Ritorno alle origini

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  1. °simo°
     
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    Mi piace , migliori sempre di più. Non c'è che dire , continua così!!
     
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  2. king_kovu
     
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    Grazie mille a entrambi.Spero di postare un altro capitolo presto. Cmq Gaoh ti volevo chiedere se i PDF-F esistessero ancora,perchè è da un pò che ne sento parlare.Attendo delucidazioni,grazie
     
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    Esistono un sacco di testi in formato PDF... non so se sono gli stessi che dici tu, ma comunque, prova a digitare sul tuo browser e controlla.
     
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  4. king_kovu
     
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    No io intendevo i pazzi delle fan fiction
     
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  5. king_kovu
     
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    Ecco un altro capitolo.In realtà non volevo dividerlo in due parti,ma mi è venuto un pò troppo lungo e quindi ho deciso di dividerlo.Forse posterò un disegno tra una parte e l'altra. Fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando ;)
    CAPITOLO 4- PARTE 1 UN UNICO DESTINO
    “Corri più veloce,così non riuscirai mai a prendermi!” gridò Uzuru alla piccola Maono,che la stava rincorrendo ormai da ore “Non vale però,tu sei più veloce e sono sempre io quella a dover rincorrere!” rispose Maono ormai senza fiato. Tra le due piccole leoncine era nato un rapporto d’amicizia molto profondo e sincero,indissolubile. “Va bene fermiamoci un po’ a riposare” disse Uzuru fermandosi vicino a una pozzanghera,dove la terra era meno secca e anche l’aria sembrava meno afosa. Non voleva darlo a vedere alla sua amica,ma anche lei era ormai senza forze né voglia per giocare “Eccomi ti raggiungo” riuscì a pronunciare Maono con il poco fiato che le era rimasto. Il Sole quel giorno picchiava più forte del normale e la conseguenza era che non c’era anima viva intorno a loro,a parte qualche topo in cerca di fortuna ora che i grandi predatori erano intenti a rinfrescarsi e a conservare le poche energie che il caldo non gli aveva ancora sottratto. Almeno qualcuno riusciva a trovare il lato positivo di quella giornata così afosa in cui l’aria era quasi irrespirabile. Perfino le leonesse avevano rinunciato a cacciare,accontentandosi delle provviste che avevano sapientemente accumulato nel corso della stagione delle piogge, e non perdevano mai d’occhio i loro cuccioli,dato che in questo periodo dell’anno il rischio di incendi è all’ordine del giorno. Le due piccole leoncine però avevano deciso di sfidare il caldo,ma si erano dovute arrendere alla realtà. Uzuru però non aveva perso la voglia di giocare e aggirò silenziosamente la sua amica che si era sporta sulla pozzanghera per bere un po’:appena le fu alle spalle le diede una spinta,secca e veloce,con una cinicità impressionante. L’urlo di terrore di Maono fu interrotto dal scroscio dell’acqua gelida al contatto con la pelle,che immediatamente si accapponò. Appena si fu ripresa dallo spavento vide attraverso il sottile strato trasparente che è il pelo dell’acqua la sua amica ridere di gusto,si era addirittura buttata a terra smuovendo la terra secca e alzando un gran polverone. Maono avvinghiò la coda di Uzuru con le zampe e la trascinò in acqua,provocando un potente ruggito unito alle risate “Ah si vuoi la guerra eh?” esclamò bagnata dalla testa alle zampe. Le due amiche iniziarono a schizzarsi e si rotolarono fuori dalla pozzanghera riempiendosi di fango scuro “Guarda come mi hai ridotto!” gridò Uzuru scansandosi dagli occhi un’alga verdognola e melmosa “Ma se sei stata tu a cominciare!” replicò Maono scrollandosi di dosso lo strato superficiale di terra secca che si era asciugata col sole cocente. Gli occhi ambrati di Uzuru brillavano più del solito a contatto con la potente luce di quel giorno e la striatura rossa che gli segnava l’intero corpo era più accesa,a causa del contatto con l’acqua che aveva reso umida la pelliccia. Tutto ad un tratto qualcosa attirò la loro attenzione,un fruscio tra l’erba secca “Hey,hai sentito?” “Ma cosa?!” “Silenzio! C’è qualcosa tra le foglie” “Sarà un topo o una piccola gazzella” disse con tono apparentemente neutrale ma in fondo timoroso Maono “Andiamo a controllare!” ribattè invece Uzuru più curiosa che mai.
    Intanto alla Rupe Kovu e Kiara si stavano riposando cercando un po’ d’ombra,anche se la dura pietra sulla quale erano sdraiati era bollente,complice il Sole che le trasmette parte del suo calore ogni volta che la bagna co la sua luce. “I nostri piccoli stanno crescendo in fretta e diventeranno dei bravi cacciatori” disse Kiara con tenerezza e orgoglio “Bè anche se fosse non sarà per merito tuo” rispose Kovu accennando un sorriso. “Cosa vorresti insinuare eh?” disse la regina mordicchiando l’orecchio del compagno e spingendo con la testa sulla sua pancia. “Diciamo che come cacciatrice non sei proprio il massimo” disse Kovu ridacchiando e ritirando la pancia “Basta,mi fai solletico!” “Ah si,adesso te lo faccio vedere io chi è quella che non sa cacciare!” Kiara saltò addosso al giovane leone che si ritrovò con il muso sulla roccia e malgrado i numerosi tentativi di rialzarsi,fu costretto ad arrendersi “Adesso chi è che non sa cacciare eh?” Mentre i due leoni stavano ancora ridendo però,un urlo colpì la loro attenzione “Uzuru!” esclamarono all’unisono. Si guardarono un attimo negli occhi,e a questo seguì una corsa sfrenata e sfiancante,in quel momento il tempo sembrava essersi fermato e qualunque pensiero nella mente dei leoni aveva lasciato il posto alle preoccupazioni per Uzuru. Appena arrivarono nei pressi della pozzanghera dove le due piccole amiche stavano giocando si presentò dinanzi a loro una situazione a dir poco raccapricciante: un bagno di sangue e un gruppo di cuccioli che circondavano un leoncino un po’ più grande che cercava di nascondere il muso con la zampa. “Ma cosa è successo qui?” domandò Kovu con voce sconcertata e preoccupata,mentre Kiara si stava accertando che Uzuru stesse bene. Tutti puntarono gli occhi su Wivu “Fammi vedere cosa ti sei fatto” disse il leone con dolcezza. Il cucciolo dapprima esitò,ma poi si voltò e mostrò la parte del muso insanguinata: l’occhio era completamente bianco,e la carne che lo circondava aveva assunto un colore rosso scuro,inoltre un taglio piuttosto profondo arrivava fino alla bocca. “Dobbiamo portarti immediatamente da Rafiki” disse Kovu con freddezza,anche se non poteva nascondere un po’ di preoccupazione. Mentre lo portava vicino al mio baobab un mare di pensieri lo sommerse “E se Malika non è con loro,allora cosa sta facendo?” Appena arrivarono nei pressi della mia dimora,io presi subito il cucciolo e cominciai a tamponare le ferite con delle erbe curative. Fu un intervento molto difficile e lungo ma fortunatamente il leoncino ne uscì solo con una cicatrice e tanta paura. Le prime parole di Wivu furono “E’ stato tuo figlio. Lui-lui è un mostro” “Ma cosa dici!” gridò Kovu che era ancora preoccupato per le condizioni del cucciolo “Ora dov’è” “L’ultima volta che l’abbiamo visto era alla pozza dell’acqua” rispose un leoncino che si trovava con lui in quel momento. Il leone si precipitò alla pozza e trovò Malaika ancora dormiente,lo prese delicatamente e lo portò alla Rupe,avrebbe aspettato che si sarebbe svegliato per farsi dare le dovute spiegazioni. Quando il piccolo aprì gli occhi,non capì bene quello che stava succedendo intorno a lui. Kovu stava camminando da una parte all’altra della caverna rimuginando a voce alta tra sé e sé. Appena si accorse che suo figlio si era ripreso,gli si avvicinò con serietà e paura per la risposta che Malaika gli avrebbe dato “Malaika,piccolo mio,devi essere sincero con me. Io non potrò mai farti del male,ti chiedo solo in cambio fiducia e sincerità” disse con voce tremante. Malaika non capiva cosa volesse dire e seguiva il suo discorso con un peso sul cuore e gli occhi lucidi. “Adesso dimmi:sei stato tu a ridurre in quello stato Wivu?” “Papà non so di cosa stai parlando” rispose sinceramente il cucciolo. “Non prendermi in giro,ti prego. Raccontami cosa è successo oggi alla pozza” “Io ricordo solo che stavano parlando male di te,della mamma e di Uzuru. Poi ricordo solo un grande bruciore negli occhi e dopo non so cosa sia successo” “Io ti voglio credere Malaika. Adesso va a dormire,e domani ne parleremo meglio. Ricorda che tua madre non si merita tutto questo.” Il piccolo andò in una piccola caverna adiacente a quella dei genitori,ma non riusciva a prendere sonno,non capiva cosa aveva fatto di tanto grave…

    Edited by king_kovu - 20/9/2014, 12:47
     
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  6. °simo°
     
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    Molto bello , non vedo l'ora di leggere la seconda parte
     
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  7. king_kovu
     
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    Grazie mille °simo°!
    Come promesso posto un disegno che rappresenta Malaika e Uzuru,non si vede molto bene perchè è fatta con una macchinetta fotografica abbastanza vecchiotta. Aspetto i vostri commenti
    PS:penso di aprire una gallery se vi va passate a dare un'occhiata https://lionking.forumcommunity.net/?t=56762554



    Edited by king_kovu - 2/9/2014, 18:05
     
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  8. °simo°
     
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    I disegni sono bellissimi!!
     
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  9. king_kovu
     
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    Bene branco.Questa è la seconda parte del quarto capitolo,e potrebbe essere anche l'ultima di questa FF visto che in questo momento ho molte idee e questa non mi convince al massimo.Fatemi sapere che ne pensate così potrò decidere se continuare o no
    CAPITOLO 4-PARTE 2 UN UNICO DESTINO
    Da quella maledetta sera tutto cambiò. La Rupe non emanava più quel senso di armonia e pace che da sempre la contraddistingueva da qualunque altro ammasso roccioso.
    Ora il clima che si poteva recepire appena arrivati nelle vicinanze del gigante di pietra,era un clima triste e deprimente,denso di litigi e prove d’orgoglio. Anche io avevo avvertito l’irrespirabile aroma dell’incomprensione,e benché avessi cercato più volte di far ragionare Kovu,il Re non voleva sentirne di perdonare suo figlio,anche se non era in dubbio l’amore che provava per il suo piccolo.
    D’altro canto,Malaika non ne voleva sapere di chiedere scusa a suo padre,non capiva cosa aveva fatto di male e pensava che tutti ce l’avessero con lui. Ogni giorno che passava diventava sempre più nervoso e aggressivo nei confronti di chiunque gli rivolgesse la parola,persino sua sorella. La cosa che nessuno immaginava,però,era che ogni sera,prima di addormentarsi sfinito,Malaika piangeva per ore,e guardava il cielo,in cerca di un consiglio,di un segno. Purtroppo quel segno,almeno fino ad allora,non arrivò.
    La situazione,sempre critica giorno dopo giorno ma resa quasi “normale” dalla monotonia dei litigi,degenerò una sera,la sera in cui Kovu prese tutto il coraggio che aveva nel cuore e decise di parlare con suo figlio. “Malaika,figliolo” disse con voce dolce e appoggiando la zampa sulla spalla del leoncino,che di tutta risposta evitò il suo sguardo mugugnando qualcosa. “Tu sei mio figlio,e io ti vorrò sempre bene. Ti vorrei chiedere scusa per non averti ascoltato,e aver dato retta alle voci che circolano tra il branco,che spesso si rivelano false. Ma vedi io sono il Re,e per questo devo dare sempre delle risposte a tutti. Ma quello che nessuno capisce è che anch’io a volte ho paura e sono confuso. Ecco,in questi giorni ho paura per te. Non so cosa avrai pensato di me,ma ti capisco se mi avrai odiato. Io avrei fatto lo stesso.” Malaika lo guardò con gli occhi lucidi,stava per scoppiare in lacrime,ma cercava di trattenersi. Ora si sentiva pronto per ascoltare suo padre. “Ora,vorrei chiederti una cosa” continuò Kovu singhiozzando “Perché hai ferito così quel leoncino,cosa ti aveva fatto di così grave?” Un brivido percorse la schiena di Malaika e arrivò come un martello a picchiare insistentemente dentro la sua testa “Papà,ti ho già detto che io non ho fatto niente”
    A quelle parole Kovu cominciò a spazientirsi “Io non ti giudicherò,voglio solo sapere il motivo del tuo gesto” “Io non ricordo niente. E sono sicuro di non aver nemmeno sfiorato Wivu” disse Malaika con aria di sfida “Ora basta. O mi dici la verità adesso,o non avrai mai più il mio perdono. Non capisci che sono qui solo perché ti voglio bene?” “Tu non mi credi,e quindi non mi vuoi veramente bene!” urlò Malaika ringhiando,mentre delle lacrime gli bagnavano il muso. “Adesso stai proprio esagerando,da questo momento in poi non chiamarmi più padre. Sei il disonore della famiglia” disse Kovu anch’esso con gli occhi umidi ed un peso sullo stomaco. In quel momento i due udirono un singhiozzio sommesso e si accorsero della presenza di un altro leone che aveva assistito a tutta la scena. Quel leone,anzi quella leoncina,era Uzuru. Nascosta dietro una roccia,aveva origliato la conversazione ed era scoppiata in lacrime alla vista di quel litigio. In quel momento i due si sentirono degli stupidi,comportandosi in quel modo avevano solo peggiorato le cose e stavano facendo soffrire una creatura innocente. Dopo un attimo di stupore Kovu si avvicinò alla cucciola e le pose delicatamente una zampa sulla testa,ma Uzuru si voltò di scatto e scappò via. In quel momento Malaika capì che il modo in cui aveva trattato il padre era sbagliato,e si rese conto per la prima volta di non aver ancora trovato il suo posto nella vita. E c’era solo un modo per dimostrare il suo valore e scoprire la sua vera natura.
    Malaika uscì in fretta dalla caverna,mentre Kovu era andato a rincuorare Uzuru. Appena scese dalla Rupe,si voltò nostalgico verso l’imponente gigante di pietra,che illuminato dai purpurei raggi del sole ormai quasi tramontato,sembrava ancora più grande. Sentiva un peso nel cuore,come se dovesse partire per un lungo viaggio e non dover mai fare ritorno. Arrivò in fretta nei pressi della folta prateria,e da lì cominciò a correre con quanta più forza aveva nelle zampe; non sapeva di preciso dove stesse andando,la mente stava ancora ripensando alla delusione del padre,e all’espressione di Uzuru,ma le zampe conoscevano il cammino,avevano studiato la strada e ora andavano avanti da sole,come se non avessero un padrone. In pochi minuti arrivò ai confini delle terre del suo branco,e trovò di fronte a sé un’arida distesa di terra e qualche roccia. Per un secondo pensò di tornare indietro ed ebbe paura,ma ormai era troppo tardi:doveva finalmente trovare il suo posto nella vita. Con il cuore che batteva all’impazzata,mosse i primi passi nel nuovo territorio,e man mano che avanzava,l’erba fresca lasciava il posto all’arida terra secca e i grandi alberi venivano sostituiti da piccoli arbusti spinosi. Forse quei luoghi erano veramente maledetti,e lo spirito di Scar aleggia su di essi in cerca di vendetta. Ad un tratto,l’attenzione di Malaika venne attirata da un strano rumore,come se qualcuno si stesse affilando le unghie su un pezzo di legno secco. Non era solo. Spinto dalla curiosità,raccolse tutte le forze che gli erano rimaste e si posizionò su una piccola roccia per osservare meglio la situazione,ma essa non resse al suo peso e franò all’improvviso. Il cucciolo rotolò per diversi metri e cadde in una piccola pozzanghera. Quando si fu ripreso e alzò la testa,si trovò di fronte due grandi occhi di smeraldo che lo fissavano incuriositi. Un grido di terrore sferzò l’aria arida e rarefatta…
     
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    Bravo Cacciatore

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    Ma Malaika è tipo posseduto?
    io dico che c'entrano Scar o Zira...
     
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