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X - 9) TREES
Giammai io credo invero,
che vedrò spettacolo altrettanto bello.
L'albero la cui radice dolce afferra
il palpitante, vitale seno della terra;
che il cielo ogni giorno e ogni ora
si volge a rimirare.
E in alto le frondose mani innalza
per pregare.
Fino all'archetipo del nostro io
affondi con le tue radici,
esprimendo del creato
il mistero profondo e pio.
La verità delle cose passate,
presenti e future, grazie a te
sono rivelate.
Tu che agli uccelli del cielo
dai conforto e riparo,
di ombre serene che freddo
e caldo scherniscono
non sei avaro.
La neve non ti ha mai schernito
con i suoi perché;
la pioggia vive intimamente
con te.
Cosa sono io, di fronte all'albero,
che difende i piccini dal sole bruciante,
dal gel d'inverno, dal vento, dai nemici
e dalla pioggia sferzante?
Poco ancora posso permettermi di cantare:
perché mai e poi mai, l'uomo,
nella sua corruzione,
nella sua perfidia,
nella sua mancanza di rispetti
se continua su questa strada,
mai e poi mai,
all'albero potrà assomigliare.
Quindi, figli, non dimenticate:
nella gioia di amare per amare,
l'albero sereno sereni imitate;
i piccoli con forza difendete,
le forze avverse con tenacia respingete.
E' l'albero che dobbiamo imitare,
perché nessuna creatura al mondo,
come lui ci insegna a difendere ed amare.
FIN
Edited by Gaoh - 13/6/2021, 04:29. -
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E oggi, che è San Lorenzo, qualcosa di speciale.
X - 10) SHOOTING STAR
Avete udito, stanotte?
Là nel cielo sereno e infinito,
dopo la pioggia e le nubi a frotte,
le stelle beate hanno sorriso.
Stanotte è il loro momento.
Dove vanno a finire le stelle cadenti?
Sono come sogni finiti in un lampo,
per sempre perdute, ma mai dimenticate.
Dove vanno a finire le stelle cadenti?
Questo è un mistero che nessuno sa:
solo le stelle che tutto sorvegliano
nella notte serena,
a loro dovrai domandare.
Avete udito stanotte?
Anche stasera cadranno le stelle,
ma non pensar di trovare risposte:
le stelle non sono avvezze a parlare.
Perché grande è il mistero di questa notte:
per l'antico male il cielo ricorda,
il dolore per ciò che fu perso,
e che mai - oh mai - farà ritorno.
Guardate bruciare le stelle cadenti,
come la volta del cielo rischiarano,
e poi la notte, più buia di prima,
e i suoi segreti profondi ritornano.
Perché così son le stelle cadenti:
sono i pensieri veloci e fugaci.
Ma ogni stella è in ognuno di noi,
speciale e reale, come te e me.
FIN. -
Ghost writer.
User deleted
Posso solo dire che questi ultimi tre poemetti non hanno deluso le aspettative.
Mi è piaciuta molto quello sul fuoco (forse la poesia che ho apprezzato di più tra quelle citate poc'anzi),con un ritmo molto veloce (quasi scoppietante) dato dalla brevità dei versi. Ne risulta una lettura vivace e viva.
Per il poemetto dell'albero,anche questo stupendo,soprattutto la prima strofa. Bella la personificazione dell'albero,ed il senso di stabilità e saggezza che quest'ultimo dà alla poesia.
L'ultimo devo ammettere che è quello che mi ha colpito meno,non so perchè ma non mi ha preso più di tanto. Resta comunque una cosa speciale in onore di qualcosa di speciale.
Edited by Ghost writer - 11/8/2015, 13:42. -
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Occhio al doppio, Ghost Writer. Adesso, dalla 11 alla 20, un piccolo viaggio. . -
Ghost writer.
User deleted
SPOILER (clicca per visualizzare)ok,per modificare me l'ha copiato XD Tutto risolto. E continua con qualche altro poemetto,quando hai tempo. -
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Oggi posterò i primi due poemetti della serie "Un viaggio"
Sono relativamente brevi, ma cercherò di farli il più intensi possibile.
X - 11) HOME
Stasera,
dalla finestra risplende il sole,
come tante altre volte.
Io sono solo,
in questa casa,
non c'è più nessuno:
ormai tutti via
se ne sono andati.
La casa è lontana,
su strada solinga,
e il sole svanisce,
la notte è vicina;
Stanotte io parto,
io devo partire.
Stasera,
la strada si fa silenziosa,
e il buio si estende.
Io sono solo,
nella mia stanza,
e tutto è silenzio:
ormai ho deciso,
me ne devo andare.
La casa è lontana
tra i campi remoti,
e scendo le scale
pensando al passato:
è tempo di andare.
Stanotte io parto,
me ne devo andare.
E forse la fuori,
nel mondo lontano,
chissà, troverò
la mia vera casa.
FIN. -
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Ok, mi sono perso lungo la via, ma ora comincerò a rimediare.
X - 12) AWAY
Sulla strada,
cammino
sulle orme dell'alba.
Ho raggiunto l'angolo
che segna la mia via,
ma è breve cosa,
rispetto a quanto
mi sono prefissato.
Allora perché,
mi pare davvero
che dell'ore intere
siano passate?
Non mi era mai parso,
che la mia stradina,
così piccolina
potesse sembrare.
Sulla strada
cammino
sotto il sole cocente.
Ho raggiunto la strada
che tutto collega,
ed ora che fare?
A oriente o a levante,
A scirocco o a tramontana?
Sulla strada
cammino
nell'ora del tramonto.
Mi sento ridicolo
camminare così,
senza tregua
o senza riposo.
Ma è ancora ben poco,
rispetto al traguardo
che avevo pensato.
Lontana è la casa,
e il viaggio prosegue.
Solo e lontano,
voglio arrivare.
La strada di casa mia,
è sempre stata così lunga?
FIN. -
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E il viaggio continua...
X - 13) WORLD OF MEN
Ho visto quest'oggi
il municipio della mia città,
le legge che per tutte le verità
opprime e tormenta,
la sua stirpe rinnegata.
Ricordo ancora le molte ingiustizie,
patite dal giorno in cui sono nato.
Questa gente, la mia gente,
non ha mai fatto nulla per me;
perché mai dovrei io, spezzato,
fare qualcosa per loro, ingrati?
Forse è un motivo sufficiente,
per cui io me ne voglia andare.
Ovunque tranne che qui, ho detto.
Qualsiasi posto va bene, ho detto.
Basta che non li veda più, ho detto.
Il dolore che mi squarcia il petto,
è troppo grande da sopportare.
Ovunque tranne che qui, ho detto,
e per questo ho deciso di andare.
Il mio cuore batte di rabbia,
o scoppia di fatica, non so.
Ma finché continuerò a pensarci,
fino a quando li avrò tutti scordati,
sempre e più avanti io camminerò.
E' troppo tardi per tornare indietro,
e siamo onesti, non voglio farlo.
La strada è ancora lunga, lo so bene.
Da questa gente non sarò lieto, lo so bene.
Altrove troverò la mia felicità, lo so più che bene.
Lontano da loro, sarò finalmente libero e franco,
da tutti i miei dolori, le mie angosce e le mie pene.
Ma per ora vado avanti, con passo lento e stanco.
Ovunque tranne che qui, ho detto.
Da oggi in avanti, non dovrò più soffrire.
Perisca il mondo degli uomini, con gran dispetto:
possa per sempre in infamia sparire.
Ed io sarò già lontano.
FIN. -
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X - 14) TRAM
Da quanti minuti,
sono chiuso in questa serra
movente e deprimente,
in mezzo a questa gente
di questa lezza terra?
Soffoco, stretto serrato
in questa turba umana
sul tram che corre e corre
e il tempo lento scorre
tra l'orrida fiumana.
La strada è lunga ancora,
è lunga in verità;
e ogni istante è un'ora
ed ogni ora è un giorno,
col traffico qui intorno,
per sempre viaggerà.
E' lunga questa corsa?
Già non ne posso più:
strizzato come un pesce
dal mucchio nulla esce
in questo su e giù.
Ma presto alla fermata,
o almeno così spero,
lontano a nord sarò,
e ovunque me ne andrò.
sulla mia via tracciata.
Ma lunga è ancor la via,
è lunga in verità,
e ancor l'angoscia mia
accrescersi vedrò:
Con tutti i si e i no,
attendo, così sia.
Se qui crepar dovrò,
così, così sarà.
sia questa la fin mia,
e l'ora lunga sia,
fugace eternità.
FIN. -
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Continuiamo!
X - 15) OUT THERE
E' fatta:
ci siamo!
Sono fuori
dal buio senza fine,
di quella mia città.
Sono qui,
sono solo,
senza più capricci
e astruse ottusità.
Ora che sono fuori,
può solo migliorare,
non più rimpianti e orrori
costretto a sopportare.
Ma solo e senza amici,
dovrò perseverare.
I giorni miei felici,
così dovran passare.
E' tardi
è fatta,
rimpiangere non devo,
il viaggio che ho intrapreso,
le scelte che facevo,
o il tempo mio sospeso.
Son giunto sì lontano,
lo spirito avanti andrà,
e solo la mia mano
da guida mi farà.
Ora che sono fuori,
da solo dovrò stare.
Tra lacrime e tremori,
per sempre camminare.
Come ombra sulla terra,
di giorno a spasimare,
ma già la notte afferra
la mia alma a strangolare.
Son solo e sono fuori,
e solo dovrò stare,
a via dal sole, fuori,
così dovrò scappare.
FIN. -
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Ok, ci vorrà più tempo di quanto avevo previsto...
X - 16) FOREST
Ecco,
alfine,
il bosco,
si spalanca
di fronte a me;
La terra che cerco
al di là di questa selva,
è la terra libra
che fa per me.
Le bestie della notte,
io non le temo,
se ho avuto la forza,
per scappare di casa,
allora di certo,
saprò cavarmela anche qua.
Come lupo
selvaggio
come aquila
libero
nel bosco troverò
la mia libertà.
Correrò,
volerò,
fino ai monti,
e nelle terre lontane,
la mia casa sarà.
O bosco sei la porta,
della mia libertà,
e quindi apriti bene,
lasciami passare:
fammi fuggire,
fuggire di qua.
FIN. -
Ghost writer.
User deleted
Ehy Gaoh!
Ho recuperato tutti gli ultimi poemetti, della serie un viaggio.
Devo dire che mi stanno appassionando non poco, il senso di oppressione nel vivere tra gli uomini, il ferreo desiderio di scappare, la paura nell'intraprendere un viaggio da solo, l'ostinazione nel non mollare.
Parlando di come sono scritti, il poemetto che mi è piaciuto di più è stato quello del tram.
Ora un dubbio: che questo viaggio sia quello dell'eremita?. -
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Non ho scusanti per aver aspettato così tanto: mi ci vorrà una vita per finire tutto... DX
comnque, Ghost, no: il viaggio non è quello dell'eremita.
X - 17) FEAR
Cosa pensavo?
Il bosco è buio,
mi graffia,
cado: sanguino,
grido di rabbia.
La mia libertà,
la selva tradisce,
il sogno perisce
tra questi rovi.
Lupi voraci
Serpenti infami
mi piovono addosso
con strida e ululati:
è giunta la notte,
il core è di ghiaccio.
Mi afferra il terrore
nel bosco traditore.
Che cosa cercavo?
La libertà, troppo tardi
comprendo,
è solo illusione,
ed ora l'azione
più folle ed audace
a me contro si torce:
il mio sogno,
mi guida implacabile
verso la morte.
Cade la notte,
tutto è mistero:
tutto mi schiaccia.
Mi graffia la faccia
il suolo di pietra;
la notte è più tetra,
e mi sento morire.
Ho paura, tanta paura,
da solo,
senza casa,
senza amici,
senza niente...
E mi assale l'oblio.
...
Che mi è saltato in mente?
FIN. -
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E sono tornato!
X - 18) LIGHT
Notte oscura, notte di morti,
notte perenne che indugi nei torti,
non sarà più la cupa tua ombra
a farmi da guida lungo la strada:
ho visto stelle e lume di luna,
fiamme biancastre, di astri sereni;
d'ora in avanti,
loro soltanto
sapranno mostrarmi la strada di casa.
Eccolo, il ponte, le antiche mura,
è la città al di là del boschetto:
luce di lampade, a mille miglia,
molto distanti, la strada è lontana;
ma se la rabbia, già consumata
fin qua m'ha portato,
allora l'angoscia,
mi guiderà
alla giusta dimora.
E' giunta l'ora: sono pentito,
qui nella notte mi sento smarrito;
ma verso casa, il mio nido il mio tetto,
io corro e grida il mio cuore,
ricolmo di luce:
"Vieni, ti aspetto!"
FIN. -
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E dopo più di quattro anni, ispirato dal sogno che ho avuto stanotte, devo postare un nuovo poemetto sinfonico.
X - 19) NUPTIAL
Alla creatura ignota,
che io non conosco:
Solo una volta
in sogno t'ho vista.
Presso un altare, che simile al mondo
più bello non v'era,
ti presi la mano, la piccola mano
sfoggiandomi a stento
un tremante sorriso.
Te che non conosco:
ho visti i tuoi occhi,
i tuoi occhi neri
che m'hanno abbagliato.
Dal sogno più lieto mi hanno destato
e tu sei sparita,
eppur non potrò ben presto scordarti
Sì bella e felice
ridente al mio fianco.
Son onde il tuo crine,
son onde di inchiostro:
Son riflessi di oro
e smeraldi lucenti.
E' bronzo lucente la fresca tua pelle
Che io bramai stringer
Che pur m'è fuggita dal sogno fuggente,
e solo mi trovo
senza te all'alba.
Sublime creatura,
che mai prima vidi:
e forse giammai
potrò rimirare.
Soltanto una volta in sogno t'ho vista.
Te che non conosco,
Il cui dolce nome giammai io saprò:
mia sposa nel sogno,
non voglio scordare.
Ti amo e ti cerco.
Ti chiamo e t'invoco.
E forse stanotte,
ti rivedrò.
FINSPOILER (clicca per visualizzare)Sì, ho sognato di sposarmi, e mi sono quasi innamorato per davvero..