The Days of Love

l'ultimo capitolo della Trilogia

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  1. Gaoh
     
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    Re Saggio

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    Anche se mi manca l'ispirazione, non voglio fermarmi.
    Questa FF la finirò io o essa finirà me. Si accettano scommesse.

    Capitolo 43: Verso il destino
    Bunker ignoto
    Sabato, 16 agosto 1999, 09:22


    Ancora non ero sicuro che quel che stavamo per fare era la scelta giusta, ma l'entusiasmo dei miei fedeli americani era stato tale da non permettermi di essere di cattivo umore.
    Si erano premuniti di tutto: avevano portato gli ultimi avanzi di pane, caffè e frutta rimasti per rincuorare il mio corpo straziato e il mio spirito afflitto.
    "Gli ultimi avanzi, Abe" disse Ralph solo quando ebbi finito di riempirmi lo stomaco. "Gli ultimi, lo capisci? Ora non ci resta altro che affrontare la morte qui in silenzio o giocarcela una volta per tutte contro di lui." E conoscendo il mio bravo Yankee, sapevo fin troppo bene che avrebbe preferito una fine da soldato, combattendo per quello in cui credeva, senza paura di morire, ma solo timoroso di morire sapendo che c'era qualcosa che avrebbe potuto fare e non lo aveva fatto.
    Del resto, apprezzavo la sua cara persona proprio per quella inossidabile tenacia.
    Leona non fu da meno: lavorando di gran lena era riuscita a raccapezzare il mio corpo e a sanare quasi del tuttole mie ferite. Nonostante le mie proteste,
    mi giurarono di essersi preventivamente riempiti lo stomaco prima di accorrere in mio aiuto: non potevo sapere quanto ciò corrispondesse al vero, ma tentai, per quanto possibile, di convincermi a crederci.
    Come fui in grado di alzarmi, un nuovo, insolito vigore si impadronì di me: pensai a Londra, la mia amata città,
    a Praga e a Nairobi, che mi avevano accolto e accettato a cuore aperto, e io le avevo ricompensate portando solo portandogli in casa rovina, morte e distruzione.
    Soltanto la morte di Clark Thrive avrebbe espiato la mia anima da quell'odioso retaggio, riscattato il mio passato e liberato il mondo da un grande male, una volta per sempre.
    Con l'occhio della mente vidi lo spettacolo della Rupe dei Re, alta, superba come il primo giorno che l'avevo vista, splendente nella gloria del sole mattutino. Pensai a tutti i miei leoni, ai Grandi Re del Passato che vegliavano su di me e su quelle terre, e mi odiai per aver anche solo osato pensare di gettare la spugna.
    Come avrei potuto guardarli negli occhi quando li avessi rivisti nel regno eterno? Con che coraggio mi sarei potuto presentare all'assemblea ultraterrena di là di questo mondo, una volta che fosse scoccata la mia ora? Quali scuse avrei potuto inventarmi per giustificare quella debolezza a coloro che mi avevano eletto, ai grandi che, pur senza conoscermi, avevano riposto in me la massima fiducia?
    Come avrei fatto a non morire di vergogna di fronte a lei?!

    Semplicemente, avrei fatto meglio a sparire nel nulla, meritevole come sarei stato di essere dimenticato per sempre.

    Balzando in piedi, mi avventai sulla porta blindata, quasi scardinandola, e mi precipitai lungo un buio corridoio a malapena rischiarato da certe lampade elettriche mezze fulminate; solo i suoni dei miei passi sul duro ferro, il pomposo gocciolare della condensa,
    il battito del mio cuore e il mantice del mio respiro sentivo rimbombare in quella notte sotterranea, ma sapevo che i miei compagni erano sempre con me, sebbene facessero un po' di fatica a starmi alle calcagna.


    --------------------------------------------

    Al termine di una galoppata che mi parve straordinariamente lunga e, allo stesso tempo brevissima, giunsi alla grande tubatura di un pozzo scoperchiato, dalla cui apertura illuminata scendeva una lunga corda annodata, indubbiamente da Ralph e Leona, che mi avrebbe permesso di uscire e rivedere la luce, che già avevo disperato mi fosse stata negata per il resto dei miei giorni.
    Ma tanta fu la mia foga di uscire che mi aggrappai con le sole mani alle sporgenze della tubatura, issandomi come un leone per sfuggire all'abisso.
    Sentii come se il vigore di Mufasa in persona mi stesse inondando le membra, spingendomi sempre più verso la liberazione. Quell'immagine rinnovò il mio spirito più di quanto io stesso, o chiunque al mondo potesse immaginare. Lui, disgraziatamente non era sopravvissuto: io ci sarei riuscito anche a nome suo.
    Ruggente di esaltazione mi issai quasi senza nemmeno prendermi il tempo per respirare, e ululando con rabbia estatica, balzai nella luce.

    L'immane radiosità del giorno quasi mi privò della vista: sentire il caldo sole africano bruciare la mia pelle fu quanto di più inebriante potesse esserci per uno che era uscito da una tomba di vivi. Il vento, per quanto bollente, riempì i miei polmoni di una vita nuova e senza fine!

    Ero resuscitato!!

    A lungo mi persi nell'incommensurabile esaltazione di quella rinascita, e così i miei compagni ebbero tutto il tempo di uscire a loro volta e raggiungermi. Mi diedero parecchi minuti di euforia prima di farmi presente che il mondo era ancora in pericolo.
    Lì vicino notai una vettura non dissimile da quello che avevamo visto tempo addietro nella giungla.
    "Gentilmente concessaci in prestito da alcuni energumeni del nostro nemico" gongolò Ralph, issandosi con non poche difficoltà nel sedile di guida; Leona comprese quanto me quell'orrendo scherzo. Ciononostante, ne ridemmo tutti e due.
    Come la macchina fu messa in moto, fui colto da una stanchezza improvvisa, e mi lasciai andare a un sonno talmente profondo che desiderai non svegliarmi più.
    Ma sapevo, fin troppo bene che al mio risveglio avrei fatto meglio a prepararmi per il più grande scontro della mia vita.

    TO BE CONTINUED


    Ok, lo ammetto.
    Scrivere questo capitolo è stato esaltante.
    Alla prossima.

    Edited by Gaoh - 29/7/2021, 15:40
     
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