The Days of Love

l'ultimo capitolo della Trilogia

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  1. Gaoh
     
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    Re Saggio

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    Ci sono voluti sette anni, ma sono arrivato al finale, finalmente.
    Nessuno lo leggerà mai, ma almeno ho risolto questo malloppone che mi sono portato dietro per tutto questo tempo.

    Capitolo 50: In Memoriam
    Da qualche parte nella foresta di Vancouver, Columbia Britannica
    Lunedì, 9 giugno 2014, 16:00


    Io, Abraham Colin Mist, che ho vissuto le avventure più straordinarie e combattuto le battaglie più terribili, mi sono svegliato stamattina, al termine di un sogno che non avevo avuto da molto tempo: stanotte in sogno ho rivisto la Rupe dei Re, e coloro che ormai sono passati oltre, essendo la vita dei leoni assai più rapida della mia, e ora non posso trattenermi dallo scrivere questo diario.
    Sono passati ormai quindici anni da quando ho lasciato le Terre d'Africa, e mi stupisco e mi vergogno di me stesso per non averci pensato più frequentemente; dopo una decade e mezzo, e ormai ritrovatomi ultraquarantenne, potrei definirmi libero di credere che sia stato soltanto un bel sogno, una visone voluta dalla folle mente di un pazzerello con una penna in mano che si sollazza scrivendo scempiaggini su un sito di queste cosiddette Fanfiction che ormai vanno così di moda nell'internet moderno.
    Il mondo come lo conoscevo è cambiato radicalmente, e nonostante tutto, nulla è veramente mutato: tante, troppe cose sono successe, e l'umanità ancora non dà segno di voler cambiare per il meglio. Non voglio seccarmi pensando a insignificanti dettagli, ma ancora mi sbalordisco di quanto stupidi noi mortali possiamo essere, sciupando le nostre misere esistenze in questioni improponibili su chi abbia ragione e chi torto. Rimpiango con tutte le mie forze di non essere rimasto nella Cunabula Mundi, ma in seguito alla battaglia finale con Clark Thrive, che ora compatisco per quanto penosa sia stata la sua esistenza, le ferite riportate, unica riprova che sia tutto successo veramente, mi hanno indotto a porre fine ai miei viaggi in cerca di avventure.
    Ciò non significa che io non abbia viaggiato molto, assieme a Ralph e Leona, che sono sempre rimasti al mio fianco: per prima cosa ho visitato le terre del Reno, dove, in una notte senza lumi ho visitato il Reno, e nelle sue acque ho gettato l'Anello del Nibelungo; non lo nego, anche se me ne vergogno, ho provato una piccola stretta al cuore nel separarmene, perché anche se da esso erano derivate le mie massime disgrazie, esso mi aveva permesso di conoscere il Branco della Rupe dei Re, e per questo sarò sempre grato all'Oro del Reno, nonostante sia stato una fonte inesauribile di male, e ora che esso è stato purificato del tutto, posso perdonargli ogni malanno.
    Successivamente, visitai l'Isola di Smeraldo, un luogo che avevo sempre voluto visitare da bambino, ma non ne avevo mai avuto l'occasione. Fu l'anno in cui mi presi la peggiore influenza della mia vita, ma ne è valsa la pena dico io, per godere un giorno intero della pioggia irlandese che rende l'erba d'Irlanda tale. La prima tappa in America fu New York, dove vidi le Torri Gemelle, quando ancora erano in piedi, in mezzo alle cui sommità Filippo il Piccolo, quel funambolico, fantasmagorico folle aveva passeggiato sui passi dell'alba. Per i quattro anni successivi viaggiammo da una parte all'altra delle due Americhe senza fermarci mai: incontrai così tanti di quei popoli che non mi basterebbe una settimana per elencarli tutti, figuriamoci poi a parlarne.
    Fu straordinariamente difficile trovarmi un posto in cui stare, ma alla fine l'ho trovato qui, nel freddo nord: il mio cuore sarà sempre legato alla neve e agli alberi, e qui nella bellissima Columbia Britannica mi sento a casa come mi ero sentito soltanto nelle Terre del Branco. In quanto al lavoro, mi sono rimediato una posizione di rilievo nella segheria provinciale qui vicino, dove sono recentemente diventato un dirigente. Una vita serena, lontano dai guai, passata a supervisionare il mestiere altrui e aiutando come meglio posso.
    Mi è concesso dire che non mi manca niente nella vita, a parte qualcuno con cui condividere i miei pensieri.
    Ralph e Leona si sono separati da me ormai da quasi dieci anni, e anche se di tanto in tanto vengono a farmi visita, la loro vita è completamente indipendente dalla mia: Ralph ha avuto la sua ultima crisi alla schiena l'anno scorso, e mi ha telefonato dicendo che con ogni probabilità non ne soffrirà altre in futuro, ammesso che morisse entro i prossimi trentadue anni. Lui e Leona si sono sposati circa quattro anni fa, non hanno figli, e ancora oggi mi dispiace di non essere stato presente al loro matrimonio, in quanto ero bloccato da una gamba ingessata dopo essere stato travolto da un albero, e anche se ormai sono guarito e posso di nuovo camminare, il mio medico legale ha detto che probabilmente zoppicherò finché avrò vita. Non ho neanche cinquant'anni e già sono costretto a camminare con il bastone. Sono stato ridotto a una patetica ombra di quello che ero.
    E nonostante tutto, non potrei essere più felice.


    --------------------------------------------

    Ogni tanto, nei miei sogni, rivedo ancora gli orrori che sono stati e che continueranno a tormentarmi indubbiamente per il resto dei miei giorni, e nonostante siano soltanto ricordi, fanno ancora male al mio povero cuore; ripensare a quante vite sono andate perdute perché io, da uomo, acquisissi la saggezza più sagace, mi fa sentire straordinariamente in colpa. Sono stato molte cose fino ad ora: un uomo onorevole, un viaggiatore, un assassino, una macchina di distruzione e un amico costante in ogni circostanza, ma non ero mai stato capace di nascondere i miei sentimenti. Rimpiango ancora tante cose, come il non essere stato presente per impedire le morti di Mufasa o di Mina, dei coniugi Ferguson e degli innocenti di Nairobi, che ricorderò sempre fino al giorno in cui potrò incontrarli di nuovo nell'aldilà, o di non aver potuto riallacciare i rapporti con Zira quando ne avevo la possibilità ai tempi del mio viaggio nelle Terre di Nessuno. Chissà quale destino aveva incontrato quella povera leonessa illusa? Potevo soltanto sperare che avesse trovato la pace. E in quanto a Mheetu e a Eleanor, potevo soltanto immaginare che la loro discendenza attraverso Kopa si fosse propagata da un confine all'altro delle Terre del Branco, e che i figli dei figli dei loro figli vivessero liberi e felici nelle ampie distese del Serengeti, sotto il cielo più azzurro e incontaminato della terra.
    Rimpianti destinati a restare tali, perché non credo che me ne andrò tanto presto dalla foresta: qui sono in pace, ma sento che verrà per me il giorno di affrontare un nuovo viaggio, verso orizzonti selvaggi e luoghi mai visti prima da uomo vivente; forse ci andrò, e scriverò una cronaca per lasciarla alla posterità, in modo che il mio passaggio su questo mondo non venga dimenticato. Non sarà di certo un bestseller, ma almeno lascerò qualcosa alle future generazioni, e che forse, dico forse, verrà mostrato nei musei o nelle scuole, ricordandomi come uno che non ha avuto paura di dare voce ai suoi pensieri o di essere criticato per aver pensato diversamente dagli altri.
    Sono un'esistenza ambigua tra gli uomini: per tutta la mia vita ho pensato di non appartenere, e più tra i leoni delle Terre del Branco che tra i miei simili mi sono sentito a casa, e forse, veramente sarò come loro, quando il mio destino si compirà.
    Fino ad allora, continuerò ad aspettare e a vegliare su questo mondo, per quanto mi sarà possibile: è il ruolo che mi è stato affidato, e un giorno, trovata la mia vocazione, potrò compierla senza riserve, senza rimpianti e senza lamentarmi, a differenza di come ho vissuto per troppo tempo la mia vita.
    Il tempo in cui io ero pieno di rabbia e paura è finito da un pezzo, e so che quando tutto si sarà risolto, potrò avere la mia pace.

    Io sono Abraham Colin Mist, che vivo nella foresta, nei ricordi, nel pianto, nella serenità, nei pensieri della mia gente...

    E in questo mondo meraviglioso.

    FIN



    Ho finito, non ci posso credere.

    Forse ho tagliato corto, ma vaffa. Questa è la mia storia.
    Il mio lavoro è finito.

    Ciao a tutti gli amici del Forum che mi hanno - più o meno - seguito.
    Grazie per essere rimasti fino all'ultimo.
    Grazie, e arrivederci.
     
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98 replies since 9/6/2014, 22:59   3130 views
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