Il cerchio si chiude. Una storia che vi emozionerà.

La mia prima Fanfiction.

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  1. URU THE QUEEN
     
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    che dire... semplicemente divino!
     
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    Ok. Volevo attendere fino a domani, ma posterò adesso:
    La conclusione di questo capitolo è il momento che volevo postare fin dall'inizio!

    Cito dal Diario
    A lungo ho aspettato questo momento; finalmente, il frutto dell'inaspettato comparirà, e nulla sarà più come prima! (Diario dell'eremita vol 4, capitolo 9)

    Capitolo 8: Una relazione unica e meravigliosa
    Nala cercò di spiegare con ogni mezzo a sua disposizione il vero motivo per cui era venuta nella giungla: Timon e Pumbaa parevano ascoltarla - mentre lei parlava, per lo meno non le toglievano gli occhi di dosso - tuttavia, il facocero dall'espressione vuota che mostrava sul grugno non dava segno di capire molto, mentre la mangusta non pensava ad altro che alla natura della loro interlocutrice: in altre parole, continuava a credere che Nala stesse cercando un pretesto per divorarli.
    "... Ed è per questo che ora Simba deve tornare!" Concluse Nala. "Deve affrontare suo zio, e riprendere il suo legittimo titolo di Re!"

    Da Timon e Pumbaa non giunse nessuna reazione.

    "Oooooh! Non avete ancora capito!?" sbottò esasperata. "Simba ha bisogno di noi! ORA!" E con un balzo fuggì nella nebbia mattutina.
    "Bisogno di noi..." sibilò Timon. "Se ha bisogno di noi, non avrebbe dovuto andarsene!" Sferrò un pugno all'albero, abbastanza forte da rischiare di rompere le sue minuscole falangi. "Se ci tiene davvero a fare Sua Maestà... ALLORA CHE CI VADA PURE!!! E che lasci l'Hakuna Matata a chi sa apprezzarla!"
    "Ma Timon!" esclamò Pumbaa allibito e addolorato. "Non credi anche tu che non sia più la stessa cosa, senza Simba? Lui è nostro amico!"
    "Sciocchezze, vecchio mio!" sbottò l'ottusa suricata, sedendosi sul bordo del giaciglio. "Nulla è cambiato, nulla cambierà! L'Hakuna Matata c'era prima che arrivasse Simba, e c'è ancora adesso che se ne è andato!!" Il tono con cui lo disse, dava dimostrazione che la questione era chiusa.
    "Dobbiamo aiutare il nostro amico, Timon!" disse Pumbaa, afflitto dal comportamento di Timon. "Io dico che dovremmo andare con lei!"
    Per la mangusta, queste parole furono fonte di orrore e disgusto. "Tu quoque, Pumbaa!? Vorresti rinunciare a tutto questo!?" E con gran drammaticità, indicò la giungla sottostante, rigogliosa, seppur tetra, nella nebbia del mattino. " E dimmi allora: cosa ne è stato degli amici uniti fino alla fine!?" con un sospirone esasperato si lasciò cadere di schianto a sedere sul giaciglio.
    Ricacciando indietro lacrime di rabbia, Pumbaa indietreggiò. "Stavo per farti la stessa domanda!" Voltandosi sdegnato, si precipitò giù per il sentiero; sentiva che Timon stava dando i numeri. Voleva sperare che fosse solo un male passeggero, ma in questo mondo nulla è scontato.
    Rimasto da solo, Timon si rese conto di quanto fosse grande senza Simba e Pumbaa, quel giaciglio di paglia. "Beh..." si disse, "finalmente si ragiona!"
    "UN PO' DI SPAZIO!"
    Il suo grido solitario di sollievo echeggiò per tutta la giungla, nel sovrannaturale funereo silenzio che si era formato attorno a lui.

    Nala correva, determinata a raggiungere Simba il più in fretta possibile; la notte passata nella giungla le aveva restituito completamente le forze, e ora correva con forza maggiore. Tuttavia, la scarsa conoscenza della giungla non le permetteva di orientarsi: passò gran parte della mattinata a girare intorno.
    La pazienza dei leoni ha un limite: giunta che fu per la terza volta alla radice dove aveva incontrato Simba, si guardò intorno, e improvvisamente, artigliata la terra, lanciò un fragoroso ruggito di frustrazione. "MALEDIZIONE!"
    Un suono inatteso la mise sull'attenti. I cespugli fremevano, segno che qualcuno era celato lì dietro. Nala si mise in guardia. "Chi va là?" ringhiò. "Vieni fuori e mostrati a me!"
    I cespugli si mossero, e un grugno tozzo adorno di due grosse zanne curve fece capolino.
    "Potresti abbassare la voce per favore? Mi tremano le zampe quando fai così!"
    "Pumbaa??"

    Ebbene sì: il corpulento facocero, poiché conosceva l'oasi e i dintorni meglio di chiunque altro, aveva pedinato Nala, e l'aveva raggiunta, in appena tre ore.
    "Cosa ci fai tu quì?" chiese la cacciatrice. "Credevo non volessi avere niente a che fare con me!"
    "Ti stavo seguendo, è ovvio!" esclamò il facocero, gioviale come sempre. "Ho seguito le tue tracce! Sembra che tu non riesca a orientarti, eh?"
    "Non farmi ridere!" sbottò lei. "Certo che so orientarmi!" con passo sicuro, fece per avanzare, ma sobbalzò quando appoggiò una zampa su alcuni rovi. "ARGH!" Cadde. Rotolò più volte su se' stessa, e si passò la lingua sulla puntura. "Ahi!"
    "Oh, sì!" si disse Pumbaa, ridendo di sottecchi. "Lo vedo bene che sai orientarti! Eheh!"
    Con una scrollata di spalle, Nala si rimise in cammino, e cercò di distanziarlo, ma inutilmente: il facocero stava al passo, e sembrava divertirsi come non mai.
    "Non mi sembravi così ansioso di seguirmi fino a qualche ora fa!" esclamò stizzita, dopo circa mezzora di viaggio. "Perché non torni dal tuo piccolo amico a vivere di Hakuna Matata o che so io?"
    A quelle parole, Pumbaa si fece triste: "Timon non ha voluto venire con me! Credevo che ci tenesse a Simba, quanto ci tengo io!"
    Nala rimase colpita. Osservò meglio il facocero, e vide con chiarezza che piangeva. Gli si avvicinò, appoggiandogli una zampa sulla schiena. "Sai? Anch'io ci tengo molto a lui!"
    "Davvero?" chiese lui, fissandola negli occhi. "Certo!" Rispose lei. "Era il mio migliore amico quando eravamo due cuccioli; e secondo le nostre leggi, io ero stata promessa a lui come sua futura compagna, e Regina!"
    "Davvero!?" esclamò Pumbaa, raggiante in volto. Nala annuì mestamente. "Per questi ultimi anni ho creduto che fosse morto! Ho sofferto più di quanto chiunque potesse aspettarsi! Quando abbiamo ricevuto la notizia, non volevo crederci: conoscevo bene Simba e anche suo padre; Mufasa è stato sempre gentile con me. Il giorno in cui è morto, è stato il giorno più brutto della mia vita! Non hai idea di quanto ci tenessi a lui!" E con un singhiozzo, la giovane leonessa affondò il muso tra le zampe.
    Il facocero, turbato da quella reazione, le carezzò la testa con lo zoccolo. "Capisco che cosa hai provato... io stesso ho dovuto rinunciare a tutto ciò che avevo per paura di fare del male agli altri!"
    "Tu?" chiese Nala, alzandosi appena. "Ma tu sei solo un grosso, grassoccio facocero infantile... come potresti fare del male a qualcuno?"
    Pumbaa arrossì: "Ecco, vedi... io..." non riusciva a trovare le parole giuste. "Ho dei lievi disturbi, e... ogni volta che... ho questi... disturbi..." tentennava tanto che non si capiva bene; "gli altri attorno a me... ecco... li faccio soffrire, ecco!"
    Nala, che non aveva capito niente, rimase zitta.
    "Ma giuro che non lo faccio apposta! E' più forte di me, giuro! Non riesco a controllarlo, ecco!" Non riuscì a dire altro, perché Nala, con un lieve sorriso si era alzata, e stava per rimettersi in viaggio. Si fermò al limitare dei cerspugli per voltarsi verso il facocero:
    "Vieni con me?"
    Il muso di Pumbaa si illuminò.
    Cominciò a correre avanti per precederla. Nala lo seguì.

    Passarono insieme un bel pomeriggio, mentre Pumbaa faceva da guida; arrivarono alle cascate che era tarda sera, e la vista da lassù in quella particolare ora della giornata, era davvero sensazionale.
    "E' incredibile!" aveva esclamato la leonessa, dopo aver guardato il primo tramonto da lassù. "Bello eh?" Pumbaa sembrava divertito.
    "Sai una cosa, Pumbaa? In questi ultimi giorni sono successe tante cose da non potersi credere!"
    "E altre potrebbero ancora accadere!" sghignazzò lui, felice come non mai.
    Nala si chinò per guardare la giungla sottostante, e vide il limitare sud, lungo il deserto. "Guarda! Ecco laggiù il nostro sentiero!"
    "Eggià!" disse lui tutto contento. "Domani potremo metterci davvero in marcia!"
    Si alzò un dolce zefiro, e Nala sentì una pace profonda pervaderla nell'anima.

    Tale sensazione non durò che un secondo, poiché nel sollevarsi, Nala perdette stabilità, e il sottile lembo di roccia sotto di lei cedette; cadde, scivolò, si aggrappò a stento sulla roccia, lanciando un grido: in un secondo, la scena passò dal dolce al drammatico.
    "NALA!"
    Le zampe posteriori della leonessa sdrucciolarono sul piano ripido: se fosse caduta, sarebbe morta di certo. La sua unica speranza di salvezza, era nel facocero, ma non osò chiedere aiuto: per legge, un leone non deve mai chiedere aiuto a una preda.
    Non ebbe comunque bisogno di chiedere: una spessa liana le penzolò davanti al muso. Osò levare lo sguardo, e vide la grossa testa di Pumbaa protesa sull'abisso: stringeva la liana con i denti, disperando nel raggiungerla. "AGGWABBADI!"
    Nala non credeva ai suoi occhi: quel facocero, quel potenziale pasto la stava aiutando a riemergere dall'abisso. In quell'istante decise: non avrebbe patito la stessa sorte di Mufasa! Afferrò la liana con le zanne, e facendosi forza si tirò su, mentre il facocero tirava dall'altro capo per sollevarla.
    Così com'era cominciata, finì: in un istante tutto era tornato a posto: entrambi ansimavano per l'adrenalina e il grande sforzo. Pumbaa ridacchiava come un'ossesso. " C'è mancato poco!" Nala era comunque perplessa: "Io... non capisco... pant... perché mai avresti..."
    Pumbaa rise, sfinito. "Un amico non lascia mai un amico in difficoltà!" Con uno sforzo immenso si mise sdraiato sul ventre davanti a lei, in modo da guardarla bene negli occhi. "Gli amici di Simba sono miei amici, non dimenticarlo!"
    "Pumbaa..."

    Dopo aver bevuto dall'acqua del fiume per riprendersi dal colpo, scesero verso sud, per dirigersi nel deserto: uscirono dalla giungla che era già notte. Si accamparono nell'erba alta. Nala non aveva aperto parola dopo l'episodio della cascata, ma non riuscì a trattenersi oltre.
    "Pumbaa..." non sapeva come dirlo, perciò lo disse e basta. "Ti ringrazio, per avermi salvato la vita."
    "Aw smettila!" disse lui, con timida modestia. "Dico davvero!" aggiunse Nala. "Hai rischiato per salvare me, una predatrice: davvero ma da che parte stai, tu veramente?"
    "Che domande!" sbottò lui, andandosi a sdraiare al suo fianco. "Dalla parte dei miei amici!" concluse con un sbadiglio sonoro. Si accovacciò, e subito cominciò a russare.
    Nala rimase immobile a fissarlo: ciò che stava accadendo era semplicemente folle, ma quel facocero le aveva comunque salvato la pelle; si sentiva in debito con lui, e follia delle follie, cominciò a comprendere l'affetto che aveva legato lui, Timon e Simba.
    "Sai una cosa?" disse lui, mezzo addormentato. "Ora capisco perché sei la migliore amica di Simba." Lei rimase in silenzio per sentire il resto. Ciò che la udì la sconvolse profondamente. "Perché sei buona e gentile, ecco perché!"
    Il cervello del facocero gli impose severamente di dormire, e lui, finalmente, cedette alle cure del sonno.

    Nala si sdraio, e nonostante si sentisse ridicola, cinse la schiena di Pumbaa con una zampa, e si addormentò con un lieve sorriso sul muso. Già era bizzarro che il suo migliore amico dell'infanzia si fosse trovato a tocco e non tocco di diventare il suo compagno; ma non si sarebbe mai aspettata che una preda dall'indole sciocca e bonaria come quel facocero sarebbe diventato, da quella notte in avanti, il suo migliore amico.
    Continua...
     
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  3. Pridelands98
     
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    Stupendissima! :lol: :lol: :lol:
    Quindi questa fan fcition si concentra sull'amicizia tra Nala e Pumbaa? Forte! :D
    Bellissimo e PERFETTO come tutti gli altri anche questo capitolo. Dico sul serio. :)
    Hai messo anche delle scene del Re Leone 3, però :D
    Lì ho notato che alcun frasi di Timon e Pumbaa non sono proprio identiche al 100% a quel film, ma a chi importa? Dettaglio secondario. :D
     
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    Nonostante i suoi diffettucci, anche il Re leone 3 nasconde parti della verità.
    Personalmente, mi piace l'idea che sia andata così.
    Nel prossimo capitolo, che posterò tra un paio d'ore o su di lì, ci concentreremo su Timon.
     
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    WOOSH!
    Come promesso, eccomi quà!
    Questo capitolo sarà abbastanza breve e privo di dialogo.

    Capitolo 9: La VERA Hakuna Matata
    Quel giorno, Timon era decisamente di pessimo umore, e ne aveva ben donde: prima Simba, e ora Pumbaa! Gli pareva che il mondo intero fosse impazzito; tutto ciò che era accaduto aveva dell'incredibile. Non solo Pumbaa aveva rinunciato all'Hakuna Matata, alla vita senza pensieri e responsabilità, ma sembrava addirittura che non gliene importasse più un fico secco.

    Una tremenda sensazione che qualcosa non quadrasse cominciò ad opprimere il suo piccolo ottuso cervello; da sempre si era sentito fuori posto nella colonia, forse complice la sua claustrofobia cronica, e per questo, su suggerimento della madre aveva cominciato a cercare la sua strada al di fuori delle buche nella fossa della vergona - è così che le suricate definiscono il deserto pietroso a nord ovest della rupe - nella speranza di trovare il posto giusto per lui.
    Deciso a superare i suoi limiti il giovane si era messo in moto, e aveva vagato da una parte all'altra delle Terre del Branco, tutte le distese illuminate dal sole, e che a detta di sua madre appartenevano a qualcuno che non fossero le suricate. Timon era testardo, e quando si metteva in mente qualcosa niente lo fermava, a parte, forse, la sua paura morbosa per le iene.
    Aveva camminato per due giorni, muovendosi inconsapevolmente verso la Grande roccia a punta, che sarebbe la Rupe dei Re, fino a quando non incappò in un essere spaventoso, il quale poi si rivelò essere nientepopodimeno che Pumbaa: il facocero, già da diversi mesi era scappato da nord, per paura di causare sofferenze ai suoi amici di infanzia, e da allora era rimasto solo: un lievo scambio di battute, rese i due amici - o a sentire Timon, dei conoscenti - in cerca di una casa: da allora rimasero insieme, e da allora il loro legame si fece sempre più forte.
    Dopo alcuni mesi passati insieme, arrivarono in quella giungla benedetta da ricche acque; da quel giorno, furono inseparabili compagni di giochi, sebbene fossero già abbastanza cresciutelli per simili cose. Per due anni buoni erano rimasti nella giungla, vivendo di un motto che Pumbaa aveva detto di sfuggita: Hakuna Matata, che in swahili significa 'Nessun problema' o 'Senza pensieri'.

    Sì: erano giorni felici, fino a quando non incontrarono Simba, fuggito dopo la morte di Mufasa, mezzo morto nel deserto, durante una partitella a bowling con gli avvoltoi; su suggerimento di Pumbaa, lo accolsero nel gruppo, e Timon, da prima riluttante, si affezionò al cucciolo come se fosse un fratellino minore di cui occuparsi.
    Il piccolo era cresciuto sano e forte, fino a diventare il leone di bell'aspetto che era; sembrava che i tre turbolenti amiconi sarebbero rimasti insieme per sempre, ma l'arrivo inaspettato di Nala, quella leonessa da strapazzo aveva rovinato tutto!

    Quella sera, Timon, dopo aver dato sfogo a tutta la sua rabbia in un lungo, interminabile sproloquio misto a imprecazioni sonore, e strilla talmente acute da far scappare gli uccellini, nel giro di quattro ore, si era ritrovato senza fiato: per essere così piccolo aveva molta aria nei polmoni, e nessuno poteva dubitarlo.
    Era giunto nella pozza d'acqua che dista circa un quarto di miglio a sud, rispetto alla casa-albero: un posticino ameno e bucolico, tra l'erba alta, simile al luogo in cui aveva conosciuto Pumbaa quella prima volta, nelle Terre del Branco.
    Si fissò nell'acqua, e vide con orrore che i suoi occhi erano infossati in grosse livide occhiaie nere; il volto era smagrito, il ciuffo ribelle di peli rossi sulla testa era moscio: con un grido inarticolato di rabbia affondò la testa nell'acqua, e urlò con tutta la forza che aveva.
    Si ritirò su, aspirando grandi sorsate di aria, e ricadde di schiena, guardando il cielo: Simba gli aveva detto che i grandi Re del passato guardavano e proteggevano gli animali viventi da lassù. Per qualche minuto, Timon rimase a fissare le stelle, quel 'mucchio di salme reali' come lo definiva lui; il ricordo delle parole di Simba lo pervase, e sentì una fiamma bruciargli le viscere, e un'improvvisa luce si accese nel suo cervello: ecco il motivo della sua depressione! I suoi amici se n'erano andati, ma non perché non gli volessero più bene: Simba era effettivamente un figlio di Re, e in quanto tale aveva delle responsabilità verso gli altri! Nella vita di un Re non poteva esserci posto per l'Hakuna Matata! In quanto a Pumbaa... lui si sentiva amico di Simba come se non fosse cambiato nulla; La verità si abbatté su Timon con tutta la sua luminosa veemenza: Gli amici hanno responsabilità gli uni verso gli altri!
    E la sua preziosa Hakuna Matata se n'era andata con i suoi amici! Eccolo il punto!
    Timon, in cuor suo, si sentiva ancora amico di Simba?
    Sapeva già la risposta: fu come una trasfigurazione. Si tuffò in aqua, percorse a nuoto il piccolo stagno, agguantò al volo una cavalletta selvatica e se la cacciò in gola.
    Con un balzò si mise a correre nell'erba alta, seguendo gli odori dei suoi amici: Pumbaa e Simba erano andati avanti senza di lui, ma li avrebbe raggiunti: lo giurò a se' stesso! Finalmente aveva capito: l'Hakuna Matata non era la vita senza pensieri, ma la comprensione di un mondo vasto in cui gli amici sono amici, e che essi avrebbero fatto di tutto per lui. Quindi, lui stesso avrebbe fatto di tutto per loro, fosse significata anche la morte!
    Anche se... personalmente, avrebbe preferito evitarla.
    Continua...

    I miei amici sono tutto per me! (Diario dell'eremita, vol 1, capitolo 12)
    Lasciate qui i vostri commenti.
     
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  6. Pridelands98
     
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    Bella! A differenza di quanto accade nel Re Leone 3, però, non hai inserito Rafiki in questo capitolo. Hai preferito modificare la scena?
    Uhm, sinceramente il mio voto per la tua fan fiction si "leggermente abbassato" con questo capitolo (ti prego non ti offendere^^), ma resta comunque un lavoro stupendo :)
    Non vedo l'ora di vedere come descriverai la scena di Simba che è tornato alla Rupe dei Re e lo scontro con Scar :)
     
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    Complimenti questa fan fic è EPICA! :) complimenti veramente!!! ora sono curioso di leggere il resto :)
     
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    Innanzitutto, buongiorno. E grazie per i commenti.
    Secondo, Pridelands, qui non si offende nessuno, men che meno io, a meno che non siai uno di voi a chiedermi di essere offeso.
    Terzo, mi piace l'idea che Timon sia riuscito a rinsavire con le sue forze.
    Quarto, la Fanfiction non si collega direttamente con il Re leone 3, salvo qualche battuta.
    Quinto, posto il decimo capitolo, e vedrò di rialzare la tensione.

    Capitolo 10: Amici fino alla fine

    Il viaggio nel deserto durò per una giornata intera, a grande velocità; Nala era nel pieno delle forze, poiché i due giorni passati nella Giungla le avevano ridato tutte le sue forze; Pumbaa, nonostante la sua mole riusciva a stare al passo con la giovane leonessa. Non si preoccupava per lui, sapeva che poteva anche superarla, se solo avesse voluto: ciò che era più importante per lei, era arrivare a Simba il più velocemente possibile.
    Si fermarono solo a mezzogiorno, presso un piccolo ramo del fiume, nascosto in una piccola gola; laggiù l'ombra favoriva il fresco, e la sabbia era appena tiepida: un posto ideale per riposarsi, in attesa dell'evento che sarebbe avvenuto di li a poche ore.

    Pumbaa non sembrava molto felice, un dettaglio che non sfuggì a Nala: l'odore della malinconia è molto forte. "Sei ancora sicuro della tua scelta?"
    "Le scelte sono difficili!" disse Pumbaa. "Avrei solo voluto che Timon scegliesse di venire con noi!"
    "Lui non si fida di me!" spiegò lei. "Se ha scelto di restare nella giungla e vivere senza responsabilità, chi siamo noi per fermarlo? Si capisce subito quanto è testardo!"
    "L'hai notato, vero?" Pumbaa sorrise. "Spero soltanto di rivederlo, un giorno." Nala si avvicinò a lui e lo abbracciò. "Quando tutto questo sarà finito potrai tornare da lui, te lo prometto; potrò anche venire a farvi visita, di tanto in tanto, se lo vorrai!"
    "Davvero!? Lo faresti?" Pumbaa era estasiato, rispose all'abbraccio con rinnovato entusiasmo, e Nala cominciò a fare le fusa. Pumbaa era talmente emozionato che sentì un lievo rumore nelle sue viscere, ma da lui non uscì una singola bolla di gas: straordinariamente, la presenza della cacciatrice lo faceva sentire così a suo agio da far migliorare la sua imbarazzante condizione.

    Uscirono nel deserto nell'ora più rovente concepibile: il sole alto a sud est sembrava squarciare le pietre, ma a nord ovest, un'immenso pilastro di nuvole nere a forma di clessidra con un fondo largo si estendeva oltre l'orizzonte, tanto che sembrava toccare la terra, e minacciava di aspirare e devastare tutto ciò che c'era sotto di essa. A quella vista, Nala sentì il terrore invaderle il corpo e l'anima, ma Pumbaa continuava a guardare verso la giungla, pensando a Timon.
    "Ti dispiace se aspetto qui, un po'?"
    Nala si rabbuiò in volto. "Non ti arrendi mai, eh?"
    "Sono vicino a farlo... continuerò sempre a sperare; Timon è stato il mio primo amico, e tu sai cosa vuol dire... non è vero?"
    Nala gli carezzò la testa con il muso. "Sì, certo che capisco! Mi auguro solo che le tue speranze non si rivelino vane; Ti aspetto alla Rupe dei Re, la riconoscerai a vista."
    Detto ciò si separò da lui, e cominciò amuoversi verso il canyon dove anni prima si era verificato il terribile fatto.
    Pumbaa la guardò allontanarsi finché non sparì dalla sua vista.
    "E' davvero unica!" si disse, e sedutosi, cominciò a osservare verso la giungla, per vedere se Timon sarebbe arrivato.
    Doveva essere rimasto lì per almeno quattro o cinque ore, mentre il sole diventava sempre più caldo; era sempre meno a suo agio, e spetazzò almeno una mezza dozzina di volte, ma poiché era da solo, per buona fortuna, nessuno lo udì o lo sentì.
    E lentamente, il sole, cominciò a declinare verso ovest.

    Ormai Pumbaa cominciava a temere che Timon non sarebbe venuto, e quando si rese conto che a quel punto, almeno un segno sarebbe dovuto apparire all'orizzonte, perse ogni speranza. Si rialzò e lentamente, si mise in cammino verso la Rupe.
    Erano quasi le cinque e un quarto del pomeriggio.
    Correva a balzoni, ma la stanchezza sembrava rallentarlo.
    Era stanco, triste, malinconico, deluso, stanco, deluso, malinconico, stanco e ancora più stanco: prima Simba e poi Nala erano diventati parte della sua vita, ma senza Timon, senza quella prima fondamentale pietra il suo regno dell'amicizia che portava il nome di Hakuna Matata, stava crollando, e tutto perdeva il suo senso.

    Dopo quindici o venti minuti di quella corsa gravosa, Pumbaa era praticamente giunto alla bocca del canyon. "Nala a quest'ora sarà già arrivata..." pensava. Doveva affrettarsi per raggiungerla, ma le sue gambe parevano rifutarsi di andare più veloce.
    Sì: Pumbaa aveva perso ogni speranza che Timon arrivasse.

    O forse no... ?

    Fu proprio in quel momento che una nuvola di polvere, veloce come un fulmine passò di fianco a Pumbaa, per fermarsi a circa quattro metri più avanti rispetto a lui: anche il facocero si fermò di scatto, a quella apparizione improvvisa.
    Quando la nuvola si dissolse, con qualche sforzo vide una piccola figura chinata in avanti, ginocchia piegate e divaricate, i gomiti alzati dietro la schiena e la testa bassa, ansimante per la gran corsa.
    Era una suricata, piccola, alta appena trenta centimetri, con tre striature scura sulla schiena, una coda appuntita, un ciuffo di capelli rossi, e quando si voltò, Pumbaa notò subito quegli occhi neri e acquosi, rossi per la grande corsa.
    Timon dava il segno di aver fatto tutta la strada di corsa, e senza respirare, ma il suo stomaco sembrava normale: segno che aveva preso qualche insetto sulla via.
    Dapprima, l'espressione sul volto della mangusta sembrava seria, ma le sue labbra si incurvarono in un sorriso, e i suoi occhi da rossi e infuocati com'erano, divennero dolci, e incredibilmente lucidi.
    Ruppe il lungo, imbarazzante silenzio che si era instaurato tra i due, allargando le braccia, e dicendo con un sorriso: "Gli amici rimangono insieme fino alla fine, giusto vecchio mio?"
    A Pumbaa mancò un ette che non cadesse in delirio: con uno scatto lo afferrò e lo strinse a se': voleva spiegarsi, voleva ridere, voleva dire un monte di cose, e invece si limitò a dare in un clamoroso e patetico scoppio di pianto, con tanto di grosse bolle che scoppiavano dalle immense narici.
    Timon si limitò a dargli qualche colpetto sulla spalla, per quanto gli fosse complicato raggiungerla, e mormorò. "Sì sì, ti capisco!"
    Pumbaa lo appoggiò a terra. "Allora sei deciso a tornare!"
    "Certo!" esclamò lui con la sua consueta baldanza, saltando in groppa all'ungulato. Come un cavaliere in sella al suo destriero, in mancanza di rendini, afferrò il facocero per le orecchie, e urlò a gran voce. "Coraggio Pumbaa, questo potrebbe essere il più grande momento della nostra vita!"
    E mentre si precipitavano lungo la gola degli gnu, continuava a strepitare come un forsennato, dando prova di quanta aria contenessero i suoi minuscoli polmoni.
    "Questo è il posto dove nascono le leggende! La forgia degli eroi, la culla del mito! Finalmente daremo la prova che valiamo qualcosa! Te lo dico io, vecchio mio! Stanotte affronteremo il nostro momento più epico!"
    Evidentemente era sicuro dei propri mezzi, e Pumbaa, con il suo entusiastico silenzio gli dava ragione.

    Raggiunsero in fondo alla gola, e nella savana, che ormai erano le sei abbondanti di sera. Pumbaa si mise subito a fiutare l'aria, per sentire se c'erano tracce di Simba o di Nala. La sentì lungo il crinale a ovest, e la raggiunsero.
    Nala fu felice di rivedere Pumbaa, e piacevolmente sorpresa di vedere Timon.
    "A quanto pare, non ti sbagliavi!" Pumbaa si fermò davanti a lei con un inchino. La suricata scivolò con aria remissiva dalla schiena dell'amico, e si fece avanti, a testa bassa. "D'accordo, forse..." cominciò, allargando sulle parole, come se cercasse di prendere tempo. "... ammetto di essere stato un tantino avventato nel giudicarti... e forse... tu non sei così male... come avevo pensato, ma forse..."
    Si ritrasse spaventato, alzando la mano destra, e serrando gli occhi con forza, quando Nala gli si avvicinò.
    Riaprì gli occhi quando sentì una superficie morbida e leggera sotto il suo palmo. Nala si era avvicinata abbastanza da essere toccata, e sorrise. "Gli amici di Simba sono miei amici!" disse , fissandolo con un sorriso. "Non è vero, Pumbaa?"
    "Certo!" esclamò lui. "E gli amici restano insieme fino alla fine!"
    "E allora andiamo!" urlò Timon, tornando in sella al suo corpulento ronzino-suino; insieme i tre, si precipitarono di sopra, fino a scorgere l'immagine di Simba che scrutava con aria corrucciata le Terre di suo padre, distrutte dalle iene.

    Timon e Pumbaa, ora che erano riuniti al loro amico si sentivano in grado di affrontare qualunque ostacolo, e perfino di sopravvivere ai maggiori pericoli.
    Ma non potevano minimamente immaginarsi che cosa gli avrebbe riservato il futuro.

    FINE DELLA SECONDA PARTE


    Lasciate qui i vostri commenti, e preparatevi per la terza parte.

    Edited by Gaoh - 13/2/2013, 11:34
     
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    Timon e Pumba tornano insieme!!! :) ora sono curioso di come si svolgeranno le cose (so che nelle fan fic posso aspettarmi di tutto xD)
     
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  10. Pridelands98
     
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    Bellissima! Commoventissimo quando Timon raggiunge Pumbaa: "Gli amici restano insieme fino alla fine" :cry: Bellissimo capitolo :)
    Ora Scar le piglia da Simba :lol: Ma prima della battaglia finale, devi scrivere il capitolo sulla nascita di Kovu e Vitani...
     
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    Molto bene Pridelands, carte in tavola allora.
    Stasera mi rovinerò
    Ma sappi che da ora in avanti io prendo in mano il timone.
    Niente più condizionamenti.
    (in effetti, dovrei ringraziarti. Stavo tralasciando un punto fondamentale)

    Atto finale: Pride
    Lo ammetto, non ero sicura che ci riuscisse: io e mia sorella in particolare credevamo che non ce l'avrebbe mai fatta. Scar era rimasto in attesa paziente per tutta la notte: quando seppe della futura nascita del secondogenito di Zira, aveva espresso chiaramente il suo disappunto, poiché era rimasta incinta di uno straniero.
    Aveva pagata cara la sua insubordinazione. Scar la fece punire dalle iene, e in risultato, Zira ci rimise una buona dose di pelo, e la perdita di parte dell'orecchio: Tomi ha preso parte alla tortura, ma io e Spotty non volevamo averci niente a che fare.

    Ho fatto chiamare Rafiki, e lui ha riferito che sarebbe stato un parto prematuro, aggiungendo che sarebbero potuti nascere da un momento all'altro.
    E' successo nel cuore della notte, giusto due sere fa. Zira, tra atroci sofferenze ha dato alla luce due cuccioli. La prima a nascere è stata una pallina di pelo color bruno aranciato: una femminuccia di nome Vitani. Aveva molto in comune con Gaori, il padre, in particolare gli occhi azzurro cielo.
    Il secondo a nascere lasciò Scar piacevolmente colpito: era un maschietto dalla pelliccia color mogano scuro, con due occhi smeraldini, esattamente uguali a quelli di Scar; non c'era da stupirsi se lui si vide riflesso in quel cucciolo. Lo chiamò personalmente Kovu, e annunciò che di lì a pochi giorni, superato la terza notte sarebbe stato presentato come erede al trono. Zira non sta più nella pelle all'idea: finalmente i suoi sforzi sarebbero stati ripagati.

    Tuttavia le cose non vanno affatto bene nei gruppi di caccia: Sarabi e le sue cacciatrici non si muovono da quando Nala è partita, e l'umore del Re è peggiore che mai. Vizuri è morta in un tragico incidente con degli gnu imbestialiti, e ora anche Spotty ha seri problemi alle gambe: Io e Tomi siamo rimaste da sole a cacciare per conto del Re, e questo lo irrita. Non dubito che da qui a poco darà in una clamorosa crisi di nervi; nel gruppo di Sarabi si parla di lasciare la Rupe, e in un certo senso io le appoggerei, ma la mia fedeltà al Re mi trattiene; posso solo sperare che il principe Kovu riesca a sollevare queste Terre maledette dal loro triste destino, e si dimostri migliore di Scar. Se mai avrò dei figli, vorrei che crescessero in un luogo migliore.

    Abbiamo lasciato Zira da sola stasera, a prendersi cura dei suoi piccoli e siamo tornate alla Rupe, dove il Re, nel frattempo aveva fatto ritorno.
    Io, Tomi e Spotty eravamo decisamente giù di tono, ma quello che abbiamo visto alla Rupe, fu qualcosa da non potersi credere. Ancora non sapevamo cosa fosse, ma quell'evento avrebbe decretato il nostro destino per sempre.

    Continua...
     
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  12. Pridelands98
     
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    Bello! Aspetta, mentre non ero connesso al forum ho letto da visitatore che avresti fatto nascere Kovu e Vtabi si prima che Simba avesse esiliato Zira, ma dopo la morte di Scar!
    Come ali questa modifica e hai tolto il commento dove lo dicevi? Non lo avrai mica fatto per me? Non potrei dire altro che :"Grazie Sono più che onorato!" Comunque la mia nno era una forzatura, ma solo un avvertimento/consiglio, infatti nel Re Leone 2 Zira lo dice che Kovu è statto sscleto personalmente da Scar come suo erede.
    Il capitolo è bellissimo narrato da Dotty :) (Povera Vizuri, riposa in pace) Ma quindi secondo te Zira quando Simba ritorna è rimasta alla Rupe?
     
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    Bello! Aspetta, mentre non ero connesso al forum ho letto da visitatore che avresti fatto nascere Kovu e Vitani si prima che Simba avesse esiliato Zira, ma dopo la morte di Scar!
    Come mai questa modifica e hai tolto il commento dove lo dicevi? Non lo avrai mica fatto per me? Non potrei dire altro che :"Grazie Sono più che onorato!" Comunque la mia nno era una forzatura, ma solo un avvertimento/consiglio, infatti nel Re Leone 2 Zira lo dice che Kovu è statto scelto personalmente da Scar come suo erede.

    Lo so, ma vedi, avevi ragione: Vitani e Kovu dovevano essere nati prima del ritorno del Re, o avrei perso il filo canonico, a cui tengo moltissimo in questa FF.

    CITAZIONE
    Ma quindi secondo te Zira quando Simba ritorna è rimasta alla Rupe?

    Zira ha sofferto un parto prematuro, e Simba è tornato neanche ventiquattro ore dopo. Si sta ristabilendo... tornerà, ma sarà troppo tardi. Lo ammetto, questa l'ho ripresa da Savu, ma a modo mio!
     
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  14. Pridelands98
     
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    CITAZIONE (Gaoh @ 13/2/2013, 11:32) 
    CITAZIONE
    Bello! Aspetta, mentre non ero connesso al forum ho letto da visitatore che avresti fatto nascere Kovu e Vitani si prima che Simba avesse esiliato Zira, ma dopo la morte di Scar!
    Come mai questa modifica e hai tolto il commento dove lo dicevi? Non lo avrai mica fatto per me? Non potrei dire altro che :"Grazie Sono più che onorato!" Comunque la mia nno era una forzatura, ma solo un avvertimento/consiglio, infatti nel Re Leone 2 Zira lo dice che Kovu è statto scelto personalmente da Scar come suo erede.

    Lo so, ma vedi, avevi ragione: Vitani e Kovu dovevano essere nati prima del ritorno del Re, o avrei perso il filo canonico, a cui tengo moltissimo in questa FF.

    CITAZIONE
    Ma quindi secondo te Zira quando Simba ritorna è rimasta alla Rupe?

    Zira ha sofferto un parto prematuro, e Simba è tornato neanche ventiquattro ore dopo. Si sta ristabilendo... tornerà, ma sarà troppo tardi. Lo ammetto, questa l'ho ripresa da Savu, ma a modo mio!

    Ah oh :) , ma aspetta in che modo l'hai ripresa da Savu: in Dark Times Zira non è presente al ritorno di Simba e arriva giusto in tempo per vedere Scar ucciso dalle iene (inoltre era incinta di Vitani), nel Taka Comic Zira insieme ad Azra e le gemelle era andata lontano dalla Rupe per uccidere Shentani (che nel fumetto era la madre naturale di Kovu), quindi dov'è che avresti copiato Savu?
     
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    L'hai detto tu stesso, Pridelands: Zira arriverà in tempo per vedere Scar ucciso. E' l'unico dettaglio che ho ripreso da Dark Times; in questo momento Zira è ancora a ristabilirsi, lontano da occhi indiscreti e dalla Rupe.
    Non ho detto mille volte che è quello che IO presumo??

    (con tono calmissimo) Ora per favore, basta domande, goditi questa Fanfiction per l'ultima parte postando unicamente commenti che non inducano a ulteriori spam, o parola mia:
    1-mi offendo sul serio.
    2-cancello l'intera Discussione e mi sconnetto.
    3-non mi connetto mai più.
    La spada di questo samurai non perdona. (Diario dell'eremita, vol 1 capitolo 3).

    Detto questo, spero che tu non ti sia offeso, buon proseguimento (dovrai comunque aspettare fino a domani mattina) e buona sera.
     
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86 replies since 4/2/2013, 13:44   3015 views
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