Il cerchio si chiude. Una storia che vi emozionerà.

La mia prima Fanfiction.

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  1. Gaoh
     
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    Re Saggio

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    Eccomi qui, per l'ultimo capitolo!
    Ma non pensiate che sia finita! Manca ancora l'epilogo


    Capitolo 15: Benvenuti nel Branco
    Il giorno seguente all'esilio, Simba, diventato Re a tutti gli effetti, emise un proclama in tutto il regno: Nyota, Diana e Uzuri servirono da messaggere; portarono il messaggio del ritorno del Re in tutti gli angoli del regno; nel giro di appena 48 ore, Lia, Azari, Kima, Kora, Kula e Tama fecero ritorno, e salutarono Simba, non più come un amico del tempo che fu, ma come colui che avrebbe ripristinato la pace nelle Terre del Branco.
    L'abbondante piovasco che aveva seguito il ritorno del Re e la morte del tiranno, aveva riportato un raggio di luce sull'arida savana devastata; Rafiki, con gioia, annunciò che le mandrie presto sarebbero tornate ai ricchi pascoli.

    Quella sera, Sarabi decise di indire una riunione; si può dire che tutte le leonesse della Rupe parteciparono, e che Simba stesso fu l'ospite d'onore: di fatto, l'argomento della riunione era uno solo, e Sarabi di certo, si teneva quella domanda da quando il figlio aveva fatto il suo clamoroso ritorno.
    Le leonesse fremevano eccitate di assistere a quel discorso; quando Simba si presentò, con il miglior aspetto che potesse avere, Sarabi alzò la voce, in modo che tutti sentissero:
    "Amiche e compagne, come sapete, siamo riunite qui, stasera, al limitare del tramonto, per celebrare i nostri festeggiamenti conclusivi per il ritorno di mio figlio il Re!" E quì, le leonesse lanciarono un grido di approvazione. Sarabi riprese, immensamente fiera: "Oggi, Simba dopo aver preso il titolo che gli spetta di diritto dal giorno della sua nascita, si appresta più che mai a prendere con gioia il suo carico di responsabilità, così come suo padre e suo nonno fecero prima di lui!" Un altro grido di approvazione, sottolineò le sue parole.
    Finalmente Sarabi, voltandosi verso il figlio, parlò sommessamente, pronunciando quella domanda che aveva serbato per tre notti: per una madre, un periodo insopportabile.
    "E ora, figlio mio... dì: che cosa è successo quel giorno?"
    L'aria si fece gelida: Simba, alzando la testa per guardare le leonesse, cominciò a palare: "E' difficile elencare le varie emozioni che affollavano la mia testa quel giorno: sono passati molti giorni, da allora..."
    Lentamente, e cercando di essere più esauriente possibile, narrò di come Scar lo avesse invitato ad attendere il padre nella gola, il sito dell'incidente; di come improvvisamente gli gnu avessero cominciato la loro folle fuga giù per il vallone - nessuna delle leonesse dubitò della colpa delle iene, sicuramente agli ordini di Scar già da allora - e del terribile ricordo della morte di Mufasa. Quando parlò della caduta, gli occhi di Sarabi si riempirono di lacrime: "Per tutto questo tempo, Scar tramava nell'ombra... e non mi sono mai resa conto di nulla!"
    "Ti comprendo, madre!" sospirò Simba, commosso. "Ha ingannato noi tutti! Siamo tutti colpevoli!" Riprendendo il discorso, il giovane Re parlò di come i due amici più improbabili che un leone possa avere, gli avessero salvato la vita; Timon e Pumbaa, per timore delle leonesse si erano tenuti a debita distanza dalla Rupe nei giorni successivi all'incoronazione del Re; tuttavia, quella sera in particolare, si erano avvicinati, e rimasero colpiti dal dolore che il loro migliore amico si era portato dentro per tutti quegli anni.
    Nala subentrò al discorso, narrando di come il caso l'avesse portata a trovare Simba nella giungla, e di come fosse restìo all'idea di tornare; Simba parlò anche dell'incontro fortunato con Rafiki, e la sua visione dello spettro di Mufasa. Sarabi non riuscì a trattenere le lacrime. "Tuo padre ci teneva a te! Per questo ti ha guidato!" Abbracciò il figlio, e alzando nuovamente la voce proclamò. "Ma ora basta parlare di eventi passati! Essi sono il nostro maestro, e ora dobbiamo sfruttare questi eventi per migliorarci in avvenire! Venite! Dobbiamo festeggiare!"
    Con un sonoro ruggito di approvazione, le leonesse tornarono alla Rupe, chiacchierando fitto fitto.
    Timon e Pumbaa erano rimasti a guardare, e sembravano estremamente soddisfatti: tutto era tornato come doveva essere. La suricata si sdraiò a guardare le stelle. "Eh, Pumbaa vecchio mio! L'avresti mai detto? Molto di ciò che è avvenuto lo si deve a noi! Abbiamo salvato un Re! Posso dire con certezza, ora, che abbiamo raggiunto l'apice delle nostre vite!"
    "Dovremo andare a festeggiare con loro, non trovi, Timon?" Pumbaa sembrava entusiasta all'idea; Timon non sembrava d'accordo.
    "Dimentichi che sono dei predatori! Anche se siamo amici del Re ci mangerebbero!"
    "Tutto bene, voi due?" Una voce familiare li fece sobbalzare. Timon e Pumbaa, dapprima spaventati, si ripresero con un sospiro di sollievo, quando videro Nala che li osservava da sopra una roccia.
    "Eheh..." ridacchiò nervosamente la suricata. "Non dovresti andare a divertirti con le tue amiche?"
    "Non potrei mai, senza di voi! Dovete unirvi ai festeggiamenti!" Timon era atterrito all'idea. "Ma... s-sei sicura che non... ?"
    "Dopo che io e Simba abbiamo messo una buona parola con voi? Dai! Come potremmo? Avanti, non fate i difficili, venite forza!" E aiutandoli a salire, li condusse verso la Rupe.

    L'ingresso di Timon e Pumbaa alla Rupe, si può definire solo gelido: i due insettivori sentivano lo sguardo di tutte le leonesse su di loro. Timon si sentiva come se fosse già morto, scivolato fuori dall'etere; nonostante i sorrisi rassicuranti di Simba e Nala, non si sentiva ancora fuori pericolo. Pumbaa, di contraccambio, con Nala al suo fianco si sentiva a suo agio; sentiva che l'Hakuna Matata sarebbe stata inizio di una nuova amicizia in quella Rupe. Il suo umore era il solito, infantile sorrisone sdentato.
    L'aria si fece solenne, quando Sarabi si portò davanti ai due nuovi arrivati.
    "E così..." cominciò con aria grave, "Voi siete i famosi Timon e Pumbaa; dai resoconti di mio figlio, so che lo avete salvato da morte sicura, e nonostante i vostri metodi non convenzionali siete riusciti a dargli un'educazione adeguata..." Di fronte all'autorità della Regina Madre, i due non riuscirono a emettere un fiato, ma cominciarono piuttosto ad inchinarsi di fronte a lei.
    La voce di Sarabi, fattasi improvvisamente dolce li fermò: "Amici!" E quella parola, per quanto flebile, risuonò chiara e lampante all'orecchio di tutti i presenti. "Non siete voi che dovete inchinarvi!"
    Timon e Pumbaa alzarono la testa, giusto per vedere Sarabi stessa, la Regina Madre che eseguiva un elegante inchino davanti a loro. Tutte le leonesse della Rupe la imitarono. Timon si sentiva immensamente fuori posto, mentre Pumbaa era quasi al settimo cielo.
    "Per aver salvato mio figlio da morte sicura, e averlo fatto diventare in vece mia e di Mufasa, il leone e il Re che è diventato, avete la mia eterna e più profonda gratitudine! Grazie!" Fissandoli con i suoi occhi buoni, concluse con un sorriso: "Benvenuti nel Branco!"
    Le leonesse si radunarono in cerchio attorno ai due, e sollevatili tra le zampe, per dieci volte li scagliarono verso il cielo stellato, gridando un sonoro "Evviva!", e per dieci volte, li agguantarono al volo.
    Rimasti davanti al Re, Timon e Pumbaa sorrisero. Simba ricambiò il sorriso, e stringendoli in un caloroso abbraccio, mormorò: "Non ce l'avrei fatta senza di voi!"
    Quella notte i canti echeggiarono come ruggiti armoniosi tra la piana e il deserto; dentro ogni cuori di bestia selvatica delle Terre d'Africa, la gioia e l'allegria tornavano sereni, poiché il Re aveva fatto ritorno, e il Cerchio della vita, dopo un regno di terrore che sembrava senza fine, aveva ripreso il suo giusto corso.

    THE END... ?

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    To be concluded... Ci si vede all'EPILOGO
     
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86 replies since 4/2/2013, 13:44   3015 views
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