The Days of Love

l'ultimo capitolo della Trilogia

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  1. Gaoh
     
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    Re Saggio

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    D'accordo! Mi sono reso conto che aspettare commenti è una stupidaggine bella e buona, perché se non posto nuovi capitoli, non ci sono nuovi commenti, ma tanto, anche se posto, nessuno commenta più... sigh ma avevo detto che avrei concluso la Tetralogia e lo farò. Devo proprio fare tutto da solo, a quanto pare.

    Questo capitolo sarà più breve, ma intenso.

    Buona lettura.

    Capitolo 16: Aria di tempesta.
    Motel
    Lunedì, 20 luglio 1998, 08:00


    Da allora, le cose sembrarono andare liscie come l'olio: Mheetu faceva regolarmente visita alla villa ogni pomeriggio, e passava due ore buone a chiacchierare cone Eleanor del più e del meno; non aveva bisogno nemmeno che lo accompagnassi, visto che conosceva la strada a menadito; quei due passavano momenti di spensieratezza che di solito si notano solo tra adolescenti, sebbene entrambi avessero lasciata la fanciullezza alle spalle, ed erano già nell'età in cui si prendono le decisioni più importanti. Sentivo che quei due sarebbero stati una coppia perfetta nell'arco della loro breve, ma incredibile vita: un privilegio che nessun umano potrebbe ambire, godere di pochi ma indimenticabili attimi, piuttosto che vivere lunghi e tristi giorni, il cui ricordo svanisce nelle nebbie del tempo.
    I leoni, erano veramente da invidiare per la loro fortuna così come per la loro forza e la loro psiche: privi di rabbia e di rancore, non conoscevano legge al di fuori del Grande Cerchio della Vita, e vivevano secondo il suo immenso principio, portando prosperità alla Cunabula Mundi come nessun sovrano al proprio regno.
    Da parte di Ralph e Leona, loro la pensavano come me: di fatto, pensavano di trattenersi in Africa ancora per sei mesi dopo il ballo, e poi tornare in America. Mi avevano proposto di raggiungerli una volta finito tutto, e anche se io accettai con piacere la proposta, mi sentii a disagio: abbracciare una nuova patria non è mai facile, perché significa lasciare tutto il mondo che si è conosciuto alle spalle; d'altro canto, la mia guerra contro Thrive e la sua follia, avrebbe potuto richiedere dei mesi, se non degli anni. Purtroppo, non potendo sapere dove fosse, se stesse ancora marcendo sotto Praga, o se fosse libero, cosa stesse tramando il suo nero cervello, e una serie infinita di altri dettagli, tutti equalmente importanti, non potevo sapere quanto ancora mi ci sarebbe voluto.
    Sapevo solo che entro la fine del mese, mi sarebbe arrivato il ferro che avevo comprato, e in quell'ultimo fine settimana, avevo già stilato un abbozzo più o meno preciso dei progetti.
    Un'altra cosa che inondava l'aria a Nairobi, era il fermento nei preparativi per il ballo: un evento di cui la giovane città non aveva mai goduto prima d'allora. Vi erano persone che andavano e venivano, tra cui molti turisti venuti dalla Francia, dall'Italia e perfino dall'Inghilterra, miei compatrioti, con i loro cilindri e le giacche a coda di rondine. Se penso che un tempo, anch'io avrei potuto diventare un simile damerino, me ne rido immensamente delle mie origini: ormai, di britannico in me, non vi è che il sangue... e quello non cambierà mai.
    Quella nota solare che era il ballo imminente ad agosto, faceva presagire un futuro migliore, e fino a quel lunedì mattina, lo confesso, mi sentii perfettamente a mio agio.


    --------------------------------------------

    "Ho detto proprio fino a quel lunedì mattina, perché fu allora che vidi il mondo intero crollare di fronte a me: era una mattina assolata come ne vedevo da tanto tempo ormai, e nessun sole fino ad allora, era riuscito a intaccare il bianchissimo pallore della mia carnagione: smunto come un vampiro, passavo quasi tutto il mio tempo all'ombra, ascoltanto Ralph narrare di certe manovre in Argentina, quando faceva i trasporti per conto dell'esercito, o ridendo con Mheetu della frizzante vivacità di Eleanor, o spesso mi permettevo una piccola partita a scacchi con Leona. Non abbiamo mai finito una partita in tutte quelle ore passate insieme... ma sto divagando.
    Fu il giornale recapitato quella mattina alle otto, a farmi sconvolgere. La prima pagina, cito testualmente, tuonava così:

    ALLARME A MARRAKESCH: UN ATTACCO TERRORISTA CAUSA PIU' DI 500 MORTI NEL CENTRO STORICO; LE FORZE ARMATE SONO NEL PANICO


    Questo, inutile dirlo, scatenò in me un'antica paura: sfogliando le pagine, lessi la dinamica dell'attacco: a quanto pareva, una bomba era esplosa all'aeroporto, e in seguito, una truppa di Al-Qaeda aveva fatto irruzione nella città per poi ritirarsi prima dell'intervento della polizia; fu guardando le foto, però, che il mio cuore rischiò di fermarsi: in un piccolo articolo di fondo, notai due uomini d'affari che si stringevano la mano; quello a destra portava occhiali da sole, ma torreggiava sull'altro: aveva il volto emaciato, ma il suo corpo era solido, a giudicare da quel che vedevano i miei occhi, e portava capelli biondi un po' più lunghi del dovuto...
    Ma anche se di profilo, come potevo non riconoscerlo?
    Sentii come se la mia testa fosse stata svuotata con un cucchiaino: ebbi un mancamento, a stento mi trascinai su per le scale - grazie a Dio, Ralph e Leona non c'erano, e neppure Mheetu - raggiunsi il bagno al piano superiore, e tuffai la testa sotto il rubinetto dell'acqua fredda; mi guardai allo specchio: avevo gli occhi sgranati e più rossi che mai; il ricordo di quegli eventi terribili mi tornò alla mente come il primo giorno; per un secondo avrei giurato di vedere una lacrima rossa sfuggire da sotto l'orbita sinistra: la mia vista si annebbiò, il mio stomaco si torse, una pressione tremenda, una nausea mostruosa mi lacerò le viscere dall'intestino retto fino all'apertura dell'esofago: non potei trattenermi...

    Devo aver rigettato almeno tre volte prima di riuscire a riprendermi dal conato, e nel tutto, devo aver sputato un bel po' di sangue: il ricordo di quell'uomo che io avevo annientato ma non distrutto, mi perseguitava ovunque, ma ora, il dettaglio più terribile si era concretizzato: quello che aveva detto Mizuki, era vero.
    Ma come? Come aveva fatto a fuggire?? Sentivo che Mheetu ed Eleanor, Ralph e Leona, il Capitano e sua moglie... no, tutta Nairobi era in pericolo. E se lui era a Marrakesch, quanto poco gli ci sarebbe voluto per rintracciarmi a Nairobi?
    Per un secondo, un terribile secondo, mi sentii senza speranza.
    Ma fu allora che ricordai: mi ero ripromesso di fermarlo, ad ogni costo. E se voleva dire che avremmo dovuto farla finita lì, l'avrei fatto, e quindi, avrei dovuto fare in modo di lasciare Nairobi il prima possibile; purtroppo, avevo promesso che avrei partecipato al ballo, ed essendo un inglese, non potevo disdire la mia promessa: ne andava del mio onore.
    E non avevo ancora forgiato la mia nuova arma: cosa che avrei potuto fare l'indomani, visto che il mio ferro sarebbe arrivato quella sera stessa.

    Non feci parola con nessuno al riguardo, e dopo aver distrutto il giornale, mi relegai in camera mia, e non parlai con nessuno da allora: il mio cervello ribolliva, e le mie mani tremavano, al pensiero di mettere le mani addosso a Clark Thrive, e distruggerlo... una volta e per sempre.

    TO BE CONTINUED


    Aspetto i vostri commenti...

    Edited by Gaoh - 3/5/2015, 01:18
     
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