The Warrior in the Kaos

what if... e se un umano cambia le sorti delle terre del branco?

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  1. somoya
     
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    branco, perdonatemi la lunghissima attesa, finalmente ho completato il settimo capitolo,
    più tardi lo posto (giusto il tempo di ricopiarlo sul pc)
     
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  2. somoya
     
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    eccovi il settimo capitolo, spero vi piaccia


    Chapter 7 (The First Comparison)

    La prima cosa che sentì fu un forte dolore al capo, la vista era offuscata, le membra intorpidite; provò ad alzarsi ma fu trattenuto: una grossa mano lo spinse delicatamente indietro, poi sentì una voce, dolce e femminile “Buono, non ti agitare, ormai credevamo che non ti svegliassi più…”.
    Morani si poggiò una mano sugli occhi per calmare il dolore alla testa poi disse “Dove sono?” “Sei al sicuro, alla Rupe dei Re”, con l’altra mano l’uomo tastò la superfice dove era sdraiato, si stupì nel sentirla dura, quindi aprì gli occhi e mise a fuoco ciò che c’era attorno a lui: era in una grande caverna, ma ciò che più lo colpì fu la leonessa che lo inchiodava al pavimento, i profondi occhi color arancio, il manto scuro, di colpo ricordò tutto, l’incidente, il fiume, il bufalo.
    Si liberò della presa di Sarabi e scattò in piedi, ma fu colto da un capogiro e dovette sostenersi alla parete, portò la mano dietro la schiena per brandire la sua arma, ma non trovò nulla, “Per favore calmati, o ti farai del male inutilmente” disse la giovane regina preoccupata, “Com’è possibile?” chiese Morani frastornato “Cosa?” “TU PARLI!!” “Beh, io ho sempre parlato, fin da quando sono una cucciola, il punto invece è: come fai tu a capirmi?” rispose la leonessa.
    Morani si passò una mano tra i capelli, era confuso, tutto ciò aveva dell’incredibile! Stava lì a chiacchierare con una leonessa, era forse diventato matto? O forse c’era qualcos’altro? Dopotutto ne aveva sentite molte di storie riguardanti persone che parlavano agli animali, ma che importava infine? Negli ultimi anni aveva ricevuto solo odio e rancore da quelli della sua specie, questa leonessa sembrava davvero preoccupata per lui invece, era il caso di fidarsi?
    Il dolore alla testa era diminuito, sentì una cicatrice tra i capelli, dove il bufalo lo aveva colpito, e gli venne un’illuminazione: “Forse…” pensò “… è stata questa ferita… qualcosa nella mia mente si è rotto o… risvegliato…”, Sarabi lo riportò alla realtà “Ascolta, penso che adesso sia più importante pensare alla tua salute…” fece per avvicinarsi a Morani che però si allarmò, “Non aver paura, non voglio farti del male” “Non ho paura” “Non mentire, lo sento dal tuo odore che mi temi; allora, come ti senti?” chiese infine la regina, sedendosi a meno di mezzo metro dal ragazzo.
    Morani pensò che se ancora non se l’erano mangiato probabilmente non l’avrebbero fatto in seguito, quindi decise di fidarsi di Sarabi e rispose “Mi gira la testa, ma per il resto penso di stare bene”, poi continuò “Ma quanto sono stato incosciente?” “Quattro giorni…” disse la leonessa abbassando lo sguardo “…pensavo saresti morto… ma perché mi hai protetta?” chiese infine.
    Morani si lasciò scivolare sulla parete fino a raggiungere la posizione seduta, osservò la leonessa e poi le rispose “Io… non lo so… forse per quello…” disse indicando il ventre gonfiò di Sarabi “…eri in difficoltà, non potevo stare fermo a guardare” concluse infine gettando lo sguardo a terra.
    La grande leonessa sorrise, si avvicinò al ragazzo e gli leccò la guancia “Grazie…” gli disse “…se non fosse stato per te né io né il mio cucciolo saremmo qui, sappi che sei il benvenuto in queste terre”; Morani fu pervaso da una sensazione strana, che non provava da molto tempo, come se una fiamma gli scaldasse l’anima, un sentimento che gli era stato strappato.
    Sarabi continuò “Vuoi dirmi come ti chiami?” chiese con dolcezza, “Kl… Morani” “Morani… ti si addice, io sono Sarabi, regina delle Terre del Branco…” “Ed io sono il re” disse una voce profonda, dietro la leonessa comparve un grande leone dorato dalla criniera scarlatta, il più grande che Morani avesse mai visto, si affiancò a Sarabi e disse “Io sono Mufasa, figlio di Ahadi, sovrano delle Terre del Branco; sai, sono stupito, mi era stato detto che voi umani non poteste capire noi leoni” “Infatti dovrebbe essere così, sono più scioccato di voi, credetemi” rispose il giovane uomo deglutendo, infatti, in meno di cinque minuti molte delle sue convinzioni andarono in frantumi, sapeva che il leone era il re degli animali, ma credeva fosse un titolo solamente pensato per sottolineare la potenza e la maestosità di questa creatura, ma a questo punto non era più sicuro di niente.
    Mufasa continuò “Be, meglio così, sarà tutto più facile; innanzitutto voglio ringraziarti per aver salvato la mia compagna, tuttavia come re ho dei doveri da rispettare e devo chiederti cosa ti ha portato in queste terre e da dove sei venuto”, Morani calò lo sguardo a terra e con tono malinconico rispose “Sono finito qui per caso, cercavo del cibo quando mi sono scontrato con il bufalo, prima mi trovavo in un deserto, dove mi sono schiantato con il mio aereo, poi ho attraversato un fiume infestato dai coccodrilli e infine eccomi qua” “Le Terre di Nessuno…” disse Mufasa pensoso “…aereo hai detto, cosa sarebbe?” “È una macchina che noi umani usiamo per volare, però la mia si è guastata, ha preso fuoco e sono precipitato”, ormai Mufasa non aveva più dubbi, il ragazzo c’entrava con l’uccello di fuoco che tanto l’aveva preoccupato, tuttavia non sembrava una minaccia.
    Sarabi prese la parola “Morani, ma tu sei da solo? Dov’è la tua famiglia?”, Morani, sempre evitando lo sguardo dei sovrani, inarco leggermente le sopracciglia, gli occhi di giada diventarono lucidi, ma ricacciò le lacrime indietro, non sarebbe sembrato un debole davanti a dei re, anche se leoni, infine rispose “Sono morti… tutti… tanto tempo fa…” poi senti qualcosa di caldo e ispido sulla spalla: Sarabi aveva appoggiato il suo collo contro quello di Morani poi gli mise una zampa attorno all’altra spalla attirandolo a se in una sorta di abbraccio “Scusami, non avrei dovuto chiedertelo, mi dispiace tanto e ti capisco, anch’io ho perso i miei genitori”, qualche lacrima sfuggì dagli occhi del giovane che ricambiò l’abbraccio e premette il viso contro la pelliccia della giovane regina, rimasero così, abbracciati per qualche minuto, poi si separarono e Morani sussurrò un “Grazie…” all’orecchio di Sarabi.
    Mufasa restò toccato dalla scena, dopotutto anche lui aveva perso suo padre da poco, capiva benissimo il dolore che doveva provare Morani, quindi prese una decisione: “Morani…” chiese “…se non hai un posto dove andare, ti andrebbe di rimanere qui con noi?” “Finché non mi sarò ripreso dalle ferite?” “Veramente pensavamo a un periodo un po’ più lungo, vero tesoro?” chiese alla compagna sorridendo, questa rispose entusiasta “Si un tempo… indeterminato, allora che ne pensi?” “Penso che non mi dispiacerebbe affatto” disse Morani sorridendo di rimando alla regina, “Allora…” sentenziò infine Mufasa “…penso sia il caso di presentarti al resto del branco”.


    ditemi che ne pensate, scusatemi se in qualche punto sono stato ripetitivo

    Edited by Somoya - 9/10/2012, 14:02
     
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    Che bel capitolo, mi è piaciuta un sacco la parte dle risveglio, la discussione tra loro è fatta benissimo, muoviti a scrivere che voglio il seguito XD
     
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  4. Simba (Cucciolo)
     
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    stupendo capitolo la aspettavo da molto la scena del risfeglio complimenti è fatta benissimo ora però voglio il sequito al più presto ^^ :)
     
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    Re Leone

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    Molto bello, scritto bene, apparte forse all'inizio dove non si inquadra subito il narratore se è interno o esterno
    Per il resto va benissimo^^
    come ben sai io avrei preferito non far parlare morani coi leoni ma farli comunicare in maniera diversa, ma va bene comunque, l'autore sei tu ^^ e finche scrivi così bene nn ti posso dire nulla ^^
     
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  6. somoya
     
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    grazie ragazzi ^^
    spero di completare il prossimo capitolo al più presto
     
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  7. nuka
     
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    allora ^^ mancava il mio ok ;) dico sei molto bravo a scrivere ^^ complimenti anche per me il risveglio mi e piaciuto ;) aspetto il prossimo capitolo
     
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  8. somoya
     
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    branco, perdonatemi la lunghissima attesa, ecco il caitolo 8



    Chapter 8 (Do not Judge a Book from its Cover)(parte 1)

    I due sovrani uscirono dalla grotta seguiti dal giovane Morani.
    Il sole era allo zenit, illuminava le Terre del Branco con i suoi raggi incandescenti, il cielo era plumbeo, senza una nuvola in cielo e una leggera brezza soffiava da Nord-Est.
    Morani si schermò gli occhi dalla luce con la mano e si guardò intorno: era su uno spazio roccioso, davanti a lui uno sperone si estendeva sul vuoto, fece alcuni passi e vide una ricca savana, una distesa di erba verde-giallo si stendeva a perdita d’occhio, era interrotta solo dalle acacie e da un piccolo fiume, alcuni piccoli kopje sorgevano in lontananza.
    Morani era affascinato, poi si girò, alzò lo sguardo e contemplò l’immensità della Rupe a bocca aperta.
    Sarabi sorrise vedendo l’espressione del ragazzo e gli disse “Ti piace? Questa è la Rupe dei Re, il nostro branco vive qui da molte generazioni”, Morani stava per dire qualcosa ma fu interrotto da un potente ruggito di Mufasa, “Ho chiamato il branco, tra un po’ saranno qui tutti” rispose il sovrano allo sguardo interrogativo che il ragazzo gli aveva lanciato.
    Infatti, dopo pochi attimi delle leonesse comparvero dai sentieri naturali sui fianchi e sulla base della Rupe, si avvicinarono allo spiazzo davanti all’ingresso della caverna, a occhio potevano essere poco più di una ventina, la maggior parte di esse aveva un manto sul beige più o meno chiaro, ma spiccava anche qualche leonessa più scura, alcune di esse avevano un rigonfiamento sul ventre, segno che erano in dolce attesa: infatti, è frequente che le leonesse di un branco sincronizzino le nascite dei cuccioli per favorirne il futuro allevamento.
    Le leonesse formarono un cerchio intorno a Morani e ai due sovrani; per ultimi arrivarono due leoni, uno scuro, con una criniera nera e una piccola cicatrice che solcava l’occhio sinistro, l’altro color del bronzo, due grandi cicatrici gli solcavano il petto e il fianco destro.
    Tutto il branco fissava Morani, le leonesse confabulavano tra loro, lanciando occhiate diffidenti al ragazzo, specialmente il leone bronzeo lo fissava con sguardo truce.
    Kiburi osservava attentamente Morani, la maggior parte degli uomini che sterminarono il suo branco originario avevano la pelle scura, avevano i bastoni che sputano fuoco e cavalcavano delle grosse bestie ruggenti (jeep); questo umano era diverso: la sua pelle era molto più chiara, il fisico era più robusto e la pelliccia sul capo (i capelli) più lunga.
    Ma, differenze estetiche a parte, com’era il suo cuore?
    Era oscuro e malvagio come quello degli sterminatori?
    Kiburi sperava di no, ma se ne sarebbe dovuto accertare.
    “Amici…” esordì Mufasa “…come tutti saprete lui è l’umano che ha salvato la vita della mia adorata compagna Sarabi, ho parlato con lui, ho saputo che è solo al mondo, quindi ho deciso di permettergli di restare con noi!”.
    Subito il mormorio delle leonesse aumentò e con quello anche la preoccupazione di Morani, si chiedeva se fosse riuscito a cavarsela nel caso che un branco di leoni irati e feroci lo avesse attaccato.
    In quel momento la voce del leone bronzeo tuonò: “MUFASA!! Sei impazzito?!… Avevi detto che una volta guarito se ne sarebbe andato via!” disse Kiburi con rabbia, appiattendo le orecchie e scoprendo le bianche zanne, il re inarcò le sopracciglia e ringhiando rispose “Se non te ne sei accorto, le cose sono cambiate, lui non è una minaccia per noi… ha perso la sua famiglia, non ti ricorda qualcuno?”, il leone bronzeo spalancò gli occhi “Questo che c’entra? Sono stati gli umani a uccidere la mia …” “Finitela… ricorda che Mufasa è il tuo re Kiburi…” a intromettersi fu una leonessa dal manto scuro e gli occhi di smeraldo “…se mio figlio reputa che questo ragazzo sia degno di fiducia, dobbiamo dargli una possibilità e poi un vecchio detto dice che non è saggio giudicare dalle apparenze…” poi la regina Uru si rivolse direttamente a Morani “…quindi, ragazzo, puoi parlare?” chiese infine. Morani rispose dopo aver preso un profondo respiro “Si, posso parlare… il mio nome è Morani, non avrei voluto creare tensioni tra di voi, mi spiace… se può rassicurarvi però sappiate che io non sono come gli altri umani, io non ho niente da spartire con loro… se me lo permettete, vi dimostrerò che non sono un peso, che posso… emh… inserirmi!”.
    L’espressione delle leonesse si rilassò, solo Kiburi fissava ancora Morani seriamente, ma ormai la decisione del re era presa: “Bene, allora è deciso; ora che fa parte del branco tratterete Morani con lo stesso rispetto che date alle vostre consorelle, chiaro?” chiese Mufasa, le leonesse chinarono il capo in segno di rispetto e si dispersero; anche il leone bronzeo se ne andò a testa bassa.

    la seconda parte la posto più tardi ditemi che ne pensate^^

    Edited by Somoya - 9/10/2012, 14:04
     
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    Bello^^ continua ad essere strano vedere i leoni parlare co un umano ma ci potrei fare l'abitudine, voglio leggere presto il continuo
     
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    Ehi, finalmente hai continuato!

    Bel capitolo, ora sono veramente curioso da cosa potrà fare Morani durante la sua permanenza nel branco ^^
    Solo una cosa però.
    Hai evidenziato la decisione di Mufasa, hai accennato alla diffidenza del branco, hai messo in risalto l'opposizione di Kiburi.
    E Scar?
    Il fratello del Re sta muto come un pesce?

    A parte questo, è comunque molto bello il cap!
    Continua presto ^^
     
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  11. somoya
     
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    tranquillo, il silenzio di scar ha un motivo, diciamo che ha altre cose per la testa , più avanti vedrai XD
     
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  12. Simba (Cucciolo)
     
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    evvai finalmente hai postato ^^ il capitolo è bello come sempre, io all'inizio mi aspettavo che scar si opponesse alla decisione di mufasa, chissà che gli frulla nella testa sono curioso ^^ posta presto la seconda parte mi raccomando ^^ :)
     
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    Si mi piace, sono curioso di sapere come andrà a finire con Kiburi, bello, bello, bello spero che il seguito arrivi presto ^^
     
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  14. somoya
     
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    grazie a tutti per i complimenti^^, sono contento che vi piace,
    eccovi la seconda parte

    Chapter 8 (Do not Judge a Book from its Cover)
    (parte 2)


    Sullo spiazzo roccioso erano rimasti solo Morani, Mufasa, Sarabi, Uru e altre due leonesse: una molto somigliante a Sarabi ma più scura, l’altra molto chiara; quest’ultima si avvicinò a Morani “Perdona il mio compagno non è cattivo ma in passato ha vissuto delle brutte esperienze a causa di altri umani, comunque io sono Sarafina” disse fissandolo con i suoi stupendi occhi turchesi, “E io Weka, sono la sorella di Sarabi, grazie per averla salvata non so che farei senza di lei…” disse la leonessa scura dagli occhi nocciola.
    Morani non poté rispondere, fu anticipato dall’arrivo di un bucero blu e bianco, col becco giallo, che atterrò planando esattamente innanzi a Mufasa, egli aveva sentito e si complimentò con il re per la sua decisione, si voltò verso Morani e si presentò “Io sono Zazu, maggiordomo del re!” disse con aria solenne, “È davvero un piacere conoscervi; piuttosto sono io che devo ringraziarvi per la vostra ospitalità” disse il giovane rivolto a Mufasa, “Non preoccuparti ragazzo, è il minimo… , comunque ora devo parlare a quattr’occhi con il mio consigliere, per il resto la nostra terra è anche la tua, spero ti troverai bene” gli rispose il grande leone d’oro, poi quest’ultimo se ne andò nella direzione presa da Kiburi, seguito da Zazu.
    Anche la regina Uru si congedò dal gruppo, andò a cercare suo figlio Scar, questo si era allontanato in fretta dalla riunione insieme alla sua compagna, sembrava che Zira non stesse tanto bene, e Uru voleva capirne il motivo.
    Una volta rimasto solo con le tre leonesse, Morani cominciò a fare una moltitudine di domande a se stesso: in che punto del Serengeti si trovava?
    Era molto distante dal luogo del suo incidente?
    Dove era finito il suo coltello?
    Ma soprattutto, avrebbe superato questa nuova sfida che il fato gli presentava?
    I suoi pensieri furono interrotti da un rombo del suo stomaco, le leonesse lo osservarono, poi Sarabi sorrise e fece cenno a Morani di seguirla; la regina portò il ragazzo e le due compagne sul lato occidentale della Rupe, qui, al riparo di un’acacia, si trovava la carcassa mezza spolpata di una zebra, probabilmente uccisa quella mattina, la cavità addominale era completamente vuota, rimanevano solo due zampe e la testa, “Se hai fame non fare complimenti, tu mangi carne vero?” chiese la giovane regina, in tutta risposta Morani si avventò sulla zebra e cominciò a strappare dei bocconi di carne cruda da una zampa e a mandarli giù quasi senza masticare, non mangiava da sei giorni.
    Dopo aver ingurgitato almeno due chili di carne, si sedette con la schiena appoggiata a un masso, vicino alle leonesse, queste cominciarono a tempestarlo di domande, in special modo Sarafina e Weka gli chiedevano dove e come vivessero gli umani, se tutti erano come lui, il come mai lui si fosse tanto allontanato, etc. ; Morani disse loro che si faceva prima a contare i luoghi dove non c’erano umani; disse loro che proveniva da un’isola molto a Nord delle Terre del Branco, nel Mediterraneo; parlò a proposito della società umana (società occidentale in generale), di quanto fosse falsa e ipocrita, non nascose loro il fatto che la maggior parte degli uomini era avida e spietata, erano questi alcuni dei motivi che spinsero Morani ad allontanarsi dalla sua terra; ovviamente le leonesse non capirono tutto, non conoscendo nemmeno il concettò di “società” o tanto meno di “globalizzazione”, ma apprezzarono molto la sua sincerità.
    Rimasero interdette quando Morani disse loro di avere quasi diciassette anni, esse non ne avevano neanche cinque, poi spiegò anche che lo sviluppo fisico di umani e leoni segue ritmi completamente differenti “Io ad esempio, se fossi un leone, avrei due anni, due e mezzo più probabilmente” disse il giovane uomo.
    Rimasero un po’ in silenzio, improvvisamente Morani provò una stanchezza enorme, il caldo, la quiete, gli odori forti della savana, ebbero un effetto soporifero e il ragazzo piombò in un sonno profondo.
    Le tre leonesse lo osservarono con attenzione, benché non avessero mai visto altri umani, decisero che si trovavano senza dubbio davanti a un bell’esemplare: il viso aveva un’avvenenza tutta particolare, i lineamenti duri del viso dimostravano che nonostante la giovane età, avesse passato momenti terribili, la scura “criniera” (come le leonesse definirono la sua chioma), lunga, folta e ondulata, gli dava un aspetto selvaggio, il corpo era molto robusto e coriaceo, a dispetto delle sue piccole dimensioni (piccole dal punto di vista dei leoni), soprattutto la mancanza di peli sul resto del corpo, sostituita da quella roba strana (jeans e cinghie) incuriosiva le tre osservatrici.
    Morani si svegliò pochi attimi dopo il tramonto, il cielo era violaceo, qualche nube si stagliava all’orizzonte scuro.
    Sarafina e Weka se ne erano andate, Sarabi invece sonnecchiava non lontano dal ragazzo, non l’aveva lasciato solo e questo aveva dato a lui da pensare: nonostante le zanne capaci di spezzare le ossa, nonostante gli artigli che affondando nella carne la tagliano come dei coltelli nel burro, nonostante la reputazione di bestie spietate e sanguinarie, questi leoni avevano un cuore, un’anima, provavano sentimenti proprio come gli uomini, anzi si erano comportati con lui in maniera più “umana” di quanto avrebbero fatto altri uomini.
    Il vecchio detto “non giudicare un libro dalla sua copertina” era veritiero.
    Poco dopo un ruggito di dolore scosse la Rupe dei Re…


    /ditemi che ne pensate^^
     
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    Bello, come al solito, mi ha incuriosito molto la fine, anche se credo di avercelo un sospetto, spero che entro qualche secondo posti un altro capitolo. ^^
     
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314 replies since 28/2/2012, 11:50   6995 views
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