Tu non sei sola

primissima FF su Sarabi, sulla sua storia e sul suo passato

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  1. Sarabi_ingonyama
     
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    Sigh...quanti commenti...
    Amen, io posto questo nuovo capitolo e spero che vi piaccia :'(


    CAPITOLO 6 DALLE FIAMME ALLA CENERE

    Sarabi si svegliò con un'improvviso dolore che si spargeva in tutto il corpo. Non riusciva a a capire cosa accadeva attorno a lei: le zampe erano incredibilmente pesanti, la vista debole, i sensi annebbiati e la testa le girava violentemente, facendole venire improvvisi attacchi di nausea.
    L'unica cosa che riusciva a realizzare era il dolore e il soffocante ronzio di sottofondo che le sfondava le orecchie. Aghi appuntiti perforavano il mantello ormai madido di sudore, creando ancora più caos nella mente di Sarabi.
    Spaventata, cercò di alzare una zampa per scappare a quell'inferno, ma ricadde miseramente a terra con un tonfo, incapace di rialzarsi.
    [ma... cosa mi...succede...?] cercò di pensare, ma l'unica risposta alla sua domanda fu ancora più male.
    Puntini neri sciamavano attorno a lei, oscurando quel poco che riusciva a vedere.
    La sua mente stava per cedere e per ricadere nell'oblio dal quale non si sarebbe più risvegliata, quando un'urlo familiare giunse alla sua portata.
    Anche se la lucidità della leonessa era scarsa, quelle grida le riportarono in circolo almeno un po' di buon senso.
    -Usiku...- cercò di articolare Sarabi, ma le parole uscivano a difficoltà dalla sua bocca -Usiku!- questa volta il ruggito ebbe più successo e Sarabi si sentì decisamente meglio. Approfittando di quell'improvvisa scarica di adrenalina, la leonessa si alzò a fatica e uscì dalla massa nera che continuava a pungerla.
    [ Devono avermi punto sette, otto volte...]. In verità, sapeva di averne ricevute ben di più, ma era troppo intenta a cercare la sorella per farci caso.
    Appena fuori dallo sciame, Usiku lottava con gli insetti, tentando di cacciarli via inutilmente.
    Le zampate che la leonessa tirava all'aria venivano schivate senza fatica dai calabroni, che l'avevano punta numerose volte.
    Sarabi continuava a vacillare sulle zampe e restare in piedi era sempre più faticoso. Ormai tenere l'equilibrio era quasi impossibile.
    Gemette ancora, piombò in un abisso nero e profondo, senza via d'uscita.

    Le punture dei calabroni le facevano molto male, ma non si fermò di certo. Con le zampe tirava sferzate all'aria sperando di cacciare quelle insopportabili bestie.
    A circa venti metri da lei, Sarabi si era accasciata al suolo priva di sensi e ora toccava a lei salvare la sorella da quell'inferno. Afferrò la leonessa dorata per la collottola e la trascinò fuori dal delirio di puntini neri che sciamavano attorno a loro.
    La situazione era grave: doveva chiamare subito qualcuno.
    Sarabi non si svegliava, non riprendeva conoscenza.
    Ma non poteva essere morta, era troppo giovane per morire. Troppo in salute, troppo forte.
    Usiku faceva appello a tutto il suo autocontrollo per non cadere in preda al panico più totale: a Sarabi questo non sarebbe certo servito, per cui cercò di calmarsi e si guardò attorno impaurita.
    L'occhio le cadde ancora sulla sorella, ancora immobile fra le sue zampe scure. Non ne era sicura, ma il suo cuore pareva essersi fermato e la cosa più straziante per lei fu sapere che non poteva farci niente.
    Era impossibile, non poteva abbandonarla!
    Usiku piangeva a dirotto e le lacrime che avevano aspettato troppo tempo per cadere erano finalmente libere di scendere.
    Un rumore distrasse per un momento la leonessa, che abbracciava il corpo di Sarabi più stretto possibile.
    -Ma guarda guarda chi si rivede...-
    Hasidi passeggiava tranquillamente verso Usiku, che aveva frenato il pianto davanti a lui.
    -Hasidi! Meno male che sei qui! Aiutami, presto! Sarabi sta male e dobbiamo portarla via da qui: poco lontano c'è il nostro branco, sono sicura che...perché ridi?-
    Infatti il leone aveva cominciato a ridere sommessamente e la sua espressione era carica di soddisfazione maligna.
    -Ma come, non capisci? Povera Usiku, piccola ed ingenua come sempre...-
    Usiku non riusciva a capire:
    -Ma cosa dici, Hasidi? Perché ti comporti in questo modo? Così Sarabi morirà di certo!-
    Hasidi sorrise:
    -E secondo te qual'era il mio obbiettivo?-
    -Hasidi...-Usiku si sentì morire le parole sulle labbra.
    -Quel posticino appartato l'ho scoperto dopo molte ricerche. È difficile trovare un nido di calabroni, sai? Ma è stato ancora più difficile convincere Sarabi a fidarsi di me. Come siete stupide...
    Queste- e indicò le punture sulla spalla -non me le sono fatte mica per piacere! Certo, tagliare gran parte dell'alveare per farlo cadere poi addosso a voi non è stato difficile, ma quelle bestie sono più feroci di quanto credessi...così mi hanno punto.
    Ma ne è, valsa la pena. Un paio di punture...in cambio di un regno!-
    Usiku era sbalordita. Le sembrava tutto un enorme scherzo. Enorme e orribile.
    Hasidi si avvicinò alla leonessa lentamente. Quella calma, quell'innaturale silenzio erano terrificanti.
    -Ti è andata bene, Usiku. O forse no...- riprese lui. Il leone cominciò a girarle attorno in una spirale sempre più stretta, rimanendo sempre in posizione d'attacco -Sei riuscita a scappare dalle grinfie dei calabroni. Strano, sei sempre stata quella più debole del gruppo, la "nullità"...- Hasidi tirò fuori gli artigli tanto velocemente da lasciare dei solchi nel terreno, poi li guardò a lungo, senza smettere di parlare. Usiku cominciò ad ansimare, sentì il cuore batterle impazzito nel petto e alla vista dei lunghi pugnali acuminati nelle zampe di Hasidi non riuscì a fare a meno di tremare .
    -Ve lo avevo promesso, ricordi? Avevo giurato sulla mia stessa vita di vendicarmi per tutto ciò che tu e quella cretina di tua sorella mi avete fatto, quando siete andate a fare le spiette dal vostro adorato paparino...-
    La leonessa sbattè con forza le zampe sul terreno: un po' per il disorientamento enorme che provava e un po' per cercare di reprimere quella rabbia primitiva e cieca che voleva abbattere su Hasidi come il lampo che colpisce la terra, scatenando il temporale.
    -Ti ricordo che se sei stato esiliato...il merito è solo tuo!- ringhiò Usiku al leone.
    -Ah, è così, vero? E di chi è la colpa, se non di chi non può difendersi?-
    La lenta spirale di morte non si arrestava.
    Ora le grandi zanne di Hasidi erano a meno di un metro dal muso della cacciatrice e il loro implicito messaggio di morte era chiaro come il sole.
    -Bene, riferisci questo alla tua sporca e sudicia famigliola, quando la rincontrerai di nuovo all'inferno:
    mi prenderò il tuo trono, il tuo branco, le tue terre, la tua casa! Ti toglierò tutto ciò che su questa bella terra ti è caro, lascerò che le tue leonesse muoiano di fame e di stenti, fino a che anche l'ultimo leone della stirpe dell'Ovest sarà morto, chiedendosi chi è il colpevole di questa follia! E sarà allora, quando lui sarà lì, morente, sporco di fango e del suo stesso mefitico sangue, che io gli dirò la verità che a tutti nasconderò per anni: IO HO UCCISO USIKU E SARABI!-
    Una potentissima zampata scagliò Usiku ad alcuni metri di distanza, solcandole la guancia destra con tre profondi tagli, il muso imbrattato di una sostanza cremisi, bollente e appiccicosa. La leonessa riusciva a sentire il sapore del sangue scenderle caldo lungo la gola. Represse a fatica i conati di vomito.
    Non ci fu il tempo di alzarsi per lei, che subito avvertì le zanne di Hasidi sprofondarle nel collo e penetrare nei muscoli tesi mentre gli artigli si infilzavano nella sua schiena, lasciando solchi profondi solchi su tutto il dorso.
    Usiku urlò di dolore e cercò di alzarsi, ma Hasidi le balzò sopra e con le unghie cominciò a scavare nella carne del suo petto, assaporando con gusto ogni gemito che la femmina lanciava disperata sotto di sè.
    Colpo dopo colpo, Hasidi si faceva sempre più strada fra le sue carni, avvicinandosi pericolosamente alle ossa e agli organi vitali di Usiku.
    Approfittando dell'impetuosità del nemico, Usiku riuscì a squarciare il ventre del leone, che con ruggito folle si allontanò dalla sua preda, furibondo.
    Purtroppo, la tregua non durò a lungo. Quasi immediatamente, Hasidi si lanciò di nuovo sull'avversaria, che sbattè violentemente la testa sul duro tronco di un albero solitario. Il colpo fu così forte da tramortirla per qualche secondo, ma questo bastò per farle perdere l'equilibrio e cadere a terra. Il leone si avventò su di lei con una furia travolgente, colpendola e graffiandola ripetutamente sul muso e sul collo, già pieni di piaghe.
    Con un potente manrovescio, Hasidi scartò di lato la femmina e la immobilizzò a terra.
    Dalle zanne colava sangue caldo come lava che ricadeva sul petto squarciato di Usiku, la stessa sostanza imbrattava anche gli artigli e assieme alla polvere e alla sabbia formavano una miscela scura e maleodorante.
    -T-tu...tu non...s-sei un...a-a-assassino...-la zampa di Hasidi piantata nella gola le impediva di respirare.
    Hasidi si allargò in un ghigno malefico, reso rosso dal sangue di Usiku che gli sporcava tutto il muso.
    -Non vuoi ancora cedere, Usiku?- il leone alzò in aria una zampa, estrasse un lungo artiglio dall'aria micidiale e cominciò a farlo scorrere lentamente lungo la gola della sua vittima.
    -Va, bene. Allora ci penso io...-



    Malefico, no?
     
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211 replies since 23/11/2014, 18:47   4428 views
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