The Days of Love

l'ultimo capitolo della Trilogia

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  1. Pridelands98
     
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    CITAZIONE
    E Pridelands, hai intuito giusto solo a metà: Meethu e Eleanor saranno una coppia, ma Jasmina è la moglie del Capitano Ferguson.

    Ops, scusa ma mi sembrava di aver letto che era una cameriera (ho dei problemi di memoria xD). Il capitolo ovviamente è ottimo e... oh mamma, Abe a tornare a Londra con delle armi corre un grosso rischio :o: ma è comprensibile dato che il nemico è Thrive, e Ferguson sembra veramente preoccupato... speriamo che tutto si risolva per il meglio! Posta appena puoi il prossimo capitolo!
     
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    Oggi iniziano le tre parti che costituiscono la storia di Eleanor.

    Capitolo 12: Baciata dalla sorte
    Villa di Ferguson
    Lunedì, 14 luglio 1998, 09:30


    Dovetti aspettare almeno tre giorni prima che arrivasse la notizia del materiale necessario; dopo aver parlato con il capitano, avevo mandato un messaggio alle miniere su a nord, facendomi recapitare un cospicuo quantitativo di ferro; per coprire le spese, il giorno dopo andai in centro città con Leona e Ralph per vendere il diamante; con l'ottima abilità oratoria di Leona, riuscii a venderlo a un prezzo pari all'1,2% del suo valore attuale, ottenendo contante per un valore di 5'300 sterline inglesi; feci preparare il bonifico con il sito degli scavi, e lo inviai quella sera stessa. Nonostante tutto ciò, avrei comunque dovuto aspettare almeno un paio di settimane prima di riceverlo.
    Sapevo solo che avrei avuto bisogno di un'arma decente per affrontare Clark Thrive, e avevo già una mezza idea di cosa ideare: non avevo intenzione di brandire Murasame contro di lui: non avrei mai e poi mai insozzato quella lama con il sangue di quell'essere derelitto. Avrei preferito vederla in pezzi.
    Quando venne l'alba, quel lunedì mattina, mi sentii straordinariamente riposato; inspirai a fondo, godendomi la brezza del mattino: l'aria delle pianure africane era un vero toccasana per il corpo e lo spirito, anche se in periferia di una grande città.
    Meethu si stiracchiò sereno, sotto la mia finestra, e dal suo sguardo luminoso, sentii il mio cuore alleggerirsi.
    "Olà, Abe!" mi giunse all'orecchio la voce di Ralph dal piano di sotto. "Ora di colazione! Sbrigati, o non troverai più niente!"
    "Vengo subito!" risposi, mettendomi calze e scarpe. Indossavo pantaloni in simil-jeans verde carciofo e una maglietta rossa.
    La colazione prevedeva uova all'occhio di bue, pancetta e pancake abbondanti: mi sentii come a casa, perché era un pasto ricco e sostanzioso come piace a noi inglesi fare colazione.
    Come ebbi finito l'ultimo boccone di frittelle, mi precipitai fuori, lanciando il mio "Buona giornata a tutti e due" ai due soldati.
    Meethu mi aspettava fuori, esuberante come uno scolaretto: considerando che stavamo andando di nuovo a Villa Ferguson per passare la giornata con Eleanor. Dopotutto, avevo promesso che avremmo parlato con lei del suo passato.
    Anche se c'erano questioni urgenti di cui dovevo occuparmi,
    Risi, pensando a quanto fosse stata addomesticata: apprezzava le chiacchiere come qualunque donna di città, e quando si iniziava a parlare, non la si smetteva per ore.
    Era giornata di pulizie, e quindi non potevamo entrare nella villa; problema di poco conto, visto che avremmo passeggiato nel cortile.
    Quando arrivammo, lei era già pronta ad aspettarci, splendida e quasi raffinata.
    Salutò Meethu sfregando la propria fronte contro la sua, per poi venire a farsi carezzare dalle mie mani: l'anello al mio dito brillò benevolo.
    "Sono contenta che siate venuti: ho tante cose di cui volevo parlarvi."
    "Non ne dubito" le risposi, sorridendo alla sua gioviale cordialità.
    Lentamente, ci muovemmo formando una formazione a triangolo: Eleanor in testa, ci precedeva, io stavo alla sua sinistra, e Meethu alla sua destra.


    --------------------------------------------

    Eravamo ormai nel labirinto sul retro, e quindi, liberi da occhi indiscreti: potevamo parlare liberamente.
    "Allora, Eleanor, mia carissima," cominciai, nel modo più cordiale possibile: "Se possibile, vorremmo sapere: come è accaduto, che una leonessa come te, sia capitata in mano a questa gente, tra l'altro rispettabile e di buon cuore? Non sei forse nata anche tu nella savana? O forse sei cresciuta in cattività?"
    Elanor rise, ma con malinconia. "Ah, Signor Mist... è una storia come tante, anche se un po' triste, devo ammetterlo. Come vi avranno già detto il mio padrone e la sua compagna, io sono un'orfana."
    "Orfana?" Fece Meethu, che a quanto pare, non ne sapeva niente.
    "Sì, vedete... mio padre e mia madre sono morti per una grave epidemia di peste quando ero piccola... praticamente ero nata da pochissimi giorni, e non me lo ricordo... non ho mai avuto modo di vederli, e non ricordo per niente le loro voci... sarei morta anch'io se non mi avessero trovata"
    "Trovata?" domandai io con cortese circospezione.
    "Umani" disse lei, illuminandosi a poco. "Non sapevo praticamente niente degli umani, ma alcuni esemplari, di quelli che la vostra specie chiama 'contadini' mi hanno salvata, e tenuta con loro per alcune settimane: ma ben presto, capirono di non potermi mantenere... ero sola, spaventata, e talvolta iperattiva..."
    Compresi quello che intendeva: a volte, gli esseri umani si pentono dei gesti di bontà, nella paura di aver commesso un errore madornale, ma in cuor mio ringraziai quei contadini: grazie a loro, Meethu aveva trovato una creatura con cui relazionarsi, e chissà... forse, avere una famiglia.
    "Insomma, quando avevo quattro settimane di vita, decisero di vendermi, e mi portarono al mercato, assieme ad alcuni dei loro animali, una mucca che non dava più latte, buona solo per il macello, dei polli, che a volte mi beccavano se mi avvicinavo troppo... e un vecchio asino che aveva perso un orecchio in una lite con un suo simile. Loro vennero venduti in men che non si dica, perché qui nella zona periferica di Nairobi ci sono un sacco di persone in necessità di beni e servizi..."
    Annuii in silenzio, mentre Meethu ascoltava, avido di sentire. "Presumo che per te sia stato più difficile..."
    Eleanor si rabbuiò di nuovo: "Nessuno mi voleva prendere: passavo il mio tempo nello scatolone in cui venivo esposta, e vi rimasi per tre giorni interi. Ormai i miei vecchi padroni si sentivano senza speranza... e io, che cominciavo a capire un po' di più, mi sentivo abbattuta per loro..."
    Il suo muso a quel punto, si illuminò di gioia: "Fu allora che arrivò la compagna del Capitano. Una creatura dolce e stravagante: non dimenticherò mai il momento in cui giunse alla bancarella dei miei vecchi contadini. Mi prese tra le zampe con aria meravigliata. Disse..." E qui, giuro, la vidi arrossire. "Disse che ero la creaturina più adorabile che avesse mai visto! Anche se i due contadini erano disposti a darmi via per niente, lei fu contenta di pagarli, e mi portò qui. Da allora, sono passati due anni, e sono cresciuta come un animale domestico assieme a nonno Chris: ah già, non ve l'ho detto? Chris il segugio è diventato il mio nonnino, e mi vuole tanto bene. Anche se non è veramente mio nonno..." notai che la felicità di Eleanor andava disperdendosi un po', come se fosse afflitta da malinconia.
    "Ti senti bene?" domandò Meethu, al quale non era sfuggito il benché minimo dettaglio. Eleanor si scosse, mentre stavamo per uscire dal labirinto:
    "Io voglio molto bene ai miei padroni e a nonno Chris, ma loro sanno che il mio vero posto è altrove: il Capitano mi portava spesso a passeggiare e a fare delle corse nella savana qui vicino, l'anno scorso... ma ora che sono praticamente adulta, secondo quanto dice la padrona, devo trovarmi un compagno e tornare nel luogo in cui appartengo veramente."
    Potei percepire palpabilmente Meethu al mio fianco che veniva scosso da un fremito. "E quando dici compagno, vorresti dire...?"
    "Esattamente!" esclamò la graziosa giovine, facendosi di nuovo raggiante. "Si può dire che il caso voglia favorire gli intenti dei miei cari padroni. Il Signor Mist ti ha portato qui, Meethu. Non lo trovi buffo? Al Capitano serviva un leone per me, ed ecco che spunti fuori. Strano, eh?"
    "Ma... Insomma..." fece Meethu sordamente. "Voglio dire... tu vorresti... veramente...?"
    "Sei un tipo simpatico" disse lei, con aria sobria ma divertita. "Mi piace sentirti parlare. Tu hai visto tante cose del mondo, mentre io sono sempre rimasta qui."
    "Vuoi dire... che ti piacerebbe?"
    "Ma certo che sì!" esclamò Elanor, strofinando la testa sotto il mento di Meethu. "Venendo con te potrò vedere il mondo, ci sarà da divertirsi! Non vedo l'ora!"
    "Allora è deciso." dissi io allora. "Mi occuperò di parlarne con il Capitano e la Signora quanto prima."
    "Oh, lo farebbe?" esclamò Eleanor deliziata, alzandosi sulle zampe posteriori e abbracciandomi. Prima che io o Meethu potessimo replicare, era già corsa via, in preda a un euforia incontenibile.
    Rimasto solo con il mio leone, restammo in imbarazzante silenzio per alcuni minuti. Dopodiché, riuscii a riprendere il discorso.
    "Allora? Che ne pensi?"
    Meethu scosse la testa. "E' una creatura meravigliosa..."
    "Vorresti averla come tua compagna, vero?"
    "La conosco da pochi giorni, e già sento di amarla. Il modo in cui parla, quel suo fare di cucciola impetuosa e frizzante... mi infiamma... sento che mi vengono le vertigini ogni volta che la vedo."
    "Allora hai fatto centro!" esclamai, ridendo per la mia stessa battuta: non era da me fare simili battute.
    "Ma..." fece Meethu, stranamente cupo, "non so come, ma credo che lei non sia così interessata a me... lei vuole un compagno per liberarsi di questa vita tra quattro mura... non credo che lei mi voglia per quello che sono..."
    "Non dire così" mormorai, carezzandogli dolcemente la criniera. "Vedrai che con il tempo apprezzerà anche la tua natura: tu sei un lui, e lei è una lei; perciò il meraviglioso sentimento che tutto unifica legherà anche voi due in modo spontaneo: è un fenomeno cosmico naturale per tutte le creature."
    Meethu sorrise, guardandomi negli occhi. "Hai ragione: e poi c'è ancora del tempo prima della tua partenza. Potresti aiutarmi un po'!"
    Sospirai, alzandomi in piedi. "Dovresti saperlo che questo non è il mio forte: non sono fatto per dare consigli... ma se dovessi..." un lampo mi colpì. "Eleanor non ha detto che Chris è suo nonno?"
    "Hai ragione!" balzò in piedi il leone. "Forse dovremmo andare a parlare con lui, che ne dici?"
    "E' un'ottima idea!" risposi, prima che la campana del paesello suonasse l'una. Era passato così tanto tempo? Da non credersi.
    "Ma," aggiunsi subito. "Solo dopo pranzo. Non voglio privare oltre il cuoco del piacere di lamentarsi della mia magrezza."

    TO BE CONTINUED


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  3. Pridelands98
     
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    Bellissimo capitolo anche questo, ovviamente. Povera Eleanor, mi dispiace per lei e i suoi genitori :( Meno male che prima i contadini e poi la moglie del Capitano l'hanno già trovata. Comunque già una richiesta di fidanzamento così presto non mela aspettavo :shifty: Bravissimo come sempre Gaoh, continua così.
     
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    Eleanor è stata preparata a questo momento per tutta la sua vita, come quasi tutti gli animali cresciuti in cattività e poi liberati nella natura.
     
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    OK. Ecco la seconda parte, narrata da Chris.
    Ho aspettato, e aspettato, ma prima del mio compleanno, il 14, dovevo pur postare qualcosa per portare la mia FF nel nuovo anno.

    Capitolo 13: Con gli occhi di un anziano
    Villa di Ferguson
    Lunedì, 14 luglio 1998, 14:22


    Una volta terminato il pranzo, come previsto da me medesimo, mi recai con Meethu dal vecchio Chris, per saperne di più su Eleanor. Avevo organizzato l'incontro con la scusa di portare il vecchio segugio a fare una passeggiata, sebbene il Capitano mi avesse avvertito:
    "Devo informarla, Signor Mist, è un gran pelandrone." Così mi disse, sebbene sapesse che qualunque animale poteva aprirsi liberamente con me.
    La discussione, prettamente parlando, sarebbe stata portata avanti da Meethu, visto che era una questione che riguardava più lui che me, e considerando che si poteva trattare della sua futura compagna, lo interessava molto da vicino.
    Il vecchio segugio non era più scattante come un tempo, ma era palesemente lieto di accompagnarci in una passeggiata al di fuori delle mura; si alzò, si stiracchiò per bene, e con buona grazia, lasciò che legassi il collare.
    "Misure di sicurezza" dovetti spiegare a Meethu, che non sapeva nulla di tutto ciò. "Anche se possiamo comunicare, è buon costume tenere un cane legato al guinzaglio, per evitare che scorazzi in giro a far danni... non che questo sia il suo caso, vero Chris?"
    "Affatto" rispose lui bonario e distaccato. Aveva già intuito di cosa volevamo parlare.
    Essendo quella una discussione privata, io sarei rimasto zitto e decisi di lasciare a Meethu il compito di rompere il ghiaccio, il che, si rivelò alquanto imbarazzante per il mio povero leone.
    Dovemmo camminare per una buona mezzora, allontanandoci di almeno due chilometri dalla residenza, verso sud, fino a quando non ci fummo appostati sulla collina dalla quale si domina la savana orientale. Il sole tramontava a ovest, mentre il Kilimanjaro a est, splendeva di rosso e di oro; gli uccelli della sera cantavano rincorrendosi senza fine nel cielo, e l'aria secca era imbalsamata dai profumi di Nairobi.
    Mi ero seduto in disparte, mentre Chris era sdraiato sulla collina a fissare il sole; Meethu gli stava dappresso, come un giovine in chiesa che stia inginocchiato nella cappella per confessarsi al prete; l'immagine era così pertinente da strapparmi un sorriso.
    "Ascolti, signor Chris..." cominciò Meethu, "Io vorrei chiederle..."
    "Per te, sono semplicemente Chris, ragazzo mio." lo interruppe il segugio, "Non c'è bisogno di essere così beneducati con me; io sono un cane di mondo, e ho veduto più avanzi di galera di quanti possa contarne. Parlami da pari, come farebbe un vero leone."
    A quelle parole, Meethu sembrò farsi animo, perché lo sentii nella sua voce.
    "Volevo parlarle di Eleanor"
    Non ebbe nemmeno finito di dire quel nome, che Chris ridacchiò: un riso roco ma forte: se fosse stato nel fiore degli anni, avrebbe fatto rimbombare l'aria.
    "Questo mi pare il minimo, ragazzo! Ho visto il modo in cui la guardi: la mia nipotina è un fiorellino come non se ne vedono tutti i giorni, dico bene?"
    "E' davvero molto bella..." ammise Meethu, facendosi timido.
    "Non ne dubito!" rise Chris. "Ah, avresti dovuto vederla, quando era una cucciolotta, che giocava nel cortile, ad inseguire gli aironi, a salirmi in groppa e a lasciarsi trasportare dalla mia persona come da qualunque altra cosa intorno a lei."
    "Lo so..." disse Meethu, sognante. "Ed è per questo che mi piace. E' così solare e piena di vita..."
    Chris fissò il giovane leone con intensità, come se volesse sondarlo nel profondo. "Tu lo sai quanto ci tenga a questa casa... non è vero?"
    "Naturalmente..." rispose Meethu, come intimorito.
    "E sai anche che ci vorranno molti giorni prima che lei recuperi la fierezza della sua razza e diventi ciò che dovrebbe essere?"
    Meethu tacque: non l'aveva considerata in quel modo.
    "E' un bene che Eleanor sia venuta a vivere tra noi" riprese il vecchio segugio, facendosi malinconico. "Con la sua vitalità e il suo carattere giocoso ha reso la vita di noi tutti, in un certo senso, migliore; tuttavia, temo che sia rimasta con noi per troppo tempo, e che si sia addomesticata oltre il limite del conveniente."
    "Io temo..." proseguì con voce triste, "che Eleanor sia profondamente innamorata del mondo degli uomini e delle loro fantasie. Se così fosse, solo poche cose potrebbero farle comprendere chi lei sia veramente, e quale sia il posto a cui lei appartiene."
    Con aria di solenne dignità si voltò verso Meethu, il quale sostenne lo sguardo d'acciaio del segugio.
    "Ed è per questo, Meethu ragazzo mio, che non solo ti dò la mia benedizione per Eleanor, ma ti supplico e ti scongiuro di portarla via con te, lontano da tutto questo!"
    Meethu si sentiva spiazzato: Chris sembrava già d'accordo alla loro potenziale unione; era come se il destino volesse che Meethu e Eleanor divenissero una coppia. Da parte mia, non mi dispiaceva affatto: se Meethu avesse trovato una compagna, avrebbe smesso di preoccuparsi per me, e si sarebbe finalmente fatto una vita, una vita dove io non avrei più avuto voce in capitolo.


    --------------------------------------------

    Il sole volgeva alle sue ultime luci, e mentre tornavamo alla villa, i due animali continuavano la conversazione, che era di grandissima importanza per entrambi.
    "Non fraintendere, figliolo: io voglio bene a Eleanor, e chiedo solo che sia felice. Dubito profondamente che potrà trovare la sua felicità stando qui; perciò, voglio che tu mi prometta, che per quanto lei possa opporsi, lagnarsi e disperarsi, tu resterai impassibile, e farai in modo che ti segua, verso la sua vera casa. Me lo prometti, Meethu?"
    "Io... io lo prometto, vecchio Chris." rispose Meethu, cercando di mantenere dignità. Non era in grado di sostenere facilmente quel livello di conversazioni, ma per lo meno si dava da fare; a furia di parlare acquisiva sempre maggiore fiducia.
    "Capisci cosa intendo, vero?" lo ammonì il suo interlocutore. "Preferirei che lei ti seguisse di sua spontanea iniziativa, ed essendo consapevole del tuo affetto per lei, sono sicuro che farai la cosa giusta."
    "Ma non dimenticare mai, Meethu" aggiunse in tono di velata minaccia. "Che più di ogni altra cosa, dovrai proteggere il suo sorriso. Se mai dovessi fare qualcosa - qualunque cosa - per privarla di quel suo sorriso..." e qui, lo sentii ringhiare, "io non te lo perdonerei mai!"
    Meethu, dapprima immobile, quasi paralizzato, chinò solennemente la testa.
    "Te lo giuro, vecchio Chris; lo giuro su tutto quello in cui credo che non lo farò mai. Avrò cura di Eleanor anche per te."
    Con quella promessa, il vecchio segugio si raddolcì, e trotterellò assieme a me e Meethu per il resto della passeggiata.
    Non arrivammo alla villa che verso le sette e tre quarti.
    Eleanor venne a salutare il nonno con un abbraccio, sebbene lei fosse già due volte più grande di lui; dopo i dovuti saluti, Meethu la prese in disparte per chiacchierare - senza dubbio sulle meraviglie del mondo naturale - e per chiederle di sapere tutto su di lei. Conoscevo Meethu abbastanza da sapere che con le parole era capace di tutto: sorrisi, pensando a come sarebbe stato bello per loro, maturare insieme e avere una famiglia. Mi dissi che era un leone molto fortunato, fortunato ad aver avuto un maestro come nessun'altro per uno della sua specie; ad essere parente e amico di sovrani, ed ora, ad aver trovato un'anima a cui affidarsi e da proteggere.
    In fede, lo credevo, non ne dubitavo, ci speravo davvero: quasi non ricordavo più l'ultima volta in cui avevo sperato ardentemente che accadesse qualcosa. Una sensazione abbandonata, ma mai dimenticata si risvegliò in me, e mentre entravo nella villa, dopo aver condotto Chris al suo tappetino sul portico, parola mia, risi, come non ridevo da tanto tempo.
    Poco sapevo di cosa sarebbe avvenuto in seguito, ma quella sera, essendo di umore zuccherino, volli essere ottimista; nulla poteva andare storto.
    Quella notte, la passai nella stanza degli ospiti, assieme a Meethu e Eleanor, che straordinariamente vennero ai piani superiori e si addormentarono ai piedi del mio letto.
    E che ci crediate o meno, prima di scivolare nel mondo dei sogni, venni colto dalla pazza voglia di fare il pettegolo e rivelare il tutto a Ralph e a Leona quella mattina seguente, per primissima cosa.

    TO BE CONTINUED


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    Ehi, ragazzi! Mi avete dimenticato del tutto? :(
     
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  7. Mheetu
     
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    Io nooooo
     
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    Grazie, Mheetu. Per fortuna esisti. :)
     
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  9. Giulia dans le noir
     
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    Buongiorno Gaoh. Mi sono decisa finalmente a leggere tutta la tua fiction, anche se mi devo mettere in pari con quelle che l'hanno preceduta :P

    A me interessa, è ben scritta, ben approfondita, e offre una inusuale commistione con i temi del Re Leone. Se la continui la leggerò volentieri, anche se non so se riuscirò a commentare sempre: sono una lettrice fedele, ma non una commentatrice altrettanto fedele ;)
     
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  10.  
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    La terza parte della storia di Eleanor è letteralmente cantata come un poema da lei stessa.
    E' un capitolo transitorio che esprime la natura di Eleanor, dopo essere cresciuta tra gli uomini, ed è relativamente breve.

    Capitolo 14: Una terra da amare
    Villa di Ferguson
    Martedì, 15 luglio 1998, ???


    Con il sorgere del primo sole, l'aria estiva di Nairobi, secca e colma di polvere, fu traversata da forti correnti negli strati superiori dell'atmosfera, risultanti in brezze da est che raggiungevano la velocità di sette nodi, spazzando via i remoti cirri e lasciando il cielo limpido e terso come l'interno di una preziosa madreperla.
    Per essere uno che si stava preparando a una guerra spietata dalla quale si poteva anche non fare più ritorno, quel giorno mi sentivo estremamente a mio agio quando mi alzai dal letto: uscii sul balcone della mia stanza e respirai a fondo la brezza del mattino, mentre il bianco sole illuminava ancora una volta la città lontana.
    Guardando in basso, notai che Meethu era già sveglio, e stava sdraiato sul ciglio della strada, guardando fisso verso nord: i pensieri di quel leone - io lo sapevo - volavano a Eleanor, non ve ne era il benché minimo dubbio, e io mi dicevo che prima fosse avvenuto, meglio sarebbe stato per tutti: per lui, per Eleanor, ma soprattutto per me.
    Per quanto gli avessi detto che non volevo coinvolgerlo nei miei problemi, lui mi era stato appresso per tutta la sua vita, visto e considerato che non aveva mai conosciuto il padre nei suoi primi giorni, e neanche una settimana dopo averlo trovato, era stato costretto a perderlo di nuovo, per sempre.
    A ricordare quel dolore, mi tornò in mente il corpicino straziato di Mina, e mi si strinse il cuore: io e Meethu eravamo più simili di quanto io stesso ammettessi. Era solo come me, e come me, aveva sofferto per la perdita dell'essere più importante per lui... potevo negarlo davanti a qualcun'altro, chiunque altro, ma non potevo negarlo di fronte a me stesso, men che meno a lui.
    Fu in quegli istanti, che sentii in lontananza i richiami armoniosi di Eleanor: il mio anello attivò quasi subito il suo potere di comprendere tutte le voci, e potei comprendere il suono di un canto dolce e pieno di emozioni. Sebbene fosse lontana, il suono dei suoi vocalizzi gutturali si poteva udire da miglia; un riverbero che lacerò l'aria di Nairobi, e che probabilmente sarebbe stato udito dalla città, se non fosse stato per il rombo assordante del traffico che andava crescendo di minuto in minuto, verso l'ora di punta.
    Meethu mugolava sotto voce, accompagnando con i suoi ringhi gutturali il suono di quella voce che al suo orecchio era più dolce di qualsiasi stilla di miele; si beò di quell'istante, e - lo confesso - anch'io, sospiravo tra me quelle note.
    Ho memorizzato bene quel canto, e lo trascriverò qui sotto, perché è giusto che anche voi lo sentiate per bene: poiché esso è ciò che Eleanor fu, prima di comprendere le dure verità di questo nostro mondo.
    Ella era ignorante su molte cose, ingenua come una scolaretta che vive in un mondo di fiabe e fantasie, e per questo era simile alla stessa Mina, ma non possedeva la stessa saggezza inusuale, e non aveva mai conosciuto dolori.
    Il suo canto ne è la prova: ascoltate.


    --------------------------------------------

    Ah!

    Ditemi o fiori,
    dite al mio cuore,
    se al mondo esiste qualcosa più bello,
    di qualcuno che si ama?
    Tanto ho sperato,
    tanto ho desiderato,
    e ora egli è qua,
    è qua per me,
    e sarà amore,
    e sarà per sempre.
    Tutto risplende sul nostro mondo,
    tutto è amore e felicità;
    ditemi fiori, che il mio grande amore,
    presto, a me verrà.

    Un mondo d'amore,
    un mondo di felicità.

    Ah!

    Ditemi o fiori,
    dite al mio cuore
    che sta palpitando, che presto arriverà
    il giorno in cui tutto l'amore vivrà in me.
    Tanto ho sperato,
    tanto ho desiderato,
    e ora è giunto il giorno,
    è qua per me,
    e sarà amore,
    e sarà per sempre.
    Una pioggia di gioia ci abbraccerà,
    Un silenzio di pace ci farà da giaciglio,
    ditemi fiori, che quel giorno beato,
    per sempre per me durerà.

    Un mondo di incanti,
    un mondo di felicità.


    TO BE CONTINUED


    Lasciate qui i vostri commenti, grazie.
     
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  11. Mheetu
     
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    Bellissimo capitolo *.*
    Aspetto il prossimo XD
     
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  12.  
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    Ok: per il fatto che voglio raggiungere i 60 capitoli, devo allungare ulteriormente il brodo - ancora una volta, togliendo quasi tutte le conversazioni - ma dopo questo capitolo, giuro di dare il massimo per far trapelare ulteriori informazioni.

    Buona lettura.

    Capitolo 15: Un forte legame
    Periferia di Nairobi
    Venerdì, 17 luglio 1998, ???


    Le giornate successive furono straordinariamente calde, perfino per l'Africa: la stagione secca si faceva sentire, e in quei momenti, la grande città perse la sua consueta vita; si era infatti nel pieno delle vacanze estive, oltre al fatto che la data del ballo si avvicinava sempre di più.
    Ralph e Leona vennero messi al corrente da una lettera del Colonnello: non avevo pensato che a loro sarebbe piaciuto andarci, ma invece fu proprio così che andò; Ralph, pur non amando gli avvenimenti mondani, ed essendo pratico di una sola, unica danza, il tip tap - tra l'altro, molto scarso - apprezzava le feste, e conoscendolo, si sarebbe presentato solo per il buffet... ma a questo avrebbe provveduto Leona con la sua granitica tempra militare: nonostante la sua freddezza, chiunque l'abbia conosciuta come la conosco io, saprà del suo lato più intimo e femminile; vi sono momenti in cui lei deve liberare la sua indole più umana e meno concreta, come donna: naturalmente, avendo la sua reputazione di soldato inflessibile da difendere, non si faceva quasi mai vedere in quelle situazioni, ragion per cui, volle provvedere da sola per il vestito, e ciò ci riporta a noi.
    Era andata a Nairobi da sola dopo pranzo, durante il torrido pomeriggio: Ralph, anche conoscendola bene, rimaneva piacevolmente spiazzato:
    "Non riesco mai ad inquadrarla..." diceva un po' a me e un po' a sé stesso; inutile mentire: quell'uomo era infatuato da lei, anche se ai tempi dell'esercito la vedeva solo come un suo superiore. Ralph era davvero incorreggibile, e so che fino alla fine, non avrebbe mai mollato con lei.
    Non volendo intromettermi nei suoi pensieri più di quanto stessi già facendo, e considerando che non avevo più veduto o sentito Mheetu negli ultimi due giorni, decisi di andare a cercarlo alla villa.
    Andando a piedi, dal motel alla villa è un gran bel pezzo di strada da fare, ma essendo abituato a correre, riuscii a fare la strada in meno di due ore; ebbi qualche consolazione a correre così: non andavo così veloce dai tempi della caccia nelle Terre del Branco... i miei pensieri corsero a Simba, a Nala, a Sarabi e Sarafina, alla piccola Kiara e a tutti gli altri... perfino quei due fannulloni di Timon e Pumbaa... da perso com'ero nei miei ricordi, per poco rischiai di inciampare, e mi concentrai sull'obiettivo attuale.
    Comunque, non raggiunsi la villa, perché a meno di mezzo miglio dalla porta, sentii delle risate argentine poco distanti da me: potevo vederli, Mheetu e Eleanor che scorazzavano nella savana poco al di fuori delle mura; chissà da quanto si trovavano là? Mi sarebbe piaciuto avvicinarmi per parlare con loro, ma volli lasciare a loro quel momento: doveva essere per loro, il primo di molti.
    Attenzione però: questo è un momento di intimità tra leoni; leggete a vostro rischio e pericolo.


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    "Ahahahaha! Mheetu, smettila!" rideva sonoramente Eleanor da sotto le zampe del giovane leone che la teneva inchiodata a terra, solleticandole la base del collo con l'artiglio;
    "Che ti dicevo?" la canzonava allegramente lui, "Sono o non sono il miglior cacciatore di queste parti? Non hai speranza contro di me!"
    "D'accordo, d'accordo! Lo ammetto!" rispose lei, senza smettere di ridere, "Sei il miglior cacciatore di queste parti, ma ora lasciami, ti prego! Non resisto più!"
    Per tutta risposta, Mheetu le diede un morsetto sull'orecchio destro, facendola ridacchiare un'ultima volta, per poi indietreggiare lentamente, allentando la presa.
    Povero Mheetu: se avesse avuto la mia visuale, avrebbe notato il lampo di giocosa malizia negli occhi di Eleanor; non appena ella ebbe spazio per muoversi, reagì come una molla, e si impennò contro di lui, mandandolo con le spalle al suolo: in un secondo, la situazione si era invertita.
    "Aha! Te l'ho fatta!"
    "Imbrogliona!" gridò lui, dando in uno scoppio di risate miste a panico. "Mi hai ingannato!"
    Contorcendosi come faceva spesso con me, riuscì a girarsi, ma Eleanor lo aveva afferrato con le zampe, sicché ora il mio povero leone dovette cominciare a scalciare come un toro per levarsela di dosso: per essere cresciuta in cattività, quella leonessa aveva una forza considerevole: non vi erano che Nala e Sarabi che potessero superarla.
    "Ti stai divertendo, eh?" domandò sornione Mheetu, mentre Eleanor, abbrancata alla sua schiena, rideva a più non posso; improvvisamente, egli lanciò al cielo un fiero ruggito simile a un lamento, e si gettò a terra, rimanendo immobile: l'umore di Eleanor cambiò quasi subito, passando da gioia estatica a preoccupazione. Scese da Mheetu e lo scosse con il muso.
    "Mheetu? Mheetu?! Che ti succede? Rispondimi, ti prego!"
    Improvvisamente, la sua immaginazione - fin troppo fervida - concepì la più tragica delle conseguenze.
    "Oddio, no! Ho stretto troppo la presa ed è soffocato!!" Si lasciò cadere su di lui, piagnucolando istericamente.
    "Oh, Mheetu, scusami! Mi dispiace, non volevo!"
    Era un po' crudele da parte di Mheetu, ma da parte di Eleanor, questo era da vera ingenuotta: come se una presa del genere potesse bastare a soffocare un leone maturo e pienamente sviluppato come Mheetu.
    Prova ne sia, che egli si alzò con prepotenza da sotto di lei:
    "Se non la smetti di starmi addosso così, finirò con il soffocare sul serio!"
    "Cosa...?! Ma che...?" fece Eleanor inebetita, guardandolo stralunata: subito i suoi occhi si accesero di fuoco. "MA ALLORA NON SEI MORTO!!!"
    "Ma certo che non sono morto, stupidella!" la canzonò lui, dandole un colpetto in testa. Eleanor ringhiò rabbiosa:
    "Oh, maledizione! Che spavento mi hai fatto prendere!!"
    Al sorriso di Mheetu però, anch'ella si sciolse in una risata, e tornò ad abbracciarlo con maggiore impeto di prima.
    Al vedere quella scena, risi: un suono che non passò inudito ai due giovani; mi morsi le labbra rimangiandomi un'imprecazione: avevo guastato il loro momento magico.
    "Abe!"
    "Signor Mist!"
    I due leoni corsero verso i cespugli in cui mi ero nascosto: per quanto io abbia cercato di svicolare, fui afferrato per il colletto, e trascinato in mezzo a loro: dopo che ebbero strofinato per bene i musi contro la mia testa, rischiando stavolta di soffocare me, mi lasciarono rialzare in piedi, in modo che le mie mani potessero scompigliare il villoso pelo delle loro teste.
    "Speravo di trovarvi qui intorno, o alla villa" mormorai dolcemente; "e sono contento di vedere che le cose vanno bene per voi due"
    "Grazie Abe!" rispose Mheetu con un sorriso decuplicato; "Sapevo che avresti compreso, sei un vero amico!"
    Amico... ancora una volta quella parola terribile, dalla bocca di quel leone... ma anche se quell'illusione era destinata a finire, valeva la pena di viverla ancora per un po'.
    Camminammo insieme fino al crepuscolo serale, parlando del più e del meno: Eleanor, rispondendo alla mia domanda, diede conferma alla mia curiosità: era stata nominata proprio con il nome della sposa del Presidente Theodore R. Roosevelt, colui che portò la democrazia americana nel XX° secolo, e rimasi colpito nel sentire quanto ella stessa fosse documentata sulla storia dell'Europa e dell'America, fin dalla Rivoluzione Francese.
    "La mia padrona ama leggere i libri di storia, li trova affascinanti: così ho cominciato ad ascoltare, e mi sono appassionata a mia volta."
    Era davvero una creatura incredibile.
    Quando giunsero su di noi le ombre notturne, dovemmo ritornare: d'altronde, Eleanor mancava alla villa da più di trenta ore, stando a quanto mi aveva riferito Mheetu. Quando tornammo, i padroni della leonessa si mostrarono alquanto sollevati: porsi loro le mie scuse, e sulla strada del ritorno al motel, rimproverai Mheetu in segreto.
    "Devi essere più cauto, Mheetu: per quanto la vostra relazione si stia saldando, non avete ancora ricevuto la benedizione per andare a vivere da soli"
    "Lo so..." fece lui con aria mortificata. "E' che una volta che abbiamo cominciato la passeggiata, le cose sono andate più avanti di noi, e abbiamo perduto la cognizione del tempo..."
    "Confido che da ora in poi farai più attenzione: l'impulso straordinario del vostro sentimento è lodevole, ma non devi lasciarti travolgere; se vuoi diventare un capofamiglia, dovrai fare molte cose allo stesso tempo: curarti della tua compagna, dei tuoi cuccioli, del tuo territorio e soprattutto, dovrai riuscire a ritagliarti dei momenti per te stesso, altrimenti diventerai un automa di monotonie"
    Mheetu rise a quel mio ultimo paragone: "Farò del mio meglio, te l'assicuro!"
    Stava maturando anche dal punto di vista psicologico, e questo mi fece sentire bene: al momento opportuno, ci saremmo detti addio per sempre, e mentre io avrei combattuto le mie battaglie fino alla morte, lui avrebbe avuto la sua vita, lontano da me e da tutti gli orrori che mi braccavano da sette anni.
    Scacciai quei pensieri oscuri, e feci a Mheetu una domanda di cui mi sarei pentito presto:
    "Facciamo a chi arriva primo?"
    Egli mi guardò di sottecchi, prima di sfoggiare un sorriso immenso; con un ruggito fenomenale, scattò avanti, lasciandomi indietro nel giro di un'istante: poiché ero già stanco da prima, non riuscii a correre decentemente, anche perché negli ultimi giorni avevo perso peso, e la battaglia contro Mizuki mi aveva debilitato; arrivai al motel soltanto due minuti dopo di lui.
    Ralph e Leona furono felicissimi di rivedere Mheetu, e quella notte, lo lasciai dormire in camera mia.
    Quella notte, sentii ancora il dolce canto di Eleanor, come un richiamo verso il suo compagno, e il mio sonno fu più placido che mai.

    TO BE CONTINUED


    Lasciate qui i vostri commenti, grazie.
     
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  13. king_kovu
     
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    Ciao Gaoh...non ho quasi mai commentato i capitoli della tua trilogia perchè non l'ho mai letta tutta dall'inizio,e mi sembra una mancanza di rispetto nei confronti tuoi e miei commentare senza conoscere la storia...scrivo solo per dire che ogni volta che leggo un tuo capitolo quando aggiorni,mi trasmette emozioni vere e riesco a immedesimarmi immediatamente nei personaggi,anche se non li conosco bene. E anche nei capitoli di "calma piatta" riesci a rendere la lettura scorrevole e piacevole.
    PS: prometto di leggere per bene tutta la tua trilogia,e commenterò solo quando mi sarò rimesso in pari.
     
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    Grazie, King Kovu: mi fa bene sentire queste cose. Aspetterò i commenti anche sulle altre mie fan fiction: chissà, forse riceverò altri commenti.
     
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    D'accordo! Mi sono reso conto che aspettare commenti è una stupidaggine bella e buona, perché se non posto nuovi capitoli, non ci sono nuovi commenti, ma tanto, anche se posto, nessuno commenta più... sigh ma avevo detto che avrei concluso la Tetralogia e lo farò. Devo proprio fare tutto da solo, a quanto pare.

    Questo capitolo sarà più breve, ma intenso.

    Buona lettura.

    Capitolo 16: Aria di tempesta.
    Motel
    Lunedì, 20 luglio 1998, 08:00


    Da allora, le cose sembrarono andare liscie come l'olio: Mheetu faceva regolarmente visita alla villa ogni pomeriggio, e passava due ore buone a chiacchierare cone Eleanor del più e del meno; non aveva bisogno nemmeno che lo accompagnassi, visto che conosceva la strada a menadito; quei due passavano momenti di spensieratezza che di solito si notano solo tra adolescenti, sebbene entrambi avessero lasciata la fanciullezza alle spalle, ed erano già nell'età in cui si prendono le decisioni più importanti. Sentivo che quei due sarebbero stati una coppia perfetta nell'arco della loro breve, ma incredibile vita: un privilegio che nessun umano potrebbe ambire, godere di pochi ma indimenticabili attimi, piuttosto che vivere lunghi e tristi giorni, il cui ricordo svanisce nelle nebbie del tempo.
    I leoni, erano veramente da invidiare per la loro fortuna così come per la loro forza e la loro psiche: privi di rabbia e di rancore, non conoscevano legge al di fuori del Grande Cerchio della Vita, e vivevano secondo il suo immenso principio, portando prosperità alla Cunabula Mundi come nessun sovrano al proprio regno.
    Da parte di Ralph e Leona, loro la pensavano come me: di fatto, pensavano di trattenersi in Africa ancora per sei mesi dopo il ballo, e poi tornare in America. Mi avevano proposto di raggiungerli una volta finito tutto, e anche se io accettai con piacere la proposta, mi sentii a disagio: abbracciare una nuova patria non è mai facile, perché significa lasciare tutto il mondo che si è conosciuto alle spalle; d'altro canto, la mia guerra contro Thrive e la sua follia, avrebbe potuto richiedere dei mesi, se non degli anni. Purtroppo, non potendo sapere dove fosse, se stesse ancora marcendo sotto Praga, o se fosse libero, cosa stesse tramando il suo nero cervello, e una serie infinita di altri dettagli, tutti equalmente importanti, non potevo sapere quanto ancora mi ci sarebbe voluto.
    Sapevo solo che entro la fine del mese, mi sarebbe arrivato il ferro che avevo comprato, e in quell'ultimo fine settimana, avevo già stilato un abbozzo più o meno preciso dei progetti.
    Un'altra cosa che inondava l'aria a Nairobi, era il fermento nei preparativi per il ballo: un evento di cui la giovane città non aveva mai goduto prima d'allora. Vi erano persone che andavano e venivano, tra cui molti turisti venuti dalla Francia, dall'Italia e perfino dall'Inghilterra, miei compatrioti, con i loro cilindri e le giacche a coda di rondine. Se penso che un tempo, anch'io avrei potuto diventare un simile damerino, me ne rido immensamente delle mie origini: ormai, di britannico in me, non vi è che il sangue... e quello non cambierà mai.
    Quella nota solare che era il ballo imminente ad agosto, faceva presagire un futuro migliore, e fino a quel lunedì mattina, lo confesso, mi sentii perfettamente a mio agio.


    --------------------------------------------

    "Ho detto proprio fino a quel lunedì mattina, perché fu allora che vidi il mondo intero crollare di fronte a me: era una mattina assolata come ne vedevo da tanto tempo ormai, e nessun sole fino ad allora, era riuscito a intaccare il bianchissimo pallore della mia carnagione: smunto come un vampiro, passavo quasi tutto il mio tempo all'ombra, ascoltanto Ralph narrare di certe manovre in Argentina, quando faceva i trasporti per conto dell'esercito, o ridendo con Mheetu della frizzante vivacità di Eleanor, o spesso mi permettevo una piccola partita a scacchi con Leona. Non abbiamo mai finito una partita in tutte quelle ore passate insieme... ma sto divagando.
    Fu il giornale recapitato quella mattina alle otto, a farmi sconvolgere. La prima pagina, cito testualmente, tuonava così:

    ALLARME A MARRAKESCH: UN ATTACCO TERRORISTA CAUSA PIU' DI 500 MORTI NEL CENTRO STORICO; LE FORZE ARMATE SONO NEL PANICO


    Questo, inutile dirlo, scatenò in me un'antica paura: sfogliando le pagine, lessi la dinamica dell'attacco: a quanto pareva, una bomba era esplosa all'aeroporto, e in seguito, una truppa di Al-Qaeda aveva fatto irruzione nella città per poi ritirarsi prima dell'intervento della polizia; fu guardando le foto, però, che il mio cuore rischiò di fermarsi: in un piccolo articolo di fondo, notai due uomini d'affari che si stringevano la mano; quello a destra portava occhiali da sole, ma torreggiava sull'altro: aveva il volto emaciato, ma il suo corpo era solido, a giudicare da quel che vedevano i miei occhi, e portava capelli biondi un po' più lunghi del dovuto...
    Ma anche se di profilo, come potevo non riconoscerlo?
    Sentii come se la mia testa fosse stata svuotata con un cucchiaino: ebbi un mancamento, a stento mi trascinai su per le scale - grazie a Dio, Ralph e Leona non c'erano, e neppure Mheetu - raggiunsi il bagno al piano superiore, e tuffai la testa sotto il rubinetto dell'acqua fredda; mi guardai allo specchio: avevo gli occhi sgranati e più rossi che mai; il ricordo di quegli eventi terribili mi tornò alla mente come il primo giorno; per un secondo avrei giurato di vedere una lacrima rossa sfuggire da sotto l'orbita sinistra: la mia vista si annebbiò, il mio stomaco si torse, una pressione tremenda, una nausea mostruosa mi lacerò le viscere dall'intestino retto fino all'apertura dell'esofago: non potei trattenermi...

    Devo aver rigettato almeno tre volte prima di riuscire a riprendermi dal conato, e nel tutto, devo aver sputato un bel po' di sangue: il ricordo di quell'uomo che io avevo annientato ma non distrutto, mi perseguitava ovunque, ma ora, il dettaglio più terribile si era concretizzato: quello che aveva detto Mizuki, era vero.
    Ma come? Come aveva fatto a fuggire?? Sentivo che Mheetu ed Eleanor, Ralph e Leona, il Capitano e sua moglie... no, tutta Nairobi era in pericolo. E se lui era a Marrakesch, quanto poco gli ci sarebbe voluto per rintracciarmi a Nairobi?
    Per un secondo, un terribile secondo, mi sentii senza speranza.
    Ma fu allora che ricordai: mi ero ripromesso di fermarlo, ad ogni costo. E se voleva dire che avremmo dovuto farla finita lì, l'avrei fatto, e quindi, avrei dovuto fare in modo di lasciare Nairobi il prima possibile; purtroppo, avevo promesso che avrei partecipato al ballo, ed essendo un inglese, non potevo disdire la mia promessa: ne andava del mio onore.
    E non avevo ancora forgiato la mia nuova arma: cosa che avrei potuto fare l'indomani, visto che il mio ferro sarebbe arrivato quella sera stessa.

    Non feci parola con nessuno al riguardo, e dopo aver distrutto il giornale, mi relegai in camera mia, e non parlai con nessuno da allora: il mio cervello ribolliva, e le mie mani tremavano, al pensiero di mettere le mani addosso a Clark Thrive, e distruggerlo... una volta e per sempre.

    TO BE CONTINUED


    Aspetto i vostri commenti...

    Edited by Gaoh - 3/5/2015, 01:18
     
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98 replies since 9/6/2014, 22:59   3122 views
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