Il cerchio si chiude. Una storia che vi emozionerà.

La mia prima Fanfiction.

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  1. Gaoh
     
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    Re Saggio

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    Bueno! Oggi, dopo le basi, passiamo alla sostanza.

    Capitolo 4: La parola del Re è legge
    I cieli si erano fatti malsani dalla partenza delle leonesse.
    La reazione di Scar di fronte alla loro dipartita non si era fatta aspettare: quella sera, Tomi, per sua vece tenne una discussione per coloro che erano rimaste.
    La perorazione, che durò fino al crepuscolo era notevole, ma ne riporteremo solo la conclusione:
    "... coprendendo la necessità di Shentani e Azari di compiere questo viaggio, la legge della Rupe acconsentirà a questo caso; cio nonostante, il continuo bisogno comune di cibo per la sopravvivenza induce il Re stesso a richiedere:
    Primo, un solenne giuramento da parte delle cacciatrici rimanenti affinché una richiesta di rilascio dal corpo di caccia della Rupe venga esplicitamente richiesto, o al Re, o al consigliere Banzai, e comunque acconsentito per volontà del Re medesimo;
    Secondo, un nuovo voto di fiducia, affinché un episodio di tale incresciosa sconsideratezza non si verifichi in futuro.
    Terzo, un rinnovo della misura di caccia, in virtù della quale, ogni gruppo sarà composto da almeno quattro elementi, in favore di un più grande successo nelle battute di caccia."

    Le leonesse tutte, chi più chi meno, furono costrette a giurare, tramite inchino di fronte alla Rupe stessa, simbolo della legge del Re.

    La mattina seguente, i gruppi si disposero così:
    - Dotty avrebbe guidato Vizuri, Sarafina e Diana.
    -Tomi capitanò la squadra di Sarabi, Nala e Mirana.
    -Zira invece condusse Nyota, Spotty e Uzuri.
    Così, vennero disposte le leonesse per la caccia. Evidentemente, Scar voleva assicurarsi che le leonesse di Zira tenessero sotto controllo Sarabi; era ovvio che non si fidava più di loro. Ormai, per rimanere Re, non gli importava più del loro rispetto; gli sarebbe bastata la loro obbedienza. Zira e le sue leonesse erano abbastanza forti per gestire le loro possibili avversarie.

    Quello che preoccupava maggiormente Sarabi e le sue fedeli, era la scarsità di prede nelle Terre del Branco, ormai inaridite quasi completamente dalla siccità; le mandrie si erano spostate di molti chilometri in varie direzioni, e la distanza continuava ad aumentare, poiché le iene, spintesi al di là dei confini stessi delle Terre del Branco, avevano ampliato il degrado della terra circostante al Regno.

    La battuta di caccia, si rivelò infruttuosa, e questo per Scar non fu motivo di gioia. Anzi, accolse le cacciatrici tutte, con uno sguardo gelido negli occhi.
    "Se non erro, avreste dovuto cacciare, non vagolare senza meta..." con una stoccata di ghiaccio, costrinse Zira e le sue seguaci ad abbassare la testa; Sarabi reagì in maniera differente. "Non puoi aspettarti il nostro successo in questo ambiente!" Tutte si voltarono verso di lei: nonostante gli stenti, Sarabi aveva mantenuto il suo aspetto vigoroso, e tutta la sua autorevolezza. "Il degrado portato dalle iene ha condotto il nostro Regno sull'orlo della rovina senza ritorno; tu stesso, in qualità di Re, dovresti saperlo! Mufasa non avrebbe mai approvato..."
    "SILENZIO!" Tuonò il Re, che sembrava fosse stato colpito da una pietra. "Non osare pronunciare quel nome!" Con una zampata, scheggiò la dura pietra sotto di se': le seguaci di Zira indietreggiarono. "Che nessuno osi pronunciare quel nome in mia presenza!"
    "E chi ti da il diritto di farlo?" esclamò una voce. Tutte le teste si girarono: era stata Nala, i cui occhi turchesi mandavano lampi terribili; con un ghigno, Scar, cominciò a camminare verso di lei, fino a trovarsi oltraggiosamente vicino, a un sospiro da lei.
    "Chi me ne da il diritto, Nala?" sorrise, un sorriso sornione, tuttavia diabolico, socchiudendo gli occhi. "Dimentichi che io sono il Re... e quello che dico io è legge. Io stesso sono diventato la vostra unica ragione di esistenza, e parte dello stesso Cerchio della Vita. Le sue regole ora devono sottostare alla mia volontà, così come ognuna di voi." Allargando il sorriso, cominciò a chinarsi verso di lei. Nala fremette di orrore.
    "Scar!" esclamò Sarabi; il Re non parve sentirla.
    "Vedi, Nala... è tutto qui, capisci? Io sono il Re, e nulla lo potrà mai cambiare, mentre alla fine dei conti, voi passirete come l'erba... il mio potere su questa Terra è destinato a durare per sempre, fino ai confini dell'Africa e oltre." Detto questo, ridacchiò sotto i baffi, e allungò una zampa verso la giovane cacciatrice.
    "Scar!" esclamarono insieme Sarafina e Sarabi, cominciando a muoversi.

    L'aria carica di elettricità fu tagliata dal grido della giovane cacciatrice:
    "STA LONTANO DA ME!" Serrando gli occhi, Nala sferzò l'aria con la zampa. Il gemito di Scar fu accompagnato dal ringhio di Zira, e Nala si ritrovò buttata a terra, sotto la zampa della compagna del Re: "Cosa vorresti fare? CHE COSA VORRESTI FARE? EH!?"
    "Non osare toccare mia figlia, Zira!" Ruggì Sarafina, pronta a scagliarsi su di lei.
    Lo scontro sembrava inevitabile, quando la voce di Scar le fermò: "BASTA!"

    In un secondo, la situazione prese una piega imprevista: Scar si rialzò, ridacchiando sonoramente. "Ah, Nala!... Alla fine vedo che tu, nonostante tutto, hai ancora abbastanza energie per..."
    "Ma Scar!" esclamò Zira, preoccupata per lui. "Non pensi che dovresti..."
    "Silenzio!" le intimò lui, con una nota gelida nella voce. Zira si placò subito, e lasciò che Nala si alzasse. Scar si passò la zampa sulla guancia: Nala non ci aveva messo nemmeno l'energia sufficiente per farlo sanguinare.
    Con un ghigno si volse verso la ragazza, riprendendo il discorso come se nulla fosse: "... che tu hai ancora abbastanza energie in corpo per simili biricchinate..."
    Nala si irrigidì, quando il Re concluse: "Ti darò io un modo per impiegarle meglio!"
    Per qualche secondo, tutte le leonesse presenti si scordarono di respirare.
    Scar riprese il discorso: "Ho deciso di affidarti un piccolo incarico di fiducia: sento che tu sia la cacciatrice giusta per svolgerlo con successo." Nala rimase muta, gli occhi infuocati fissi sul volto del Re.
    "Visto che sei così pimpante, vorrei vederti andare a caccia... " e con voce che non lasciava trasparire dubbi, concluse: "da sola!"
    Come una sola, le leonesse sussultarono: quello che stava chiedendo era...
    "E' una follia, Scar!" urlò Sarafina. "Già in quattro abbiamo fallito! Cosa ti fa pensare che possa farcela da sola!?"
    "Oh, lei può farcela, Sarafina!" mormorò il Re, continuando a fissare Nala negli occhi. "A differenza di te, lei possiede molta energia, e un coraggio non comune; tuttavia..." e qui la sua voce, abbandonata la dolcezza, ritornò seria, "non le sarà permesso di tornare a zampe vuote. Comprendi, Nala? Se vuoi acquisirti i miei favori, e desideri qualcosa di più, del declino..." Nala deglutì a vuoto. "Dovrai assicurarti di non fallire."
    "Ma è pazzesco!" Gridò Diana. "Non è possibile che riesca..."
    "Lo farò!" Disse Nala, con risolutezza. Gli occhi di tutte la fissarono stupefatta. Zira ghignò soddisfatta, e gli occhi di Sarafina si colmarono di lacrime.
    "Allora siamo d'accordo" disse Scar. "Stasera farai i preparativi necessari, e domani mattina, partirai. Ho il tuo giuramento?"
    Nala, chinata la testa, giurò, senza battere ciglio, e si allontanò verso il suo giaciglio, tra lo stupore generale.
    Sarabi, da parte sua, conosceva Nala meglio di quanto la conoscesse Sarafina stessa, e sapeva che la giovane non poteva essersi arresa alla volontà del Re.
    Ne era certa:
    Nala stava tramando qualcosa.
    Continua...

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