Tu non sei sola

primissima FF su Sarabi, sulla sua storia e sul suo passato

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  1. Sarabi_ingonyama
     
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    CAPITOLO 7.2 VENDETTA

    -Mamma! Mamma! Hai visto le cuginette, per caso?-
    -No, Aibu...Ma sono sicura che fra poco saranno qui, sta tranquillo piccolo mio!-
    -Mmh...va bene! Io vado a giocare con Mbaya e Thando. A dopo!-
    Habari guardò il figlio allontanarsi e uscire in direzione degli amici, che si trovavano presso una conca vuota, il residuo di un profondo stagno, forse. Era un posto pericoloso, anche perchè le rocce sul fondo erano taglienti e affilate, ma i cuccioli del suo branco erano sempre stati molto coscienziosi sui pericoli del territorio. Si voltò ad ammirare preoccupata il sole nascente.
    [Chissà dove sono finite, quelle due...spero non sia successo loro nulla di grave!]
    La leonessa sospirò e appoggiò la testa sulle zampe, sconsolata.
    -Non essere in pena, Habari.- disse una leonessa dal manto chiaro accanto a lei -Usiku e Sarabi saranno di ritorno presto.
    -Spero che quello che dici sia vero, Nzuri.-
    Le due si sorrisero a vicenda.
    -Hai per caso visto mio figlio qui in giro?- chiese Nzuri.
    -Certo! È nel fondo della grotta con Aibu e tra poco dovrebbero arrivare anche Deni e Mbaya. Eccole!-
    Infatti, a quelle parole, due leonesse (una adulta e una cucciolotta) fecero il loro ingresso da un'entrata secondaria della grotta. La piccola si diresse subito verso gli altri giovani compagni, mentre la madre si sedette affianco alle amiche, che la salutarono gioiose:
    -Ciao Deni!-
    -Salve Habari, buongiorno Nzuri. Mattiniere, oggi?-
    -Non me ne parlare...- rispose esasperata Nzuri, portandosi una zampa sulla fronte con fare sconsolato -oggi Thando si è svegliato cinque ore prima dell'alba perchè voleva andare a bere, poi a mangiare, poi...non lo so, devo essermi addormentata...-
    La frase suscitò l'ilarità generale del branco. Da tempo, ormai, tutto andava per il meglio in quelle terre: la carestia stava finendo, l'erba ricominciava a crescere rigogliosa e le mandrie stavano tornando a pascolare nella savana, proprio come un tempo. Il Branco era in pace con gli altri regni e nessuno minacciava di rompere quel delicato equilibrio.
    -Deni; io, Nzuri e le altre dobbiamo andare a caccia ora. Rimarresti qui a badare ai cuccioli?- sospirò Habari
    -D'accordo, a patto che il turno pomeridiano di baby-sitting lo facciate voi, però.- rispose sarcastica l'altra.
    La capo branco annuì divertita, poi si voltò e invitò Nzuri a seguirla per l'appello giornaliero.
    Habari si alzò e con un ruggito chiamò a raccolta le leonesse per dare inizio alla battuta di caccia mattutina.
    -Sabini, Chozi, Xolo, Venite! È ora di andare-
    Al suo richiamo, le tre leonesse scattarono verso di lei, seguite da un'altra ventina di compagne.
    Appena prima di uscire, Habari si diresse verso un angolo in disparte della caverna, dove una leonessa dal manto biondissimo stava facendo il bagnetto al suo piccolo, nato da pochi giorni. Vedendola arrivare, la madre del cucciolo alzò il muso e salutò la leonessa con un cenno del capo.
    -Buongiorno Habari. State andando a caccia?- chiese lei.
    -Ciao Daima. Sì, stavamo partendo proprio in questo momento. Ti va di partecipare, oggi?-
    Daima fissò per un attimo Habari con gli occhi stracolmi di felicità, ma subito dopo abbassò lo sguardo sul sulla piccola creatura che giocava fra le sue zampe, incerta sul da farsi.
    -Vorrei tanto, Habari, ma devo badare a Chaka...-
    -Non preoccuparti: questa mattina Deni terrà i nostri cuccioli mentre noi siamo fuori, sarà felice di badare anche al tuo per qualche ora.- sorrise la leonessa dal manto grigio.
    Daima la guardò riconoscente, poi prese dolcemente la sua palla di pelo bianca fra le fauci e la consegnò alla compagna, che finì il lavoro di pulizia al posto suo.
    Poi, sorridente, si avviò con le altre verso l'uscita.
    Deni restò lì a coccolare Chaka per qualche minuto, in silenzio.
    Poco dopo udì un rumore ovattato simile a dei passi all'entrata della caverna. Allarmata, la leonessa appoggiò per terra il cucciolo, che dopo qualche piagnisteo si calmò di nuovo.
    Deni avanzò lentamente verso lo sbocco del tunnel, in posizione d'attacco. Il rumore diventò pian piano più vicino, sempre più forte. Alla vista dell'intruso la leonessa sbiancò di colpo, sentì il respiro mancarle nei polmoni, la voce le si bloccò in gola.
    -T-tu...c-c-cosa ci fai qui?!-

    Le leonesse erano pronte: una mandria di gnu così grande non si vedeva in circolazione da parecchi mesi e loro non intendevano perdere questa occasione. Non facevano un pasto decente da giorni, ormai. Tutto era pronto, l'assalto stava per cominciare.
    Poi, un ruggito distante squarciò l'aria e le leonesse si paralizzarono dalla paura. Era impossibile non riconoscere quel timbro così familiare. Lasciando fuggire la mandria alle loro spalle, corsero fino alla grotta con il cuore in gola. Lo scenario che si parò loro davanti le pietrificò tutte.
    Un leone, il manto sporco reso scuro dal sangue, era in piedi all'ingresso della caverna, quasi le stesse aspettando.
    Aveva le zanne rosse scoperte, come in un macabro sorriso, gli artigli sporchi e dalla criniera gocciolava un liquido caldo e fumante, troppo riconoscibile. Dietro l'imponente felino, una figura giaceva supina: gli occhi aperti erano sbarrati, la bocca spalancata in una maniera anormale, come se stesse urlando.
    Ma la cosa che terrorizzò il branco fu la vista del torace della vittima: aperto per il lungo, con le costole in vista, il sangue che fuoriusciva a schizzi da ciò che rimaneva di lei.
    Gran parte delle leonesse non riuscì a trattenere il misero pasto dentro lo stomaco dallo schifo, altre cominciarono a ruggire disperate. Dal canto suo, Habari non trovava neppure la forza di respirare.
    Il leone camminò impettito verso di loro, quasi fosse orgoglioso dello scempio compiuto davanti ai loro occhi.
    -Ma guarda guarda chi si rivede...Habari! Quale gioia rivederti...- l'alito dello sconosciuto puzzava di sangue marcio e di carogne.
    Se prima la leonessa era paralizzata dall'orrore, ora era addirittura terrorizzata. Cercò di mostrarsi forte solo per non spaventare ancora di più le sue leonesse.
    -Chi sei tu? Come hai osato torturare in quel modo la nostra compagna?-
    Il leone rispose con una nonchalance assoluta, cosa che fece tremare i cuori di molti membri del branco.
    -Avevo un conto in sospeso con mia sorella, e con questo branco in generale...-
    Non appena Habari realizzò le parole del leone e il loro significato, dalle ultime file si fece avanti una leonessa, abbastanza avanti con l'età ma ancora molto utile come cacciatrice.
    Si trascinò pallida verso l'invasore e lo fissò negli occhi, riconoscendo con orrore quello che una volta avrebbe chiamato “figlio”.
    -Hasidi...no...- esclamò allibita la leonessa – T-tu? Tu hai fatto questo?-
    -Hewa! Vattene subito da lì!- urlò Habari.
    Ma Hewa non le diede retta e continuò a fissare Hasidi, spaventata e delusa:
    -Figlio mio...- gli sussurrò triste.
    A sentire questo, il leone la guardò disgustata e con un potente colo di zampa la scaraventò contro una roccia. Si sentì il rumore del corpo che impattava con il duro suolo, poi solo gemiti di dolore.
    Molte leonesse cercarono di soccorrere l'anziana amica, ma Hasidi si parò loro davanti, impedendole di raggiungerla.
    -Non toccatela, sudicie gattine addomesticate! O farete la loro stessa fine!- ruggì lui indicando le proprie vittime dietro di sé.
    Nel frattempo Habari realizzò con orrore che nella grotta regnava il silenzio. Poteva indicare solo guai.
    -Aibu...- mormorò fra sé e sé, sperando che il suo piccolo dal pelo grigio fosse al sicuro, lontano da quell'inferno.
    A rendersene conto non fu solo lei: dietro alla leonessa scura, Daima e Nzuri si guardavano attorno disperate, alla ricerca dei propri cuccioli.
    -Thando! Thandooo!-
    -Chaka! Dove sei, piccola?!-
    Un brivido di tensione percorse le giovani madri, che d'istinto tirarono fuori gli artigli.
    -Oh, state tranquille...loro non sono nella grotta.- esclamò malefico Hasidi.
    Ma nessuna delle leonesse era tranquilla.
    -Seguitemi...- riprese annoiato il leone.
    A pochi metri dalla grotta, dietro un masso, c'era la fossa prosciugata, con il suo fondale roccioso e appuntito. C'era sempre stata, fin da quando loro erano piccole. Solo, non era vuota come al solito.
    Nzuri e Daima, travolte dall'orrore, svennero sul colpo. Fu solo grazie all'intervento di altre leonesse che si salvarono dal precipitare giù come i loro cuccioli.
    Habari cominciò a piangere e a urlare disperata, gridando e ruggendo di dolore, invocando a squarciagola il nome del figlio.
    -E adesso che avete capito chi è il capo, qui...- proseguì Hasidi – vi conviene sottomettervi, o sapete quale sarà la vostra sudicia fine.-




    niente da dire....mi faccio schifo da sola per aver ammazzato quei cuccioli :'( che cattiveria gratuita.
    Comunque, mi dispiace per gli amanti dei combattimenti sanguinosi, ecc... che per un (bel) po' di capitoli niente lotte e scontri.
    Spoiler non clamoroso: arrivano i rinforzi :D
     
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211 replies since 23/11/2014, 18:47   4430 views
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