Tu non sei sola

primissima FF su Sarabi, sulla sua storia e sul suo passato

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  1. Sarabi_ingonyama
     
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    CAPITOLO 10 NESSUNO è MAI PRONTO



    "Quello che ha davanti agli occhi, lo vedi.
    Quello che hai dietro le spalle no.
    Ma quando il terreno il terreno ti crolla sotto le zampe è ora di decidere:
    Tornare indietro?
    Andare avanti?
    Sbrigati, perchè stai già precipitando"



    Era sempre lì, non si muoveva da tre giorni ormai. Sembrava che la voglia di vivere l'avesse abbandonata. Il suo sguardo vagava per ore all'orizzonte, fisso nel vuoto, attendendo un segno, un qualcosa che le desse di nuovo la forza di un tempo. Cercando la sagoma di sua sorella che camminasse verso di lei.
    Tutti, nel branco, avevano provato a parlarle, a darle conforto, a chiederle il suo nome e la sua storia.
    Niente. Non aveva proferito parola neanche sotto minaccia.
    Il Re e la Regina Uru avevano cercato di fare conversazione con lei, senza ottenere nulla più che qualche occhiata di traverso.
    Anche Taka era uscito dalla sua grotta solitaria, ma il risultato era sempre lo stesso.
    Solo uno non era andato a trovare la leonessa solitaria. Preferiva vederla morta che in quelle condizioni.
    La vedeva ogni giorno sempre più afflitta, sempre meno presente. Non poteva continuare così.
    La depressione è dura. Niente volontà. Zero voglia di vivere. Nessuno sforzo per restare aggrappati a quel po' di vita che ti rimane, sperando solo di morire al più presto. Non conta più il quando, il dove, se sei circondato dalle persone che ami o da i tuoi più grandi nemici, se te ne andrai in pace o in agonia. Attendi la morte. E speri che si sbrighi.
    Mufasa rubò di nascosto una coscia di zebra alle leonessa appena tornate dalla caccia, sperando di non farsi vedere (soprattutto da sua madre, sennò sarebbero stati guai seri) e lo trascinò fin sotto l'albero dove si trovava la leonessa.
    -Ecco, tieni. È per te.- disse lui, lanciandole la carne proprio sotto il naso.
    Sarabi si girò un momento, guardò prima il cosciotto e poi Mufasa, per poi voltarsi e fissare nuovamente il vuoto.
    -Prego, non c'è di ché...- sbuffò il leone.
    Passarono alcuni minuti di silenzio imbarazzante, poi il principe tentò ancora di rompere il ghiaccio.
    -Sai, ti credevo una leonessa coraggiosa. Pensavo che dopo tutto quello che hai passato, avresti capito che c'è qualcosa per cui siamo venuti al mondo, e di sicuro quel motivo non è quello di soffrire e basta. Ma a te sembra non importi nulla, ormai...- la voce di Mufasa era ricca di frustrazione e delusione -Ti stai lasciando andare, stai morendo per niente, ma la verità è che hai solo paura...-
    Detto questo si alzò e fece per andarsene.
    -Questo non è vero.-
    -Cosa?-
    In meno di un secondo, Mufasa si trovò disteso a terra. Sopra di lui, la leonessa lo fissava con occhi di fuoco. Era la prima volta che li vedeva da così vicino, anche se avrebbe preferito ammirarli in un momento un po' più consono.
    -IO NON HO PAURA!!! Come puoi dirmi chi sono se non conosci né il nome, né da dove vengo?! Non sai che sono e neppure cosa ho passato, ma posso assicurarti che io non ho paura di morire!-
    -Lo so che non hai paura di morire. Tu hai paura di vivere!-
    L'esclamazione del leone la lasciò senza fiato. Era vero, ma non voleva darlo a vedere.
    -Bugiardo!-
    -Ah, si? Allora dimostramelo! Mostrami chi sei veramente, che non ha paura di vivere e di affrontare un nuovo giorno! Se non vuoi farlo per me, allora fallo per tua sorella: non credo che lei volesse vederti fare questa fine...-
    Mufasa si liberò di Sarabi e se ne andò via scocciato.
    La leonessa non potè vedere la soddisfazione negli occhi del principe: era riuscito nel suo intento e ora lei si sarebbe data da fare per vivere al meglio delle sue possibilità. La rabbia è un'arma potente, ma anche estremamente pericolosa.
    Sarabi lo guardò allontanarsi e riflettè su ciò che il leone le aveva detto. No, non poteva lasciarsi andare così: doveva ricordare il suo passato, ma anche affrontare il futuro. In fondo lei era Sarabi, figlia del Re delle Terre dell'Ovest e ora...erede al trono di suo padre.
    Le ci volle qualche secondo per rendersi conto di ciò che era diventata: una principessa.
    [Non sono in grado di mantenere mia sorella in vita, figuriamoci un intero regno...] pensò [Nessuno lì mi ha mai voluto davvero. Anche se tornassi indietro, mi accetterebbero? No, non penso.] Cominciò a correre verso Mufasa.
    [Ora le Terre dell'Ovest appartengono al passato.]
    -Ehi...aspettate!-
    Sarabi cominciò a correre e ben presto raggiunse Mufasa, che attendeva solo il suo arrivo.
    -Oh, sei tu...come mai qui?- disse lui, fingendosi sorpreso.
    -Beh, caro principe...non dovevo dimostrarle quanto valgo?-
    Mufasa sorrise e con lui anche Sarabi.
    -Se vuoi seguirmi, allora, ti posso condurre alla Rupe dei Re, la tua nuova casa. Sempre che tu voglia restare...-
    -Grazie, vostra altezza, accetto volentieri.-
    Il leone dorato sorrise.
    -Mufasa.-
    -Come, scusi?-
    -È il mio nome: Mufasa. Per favore, non chiamarmi "altezza" o chessò io...chiamami solo Mufasa. Vorrei che tu mi apprezzasti solo per il mio carattere, non per i miei titoli, d'accordo?-
    -Va bene.- rispose Sarabi, felice della sua richiesta -Completamente d'accordo.-
    -E invece tu sei..?-
    -Oh, ehm, scusa...mi chiamo Sarabi, molto piacere.-
    -Bellissimo nome.-
    -Grazie...- Sarabi arrossì lievemente.
    I due passeggiarono per un po' verso la Rupe dei Re e Mufasa approfittò di quel tempo per farsi dire in che modo lei si fosse ritrovata in quella triste situazione.
    -Oh...mi dispiace molto.- disse dispiaciuto alla fine del racconto.
    -Anche a me...- lo sguardo della leonessa puntò per terra, nel tentativo di nascondere la propria tristezza.
    All'orizzonte la sagoma della roccia si scagliava in alto verso il cielo tinto di rosso e arancio per via del sole, che ormai era giunto allo zenit.
    Il loro arrivo fu accolto da una moltitudine di leonesse curiose di conoscere Sarabi, che si rifugiò istintivamente dietro Mufasa, pur mantenendo il suo atteggiamento fiero e combattivo di sempre.
    Al suo passaggio seguivano molti commenti relativi alla sua bellezza ed eleganza, di un canone diverso rispetto a quelli degli abitanti delle Terre del Branco.
    Arrivata al cospetto del Re e della Regina s'inchinò e rese loro un saluto educato.
    -Siamo felici di vederti qui con noi.- disse cordialmente Uru.
    -Il Principe Mufasa è molto bravo a far ragionare le donzelle.-
    -O a farle arrabbiare...- le sussurrò lui in un orecchio, facendola sorridere.
    -Spero che tu ti voglia trattenere con noi per...diciamo, a tempo indeterminato.- aggiunse il Re.
    -Ne sarei più che felice, vostra maestà.-
    -Magari, nei prossimi giorni, avremo occasione di conoscerti meglio.- continuò Uru
    -Certamente, mia Regina.-
    Intanto, di soppiatto, una figura si avvicinò alla famiglia Reale.
    -Oh, ben arrivato, Taka. Ho l'onore di presentarti la leonessa che tu e Mufasa avete trovato tre giorni addietro.-
    -Piacere, il mio nome è Taka-
    -Salve, principe. Io sono Sarabi.-
    -Incantato...-
    Nonostante tutto, Taka dovette ammettere che la leonessa non era niente male. La osservò per qualche secondo, poi si isolò nuovamente nella grotta, aspettando con paura i giorni seguenti. La sua caccia era vicina.
    Sarabi si congedò gentilmente con i due principi e la coppia regnante, si sdraiò sotto un'albero e passò lì la notte. Dall'alto, le stelle la guardavano e con loro anche la sua famiglia.


    O forse no?
     
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