Il demonio, l’avvoltoio e la cicatrice

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  1. Kisasi8
     
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    Ma nooo😅😅😅 adesso mi sento strano perché sono sia fiero di aver creato un’atmosfera capace di suscitare emozioni sia dispiaciuto
     
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  2. ~ Kopa ~
     
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    Il sogno è il capitolo che mi ha colpito di più! Ah, quindi Utani ha in mente un piano! Ora Akili ci rimetterà la vita. Si vede che Kifo odioa suo padre e anche Utani. Non vedo l'ora che posti. Anche se commento poco in questo periodo però sappi che ti leggo lo stesso e sono sempre interessato alla tua FF. Spero che durante le vacanze riuscirai a postare tanti capitoli a raffica come facevi l'estate scorsa con la tua precedente FF
     
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  3. Kisasi8
     
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    Non preoccupatevi, o stasera o domani arriverà il nuovo capitolo 😉
     
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  4. Kisasi8
     
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    Capitolo 3

    Lo stesso giorno in cui Akili andò con suo figlio nella speranza di poter creare un legame solido (cosa che Kifo avrebbe ricordato con piacere non accadde mai), Zira stava passeggiando vicino alla pozza dell’acqua delle Terre della Notte insieme a Jicho, la figlia di Sly.
    La cucciola di iena aveva un carattere allegro, solare, capace di far salire il sorriso a chiunque le parlasse. Era anche l’unica con cui Zira sentiva di poter essere sempre sincera e con cui poter esprimere i suoi veri sentimenti.
    -Kifo...-iniziò a dire-...mi fa paura...all’inizio credevo che fosse solo un cucciolo un pò strano e solitario, ma non pensavo certo che potesse essere così...malvagio...
    -Non stai esagerando?-le chiese la cucciola di iena con la sua solita voce fioca e debole.
    -No...ho visto il suo sguardo...era come se potessi leggere nella sua anima...-Zira abbassò lo sguardo-E so che può sembrare strano, ma è stato come se dentro di lui non ci fosse nulla se non...odio...odio e disprezzo per qualunque cosa che esista a questo mondo.
    Gli occhi di Kifo, quei maledetti occhi rossi, erano stati come una rivelazione per lei. Certo, quel giovane leone spelacchiato era diventato subito una minaccia più concreta sia per lei che per Kifo non appena era apparso...ma se così non fosse stato, Zira non avrebbe saputo dire cosa Kifo sarebbe stato capace di fare.
    -Sai qual è la cosa che mi infastidisce di più?-disse a un certo punto-È la consapevolezza che non importa quanto io possa impegnarmi, quanto io possa cercare di essere migliore, Kifo alla fine diventerà re e io invece sarò costretta ad obbedirgli...
    -Bè, lui è della famiglia reale...-rispose Jicho-E poi potrebbe non essere così male...
    Zira le lanciò un’occhiata sarcastica con un sopracciglio alzato.
    -Insomma...-continuò Jicho imbarazzata-Non puoi concedergli neppure una possibilità? Forse lo stai giudicando troppo in fretta...
    -No...-Zira replicò severa-Purtroppo te non hai avuto il piacere di vederlo infuriato, ma quel cucciolo è il demonio in persona...
    -Se è davvero così terribile, cosa proponi di fare?
    -In che senso?-chiese Zira, fingendo di non capire cosa la iena volesse dire.
    -Vorresti ucciderlo? Sai cosa succederebbe, vero? Qui nel regno scoppierebbe il caos e non solo qui, ogni singolo regno vicino alle Terre della Notte cercherebbe di prendersi il nostro regno, visto che non ci sarebbe più qualcuno che lo amministri...
    -Ma...gli altri regni sono nostri alleati-replicò Zira-Non potrebbero mai farci del male...
    -Certo che sono nostri alleati. Ma poiché non ci sarebbe più un re, penserebbero che le Terre della Notte senza il loro aiuto cadrebbero nel caos...ecco perché verrebbero qui...
    -Ma se noi gli spiegassimo tutto...
    -Non cambierebbe nulla...Mia madre mi ha detto che spesso le leonesse soldato, una volta arrivate in un regno, poca importa che le circostanze siano diverse o cambiate, si lasciano andare ai loro istinti peggiori.
    -Ma se i loro leader le dicessero di fermarsi...
    -Sarebbe tutto inutile-disse Jicho con amarezza-Spesso neppure i leader riescono a bloccare i loro subordinati se questi sono affamati e hanno dovuto affrontare un viaggio duro e lungo...-La cucciola tirò un lungo sospiro-È la dura legge della guerra...
    -E quindi...-Zira non poté fare a meno di stringere i denti-...noi dovremmo tenere come sovrano Kifo? E questo che stai dicendo?
    -Forse...-Jicho aspettò qualche secondo prima di parlare-...potremmo provare a insegnargli qualcosa...istruirlo, consigliarlo...
    Zira sapeva che la cosa più morale da fare era quella che la cucciola di iena aveva appena proposto, ma avrebbe prima voluto sapere come sarebbe andato l’incontro tra Kifo e Akili.
    -Jicho...-disse alla fine-...te l’ha mai detto nessuno che sei più saggia di alcuni adulti?
    Jicho iniziò a ridacchiare, una risata dolce e pura, ma che era destinata col tempo a diventare molto più macabra e crudele.
    -Sai, me lo dicono spesso...
    Così quella sera Jicho ritornò al suo clan vicino alla grotta reale dove si riposavano i leoni, spensierata e felice come al solito.
    -Mamma...-esclamò felice quando vide Sly e corse da lei.
    -Tesoro...ti sei divertita oggi?-le chiese sua madre con affetto.
    -Sì, molto. Io e Zira abbiamo parlato un pò e alla fine abbiamo giocato.
    -Davvero?-chiese una iena vicino a loro, poco più giovane di Sly-E a cosa avete giocato?
    Quella iena era Raja, da alcuni animali considerata come la più prossima a prendere il comando del clan dopo Sly, per capacità e intelligenza. Ed era anche la più favorita da Kifo proprio per questo ruolo.
    -A nascondino e alla lotta...-rispose Jicho-Vuoi venire a giocare con me qualche volta? La mia mamma non può mai perché è molto occupata a guidare il clan...
    -Tesoro...-disse Sly, ben sapendo quanto in realtà Raja non nutrisse alcuna simpatia per sua figlia-Non credo che Raja abbia molto tempo per...
    -No,no,no...-la interruppe subito Raja-Non ti preoccupare, sarà un piacere per me giocare con la figlia della mia amata leader...
    -Oh...-Sly era sorpresa di questo cambiamento del carattere di Raja, ma del resto questo era un bene, si disse. Cosa sarebbe potuto andare storto?-Molto bene allora...
    -Che ne dici...-iniziò a riprendere Raja rivolta a Jicho pochi minuti dopo-...se domani ti portassi in un posto segreto dove potremo giocare in tranquillità?
    Quella frase aveva stuzzicato l’interesse della piccola iena.
    -E che posto è?
    -Se te lo dicessi, perderesti tutto il senso della sorpresa...-Gli occhi di Raja si spostarono da Jicho a Sly che intanto si era messa a discutere con delle altre iene-Ma ti garantisco questo: domani sarà una giornata che non scorderai facilmente.

    -Insomma, Kifo non ti è sembrato molto contento?-chiese Usuri in tono grave.
    -È ancora un cucciolo, è rimasto senza un padre per molto tempo...-tentò di giustificare Akili-Gli serve ancora tempo...
    Usuri rimase in silenzio per alcuni secondi. E se quel sogno che aveva fatto fosse in qualche modo collegato alla realtà? E se Kifo fosse davvero malvagio come alcuni animali si erano lamentati già in precedenza?
    “No...che razza di madre sono? Dubitare in questo modo di mio figlio...” pensò odiandosi per aver dato più credito a un sogno che al suo cucciolo.
    -Forse...-disse sempre lei all’improvviso-Un fratellino o una sorellina potrebbero renderlo felice e magari farlo aprire un pò di più agli altri...
    -Davvero?-chiese Akili confuso.
    -Ehi...-ridacchiò la leonessa, cercando di far risalire un pò il morale al compagno-Dopotutto non siamo così vecchi da non avere altri cuccioli...almeno non io...
    Akili era rimasto ferito dal modo in cui Kifo si era mostrato indifferente nei suoi confronti quel giorno, ma aveva cercato di giustificare il tutto ritenendo che che fosse colpa propria di quanto successo. In fondo Kifo era ancora un cucciolo e non poteva certo aver voluto risultare eccessivamente sgarbato nei suoi riguardi. E poi forse Usuri aveva ragione: magari un nuovo membro della famiglia avrebbe potuto farli avvicinare.
    -Hai ragione...Kifo ha bisogno di qualcuno che possa stargli vicino e che sia più vicino a lui di età...
    Certo, entrambi avevano sostenuto che quello fosse l’unico motivo e che non ci fosse altro. Ma in verità entrambi erano consapevoli che dietro a tutto ci stava anche una convinzione, forse più egoista o più nobile. Quella che avrebbero avuto bisogno di un altro erede qualora Kifo non fosse sopravvissuto nel tempo a venire. O che si fosse dimostrato un pessimo erede al trono. Era solo un’idea piccola e a cui entrambi non volevano dare grosso credito, ma che non potevano semplicemente ignorare e che non osavano neppure ammettere con loro stessi.

    Oltre i confini delle Terre della Notte, i due leoni si stavano contendendo un osso trovato lì attorno.
    -Avanti papà...-protestò Chura il figlio mentre cercava inutilmente di vincere contro suo padre-Non è giusto che solo tu possa mangiare...
    -Hai fallito-ringhiò in risposta suo padre-E la tua colpa va punita in questo modo!
    Alla fine, stremato per la troppa fatica, Chura cadde a terra.
    -S-Sto morendo di fame...
    -Avresti fatto meglio a non farti scoprire!
    -Non è stata colpa mia!-si difese con voce lamentosa il figlio-Sono arrivate delle iene e mi hanno impedito di ammazzare quei due cuccioli!
    -Iene-ringhiò con disgusto suo padre-Che creature disgustose...
    -Così prepotenti, brutte...-ridacchiò Chura-E accidenti se sono delle gran puzzolenti!
    -Eh!-sghignazzò il padre-Questa è buona, te la concedo...
    -Grazie...-Chura iniziò ad allungare la zampa verso l’osso-Quindi adesso posso mangiare?
    -No!-Subito il padre gliela bloccò furioso-Razza di screanzato! Provare ad ingannare così tuo padre...
    -Ehi, voi!-Raja era appena arrivata-Sbaglio o avete detto qualcosa sull’odore delle iene?
    -No, no, no...-disse subito Chura-Nulla di simile...lo giuro...
    -Raja!-Il leone padre le si avvicinò arrabbiato-Quando è che manterrai la parola data?
    -Non preoccuparti, domani potrai avere l’occasione di sbarazzarvi della iena che ha minacciato Chura!-rispose annoiata lei-Voi due fatevi trovare al posto giusto e al momento giusto e vedrete che andrà tutto come previsto!
    -Bene!-ringhiò quello-Ma prima dimmi una cosa: perché lo fai? È la tua leader, non dovresti esserle fedele?
    -Certo...dovrei esserle fedele-La bocca di Raja andò a incurvarsi, formando un diabolico sorriso-Ma con lei fuori dai giochi, sarò io la nuova leader delle iene. E poi con me al comando, voi due potrete entrare e fare quello che vorrete...
    -Oh, sì!-esultò Chura-Non vedo l’ora di combattere contro quell’idiota del re, mi divertirò parecchio!
    -Eccellente!-ridacchiò Raja-Apprezzo il vostro entusiasmo. E adesso se volete scusarmi...ma avrò bisogno di parecchio riposo per domani.
    Così iniziò quella notte la pianificazione di un evento che a sua volta avrebbe portato ad un’altra serie di eventi, uno dietro all’altro, fino a che non si sarebbe giunti alla distruzione dell’alleanza tra leoni e iene e che avrebbe permesso in futuro a Kifo di diventare il demonio della Savana.

    Lo so che anche questo capitolo è un pò breve e anche un pò privo di sostanza, ma spero vada bene comunque 😔

    Edited by Kisasi8 - 8/9/2019, 00:19
     
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    Ah, ora si capisce come si sia rotto il rapporto tra leoni e iene. Ti prego, non vedo l'ora che continui. Spero posterai più spesso in questo periodo! :wub: 🖤

    Edited by Nala - 23/4/2020, 23:55
     
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  6. Kisasi8
     
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    Capitolo 4

    -Allora...ce la posso fare, forza e coraggio...
    Il piccolo Maraji iniziò a fare dei respiri pesanti mentre mille pensieri lo attraversavano. Zira era proprio là, sotto un albero a riposare, senza che ci fosse nessun altro nei paraggi.
    -Concentrati...-ripetè a se stesso per quarta volta-E cerca di essere naturale...non essere timido ed evita di dire cose stupide...
    Maraji aveva iniziato a guardare Zira con interesse, interesse che si era poi evoluto in qualcos’altro, dalla prima volta che l’aveva vista. In sua compagnia lui si sentiva sempre felice, meno timoroso e più confidente. Lei era sempre stata capace di riuscire a farlo stare meglio, tutte le sue paure sparivano sempre quando lei era vicina a lui. Poi qualcosa era cambiato, qualcosa che lui non aveva avuto il coraggio di confidare a nessun altro per paura dei giudizi che sarebbero potuti emergere. Aveva iniziato a pensare a lei, ad immaginarsi mentre camminavano insieme sulla riva di un piccolo fiume in silenzio, mentre giocavano insieme, mentre parlavano...
    -Va bene-si disse per incitarsi un’ultima volta-Adesso vado a parlarle...
    Dopo aver fatto un profondo respiro, iniziò a procedere verso di lei a a passo un pò incerto, ma ormai inevitabilmente destinato a raggiungere la meta prefissata.
    Le orecchie di Zira non appena captarono il rumore si mossero, ma lei non aprì subito gli occhi, cosa di cui Maraji fu grato. Se avesse visto il modo goffo in cui si stava dirigendo da lei, sarebbe scappato per la vergogna.
    Quando infine arrivò, lei finalmente aprì gli occhi.
    “Come sono belli...”pensò Maraji. “Occhi verdi, brillanti...”.
    -Maraji...-disse lei fra uno sbadiglio e l’altro-...c’è qualcosa che non va?
    -N-No...cioè sì...
    “Sto già rovinando tutto...se non la smetto, posso anche chiudermi dentro una grotta e non farmi più rivedere...”.
    -Sei nervoso?
    -Un pò...cioè no, non ho motivo di esserlo...
    “Ma che cavolo sto dicendo? Devo calmarmi...”.
    Zira lo guardava con aria ancora un pò stordita per essersi appena svegliata, ma ciò non le impedì di notare l’evidente agitazione nel volto di Maraji.
    -Sai che sei davvero buffo quando ti agiti?-disse sorridendogli.
    -Ma te l’ho detto, non sono agitato...però se la cosa ti fa piacere...-rispose lui abbassando sempre di più il tono della propria voce man mano che proseguiva-Ad ogni modo mi stavo chiedendo se...
    “Avanti razza di stupido, diglielo, digli cosa provi e falla finita...”.
    -Zira, mi stavo chiedendo...
    Sempre con aria confusa la cucciola protese leggermente la testa verso di lui per guardarlo meglio negli occhi.
    -Se...-Maraji si bloccò per qualche secondo, completamente rosso in volto-Se...se...ti andasse di fare qualche gioco con me, insomma, gli altri non possono...magari inseguirci oppure...
    “Meglio chiederle di uscire prima, almeno per stringere un rapporto ancora un pò più solido...”.
    Ma qualcosa non andava.
    -Maraji...-Zira sembrava dispiaciuta-Mi dispiace, ma ho già promesso a Malka che avrei passato il resto della giornata con lui...
    Fu come se le viscere di Maraji si fossero sciolte. Malka. Ovviamente, si disse. Dopotutto lui era uno dei cuccioli più forti, anche se non il più forte (Kifo aveva dimostrato a tutti che sapeva essere molto feroce come avversario), considerato uno dei più intelligenti e uno dei più talentosi, sia nella caccia che nella lotta. Maraji non era mai stato nulla di tutto questo, sempre l’ultimo a venire scelto per fare i giochi di squadre, il più timido, quello silenzioso che nessuno ascoltava. Con l’eccezione di Zira, ovvio.
    -Va bene-rispose con un filo di voce e guardandosi le zampe-Nessun problema...sarà per un’altra volta, va bene?
    Maraji se ne andò, sapendo che molto probabilmente non ci sarebbe mai più stata un’altra volta in cui avrebbe osato chiederle di uscire. Perché lei era Zira, una cucciola forte e abile, mentre lui non era niente, solo una stupida palla di pelo che non sarebbe mai riuscito a fare nulla.
    Proseguì fino a che non raggiunse una radura isolata, senza nessuno in apparenza. Ci si piantò sopra e chiuse gli occhi, desiderando addormentarsi il prima possibile per dimenticare. Ma neanche trenta secondi, che una voce lo svegliò di soprassalto.
    -Ehi, tu. Apri gli occhi!
    Kifo era davanti a lui, i suoi occhi rossi lo stavano analizzando dalla testa alla punta della coda. I loro occhi, pur essendo dello stesso colore, erano diversi e descrivevano alla perfezione le loro due personalità diverse. Quelli di Kifo erano freddi, senza un minimo di emozione in essi, completamente vuoti. Quelli di Maraji invece erano anche fin troppo espressivi, si disse, così pieni di verità e dolore. A volte gli sarebbe piaciuto essere come Kifo, pensò, completamente indifferente e noncurante degli altri.
    -Questa radura è mia. Ci voglio riposare io.
    -Va b-bene...-disse Maraji-Me ne vado...scusami...ma il fatto è che oggi non è proprio giornata...
    Gli occhietti cattivi di Kifo si strinsero e un sorriso cattivo lì raggiunse subito dopo.
    -Zira ti ha colpito, eh?
    -Cosa?-Maraji era sconvolto. Come aveva fatto Kifo a capire la verità?
    -La guardi sempre con quell’espressione da cretino...-sghignazzò Kifo-Sarò un tipo solitario ma non sono stupido...
    -Ti scongiuro!-Maraji cadde a terra alle zampe di Kifo-Non dire niente a Zira, è la sola amica che ho, non voglio rischiare di perderla...
    -Ah! Non ti preoccupare, Maraji! Non le dirò nulla, a differenza sua con me puoi avere delle certezze!
    -Davvero?-Maraji alzò subito la testa-Grazie mille, Kifo...
    -Piuttosto dimmi, chi sarebbe l’idiota che lei preferirebbe a te?
    -Malka...-Il solo dire quel nome fece salire di nuovo la tristezza a Maraji-In fondo lui è molto più bravo di me in tutto...è naturale che Zira preferisca lui a me...
    -Ma Malka non è migliore di me...-disse Kifo con gusto-Te lo ricordi, vero? Una volta mi ha sfidato e io l’ho battuto subito.
    -Già, sei stato proprio grande!-disse Maraji con l’accenno di un sorriso.
    A quel punto Kifo iniziò a ridere. Non era una risata fredda e crudele come le sue solite, ma una risata quasi innocente, molto infantile.
    -Hai ragione, l’ho proprio steso!
    In quel momento Maraji si rese conto di una cosa, qualcosa che nessun altro fino a quel momento era stato in grado di comprendere: Kifo considerava il proprio atteggiamento crudele e irrispettoso come qualcosa di normale, qualcosa che apparteneva alla sua natura e che non comprendeva fino in fondo essere di danno agli altri proprio per il suo carattere. Non aveva senso cercare di farlo cambiare, né tantomeno insultarlo, perché per lui quello che faceva rientrava nel suo schema di normalità. Ma incoraggiarlo o approvare la sua violenza...lo facevano stare bene e sentire accettato.
    “Finché continuerò ad elogiarlo e a trattarlo come se quello che fa fosse normale, lui non mi farà mai del male e non mi tratterà come tratta tutti gli altri...non bisogna cercare di farlo cambiare, ma solo fingere di riconoscere che quello che fa è buono!”.
    -Sei davvero forte, Kifo!-Maraji voleva vedere se la sua ipotesi fosse corretta-Sei davvero il migliore di tutti!
    -Ben detto!-Kifo a quel punto gli lanciò un sorriso quasi fraterno-Forse tu non sei una nullità come gli altri...
    -Detto da te questo significa molto!
    -Finalmente qualcuno che non mi infastidisce! Rallegrati, se continui a comportarti così potrei farti mio consigliere e secondo leone più potente di tutto il regno, quando sarò re.
    “Secondo leone più potente di tutto il regno, solo il re sarebbe più importante di me!”.
    Maraji si immaginò da adulto, ammirato e amato da tutte le leonesse del regno, con Zira al suo fianco innamorata persa di lui, poi si immaginò a trattare con i vari sovrani degli altri regni, venire per la prima volta preso sul serio dagli altri.
    Ma a quale prezzo, pensò. Kifo come sovrano era una prospettiva terribile, se ne rendeva conto anche lui, non importava che fosse il consigliere del re. Kifo lo avrebbe mantenuto tale solo finché lui avrebbe continuato ad approvare i suoi metodi brutali e crudeli.
    “Mai, io non sarò mai il consigliere di questo...mostro...”.
    -Bè, allora ti lascio...-disse infine-Vado a riposarmi da qualche altra parte...
    In quel momento però qualcosa attirò l’attenzione di tutti e due. Del fumo stava emergendo dalla foresta lì vicino. A poco a poco questa iniziò a bruciare e mentre il fuoco si espandeva dappertutto, gli animali uscivano dalla foresta anche loro colpiti dal fuoco, urlanti e in cerca di una pozza d’acqua nel tentativo di salvarsi. Le loro grida erano strazianti, urlavano e chiedevano aiuto, mentre l’odore nell’aria si faceva sempre più pesante e duro.
    Senza che nessuno dei due dicesse nulla, entrambi si avviarono per raggiungere il luogo, quasi come guidati e spinti da un istinto irrefrenabile.
    Una paura terribile si era intanto impossessato di Maraji. Zira non aveva detto dove sarebbe andata a passeggio insieme a Malka.
    “No, ti prego, fa che non sia andata proprio lì dentro...non potrei sopportarlo...”.
    Quando infine giunsero davanti alla foresta, una folla di animali si era già radunata davanti, completamente terrorizzati e in preda al panico, mentre le iene cercavano disperatamente di far mantenere loro il controllo. A capo di queste c’era Sly che stava ordinando ad alcune iene di entrare nella foresta per vedere se ci fosse ancora qualcuno intrappolato dentro.
    -Voglio due squadre, una per il lato Ovest e l’altra per il lato Est!-urlava-La nostra priorità è salvare quanti più animali possibili, anche i feriti, è chiaro?
    -Sly!
    Akili era appena arrivato insieme a Usuri, tutti e due agitati come nessun altro li aveva mai visti prima.
    -Vostra maestà!-disse Sly, inchinandosi.
    -Sly, hai visto Kifo?-chiese Usuri preoccupata-Potrebbe essere ancora dentro la foresta...
    -Sono qui, madre...-le disse Kifo con aria annoiata.
    -Oh, piccolo mio...-Usuri lo prese con sé e lo strinse forte-Se ti fosse accaduto qualcosa...
    -Sly!-Akili iniziò a discutere con la iena-Prima di mandare le tue iene dentro lo foresta, aspetta che ritornino gli aironi che ho mandato in perlustrazione. Sarebbe inutile far rischiare la vita alle tue iene se dentro non ci fosse nessuno...
    -Ma non c'è tempo per aspettare che ritornino-disse Maraji sconvolto in volto, non riuscendo a togliersi l’immagine del cadavere di Zira dalla testa -La foresta è grande, ci metteranno troppo per assicurarsi di averla perlustrata tutta dall’alto.
    -Su questo il cucciolo ha ragione...-disse Sly con amarezza-Se magari potessimo...
    Ma Sly non fece in tempo a finire di parlare che Raja emerse dalle fiamme, tossendo e sconvolta in volto.
    -Raja...-La faccia di Sly si gelò-Che cosa ci facevi lì dentro? E dov’è Jicho?
    -Perdonami Sly...-Raja tossì di nuovo-Ma tua figlia volendo giocare a nascondino si è andata a nascondere dentro la foresta poco prima che scoppiasse l’incendio...ho provato a cercarla, ma non ho avuto successo...
    -JICHO!
    Senza più dire nulla Sly si lanciò dentro la foresta da sola, mentre tutte le altre iene la guardavano sconvolte.
    -Dobbiamo aiutarla...
    -Ma non possiamo pensare solo a Jicho, potrebbero esserci altri animali dentro...
    -Che facciamo?
    Maraji intanto aveva cercato con lo sguardo Zira o anche Malka dentro la folla sempre più consistente di animali per vedere se almeno une dei due si fosse salvato. Ma fu tutto inutile.
    -È là dentro...-disse-Devo andare a salvarla...
    -Zira?-Kifo sghignazzò, l’unico animale che trovava tutta la situazione divertente-Se è davvero là dentro, dovresti esserne felice. Ha scelto di andare con Malka e adesso ne paga le conseguenze!
    -Ma non posso lasciarla lì...-Proprio come Sly aveva fatto prima anche Maraji corse dentro la foresta.
    -Maraji!
    -Dove vai?
    Sentiva migliaia di voci dietro di lui che lo esortavano a tornare indietro, che gli urlavano che era troppo pericoloso per lui, e forse una piccola parte della sua anima avrebbe voluto seguire i loro consigli. Era terrorizzato, tutto quello che vedeva intorno a sé bruciava e si piegava, il rosso del fuoco distruggeva qualunque cosa con cui veniva in contatto.
    “Devo farmi coraggio, devo farmi coraggio, devo farmi coraggio...”.
    Ma il coraggio non lo raggiungeva, era impossibile per lui riuscire trovare anche solo il più piccolo barlume di speranza in mezzo a tutta quella devastazione.
    “Pensa a Zira, pensa al fatto che potresti non rivederla mai più...Non la rivedrai più, i suoi occhi verdi non li rivedrai mai più...”.
    Lungo la strada incontrò i cadaveri di vari animali, sia carnivori che erbivori, tutti anneriti e distesi al suolo, altri ancora non erano neppure cadaveri, ma solo feriti. Non dicevano nulla, ma Maraji non poté non pensare che il loro sguardo rivolto verso di lui non potesse che essere una supplica o una richiesta di aiuto.
    “Sono troppo pesanti per me...”pensò. “L’unica cosa che posso fare per loro è avvertire le iene quando sarò uscito dalla foresta...”.
    -Zira, Zira, Zira!-iniziò ad urlare-Malka, Malka, Malka! Dove siete?
    Cominciava a perdere i sensi, se lo sentiva, il fumo gli impediva di respirare regolarmente.
    -No...no...-La sua voce si faceva sempre più debole-No, devo salvarli...
    Continuò a procedere in quell’inferno, ma le forze lo stavano sempre di più abbandonando. La vista era offuscata, sentiva le fiamme sempre più vicine a sé.
    -No...no...no...-Iniziò a piangere-No, non voglio morire, non voglio essere debole...
    Un ramo d’albero si staccò e gli cadde addosso, sopra la gamba sinistra. Subito lui atterrò, non ebbe neanche la forza di rialzarsi.
    -Aiuto...-Le lacrime continuarono a scendergli sul viso-Aiuto, vi prego, sono incastrato...aiuto...
    Le fiamme intanto si erano espanse sempre di più, arrivandogli vicino al viso. Maraji cercò di compiere un ultimo sforzo, ma fu tutto inutile. Era debole, era sempre stato debole, l’ultimo a venire scelto da tutti.
    “Per questo Zira non potrebbe mai voler stare con te...”.
    Chiuse gli occhi e si rassegnò al suo destino, aspettando la morte.

    Maraji si risvegliò con la luce del sole che lo accecava e lo infastidiva. Intorno a lui sentiva delle voci che parlavano insieme, che urlavano, alcune che gioivano, altre che si disperavano. Il caos era totale.
    -Maraji!-La voce che gli stava parlando era quella del re, Maraji la riconobbe-Che cosa ti è venuto in mente? Se non ti avessi seguito, saresti potuto morire...
    Maraji era ancora intontito e quando provò a parlare, tutto quello che fece fu tossire.
    Akili lo appoggiò delicatamente a terra, poi guardò Usuri.
    -Occupati di lui fino al mio ritorno. Io vado a vedere se posso salvare qualcun altro.
    -Non ti preoccupare, va pure.
    Maraji avrebbe voluto dire ad Akili degli animali feriti e bloccati che aveva incontrato lungo la strada, ma non riusciva a parlare. Gli faceva male.
    -Piuttosto...-La voce del re si abbassò, forse per non fargli sentire quello che stava dicendo, ma non servì a nulla. Maraji sentì comunque-La sua famiglia...
    -Suo padre è morto prima che nascesse-rispose la regina gravemente-E gli aironi hanno confermato che sua madre era dentro la foresta quando è scoppiato l’incendio...non ce l’ha fatta...
    -Va bene...-Akili si voltò a guardare di nuovo la foresta in fiamme-Come sarà potuto succedere?
    Intanto le iene si stavano agitando. Jicho era appena emersa dalla foresta in fiamme, con il volto bagnato dalle lacrime.
    -Dov’è Sly?-le chiedevano tutte quante in coro-Dov’è tua madre?
    La cucciola di iena aveva lo sguardo perso, di chi ha appena visto la morte. La sua bocca era come immobile, non poteva parlare.
    -Dicci che cosa è successo a Sly...
    -Smettetela di infastidirla-ringhiò Raja, avvicinandosi a lei-Non vedete che è sconvolta? È appena uscita da un incendio e non è certo colpa sua se Sly è morta!
    Silenzio di tomba tra le iene. Sly morta? Era impossibile, Sly non poteva essere morta. Sly era la loro leader, quella che le incoraggiava sempre...
    -Non penserai davvero che sia morta...
    -Raja, non è possibile...
    -Io vedo un incendio enorme e Sly è dentro da troppo tempo. Perché pensate che sia lì dentro da così tanto, eh?
    In pochi minuti Jicho si ritrovò davanti gli occhi di migliaia di animali puntati su di lei, pieni di giudizio e rabbia, la ritenevano responsabile per la morte della madre. Lei non poteva parlare, ma se avesse potuto, avrebbe urlato di smetterla, di lasciarla stare, non era colpa sua. Sua madre l’aveva trovata da sola e spaventata nascosta dietro una roccia per ripararsi dalle fiamme e le aveva detto di proseguire verso l’esterno della foresta e le aveva detto che sarebbe stata dietro di lei per assicurarsi che stesse bene. Avevano proceduto così per alcuni minuti e poi due risate non troppo lontane da loro avevano bloccato di colpo Sly.
    -Vai avanti e non voltarti!-le aveva urlato-Non voltarti per nessun motivo!
    Jicho non aveva saputo rispondere, era andata avanti, sentendo dei ruggiti alle sue spalle, ma aveva continuato a fare come le aveva detto sua madre. E quando era emersa dalle fiamme Sly non era più dietro di lei.
    -È colpa sua-disse una giraffa-Se non fosse andata a giocare dentro la foresta, Sly non sarebbe morta!
    L’opinione espressa da quella giraffa era l’opinione generale, Jicho la percepiva.
    -Non preoccuparti!-aveva cercato di tranquillizzarla Raja-Adesso ci sono io, non devi avere più paura degli altri animali. Tu sai che le iene ti saranno sempre fedeli e che potrai sempre e solo contare su di loro.
    Maraji aveva cominciato anche lui a rialzarsi, ma qualcosa non andava, l’aveva percepito sin dal primo secondo. La gamba gli faceva male, troppo male.
    -Mi dispiace-gli disse Usuri, guardandolo con tristezza-Ma ho paura che...
    -Rimarrà zoppo a vita!
    Utani era appena apparsa, facendosi largo tra la folla di animali.
    -Basta uno sguardo per capire che avrà delle difficoltà a camminare per tutta la vita, figuriamoci per correre...e sono anche incerta riguardo al viso...
    -Il viso...-Maraji non capiva. Cosa era successo al suo viso?
    Andò a posarsi una zampa sul viso, sicuro che avrebbe sentito la solita superficie morbida e pelosa di sempre. Ma quello che sentì era una sensazione del tutto diversa, come di qualcosa di sciolto e doloroso, più liquida che solida.
    “Il mio viso...sono sfigurato...no...no...”.
    In pochi minuti tutti gli altri cuccioli dei leoni andarono a vederlo, alcuni per solidarietà altri mossi semplicemente dalla curiosità. Mai come in quel momento Maraji avrebbe voluto sparire, diventare invisibile, non essere visto da nessuno. Li vedeva i loro volti, spaventati da quello che era diventato, percepiva la loro compassione per il fatto che non avrebbe più potuto correre, per il fatto che sua madre era morta, per il fatto che era rimasto sfigurato, tutto in un giorno solo.
    Zira era con gli altri cuccioli, accanto a lei c’era Malka, tutti e due erano a posto, non si erano fatti nulla.
    -Zira...-Le parole uscirono dalla bocca di Maraji come se a pronunciarle fosse un animale sul punto di morire-Eri dentro la foresta?
    -Sì-rispose lei, non riuscendo a guardarlo dritta negli occhi-Malka mi ha salvato, se non ci fosse stato lui...
    -Già...-Maraji sospirò-Se non ci fosse stato lui...
    In quel momento accadde qualcosa di strano. Maraji, pur avendo appena perso tutto, i suoi sogni, le sue speranze, iniziò a ridere. Non era una risata genuina e felice, ma una risata folle e maniacale. Ridere gli faceva male, ma lui continuò come se non potesse più smettere. Gli altri cuccioli iniziarono a indietreggiare, spaventati e non capendo il perché di quel gesto.
    “Il destino ha voluto riservarmi questo...sono sempre stato il debole e il timido e per questo sono stato punito...se solo fossi stato più noncurante degli altri non sarei mai entrato in quella foresta...il destino vuole che io sia più come Kifo, eh? Lieto di adempiere a questo dovere...”.

    -Sly ha sofferto?
    -No-rispose Chura-È stata una cosa molto indolore in verità...
    -Bene...-disse Raja-E come promesso, avete preso la vostra parte...
    -Già-Chura affondò i propri denti nel corpo di una zebra-Nel caos generale io e mio padre abbiamo arraffato quanto più potevamo! Ma quando è che potremo avere ancora qualche incarico da svolgere?
    -Oh, troverò qualcosa! Le Terre della Notte sono grosse e così anche i miei potenziali nemici! Ma per il momento non dovrete agire e fare troppo baccano, chiaro?
    -Quindi niente scontro con il re?
    -No, per il momento no! Piuttosto dovrò concentrarmi su Jicho. Quella cucciola potrebbe rivelarsi più utile del previsto!
     
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    Io e mia sorella siamo rimaste molto colpite del comportamento timido e innocente di Maraji, e anche troppo buono! Però poverino tutto quello che gli è capitato in un solo giorno. Adesso non solo cercherà di essere malvagio, ma per gelosia cercherà di far fuori Malka con l'aiuto di Kifo? Siamo molto curiose! Invece della morte di sly ci dispiace, ma siamo anche un pò indifferenti visto che è apparsa poco nella FF
     
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  8. Kisasi8
     
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    Ho grandi progetti sia Maraji che per Jicho 😉!
     
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  9. ~ Kopa ~
     
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    Caspiterina questa storia diventa sempre più interessante e paurosa! :woot: voglio vedere il momento in cui inizierà a scoppiare la lotta fra leoni e iene e la rottura della loro alleanza. Ma sopratutto VOGLIO MARAJI MALVAGIO E SERVO DI KIFO il fatto che Maraji sia debole, timido e innamorato di Zira che non lo ricambia mi ricorda Scar cucciolo nei fumetti da prima innocente e poi che diventa malvagio. Sono entusiasmato!
     
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  10. Kisasi8
     
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    Capitolo 5

    Akili e Usuri decisero di adottare come figlio loro Maraji, non avendo questo più una famiglia ed essendo a conoscenza delle difficoltà che il cucciolo aveva a socializzare con gli altri. Con loro grande sorpresa Kifo prese la notizia con scarso interesse e non in maniera aggressiva come si sarebbero aspettati.
    Maraji aveva mantenuto un silenzio di tomba per i primi giorni, parlando di tanto in tanto solo con Kifo, e limitandosi a dormire e uscire raramente dalla grotta reale. Usuri temeva che il motivo di tale comportamento potesse essere la sua paura di doversi mostrare in pubblico con il suo nuovo volto, per paura che potesse essere preso in giro. Ma quando lei aveva provato a confidarsi con lui, si era limitato a dirle che non c’era alcun problema nel suo volto e che semplicemente non aveva voglia di uscire.
    -Ma i tuoi amici potrebbero volerti vedere...-aveva provato ad incoraggiarlo lei.
    -Amici?-aveva sbuffato Kifo che si trovava nelle vicinanze-Quella banda di perdenti lo deriderebbe subito, non appena lo vedrebbero...
    -Kifo!-lo aveva rimproverato lei-Quello che dici non va bene!
    -No, Kifo ha ragione!-aveva detto Maraji rabbioso-Quelli non sono amici miei, non lo sono mai stati...
    La sua zampetta era andata a posarsi sulla parte di viso ustionata.
    -Non lo sono mai stati...-ripetè con l’ombra di un ghigno inquietante appena comparso.
    I suoi pensieri tornavano a posarsi sempre su Zira, quella maledetta cucciola. Kifo l’aveva detto sin dall’inizio che lei non poteva essere altro che feccia, una stupida che si innamora di un idiota come Malka non poteva di certo essere degno di lui.
    Già, lui. In quei giorni aveva riflettuto molto su se stesso e su Kifo, sul rapporto che c’era tra loro. Non aveva potuto ignorare che da quando era entrato in confidenza con Kifo aveva iniziato a pensare a se stesso come se anche lui fosse di discendenza reale, come se anche lui fosse importante e che potesse essere temuto e rispettato.
    “Ma questo non succederà mai. Lui è Kifo e io sarò sempre e solo Maraji, non potrò mai competere con lui...ma forse se lo sfruttassi, se potessi imparare da lui...”.
    Questo pensiero lo aveva tormentato per notti intere. Controllare Kifo, il piccolo demonio. Essere il suo umile servitore ma allo stesso tempo anche il suo padrone, manipolarlo e nel frattempo apprendere da lui come agire...
    Kifo però aveva iniziato a preoccuparsi, era troppo agitato per essere in grado anche solo di ascoltarlo e seguirlo. Sua madre e suo padre gli avevano annunciato poco tempo dopo il fatto dell’incendio che presto avrebbe avuto un fratellino.
    Aveva dovuto mostrarsi come al solito indifferente, come se la cosa non avesse il minimo significato per lui, per non destare sospetti. Ma la realtà era ben diversa, questo era forse il più grosso problema che aveva dovuto affrontare fino a quel momento.
    -E se lui fosse preferito rispetto a me dagli altri?-aveva detto più tardi con rabbia con solo Maraji nelle vicinanze-Diventerebbe lui il futuro re, mi spodesterebbe...
    -Ovvio che sarebbe così...-gli aveva risposto Maraji-Gli altri animali non aspettano altro che un'occasione per umiliarti, anche se lui non fosse migliore di te...cosa che ritengo molto probabile, tu sei decisamente il migliore di tutti...
    -Questo lo so-aveva ringhiato Kifo continuando a girare in tondo-Ma quegli idioti dei miei genitori non se ne renderanno mai conto...
    Per alcuni minuti il silenzio non aveva fatto altro che essere il solo protagonista della pianura in cui erano soliti andare a riposare, poi Kifo aveva finalmente smesso di camminare e si era come immobilizzato.
    -E se quel piccolo bastardo lo uccidessimo?
    Maraji si era sentito come un colpo al cuore. Uccidere. Si era promesso che sarebbe diventato più freddo e distaccato nei confronti degli altri, ma uccidere un cucciolo appena nato? Non si sentiva ancora pronto. E non sapeva neppure se era questo che voleva.
    -Potrei attirare mio padre e mia madre fuori con uno stratagemma...
    -Ma le leonesse sono sempre protettive con i cuccioli appena nati...-aveva fatto notare Maraji-Tua madre non lascerà mai la grotta reale per nessun motivo al mondo...
    Kifo si bloccò di colpo. La sua faccia sembrava veramente quella di un piccolo diavolo, male assoluto della Savana. Cosa avrebbe dato Maraji per poter essere in grado di incutere timore anche lui in quel modo.
    -Se io fossi in pericolo-aveva detto infine-e se tu fossi nella grotta a badare alla stupida palla di pelo...
    -Aspetta...vorresti che fossi io ad ucciderlo...?
    -Naturalmente!-ridacchiò Kifo-Sarebbe un grande onore per te aiutarmi in questa piccola impresa...
    -Ma...a quel punto sarò io a venire accusato di omicidio...verrò punito...
    -E non saresti disposto a compiere questo sacrifico per il tuo re?-gli aveva domandato a quel punto Kifo.
    Era quello il momento che doveva sfruttare, pensò Maraji, il momento in cui avrebbe dovuto dare prova della sua astuzia e riuscire a salvarsi.
    -Forse...-disse cercando di assumere un tono di voce più deciso, occhi rossi contro occhi rossi-...ci sarebbe un altro modo per sbarazzarci del tuo futuro fratello senza venire sospettati di nulla...
    Kifo sollevò un sopracciglio incuriosito e Maraji continuò a parlare.
    -Quel leone che hai incontrato...ha detto che sarebbe stato in debito con te per avergli risparmiato la vita...forse potremmo sfruttarlo per far sì che si prenda lui la colpa del crimine...entrerebbe nella grotta e si farebbe trovare al momento giusto per venire accusato...
    -Non accetterà mai, proprio perché a quel punto verrà accusato a sua volta...-osservò Kifo.
    -Sarà sufficiente che lui venga visto, poi potrà andarsene...ovviamente una volta che avrà fatto il proprio lavoro...
    Kifo rimase in silenzio nuovamente, osservando con espressione indecifrabile Maraji. Mille pensieri gli attraversavano la sua mente, sospetti, convinzioni, inganni, promesse, centinaia di parole che andavano tutte a formare un unico grande disegno, quello che Kifo aveva in mente per la Savana.
    -Va bene...-acconsentì alla fine-È un piano rischioso ma proveremo a contattare quel leone spelacchiato...l’unica cosa che cambieremo sarà l’assassino...
    -Cosa?
    -Sarai comunque tu ad uccidere mio fratello, quel leone spelacchiato si prenderà semplicemente la colpa-proseguì Kifo spietato-Sarà la prova della tua lealtà, l’ultimo segno che mi permetterà di fidarmi di te...e poi questo è l’unico modo che hai per ottenere quello che vuoi...
    Maraji spalancò la bocca, facendosi male a causa delle ustioni.
    -Che cosa vuoi dire?
    -Non sono stupido, sai? So che tu vuoi diventare come me, più freddo e calcolatore, ma se davvero vuoi riuscire in ciò non ti rimane altra strada che fare come ti dico. È solo commettendo un tale atto che potrai finalmente distruggere ogni tuo legame col passato. Il tuo passato da debole.
    Maraji era spiazzato. Aveva sottovalutato Kifo, questo lo doveva riconoscere. Era stato capace di capire le sue intenzioni e ne aveva approfittato, voleva che fosse lui a fare il lavoro sporco.
    “Se accettassi...” pensò “...otterrei la sua fiducia, quella che mi serve per rendermi più forte...ma se lo facessi...”.
    Uccidere. Non era questo che avrebbe voluto, tantomeno macchiarsi del sangue di un cucciolo appena nato e perdi più della famiglia reale. Lui avrebbe semplicemente desiderato essere più forte, più duro, più sicuro di sé, ma un assassino?
    -Allora?-Kifo avanzò verso di lui, facendosi sempre più grosso-Abbiamo un accordo?
    Maraji, pur non riuscendo a essere imponente quanto lui, si alzò e lo fissò negli occhi.
    -Va bene, affare fatto.
    Il piano procedette con calma, non c’era fretta. Kifo stesso, quando sua madre iniziò a sostenere che sentisse che il momento della nascita fosse vicino, si avviò oltre il confine, approfittando che né suo padre né nessuna stupida guardia reale lo tenesse d’occhio. Percepiva con le proprie zampe il terreno degradato e respirava l’aria soffocante che i poveri sfortunati a vivere in quel luogo erano costretti a sopportare ogni giorno. E non fu sorpreso nel costatare che tutto quel degrado che erano costretti a vivere gli procurava un certo piacere.
    Non ci mise molto a ritrovare quel leone spelacchiato sdraiato sopra una roccia con aria affamata. Vicino a lui c’era un altro leone, più grosso e più anziano, decisamente con un passato duro alle spalle.
    I loro occhi andarono subito ad incontrarsi e il primo a parlare fu proprio Kifo.
    -Ehi, tu!-disse rivolgendosi al più giovane, Chura-Ti ricordi di me?
    -Chura...-ringhiò il padre-Chi è questo marmocchio?
    -È il principe delle Terre della Notte, papà...-rispose con un ghigno malefico Chura-Quello che mi ha salvato la vita...
    -Ah, sì?
    Il leone più anziano, Guvu, alzò un sopracciglio, osservando con più attenzione il cucciolo.
    -Cosa ci fai da queste parti?
    -Tuo figlio è un debito con me-rispose Kifo con arroganza-Lui stesso lo ha detto, quando se n’è andato via correndo come una gazzella...ed è ora di ripagare quel debito...
    Padre e figlio si guardarono tra loro, poi Guru colpì con una zampata il figlio, facendolo cadere a terra.
    -Brutto idiota!-ruggì, puntandogli la zampa sulla gola-Adesso siamo in debito con questo moscerino!
    -Ma papà...-sospirò Chura-Potremmo anche non rispettare...
    -Siamo criminali, ma abbiamo un codice d’onore!-ruggì con rabbia Guru-O TE NE SEI SCORDATO?
    -Oh, andiamo...abbiamo commesso i peggiori crimini che si possano immaginare e ci dobbiamo mettere al servizio di un moscerino...-tossì Chura.
    Era decisamente troppo per Guru. Con rabbia afferrò il figlio per la collottola e lo scagliò come se fosse un cucciolo contro la roccia.
    -Adesso mi hai stancato!-Guru affondò nuovamente una zampa sulla gola del figlio-Tu farai come ti dirò, è chiaro?
    -Chiaro, chiaro...-rispose a fatica Chura con voce strozzata.
    -Sentite...-riprese Kifo come se non avesse visto quanto appena successo-...quello che vi chiederò di fare è molto semplice, nulla di particolarmente complicato. Dovrete recarvi un giorno che vi indicherò alla grotta reale.
    -Ma sarà pieno di leonesse e iene...-piagnucolò Chura-...ci massacreranno...
    -Avrete il tempo di fuggire-replicò Kifo-L'importante è che loro pensino che abbiate ammazzato mio fratello neonato dentro la grotta, è chiaro?
    -Tuo fratello?-chiese Guru con un sorriso incuriosito-Perché mai vorresti ucciderlo...
    -Affari miei-rispose in tono schietto Kifo-Dentro la grotta ci sarò soltanto un mio sottoposto che si occuperà personalmente del lavoro...
    -E sia!-concordò Guru-Quando sarà il giorno, avvisaci!
    -Un’ultima cosa-disse Kifo, già voltatosi per andarsene-Questo mio sottoposto...se non dovesse svolgere il proprio lavoro...-I suoi occhi rossi saettarono-...uccidete prima lui e poi mio fratello.
    L’incontro era stato breve e tutto sommato anche semplice. Nessun imprevisto, nessuna stupida complicazione, quei leoni alla fine, stringendo il patto con lui, lo avevano trattato da adulto più di quanto avessero mai fatto i suoi genitori.
    Quando uscì dal confine, non incontrò nessuno per vari minuti. Decise così di andarsene sulla sua solita pianura a riposare.
    Era una vera noia, pensò mentre si sdraiava sul terreno morbido e dolce, completamente diverso da quello oltre i confini del regno, occuparsi di quella faccenda. Kifo aveva intuito che qualcosa non stesse andando per il verso giusto con i suoi genitori già da un pò di tempo, ma con la notizia dell’arrivo di un fratellino o di una sorellina i suoi dubbi erano diventati certezze assolute e l’odio non aveva potuto fare altro che aumentare, non c’era stata alcun altra possibile reazione. Non ne sarebbe stato capace.
    “Quando quel piccolo bastardo arriverà, dovrò assicurarmi che non possa ostacolarmi in alcun modo...e magari un giorno potrò anche concentrarmi su mammina e papino...”.
    La visione dei cadaveri di Usuri e Akili sfracellati su una roccia o magari schiacciati e calpestati da una versione adulta di se stesso riusciva sempre a fargli tornare il buon umore, provocandogli un brivido piacevole che lo faceva sentire vivo. E con loro sotto magari, continuava a pensare, anche quella serpe di Zira e anche quella stupida mocciosa di Jicho. E magari ogni singolo animale che vivesse nelle Terre della Notte. O nella Savana.
    -Kifo...
    Parli del diavolo. Zira era davanti a lui, venuta a far chissà cosa, che lo fissava con aria pungente.
    -Zira...-disse lui gelido-Stavo riposando...
    -Senti un pò...-Era come se non lo avesse sentito, cosa che lo fece infuriare ancora di più-Vorrei che la smettessi di parlare con Maraji...
    -Che cosa ti importa di con chi parlo...
    -Oh, puoi parlare con chiunque, per quanto mi riguarda...-disse lei arrabbiata-Ma non con lui. Da quando ti frequenta, è diventato molto più chiuso e riservato, a volte non lo si vede per giorni. E quando finalmente compare sembra qualcun altro...
    -Come mai tutto questo improvviso interesse per lui?-chiese senza non poco maliziosità Kifo.
    -Lui è come un fratellino per me, non ha ancora un carattere forte e deciso come gli altri cuccioli. Ecco perché non devi stargli vicino, stando con te lui peggiora e potrebbe avere delle strane idee!
    -Magari ne ha già!-la stuzzicò Kifo-E magari tu lo sottovaluti troppo, non sono io che gli metto strane idee in testa. È semplicemente lui che ha scelto di stare con me perché con gli altri era un perdente...-A quel punto scoppiò in una risatina diabolica-Non che adesso non lo sia, chiaro...però le cose potrebbero davvero cambiare in futuro...
    Zira si fece ancora più buia in volto, tutte le sue paure che aveva nutrito nei suoi confronti erano scomparse temporaneamente, lo stesso Kifo con quella fastidiosa risatina le aveva fatte dissolvere in un colpo solo. Ora l’odio aveva preso il posto della paura.
    -Stammi a sentire, maledetto psicopatico...-ringhiò lei-Non ti permettere mai più di parlare così di Maraji. Se oserai ancora farlo...
    Kifo le saltò addosso senza che ci fosse il minimo segnale delle sue reali intenzioni, fu un gesto semplice e naturale, a tratti quasi impossibile da identificare come un attacco.
    -Atterrata!-disse lui-E adesso stammi a sentire, stupida sgualdrina! A me non importa nulla di quello che tu pensi o di quello che pensano gli altri, perché il destino di Maraji non lo decidi tu!
    Zira tentò inutilmente di liberarsi, ma Kifo era troppo forte.
    -Te l’ho già detto una volta, ma visto il modo in cui mi hai parlato credo che sia il caso di ribadirlo: IO SONO IL RE!
    Maraji apparve improvvisamente, zoppicante come al solito. Era venuto su quella pianura anche lui per riposarsi e chiedere a Kifo del piano, se effettivamente avesse trovato un accordo col leone spelacchiato. Quando vide quello che stava accadendo, la sua faccia si dipinse di terrore puro.
    -Maraji...-lo chiamò Zira-Aiutami...
    Maraji iniziò a camminare col la gamba che gli faceva male, ma il suo sguardo, constatò Zira con orrore, era indirizzato verso Kifo.
    -Ti sei fatto male, Kifo? Zira ti ha ferito oppure...
    -Ovvio che no! Capiti giusto a fagiolo, Maraji!-Kifo strinse gli occhi maliziosamente-Lo sai che cosa ha detto Zira? Ha detto che a parer suo tu non sai scegliere le tue amicizie e che non sei abbastanza maturo...
    -NON ASCOLTARLO!-urlò Zira-STA RIPETENDO QUELLO CHE HO DETTO NEL PEGGIOR...
    Ma prima che potesse finire Kifo la colpì con violenza al viso.
    -Taci!-ringhiò-Adesso ti insegnerò una bella lezione.
    Il piccolo demonio alzò la zampa per colpirla di nuovo, la cucciola chiuse gli occhi in attesa del colpo, ma poi la voce di Kifo parlò di nuovo, carica di malvagità allo stato puro.
    -Pensaci tu. Io la tengo ferma e tu la punirai per bene per averci insultato, d’accordo?
    -Devo ucciderla?-senti Zira domandare la voce di Maraji.
    -Assolutamente no...è fastidiosa, ma per il momento non posso ancora permettermi di giocare con le vite degli altri.
    Maraji guardò Zira, la quale aveva appena aperto gli occhi. Era strano, pensò Maraji, si erano guardati altre volte negli occhi, ma mai in maniera così diretta e per così tanto tempo. Zira era lì, pronta a ricevere i suoi colpi, senza che potesse fare nulla.
    “Come posso pretendere di uccidere un cucciolo neonato se poi non riesco a colpire una mia coetanea?”.
    E così colpì Zira al viso, senza provare niente. Nessun rimorso o sensazione sgradevole. Che sorpresa.
    La cucciola urlò di dolore, ma quei lamenti non significavano nulla per lui. Non più.
    -Bene!-disse Kifo entusiasta-Adesso voglio che mentre tu la colpisci, rida! Devi imparare a gioire delle sofferenze altrui, a provocarle tu stesso e a volerne di più!
    E così Maraji rise, la stessa risata che aveva fatto quando era uscito dall’incendio, folle e crudele, quasi come non appartenesse a quel mondo e man mano che i colpi proseguivano, si rese conto che questa diventava sempre più spontanea e naturale, che a lui piaceva provocare dolore e violenza. Che ne voleva di più.
    I cuccioli, attirati dalle urla disperate e imploranti, li raggiunsero solo alcuni minuti dopo. Lo spettacolo che si trovarono di fronte era scioccante. Zira stesa a terra, svenuta, con una zampa sanguinante e parecchie cicatrici lungo la schiena con Kifo e Maraji davanti ad essa, tranquilli come se non fosse successo nulla.
    -Maledetto...-ringhiò Malka, avanzando contro Kifo-Io ti...io ti...
    -Tu non farai nulla-rispose Kifo con un sorriso provocatorio e infantile-Io sono il futuro re e se oserai attaccarmi, sarai condannato per avere attaccato un membro della famiglia reale.
    A quel punto Malka guardò Maraji. E le lacrime cominciarono a scendere lungo il suo viso.
    -LEI TI VOLEVA BENE, STUPIDO IDIOTA!-urlò-COME HAI POTUTO FARLE QUESTO?!
    Maraji si limitò a sorridere e a fare spallucce. Malka allora con l’aiuto degli altri cuccioli prese Zira sopra di sé e la portò da Utani, sperando di poter rimediare qualcosa.
    -Bravo...-sussurrò Kifo-Ora sei pronto.
    -E i tuoi genitori? Come la prenderanno?
    -Di loro non preoccuparti, urleranno, grideranno, ma qualunque cosa facciano, non potranno fermarmi. Loro sono deboli e io sono forte, loro mi amano, io li odio. E finché sarà così sarò sempre io a vincere!
     
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  11. Platinum Relic
     
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    Io credevo che Maraji volesse essere solo più duro e freddo, ma no così. Sono rimasto scioccato quando ha colpito Zira
     
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  12. Kisasi8
     
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    Fidati, non hai ancora visto niente 😉
     
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  13. ~ Kopa ~
     
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    Ho detto di voler vedere Maraji diventare malvagio, ma nel senso che diventi freddo, distaccato, con carattere e più forte, che sappia reagire, magari cattivo, ma non mi aspettavo che annuisse alla richiesta di Kifo di uccidere suo fratello appena che nasce....o che doveva colpire Zira fino a farla male. Ma alla fine Maraji si pentirà di averla fatta male? In cuor suo l'ama ancora? Oppure adesso la odia veramente?
     
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  14. Kisasi8
     
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    Non vi preoccupate 😉; o oggi o domani arriva un nuovo capitolo. Per quanto riguarda Maraji
    Mi dispiace, ma se Kifo è il re del male, Maraji è ormai il re dei pazzi furiosi molto alla Alex Delarge o Joker
     
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  15. Kisasi8
     
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    Capitolo 6

    Quanto tempo era passato dall’ultima volta che era stata veramente felice? Usuri aveva cercato di non porsi questa domanda, di fingere che andasse tutto bene e che non ci fosse nulla che la preoccupasse o la rattristisse. Ma presto non aveva più potuto continuare a mentirsi, a comportarsi come se nulla fosse.
    Sly era morta, lasciando un vuoto di potere che era stato riempito da Raja, una iena poco gradita sia a lei che ad Akili. Ma entrambi avevano dovuto accettarla; la scelta come leader del clan spettava soltanto alle iene e a nessun altro era consentito intromettersi. Raja si era distinta sin dall'inizio per uno stile di comando molto diverso da quello di Sly. Aveva infatti autorizzato le sue seguaci a poter eccedere nella caccia, affermando che essendo le guardie reali meritassero di mangiare maggiormente rispetto ai loro pasti abituali. Alcune iene, con grande orgoglio di Usuri la maggioranza, si era rifiutata di abusare del loro potere ed avevano mantenuto le l’orologio abitudini. I pochi che invece avevano seguito i loro peggiori istinti erano per lo più adolescenti, giovani adulti e cuccioli, abituati ad avere tutto e avidi di potere. Jicho era stata l’unica tra i più giovani a rifiutarsi di seguire le direttive di Raja, poiché ancora influenzata dagli insegnamenti materni.
    Altra fonte di disturbo e di infelicità per Usuri era stato apprendere cosa Kifo avesse fatto a Zira insieme a Maraji. Aveva sempre saputo che suo figlio avesse un carattere difficile e violento, ma aveva voluto sperare che fosse una cosa temporanea, che col tempo e con suo padre vicino potesse cambiare. Ma così non era stato, Kifo, dopo che lei e Akili lo avevano rimproverato per quello che aveva fatto, si era limitato a sbuffare annoiato.
    -Ti rendi conto di quello che hai fatto?
    -Certo che sì!-aveva ringhiato lui in risposta-Io non mi pento di nulla!
    Akili aveva deciso che sia lui che Maraji sarebbero rimasti per una settimana chiusi dentro la grotta e che una volta terminata si sarebbero dovuti scusare con Zira.
    La cucciola era rimasta svenuta per un giorno intero, mentre Utani la curava. Malka, dopo aver ottenuto il permesso da sua madre, aveva aspettato vicino al rifugio della strega per essere sicuro di essere presente quando Zira si fosse svegliata. Quando ciò accade Malka entrò e fu molto felice nel constatare che nonostante le ferite, Zira non avrebbe riportato gravi problemi in futuro. Si erano entrambi guardati, per loro una semplice occhiata era più che sufficiente per capirsi, un legame che solo loro due avevano.
    -Non posso credere che Maraji abbia fatto questo-aveva commentato infine-Arrivare fino a questo punto...
    -Io invece non sono stupita. Tutto quello che Kifo tocca diventa come lui, anche Maraji.
    -Certo, Kifo ha le sue colpe, ma se tu sei ferita è anche colpa di Maraji. Mia madre dice sempre che tutti hanno un lato buono e un lato cattivo. Kifo ha semplicemente tirato fuori la sua parte peggiore, ma questo non significa che lui sia innocente. Considerato quello che gli è successo poi il giorno dell’incendio, credo che la sua mente semplicemente non abbia retto...
    -Già...ma se così fosse, significherebbe che anche noi potremmo diventare cattivi...
    -Tu no di certo! Tu sei troppo...
    Malka arrossì di colpo. Poteva essere uno dei cuccioli più popolari del regno ma davanti a Zira si sentiva sempre strano. Come se con lui potesse essere veramente se stesso e non il tanto amato ed esibizionista cucciolo che tutti ammiravano.
    -Io sono troppo cosa?
    -Troppo buona...-fini insoddisfatto Malka-...e saggia...
    -Quella saggia dovrebbe essere Jicho, ma grazie lo stesso-rise Zira-Lei come sta?
    -Raja non le permette di vedere i cuccioli di altri animali. In generale non permette e nessuna delle iene più giovani di divertirsi con noi-commentò triste-Mi dispiace, mi mancano, erano davvero simpatici. Raja adesso li sta addestrando e da quel che ho capito, sta adattando una politica molto diversa da quella di Sly. Pare che voglia renderli suoi fedeli così che poi prendano i posti dei più anziani come comandanti del clan, sotto solo di lei.
    In quel momento Utani, emersa dall’oscurità, afferrò Zira per una zampa bruscamente.
    -Sei ancora ferita qui-disse guardando con attenzione-Riposati altrimenti rischi di peggiorare la situazione.
    -Grazie, Utani-disse Zira con gentilezza-Sei davvero esperta molto nelle cura delle ferite e malattie.
    -So fare anche di meglio-borbottò la scimmia-Sono capace di far perdere la lucidità anche alla più razionale delle creature.
    -Tipo?-chiese Malka, anche lui incuriosito.
    -Conosco il segreto su come comunicare i morti, conosco le tecniche di ipnosi più sofisticate! Posso convincere qualcuno a fare quello che voglio o a fargli credere quello che che voglio per sempre.
    -Quindi fino alla sua morte?
    -Oh no, anche dopo. La vita è solo una piccola parte del cerchio della vita, ma le mie abilità potrebbero estendersi anche oltre di essa.
    -Potresti convincere Kifo a cambiare?-chiese a quel punto Zira con una certa ansia.
    -Ovvio!-sbottò Utani-Ma caschi male perché non lo farei mai se chiedermelo fossi tu!
    -Perché?
    -Lui è il futuro re, gli unici che avrebbero l’autorità di ordinarmelo sono il re e la regina e non certo una mocciosa come te!
    -Ehi!-Malka, seppur la scimmia fosse inquietante, cercò di farsi coraggio-Zira è comunque una delle cucciole più brave e migliori del regno!
    -Sempre e comunque una signora nessuno!
    Decisero entrambi che continuare a discutere non avrebbe portato a nulla di buono, sopratutto con Utani come responsabile delle cure di Zira.

    Usuri rifece ancora quel sogno. Gli occhi la guardavano da ogni direzione mentre attorno a loro l’oscurità era totale. Le risate non tardarono ad arrivare, vuote e fredde come l'ultima volta. Usuri iniziò a camminare senza sapere dove andare esattamente. Forse cercava Mlinzi oppure semplicemente muoversi le dava più coraggio che starsene ferma senza poter fare nulla. Gli occhi la seguivano e solo guardandoli allora si rese conto quanto fossero numerosi. Era come se ci fossero migliaia di colline, pieni e ricoperti soltanto da quegli occhi.
    -Mlinzi!-urlò-Dove sei?
    Quello che comparve davanti non era lui, ma un leone, occhi rossi come quelli di Kifo.
    -Chi sei tu?
    Ma il leone non parve neppure udirla. Si limitò invece a ruggire, selvaggio e potente, contro un nemico invisibile, dietro di lui.
    -Non può sentirti perché tutto questo non è ancora successo.
    Alla fine era comparso anche anche lui, Mlinzi era lì con sguardo cupo e triste, come se fosse un leone adulto intrappolato nel corpo di un cucciolo.
    -Che cosa vuoi dire? Questo è il futuro? Quel leone è il futuro?
    -È un frammento del futuro. Scusa se quello che ti mostrerò ti spaventerà, mamma, ma è necessario che tu sappia quali saranno le sorti della Savana se le cose cose proseguiranno per questo corso.
    -Cosa vuoi dire? Cosa significa tutto questo? È solo un sogno, no?
    Ma Mlinzi non rispose. Migliaia di immagini posarono davanti a Usuri, non sempre erano chiare, ma su una cosa era sicura: ognuna di esse facevano parte di un grande e tragico disegno.
    Presto oltre alle immagini fu in grado di distinguere anche i suoni e e le voci dei protagonisti.
    -Nonno-disse un piccolo cucciolo spaventato con la pioggia che gli cadeva sopra, mentre davanti a lui c’era una figura alta e minacciosa-Perché hai ucciso la mamma? Sei sempre stato buono con noi!
    -Perché sono il demonio della Savana e lo sarò per sempre!
    Un’altra immagine. Centinaia di iene che piovevano come frecce su ogni genere di animale che incontravano.
    -Avanti!-urlava la loro leader-Torturateli tutti! Prendete i loro figli e uccideteli! Tutti! Fatelo per me, la vostra leader, Jicho!
    La scena cambiò di nuovo, tre figure leonine, due maschi e una femmina, quest’ultima in lacrime.
    -Non puoi tradirmi, AHADI!
    -Tu hai tradito me e Uru per primo!
    Un’altra scena. Un cucciolo dagli occhi verdi vicino a un leone adulto, lo stesso che aveva parlato parlato prima.
    -Papà...-il cucciolo era in lacrime-Perché Mufasa? Io non vado bene?
    -Taka, non dire queste cose. Tu sei perfetto così come sei. Ho scelto Mufasa perché lui è il primogenito...
    -Non è vero, avevi detto che avresti scelto in base alle nostre qualità, tu preferisci lui a me!
    La scena cambiò di nuovo. Il cucciolo di prima era cresciuto ed esattamente come Kifo aveva una cicatrice. Sotto di lui un leone disperato lo stava supplicando mentre cercava di rimanere attaccato a una roccia. Ma lui con un ghigno malefico che la disturbò non poco (forse perché le ricordava lo stesso sorriso che Kifo faceva ogni volta che voleva spaventare qualcuno) lo gettò verso il basso dove Usuri vide con orrore una mandria in corsa.
    L’ultima scena, quattro figure, due contro due, tutte leonine. Un leone e una leonessa contro due leonesse.
    -È ora di morire-rise una delle due leonesse, la più anziana delle due-Avanti, Malkia! Io ammazzo Simba, tu occupati di Vitani!
    Lo scontro iniziò, attorno a loro c’erano solo fiamme e fumo, rendendo difficile capire su chi stesse vincendo e chi stesse perdendo.
    -Ora capisci? Questo è ciò che accadrà, sarà il simbolo del futuro della Savana-disse Mlinzi.
    -Cosa significa?-ripetè ancora Usuri, questa volta con puro terrore in volto-È questo il futuro? E Kifo? Lui sarà...coinvolto?
    Mlinzi aspettò qualche secondo prima di rispondere.
    -Sì, in un certo senso sì...l’unica cosa che posso dirti è di stare attenta alle iene...e a Maraji.
    Quella stessa mattina Usuri si rese conto che era ora. Tutte le sue preoccupazioni scomparirono in un secondo, l’unica cosa importante era che il parto andasse bene.

    Utani era immersa nelle tenebre, all’interno della grotta, a gambe incrociate e a occhi chiusi.
    -Ebbene?-chiese a un certo punto-L’amore regina ha visto tutto?
    Mlinzi emerse tra le ombre che la circondavano, una piccola luce in mezzo a un mare di oscurità.
    -Tutto come pianificato-rispose lui con una voce rauca e profonda-La regina ha creduto nuovamente che fossi suo figlio e mi ha dato fiducia-Subito il suo aspetto modificò, allungandosi e ritornando ad essere simile ai suoi compagni-È proprio una fortuna che noi ombre siamo le uniche a poter interferire nel mondo dei vivi!
    -Eccellente!-disse la scimmia senza alcuna emozione nella voce-Presto la vostra sete di sangue sarà soddisfatta. Abbiamo piazzato il seme del dubbio nella mente di Usuri, presto il mio piano sarà completato.

    -Avanti, chiedete scusa-ripetè per l’ennesima volta Akili.
    Kifo roteò gli occhi annoiato e sbuffò qualcosa di incomprensibile.
    -Dillo bene!-lo rimproverò suo padre.
    Con l’espressione più cattiva che potesse lanciarle, Kifo disse infine:
    -Scusa, Zira.
    Zira lo scrutò attentamente. Non ere pentito, probabilmente non era neanche capace di pentirsi o provare rimorso.
    -Va bene, ti perdono.
    -Maraji, tocca a te.
    -Non sei mio padre, non puoi dirmi cosa fare.
    -Non è una questione di famiglia, ma di rispetto. Chiedile scusa per quello che hai fatto.
    -Io non rispetto nessuno e nulla, tranne Kifo. Lui è il mio solo amico e il mio maestro.
    -Credevo che fossi anche amico nostro-intervenne Malka che era rimasto con Zira per tutto il tempo-Ci sbagliavamo?
    Maraji lo guardò con disprezzo. Non poteva negarlo, era davvero più affascinante di lui e ora che aveva il viso distrutto più che mai.
    Per un secondo Akili credette che avrebbe dovuto mettersi in mezzo per evitare una potenziale rissa. In quel momento però un bucero volò sopra le loro teste.
    -Sire!-urlò-La regina sta dando alla luce il principe!
    La piccola Hope fu subito accettata da tutti, i cuccioli non vedevano l’ora che potesse uscire dalla grotta per giocare con lei. Usuri leccò per l’ennesima volta Hope, pulendola per renderla più presentabile. Esisteva solo Hope per lei, quella tenera e dolcissima creatura. Malka e Zira, lei aiutata dall’amico che la reggeva con una spalla, la guardarono entusiasti e si congratulano con la regina.
    -Pensi che Hope sostituirà Kifo?-sussurrò lui per non farsi sentire da altri.
    -Lo spero...
    La cucciola fu presentata all’alba del giorno dopo davanti a tutti gli animali. Utani affermò che non avrebbe potuto prendere parte della cerimonia perché doveva occuparsi di alcuni animali feriti, così a mostrarla a tutti quanti, fu proprio Akili da sopra una roccia. Kifo fu mandato dietro la madre, lei unica davanti alla prima fila della grande massa di animali. La cerimonia era noiosa, pensò, ma era un evento a cui era obbligato a partecipare. Poi però qualcosa di strano accadde. Tutti gli animali si era inginocchiarono dopo che un raggio di sole andò a posarsi su Akili e la figlia, come se fosse una tenera carezza. Un onore destinato solo al futuro re, quindi perché lo stavano facendo a lei, si domandò.
    La cucciola prima starnutì, poi ridacchiò divertita. Kifo la guardò, desiderando farle più male possibile.

    Edited by Kisasi8 - 31/8/2019, 19:50
     
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