le ferite (quelle dello spirito, stavolta) non si fossero chiuse e trasformate in cicatici. Cicatrici che, comunque, sarebbero rimaste impresse nella sua anima per sempre.
    -Oh, vedo che hai già fatto conoscenza!- disse soddisfatto Mufasa, che intanto aveva raggiunto le due femmine.
    Sarabi squadrava la leonessa con aria diffidente, anche se qualcosa dentro di lei le diceva che non aveva niente da temere.
    -Sarabi, ho l'onore di presentarti Zingela, la nostra cacciatrice più abile.-
    -Piacere di conoscerti.- disse lei.
    La più giovane tra le due chinò il capo in segno di saluto.
    -Sarà la tua guida, oggi. Sei in buone mani.-
    Mufasa sorrise e detto questo si avviò verso la cima della Rupe, dove Ahadi aspettava entrambi i figli.
    Taka si era fermato davanti all'ingresso della grotta a guardare Zingela e Sarabi che discutevano sul da farsi.
    -Zingela!- chiamò infine lui. La preoccupazione nella sua voce era palpabile.
    La capo cacciatrice si accostò al principe e i due cominciarono a parlare sottovoce, cercando di non farsi sentire dagli altri.
    -Come sta lei?- chiese il leone.
    Zingela sospirò, affranta. -è agitata, ovviamente. Ma come biasimarla?-
    -Ma...ma avevi detto che...-
    -Sì, lo so, stava migliorando...ma non è ancora in grado di prendere qualcosa di sostanzioso...-
    I due si guardarono negli occhi, vedendo la loro tristezza riflessa nell'altro con la stessa intensità.
    -Taka, io so che ami quella leonessa quanto me, ma sono sicura che non verrà...-
    Il principe la fulminò con lo sguardo, zittendola.
    -Certo che non andrà in quel modo!-
    Taka si girò scocciato e se ne andò via facendo frustare la coda, agitato.
    La leonessa sospirò di nuovo e tornò dalla sua giovane amica, che la guardava un po' curiosa.
    -Allora...dove eravamo rimaste?-


    Come capitolo è un po' più...diciamo "fiacco" degli altri, ma bisogna andare avanti con la trama, no? Anche il prossimo non sarà un granché come azione, ma tra poco dovrei postarne uno un po'm più movimentato XD

    Edited by Sarabi_ingonyama - 8/1/2015, 14:03
     
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    Credo che si sia già capito chi è la leonessa...
    Comunque se un racconto fosse fatto solo di scene d'azione senza una trama dietro sarebbe un racconto senza senso (come i film di Micheal Bay)
    Quindi questi pezzi ogni tanto ci stanno.
     
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  5. Sarabi_ingonyama
     
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    ragazzi, scusate ma la FF procede a rilento. se tutto va bene, dovrei pubblicare il prossimo capitolo staser (spero) e mi dispiace per l'attesa.
    ultimamente sono molto impegnata e devo ancora scrivere i prossimi capitoli ^^, ma per consolazione (o forse no XD) vi dico già che il prossimo sarà...abbastanza lunghino :P
     
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    Fai pure con calma ;)
     
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  7. Sarabi_ingonyama
     
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    Oh, mamma, che fatica!! per fare questo capitolo, penso di aver sudato tutte le camicie del mio armadio (che tanto per sapere, non sono 7), ma ce l'ho fatta! Ho visto e rivisto il capitolo pure nei sogni, ma finalmente l'ho pubblicato!
    Enjoy it ;)


    I know there's something in the wake up of your smile,
    I get a notions from the look in your eyes,
    you've build a love but that love falls apart
    our little piece of a Heaven
    turns to dark
    Listen to your heart when he's calling for you,
    listen to your heart, there's nothing else you can do
    I don't know where you're going and I don't know why
    but listen to your heart
    before you tell him goodbye.



    CAPITOLO 13 LE FERITE SI RIAPRONO

    -Posso chiederti una cosa?- chiese Sarabi alla leonessa beige di fronte a lei.
    -Ma certo! Dimmi tutto ciò che vuoi.- disse Zingela gentilmente.
    -Vedi, Mufasa prima ha detto che tu sei la cacciatrice più brava del branco...-
    -Così dicono...-
    -...Allora perchè non sei a caccia con le altre?-
    A questa domanda Zingela si esibì in un largo sorriso e si sfiorò il ventre con una zampa.
    -Se fosse per me andrei pure, ma quel testardo del mio compagno non vuole che io corra pericoli nelle mie condizioni...-
    Sarabi ci mise un po' a capire cose la compagna volesse dire, poi gli occhi rossi si soffermarono sulla pancia prominente di Zingela e non riuscì a fare a meno di sorridere.
    -Andiamo?- la voce della leonessa richiamò la sua attenzione.
    -Oh sì, certo.-
    Il giro turistico durò più a meno un'ora, durante la quale le due esplorarono quasi tutta la zona circostante alla Rupe dei Re: piccoli boschetti di acacie ad ombrello adombravano rigogliose zolle di terreno, che sembravano fiorire nella savana come verdi boccioli, cascate d'acqua cristallina scrosciavano nel fitto delle macchie di vegetazione, campi immensi di spighe dorate risplendevano sotto la luce del sole potente.
    Sarabi rimase così affascinata da tutto ciò che vide, che chiese alla sua guida di poter ripetere la gita tutta daccapo. Nelle Terre dell'Ovest non c'erano posti come quelli dalla caduta di suo padre, il Re.
    -Mi dispiace molto, Sarabi- rispose Zingela dispiaciuta -ma oggi ho un appuntamento a cui non posso mancare...-
    -Di cosa si tratta, se posso chiedere?-
    -Oggi la mia sorellina intraprenderà la sua prima battuta di caccia in solitaria- disse la leonessa beige -ha chiesto se potevo venire a salutarla prima della sua partenza.-
    -Oh...-
    Dall'espressione spaesata di Sarabi, Zingela capì che lei non aveva la minima idea di che cosa stesse parlando, così rimediò con una veloce spiegazione:
    -Vedi, Sarabi, quando una leonessa raggiunge l'età adatta, che equivale circa alla tua, deve dimostrare al branco di meritarsi un posto fra le cacciatrici, allora deve intraprendere una battuta di caccia da sola e abbattere una preda prima del tramonto. Se non ci riesce, allora...- Zingela abbassò lo sguardo, affranta. -...Sarà esiliata dalle Terre del Branco. Per sempre.-
    La preoccupazione nella sua voce era così intensa che Sarabi si sentì invadere da una sorte di triste ansia, come se sapesse già che il finale della storia non avrà il lieto fine che avrebbe meritato.
    -Come se la cava con la caccia?-
    La leonessa beige sospirò:
    -Non bene. Anche da piccola non era portata per questo genere di cose. Lei è una leonessa in gamba, generosa e gentile, ma per quano riguarda la caccia...è proprio negata. Le prede sentono il rumore dei suoi passi ancora prima di vederla, spesso dimentica di avvicinarsi sottovento alla madria, che finisce per scappare...Io temo...temo che...-
    -Sono sicura che ce la farà.- la interruppe Sarabi, notando che per l'amica continuare il discorso stava diventando difficile.
    Zingela le rispose con un sorriso carico di malinconia -Lo spero tanto, mia cara, lo spero...-
    Le due leonesse smisero di discutere e tornarono con calma alla Rupe dei Re.
    Gran parte del branco era riunito attorno ad una leonessa elegante, ma il portamento lasciava dedurre che fosse ancora piuttosto giovane. Sarabi realizzò che doveva avere all'incirca la sua età. Anche se non la vedeva bene, poteva intravedere il colore crema chiarissimo del pelo della giovane riflettere i raggi solari, facendo splendere la leonessa d'argento.
    Ma la cosa che impressionò di più Sarabi furono i suoi occhi.
    Azzurri.
    Chiarissimi.
    Uguali a quelli di Usiku.
    Alla leonessa mancò il fiato per un istante, il suo cuore parve perdere un battito. Fulminei come lampi la folla dei ricordi di giorni passati assieme a lei apparvero davanti ai suoi occhi, perfettamente in ordine, attimo per attimo. Rivide lei insanguinata che lottava contro i calabroni che continuavano a pungerla. Sentì sulla pelle il suo profumo, così familiare e rassicurante. Ricordò quel giorno, nella grotta, quando capì che aveva trovato davvero qualcuno che l'amasse.
    Tu non sei sola. Queste parole continuavano a tormentarle la mente. I suoi pensieri erano tutti rivolti ad Usiku e non riusciva a togliersela dalla testa.
    Mai una tortura era stata così dolorosa come in quel momento.
    Si accorse di aver affondato gli artigli nel terreno con tale forza da aver lasciato dei grossi solchi profondi. Si teneva a malapena in equilibrio e sentiva le lacrime pungerle gli occhi cremisi.
    -Sarabi? Va tutto bene?-
    Non sentì neppure la voce di Zingela che la chiamava una prima volta.
    -Sarabi!-
    A quel punto la figlia di Erevu si girò verso l'altra femmina, che la fissava preoccupata.
    -Come ti senti? Stai male?-
    -Sto...sto bene.- mentì lei -ho solo bisogno di...riposo.-
    -Fa pure, non ti preoccupare. Sappi che se hai bisogno di qualcosa ci sono io.-
    -Grazie...- disse Sarabi con un sussurro mentre si avviava verso un punto non ben definito della savana.
    Sentiva dentro di lei una strana voglia, un'assoluto ed immediato bisogno di libertà. Dove le sue zampe la stessero portando, non importava, basta che fosse lontano da quegli occhi di ghiaccio.
    Prima di andarsene, diede un ultima occhiata prima a Zingela e poi alla leonessa chiara.
    -Come si chiama?- urlò.
    -Chi?- Zingela si girò verso di lei, guardandola dolcemente.
    -Tua sorella.-
    -Il suo nome è Sarafina.-

    Sulla cime della Rupe, due leoni osservavano la scena dall'alto. Non c'era traccia di felicità nei loro sguardi distanti, nonostante la giornata trascorsa assieme al padre fosse stata soddisfacente. Mufasa guardava avvilito l'orizzonte la sagoma di Sarabi allontanarsi a testa bassa verso il confine delle Terre del Branco. Forse stava tornando dal posto da cui era venuta, ma lui non sapeva dove fosse. Nessuno sapeva da dove fosse venuta. Dovunque lei stesse andando, voleva rincorrerla, fermarla e tenerla lì con loro. Tenerla lì con lui.
    [Perchè?]
    Il principe sospirò pesantemente scrollò le spalle, sperando di scrollare via anche tutto il resto.
    -Si è dipendenti da certi tipi di tristezza.- Mufasa riconobbe la voce.
    Taka era accanto a lui e guardava in basso, verso la base della Rupe. Anche se non poteva vederlo, sapeva bene che la sua mente era concentrata sulla leonessa chiara che salutava gioiosa le compagne di tana con fusa e manifestazioni d'affetto, cose che forse il leone scuro avrebbe voluto per sè.
    Mufasa si chiese quante cose il fratello teneva chiuse nel suo cuore, celate allo sguardo di tutti. Dubbi, incertezze, paure, emozioni, sentimenti...
    Forse avrebbe voluto urlare, chiedere perchè, scappare lontano. Probabilmente sì. Almeno, Mufasa lo avrebbe fatto, se solo avesse potuto.
    Ma Taka era fermo lì, lo sguardo puntato su Sarafina. Quando si girò verso di lui negli occhi smeraldo, duri come giade, vide una rassegnata disperazione.
    -Tornerà- disse Taka voltandosi e dirigendosi alla grotta.
    Mufasa guardò ancora una volta il mare di spighe e sabbia dorata che risplendevano alla luce del sole. Lei non c'era. Doveva togliersela dalla mente, o sarebbe rimasto a fissare l'orizzonte fino al suo ritorno. Sempre che fosse ammessa l'idea di un ritorno.
    ***
    I raggi del sole, quasi al culmine del cielo, le scottavano il pelo, ma lei non ci badava neppure. Fissava il terreno sabbioso con rabbia mescolata all'amarezza dei ricordi. Le zampe le facevano male e la pancia brontolava rumorosamente, gli occhi erano arrossati dalle lacrime che volevano scendere ma che non trovavano la forza di farlo.
    Un'odore familiare le inondò le narici, ma non poteva essere il suo. Lei era morta e doveva farsene una ragione. Sarabi scosse la testa cercando di togliersi quell'idea dalla testa, ma non se ne andava; il suo profumo dolce aleggiava nell'aria, trasportato dal vento caldo. Si lasciò trasportare per un attimo da quel calore che sentiva nel cuore, forse portato dal vento, forse frutto della sua mente.
    Sentiva il fruscio delle foglie mosse dalla corrente provenire dalla foresta, dove quella notte avevano dormito insieme per l'ultima volta.
    Raspò con gli artigli il terreno; dei segni del combattimento non c'era più traccia. Forse, pensò lei, non c'era neanche mai stato. Ma la chiazza scura di sangue rappreso sul terreno rimaneva ancora, indelebile nella terra e nella mente, così come il profumo di Usiku.
    Sarabi non sapeva perchè fosse tornata lì: aveva girato come una vagabonda per le Terre del Branco e si era ritrovata in quello spiazzo maledetto, dove due mesi prima aveva perso sua sorella, la sua migliore amica e anche un pezzo del suo cuore. Quegli occhi azzurri erano sempre stati presenti nella sua mente, ma con l'aiuto di Mufasa e Taka stava cominciando, provando a dimenticare.
    Come se fosse stato possibile.
    Anche se le stelle non erano visibili nel cielo turchino, Sarabi alzò gli occhi e cercò con lo sguardo un qualcosa perso nell'immensità. Una voce, un aiuto, un segno che le dicesse che davvero la sua famiglia la vegliava da lassù, ma nulla era mai arrivato in passato. Perché avrebbe dovuto succedere, allora?
    Sarabi cominciò a ruggire, a urlare e a gridare; piangeva, ma non se accorse neppure.
    -Perché mi avete abbandonato?! Cosa vi ho fatto io per meritarmi tutto ciò? Avevate promesso di stare sempre al mio fianco, che non ci saremmo mai lasciati!!! Erano tutte bugie?-
    Silenzio.
    Abbassò la testa, rassegnata. I singhiozzi la scuotevano tutta, con la coda tracciava dei segni sulla sabbia che scomparivano trascinati via dal vento.
    All'improvviso una fortissima folata d'aria fresca arrivata dall'Ovest la costrinse a piantare gli artigli nel terreno per reggersi in piedi e le zampe le tremavano dallo sforzo.
    La sabbia girava vorticosamente davanti a lei, dando origine a mulinelli e forme vaghe che si perdevano nell'aria. Proprio di fronte a lei, cominciarono a comparire due forme indistinte, che andarono via via a delinearsi: la sabbia aveva creato le sagome di due leoni, un maschio e una femmina, stretti l'uno all'altro in un tenero riquadro.
    Sarabi quasi perse la presa dallo stupore: suo padre e sua madre erano in piedi davanti a lei, i loro corpi e i loro lineamenti erano granelli di sabbia portati dal vento, ma erano lì, davanti a lei, e sorridevano.
    -Tu non sei sola, Sarabi-
    La voce del padre appariva distante, ma la leonessa la sentì rimbombare cento volte più forte nel suo cuore.
    Avrebbe tanto voluto rispondere, ma lo stupore le bloccava le parole in gola.
    Elanna, la cui sagoma si perdeva nel vento, continuò a sorridere.
    -Tuo padre ed io vegliamo su di voi, da lassù. Sii forte, piccola mia.- la sua voce era calma e dolce come il miele. Era la prima volta che udiva la voce della madre. Si chiese se non fosse stata anche l'ultima.
    D'un tratto si rese conto del vero significato di quelle parole.
    -Come su di noi? Io e chi?- la fatica per sovrastare l'ululato della tempesta era notevole.
    I genitori la guardarono amorevolmente e Sarabi sentì le loro fusa anche con quel vento burrascoso; poi, le due figure svanirono nell'aria e i granelli che le componevano caddero a terra come se nulla fosse successo.
    La tempesta di sabbia ed il vento impetuoso scomparvero all'improvviso come erano comparsi, lasciando Sarabi confusa e profondamente scossa. Chi stavano proteggendo i suoi genitori oltre a lei? Perchè le dicevano di non temere quando tutto il suo mondo le sembrava ormai crollato?
    Abbassò lo sguardo, afflitta. Sotto le sue zampe, un piccolo arbusto verde emergeva da quella chiazza scura; era sgargiante e balzava all'occhio, quasi volesse dire: "Eccomi, sono qui! Guardate come sono bello!".
    Si vedeva così bene perchè, a parte il nero del sangue rappreso, non c'era nulla attorno a lui.
    Nulla.
    Neppure il corpo di Usiku.
    Una gioia incredibile e immensa la invase; aveva addirittura paura di non riuscire a trattenerla nel pelo.
    Poteva essere viva. Forse lo era davvero.
    La Rupe dei Re appariva in lontananza, solitaria e algida come sempre. Ma stavolta, a Sarabi non sembrava più un luogo di dolore e ricordi sfumati, no! Ora pareva una casa. La sua casa. E come ad ogni casa ci si fa ritorno.


    Dato che ci ho messo tutto l'impegno possibile e immaginabile se si pensa che ho avuto pochissimo tempo per farlo, vorrei sapere da più gente possibile che cosa ne pensate. sul serio. niente smancerie o cose simili se non vi è piaciuta :P
     
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    Con tutta la sincerità possibile, mi è piaciuto.
    Io non sono un granché con i i commenti (XD) quindi posso solo dire che le descrizioni sono fatte bene e che sai trasmettere bene l'emozioni dei personaggi (e ci riesci con un soggetto che odia le smancinerie o cose troppo sentimentali XD)
     
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    Molto bello. Zingela mi piace come personaggio, e il fatto che sia sorella di Sarafina non fa che contribuire.
    E Sarabi, nessuno di noi è mai completamente solo. Ora hai anche Mufasa.

    Davvero ottimo. Keep up the good work! ;)
     
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  10. Sarabi_ingonyama
     
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    grazie, sono davvero felice che vi piaccia :D ogni commento è sempre ben gradito e le critiche sono sempre accettate XD
     
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  11. Giulia dans le noir
     
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    Buongiorno e buon anno!La tua storia è sempre più interessante e i tuoi personaggi superbi. Mi piace il tuo modo di scrivere pulito, corretto, chiaro.
    La vita che si respira nella Terra del Branco che descrivi è curiosa e divertente e riflette quella che si sente nel film.
    Taka è dolcissimo! Ha il suo carattere, è vero, ma non sembra proprio avere nulla a che fare con lo Scar del film. Vedremo come andrà.
    Sono curiosa di conoscere il significato della visione di Sarabi e a chi i "fantasmi" dei suoi genitori si riferiscono, oltre che di conoscere lo sviluppo del personaggio di Zingela.

    Una cosa non mi torna. Nel penultimo capitolo, all'inizio dici che "nonostante fossero passati più di due mesi dal suo arrivo nelle Terre del Branco, non si era ancora del tutto ripresa dalla malattia e le ferite bruciavano ancora molto" e poi, quando presenti Zingela, le fai dire: "-Tu devi essere la nuova leonessa, quella salvata dai due principi circa una settimana fa."

    Quindi non capisco quando è arrivata Sarabi nelle Terre del Branco (forse ho dimenticato che ci è arrivata ben prima di essere trovata da Taka e Mufasa).

    Ancora complimenti e buona giornata!
     
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  12. Sarabi_ingonyama
     
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    Ooops! mea culpa ^^' correggo subito ><
    è proprio un erroraccio
     
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  13. Sarabi_ingonyama
     
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    Salve gente! Ecco qua un nuovo capitolo fresco fresco di computer, spero vi piaccia ;)
    Enjoy it XD

    CAPITOLO 14 LA CACCIA

    Correva da tempo ormai: le zampe le bruciavano e sentiva i muscoli tirati per lo sforzo contrarsi ad ogni movimento. Teneva lo sguardo fisso sulla sagoma ormai nitida della maestosa Rupe dei Re, che usava come punto di riferimento per orientarsi in mezzo a quella pianura sconfinata di rocce e spighe dorate che la avvolgeva in un panorama mozzafiato. Grazie al colore del suo manto, Sarabi si mimetizzava nell'erba secca alla perfezione; in più era sottovento, per cui neppure la preda più sveglia avrebbe potuto accorgersi della sua presenza. Un sonoro brontolìo della pancia le ricordò per l'ennesima volta quanto fosse affamata. Era dal giorno precedente che non faceva un pasto degno di questo nome, così abbandonò la pista per cercare qualcosa di sostanzioso da mettere sotto i denti.
    Le ci volle circa un'ora per rintracciare quello di cui aveva bisogno: una mandria di gnu pascolava placida nella pianura, una ventina di membri tutti intenti a brucare che non si erano accorti della predatrice, nascosta nell'erba alta. Sarabi si avvicinò di soppiatto, mettendo in pratica tutto ciò che aveva imparato nella sua vita da semi-solitaria nelle Terre dell'Ovest.
    Tutto era pronto e la leonessa stava per attaccare quando un movimento tra le sterpaglie provocò un fastidioso fruscìo, mettendo in allerta le facili prede e mettendole in fuga.
    Maledicendo chiunque avesse fatto quel rumore, Sarabi si lanciò all'inseguimento, puntando ad un maschio adulto che zoppicava vistosamente in fondo alla mandria, abbandonato dai compagni e lasciato al suo destino. Nonostante la bestia fosse svantaggiata rispetto alla sua predatrice, non intendeva arrendersi senza lottare. Sarabi afferrò lo gnu per le cosce, facendolo cadere a terra e finendolo con un potente morso alla gola, dissanguando vivo l'animale. La bestia l'aveva colpita con uno zoccolo sulla tempia come ultimo tentativo di difesa, procurandole un profondo taglio all'altezza della tempia.
    Senza badarci troppo, la leonessa si concentrò sul suo bottino di caccia e cominciò a sfamarsi.
    Il suo pranzo, però, fu interrotto da un rumore di erba calpestata a pochi metri da lei e dalla sua preda. Sarabi si mise in posizione d'attacco, decisa a proteggere la carcassa da altri predatori mangiatori di carogne che potevano tenderle con facilità un agguato in quella pianura desolata. Il misterioso nemico continuava ad avanzare fra l'erba e la leonessa cominciò a ringhiare in segno di avvertimento, ma l'altro pareva non avere intenzione di fermarsi. Sarabi riuscì ad intuire dall'odore che si trattava probabilmente di un suo simile, per di più proveniente dalle Terre del Branco. Si rilassò leggermente, tenendo però gli artigli sguainati nel caso la compagnia si fosse rivelata poco piacevole.
    -Chi sei, tu? Fatti avanti- ringhiò nervosa.
    Dalla macchia di paglia giallastra uscì timidamente una leonessa chiara, con il manto color del grano e gli occhi turchesi come il fondo di una pozza d'acqua limpida. Era meravigliosa: elegante, slanciata, le zampe lunghe e affusolate. Teneva lo sguardo fisso a terra, come una cucciola che aspetta di essere sgridata dalla madre. Sarabi si chiese se davvero incuteva così tanto timore. Si rese conto che in confronto alla leonessa sconosciuta lei era proprio impresentabile: il pelo sporco e trascurato, i muscoli guizzavano sinuosi sotto la pelle strappata e lacerata dalle spine delle erbacce della savana, gli occhi rossi e paonazzi per la corsa praticamente fuori dalle orbite. Insomma, non era un gran bello spettacolo.
    La giovane non parve farci caso e si avvicinò a Sarabi con un sorriso gentile sulle labbra. Aveva l'impressione di aver già visto quella leonessa da qualche parte...
    Un flashback la riportò indietro a quella mattina, quando quella stessa leonessa che stava di fronte a leiera in partenza per la suo prima caccia.
    [Sarafina...]
    -Uao! Sei stata fortissima! Quello gnu era enorme!- l'espressione sul volto di Sarafina era di vero stupore e ammirazione.
    -Anni di pratica.- rispose con un borbottìo scocciato la figlia di Erevu, gettandosi nuovamente con voracità sulla preda.
    -Tu devi essere Sarabi, vero? Piacere, io mi chiamo...-
    -Sì, lo so come ti chiami, Sarafina. Il piacere è tutto tuo.-
    La leonessa abbassò le orecchie, delusa dalla risposta acida della compagna.
    A Sarabi, in qualche modo, quella tizia ricordava Usiku: dolce, un po' timida ma tenace. Quegli occhi azzurri, poi, erano identici a quelli di sua sorella. Sarabi si chiese quando mai l'avrebbe rivista: non se, quando, perché ormai era certa che fosse ancora viva. Se fosse stato diversamente, allora sul luogo della lotta avrebbe dovuto esserci il suo corpo, o almeno ciò che ne era rimasto, invece non c'era nulla.
    Sarabi squadrò di nuovo dall'alto al basso la leonessa chiara per cercare di dedurre l'esito della prima caccia. Non c'erano segni né di inseguimento né tanto meno di sangue attorno alla bocca, cosa che avrebbe dovuto essere presente nel caso avesse abbattuto una preda. Evidentemente non era andata molto bene.
    -Ancora nulla?-
    Sarafina scosse la testa sconsolata. Tutta la gioia di qualche minuto prima era scomparsa e aveva lasciato posto ad un'evidente preoccupazione.
    Il sole stava già cominciando a tramontare all'orizzonte e la leonessa era ancora a mani vuote. Tornare alla Rupe senza prede, voleva dire essere esiliati a vita nelle Terre di Nessuno, dove ogni forma di vita è inesistente, o quasi. Sarebbe stata meglio la morte.
    Un raggio colpì Sarafina negli occhi, facendola tornare alla dura realtà dei fatti.
    -Oh, no! Il sole sta già tramontando!- dagli occhi uscirono delle piccole goccioline argentate che riflettevano la luce arancione del vespro -come faccio, adesso?-
    A Sarabi fischiarono le orecchie a sentire tutte quelle lagne, ma non potè fare a meno di sentirsi in pena per la giovane compagna.
    Sarafina si asciugò le lacrime con una zampa e la sbattè a terra con forza, poi superò Sarabi stringendo i denti per non piangere.
    -Dove stai andando?-
    -A Nord, verso le Terre di Nessuno.- biascicò Sarafina.
    -E cii stai andando...di tua spontanea volontà?? Ma sei impazzita?!- Sarabi cominciò a perdere la pazienza.
    -Non ho altra scelta! Se torno nelle Terre del Branco verrò esiliata e sorella sarà declassata da capo cacciatrice perchè la colpa verrebbe attribuita a lei, in caso di mio fallimento. Preferisco morire piuttosto di vedere il mio nome oltraggiato e disonorato in questa maniera. Dì agli altri che sono rimasta coinvolta in un incidente fatale con qualche bestia, o che un ramo mi ha spezzato la schiena mentre inseguivo la preda, ma fa in modo che io venga ricordata, ti prego.-
    Quell'orgoglio sproporzionato e quell'amore per la sua famiglia stupirono molto la leonessa color sabbia e si ritrovò a pensare che, dopotutto, loro due non erano poi così diverse.
    Guardò la carcassa dello gnu distesa nella polvere dietro di lei e nella sua mente da cacciatrice esperta si fece largo una strana e pericolosa idea, rischiosa ma necessaria.
    -Sarafina!- ruggì Sarabi -ho una proposta da farti...
    ***
    Zingela era distesa su una roccia calda, accanto a tutte le altre leonesse del branco. Sulla cima della Rupe, il Re e la Regina guardavano attenti verso il basso, in attesa del ritorno della neo-cacciatrice. Il principe Mufasa era sdraiato all'entrata della caverna reale, lo sguardo malinconico puntava a terra e spesso si lasciava sfuggire dei pesanti sospiri. Taka camminava nervoso avanti e indietro su un piccolo tracciato ormai molto più marcato di prima alla base della Rupe.
    Anche se cercava di nasconderlo, Zingela era incredibilmente tesa. Il sole era ormai giunto allo zenit e di sua sorella nemmeno l'ombra. Un brivido gelido le percorse tutta la schiena, ma la leonessa scrollò la testa nella speranza di scacciarlo via.
    Finalmente, una sagoma familiare si avvicinò a loro e trascinava qualcosa con sè, una carcassa abbastanza grande da poter sfamare un intero gruppo di leonesse affamate.
    Trascinandosi con fatica per via del pancione, Zingela corse ad abbracciare la sorella con le lacrime agli occhi dalla felicità. Sarafina stringeva fra fauci un grosso gnu e lo esibiva orgogliosa a tutte le compagne che erano venute a complimentarsi per la battuta di caccia. La leonessa beige era colma di orgoglio come mai prima di allora mentre osservava la sorellina trionfante sopra la carcassa.
    Ahadi scese dalla cima della Rupe, seguito a ruota da Uru e Taka, che si era già precipitato a salutare l'amica. Ruggendo per richiamare l'attenzione, il Re cominciò il rito di inizazione per la giovane cacciatrice.
    -Sarafina, i grandi Re del Passato hanno benedetto la tua caccia, donandoti una preda sana e abbondante.
    Hai chiesto di meritare fiducia e il Branco te ne darà.-
    A quel punto, da un albero lì accanto, scese un babbuino, reggendo fra le zampe un bastone dal quale pendevano dei frutti esotici e misteriosi. Lo sciamano si mise di fronte a Sarafina, annusando l'aria con aria quasi mistica, poi ruppe un frutto e ne fece uscire il succo rosso.
    -Nyekundu jasiri.- disse la scimmia, tracciando una linea purpurea orizzontale sulla fronte della leonessa.
    -Nyekundu jasiri, rosso coraggio.- disse solennemente Ahadi.
    Rafiki prese ancora un po' di quel succo rosso e lo unì alla polvere, creando un miscuglio scuro che spalmò con le dita sulle guance di Sarafina.
    -Nyeusi kiburi-
    -Nyeusi kiburi. Nero orgoglio.-
    La scimmia prese infine le fogli di quei frutti e le passò con forza sul mento e sul naso chiaro della giovane.
    -Kijani matumaini.-
    -Kijani matumaini. Verde speranza. Questi sono i doni che i nostri antenati ti hanno dato, ora, mettili a frutto.-
    Il maestoso leone ruggì per primo, sollevando un coro di leonesse che risposero dicendo:
    -Fathse leso lea halalela! La terra dei nostri antenati è sacra!-
    Quando tutti fecero finalmente silenzio, Sarafina, con il volto dipinto dei tre colori a lei assegnati, salì sul corpo dello gnu deceduto e ruggì con potenza, proclamando la sua vittoria.
    Intanto le stelle brillavano in cielo luminose
    ***
    Sarabi guardava quei puntini luminosi splendere nel cielo buio. Erano così luminosi e intensi da poter pensare che sarebbe bastato allungare la zampa per toccarli.
    Così vicini eppure così lontani.Era una cattiveria fare delle cose così belle e poi allontanarle da tutti affinchè nessuno potesse tenerle per sè e ammirale come avrebbero meritato.
    Un rumore di zampe dietro di lei la distolse dai suoi pensieri.
    -Non dovresti essere alla cerimonia in questo momento, Mufasa?-
    Il grande leone dalla criniera rossa si sedette tranquillo accanto all'amica, fissando il cielo,
    -La cerimonia è già finita. Sarafina sta festeggiando con le sue compagne nella tana. Anzi, probabilmente sta già dormendo.-
    -È andata bene?-
    -Direi proprio di sì.-
    Sarabi sospirò sollevata. Almeno qualcosa in quella giornata era andato per il verso giusto.
    Mufasa sorrise e i suoi occhi brillarono per l'emozione. Non dissero nulla, ma il loro silenzio era perfetto. Le parole erano superflue per lui, bastava stare accanto a lei per sentirsi in paradiso.
    -Non l'ha preso Sarafina lo gnu, vero?-
    La leonessa lo guardò e nel suo sguardo il principe colse un guizzo di divertimento.
    -No. Non proprio.-
    Mufasa lo sapeva già. La bestia era troppo grande e Sarafina troppo inesperta per una preda simile. Inoltre la carcassa era impregnata dell'odore di Sarabi.
    Quel profumo era irresistibile per lui, come i luoghi misteriosi e selvaggi della notte.
    Avrebbe potuto rimanere lì a fissarla per tutta la notte mentre la luna le illuminava il manto sporco e arruffato, ma anche così era magnifica.
    Più selvaggia del vento nel deserto, più impetuosa del tuono sopra la terra, più splendente del sole di mezzogiorno.
    A lui piaceva così. Misteriosa, sensibile, scorbutica a volte.
    Le zampe gli fremettero e resistette all'impulso di strofinarsi sul suo petto morbido e fare le fusa come un micio innamorato per un pelo.
    -Secondo te cosa sono quei pallini luminosi lassù?- indicò Sarabi.
    -Mio padre dice sempre che sono i grandi Re del Passato ci guardano e ci proteggono da lassù. Loro splendono e ci indicano la via giusta, ma non sempre la seguiamo. A volte sbagliamo e finiamo per pentircene, o per fare cose che vanno contro tutto ciò che è giusto.-
    -E perchè non ci impediscono di farlo?-
    -Beh, questo è il bello. Perchè siamo liberi di fare le nostre scelte.-
    Sarabi sorrise e a Mufasa parve crollare il mondo addosso.
    -Secondo te c'è anche la mia famiglia, lassù?-
    Il volto della leonessa diventò più malinconico e gli occhi si fecero tristi.
    Mufasa adocchiò due stelle vicine, che brillavano con grande intensità:
    -Certo, non li vedi? Quelli sono i tuoi genitori. Sorridono, vedi? Sorridi anche tu, dai...-
    L'ultima frase suonò più come una supplica che come un incoraggiamento.
    -E mia sorella?-
    Il principe si diede da fare per trovare una stella abbastanza riconoscibile da identificare, ma non ce ne era nessuna.
    -Mi dispiace...i-io non la vedo...-
    Inaspettatamente, Sarabi sorrise e si alzò, sembrava scoppiare di felicità.
    -Era proprio quello che volevo sapere!-
    Si girò e fece per andarsene, ma all'ultimo secondo tornò indietro e leccò affettuosamente la guancia di Mufasa.
    -Grazie.- gli sussurrò in un orecchio la leonessa.
    Il leone ebbe un brivido lungo la schiena e si voltò giusto in tempo per vedere il corpo snello di Sarabi scomparire nella notte, avvolta nell'oscurità.

    Edited by Sarabi_ingonyama - 26/1/2015, 20:49
     
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    Bravo Cacciatore

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    Pezzo bello :)
    Come già detto non so che altro dirti perché non sono bravissimo con i commenti XD.
    Immagino che Taka abbia una cotta per Serafina, la domanda è, lei ricambia?
     
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  15. Giulia dans le noir
     
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    Gran bel pezzo! :) Forse il migliore di quelli che hai scritto.
    Mi piace l'idea della prima caccia come rituale di iniziazione e di riconoscimento all'interno del branco, concetto che un po' trapela dalla prima caccia di Kiara ma che tu hai meglio caratterizzato e a cui hai dato un tono sacale e di rito che ben gli si addice.
    In questo capitolo, finalmente, anche, sono riuscita a provare tenerezza per Mufasa (che è un personaggio che tende ad indispormi, nel film come in tutte le fic che ho letto) e per il suo essere invaghito di Sarabi.
    E Sarabi! In questo capitolo è a dir poco splendida.
    Come ho già detto apprezzo la tua scrittura lineare, chiara e corretta.
    Brava! Buona giornata e buon proseguio
     
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211 replies since 23/11/2014, 18:47   4430 views
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