Il demonio, l’avvoltoio e la cicatrice

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  1. Kisasi8
     
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    Capitolo 8

    Utani toccò la superficie dell’acqua e ghignò. Nel riflesso al posto del cielo stellato erano apparsi migliaia di occhi e per un solo secondo le era parso di scorgere anche il loro mondo, quello delle ombre, un luogo dominato dal caos e dove malvagità e crudeltà erano la regola.
    -Amici miei, tra pochi minuti l’alba arriverà nelle Terre della Notte e con essa anche una nuova era. L’era del terrore, l’inizio del regno del demonio.
    Migliaia di voci cavernose risero insieme e con loro iniziarono a venire emessi anche dei versi di dolore e paura, provenienti dal loro mondo.
    -Anime sventurate-disse la scimmia con una certa malizia-Il banchetto sarà presto servito e io potrò finalmente portare a termine il mio dovere.
    -Dovere?-ringhiò un’ombra-Quale dovere? Servi qualcun altro oltre a noi?
    -Miei crudeli padroni, io ho servito sotto molti sovrani nel corso della mia lunga vita, ma ognuno di essi era soltanto uno strumento per riuscire a connettermi a voi. Ho viaggiato di regno in regno, apprendendo le arti oscure per comunicare con voi e alla fine vi ho trovato e mi sono messa al vostro servizio, ma prima che partissi per questo viaggio io avevo già una casa. Un regno molto lontano da qui, isolato da tutti gli altri della Savana, antico come il mondo stesso. Ma non dovete preoccuparvi, i miei interessi combaciano con i vostri e così anche quelli di questo regno. Fu la regina stessa a ordinarmi di partire per riuscire a capire come comunicare con voi ombre.
    -E perché la tua regina vorrebbe mai una cosa simile?-chiese un’altra ombra con sospetto.
    -Ah! Forse lo capireste se vi dicessi il nome di questo regno. Del resto voi siete morti e dovreste conoscere tutti le vecchie leggende della Savana.
    -Avanti, parla! Qual è il nome del tuo regno di provenienza?
    Un secondo di pausa e poi Utani parlò.
    -Inferno.
    Le ombre, pur essendo le creature più malvagie mai esistite, tacquero. La fama del regno di Inferno era conosciuta in tutta la Savana, ma nessuno aveva mai il coraggio di parlarne. I leoni di quel regno erano conosciuti per essere fanatici e adoratori del culto del Male e c’era anche il mito secondo cui si divertissero a mangiare leoni di altri regni che venivano in visita senza conoscere la fama del territorio in cui stavano entrando. E ovviamente le ombre conoscevano anche la leggenda che era data per vera laggiù, secondo cui un giorno sarebbe nato un leone spietato e crudele che avrebbe condotto gli abitanti di Inferno alla conquista della Savana.
    -Ecco perché eri tutta entusiasta di trasformare Kifo in un concentrato di cattiveria. Volevi usarlo per creare il leone leggendario.
    -Esatto. Trovandovi e imparando a maneggiare la vostra stregoneria sarei sicuramente riuscita a trasformare Kifo e così avrei preso due piccioni con una fava. Lui un giorno ucciderà tutti gli abitanti delle Terre della Notte con l’aiuto dei leoni di Inferno e le darà in sacrificio a voi, ottenendo così la vita dopo la morte. E in seguito conquisterà la Savana, diventandone il padrone.
    -Basi tutto questo su una leggenda?
    -Non è una leggenda, è la verità. Ho avuto delle visioni dal futuro tramite la mia stregoneria, piccoli frammenti, ma sufficienti per permettermi di capire che la vittoria sarà a portata di mano. Ci saranno vari momenti nel corso della storia in cui il male regnerà, venendo intervallato da piccoli momenti di pace, insignificanti e brevi, ma alla fine ci sarà un eterno periodo di guerra, violenza, sangue...-Utani sembrava impazzita dalla gioia-Perché la verità e questo che io sono, sono la sacerdotessa del regno di Inferno, noi laggiù veneriamo il caos, amiamo vedere soffrire i deboli, ci divertiamo a uccidere i cuccioli davanti alle loro madri e a torturare senza pietà per puro divertimento. E Kifo è come noi, lui potrà essere nato nelle Terre della Notte, ma il suo posto è con noi. La sua vita sarà piena di gioia, che fortunato! Ucciderà, torturerà, ferirà, perseguiterà, tradirà e tutto questo lo farà per sempre. Quanto lo invidio! In ogni caso oggi sarà un grande giorno. Sono proprio curiosa di vedere se alla fine la piccola Hope si salverà o se verrà ammazzata. E sono curiosa di vedere anche che ruolo avranno quelle due iene, Raja e Jicho. Ho qualche idea su di loro grazie alle mie visioni ma non posso ancora esserne certa...ma sono fiduciosa che presto o tardi ci saranno dei massacri. Dei dolci e piacevoli massacri.
    Utani fece uscire la propria lingua come se potesse sentire un sapore che solo lei era in grado di percepire.
    -Queste leonesse verranno qui?-chiese un’ombra nel riflesso dell’acqua.
    -Loro stanno già venendo. La mia vecchia sovrana sarà impaziente di vedere i risultati di tutti i miei anni di lavoro.
    E subito lei si mise a fare una sorta di danza maledetta, ogni sua movenza sembrava essere a un colpo inflitto alle sue future vittime.
    -Danzate con me, ombre del male. Diamo inizio a questa nuova era nel migliore dei modi!
    Il sole si alzò lentamente in cielo, ma Utani non sembrava farci caso. Continuava a danzare felice come non mai, finalmente lei e la sua regina, la sua vera e unica regina, non sarebbero più state costrette a nascondersi e a celare la loro vera natura. Presto un crudele e malvagio leone le avrebbe salvate e avrebbe portato il caos non solo nelle Terre della Notte, ma in tutto il regno. E quel leone sarebbe stato Kifo.
    -Coraggio, mio futuro re! -urlava-Il momento si avvicina, non cedere proprio adesso. Che le forze oscure siano con te!

    Kifo guardò Hope con un sorriso che per chiunque altro sarebbe sembrato dolce e premuroso. Ma Maraji non si facevano troppe illusioni. Sapeva bene che dietro quella maschera si celava solo un buco nero privo di pietà e bontà.
    -Maraji...-Kifo si assicurò che insieme a loro tre non ci fosse nessun altro dentro la grotta reale-Quando dovrai uccidere Hope, falla soffrire. Mi raccomando, te l’ho già detto molte volte, ma voglio che tutto vada per il meglio.
    -Va bene, Kifo. Hope soffrirà-rispose Maraji senza esitazione.
    -Ovviamente mi racconterai tutti i dettagli...non sai cosa darei per essere al tuo posto...
    -Già...-disse annoiato Maraji. Ormai manca a davvero poco all’inizio del piano.
    -Come ti senti? Eccitato?-chiese Kifo improvvisamente-Euforico? Puoi parlare, mia madre è ancora fuori dalla grotta e da lì non può sentirci...
    -Mi sento insicuro...-Maraji osservò Hope fare un leggero miagolio e appallottolarsi affettuosamente vicino al fratello.
    -Vedrai che sarà facile. Cavale gli occhi per prima cosa...e poi magari mordile le zampe...
    -Sei sicuro che ucciderla facendola soffrire sia la mossa giusta? Insomma, forse sarebbe meglio un lavoro semplice e pulito...
    Kifo a quel punto si alzò e avanzò verso di lui lentamente e senza togliergli gli occhi di dosso.
    -Non me ne frega niente di quello che pensi. Tu sei mio, farai solo quello che ti dico, chiaro?
    -Chiaro...-rispose Maraji come ipnotizzato.
    Kifo lo scrutò ancora pò per essere sicuro che fosse riuscito a incutergli sufficiente paura e poi sorrise.
    -Coraggio, amico mio...-quest’ultime parole vennero pronunciate come se dirle gli facesse male alla gola-Vedrai che mi ringrazierai! Facciamo un patto: tu ammazza questa stupida palla di pelo come dico io e in cambio quando ne avrò l’occasione mi occuperò di Malka. Allora, siamo d'accordo?
    -Sì...-Anche Maraji sorrise a quel punto. Lui da solo non avrebbe mai avuto speranze contro Malka, ma di certo Kifo sarebbe stato in grado di ucciderlo.
    -Come vedi so essere un leader generoso...del resto chi è meglio di me?-Kifo iniziò a parlare come se stesse recitando un discorso memorizzato da tempo-Io sono il più bello, il più intelligente, il più carismatico, il più elegante...
    “Ma quanto può essere pieno di sé ancora così giovane?”.
    -Kifo...-Usuri era appena entrata nella grotta-Non parlare così forte, può dare fastidio a tua sorella...
    -A chi importa?-sbuffò lui-Lei non conta nulla, sono io il primogenito e il futuro re-A quel punto il suo sguardo si fece sospettoso-Giusto?
    Sua madre sospirò triste.
    -Sì, sei tu il futuro re e proprio per questo dovresti essere il più maturo di tutti...
    -Io sono maturo. Di sicuro più di tutte quelle nullità delle tue leonesse.
    -Cosa vorresti dire, signorino?-Usuri prese Hope per la collottola, si sdraiò in un angolo della grotta e la posò tra le sue zampe, quasi come volesse proteggerla da qualcosa.
    -Voglio dire che sono troppo stupide! Potrebbero prendere tutto il cibo che vogliono e nessuno direbbe nulla, ma preferiscono rispettare il Cerchio della Vita anche se questo significa consumare più energia per proteggere un cerchio idiota inventato da qualche iena imbecille...
    -Il Cerchio della vita è stato inventato da una iena?-chiese Maraji sorpreso-Non lo sapevo...
    -Già, solo a una iena potrebbe venire in mente un’idea tanto cretina-ridacchiò Kifo-Intendiamoci, la nuova leader, Raja, è decisamente migliore di Sly sotto ogni punto di vista...ma per come la vedo io una iena in meno significa più cibo per i leoni...
    -Kifo, non osare parlare di cose così delicate in questo modo!-ringhiò sua madre.
    -Perché?-Kifo iniziò a parlare in maniera puerile-Altrimenti che cosa fai? Mi ammazzi? Ah, madre, tu hai tutte le qualità per finire divorata dagli avvoltoi come una povera idiota...
    -ORA BASTA!-Usuri si alzò di colpo furiosa-MA CHI TI CREDI DI ESSERE PER PARLARE COSÌ, EH? IO SONO TUA MADRE...
    -E TI ODIERÒ PER SEMPRE!-urlò Kifo cercando di superare il suo tono di voce-SPERO CHE TU MUOIA IN MANIERA DOLOROSA E CRUDELE, COME SI MERITANO I DEBOLI COME TE!
    A quel punto Kifo si girò verso l’esterno della grotta, fece l’occhiolino a Maraji e si allontanò.
    -Kifo!-Usuri aveva già perso il suo tono di voce arrabbiato e aveva assunto quello suo tipico preoccupato-Kifo, ti prego torna qui!
    La leonessa guardò velocemente Maraji e poi Hope.
    -Maraji, controlla Hope finché non torno...io...devo scusarmi con Kifo...
    “Scusarsi? Ma se praticamente Kifo ha fatto tutto da solo!”.
    Maraji sorrise soddisfatto guardando Usuri allontanarsi. Quella stupita, pensò, avrebbe pagato caro per la sua fiducia e la sua debolezza. Alla fine il piano era cambiato, Kifo avrebbe dovuto cadere in un incidente e ferirsi, facendo preoccupare così sua madre. Ma forse così era anche meglio, sarebbe passato ancora più inosservato.
    -Allora Hope...-disse lui girandosi verso la cucciola dal manto grigio e dagli occhietti rossi come quelli del fratello ma a differenza di questi pieni di vita e gioia-Ti va di giocare un pò? Tanto manca ancora un pò prima che ti debba ammazzare, quindi non ha senso sprecare tutto questo tempo annoiandosi.
    La cucciola miagolò felice, non capiva nulla di quello che le stava succedendo intorno. Lei vedeva solo Maraji come un compagno di giochi come tanti, nulla di più nulla di meno.
    Certo che era un peccato, pensò. Nella sua innocenza Hope era l’unica che non arretrasse disgustata quando Maraji si avvicinava col il volto sfigurato. L’unica che lo considerasse normale. Questo però non le avrebbe certo salvato la vita, assolutamente no.
    “Il mondo è così, povera e innocente anima infantile. I buoni muoiono e i cattivi vincono sempre. Se il bene di tanto in tanto trionfa è solo perché è il male che glielo permette, per dargli l’illusione che tutto alla fine si sistemi. Ma non è così, i buoni muoiono e non tornano più da te...”.
    Il tempo continuò a passare. Maraji infine guardò il cielo, osservando la posizione del sole. Questione di minuti e Chura sarebbe apparso per svolgere il proprio lavoro. E a quel punto Maraji avrebbe potuto finalmente iniziare il suo.

    Haja era una leonessa bella, caratterizzata da due bei occhi grigi e un manto color bordeaux e una striscia marrone chiaro che le scendeva lungo la schiena dal pelo lucido e curato. Aveva delle movenze eleganti, tutto di lei sembrava comunicare appariscenza.
    -Coraggio, piccola mia...-disse in tono gentile a Bluu, sua figlia, una cucciola caratterizzata da due occhi azzurri e splendenti come il mare e un manto dello stesso colore della madre.
    -Mamma, ho fame...-disse lei triste-Non mangiamo da giorni...
    -Fatti forza, piccola mia. Vedrai, presto potremo riposare...-Dette queste parole diede una leccata alla figlia-Scusa tesoro, ma eri un pò sporca in testa...
    -Haja-disse una leonessa dietro di loro, la prima di una lunga fila di leonesse-Bluu non ha tutti i torti. Siamo stanche e avremmo bisogno di recuperare le forze...
    -Ma cara...-disse Haja sempre in tono amichevole-...ormai manca davvero poco...proprio non riuscite a resistere?
    -No...ormai siamo arrivate al punto che potremmo mangiarci qualsiasi cosa...
    -Se soltanto trovassimo qualche aiuto...-sospirò Haja.
    Proprio in quel momento davanti a loro comparve un leone grosso e possente, il classico vagabondo che si è rafforzato con gli anni. Sebbene fosse molto sporco, Haja non poté fare a meno di nutrire una certa attrazione per lui.
    -Ma che bel leone che abbiamo trovato! Proprio un esemplare forte e di certo che sa il fatto suo!
    -Chi siete voi?-chiese il leone con un ringhio.
    -Domando scusa, buon leone, ma io e il mio Branco siamo in viaggio da giorni. Sapreste dirci dove potremmo trovare il regno più vicino o almeno un territorio in cui possiamo riposarci?
    Il leone sorrise malignamente.
    -Ma che bel gruppetto di femmine. Tutte sole senza un leader che vi protegga?
    -Oh, mio marito è convinto che io possa cavarmela anche da sola, per questo mi lascia andare senza preoccuparsi insieme a nostra figlia.
    Bluu si era nascosta dietro la madre, spaventata da quel leone inquietante.
    -Su, non essere timida, Bluu!-la esortò Haja sempre con tono paziente-Saluta questo bel leone.
    -C-Ciao...-disse lei sempre impaurita.
    -Allora buon leone-riprese a quel punto Haja-Sapresti dirci dove possiamo riposarci?
    -Siete proprio fortunate. Siamo proprio vicino ai confini delle Terre della Notte, un vero e proprio paradiso per chi cerca la pace e l’armonia. Mio figlio è partito poco fa perché sperava di trovare...un modo per riuscire a fare pace col sovrano.
    -Oh...-disse la leonessa con tono grave-Non andate d’accordo? Il sovrano è un cattivo leone?
    -Bè, questo dovete scoprirlo da sole...se ovviamente riuscirete a passare...-disse a quel punto il leone in posizione di attacco-Purtroppo se volete raggiungere quelle terre, c'è un prezzo da pagare. Potete pagare col sangue...-I suoi occhi si posarono su Haja-...o con qualcos’altro!
    Haja però non si scompose. Anzi, sorrise dolcemente come se stesse trattando con un cucciolo non troppo intelligente.
    -Che sporcaccione...-ridacchiò-Però le vorrei chiedere un’altra cosa. Qui oltre i confini, vivete solo voi e vostro figlio?
    Improvvisamente Guru si rese conto che qualcosa non andava. Tutte le leonesse di Haja avevano iniziato a girargli intorno, ma non erano semplicemente pronte a difendere l’onore della loro leader. Era come se ci fosse qualcos’altro, come quando ci si prepara ad attaccare la preda e si prova un intenso piacere a ferirlo.
    -S-Sì...solo io e mio figlio...
    -E non c'è niente che sia commestibile qui fuori?-chiese Haja con la sua solita gentilezza.
    -N-No...
    -La ringrazio molto per le sue risposte. Se alla fine avesse balbettato di meno sarebbe stato davvero perfetto!-A quel punto fece un largo e dolce sorriso-Bene. Adesso potete mangiarlo!
    In un secondo tutte e quattro le zampe di Guru furono morse, facendolo cadere a terra e urlare dal dolore. La morte giunse in pochi secondi, tali erano i morsi e i colpi che gli venivano inflitti.
    -Bene, cara...-disse Haja mantenendo il suo solito sorriso e guardando teneramente Bluu, ancora sconvolta-Il pasto è servito.
    -Haja!-esclamò una delle leonesse mentre mordicchiava un occhio del defunto leone-Non vuoi unirti a noi?
    -No, amiche mie, lo sapete. Io preferisco i cuccioli, sono così dolci e teneri...e oltretutto fanno bene alla salute.
    -Ah, ah! Già, lei crede che mangiando i cuccioli si manterrà giovane e bella-sussurrò una leonessa veterana a una più giovane-Pensa che una volta ha mangiato il suo primogenito...
    -E perché non fa lo stesso con Bluu? Non la sopporto...
    -Perché a quanto pare il nostro signore ha la sua stessa età. E quale modo migliore per dominare la Savana se non facendo sposare la propria figlia con il demonio?
    -Che c'è tesoro?-chiese Haja vedendo che Bluu che non mangiava-Non hai più fame?
    -N-No...mi è passata...
    -Per l’amor del cielo, non balbettare come come quel leone. Si penserà che tu nasconda qualcosa.

    Raja stava osservando la grotta reale in attesa dell’arrivo di Chura. Se davvero Utani le aveva dato delle informazioni corrette era solo questione di secondi prima che il leone comparisse.
    -Raja, ancora non ho capito perché siamo qui!-protestò una iena alle sue spalle.
    -Fidati, so quello che faccio. Tu e le altre limitatevi a seguire gli ordini e vedrete che avremo fama, gloria e successo!
    -Senza porsi domande, eh?-disse sarcastica un’altra.
    Raja la ignorò. Dopo Chura avrebbe pensato anche a Guru e così tutti coloro che sapevano del suo complotto sarebbero scomparsi. Ovviamente avrebbe anche dovuto indagare su come Utani sapesse della loro posizione e sull’attentato a Hope, ma ogni cosa a suo tempo.
    Chura infine arrivò. Si guardava attorno timoroso, ma procedeva comunque e velocemente verso la grotta.
    -Andiamo!-ordinò Raja.

    -Salve, moccioso!
    L’ombra di Chura si era estesa lungo tutta la grotta, oscurandola quasi del tutto. Maraji cercò di farsi coraggio e avanzò verso di lui.
    “Sii forte! Devi essere come Kifo...”.
    -È un vero schifo la tua faccia!-commentò il leone con malizia-Ma che hai fatto? Hai combattuto contro un coccodrillo?
    -Non sono affari tuoi!-rispose Maraji cercando di usare un tono duro, cosa che non gli riuscì.
    -Dovresti essere un killer, no?-Chura sorrise-Non perdiamo tempo, fammi vedere cosa sai fare!
    Il cucciolo a quel punto si girò verso Hope. Stava cercando un punto dove la luce fosse ancora visibile dentro la grotta.
    -Muoviti!
    Maraji avanzò determinato verso la sua vittima. Per un momento, un solo momento, pensò che forse non era il caso, che forse non stava facendo la cosa giusta, che forse avrebbe dovuto fermarsi, prendere Hope e cercare di scappare. Ma poi ricacciò questi pensieri ed emise una risatina infantile e diabolica allo stesso tempo. Mai, pensò. Kifo aveva bisogno di lui e lui aveva bisogno di Kifo. E se qualcosa si metteva in mezzo tra loro e la strada verso il potere e la gloria doveva essere spazzato via. Anche se si trattava di una cucciola piccola e innocente.
    Per ogni passo che faceva Maraji si sentiva sempre più forte. Gli artigli sentivano la terra e la scuotevano, il suo respiro gli sembrava una tempesta pronta a scatenarsi sul mondo e qualunque cosa su cui andassero a cadere i suoi occhi prendeva fuoco. Si sentiva come una divinità potente e crudele che decide chi vive e chi muore tra i miseri mortali.
    Hope, vedendolo avvicinarsi, gli andò incontro miagolando felice, convinta che lui l’avrebbe protetta da quel leone brutto e cattivo.
    “Non si rende conto che anche io proprio come Chura sono brutto e cattivo. Anzi no, io sono peggiore di lui. Io agisco così perché mi piace fare del male e perché questa è la volontà del mio padrone!”.
    Improvvisamente però qualcosa andò storto. Un urlo di paura e poi di dolore alle sue spalle lo costrinse a bloccarsi e a voltarsi.
    -LASCIATEMI! LASCIATEMI, MALEDETTE IENE!
    Raja e la sua squadra di iena avevano bloccato Chura e lo stavano mordendo e colpendo senza pietà. Il sangue gli stava scendendo lungo la testa, collo e da entrambi i fianchi, Maraji poteva solo immaginare quanto dolore dovesse star provando.
    Chura cadde a terra ferito e con la vista annebbiata. L’ultima cosa distinta che vide fu Raja che lo guardava con un ghigno malefico in volto.
    “No...perché Raja mi ha tradito...papà...aiuto”.
    Poi non vide e non sentì più niente.
    -È...è...-Maraji si avvicinò lentamente-...morto?
    -Oh, sì!-rispose Raja con fierezza-Questa immondizia vivente è morta. La principessa invece sta bene?
    Maraji rimase paralizzato dal terrore. Gli ci volle qualche secondo per capire cosa fosse successo e il motivo della sua agitazione. Non era perché Chura era morto, non era perché aveva mancato di adempiere al suo lavoro. Era per via di Raja. Il suo sorriso non era ancora scomparso, anzi si era addirittura ingrandito. Mentre tutte le altre iene avevano l’aria stanca e sfinita, la leader sembrava ancora piena di energie, ma non era solo quello. Maraji era riuscito a vedere le sue pupille spostarsi prima da Hope e poi verso di lui.
    “Sa cosa stavo per fare...non so come...ma lo sa...”.
    -Sì, sta bene-rispose lui con lo sguardo abbassato.
    -Ottimo! È stata proprio una fortuna che noi fossimo qui...sai, con solo voi due nella grotta chissà cosa sarebbe potuto succedere...

    Jicho passò davanti alle iene più giovani ancora impegnate a sgranocchiare qualche osso avanzato da quella mattina.
    -Avanti Jicho! Unisciti a noi!
    -Già, sei sempre così tesa! Essere un pò più rilassata non ti farebbe male!
    A quel punto la iena colpì in testa queste due, attirando così l’attenzione delle altre.
    -STATEMI BENE A SENTIRE!-urlò in tono arrabbiato-Vi siete riposati abbastanza! Da oggi le cose cambieranno, chiaro?
    -Ma che ti prende?-la provocò un’altra iena-Insomma, sappiamo che Raja ti ha dato l’opportunità di avere una tua squadra, ma non hai ancora accettato...
    -Ho accettato questa mattina, prima che Raja partisse!-la interruppe Jicho-E adesso statemi bene a sentire. Da oggi voi obbedirete a me e soltanto a me dovrete la vostra lealtà. Io sarò leale a Raja, ma voi dovrete essere leali a me.
    -Aspetta! Ma se noi siamo leali a te, cosa ci assicura che noi seguiremo la volontà di Raja e non solo la tua?
    -Non ti preoccupare, non sono una che abusa del proprio potere. Potrete assistere alle mie discussioni con Raja sul da farsi e così potrete valutare voi stessi! Ma che sia chiaro! Il cerchio della vita si rispetta, non esigo obiezioni su questo punto!
    -Va bene!-accettarono a malincuore i suoi nuovi sottoposti-Sei tu la leader...
    -Bene!-annuì soddisfatta lei-Adesso andremo a fare quattro passi.
    -Cosa?-protestò un’altra-Ma noi...
    -VOI MI DOVETE LA VOSTRA LEALTÀ, È CHIARO?!-urlò lei, zittendola-AVANTI, MUOVETEVI!
    Ma che le prendeva, pensarono tutti? Jicho non si era mai comportata così.
    La nuova e giovane leader aveva riflettuto molto a lungo su cosa fare, su Raja e su sua madre. Ma sopratutto aveva ripensato al giorno dell’incendio. Aveva sentito quelle due risate dietro di lei, non c’erano altri dubbi e qualcosa era stato in grado di trattenere sua madre e di ucciderla. E Raja quella mattina le aveva proibito di venire con lei per fermare questi due feroci leoni, sebbene sapesse che solo uno si sarebbe presentato alla grotta reale.
    “Potrebbero essere loro i responsabili...ma se uno è alla grotta reale...l’altro si trova ai confini...”.
    E così col suo nuovo gruppo partì decisa verso i confini, pronta a vendicare sua madre. Ma come al solito qualcuno era sempre quattro passi avanti a lei e a chiunque altro.
    Utani aveva osservato con attenzione gli sviluppi della giornata divertita ed entusiasta.
    -Povera, dolce e tenera Jicho! Vuole a tutti i costi essere la più buona, vuole vendicare la mammina! Quanto può essere patetica una così?
    Le ombre dietro di lei ridevano divertite.
    -Quando Kifo sarà adulto la ucciderà di sicuro! La sua bontà le sarà fatale!
    -Davvero?-ghignò Utani- Miei signori, io non ne sarei così convinta. Avete visto come si comporta Kifo? La sua non è ancora pura malvagità, è soltanto idiozia maliziosa!
    -Ma se fino a poche ore fa eri entusiasta di lui!-ruggì un’ombra.
    -Certo, ma questo non significa che lui sia perfetto. Osservate, miei signori, osservate con attenzione: da un lato abbiamo una giovane iena pura di cuore e desiderosa di portare la pace nella Savana e rispettosa del cerchio della vita, non accetta compromessi, considerato come ha reagito disgustata ai metodi di Raja. Dall’altro lato abbiamo il suo opposto, la sua nemesi, un leoncino crudele e sadico, un piccolo bastardo che non riesce a fermarsi e che non si rende conto che continuando per questa strada farà una brutta fine. Essere malvagio e mostrarlo al mondo intero ti aiuta fino a un certo punto, visto che sei circondato da buoni che ti disprezzano e che prima o poi, non importa quanto possano essere pazienti, ti uccideranno e il fatto che tu possa essere il futuro re ti aiuterà ben poco. Sia Jicho che Kifo sono due opposti e sono entrambi stupidi e inetti, hanno una visione del mondo solo bianco o nera e non riescano a vedere le sfumature di grigio che stanno in mezzo. Devono ancora imparare così tanto, Jicho deve riuscire a seguire le orme di Raja, essere una iena che sa essere crudele solo il necessario e quanto basta per mettere gli altri a tacere. Poco fa si è arrabbiata eccessivamente e ha dato un’impressione troppo contraddittoria considerato come sono abituati a conoscerla i suoi compagni. Kifo invece deve imparare a controllare la sua collera e la sua anima nera, deve riuscire a mascherare le sue vere intenzione oppure non diventerà mai il demonio della Savana.
    -Da come ne parli sembra che non ti importi di chi vinca!
    -Bah, vincere! È sopravvalutato! Io appartengo al regno di Inferno, laggiù per noi conta più il mezzo che il fine. Finché ci sarà violenza e male nel mondo, non ci importa se siamo noi stessi a perdere, ci basta solamente prendervi parte!
    -E se Kifo non dovesse compiere il sacrificio? Noi come ci nutriremmo?-chiese preoccupata un’altra ombra.
    -Calma, calma!-sospirò Utani-Kifo lo farà di sicuro, conoscendo quanto sia megalomane, comincerà a chiedersi come possa ottenere la vita eterna. E di sicuro verrà a chiedere consiglio da me. Non so quando accadrà, ma so con certezza che succederà.
     
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